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Le convenienze e le inconvenienze teatrali

LE CONVENIENZE E LE INCONVENIENZE TEATRALI

Dramma giocoso.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Domenico GILARDONI.
Musica di Gaetano DONIZETTI.

Prima esecuzione: 21 novembre 1827, Napoli.


Personaggi:

CORILLA Scortichini, primadonna

soprano

PROCOLO Cornacchia, marito di Corilla

baritono

LUIGIA Scannagalli, seconda donna

soprano

AGATA madre di Luigia

basso

DOROTEA Frescopane, primo musico

contralto

GUGLIELMO Antolstoinoloff, tenore tedesco

tenore

BISCROMA Strappaviscere, compositore

baritono

PROSPERO Salsapariglia, poeta e droghiere

basso

L' IMPRESARIO

baritono

L' ISPETTORE del teatro

basso


Coro d'Uomini addetti al teatro.

L'azione si svolge nel teatro di Brozzi.

Atto primo
Scena prima

La scena: sala di prova di un teatro.
Sono in scena Corilla, Procolo, Luigia, Dorotea, Don Prospero, Guglielmo, l'Impresario, Biscroma e vari Coristi, tutti seduti intorno ad un pianoforte, in procinto di concertare l'opera.

[Introduzione]

BISCROMA

Cori, attenti e a tempo entrate;

siate pronti a far l'inchino;

raccomando le volate

coi trilletti in Elafà.

Dunque a noi! attenti!

TUTTI

Ma che si prova?

BISCROMA

La sortita dell'Ersilia

che smarrita, sbigottita,

poveretta, fa pietà.

Insieme

CORILLA

Sentite la mia voce

come ben gorgheggerà!

PROCOLO

Sentite la sua voce

come ben gorgheggerà!

DOROTEA

(Farmi far da comodino!...

quest'è troppo in verità.)

LUIGIA

(Darmi un sol recitativo?

Che dirà la mia mammà?)

BISCROMA

Su, proviamo, via silenzio

badi ognun a quel che fa.

TUTTI

Su, proviamo, via silenzio,

qui nessun si muoverà.

CORILLA

«E puoi goder, tiranno,

d'un cor che pena e geme;

trema d'un tanto affanno

vendetta, sì, il ciel farà.»

GUGLIELMO

«Frena quel pianto e spera.»

CORILLA

«E il caro bene?»

GUGLIELMO

«Vedrai.»

CORILLA

«Non più crudel sarai?»

GUGLIELMO

«Mi vinse alfin la pietà.»

CORILLA

«Ah! vicino è il bel momento

che a bearmi in lui ritorno.

Della gioia è questo il giorno

più non deggio palpitar.

A me vola, o bel momento

e rinnova nel mio petto

quel piacere e quel diletto

che fa l'alma inebriar.»

PROCOLO

Brava!

CORILLA

«A lei vola, o bel momento

e rinnova nel suo petto

quel piacere e quel diletto

che fa l'alma inebriar.»

DOROTEA

Dica un po' signor maestro

vi sarà per me il rondò?

GUGLIELMO

Per me l'aria con trompette?

LUIGIA

La «Romance» v'è, sì o no?

BISCROMA

Si dirigano al poeta.

GUGLIELMO, LUIGIA E DOROTEA

(rivolti a Prospero)

C'è?

PROSPERO

(indicando Biscroma)

Al maestro, io non lo so.

BISCROMA

Ma il libretto?...

PROSPERO

Lo spartito?...

BISCROMA

Or vi spiego...

PROSPERO

Or vi dirò...

GUGLIELMO, LUIGIA E DOROTEA

Basta, basta ho già capito:

il poeta ed il maestro

han perduto per me l'estro,

(indicando Corilla)

perché lei già l'intrigò.

D'avvilirmi in questo modo,

se madama ha nel pensier,

qui fra poco, a suo dispetto,

chi son io farò veder.

IMPRESARIO

Il poeta ed il maestro

san pur quel che han da far.

Meno inchieste inopportune.

TUTTI

Su allegri prepariamoci

per la gran prova in scena,

che sento già gli applausi

dell'opera echeggiar.

GUGLIELMO E DOROTEA

(Appena il ciel imbruna

non mi farò trovar.)

(tutti pianissimo)

Insieme

PROSPERO

(Alle care mie parole

tutti estatici saranno,

né frenare si potranno

nel sentirle articolar.)

BISCROMA

(Alle note mie soavi

tutti in estasi andranno,

né frenare si potranno

nel sentirle picchettar.)

GUGLIELMO, LUIGIA E DOROTEA

(Canto, musica e parole

tollerar non si potranno;

son cose, si diranno,

da far noia e sbadigliar.)

Insieme

PROSPERO

(Già in teatro parmi udire:

viva, bravo il buon poeta!

Già mi sembra di sentire

e gli evviva ad ascoltar.)

BISCROMA

(Già in orchestra parmi udire:

viva, bravo, fuor maestro!

Già mi sembra di sentire

e gli evviva ad ascoltar.)

CORILLA E PROCOLO

(A quei trilli, a quei passaggi

tutti in estasi ne andranno

né frenare si potranno

poi nel dolce gorgheggiar.)

IMPRESARIO

(Viva, bravo, fuori! sì,

scena, musica e parole

or risponde ai voli e al canto

e daranno un certo incanto

da far proprio spiritar.)

CORO

(Sì, sì già in scena parmi udire

un applauso trionfale;

viva, viva l'Impresario

che ci ha fatto divertir.)

BISCROMA

Bravi, bravi ragazzi!

Oh! son contento,

siete una manna, un balsamo, un portento.

Andate pur, andate.

Scena seconda

Il Coro esce.

BISCROMA

(all'Impresario)

Eh, che ne dite?

IMPRESARIO

La musica è divina,

grande la cavatina!...

BISCROMA

(Io l'ho rubata!)

CORILLA

Ma senza i miei gorgheggi,

gli smorzati, i crescendo,

i picchettati...

PROCOLO

Parrebbe una canzone

buona per colazione!

BISCROMA

Se lo dice il gran Procolo Cornacchia

sarà così, non replico.

