www.librettidopera.it

Belisario

BELISARIO

Tragedia lirica in tre parti.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

Da qui accedi alla versione estesa del libretto.
Da qui accedi alla versione in PDF del libretto.

Codice QR per arrivare a questa pagina:
QR code

Libretto di Salvadore CAMMARANO.
Musica di Gaetano DONIZETTI.

Prima esecuzione: 4 febbraio 1836, Venezia.


Personaggi:

GIUSTINIANO imperatore d'oriente

basso

BELISARIO comandante supremo di Giustiniano

baritono

ANTONINA moglie di Belisario

soprano

IRENE figlia di Belisario e Antonina

mezzosoprano

ALAMIRO prigioniero di Belisario

tenore

EUDORA amica di Irene

soprano

EUTROPIO capo delle guardie imperiali

tenore

EUSEBIO custode delle prigioni

basso

OTTARIO duce degli Alani, e dei Bulgari

basso


Senatori, Popolo, Veterani, Alani, Bulgari, Donzelle, Pastorelle dell'Emo. Guardie imperiali, Prigionieri goti, Guerrieri greci, Pastori dell'Emo.

L'azione ha luogo parte in Bisanzio, parte nelle vicinanze dell'Emo. L'epoca rimonta al 580 dell'era cristiana.

Ai veneziani

Fu base di questo lavoro, che oso offrirvi, una tragedia di Golbein, che il valente artista drammatico Luigi Marchionni ridusse per le scene italiche.

Il BELISARIO di Golbein, pari a quello della storia, colse ovunque allori copiosi e meritati; reputerò il mio non meno avventuroso, se voi, delle cose teatrali integri e scienti giudici, gli accorderete una sola fronda di quegli allori.

Vivete felici.

L'autore

Il trionfo
Scena prima

Atrio interno del palazzo imperiale.
Trono a destra. A traverso dell'intercolunnio magnifica veduta di Bisanzio.
Senatori della reggia, e Popolo accorrendo da più parti.

TUTTI

Serto di eterni lauri

impongasi alla chioma

del prode, onde Bisanzio

emula fu di Roma.

Invitto Belisario,

gloria di nostra età.

Quanto vivranno i secoli

il nome tuo vivrà.

(si dileguano)

Scena seconda

Irene da un lato, Eudora dall'altro, entrambe con séguito di Donzelle.

IRENE

Corri, amica... voliam sulla sponda

all'amplesso del forte che arriva...

Ve': pe' trivi già il popolo inonda,

odi il suon della calca festiva...

Delle trombe frammisto allo squillo

del trionfo già l'inno intuonò.

Salutando l'augusto vessillo

che il terror fra i nemici portò.

La man terribile ~ del vincitore

di baci fervidi ~ io coprirò.

E, al sen stringendomi ~ del genitore,

rapita in estasi ~ d'amor sarò.

Un pianto tenero ~ forse gli accenti

sul labbro timido ~ mi troncherà...

Ma quelle lagrime ~ sieno eloquenti;

ma quel silenzio... tutta dirà!

TUTTE

Giorni di gloria ~ giorni ridenti

brillar sul Bosforo ~ il ciel farà.

(partono)

Scena terza

Antonina ed Eutropio, da opposte vie.

ANTONINA

Plauso! Voci di gioia!...

EUTROPIO

Il volgo insano

corre sul lido a festeggiar l'incontro

del reduce tuo sposo.

ANTONINA

Mio sposo un parricida!

EUTROPIO

Oh!... che favelli!

ANTONINA

Ascolta, e del mio sdegno

abbi sicuro pegno. ~

Lo schiavo di... colui, Proclo, morendo

a me narrò, che di svenare il figlio

Belisario gl'ingiunse, ond'ei lo trasse

fuor di Bisanzio, e a trucidarlo il ferro

alzò, ma il ferro dalla man gli cadde

e tutto inorridito

abbandonò, fuggendo, il pargoletto

sovra deserta sponda...

pasto forse alle belve... o in preda all'onda!...

EUTROPIO

Che intesi?... Ahi! snaturato genitore!

Io ti compiango.

ANTONINA

Immenso è il mio dolore!

Sin la tomba è a me negata!...

Sin le ceneri del figlio!

Ah! di lagrime il mio ciglio

viva fonte ognor sarà...

Madre, oh dio! più sventurata

mai la Terra non avrà!

EUTROPIO

Ti conforta: dell'eccesso

pagherà quell'empio il fio:

ma rammenta che promesso

era un premio all'amor mio!

La tua destra...

ANTONINA

Or dimmi: ordita

fu la trama?

EUTROPIO

È appien compita.

Una man fedele, esperta

già le cifre simulò.

ANTONINA

La sua perdita?...

EUTROPIO

Fia certa.

ANTONINA

Vendicata almen sarò!

Ombra pallida e diletta,

che t'aggiri a me d'intorno

meco esulta... è questo il giorno

che il delitto punirà.

O desio della vendetta,

tu sei vita a me soltanto...

io versai dirotto pianto,

altri il sangue verserà.

EUTROPIO

Irne incontro a lui frattanto...

simular ti converrà.

Le Guardie imperiali cominciano a disporsi per l'atrio. Antonina ed Eutropio partono.

Scena quarta

Giustiniano e Guardie.

GIUSTINIANO

O nume degli eserciti,

a te sia laude eterna:

guidò ne' campi italici

l'aita tua superna

il duce formidabile

che i Goti debellò,

e il serto mio di splendida

gemma novella ornò.

(ascende al trono)

Scena quinta

I predetti.

