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Simon Boccanegra

SIMON BOCCANEGRA

Melodramma in un prologo e tre atti.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Francesco Maria PIAVE, Arrigo BOITO.
Musica di Giuseppe VERDI.

Prima esecuzione: 24 marzo 1881, Milano.


Personaggi:

SIMONE Boccanegra, corsaro al servizio della repubblica genovese, poi primo doge di Genova

baritono

Maria Boccanegra, sua figlia, sotto il nome di AMELIA

soprano

Jacopo FIESCO nobile genovese, poi sotto il nome di Andrea

basso

GABRIELE Adorno, gentiluomo genovese

tenore

PAOLO Albiani, filatore d'oro genovese, poi cortigiano favorito del Doge

baritono

PIETRO popolano di Genova, poi altro cortigiano

baritono

Un CAPITANO dei balestrieri

tenore

Un' ANCELLA di Amelia

mezzosoprano


Prologo:
Marinai, Popolo, Domestici di Fiesco, ecc.

Dramma:
Soldati, Marinai, Popolo, Senatori, Corte del doge, ecc.

L'azione è in Genova e sue vicinanze, nella prima metà del secolo XIV.

N. B. Tra il prologo e il dramma passano 25 anni.


Prologo
Scena prima

Una piazza di Genova.
Nel fondo la chiesa di San Lorenzo. A destra il palazzo dei Fieschi con gran balcone: nel muro di fianco al balcone è un'immagine, davanti a cui arde un lanternino: a sinistra altre case.
Varie strade conducono alla piazza. È notte.
Paolo e Pietro in scena, continuando un discorso.

[N. 1 - Introduzione, scena e coro]

PAOLO

Che dicesti?... all'onor di primo abate

Lorenzin, l'usuriere?...

PIETRO

Altro proponi

di lui più degno!

PAOLO

Il prode che da' nostri

mari cacciava l'african pirata,

e al ligure vessillo

rese l'antica nominanza altera.

PIETRO

Intesi... e il premio?...

PAOLO

Oro, possanza, onore.

PIETRO

Vendo a tal prezzo il popolar favore.

(si dan la mano; Pietro parte)

Scena seconda

Paolo solo.

Aborriti patrizi,

alle cime ove alberga il vostro orgoglio,

disprezzato plebeo, salire io voglio.

Scena terza

Detto e Simone che entra frettoloso.

SIMONE

Un amplesso... Che avvenne? ~ Da Savona

perché qui m'appellasti?

PAOLO

All'alba eletto

esser vuoi nuovo abate?

SIMONE

Io?... no.

PAOLO

Ti tenta

ducal corona?

SIMONE

Vaneggi?

PAOLO

(con intenzione)

E Maria?

SIMONE

O vittima innocente

del funesto amor mio!... Dimmi, di lei

che sai? Le favellasti?...

PAOLO

(additando il palazzo Fieschi)

Prigioniera

geme in quella magion...

SIMONE

Maria!

PAOLO

Negarla

al doge chi potria?

SIMONE

Misera!

PAOLO

Assenti?

SIMONE

Paolo...

PAOLO

Tutto disposi... e sol ti chiedo

parte ai perigli e alla possanza...

SIMONE

Sia...

PAOLO

In vita e in morte?...

SIMONE

Sia.

PAOLO

S'appressa alcun... T'ascondi...

Per poco ancor, mistero ti circondi.

(Simone s'allontana, Paolo si trae in disparte presso il palazzo dei Fieschi)

Scena quarta

Paolo, Pietro, Marinai, Artigiani.

PIETRO

All'alba tutti qui verrete?

CORO

Tutti.

PIETRO

Niun pei patrizi?...

CORO

Niuno. ~ A Lorenzino

tutti il voto darem.

PIETRO

Venduto è a' Fieschi.

CORO

Dunque chi fia l'eletto?

PIETRO

Un prode.

CORO

Sì.

PIETRO

Un popolan...

CORO

Ben dici... ma fra i nostri

sai l'uom?

PIETRO

Sì.

CORO

E chi?... Risuoni il nome suo.

PAOLO

(avanzandosi)

Simone Boccanegra.

CORO

Il corsar?

PAOLO

Sì... il corsaro all'alto scranno...

CORO

È qui?

PAOLO

Verrà.

CORO

E i Fieschi?

PAOLO

Taceranno.

(chiama tutti intorno a sé; quindi, indicando il palazzo de' Fieschi, dice loro con mistero)

PAOLO

L'atra magion vedete?... de' Fieschi è l'empio ostello,

una beltà infelice geme sepolta in quello;

sono i lamenti suoi la sola voce umana

che risuonar s'ascolta nell'ampia tomba arcana.

CORO

Già volgono più lune, che la gentil sembianza

non allegrò i veroni della romita stanza;

passando ogni pietoso invan mirar desia

la bella prigioniera, la misera Maria.

PAOLO

Si schiudon quelle porte solo al patrizio altero,

che ad arte si ravvolge nell'ombre del mistero...

Ma vedi in notte cupa per le deserte sale

errar sinistra vampa, qual d'anima infernale.

CORO

Par l'antro de' fantasmi!... O qual terror!...

(si vede il riverbero d'un lume)

PAOLO

Guardate,

la fatal vampa appare...

CORO

Oh ciel!...

PAOLO

V'allontanate.

Si caccino i demoni col segno della croce...

All'alba.

CORO

Qui.

PIETRO

Simon.

CORO

Simone ad una voce.

(partono)

Scena quinta

Fiesco esce dal palazzo.

[N. 2 - Aria Fiesco]

FIESCO

A te l'estremo addio, palagio altero,

freddo sepolcro dell'angiolo mio!...

Né a proteggerti io valsi!... Oh maledetto!...

E tu, vergin, soffristi

(volgendosi all'immagine)

rapita a lei la verginal corona?...

Ma che dissi!... deliro!... ah mi perdona!

Il lacerato spirito

del mesto genitore

di più crudele spasimo

era segnato al dardo. ~

Il serto a lei de' martiri

pietoso il cielo diè...

Resa al fulgor degli angeli,

prega, Maria, per me.

(s'odono lamenti dall'interno del palazzo)

DONNE

È morta!... È morta!... a lei s'apron le sfere!...

Mai più!... mai più non la vedremo in terra!...

UOMINI

Miserere!... miserere!...

Varie persone escono dal palazzo, e traversando mestamente la piazza, s'allontanano.