CORILLA

Ed è vero, perché sono avvezzata al canto

degli autori oltramontani,

i quali dell'effetto e della novità,

non mai satolli,

in chiave mi ponean venti bemolli...

PROCOLO

Con trentasette diesis e bequadri

e una turba infinita di accidenti.

BISCROMA

(Che ti colgan tutti incontanenti.)

PROSPERO

Ma niuno a' versi miei

niun plauso arreca?

Gente di senno cieca!

BISCROMA

Ed hai ragione

perché se avanzerai di questo passo

dovrai finir dove ha finito il Tasso.

PROSPERO

A questa gloria aspiro.

GUGLIELMO

(a Biscroma)

Si lei vuol suono per mia cavatina,

io canto.

BISCROMA

Vuol provarla?

GUGLIELMO

Da... da... Provar.

BISCROMA

Via incominciamo.

[Aria]

GUGLIELMO

«Ah! tu mi vuoihi? che brahami? Che più sperar t'avanza?

Ertzilia! Ertzilia mia, la costanza sempre nel cor

maggior si fa, sì!

Un file io non sono! Credi ch'io t'abbandoni?

T'amo, sì, t'amo mio ben, né mai lontan da te sarò.»

BISCROMA

Ottimamente!

IMPRESARIO

Bravo!

PROCOLO

Non c'è male.

CORILLA

(a Prospero)

Dica un po', signor mio

al rondò ci ha pensato?

Sarà ben situato?

PROSPERO

Egregiamente!

CORILLA

Badi bene, poeta,

che se il rondò non ha catene

è inutile, non canto.

PROSPERO

Ella è curiosa!

Se Romolo è trionfatore e vien sul foro

in mezzo ad un concistoro

di popolo accorrente

e tripudiante,

mi sembran le catene fuor di luogo.

Facciam così: vi metterò a cavallo

e invece del rondò con le catene

lo avrete con le staffe... eh?...

CORILLA

Non va bene. Fate che il signor Romolo

venga trionfante in carcere

e le catene andranno a meraviglia.

PROSPERO

Ma lei per chi mi piglia?

CORILLA

Per quel che siete...

PROSPERO

A dir?...

CORILLA

Un ciabattino che fa da letterato;

ma in sostanza una bestia, un disperato.

PROSPERO

Chi rattoppa ciabatte

può rattoppare ancora il Metastasio:

eccone qui la prova aperta e chiara:

(eroicamente)

leggi i miei versi e a rispettarmi impara.

IMPRESARIO

Via, via provvederemo. Il nostro vate

vedrà di contentarla, la servirà.

Frattanto leggiamo il cartellone.

PROSPERO

E spicciamoci presto.

GUGLIELMO

Cosa faciute?

LUIGIA

Il cartellon si legge.

GUGLIELMO

Ah! cartellonie? Cavasciò!

AGATA

(internamente, con accento napoletano)

A me simile affronto? A me cospetto!

Mamm'Agata, briccone,

te la farà pagare.

LUIGIA

È qui la mamma!

IMPRESARIO

Agata arriva? Cartellone, addio!

Scena terza

Agata, con tutti gli Attori precedenti.

AGATA

Di questa azion devi pagare il fio.

[Cavatina di Agata]

(entrando)

Mascalzoni! sfaccendati! più creanza, più rispetto

miei signori, dove mai finor s'è visto

che non può venir la mamma a trovar la sua figlia,

quintessenza di bontà?

BISCROMA

Agatina datti pace...

AGATA

Giusto a te voglio parlà!

Hai pensato per Luigia?

L'hai già scritto il rondò?

Statte attento che se manchi

la città rivolterò.

Hai pensato?... dico a te.

BISCROMA

Si vedrà... ci penserò...

AGATA

Che vedrò... che penserò...

Anzi senti in abrégé

per far fare eruzione, che bellissima invenzione,

la mia mente escogitò: fa un cantabile a note trillanti,

poi l'allegro con gran sincopate e mia figlia,

scommetto la testa, un gran chiasso, maestro, farà.

Il violino col zicchete, zicchete,

accompagni il clarino e l'oboe col piripi, piripi,

il violone coi frunchete, frunchete;

poi va in terza col corno tutu,

e vedrai che nel l'orbe terracqueo pezzo eguale, maestro, non c'è.

Che invenzione sublime!... Eh? Che ne dici? Il celebre

maestro Paesanello non avria fatto una simile pensata.

Sarà di grande effetto sorprendente quel zicchete,

frunchete, tutu...

BISCROMA

(interrompendo)

Sì, sì più tardi parlerem di ciò.

Siedi fra me ed il tenor.

AGATA

Che si combina?

BISCROMA

Si legge il cartellone.

AGATA

A meraviglia!...

(a Guglielmo)

monsièr Stolonoff, votre servente.

GUGLIELMO

Oh!...

(con un inchino)

Io per voi, signora!

LUIGIA

(alla madre)

...Così tardi?

AGATA

Sono stata da quello... mi capisci?...

dall'amico dello scialle e a tutti i costi

m'ha trattenuta a far seco il supé...

BISCROMA

(rivolto a Corilla, in segreto)

...ed è ubriaca. Oh, poveretto me!

CORILLA

(rispondendogli)

...Sì, è ubriaca!...

IMPRESARIO

(leggendo il cartellone)

«A Campi per la solita fiera s'aprirà la stagione

con il primo famosissimo spettacolo intitolato:

Romolo ed Ersilia»...

PROCOLO

Fermi! La prima donna ha sempre la mandritta

sul cartello: dunque il dramma deve essere intitolato,

e il voglio, Ersilia e Mommolo; diversamente noi

non cantiamo.

DOROTEA

(arrabbiata)

Il titolo è stampato e non si cambia.

PROCOLO

(rispondendo)

Se Metastasio ha fatto un fallimento...

BISCROMA

Lui risponde di tutto.

DOROTEA

Io mi protesto.

BISCROMA

Ma lei signor poeta cosa fa?

PROSPERO

Dirò:

la legge antica di natura, vuol che sia

la donna avanti all'uomo e qui

ha torto Metastasio, ed ha sbagliato.