Trionfo di Belisario.

Esce prima la Banda militare, che vien seguita dal Popolo, quindi i Magistrati, ed il Senato: segue poi con marcia trionfale l'Esercito di Belisario.

Alcuni Guerrieri portano i tesori predati, fra i quali è la corona e il manto di Vitige, re dei Goti.

CORO

L'inno della vittoria

spanda sì forte un grido,

che, valicato il pelago,

scorra di lido in lido,

e dica ai regni nordici

in suono di terror:

«V'è un Belisario!» e i barbari

dipinga di pallor.

Scena sesta

Belisario comparisce sopra magnifico carro: ha il capo cinto da una corona d'alloro, ed un purpureo manto è sovrapposto alla sua aurea armatura. Sono d'intorno al Duce i Goti prigionieri, fra i quali è Alamiro: i Veterani chiudono il trionfo.

CORO

Invitto Belisario,

gloria di nostra età:

quanto vivranno i secoli

il nome tuo vivrà.

BELISARIO

Cesare, hai vinto: e l'itala contrada,

di natura dolcissimo sorriso,

della vittoria è frutto.

Mira al tuo piè le spoglie opime, e questi

giovani prigionieri, al cui valore

mal rispondea fortuna.

Deh! Se mercede alcuna

sperar mi lice, tua pietade imploro

per essi; e te, cui la pietade è istinto

non preghi indarno il vincitor pe 'l vinto.

GIUSTINIANO

Tremendo in guerra, umano in pace, e sempre

sei grande, o Belisario!

(accennando i prigionieri)

I lor destini

a te commetto.

(scende dal trono)

Abbracciami. ~ Rifulga

alta letizia intorno,

tutto festeggi così lieto giorno.

(parte seguìto dai magistrati, dal senato e dalle guardie. L'esercito ed il popolo escono pe 'l fondo)

BELISARIO

Liberi siete. Addio.

(ai prigionieri che cadono alle sue ginocchia, tranne Alamiro. Li rialza, ed essi partono)

BELISARIO

Che veggio!... Il dono

sprezzi forse, Alamiro?

ALAMIRO

Io?... Ti son grato;

ma già te 'l dissi, al fianco tuo m'annoda

tale un poter che libertà m'è grave

lungi da te.

BELISARIO

(abbracciandolo)

Rimani

adunque meco: in libertà rimani.

Ho tutto il cor commosso

da ignoto affetto, che spiegar non posso!

Quando di sangue tinto,

e fra catene avvinto,

in rive al Trasimeno

tratto mi fosti al piè,

tenera voce in seno

mi favellò per te!

ALAMIRO

Ah! se mi fia ricetto

di Belisario il tetto,

di mia crudel fortuna

gli oltraggi scorderò...

nel suol che a me fu cuna

almen la tomba avrò.

BELISARIO

Sei tu greco?... Il ver dicesti?

ALAMIRO

Greco io son.

BELISARIO

Da chi nascesti?

ALAMIRO

Tal mistero il ciel m'asconde!...

fui da un barbaro allevato:

ei del Bosforo alle sponde

mi rinvenne abbandonato.

BELISARIO

E costui su greco suolo

che traea?

ALAMIRO

Desio di preda.

BELISARIO

Derelitto in terra e solo

più non sei: per te succeda

di sereno a trista aurora.

Ebbi un figlio e lo perdei!...

la sua morte io piango ancora...

or quel figlio a me tu sei.

ALAMIRO

Io tuo figlio!... a me tu padre!...

ah! di gioia ho pieno il cor!

BELISARIO

Ne' miei lari...

ALAMIRO

Fra la squadre...

BELISARIO

Sempre insieme...

ALAMIRO

Uniti ognor.

BELISARIO E ALAMIRO

Sui campi della gloria

noi pugneremo a lato;

trema o sorrida il fato,

vicino a te starò...

La morte o la vittoria

con te dividerò.

Scena settima

Appartamento nel palazzo di Belisario.
Irene ed Eudora incontrandosi da parti opposte.

IRENE

Belisario vedeste?

EUDORA

Altrove ei mosse il piede,

e forse al tempio...

IRENE

Noi corremmo ver lui; ma all'alta gioia

mal resse il cor di mia madre, e priva

restò di sentimento.

Or ch'ella e in tutto calma

di letizia, e d'amore esulti l'alma.

Vedrò al fine il padre amato

dopo i lunghi miei lamenti,

or che in Grecia sospirato

tornò il duce de' valenti

quel che ognor sfida cimenti

che i nemici debellò.

I trofei, le vinte schiere

prova or son di quel potere

che al trionfo lo chiamò.

(damigelle frettolose)

IRENE

Ebben! Qual nuova?

CORO

Il padre alla magion se n' viene.

IRENE

Oh gioia! Ov'è la madre?

(Eudora parte)

IRENE

Si affretti a un tanto bene.

CORO

Forse ella più impaziente

ad incontrarlo uscì.

IRENE

(alle Damigelle)

Tenere spose madre amorose,

cessate omai di palpitar.

Non più timori non più perigli,

a voi si rendono e sposi e figli

tornate o popoli ad esultar.

CORO

Torniam in giubilo ad esultar.

Entra Belisario, Eudora, Antonina, e Donzelle.

IRENE

Padre!...

(correndogli incontro)

BELISARIO

Irene, m'abbraccia...

IRENE

Alfin son teco!...

(l'abbraccia)

Noi corremmo vêr te; ma della gioia

al violento assalto

mal resse il cor della tua sposa, e priva

finor di sentimento...

BELISARIO

Oh ciel! Traveggo!...