Scena sesta

Detto e Simone che ritorna in scena esultante.

[N. 3 - Duetto Simone - Fiesco]

SIMONE

Suona ogni labbro il mio nome. ~ O Maria,

forse in breve potrai

dirmi tuo sposo!... alcun veggo!... chi fia?

FIESCO

Simon?...

SIMONE

Tu!

FIESCO

Qual cieco fato

a oltraggiarmi ti traea?...

Sul tuo capo io qui chiedea

l'ira vindice del ciel.

SIMONE

Padre mio, pietade imploro

supplichevole a' tuoi piedi,

il perdono a me concedi...

FIESCO

Tardi è omai. ~

SIMONE

Non sii crudel.

Sublimarmi a lei sperai

sopra l'ali della gloria,

strappai serti alla vittoria

per l'altare dell'amor!

FIESCO

Io fea plauso al tuo valore,

ma le offese non perdono...

te vedessi asceso in trono...

SIMONE

Taci...

FIESCO

Segno all'odio mio

e all'anatema di dio

è di Fiesco l'offensor.

SIMONE

Pace...

FIESCO

No ~ pace non fora

se pria l'un di noi non mora.

SIMONE

Vuoi col sangue mio placarti?

(gli presenta il petto)

Qui ferisci...

FIESCO

(ritraendosi con orgoglio)

Assassinarti?...

SIMONE

Sì, m'uccidi, e almen sepolta

fia con me tant'ira...

FIESCO

Ascolta:

se concedermi vorrai

l'innocente sventurata

che nascea d'impuro amor,

io, che ancor non la mirai,

giuro renderla beata,

e tu avrai perdono allor.

SIMONE

No 'l poss'io!

FIESCO

Perché?

SIMONE

Rubella

sorte lei rapì...

FIESCO

Favella.

SIMONE

Del mar sul lido tra gente ostile

crescea nell'ombra quella gentile;

crescea lontana dagli occhi miei,

vegliava annosa donna su lei.

Di là una notte varcando, solo

dalla mia nave scesi a quel suolo.

Corsi alla casa... n'era la porta

serrata, muta!

FIESCO

La donna?

SIMONE

Morta.

FIESCO

E la tua figlia?...

SIMONE

Misera, trista,

tre giorni pianse, tre giorni errò;

scomparve poscia, né fu più vista,

d'allora indarno cercata io l'ho.

FIESCO

Se il mio desire compir non puoi,

pace non puote esser tra noi!

Addio, Simone...

(gli volge le spalle)

SIMONE

Coll'amor mio

saprò placarti.

FIESCO

(freddo senza guardarlo)

No.

SIMONE

M'odi.

FIESCO

Addio.

(s'allontana, poi si arresta in disparte ad osservare)

[N. 4 - Scena e coro finale]

SIMONE

Oh de' Fieschi implacata, orrida razza!...

E tra cotesti rettili nascea

quella pura beltà?... Vederla io voglio...

coraggio!

(va alla porta del palazzo e batte tre colpi)

Muta è la magion de' Fieschi?

Dischiuse son le porte!...

Quale mistero!... entriam.

(entra nel palazzo)

FIESCO

T'inoltra e stringi

gelida salma.

SIMONE

(comparisce sul balcone)

Nessuno!... qui sempre

silenzio e tenebra!...

(stacca il lanternino dalla immagine, ed entra; s'ode un grido poco dopo)

Maria!... Maria!

FIESCO

L'ora suonò del tuo castigo...

SIMONE

(esce dal palazzo atterrito)

È sogno!...

Sì, spaventoso, atroce sogno il mio!...

VOCI

(lontane)

Boccanegra!...

SIMONE

Quai voci!

VOCI

(più vicine)

Boccanegra!

SIMONE

Eco d'inferno è questo!...

Scena settima

Detti, Paolo, Pietro, Marinai, Popolo d'ambo i sessi, con fiaccole accese.

CORO

Doge il popol t'acclama!

SIMONE

Via fantasmi!

PAOLO

Che di' tu?...

SIMONE

Paolo!... Ah... una tomba...

PAOLO

Un trono!...

FIESCO

(Doge Simon?... m'arde l'inferno in petto!...)

CORO

Viva Simon, del popolo l'eletto!

S'alzano le fiaccole, le campane suonano a stormo... tamburi ecc., ed alle grida di «viva Simone» cala il sipario.

Atto primo
Scena prima

Giardino de' Grimaldi fuori di Genova. Alla sinistra il palazzo; di fronte il mare. Spunta l'aurora.
Amelia (osservando l'orizzonte).

[N. 5 - Introduzione e aria Amelia]

Come in quest'ora bruna

sorridon gli astri e il mare!

Come s'unisce, o luna,

all'onda il tuo chiaror!...

Amante amplesso pare

di due verginei cor!

Ma gli astri e la marina

che pingono alla mente

dell'orfana meschina?...

La notte atra, crudel,

quando la pia morente

sclamò: ~ «ti guardi il ciel».

O altero ostel, soggiorno

di stirpe ancor più altera,

il tetto disadorno

non obliai per te!...

Solo in tua pompa austera

amor sorride a me...

(è giorno)

S' inalba il ciel, ma l'amoroso canto

non s'ode ancora!...

Ei mi terge ogni dì, come l'aurora

la rugiada dei fior, del ciglio il pianto.

GABRIELE

(una voce lontana)

Cielo di stelle orbato,

di fior vedovo prato,

è l'alma senza amor.

AMELIA

Ciel!... la sua voce!... È desso!...

Ei s'avvicina!... oh gioia!...

Tutto m'arride l'universo adesso!...

GABRIELE

(una voce più vicina)

Se manca il cor che t'ama,

non empiono tua brama

gemme, possanza, onor.

AMELIA

Ei vien!... l'amor

m'avvampa in seno

e spezza il freno

l'ansante cor!

Scena seconda

Detta e Gabriele dalla destra.

[N. 6 - Duetto Amelia - Gabriele]

GABRIELE

Anima mia!

AMELIA

Perché si tardi giungi?

GABRIELE

Perdona, o cara... I lunghi indugi miei

t'apprestano grandezza...

AMELIA

Pavento...

GABRIELE

Che?

AMELIA

L'arcano tuo conobbi...

a me il sepolcro appresti,

il patibolo a te!...

GABRIELE

Che pensi?