DOROTEA

Pur se così è stampato si deve dir così.

PROCOLO

(arrabbiato)

Né vuoi tacer ipsilonne di tutte le cantanti?

DOROTEA

A me?

BISCROMA

(trattenendo Procolo)

Prudenza!

PROCOLO

(all'Impresario)

Inseguitate.

BISCROMA

Avanti.

IMPRESARIO

(riprendendo la lettura)

...«intitolato Romolo ed Ersilia del cesareo

poeta Metastasio, accompagnata per questa

circostanza da Prospero Zampogna fra arcadi

Melampo Stivalonico con musica del classico

Biscroma Strappaviscere. Prima donna assoluta»...

PROCOLO

(interrompendo)

Zitti!... e ciascun si levi.

DOROTEA

(gelosa)

A che proposito?...

PROCOLO

Madama, nostra moglie è nominata!...

AGATA

Che tu possa morir d'una stoccata.

IMPRESARIO

...la signora Corilla Fiorilla Petronilla

Scortichini...

AGATA

E con tutti questi illa

starebbe bene un po' d'anguilla!...

DOROTEA

(ironica)

Graziosa!...

IMPRESARIO

...Primo musico Dorotea

Frescopane.

DOROTEA

Al servizio.

(fa un inchino)

IMPRESARIO

Di chi?

DOROTEA

Dell'«Accademia del Missipipì».

IMPRESARIO

A noi.

(legge)

«Primo tenore Guglielmo Antolonoff.»

GUGLIELMO

Nix cavasciò!... mi chiamo Antolstoinoloff.

(leva di tasca la tabacchiera)

AGATA

Che razza di cognome!...

IMPRESARIO

(a Prospero)

Scriva lei.

AGATA

(togliendo la tabacchiera di mano a Guglielmo)

Caro il mio Stoltoinoff, tiene tabacco?

GUGLIELMO

(tentando di riprendere la tabacchiera)

Dà... dà...

AGATA

Qua una presuccia. Oh, bella! bella!

(a Luigia)

Sembra la tabacchiera che ho perduto nel

Teatro del Gambero, ti pare?

LUIGIA

Sì, rassomiglia.

GUGLIELMO

Is vol ti?

LUIGIA

Mille grazie!...

AGATA

Che grazie, ignorantina! Quand'un cortesemente

offre una bagatella, non è buona creanza di rifiutar!

(a Guglielmo)

Donné muà...

(riprende la tabacchiera e dice)

gras, gras.

GUGLIELMO

(commentando)

Stata gripò la mamma.

DOROTEA

(all'Impresario)

Ditemi un po', signor, chi canta il primo?

IMPRESARIO

Dopo le parti secondarie

(indicando il tenore)

è lui.

GUGLIELMO

Blagaderò, blagaderò.

AGATA

(Chi lo capisce?)

(forte)

Ehi, signor Stinoloff, che ora abbiamo?

Veda, veda per grazia!

(tentando di prendergli l'orologio)

Oh! caro!... che bell'orologio!

GUGLIELMO

(contrastando)

Vedo bello... star brutto.

AGATA

(Screanzato!)

CORILLA

(a Prospero)

Chi è l'ultimo?

PROSPERO

Il primo uomo.

PROCOLO

No, essere deve madama mia moglie o non cantiamo.

DOROTEA

(protestando)

In questo modo adunque ella mi tratta?

Le convenienze mie le voglio tutte.

GUGLIELMO

Io pur mie convenienze!...

IMPRESARIO

Oh, sì, le avrete!

CORILLA

Dopo le mie però.

DOROTEA

(stizzita)

Dopo le sue?

Io saprò terminar ogni questione.

(parte)

GUGLIELMO

Anche per me è finita.

(parte)

AGATA

Ah, cospettone! Non mi son mai trovata in tanti

impicci.

(rivolta a Corilla)

Non ti ricordi più quando vendevi,

or son quattr'anni, in piazza i pasticetti

che il Procol tuo faceva tanto perfetti?

BISCROMA

Brava la mamma, brava!

Scena quarta

Gli Attori rimanenti.

[Aria di Procolo]

PROCOLO

Noi pasticceri, noi?... Povera gente,

si vede ben che non sapete niente.

Che credete che mia moglie

sia di quelle canterine

mediocri, anzi a dozzine?

Che per farsi scritturare

a' sensali soglion dare

su le paghe la metà?

No, signori, essa è una stella

dell'armonico emisfero

virtuosa quanto bella,

potpourri di rarità.

Fin nell'utero materno

fece spaccio di volate;

scale, poi, semitonate

si sentìan ne' suoi vagiti

e sorpresi e sbalorditi,

dicean tutti i professori,

s'ella è tal ne' primi albori,

nel suo giorno che sarà?

Annunziavan le gazzette

le sue doti portentose;

per le poste e le staffette

grandi offerte luminose

le spediva ogni impresario

per poterla scritturar.

Non di svanziche o quattrini

nei contratti si parlava,

di dobloni, di luigi, di zecchini, si trattava;

viaggio, alloggio, pranzo e cocchio

prometteangli a più non posso

e per lei s'era già mosso

tutto l'orbe sublunar.

Mille e mille signorine, potenti e milionari,

militari e negozianti, finanzieri e mezzo ceto,

gareggiavan tutti quanti

le sue grazie a meritar.

E osate, o vili insetti,

la mia moglie disprezzar?

A vendicar le ingiurie che fate a tal gioiello,

m'impresta Giove i fulmini, Vulcano il suo martello.

Ancor chi è il gran Procolo, non conoscete bene.

Tremate, enti vilissimi! Per voi non v'è difesa!

Se nella moglie offesa la fama mia sarà!

In Parigi, in Catalogna,

nella Scozia ed in Guascogna

la bandiera, anzi l'antenna,

sovr'ogni altra ci piantò!

Tremate, enti vilissimi! Per voi non v'è difesa!

Se nella moglie offesa la fama mia sarà!

(parte)

IMPRESARIO

(assai turbato)

Qui mi si vuol far perdere la vita,

ma la farò finita!