Sulla turbata fronte...

(colpito dal turbamento di Antonina)

del duolo hai tu, non del piacer le impronte!

Che fu? Nuova sciagura...

ANTONINA

Nuova!... Ti rassicura:

quale innanzi al partir, tal rivedrai

la tua magion... sol Proclo, il ciel... togliea

da questa valle di dolore albergo,

(con accento vibrato)

e di colpe.

BELISARIO

(Il suo fallo iddio perdoni!...)

Scena ottava

Eutropio, Guardie, Alamiro, Irene, Belisario.

EUTROPIO

Cesare a te m'invia: l'acciar deponi.

IRENE, EUTROPIO, ALAMIRO E DONZELLE

Come!...

BELISARIO

Vaneggi tu?...

EUTROPIO

Di arditi accenti

passò stagion! Quell'orgogliosa fronte

piega al voler d'Augusto.

IRENE

Ed osi?

ALAMIRO

Audace!...

BELISARIO

Tacete... È forza l'obbedir... ma il brando

di Belisario non lo avrà che un prode.

(lo dà ad Alamiro)

(ad Eutropio, con nobile intrepidezza)

Andiamo.

IRENE

Padre!...

ALAMIRO

Signor, deh! lascia...

(volendo seguire Belisario, egli con un gesto autorevole impone loro di rimanere, e parte con Eutropio e le guardie)

EUDORA E DONZELLE

Oh cielo!...

ANTONINA

(Comincia la vendetta!)

ALAMIRO

Io fremo!...

IRENE

Io gelo!

(partono)

Scena nona

Aula senatoria.
Da un lato molti seggi fra' quali uno più elevato per l'Imperatore. Vi è un tavolino, su cui alcuni papiri, il volume delle leggi, ed una spada.
Senatori.

TUTTI

Che mai sarà!

Perché solleciti

così ne aduna?...

Sovrasta a cesare

sventura alcuna!...

ALCUNI

Forse un colpevole

punir si deve?

GLI ALTRI

Forse la patria

danno riceve?

TUTTI

Ma il prence tacito

qui volge e solo...

Nel volto torbido

profondo duolo

sculto gli sta!...

Che mai sarà!

Scena decima

Giustiniano e Senatori.

Giustiniano va mestamente a sedere: ad un suo cenno Tutti si adagiano.

GIUSTINIANO

Sostegni del mio trono, un fero evento

ogni gioia distrusse! Innanzi tratto,

accusato d'orribile misfatto,

tal vi fia, che il vederlo, il sol vederlo

vi agghiaccerà le vene.

SENATORI

Chi?

GIUSTINIANO

Belisario.

SENATORI

Belisario!

GIUSTINIANO

Ei viene.

Scena undicesima

Belisario fra Guardie, Eutropio dal lato opposto, e detti.

(Belisario si avanza imperturbato)

GIUSTINIANO

S'apra il giudizio.

(un Senatore siede presso il tavolino, Eutropio va a collocarsi in piedi accanto ad esso)

EUTROPIO

Belisario accuso

di fellonia!

BELISARIO

Che intendo!

EUTROPIO

Al declinar di questo giorno istesso

del suo trionfo le ribelli squadre,

da lui compre e sedotte,

dovean, franta ogni legge, e spento il giusto,

(indicando Giustiniano con simulato raccapriccio)

coronare il suo crin del serto augusto.

BELISARIO

Calunnia infame!

EUTROPIO

A contestar l'accusa

queste produco sue medesme cifre.

(accennando i papiri sul tavolino)

BELISARIO

Ch'io vegga.

(lanciandovi uno sguardo)

È ver, son mie.

GIUSTINIANO

Leggile.

BELISARIO

(dopo aver letto)

Orrenda

inesplicabil trama!...

Son questi i fogli che inviai dal campo

alla consorte... ma d'averno forse

una furia maligna

alle amorose note altre ne aggiunse!

GIUSTINIANO

Dunque?

BELISARIO

Il vero chiarir potria la sposa,

ma che non libra Astrea sull'equa lance

l'odio e l'amor m'è noto.

GIUSTINIANO

Ella s'avanzi.

Scena dodicesima

I suddetti ed Antonina seguita da Irene ed Alamiro.

BELISARIO

Irene sposa... ah! voi no 'l crederete...

Mi trasse iniqua sorte

pe 'l cammin del trionfo incontro a morte.

ALAMIRO

A morte!

IRENE

Oh dio!

BELISARIO

Rimira.

Su questi fogli, che smarristi al certo,

nemica man fra le mie cifre intruse

sensi ribelli. Or leggi,

e di' se tu gli avesti

tali, o donna, da me.

(dà i fogli ad Antonina, che cerca di nascondere la sua orribile agitazione)

(rinfrancata da uno sguardo furtivo di Eutropio)

ANTONINA

Sì!

BELISARIO

Sì, dicesti?

(come colpito da un fulmine)

(Irene, Alamiro, Giustiniano e i senatori fanno un movimento di sorpresa ed orrore)

IRENE

Ah madre!...

GIUSTINIANO E SENATORI

È reo?...

ANTONINA

Sincero

fu il labbro mio.

ALAMIRO

Crudel!

BELISARIO

Sposa, ed attesti!...

ANTONINA

Il vero.

GIUSTINIANO E SENATORI

Reo Belisario!

TUTTI

(tranne Antonina ed Eutropio)

Oh ciel!

BELISARIO

Da chi son io tradito!...

Non reggo a tanto duol!...

E ancora inorridito

non si nasconde il sol!