AMELIA

Io amo

Andrea qual padre, il sai;

pur m'atterrisce... In cupa

notte non vi mirai

sotte le tetre volte errar sovente

pensosi, irrequieti?

GABRIELE

Chi?

AMELIA

Tu, e Andrea,

e Lorenzino e gli altri...

GABRIELE

Ah taci... il vento

ai tiranni potria recar tai voci!

Parlan le mura... un delator s'asconde

ad ogni passo...

AMELIA

Tu tremi?...

GABRIELE

I funesti

fantasmi scaccia!

AMELIA

Fantasmi dicesti?

Vieni a mirar la cerula

marina tremolante;

là Genova torreggia

sul talamo spumante;

là i tuoi nemici imperano,

vincerli indarno speri...

ripara i tuoi pensieri

al porto dell'amor.

GABRIELE

Angiol che dall'empireo

piegasti a terra l'ale,

e come faro sfolgori

sul tramite mortale,

non ricercar dell'odio

i funebri misteri;

ripara i tuoi pensieri

al porto dell'amor.

AMELIA

(fissando a destra)

Ah!

GABRIELE

Che mai fia?

AMELIA

Vedi quel'uom?... qual ombra

ogni dì appar.

GABRIELE

Forse un rival?...

Scena terza

Detti, un'Ancella, quindi Pietro.

ANCELLA

Del Doge

un messaggier di te chiede.

AMELIA

S' appressi.

(l'Ancella esce)

GABRIELE

Chi sia veder vogl'io...

(va per uscire)

AMELIA

(fermandolo)

T'arresta.

PIETRO

(inchinandosi ad Amelia)

Il Doge

dalle cacce tornando di Savona

questa magion visitar brama.

AMELIA

Il puote.

(Pietro parte)

Scena quarta

Gabriele ed Amelia.

GABRIELE

Il Doge qui?

AMELIA

Mia destra a chieder viene.

GABRIELE

Per chi?

AMELIA

Pe 'l favorito suo. ~ D'Andrea

vola in cerca... T'affretta... va'... prepara

il rito nuzïal… mi guida all'ara

AMELIA E GABRIELE

Sì, sì dell'ara il giubilo

contrasti il fato avverso,

e tutto l'universo

io sfiderò con te.

Di casto amore il palpito

è del destin più forte;

amanti oltre la morte

sempre vivrai con me.

(Amelia entra nel palazzo)

Scena quinta

Gabriele va per uscire dalla destra e incontra Andrea.

[N. 7 - Scena e duetto Gabriele - Amelia]

GABRIELE

(Propizio giunge Andrea!)

FIESCO

(come Andrea)

Sì mattutino

qui?

GABRIELE

A dirti...

FIESCO

Che ami Amelia.

GABRIELE

Tu che lei vegli con paterna cura

a nostre nozze assenti?

FIESCO

Alto mistero

sulla vergine incombe.

GABRIELE

E qual?

FIESCO

Se parlo

forse tu più non l'amerai.

GABRIELE

Non teme

ombra d'arcani l'amor mio! T'ascolto.

FIESCO

Amelia tua d'umile stirpe nacque.

GABRIELE

La figlia dei Grimaldi!

FIESCO

No ~ la figlia

del Grimaldi morì tra consacrate

vergini in Pisa. Un'orfana raccolta

nel chiostro il dì che fu d'Amelia estremo

ereditò sua cella...

GABRIELE

Ma come de' Grimaldi

anco il nome prendea?...

FIESCO

De' fuorusciti

perseguia le ricchezze il nuovo Doge;

e la mentita Amelia alla rapace

man sottrarle potea. ~

GABRIELE

L'orfana adoro!

FIESCO

Di lei se' degno.

GABRIELE

A me fia dunque unita?

FIESCO

In terra e in ciel!

GABRIELE

Ah! tu mi dai la vita.

FIESCO

Vieni a me, ti benedico

nella pace di quest'ora,

lieto vivi e fido adora

l'angiol tuo, la patria, il ciel!

GABRIELE

Eco pio del tempo antico,

la tua voce è un casto incanto;

serberà ricordo santo

de' tuoi detti il cor fedel.

(squilli di trombe)

GABRIELE

Ecco il Doge. Partiam. Ch' ei non ti scorga.

FIESCO

Ah! presto il dì della vendetta sorga!

(partono)

Scena sesta

Doge, Paolo e Séguito, poi Amelia dal palazzo.

[N. 8 - Scena e duetto Simone - Amelia]

SIMONE

(come Doge)

Paolo.

PAOLO

Signor.

SIMONE

Ci spronano gli eventi,

di qua partir convien.

PAOLO

Quando?

SIMONE

Allo squillo

dell'ora.

(ad un cenno del Doge il corteggio s'avvia dalla destra)

PAOLO

(nell'atto di partire scorge Amelia)

(Oh qual beltà!)

Scena settima

Amelia e il Doge.

SIMONE

(come Doge)

Favella il Doge

ad Amelia Grimaldi?

AMELIA

Così nomata sono.

SIMONE

E gli esuli fratelli tuoi non punge

desio di patria?

AMELIA

Possente... ma...

SIMONE

Intendo...

A me inchinarsi sdegnano i Grimaldi...

Così risponde a tanto orgoglio il Doge...

(le porge un foglio)

AMELIA

(leggendo)

Che veggo!... il lor perdono?

SIMONE

E denno a te della clemenza il dono.

SIMONE

Dinne, perché in quest'eremo

tanta beltà chiudesti?

Del mondo mai le fulgide

lusinghe non piangesti?

Il tuo rossor me 'l dice...

AMELIA

T'inganni, io son felice...

SIMONE

Agli anni tuoi l'amore...

AMELIA

Ah mi leggesti in core!

Amo uno spirto angelico

che ardente mi riama...

Ma di me acceso, un perfido,

l'or dei Grimaldi brama...

SIMONE

Paolo!

AMELIA

Quel vil nomasti!... E poiché tanta

pietà ti muove dei destini miei,

vo' svelarti il segreto che mi ammanta...

non sono una Grimaldi!...

SIMONE

Oh! ciel... chi sei?...

AMELIA

Orfanella il tetto umile

m'accogliea d'una meschina,

dove presso alla marina

sorge Pisa...

SIMONE

In Pisa tu?

AMELIA

Grave d'anni quella pia

era solo a me sostegno;

io provai del ciel lo sdegno,

involata ella mi fu.