Io vado a ricorrere a chi si deve.

(parte)

AGATA

(rivolta a Biscroma)

Or s'è parlato di arie, di rondò;

ma il duetto di Corilla con mia figlia è

già pronto, con cori e ballo analogo?

LUIGIA

Lo voglio!

BISCROMA

(seccato)

Eh, andate al diavolo!

(parte)

AGATA

(consegna una moneta alla figlia)

Prendi... fattelo fare, dagli un paolo.

(Luigia esce)

Scena quinta

Agata e Corilla.

[Duetto]

CORILLA

Senti, madama squinzia: io non canto il duetto

con tua figlia!

AGATA

Metto allor tanto di baffi

e poi...

CORILLA

Che fai?

AGATA

Che fo?... ti prendo a schiaffi!

CORILLA

Ch'io canti un duetto; con chi?... con tua figlia?

Che tu lo pretenda non è meraviglia!

La sciocca son io

che tollero ancora

cotanta insolenza

che oltraggio mi fa.

AGATA

Evviva la Pasta, la Storchio, la Patti! Si è posta

in superbia, ma, veh, quanto è trista!

L'altr'ieri a Milano

facea la corista

e poi da gran dama

vuol farla ora qua.

CORILLA

O modera i termini, mammaccia del diavolo,

o in pezzi la cuffia in aria andrà.

AGATA

Se un dito mi tocchi, io mando da Procolo

madama la moglie graffiata qual va.

CORILLA

Non canto il duetto

l'ho già stabilito.

AGATA

Biscroma lo vuole.

CORILLA

Gli hai fatto un vestito?

AGATA

Lo vuole il poeta...

CORILLA

Gli hai dato moneta?

AGATA

Madama, madama!

CORILLA

Tua figlia è seconda,

io donna sublime.

Io celebre artista maggior tra le prime,

con una donnetta che stona se canta,

mostrarmi sul palco sarebbe viltà.

AGATA

Mia figlia è seconda che batte le prime,

quand'era seconda nemmeno eri terza.

CORILLA

Orsù vanne fuori, non starmi a seccare

dai miei protettori ti faccio accoppare.

AGATA

Di questi a migliaia mia figlia ne tiene:

il duca dell'Aia, il conte d'Atene,

don Mario Panzotta, don Bartolo Arrischia,

il duca Pilotta, il principe d'Ischia.

Studenti a ventine, soldati a dozzine,

mia figlia se vuole sortendo in teatro

un melo granato gettare ti fa.

CORILLA

Ah, vecchia pettegola!...

AGATA

Sei gialla, sei brutta...

CORILLA

I fumi già salgono...

AGATA

...di fuoco son tutta...

CORILLA

...ti voglio graffiare...

AGATA

...ti voglio svisare...

CORILLA

...ti voglio imparare che sia civiltà.

AGATA

Guardate la gazza, ve'! quanto ne fa!

CORILLA

Ah, tutta convellere la rabbia mi fa,

divento una vipera che freno non ha.

AGATA

...ma crepa, ma schianta

l'avrai da cantar!

(partono inviperite)

Scena sesta

Rientra l'Impresario, con Prospero e Procolo.

IMPRESARIO

Siam minacciati da un grave pericolo:

il tenore vuol fuggire... e allora?...

che faremo?

PROSPERO

All'uso degli antichi:

di quel che non avevan facevan senza!

PROCOLO

Niente paura! Ci son io! Io lo rimpiazzo!

IMPRESARIO

Ma la parte è difficile, di grand'impegno!

PROCOLO

Sono uomo di grande ingegno.

Di parte io non ho d'uopo:

orchestra, suoni ed il suggeritor mi dia le parole,

il resto è fatto. Io compongo la musica da sé.

PROSPERO

(Sarà bellina, affé!)

PROCOLO

Mandami un pianoforte con i pedali

che io possa ricercare il do di petto

(ampolloso)

se il trovo ancora un gran furor m'aspetto!

(parte tutto impettito)

IMPRESARIO

(avvilito)

Cosa succederà, poeta mio!

PROSPERO

Ci ammazzano i fischi!

Scena settima

Entra Agata con i fogli in mano.

AGATA

(all'Impresario)

Io vengo a volo per dirti in pochi detti che Dorotea

fuggi; ma che Agatuccia vuol levarti d'impaccio.

IMPRESARIO

Come?...

AGATA

Una parte manca ed io la faccio.

PROSPERO

Misericordia!...

AGATA

Che credi? Se ho fatto

il supplimento sulla Scala, posso cantare a Campi.

IMPRESARIO

Ottimamente! Ed io vado a vedere

se accettati saran questi rimpiazzi.

(esce)

PROSPERO

Poveri noi, tutti diventeremo pazzi!...

AGATA

(risentita)

Voglio insegnare alla superba donna

come si canta e si gestisce in grande

e come in un palchetto

mamm'Agata sa fare anche l'occhietto!

Scena ottava

Entrano Guglielmo e Biscroma Strappaviscere. Agata va loro incontro.

AGATA

Maestro, anch'io sono impegnata!

(sventolando le carte)

So già il duetto ed ho scorso la cavallina.

BISCROMA

Brava, brava biondina!

AGATA

Dite, che son queste barchette?

BISCROMA

Son crome e semicrome.

Il duetto fa piangere.

GUGLIELMO

Jà, state tutte lacrime!

AGATA

Proviamolo insieme.

GUGLIELMO

(a Biscroma)

Si mammaccie non cantar péne

io faciuti subite fuggimente e lasciar

impresario et anche imprese.

[Terzetto]

GUGLIELMO

(canta caricato, pronunciando con difficoltà l'italiano)

«Per me non trovo calma,

per te non trovo pace,

per lei non trova l'alma

la sua felicità.»

AGATA

«Per me, per te, per lei,

pe' tuoi, pe' suoi, pe' miei

deh, fate lume, o dèi...»

GUGLIELMO E AGATA

«...in tanta oscurità.»

GUGLIELMO

«Il bel piacer m'innonda.»

AGATA

«Ersilia tua sarà.»