ANTONINA

(Renda il mio core ardito

tutto il materno duol...

l'iniquo sia punito,

e poi m'inghiotta il suol).

IRENE

(Non regge il cor ferito

non regge a tanto duol!...

Ah! fugga inorridito,

a noi si asconda il sol!)

ALAMIRO

(Eccesso empio, inaudito!

Ira m'ingombra e duol...

non fugge inorridito...

non si nasconde il sol?)

EUTROPIO

(Renda quel core ardito

tutto il materno duol).

GIUSTINIANO E SENATORI

(Tramonterà vestito

per noi di lutto il sol!)

BELISARIO

Madre tu fosti, e moglie:

(conducendo la figlia ad Antonina)

l'infame accusa or toglie

la vita a me, l'onore:

ad essa il genitore!

Se tacque nel tuo petto

il maritale affetto,

dovea nell'alma impura

tacerti ancor natura?

ANTONINA

(volgendosi ai senatori)

Natura invoca, e scempio

egli ne fea... quest'empio!...

BELISARIO

Che!...

ANTONINA

Proclo...

BELISARIO

Ebben?...

ANTONINA

Morendo

svelò l'arcano orrendo.

BELISARIO

Dio!...

(retrocede vacillando, e coprendosi il volto con estremo terrore)

IRENE E ALAMIRO

Freme!...

GIUSTINIANO E SENATORI

Asconde il ciglio!...

ANTONINA

Quel mostro uccise il figlio!

IRENE E ALAMIRO

Ahi!

GIUSTINIANO E ANTONINA

Parricida ancor!

IRENE, ALAMIRO, GIUSTINIANO E SENATORI

Oh giorno di terror!

Giustiniano ed i Senatori si alzano e circondano Belisario rabbrividiti.

Belisario è convulso a segno di non poter parlare; egli accenna all'Imperatore ed al Senato di frenare il raccapriccio e d'ascoltarlo; e dopo si volge ad essi con voce interrotta.

BELISARIO

Sognai... fra genti... barbare...

terribile un guerriero...

che minacciava... i cardini

crollar... del greco impero.

Chiesi di lui... ripetere

del figlio intesi il nome...

nel sen mi corse un brivido!...

mi si drizzâr le chiome!

Interpretò lo spirito

del sogno un uom di dio,

ed all'oriente infausto

predisse il sangue mio.

Fremetti... della patria

crudo mi fe' il periglio...

mandò natura un gemito...

e cadde estinto il figlio.

Insieme

IRENE E ALAMIRO

Misero genitor!

ANTONINA E EUTROPIO

Barbaro genitor!

GIUSTINIANO E SENATORI

Oh giorno di terror!

ANTONINA

Pera l'empio che offese natura...

cielo e terra colpevole il grida...

non lo sposo, il crudel parricida

spento plachi il mio giusto furor.

Ah! dovunque mi volgo, m'aggiro

l'ombra inulta del figlio rimiro!

la sua voce, il suo gemito estremo

mi ricerca le fibre del cor.

BELISARIO

Per me suona già l'ora funesta...

empia sposa la scure mi appresta!

Ah tu almen sulla tomba paterna

spargi, o figlia, una lagrima, un fior.

(al Senato)

Se mi danna l'offesa natura,

se di morte colpevol mi grida,

Grecia taccia... mi fe' parricida

della patria il santissimo amor.

Insieme

IRENE

(Le sue leggi sconvolse natura!

Reo di morte una sposa lo appella!...

Ahi! del padre tramonta la stella!

Tutto è duolo, spavento ed orror!)

ALAMIRO

(Le sue leggi sconvolse natura!

Reo di morte una sposa lo appella!...

Ahi! del prode tramonta la stella!

Tutto è duolo, spavento ed orror!)

EUTROPIO

(Il rigor dell'estrema sciagura

su quel capo aborrito già piomba:

la sua colpa gli aperse la tomba,

ve lo spinge vendetta ed amor.)

GIUSTINIANO E SENATORI

(Freme il turbine, il cielo si oscura,

mugghia il tuono, ed in tanta procella

d'oriente sparisce la stella!

Tutto è duolo, spavento ed orror!)

Belisario è condotto altrove dalle Guardie. Irene ed Alamiro lo seguono desolati. Antonina ed Eutropio si allontanano per lato opposto.

Giustiniano ed i Senatori rimangono atteggiati di grave dolore.

L'esilio
Scena prima

Parte remota di Bisanzio, da un lato ingresso delle prigioni.
Molti Veterani ed alcuni del Popolo, sparsi per la scena in diversi gruppi.

TUTTI

Oh duce!...

VETERANI

Oh eccesso orribile!...

POPOLO

Oh dì funesto!

TUTTI

Questo dì tue vittorie,

il frutto è questo!

Scena seconda

Alamiro, Coro.

ALAMIRO

Voi piangete, amici!

Di Belisario voi piangete! Ah dunque

fama bugiarda a me suonò che avea

cesare in bando la mortal sentenza

di Belisario commutata? Iniqua

sentenza, che livor dettò per certo,

e non giustizia, al rio senato!

CORO

Il vero

udisti, sì; ma d'un misfatto estremo

non giunse il grido a te: lo ascolta.

ALAMIRO

Io tremo!

CORO

Comando fu di cesare,

che il volto suo giammai

veder più non dovessero

di Belisario i rai.

Eutropio scellerato,

da un demone ispirato,

con sanguinosa frode

il cenno pervertì.

ALAMIRO

(palpitante)

Che osò quel vil?

CORO

Del prode

sugli occhi estinse il dì.