Colla tremola sua mano

pinta effigie mi porgea,

le sembianze esser dicea

della madre ignota a me.

Mi baciò, mi benedisse,

levò al ciel, pregando, i rai...

Quante volte la chiamai

l'eco sol risposta diè.

SIMONE

(Se la speme, o ciel clemente,

ch'or sorride all'alma mia,

fosse sogno!... estinto io sia

della larva al disparir!)

AMELIA

Come tetro a me dolente

s'appressava l'avvenir!

SIMONE

Dinne... alcun là non vedesti?...

AMELIA

Uom di mar noi visitava...

SIMONE

E Giovanna si nomava

lei che i fati a te rapir?...

AMELIA

Sì.

SIMONE

(trae dal seno un ritratto, lo porge ad Amelia, che fa altrettanto)

E l'effigie non somiglia

questa?

AMELIA

Uguali son!...

SIMONE

Maria!...

AMELIA

Il mio nome!...

SIMONE

Sei mia figlia.

AMELIA

Io!...

SIMONE

M'abbraccia, o figlia mia.

AMELIA

Padre, padre il cor ti chiama!

Stringi al sen Maria che t'ama.

SIMONE

Figlia!... a tal nome palpito

qual se m'aprisse i cieli...

Un mondo d'ineffabili

letizie a me riveli;

qui un paradiso il tenero

padre ti schiuderà...

Di mia corona il raggio

aureola tua sarà.

AMELIA

Padre, vedrai la vigile

figlia a te sempre accanto;

nell'ora malinconica

asciugherò il tuo pianto...

Avrem gioie romite

note soltanto al ciel,

io la colomba mite

sarò del regio ostel.

(Amelia, accompagnata dal padre fino alla soglia, entra nel palazzo; il Doge la contempla estatico mentre ella si allontana)

Scena ottava

Doge e Paolo dalla destra.

[N. 9 - Scena e dialogo]

PAOLO

Che rispose?

SIMONE

(come Doge)

Rinunzia ogni speranza.

PAOLO

Doge, no 'l posso!...

SIMONE

Il voglio.

(parte)

PAOLO

Il vuoi!... scordasti che mi devi il soglio?

Scena nona

Paolo e Pietro dalla destra

PIETRO

Che disse?

PAOLO

A me negolla.

PIETRO

Che pensi tu?

PAOLO

Rapirla.

PIETRO

Come?

PAOLO

Sul lido a sera

la troverai solinga.

Si tragga al mio naviglio;

di Lorenzin si rechi

alla magion.

PIETRO

S'ei nega?

PAOLO

Digli che so sue trame,

e presterammi aita...

Tu gran mercede avrai...

PIETRO

Ella sarà rapita.

(escono)

Scena decima

Sala del Consiglio nel Palazzo degli Abati.
Il Doge seduto sul seggio ducale; da un lato, dodici Consiglieri nobili; dall'altro lato, dodici Consiglieri popolani. Seduti a parte, quattro Consoli del mare e i Connestabili. Paolo e Pietro stanno sugli ultimi seggi dei popolani. Un Araldo.

[N. 10 - Finale I, scena del consiglio]

SIMONE

(come Doge)

Messeri, il re di Tartaria vi porge

pegni di pace e ricchi doni e annunzia

schiuso l'Eusin alle liguri prore.

Acconsentite?

TUTTI

Sì.

SIMONE

Ma d' altro voto

più generoso io vi richiedo.

ALCUNI

Parla.

SIMONE

La stessa voce che tuonò su Rienzi,

vaticinio di gloria e poi di morte,

or su Genova tuona. ~ Ecco un messaggio

(mostrando uno scritto)

del romito di Sorga, ei per Venezia

supplica pace...

PAOLO

(interrompendolo)

Attenda alle sue rime

il cantor della bionda avignonese.

TUTTI

(ferocemente)

Guerra a Venezia!

SIMONE

E con quest'urlo atroce

fra due liti d'Italia erge Caino

la sua clava cruenta! ~ Adria e Liguria

hanno patria comune.

TUTTI

È nostra patria

Genova.

(tumulto lontano)

PIETRO

Qual clamor!

ALCUNI

D'onde tai grida?

PAOLO

(balzando e dopo essere accorso al verone)

Dalla piazza de' Fieschi.

TUTTI

(alzandosi)

Una sommossa!

PAOLO

(sempre alla finestra, lo ha raggiunto Pietro)

Ecco una turba di fuggenti.

SIMONE

Ascolta.

(il tumulto si fa più forte)

PAOLO

(origliando)

Si sperdon le parole...

VOCI INTERNE

Morte!

TUTTI

Morte!

PAOLO E PIETRO

È lui?

SIMONE

(che ha udito presso al verone)

Chi?

PIETRO

Guarda.

SIMONE

(guardando)

Ciel! Gabriele Adorno

dalla plebe assalito... accanto ad esso

combatte un guelfo. A me un araldo.

PIETRO

(sommesso)

Paolo,

fuggi, o sei colto.

SIMONE

(guardando Paolo che s'avvia)

Consoli del mare,

custodite la soglie! Olà, chi fugge

è un traditor.

(Paolo confuso s'arresta)

VOCI

(in piazza)

Viva il popolo!

CONSIGLIERI POPOLANI

(sguainando le spade)

Evviva!

SIMONE

E che? voi pure?

voi; qui! voi provocate?

VOCI

(in piazza)

Morte al Doge.

(ergendosi con possente alterezza; sarà giunto l'Araldo)

SIMONE

Morte al Doge? sta ben. ~ Tu, araldo, schiudi

le porte del palagio e annuncia al volgo

gentilesco e plebeo ch'io non lo temo,

che le minacce udii, che qui li attendo...

(ai consiglieri che ubbidiscono)

Nelle guaine i brandi.

VOCI

(in piazza)

Armi! saccheggio!

fuoco alle case!

ALTRE VOCI

Ai trabocchi!

ALTRE

Alla gogna!

SIMONE

Squilla la tromba dell'araldo... ei parla...

(una tromba lontana. Tutti stanno attenti origliando. Silenzio)

SIMONE

Tutto è silenzio...

UNO SCOPPIO DI GRIDA

Evviva!

VOCI

(più vicine)

Evviva il Doge!

SIMONE

Ecco le plebi!