BISCROMA

(mentre i due cantano si prodiga in suggerimenti)

Abbassa, lega, stacca,

manca, porta la voce.

Fa bene, basta qua.

Che musica profonda,

che maschia verità.

GUGLIELMO

Eh! maestre, nix duette,

mamme, state troppe cagne,

afer foce maledette,

non foler con lei cantar.

BISCROMA

Ma sentite...

GUGLIELMO

Nix sentire...

BISCROMA

Ma perché?...

GUGLIELMO

Foler partire,

far paule e cane e lepre

di qui, sviffete, scappar.

AGATA

Ehi! maestro, al caro lei,

dalla bocca che gli scappa?

BISCROMA

Disse a me che sei marmotta,

che non vuol con te cantar.

AGATA

Ah, la stridula trombetta!

Tanto è bestia quanto pesa,

quest'offesa fare a me?

GUGLIELMO

Pestione, pestione!

BISCROMA

(a Guglielmo)

Taci un po'.

AGATA

Rapa!

BISCROMA

(ad Agata)

Ah, ti vuoi frenar?

AGATA

No... no... no...

Ah... ah... ah...

(sta per cadere in deliquio)

Canfore... Colonia... Un po' d'aceto...

Su, presto...

BISCROMA

Finiscila mamm'Agata.

AGATA

Già gli occhi mi si oscurano...

BISCROMA

Mi sembri una ragazza... finiscila.

AGATA

Mi sento già svenir.

GUGLIELMO

(battendo sul cembalo tutto stizzito)

Foi non sapere musiche,

foi state stonatrice, lasciate mie soprabite...

non foler stare qui.

BISCROMA

Piano! Mi rompi il cembalo!...

Piano, pedala pian, pianin.

AGATA

Ah, bestione!

BISCROMA

Agata, piano non lo strappar.

AGATA

Teh, piglia, sono furia da femmena vestita.

GUGLIELMO

Mamma!... Cagne!...

AGATA

(strappando le carte e gettandole in faccia al tenore)

Teh, teh, teh, piglia...

BISCROMA

Deh, non stracciarmi o barbara!

Aspetta, che sei pazza?

Mammaccia del diavolo!

GUGLIELMO

Maestre, tu difendere

vecchiacce stonatrice?

Io far vostre cartofole

minuzzole così.

(strappa la parte)

BISCROMA

Non lacerarmi, o perfido,

i dotti miei sudor!

La partitura a me.

AGATA

A pezzi quel soprabito

ti voglio far così.

(tira la coda del soprabito al tenore e gliene resta un pezzo in mano mentre questi scappa via)

Scena nona

Biscroma Strappaviscere e Agata.
Poi l'Impresario, Procolo, Luigia e Prospero.

BISCROMA

Oh, povero me, povera la mia musica!

Anche il tenore se n'è andato, ed or che fare?

IMPRESARIO

(rientrando)

Maestro che avvenne? Perché il tenor se ne va via?

BISCROMA

Lasciami stare, non so dove mi sia.

IMPRESARIO

Allegro, allegro son permessi i rimpiazzi.

Mamm'Agata sarà il musico

e ser Procolo il tenore.

(entra Procolo)

PROCOLO

Cos'è?

AGATA

(riavendosi dallo choc)

Che fu?

IMPRESARIO

Siete accettati.

AGATA

Oh, bene!

PROCOLO

È fatta la tua sorte.

BISCROMA

(piuttosto accorato)

Ma chi fa i falsetti?...

PROCOLO

Sta zitto! Ho un'ottava falsificata,

sentirete certi acuti tutti nuovi.

(entrano Prospero e Luigia)

PROSPERO

Signori, questa posta è vostra.

L'avvisator l'ha data a me per voi.

LUIGIA

Ve n'ha per me?

AGATA

Per me?

PROCOLO

Per me?

PROSPERO

Un giornale per Procolo,

(a Luigia)

una lettera per voi.

(Agata si siede a destra con la figlia)

AGATA

Leggiamo insieme.

BISCROMA

(a Prospero che gli porge alcuni fogli)

Hai rifatto la scena?

PROSPERO

Vedi se ti piace.

PROCOLO

(siede con la moglie a sinistra e spiega il giornale)

Ora l'esito avrem degli ultimi spettacoli.

IMPRESARIO

Andiamo a vedere la scena.

(parte)

Scena decima

Biscroma, Agata, Procolo, Luigia e Prospero. Poi Corilla.

[Finale]

AGATA

(toglie di mano la lettera alla figlia e legge)

«Livorno 10 aprile,

Luigia mia carissima

al foglio tuo gentile

risponde l'impresario

che accetta la scrittura

qualora mandi al diavolo

quell'orrida figura...

AGATA E LUIGIA

(leggendo insieme)

...dell'empia tua mamm'Agata.»

PROSPERO

(declamando con enfasi)

«È vero... è vero...

vendetta un dì giurai...»

AGATA

(Che dice quel poeta?)

BISCROMA

Bravo, ma bravo, va benissimo

(declamando)

«...vendetta un dì giurai...»

LUIGIA

(toglie la lettera alla madre e legge)

«...dell'empia tua mamm'Agata.»

AGATA

(piano alla figlia)

Leggi in sordina.

LUIGIA

«...che sparge la discordia

in ogni compagnia...

AGATA E LUIGIA

(leggendo insieme)

...che spoglia vecchi e giovani

qual ladro in sulla via.»

PROSPERO

(sempre con enfasi)

E questo è pur certissimo;

ognor me 'l rammentai.

AGATA

(Ed ora se continua gli spacco la vetrina!...)

BISCROMA

Bravo, bello, mi piace assai!...

LUIGIA

(continuando a leggere)

«...per cui v'ha gran pericolo...

AGATA E LUIGIA

(leggendo insieme)

...che appena qui arrivata

da padri, madri e coniugi

sia bene disossata...»

AGATA

...disossata?

PROSPERO

(non ricordando il verso)

«È poco... è poco...»

AGATA

Ma vedi il briccone che rabbia mi fa!

PROSPERO

«È poco svellere il core al traditor.»

BISCROMA

...Bello!