(Alamiro inorridito, si copre il viso con ambe le mani; lungo silenzio)

ALAMIRO

A sì tremendo annunzio

gelar m'intesi il core!...

entro le vene un fremito

correr mi fe' l'orrore;

e le cadenti lagrime

sul ciglio m'impietrò!

Del dì la luce infausta

per sempre a me s'asconda,

copra me pur la squallida

notte che lui circonda...

almen l'orrendo strazio

del grande io non vedrò. ~

CORO

Vien la figlia!

ALAMIRO

In quale stato!

Scena terza

Irene, Eudora, Donzelle e detti.

ALAMIRO

Il tuo duolo, il tuo spavento

ben m'attestan che svelato

t'era già l'atroce evento.

IRENE

Ah pur troppo!

ALAMIRO

Chi fia guida

nell'esilio a quel tradito?

IRENE

Io.

ALAMIRO

Sta bene: a me s'affida

altro incarco, e fia compito...

(Non a caso questo brando

Belisario a me donò!

L'empia trama... il crudo bando

vendicar ben io saprò.)

Misera figlia... Irene addio.

Di me favella col genitor.

(Il suo tormento accresce il mio!...

quel pianto amaro mi scende al cor!

Trema Bisanzio! sterminatrice

su te la guerra discenderà;

ed ogni lagrima dell'infelice

un rio di sangue ti costerà!)

IRENE

Ah! la tua vita, padre infelice,

il cor nel petto mi squarcerà!

EUDORA, CORO

Chi non compiange quest'infelice

ha cor di tigre o cor non ha.

(Alamiro parte)

IRENE

Amici, è forza separarci... a voi

raccomando la madre...

deh! non piangete; or di costanza ho d'uopo.

Quando lungi sarò, de' casi miei

parlando nel pensier spargete allora

del sovvenir la lagrima pietosa.

(gli abbraccia)

Non più... Vi arrida il ciel.

(a tutti che si allontanano piangendo)

Ella rimane un momento in tetro silenzio, quindi è scossa dallo stridore della ferrea porta delle prigioni, che si dischiude.

S'apre la trista

soglia crudel!... Chi n'esce?... oh fera vista!

(retrocedendo inorridita)

Scena quarta

Belisario, Eusebio, Guardie e detti.
Belisario ha una benda oscura sugli occhi.

BELISARIO

Aura più lieve qui respiro! Ah dunque

fui dal mio carcer tratto!

IRENE

(Ahi! Non oso mirarlo!)

EUSEBIO

È qui dappresso

stuolo guerrier che deve

al boreal confine

tradurti.

(Irene porge ad Eusebio un papiro, ed egli lo legge con sorpresa)

Belisario un regal cenno

chi ti conduca nell'esilio invia.

(Ho di pietà compresa,

di duol, di meraviglia

l'anima tutta! O sovrumana figlia!)

(parte)

BELISARIO

O tu, che della eterna, orribil notte

che ricopre il mio ciglio

esser devi la stella, a me t'appressa.

IRENE

(Ciel!...)

BELISARIO

Dove sei?

(Irene gli porge la destra)

BELISARIO

Tu dunque

nell'aspro esilio vuoi seguirmi! Ah! certo

infelice esser dêi, che pietà senti

d'un infelice!

IRENE

(Il mal... frenato pianto...

niega al labbro gli accenti!...)

BELISARIO

Ai lari miei

vanne... vola... ritorna... io qui t'aspetto...

vo' per l'ultima volta

veder mia figlia... Oh dio! Vederla! ~ Il labbro,

fino il mio labbro istesso

prestar fede non puote all'empio eccesso!

Se vederla a me non lice,

bramo udirla... udirla almeno!

Qui l'adduci, ah! fa che al seno

la mia figlia io stringa ancor.

Benedir quell'infelice

non si vieti al genitor.

IRENE

(interpolatamente ai versi che precedono)

(Chi mi regge... chi m'aita

in sì barbaro momento?

L'alma, oh dio! mancar mi sento!...

sento, oh dio, spezzarsi il cor!

Ah! per me, per me la vita

sarà tutta di dolor!)

BELISARIO

Va', la guida a questa braccia.

(Irene gli bacia la mano bagnandola di lagrime)

Che! tu piangi!

IRENE

Padre!

(cadendo alle sue ginocchia)

BELISARIO

Oh dio...

la sua voce!...

IRENE

Ah! padre mio!

BELISARIO

Sei tu, figlia?...

IRENE

Ed al tuo piè.

BELISARIO

Sorgi Irene... il padre abbraccia...

e fia ver!...

IRENE

Son io!...

BELISARIO

Con me!...

Ah se potessi piangere,

di duol non piangerei...

di tenerezza lagrime

di gioia io spargerei...

non son, non son più misero,

figlia, vicino a te!

IRENE

Seguirti io vo', dividere

il tuo crudel destino,

le pene dell'esilio,

gli stenti del cammino...

e nella tomba scendere,

o padre mio, con te.

BELISARIO

Ma tu, seguendo un povero,

di cibo, e di ricetto

sovente avrai penuria.

IRENE

Un antro a me fia tetto,

e frutti avrò dagli alberi,

umor dal fonte avrò.

BELISARIO

Ma sola, per gl'inospiti

deserti!...

IRENE

E non son teco?

BELISARIO

E se d'affanni carico,

più che d'etade, il cieco

soccombe?

IRENE

Allor degli orfani

il padre invocherò.

BELISARIO

(vivamente commosso)

Dunque andiam: de' giorni miei

tu sei l'angelo, tu il duce:

tu fra l'ombre sei la luce

del tradito genitor,

e degli occhi che perdei

tu mi sei più cara ancor!