Scena undicesima

Irrompe la folla dei Popolani, i Consiglieri, ecc., ecc., molte Donne, alcuni Fanciulli, il Doge, Paolo, Pietro. I Consiglieri nobili sempre divisi dai Popolani. Adorno e Fiesco afferrati dal Popolo.

N. 10a – Sommossa

POPOLO

Vendetta! vendetta!

Spargasi il sangue dell'uccisor!

SIMONE

(come Doge)

(ironicamente)

Quest'è dunque del popolo la voce?

Da lungi tuono d'uragan, da presso

gridio di donne e di fanciulli. ~ Adorno,

perché impugni l'acciar?

GABRIELE

Ho trucidato

Lorenzino.

POPOLO

Assassin!

GABRIELE

Ei la Grimaldi

avea rapita.

SIMONE

(Orror!)

POPOLO

Menti!

GABRIELE

Quel vile

pria di morir disse che un uom possente

al crimine l'ha spinto.

PIETRO

(a Paolo)

(Ah! sei scoperto!)

SIMONE

(con agitazione)

E il nome suo?

GABRIELE

(fissando il Doge con tremenda ironia)

T'acqueta! il reo si spense

pria di svelarlo.

SIMONE

Che vuoi dir?

GABRIELE

(terribilmente)

Pe 'l cielo!

Uom possente tu se'!

SIMONE

(a Gabriele)

Ribaldo!

GABRIELE

(al Doge slanciandosi)

Audace

rapitor di fanciulle!

ALCUNI

Si disarmi!

GABRIELE

(disvincolandosi e correndo per ferire il Doge)

Empio corsaro incoronato! muori!

Scena dodicesima

Amelia e detti.

AMELIA

(entrando ed interponendosi fra i due assalitori e il Doge)

Ferisci!

SIMONE, FIESCO E GABRIELE

Amelia!

TUTTI

Amelia!

AMELIA

O Doge... ah salva...

salva l'Adorno tu.

SIMONE

(alle guardie che si sono impossessate di Gabriele per disarmarlo)

Nessun l'offenda.

Cade l'orgoglio e al suon del suo dolore

tutta l'anima mia parla d'amore...

Amelia, di' come tu fosti rapita

e come al periglio potesti campar.

N. 10b - Racconto di Amelia

AMELIA

Nell'ora soave che all'estasi invita

soletta men givo sul lido del mar.

Mi cingon tre sgherri, m'accoglie un naviglio.

POPOLO

Orror!

AMELIA

Soffocati non valsero i gridi...

Io svenni e al novello dischiuder del ciglio

Lorenzo in sue stanze presente mi vidi...

TUTTI

Lorenzo!

AMELIA

Mi vidi prigion dell'infame!

Io ben di quell'alma sapea la viltà.

Al doge, gli dissi, fìen note tue trame,

se a me sull' istante non dai libertà.

Confuso di tema, mi schiuse le porte...

Salvarmi l'audace minaccia poteo...

TUTTI

Ei ben meritava, quell'empio, la morte.

AMELIA

V'è un più nefando che illeso qui sta.

TUTTI

Chi dunque?

AMELIA

(fissando Paolo che sta dietro un gruppo di persone)

Ei m'ascolta e discerno le smorte

sue labbra.

SIMONE E GABRIELE

Chi è dunque?

POPOLANI

(minacciosi)

Un patrizio.

NOBILI

(come sopra)

Un plebeo.

POPOLANI

(ai nobili)

Abbasso le spade!

AMELIA

Terribili gridi!

NOBILI

(ai popolani)

Abbasso le scuri!

AMELIA

Pietà!

SIMONE

(possentemente)

Fratricidi!

N. 10c - Pezzo d'assieme

SIMONE

Plebe! Patrizi! ~ Popolo

dalla feroce storia!

Erede sol dell'odio

dei Spinola e dei D'Oria,

mentre v' invita estatico

il regno ampio dei mari,

voi nei fraterni lari

vi lacerate il cuor.

Piango su voi, sul placido

raggio del vostro clivo

là dove invan germoglia

il ramo dell' ulivo.

Piango sulla mendace

festa dei vostri fior,

e vo gridando: pace!

e vo gridando: amor!

AMELIA

(a Fiesco)

Pace! lo sdegno immenso

raffrena per pietà!

Pace! t' ispiri un senso

di patria carità.

PIETRO

(a Paolo)

Tutto fallì, la fuga

sia tua salvezza almen.

PAOLO

(a Pietro)

No, l'angue che mi fruga

è gonfio di velen.

GABRIELE

(Amelia è salva, e m'ama!

Sia ringraziato il ciel!

Disdegna ogni altra brama

l'animo mio fedel.)

FIESCO

(O patria! a qual mi serba

vergogna il mio sperar!

Sta la città superba

nel pugno d' un corsar!)

CORO

(fissando il Doge)

Il suo commosso accento

sa l' ira in noi calmar;

vol di soave vento

che rasserena il mar.

GABRIELE

(offrendo la spada al Doge)

Ecco la spada.

SIMONE

Questa notte sola

qui prigione sarai, finché la trama

tutta si scopra. ~ No, l'altera lama

serba, non voglio che la tua parola.

GABRIELE

E sia!

SIMONE

(con forza terribile)

Paolo!

PAOLO

(sbucando dalla folla allibito)

Mio duce!

SIMONE

(con tremenda maestà e con violenza sempre più formidabile)

In te risiede

l'austero dritto popolar, è accolto

l'onore cittadin nella tua fede:

bramo l'ausiglio tuo... V'è in queste mura

un vil che m'ode e impallidisce in volto,

già la mia man lo afferra per le chiome.

Io so il suo nome...

è nella sua paura.

Tu al cospetto del ciel e al mio cospetto

sei testimon. ~ Sul manigoldo impuro

piombi il tuon del mio detto:

«Sia maledetto!» e tu ripeti il giuro.

(con immensa forza)

PAOLO

(atterrito e tremante)

«Sia maledetto...» (Orror!)

TUTTI

«Sia maledetto!»

Atto secondo
Scena prima

Stanza del Doge nel Palazzo ducale in Genova.
Porte laterali. Da un poggiolo si vede la città. Un tavolo: un'anfora e una tazza. ~ Annotta.
Paolo e Pietro.

[N. 11 - Scena e recitativo]

PAOLO

(a Pietro traendolo verso il poggiolo)

Quei due vedesti?

PIETRO

Sì.

PAOLO

Li traggi tosto

dal carcer loro per l'andito ascoso,

che questa chiave schiuderà.