AGATA E LUIGIA

(leggendo insieme)

«Deciditi!

Risolviti, se ciò ti converrà;

in caso opposto subito

ad altra penserò.»

AGATA

(a Luigia mentre vanno più infondo della scena)

Senti come risponder Luigia devi qua.

PROSPERO

Maestro mio, quest'opera scommetto che farà...

PROCOLO

(leggendo il giornale)

«Fiascone decisissimo.»

BISCROMA

(guardando Procolo con rabbia)

Cascar ti possa l'ugola.

PROCOLO

(sempre leggendo il giornale)

«Cremona: il primo ballo...»

BISCROMA

(a Prospero)

E certo un gran furore!

Sai dove andrà quest'opera?...

PROCOLO

(leggendo)

«A terra, a terra! L'opera

è scritta da cavallo.»

PROSPERO

Puoi farti molto onore!

BISCROMA

Il libro e la mia musica

avran tanto successo,

che in coro tutto il pubblico

al certo acclamerà.

PROCOLO

(leggendo)

«S'impicchino, s'ammazzino

maestro e insiem poeta!

L'udienza più discreta

gridava or qua or là!...»

BISCROMA E PROSPERO

Non tarda questo Procolo

le mani mie provar!

CORILLA

(entrando)

Che succede senza Corilla?

È storia seria o buffa?

BISCROMA

(al poeta)

Non è poi necessaria

quella seconda zuffa.

PROCOLO

Ma aperto il sotterraneo

che mette sul fondale...

AGATA

(ritorna al proscenio con Luigia)

Scrivi che è un grand'asino,

sozzissimo animale.

BISCROMA

(ad Agata infuriato)

Ma questo è troppo, cattera!...

PROCOLO

È poco ad un insolente!

BISCROMA

Io parlo con quest'Agata,

mammaccia impertinente.

AGATA

Maestro, statti buono,

od io te le suono!

CORILLA

Ma questa è un'increanza,

è troppo inciviltà.

PROSPERO

Io leggo i versi miei.

BISCROMA

Fu fiasco non è vero?

AGATA

Ma cos'ha mai costui?

CORILLA

(al maestro)

Sono io uno zero?

LUIGIA

(alla madre)

Lasciate quel poetucolo...

PROSPERO

Ah! figlia impasticciata!

PROCOLO

(a Corilla)

Disprezza quel maestruccio.

BISCROMA

Ah, coppia diffamata!

TUTTI

Se perdo la pazienza qui male finirà!

Scena undicesima

Appare sulla porta l'Ispettore.

ISPETTORE

Alla prova signori, alla prova.

Doccia fredda su tutti.

PROCOLO

È indisposta madama mia moglie.

LUIGIA

Non sto comoda.

AGATA

Io tengo le doglie.

ISPETTORE

Non volete?

TUTTI

No!

ISPETTORE

No? Dunque, olà! V'avanzate.

Entrano Soldati con portantine.

LUIGIA, AGATA E CORILLA

Ma questa è violenza!

BISCROMA E PROSPERO

(ridono)

Ah, ah, ah, che gusto...

ISPETTORE

(al musico e al poeta)

Tacete e prudenza...

(agli altri)

Non volete? Ah, no?

(ai soldati)

Presto, su, cominciate da Procolo.

(i soldati mettono Procolo in portantina)

PROCOLO

Che cos'è, ispettore, altolà!

(dalla portantina)

Moglie, scrivi al tuo principe amico.

Scrivi, moglie, che tremenda vendetta farà.

LUIGIA E CORILLA

(tra loro)

Non si scherza, qui fanno davvero.

Anche a me questo giuoco s'appresta,

per schivar qualche brutta tempesta,

a teatro d'andar converrà.

BISCROMA E PROSPERO

(all'Ispettore)

Grati a voi per sì bella vendetta,

il maestro, il poeta saran.

(ridono ironicamente)

ISPETTORE

Ci voleva una pronta saetta.

La violenza domarli saprà.

AGATA

(ai soldati che tentano di afferrarla)

Signor, no! Come quello rinchiusa?...

Non ci vado, non fo tal burletta!

Una donna qual me si rispetta,

d'insultarmi l'ardir non si avrà.

Se qui s'appressa qualcuno a me

dovrà pagar quest'offesa

qui ognun mi rispetti

o l'offesa pagar mi dovrà.

ISPETTORE

(indicando la portantina)

Là.

(i soldati prendono Agata e la mettono a forza in portantina)

BISCROMA E PROSPERO

Questa sì che è una bella scenetta,

dalle risa crepare mi fa. Ah, ah, ah!...

AGATA

Ispettore, te la faccio pagare.

Agata è portata via in portantina, il Poeta dà il braccio a Corilla, il Maestro lo dà a Luigia e tutti escono.

Atto secondo
Scena prima

Un palcoscenico al momento della prova: sono presenti l'Impresario e mamm'Agata.

[Duetto]

AGATA

Tu m'hai fatta violar, ma a tempo e luogo

di questa violatura ne parleremo.

Adesso di un'altra cosarella

voglio con te parlar.

IMPRESARIO

Mamma! per carità, lasciami stare.

AGATA

No, signore! vo' parlare e vo' sapere

di qual somma far deggio capitale,

prima di esporre al pubblico

questa mia faccia bella, o caro amico!

IMPRESARIO

Ed io te 'l dico!

Senza tanti complimenti,

senza farti più mistero

ecco in breve il mio pensiero.

Se per sorte tu vai male,

stammi attenta ad ascoltar:

come cosa naturale,

te 'l confido francamente

da me niente puoi sperar.

AGATA

A quattr'occhi in confidenza

sappi dunque, amico mio

che una donna qual sono io

non si lascia sopraffar.

Se la gente ha dei capricci

per me certo non vo' impicci,

per lo men cinquanta scudi

tu mi devi anticipar.

IMPRESARIO

Non son pazzo a questo segno

e la mamma canterà.

AGATA

Se mi metto nell'impegno

anche il diavol non potrà...

IMPRESARIO

Via, che serve? Una persona

qual tu sei gentile e buona,

una lieve bagattella

non vorrà precipitar.