IRENE

(volgendo gli occhi al cielo)

O signor, tu sei ristoro

di chi soffre ingiusto oltraggio,

deh! su noi tu spandi un raggio

del celeste tuo favor.

Per mio padre io sol t'imploro,

dio di pace, dio d'amor.

(partono circondati dalle guardie)

La morte
Scena prima

In fondo i gioghi altissimi dell'Emo. Il davanti è ingombro di alberi e sassi muscosi.
Belisario senza benda ed Irene entrambi avanzandosi a stento, come persone travagliate da lungo viaggio.

IRENE

Qui siedi, o padre, e le tue stanche membra

abbian dopo il penoso

lunghissimo cammin breve riposo.

(facendolo sedere sopra di un sasso: ella si adagia a' suoi piedi, appoggiando il capo alle ginocchia di lui)

BELISARIO

(in tuono querulo)

(accarezzandole il capo)

Di te m'incresce... Ah! l'astro

che sì fulgente al nascer tuo splendea,

con gli occhi miei s'estinse...

(lontano squillar di trombe che vien ripetuto da tutti gli echi delle balze circostanti)

Al clangor di barbarici metalli

odo i monti muggir, muggir le valli.

(Irene ascende una roccia per osservare da lontano)

È dunque ver quanto narrare udimmo,

che un torrente di barbari dall'Emo

precipita, ed il corso ad arrestarne

muovon l'armi d'augusto!

IRENE

Oh ciel!

BELISARIO

Che vedi?

IRENE

Lunga tratta d'armati a questa volta

rapida muove...

(tornando a Belisario)

Ah! Padre

fuggiam...

BELISARIO

Non fugge Belisario.

IRENE

(conducendolo entro uno speco incavato a piè d'una rupe)

Almeno

meco ritratti di quest'antro in seno.

Scena seconda

Alani e Bulgari.

Dalle sommità dell'Emo discende un'orda di Alani e Bulgari. Alamiro ed Ottario sono fra i Duci.

Al suono di barbari strumenti si dice il seguente Coro, ripetuto sempre dall'eco.

Diffondasi terribile

grido di guerra:

tremi la terra,

rimbombi il ciel.

E all'urto irresistibile

di nostra possa

scorra per l'ossa

de' greci un gel.

Scena terza

Belisario ed Irene compariscono sul limitare dell'antro e detti.

ALAMIRO

Impavidi guerrieri,

quel che vedemmo veleggiar da lungi

nembo di polve, le coorti asconde

del greco imperator: l'ora s'appressa

delle pugne.

(sommessamente fra loro)

BELISARIO

Qual voce!

IRENE

È Alamiro.

OTTARIO

E tu credi

che all'opra ne fian ligi?...

ALAMIRO

Sì, risuonar di Belisario il nome

udrassi appena, e i prodi,

che sotto l'elmo incanutir seguendo

l'invitto duce, a vendicarne i torti

pugnando avrem consorti.

OTTARIO

Dunque s'incontri l'inimico.

ALAMIRO

All'aure

delle battaglie alzate

la voce.

OTTARIO

All'armi!

CORO

All'armi!

(avviandosi)

BELISARIO

Olà fermate.

(gettando il bastone ed atteggiandosi a maestoso contegno)

ALAMIRO

Belisario!

OTTARIO E CORO

Egli!...

(lo circondano compresi di meraviglia)

ALAMIRO

Ah! stringo

le tue ginocchia...

BELISARIO

Scostati...

degno non sei tu di baciar la polve

che calpesta il mio piè. ~ D'ingiusta guerra

far strumento il mio nome! E me chiamasti

padre! E greco sei tu? ~ Vil menzognero!

ALAMIRO

Quel detto al cor m'è fero

più di mortal saetta!

Non son uso a mentir... Su greco lido

da vandalo nocchier lattante ancora,

fui raccolto.

IRENE

Ah! che dici!...

BELISARIO

Qual grido!... E perché tremi?

(sempre appoggiato all'omero di Irene)

IRENE

O padre, il giorno

che dal fatal consesso uscia la madre,

a me svelò che il servo tuo non spense

il pargoletto Alessi, ma sul margo

lo abbandonò del mar...

BELISARIO

Che ascolto!...

ALAMIRO

Ah! forse!...

BELISARIO

Tu dunque?

ALAMIRO

Il vero io dissi.

(si trae dal seno una croce annodata ad una catena)

Su questo della fé simbolo augusto,

che sino dalle fasce

al collo mi pendea, lo giuro.

BELISARIO

Oh figlia,

deh! tu rimira.

IRENE

Avvi sull'orlo il motto:

«In questo segno vincerai».

BELISARIO

La madre

d'Alessi al collo il divin segno impose

nel dì che a lui diè vita,

ed egualmente... il pio...

motto sculto vi... stava...

IRENE E ALAMIRO

Eterno iddio!

Insieme

IRENE E BELISARIO

Ch'ei fosse!... Oh quai momenti!

ALAMIRO

Ch'io fossi!... Oh quai momenti!

BELISARIO, IRENE E ALAMIRO

(Irene e Belisario ad Alamiro, Alamiro a Belisario)

Parla... prosegui ancor...

BELISARIO E ALAMIRO

(Mi mancano gli accenti...

la gioia opprime il cor!)

IRENE

Di'!... su qual riva il barbaro

t'invenne?

ALAMIRO

Ove con l'onde

del maestoso Bosforo

il Ponto... si confonde.