PIETRO

T'intesi.

(esce)

Scena seconda

Paolo.

Me stesso ho maledetto!

E l'anatema

m'insegue ancor... e l'aura ancor ne trema!

Vilipeso... reietto

dal senato e da Genova, qui vibro

l'ultimo stral pria di fuggir, qui libro

la sorte tua, doge, in quest'ansia estrema.

Tu, che m'offendi e che mi devi il trono,

qui t'abbandono

al tuo destino

in questa ora fatale...

(estrae un'ampolla, ne vuota il contenuto nella tazza)

Qui ti stillo una lenta, atra agonia...

Là t'armo un assassino.

Scelga morte sua via

fra il tosco ed il pugnale.

Scena terza

Detto, Fiesco e Gabriele dalla destra, condotti da Pietro, che si ritira.

[N. 12 - Scena e duetto Paolo - Andrea]

FIESCO

Prigioniero in qual loco m' adduci?

PAOLO

Nelle stanze del doge, e favella

a te Paolo.

FIESCO

I tuoi sguardi son truci...

PAOLO

Io so l'odio che celasi in te.

Tu m'ascolta.

FIESCO

Che brami?

PAOLO

Al cimento

preparasti de' guelfi la schiera?

FIESCO

Sì.

PAOLO

Ma vano fia tanto ardimento!

Questo doge, aborrito da me

quanto voi l'aborrite, v' appresta

nuovo scempio...

FIESCO

Mi tendi un agguato.

PAOLO

Un agguato?... Di Fiesco la testa

il tiranno segnata non ha?...

Io t'insegno vittoria. ~

FIESCO

A qual patto?

PAOLO

Trucidarlo qui, mentre egli dorme...

FIESCO

Osi a Fiesco proporre un misfatto?

PAOLO

Tu rifiuti?

FIESCO

Si.

PAOLO

Al carcere te n' va.

(Fiesco parte dalla destra; Gabriele fa per seguirlo, ma è arrestato da Paolo)

Scena quarta

Paolo e Gabriele.

[N. 13 - Scena ed aria Gabriele]

PAOLO

Udisti?

GABRIELE

Vil disegno.

PAOLO

Amelia dunque mai tu non amasti?

GABRIELE

Che dici?

PAOLO

È qui.

GABRIELE

Qui Amelia!...

PAOLO

E del vegliardo

segno è alle infami dilettanze.

GABRIELE

Astuto

dimon, cessa...

Paolo corre a chiuder la porta.

Che fai?

PAOLO

Da qui ogni varco t'è conteso. ~ Ardisci

il colpo... o sepoltura

avrai fra queste mura.

(parte frettoloso dalla sinistra porta, che si chiude dietro)

Scena quinta

Gabriele solo.

O inferno! Amelia qui! L'ama il vegliardo!...

E il furor che m'accende

m'è conteso sfogar!... Tu m'uccidesti

il padre... tu m'involi il mio tesoro...

Trema, iniquo... già troppa era un'offesa,

doppia vendetta hai sul tuo capo accesa.

Sento avvampar nell'anima

furente gelosia;

tutto il suo sangue spegnerne

l'incendio non potria;

s'ei mille vite avesse,

se mieterle potesse

d'un colpo il mio furor,

non sarei sazio ancor.

Che parlo!... ohimè!... deliro!...

piango!... pietà, gran dio, del mio martiro!...

Pietoso cielo, rendila,

rendila a questo core,

pura siccome l'angelo

che veglia al suo pudore;

ma se una nube impura

tanto candor m'oscura,

priva di sue virtù,

ch'io non la vegga più.

Scena sesta

Detto ed Amelia dalla sinistra.

[N. 14 - Scena e duetto Amelia - Gabriele]

AMELIA

(entra)

Tu qui?...

GABRIELE

Amelia!

AMELIA

Chi il varco t'apria?

GABRIELE

E tu come qui?

AMELIA

Io...

GABRIELE

Ah sleale!

AMELIA

Ah crudele!...

GABRIELE

Il tiranno ferale...

AMELIA

Il rispetta...

GABRIELE

Egli t'ama...

AMELIA

D'amor

santo...

GABRIELE

E tu?...

AMELIA

L'amo al pari...

GABRIELE

E t'ascolto

né t'uccido?

AMELIA

Infelice!... me 'l credi

pura io sono...

GABRIELE

Favella.

AMELIA

Concedi

che il segreto non aprasi ancor.

GABRIELE

Parla ~ in tuo cor virgineo

fede all'amante rendi. ~

Il tuo silenzio è funebre

vel che su me distendi.

Dammi la vita o il feretro,

sdegno la tua pietà.

AMELIA

Sgombra dall'alma il dubbio...

Santa nel petto mio

l'immagin tua s'accoglie

come nel tempio iddio.

No, procellosa tenebra

un ciel d'amor non ha.

(s'ode uno squillo)

AMELIA

Il Doge vien ~ scampo non hai. ~ T'ascondi!

GABRIELE

No.

AMELIA

Il patibol t'aspetta.

GABRIELE

Io non lo temo.

AMELIA

Nell'ora stessa teco avrò morte...

se non ti move di me pietà.

GABRIELE

Di te pietade?... (Lo vuol la sorte...

si compia il fato... Egli morrà...)

(Amelia nasconde Gabriele sul poggiolo)

Scena settima

Detta e il Doge, ch'entra dalla destra leggendo un foglio.

[N. 15 - Scena e terzetto. Finale II]

SIMONE

(come Doge)

Figlia!...

AMELIA

Sì afflitto, o padre mio?

SIMONE

T'inganni...

Ma tu piangevi.

AMELIA

Io...

SIMONE

La cagion m'è nota

delle lacrime tue... Già me 'l dicesti...

ami; e se degno fia

di te l'eletto del tuo core...

AMELIA

O padre,

fra' liguri il più prode, il più gentile...

SIMONE

Il noma.

AMELIA

Adorno...

SIMONE

Il mio nemico!

AMELIA

Padre!...

SIMONE

Vedi qui scritto il nome suo?... congiura

coi guelfi...

AMELIA

Ciel!... perdonagli!...

SIMONE

No 'l posso.

AMELIA

Con lui morrò...

SIMONE

L'ami cotanto?

AMELIA

Io l'amo

d'ardente, d'infinito amor. O al tempio

con lui mi guida, o sopra entrambi cada

la scure del carnefice...