AGATA

Come a dire?

IMPRESARIO

Se non canti

la prigion è già sicura.

AGATA

Non fa nulla, vada avanti.

IMPRESARIO

Poco pane ed acqua pura...

AGATA

Mangio e bevo al venir fuori.

IMPRESARIO

E per giunta la tua figlia

lascio pure in libertà!

AGATA

Come, come? La mia figlia

lasceresti in libertà?

IMPRESARIO

Agatuccia, in conseguenza,

più la mamma non farà.

AGATA

No?...

IMPRESARIO

No!

AGATA

Insolentissimo, lingua di vipera,

cotanta audacia punita andrà!

IMPRESARIO

Tu puoi ben credere ch'io non so fingere,

ciò ch'è nell'animo sul labbro sta.

Far dell'ira tanta prova a che giova, di', che fa?

Con lo sdegno non si vince e nel caso, si vedrà.

AGATA

Vo' far parapiglia e sconvolger la città

e sarà gran meraviglia se tu vivo vai di qua.

IMPRESARIO

Ho fatto chiasso, questa è una

burla alfin d'accordo ci troverem.

AGATA

Così va bene, d'accordo andrem.

Scena seconda

Mentre esce Agata gridando «Burlone, burlone» entra Prospero.

PROSPERO

Impresario: una lite ho accomodata.

IMPRESARIO

Un'altra lite?

PROSPERO

Appena hanno i coristi saputo che il tenor

vien rimpiazzato da Procolo

a gridare han cominciato

invece di quel coro:

(recita in prosa)

«Viva il gran Romolo di schiere elette

di sue vendette trionfator.»

(indi canta con voce tenorile)

«Viva il gran Procolo di dolci a fette

buone polpette fabbricherà!»

IMPRESARIO

E Procolo?

PROSPERO

Pensate...

ma l'ho calmato.

IMPRESARIO

Meno male!...

PROSPERO

Ah! viene Agata con sua figlia!

Scena terza

Entrano Agata e Luigia.

AGATA

(guardando crucciata l'Impresario)

Addio, screanzato!

IMPRESARIO

Addio!

AGATA

Ma come, in sì piccol teatro cantar dovrò,

io che fui sulla Scala?

IMPRESARIO

Sieda e stia cheta, o chiamo l'ispettore!

LUIGIA

(alla madre)

Ma tu fai sempre liti!...

AGATA

Le faccio sol perché mi dian rispetto.

LUIGIA

Mamma, mamma!

AGATA

Che c'è?

LUIGIA

I suonatori ci guardan ridendo.

AGATA

I suonatori? In ogni tempo

fur la mia passione:

un corno ed un trombone

mi correvan dietro come gatti

nel principiar della mia carriera.

LUIGIA

Mi par che in quel palchetto vi sia quel collegiale...

AGATA

Non guardar, non guardar perché sta male.

Lo guarderai così languidamente

allorché canterai la cavallina.

Ad uno studente è troppo un'occhiatina.

Scena quarta

Entra Biscroma seguìto da Procolo. Poi Corilla.

BISCROMA

Amici, vi saluto!

IMPRESARIO

Oh! Maestro, ben venga.

PROCOLO

Domando scusa a lor signori.

BISCROMA

Istrutto è già ciascun di tutto,

ed il primo violino è tanto buono

che facilmente accorderà perdono.

PROCOLO

(annunciando l'entrata della moglie)

La prima donna!

IMPRESARIO

Oh, madamina!

Mettiamoci, amici miei, di buon umore.

E tu, Procolo mio,

dimentica il passato ed avrai lode.

PROCOLO

(con intonazione enfatica)

«Cesare udì, risolverà da prode.»

Ma fiorettar non posso e gestire,

se non sono vestito.

BISCROMA

(indicando Corilla)

Ed or frattanto proveremo l'aria tua.

CORILLA

Prima di tutto vo' fare i gargherismi.

PROCOLO

(chiamando)

Petruccio! L'ampollina.

(entra un servo a portar l'ampolla)

Ecco.

(consegna l'ampollina)

Vado a vestirmi; addio, regina!

(esce)

(Corilla esce)

Scena quinta

Gli Attori precedenti meno Procolo e Corilla.

BISCROMA

Mamm'Agata, se vuoi,

proviam la tua romanza.

AGATA

Sono pronta, mi spiace che otturato

tengo il fa acuto.

BISCROMA

Lo sturerai.

(rivolto all'orchestra)

Signori! eccomi a loro sono a pregarli...

AGATA

...e anch'io: è la mia voce un campanel d'argento,

e se loro signori mi suonan forte, è fatta.

Non posso far sentire le smorzature.

BISCROMA

(rivolto all'orchestra)

Si metta la sordina agli strumenti.

(ad Agata)

A lei mi raccomando...

AGATA

(entrando prima del tempo)

«Assisa...»

BISCROMA

È presto ancora!

AGATA

Or, or la canto:

[Romanza]

«Assisa a' piè d'un sacco

in mezzo del furore

gemeano fritti i sardi

nel più crudel rumore.

L'acqua tra i rami trepidi

ne percuoteva il suon,

i broccoletti limpidi

a' freddi suoi sospiri

ed i cancelli soffiano

nei lor tremendi giri,

l'acqua tra i rami trepidi

ne percuoteva il suon.»

(con gesto drammatico)

Ah, che dissi?...

BISCROMA

Agata mia, tu stoni!

AGATA

E chi ne ha colpa? Egli è il suggeritore che

sbagliare mi fa.

LUIGIA

Viva la mamma!

IMPRESARIO

Agata evviva!

PROSPERO

Evviva!

Scena sesta

Torna Corilla.

AGATA

Grazie!

(guardando Corilla che entra in scena)

A Corilla è caduto il rossetto.

Devo vestirmi da vittima?

BISCROMA

(a Corilla)

Se vuole, possiamo provare l'aria.

CORILLA

Andiamo pure. Di farvi questa grazia

io non ricuso.

BISCROMA

(all'orchestra)

Numero trentacinque.