IRENE

Fu quivi!...

BELISARIO

Ah! frena i palpiti,

cuor mio...

IRENE

Né dell'evento

un pegno... un qualche indizio...

avesti?

ALAMIRO

Or mi rammento!...

questo pugnale il vandalo

raccolse a me dappresso.

BELISARIO

Oh s'io vedessi!

IRENE

Ah! porgilo...

BELISARIO

È qui sull'elsa espresso...

forse un romano?...

ALAMIRO

È Giunio

che immola i figli...

BELISARIO

È il mio,

è... il mio pugnal!...

IRENE

Più dubbio

non resta... omai...

ALAMIRO

Son io

figlio di Belisario?

OTTARIO E CORO

Suo figlio!

BELISARIO

Alessi... qui...

(stendendogli le braccia)

ALAMIRO

Padre!...

IRENE

Fratello!...

BELISARIO

Abbracciami!...

TUTTI

Oh avventurato dì!

Alamiro, ora Alessi, si è precipitato fra le braccia del padre, che gli tiene la destra sul capo: Irene stringe teneramente il fratello al seno. Analogo movimento dei Barbari.

Insieme

BELISARIO

Se il figlio stringere

mi è dato al seno,

più non desidero,

son pago appieno.

Sfido i tuoi fulmini,

sorte crudel.

IRENE

Se il fratel stringere

mi è dato al seno,

più non desidero,

son paga appieno.

Sfido i tuoi fulmini,

sorte crudel.

ALAMIRO

Se il padre stringere

mi è dato al seno,

più non desidero,

son pago appieno.

Sfido i tuoi fulmini,

sorte crudel.

Insieme

BELISARIO

A questo tenero

soave amplesso

tanto del giubilo

è in me l'eccesso

che parmi d'essere

rapito in ciel!

IRENE

A questo tenero

soave amplesso

tanto del giublio

è in me l'eccesso

che parmi d'essere

rapita in ciel!

ALAMIRO

A questo tenero

soave amplesso

tanto del giublio

è in me l'eccesso

che parmi d'essere

rapito in ciel!

BELISARIO

Figli, partiam: qui l'aura

è d'atre nebbie infesta,

ma non fia tardo a sperderle

il vento.

OTTARIO E CORO

Olà, t'arresta.

Rendine il duce: mutuo

ne stringe un giuramento

fin che non sia Bisanzio

spianata al suol.

BELISARIO

Che sento!

OTTARIO E CORO

E il patto inviolabile

non scioglierem giammai.

BELISARIO

(ad Alamiro che gli sta d'accanto)

Giurasti?

ALAMIRO

(Alessi, interdetto)

Allor...

BELISARIO

(con forza)

Rispondimi,

giurasti?

ALAMIRO

(Alessi)

È ver, giurai.

Sol morte il voto infrangere

può che mi stringe seco...

Dunque si muoia...

(impugnando lo stile per trafiggersi)

IRENE E OTTARIO

(trattenendogli il braccio)

Arrestati...

OTTARIO

No 'l fermi tu?

(scuotendo Belisario)

BELISARIO

(con sublime intrepidezza)

Son cieco.

OTTARIO

Vivi: io sciolgo la sacra alleanza.

(Ottario disarma Alessi e lo spinge verso Belisario)

OTTARIO E CORO

Noi rechiamo a' nemici la morte.

È segnata de' greci la sorte...

Belisario fra lor non sarà!

IRENE, BELISARIO E ALAMIRO

(Alessi)

Fia delusa l'ardita speranza:

regge un nume dei greci la sorte:

per la patria pugnando da forte

Belisario ogni greco sarà.

Squillano le trombe dei Barbari, ed essi partono guidati da Ottario.

Belisario coi Figli entra dal lato medesimo, ma per altra via.

Scena quarta

Tenda di Giustiniano, che aprendosi nel mezzo, lascia scorgere nell'ultima distanza le sommità dell'Emo.
Giustiniano e Guardie.

(ad alcune guardie, che, ricevuto l'ordine, partono)

GIUSTINIANO

Itene al campo, e sia palese al duce

ch'io giunsi e che prefiggo

alla battaglia il nuovo dì.

Scena quinta

Antonina, e detto.

Ella è cinta di gramaglie, il suo volto è pallido e consunto, la sua chioma scarmigliata: giunta appena si arresta ansante sul limitare.

GIUSTINIANO

Chi veggio?

ANTONINA

Un'empia.

GIUSTINIANO

A che venisti?

ANTONINA

A far palese

delitto orrendo.

GIUSTINIANO

E scioglierai tu sempre

ad accusar le labbra?

ANTONINA

Oh! chiuse allora

morte le avesse, che menzogna infame

ad attestar si apriro!

(in tono solenne)

Inorridisci, o cesare: quel grande,

che mio consorte più nomar non oso,

è innocente.

GIUSTINIANO

(vivamente colpito)

Che dici!

ANTONINA

Le cifre accusatrici

man compra simulò: del tradimento

Eutropio ebbi ministro.

GIUSTINIANO

Ah! scellerati!...

Morte ad entrambi...

ANTONINA

Morte?...

È giusta... la desio... ~ Per queste balze

corro in traccia di lui... Morire io voglio,

ma pentita al suo piè... ma ch'io distolga

dal nefando mio capo

l'alta minaccia del flagello eterno,

s'apra per me la tomba e non l'averno.

Da quel dì, che l'innocente

spinsi in preda a tanti affanni,

da quel dì che il ciel clemente

cancellar dovea dagli anni,

de' viventi l'odio io sono...

di me stessa io son l'orror...

la speranza del perdono

sol mi regge in vita ancor.