SIMONE

O crudele

destino! O dileguate mie speranze!

Una figlia ritrovo; ed un nemico

a me la invola... Ascolta:

s'ei ravveduto...

AMELIA

Il fia...

SIMONE

Forse il perdono

allor...

AMELIA

Padre adorato!...

SIMONE

Ti ritraggi. ~

Attender qui degg'io l'aurora...

AMELIA

Lascia

ch'io vegli al fianco tuo...

SIMONE

No, ti ritraggi...

AMELIA

Padre!...

SIMONE

Il voglio...

AMELIA

(entrando a sinistra)

(Gran dio! come salvarlo?)

Scena ottava

Il Doge e Gabriele nascosto.

SIMONE

Doge! ancor proveran la tua clemenza

i traditori? ~ Di paura segno

fora il castigo. ~ M'ardono le fauci.

(versa dall'anfora nella tazza e beve)

Perfin l'onda del fonte è amara al labbro

dell'uom che regna... O duol... la mente è oppressa...

stanche le membra... ahimè!... mi vince il sonno.

(siede)

Oh! Amelia... ami... un nemico...

(s'addormenta)

GABRIELE

(entra con precauzione, s'avvicina al Doge e lo contempla)

Ei dorme!... quale

sento ritegno?... È riverenza o tema?...

Vacilla il mio voler?... Tu dormi, o veglio,

del padre mio carnefice, tu mio

rival... Figlio d'Adorno!... la paterna

ombra ti chiama vindice...

(brandisce un pugnale e va per trafiggere il Doge, ma Amelia, che era ritornata, va rapidamente a porsi tra esso ed il padre)

Scena nona

Detti ed Amelia

AMELIA

Insensato!

Vecchio inerme il tuo braccio colpisce!

GABRIELE

Tua difesa mio sdegno raccende.

AMELIA

Santo, il giuro, è l'amor che ci unisce,

né alle nostre speranze contende.

GABRIELE

Che favelli?...

SIMONE

(come Doge)

(destandosi)

Ah!...

AMELIA

Nascondi il pugnale,

vien... ch'ei t'oda...

GABRIELE

Prostrarmi al suo piede?

SIMONE

(entra improvvisamente fra loro, dicendo a Gabriele)

Ecco il petto... colpisci, sleale!

GABRIELE

Sangue il sangue d'Adorno ti chiede.

SIMONE

E fia ver?... chi t'aprì queste porte?

AMELIA

Non io.

GABRIELE

Niun quest'arcano saprà.

SIMONE

Il dirai fra tormenti...

GABRIELE

La morte,

tuoi supplizi non temo.

AMELIA

Ah pietà!

SIMONE

Ah quel padre tu ben vendicasti,

che da me contristato già fu...

Un celeste tesor m'involasti...

la mia figlia...

GABRIELE

Suo padre sei tu!

Perdono, Amelia. ~ Indomito

geloso amor fu il mio...

Doge, il velame squarciasi...

un assassin son io..

dammi la morte; il ciglio

a te non oso alzar.

AMELIA

(Madre, che dall'empireo

proteggi la tua figlia,

del genitor all'anima

meco pietà consiglia...

Ei si rendea colpevole

solo per troppo amor.)

SIMONE

(Deggio salvarlo, e stendere

la mano all'inimico?

Sì ~ pace splenda ai liguri,

si plachi l'odio antico;

sia d'amistanze italiche

il mio sepolcro altar.)

CORO

(interno)

All'armi, all'armi, o liguri,

patrio dover v'appella ~

scoppiò dell'ira il folgore;

è notte di procella.

Le guelfe spade cingano

di tirannia lo spalto ~

del coronato veglio,

su, alla magion, l'assalto.

AMELIA

(corre al poggiolo)

Quai gridi?...

GABRIELE

I tuoi nemici.

SIMONE

Il so.

AMELIA

S'addensa

il popolo.

SIMONE

(a Gabriele)

T'unisci a' tuoi...

GABRIELE

Che pugni

contro di te?... mai più.

SIMONE

Dunque messaggio

ti reca lor di pace,

e il sole di domani

non sorga a rischiarar fraterne stragi.

GABRIELE

Teco a pugnar ritorno,

se la clemenza tua non li disarmi.

SIMONE

(accennando Amelia)

Sarà costei tuo premio.

GABRIELE E AMELIA

O inaspettata gioia!

AMELIA

O padre!

SIMONE E GABRIELE

(snudando le spade)

All'armi!

Atto terzo
Scena prima

Interno del Palazzo ducale.
Di prospetto grandi aperture dalle quali si scorgerà Genova illuminata a festa: in fondo il mare.
Un Capitano dei balestrieri, con Fiesco, dalla destra, poi dalla sinistra Paolo in mezzo alle Guardie.

[N. 16 - Introduzione, scena e recitativo]

GRIDA

(interne)

Evviva il Doge!

ALTRE GRIDA

Vittoria! Vittoria!

CAPITANO

(rimettendo a Fiesco la sua spada)

Libero sei: ecco la spada.

FIESCO

E i guelfi?

CAPITANO

Sconfitti.

FIESCO

O triste libertà! ~

(a Paolo)

Che?... Paolo!

Dove sei tratto?

PAOLO

(arrestandosi)

All'estremo supplizio.

Il mio demonio mi cacciò fra l'armi

dei rivoltosi e là fui colto; ed ora

mi condanna Simon; ma da me prima

fu il Boccanegra condannato a morte.

FIESCO

Che vuoi dir?

PAOLO

Un velen... più nulla io temo,

gli divora la vita.

FIESCO

(a Paolo)

Infame!

PAOLO

Ei forse

già mi precede nell'avel!...

CORO INTERNO

(Dal sommo delle sfere

proteggili, o signor;

di pace sien foriere

le nozze dell'amor.)

PAOLO

Ah! orrore!

Quel canto nuzïal che mi persegue,

l'odi?... in quel tempio Gabriello Adorno

sposa colei ch'io trafugava...

FIESCO

(sguainando la spada)

Amelia?

Tu fosti il rapitor?... Mostro!

PAOLO

Ferisci.

FIESCO

(trattenendosi)

Non lo sperar; sei sacro alla bipenne.

(le guardie trascinano Paolo fuori di scena)

Scena seconda

Fiesco solo.

[N. 17 - Scena e duetto Simone - Fiesco]

Inorridisco!... no, Simon, non questa

vendetta chiesi, d'altra meta degno

era il tuo fato. ~ Eccolo... il Doge. ~ Alfine

è giunta l'ora di trovarci a fronte!

(si ritira in un angolo d'ombra)

Scena terza

Il Doge: lo precede il Capitano con un Trombettiere, Fiesco in disparte.

CAPITANO

(al verone)

Cittadini! per ordine del Doge

s'estinguano le faci e non s'offenda

col clamor del trionfo i prodi estinti.

(esce seguìto dal trombettiere)

SIMONE

(come Doge)

M'ardon le tempia... un'atra vampa sento

serpeggiar per le vene... Ah! ch' io respiri

l'aura beata del libero cielo!

Oh refrigerio!... la marina brezza!...

il mare!... il mare!... quale in rimirarlo

di glorie e di sublimi rapimenti

mi si affaccian ricordi! ~ Il mare!... il mare!...

Perché in suo grembo non trovai la tomba?...

FIESCO

(avvicinandosi)

Era meglio per te!

SIMONE

Chi osò inoltrarsi?...

FIESCO

Chi te non teme...

SIMONE

(verso la destra chiamando)

Guardie?

FIESCO

Invan le appelli...

Non son qui i sgherri tuoi. ~

M'ucciderai, ma pria m'odi...

SIMONE

Che vuoi?

(i lumi della città e del porto cominciano a spegnersi)

FIESCO

Delle faci festanti al barlume

cifre arcane, funebri vedrai. ~

Tua sentenza la mano del nume

sopra queste pareti vergò.

Di tua stella s'ecclissano i rai;

la tua porpora in brani già cade;

vincitor fra le larve morrai

cui la tomba tua scure negò.

SIMONE

Quale accento?

FIESCO

Lo udisti un'altra volta.

SIMONE

Fia ver? ~ Risorgon dalle tombe i morti?

FIESCO

Non mi ravvisi tu?

SIMONE

Fiesco!...

FIESCO

Simone,

i morti ti salutano!

SIMONE

Gran dio!...

FIESCO

Compiuto alfin di quest'alma è il desio!

Come fantasima

Fiesco t'appar,

antico oltraggio

a vendicar.

SIMONE

Di pace nunzio

Fiesco sarà,

suggella un angelo

nostra amistà.

FIESCO

Che dici?

SIMONE

Un tempo il tuo perdon m'offristi...

FIESCO

Io?

SIMONE

Se a te l'orfanella concedea

che perduta per sempre allor piangea. ~

In Amelia Grimaldi a me fu resa,

e il nome porta della madre estinta.

FIESCO

Cielo!... perché mi splende il ver sì tardi?

SIMONE

Piangi!... Perché da me volgi gli sguardi?...

FIESCO

Piango, perché mi parla

in te del ciel la voce;

sento rampogna atroce

fin nella tua pietà.

SIMONE

Vien, ch'io ti stringa al petto,

o padre di Maria;

balsamo all'alma mia

il tuo perdon sarà.

FIESCO

Ahimè! morte sovrasta... un traditore

il velen t'apprestò.

SIMONE

Tutto favella,

il sento, a me d'eternità...

FIESCO

Crudele

fato!

SIMONE

Ella vien...

FIESCO

Maria...

SIMONE

Taci, non dirle...

Anco una volta benedirla voglio.

(s'abbandona sopra un seggiolone)

Scena ultima

Detti, Maria, Gabriele, Senatori, Dame, Gentiluomini, Paggi con torce, ecc., ecc.

[N. 18 - Scena e quartetto - Finale III]

AMELIA

(come Maria)

(vedendo Fiesco)

Chi veggo!...

SIMONE

(come Doge)

Vien...

GABRIELE

(Fiesco!)

AMELIA

(a Fiesco)

Tu qui!

SIMONE

Deponi

la meraviglia ~ In Fiesco il padre vedi

dell'ignota Maria, che ti die' vita.

AMELIA

Egli?... Fia ver?...

FIESCO

Maria!...

AMELIA

Oh gioia! Dunque

gli odii funesti han fine!...

SIMONE

Tutto finisce, o figlia...

AMELIA

Qual ferale

pensier t'attrista sì sereni istanti?

SIMONE

Maria, coraggio... A gran dolor t'appresta.

AMELIA

(a Gabriele)

Quali accenti! oh terror!

SIMONE

Per me l'estrema

ora suonò!

(sorpresa generale)

AMELIA E GABRIELE

Che parli?...

SIMONE

Ma l'eterno

in tue braccia, o Maria,

mi concede spirar...

AMELIA E GABRIELE

(cadendo a' pie' del Doge)

Possibil fia?...

SIMONE

(sorge, e imponendo sul loro capo le mani solleva gli occhi al cielo, e dice)

Gran dio, li benedici

pietoso dall'empiro;

a lor del mio martiro

cangia le spine in fior.

AMELIA

No, non morrai, l'amore

vinca di morte il gelo,

risponderà dal cielo

pietade al mio dolor.

GABRIELE

O padre, o padre, il seno

furia mi squarcia atroce...

Come passò veloce

l'ora del lieto amor!

FIESCO

Ogni letizia in terra

è menzognero incanto,

d'interminato pianto

fonte è l'umano cor.

CORO

Sì ~ piange, piange è vero,

ognor la creatura;

s'avvolge la natura,

in manto di dolor!

SIMONE

T'appressa, o figlia... io spiro...

Stringi... il morente... al cor!...

CORO

Sì - piange, piange, è vero,

ognor la creatura;

s'avvolge la natura

in manto di dolor!

SIMONE

Senatori, sancite il voto estremo. ~

(i senatori s'appressano)

Questo serto ducal la fronte cinga

di Gabriele Adorno. ~

Tu, Fiesco, compi il mio voler... Maria!

(spira)

AMELIA E GABRIELE

(s'inginocchiano davanti al cadavere)

O padre!...

(s'avvicina al verone circondato da' senatori e Paggi che alzano le fiaccole):

FIESCO

Genovesi!... In Gabriele

Adorno il vostro doge or acclamate. ~

VOCI

(dalla piazza)

No. ~ Boccanegra!

FIESCO

È morto...

Pace per lui pregate!...

Lenti e gravi tocchi di campana. Tutti s' inginocchiano.

Fine del libretto.

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Locandina Prologo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Atto terzo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena ultima