(odesi fuor della tenda un rumore che si avvicina, e voci che gridano)

VOCI

(di dentro)

Vittoria!

GIUSTINIANO

Intorno echeggia

di liete grida il ciel!... Che fia?... Si veggia...

Scena sesta

Irene circondata dai Pastori dell'Emo e dalle Guardie imperiali, e detti.

GIUSTINIANO

Irene!...

ANTONINA

Figlia!...

IRENE

Oh madre!...

Fauste nuove ad entrambi... Il figlio tuo

spento non è.

ANTONINA

Che parli!...

IRENE

In Alamiro

abbracciarlo potrai.

ANTONINA

Ciel!... non deliro?...

Tu non m'inganni?...

IRENE

(a Giustiniano)

Fugge

l'oste nemica.

GIUSTINIANO

Fugge!

IRENE

Inarcherai

per la sorpresa il ciglio, allor che noto

il vincitor de' barbari ti fia.

GIUSTINIANO

Chi?... parla.

IRENE

Belisario.

ANTONINA

Ei!...

GIUSTINIANO

Come, narra,

come potea?...

IRENE

La china

d'un erto colle che sovrasta al campo

de' greci scendevam, quando le trombe

squillare udimmo... impetuoso turbine

su' tuoi piombò l'alano, e i tuoi fuggiro.

Ciò dissi al padre che avvampò di sdegno,

e dal figluol scortato

discese al pian, «Fermatevi», esclamando:

Belisario è con voi. La nota voce

i fuggitivi arresta;

torna la speme in ogni cor... sul carro

del sommo duce alzan l'eroe repente;

e quei l'occhio è del campo, egli la mente.

Tutto cangiasi allor... quanto l'aspetto

di Belisario ardir nei greci infonde,

tanto ne scema ai barbari! Tremenda

arde, ma breve la tenzon... scomposte

son già le file del nemico, infrante

già le temute insegne...

chi pria fugava, or fugge, o cade estinto,

trionfa il greco, il vincitore è vinto.

GIUSTINIANO

Oh giorno!... oh Belisario!...

ANTONINA

Ah! pria ch'io muoia

una lagrima ancor spargo di gioia!...

Si sente di lontano un funebre suono di trombe misto di grida dolorose.

Tutti sono colpiti dal presentimento di somma sciagura.

TUTTI

Di pianto, di gemiti

il cielo rimbomba!

In suono funereo

echeggia la tromba!

Ignoto terror

mi scende nel cor!

Scena settima

Alessi e detti.

ALAMIRO

(Alessi)

Piangete: son nunzio

di nuova dolente.

IRENE

Il padre?...

ANTONINA

Quai palpiti!...

ALAMIRO

(Alessi)

Dall'orda fuggente

un dardo partì,

e a morte il ferì.

IRENE

Ahi padre!

ANTONINA E GIUSTINIANO

Qual fulmine!

ALAMIRO

(Alessi)

Ei tratto qui viene...

Scena ultima

Accompagnato da lugubre musica vien condotto Belisario sugli scudi dei Veterani, Guardie e detti.

TUTTI

(tranne Belisario)

Funesto spettacolo!

IRENE

(correndo al padre)

Me misera!...

BELISARIO

Irene!

TUTTI

(tranne Belisario)

Ricopriti, o ciel,

d'un lugubre vel.

GIUSTINIANO

(con voce soffocata dal pianto e stringendo la destra di Belisario)

Amico...

BELISARIO

A te, cesare,

dei figli la sorte

affido... rammentalo...

nell'ora... di... morte...

GIUSTINIANO

Lor padre sarò.

ANTONINA

(cadendo a piè di Belisario nell'estrema desolazione)

Perdono...

(Belisario tocco dalla di lei voce, schiude la bocca, e fa un movimento come per alzarsi, ma la parola vien meno sulle convulse sue labbra, un tremore lo investe in tutta la sua persona, e ricade estinto)

TUTTI

Spirò.

Lungo ed angoscioso silenzio.

(Antonina resta immobile nel suo terrore, con gli occhi spaventevolmente fitti sul corpo di Belisario)

ANTONINA

(prorompendo in tutto l'impeto della disperazione)

Egli è spento, e del perdono

la parola a me non disse.

Di mia voce udendo il suono

forse in cor me maledisse...

Forse in ciel del fallo mio...

or m'accusa innanzi a dio... ~

in eterno è a me rapita

ogni speme di mercé.

GIUSTINIANO E CORO

Aborrita dai mortali,

condannata dall'eterno,

vivi, iniqua, e tutti i mali

prova in terra dell'averno...

Frema il cielo a te d'intorno...

nieghi a te la luce il giorno...

ogni istante di tua vita

cruda morte sia per te.

ANTONINA

Cielo irato hai sciolto il corso

al tremendo tuo furore!...

non ha speme il mio rimorso...

non ha pianto il mio dolore...

Calpestata, oppressa, abbietta,

sin dai figli maledetta,

ogni istante di mia vita

un supplizio fia per me.

(fugge dissennata, ma giunta innanzi al cadavere di Belisario, si arresta ad un tratto, e cacciandosi le mani fra' capelli, ed alzando uno strido, precipita al suolo)

IRENE E ALAMIRO

(Alessi)

La sciagura è omai compita!

Tutto il ciel rapisce a me!

Movimento universale di orrore.

Fine del libretto.

Generazione pagina: 25/09/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40 (W)

Locandina Il trionfo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima L'esilio Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta La morte Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ultima