PROSPERO

(a Corilla)

No, prego, mia signora,

attitudin romantica... espressiva...

CORILLA

Così?...

PROSPERO

No, no così!...

CORILLA

Ah!...

PROSPERO

Brava, evviva!

Qui Corilla canta un'aria di bravura a suo piacere.

BISCROMA

Bene, bene, benissimo!

IMPRESARIO

Che voce!

PROSPERO

Che espressione!

BISCROMA

Che forza!

IMPRESARIO

Che passaggi!

AGATA

Dovria sortir peraltro una comparsa

con un bel cestolino

a raccoglier le note, tutte quante,

che le sono cadute.

(alla figlia)

Andiam, vieni a vestirmi.

(esce con la figlia)

Scena settima

Biscroma, l'Impresario, Prospero e Corilla. Poi Procolo.

BISCROMA

A noi, da bravi, la marcia trionfale!

PROSPERO

Aspetta, aspetta, si sono bruciate

a Procolo le penne del cimiero.

BISCROMA

Che serve? Fa lo stesso, andiamo, andiamo.

PROCOLO

(internamente)

Sono pronto maestro!

BISCROMA

Incominciamo.

[Marcia trionfale]

CORO

(entra inneggiando a Procolo che è portato in trionfo)

«Viva il gran Romolo di schiera eletta

di sua vendetta trionfator!»

PROCOLO

«Son guerriero e sono amante...»

BISCROMA

(gridando con voce naturale)

No, no, non senti che sei indietro?

Eppoi cali!...

PROCOLO

Domani verrò coi tacchi

così crescerò un dito.

BISCROMA

(parlato)

Da capo!

PROCOLO

(riprendendo il canto)

«Son guerriero...»

BISCROMA

Cali!

PROCOLO

«Son guerriero...»

BISCROMA

Cresci!

PROCOLO

(con voce profonda)

«...e sono amante.»

BISCROMA

(ancora gridando forte)

No, no, oh, poveretto me!

PROCOLO

(incollerito)

«Son guerriero!...»

BISCROMA

Tu sei un asino!

PROCOLO

A me simile insulto?

CORILLA

Io ti vendicherò.

BISCROMA

Suvvia, la marcia lugubre.

PROSPERO

Attenti... a che ridete? Asini! Sciocchi!...

Esser mesti dovete... Abbasso gli occhi.

Scena ottava

Mentre l'orchestra suona la marcia lugubre viene condotta davanti a Procolo come trofeo di vittoria Agata vestita da schiava per essere da lui stesso immolata agli dèi.
Entra anche Luigia.

[Marcia lugubre]

PROCOLO

«Vergine sventurata, giunto è l'estremo istante

de' tuoi teneri dì. La bionda chioma, quell'innocente

viso...»

(parlando al suggeritore)

Le parole...

(canta)

«Quel placido sorriso

mi muove a pietà...

Ma vuole il fato che...»

(fa l'atto di pugnalare la vittima)

AGATA

(urlando)

Aiuto!...

LUIGIA

«Romolo non ferir!... Giove è placato!»

AGATA

Oh, meno male!... A questo signor Giove vo'

mandare un regalo, ma...

PROCOLO

(ampollosamente)

Silenzio!

Parla madama mia moglie.

TUTTI

(meno Corilla)

Zitti, ascoltiam!

CORILLA

Signor maestro... ascolti.

BISCROMA

Ascolto.

CORILLA

Io vorrei cantar per ultima...

BISCROMA

Come?...

CORILLA

...perché desidero riposarmi.

BISCROMA

Come, come tal pretesa

si concilia con l'entrata del rondò?

CORILLA

Si modifica la parte; io mi voglio riposar.

LUIGIA, AGATA E PROSPERO

È fissata la tua parte.

Non la puoi ormai cambiar!

PROCOLO

Ehi! che modi?...

CORILLA

Ascoltate: con un tocco da maestro,

s'introduce una corona,

una coda che prepari la mia entrata trionfal.

BISCROMA

Ma che coda, ma che coda?...

Qui non siam fra cani e gatti,

se ci prendono per matti

si va tutti all'ospedal.

CORILLA

Non sento niente, una corona chiedo sol, che dia respiro.

Caro maestro, non c'è rimedio

voi mi dovete accontentar.

BISCROMA

Né corona, né coda si può far.

Esegua la sua parte,

rispetti quel che è scritto,

è questo il mio diritto,

il maestro io son qua.

CORILLA

State calmi, non gridate!

Troverem la soluzione.

BISCROMA

Sta bene!

[Finale II]

PROCOLO

A proposito: come si sorte?

CORO

Sortiremo tutti insieme.

PROCOLO

No, non sta bene!... uno alla volta!...

PROSPERO

Si sorte a piedi.

PROCOLO

...o in carrozza, o in landò!...

CORO

...e perché non a cavallo?

IMPRESARIO

Sì, in una slitta o in un splendida lettiga!...

AGATA

Piuttosto, io direi, usciamo tutti in una diligenza.

CORO

S'esce a cavallo, in carrozza oppure in landò?...

PROSPERO E BISCROMA

Ma che dite, ma che dite!...

LUIGIA

La scelta farem poi.

IMPRESARIO

Ecco nato un altro intoppo

che girar ci fa la testa.

Se con calma penseremo,

ponderando le ragioni,

troverem le soluzioni

ed a posto tutto andrà.

TUTTI

Sì, dice bene, dice bene,

a posto tutto andrà.

PROSPERO

È già pronta una quadriga

al passaggio sulla scena,

che trainata da cavalli

grande effetto produrrà.

TUTTI

Bravo, bravo! Oh, che trovata fenomenale!

(entrando produce uno sgomento generale)

ISPETTORE

Signori, udite:

questa mane il gran consiglio

riunito ha il podestà...

e... saputo... della fuga inaspettata...

del contralto e del tenore...

ha sospeso all'impresario

ogni aiuto finanziario...

IMPRESARIO

Misero me!

LUIGIA E CORILLA

Come fare a rimediare?

PROSPERO E BISCROMA

Questo è uno stral a ciel sereno.

CORO

Nell'aria s'avanza

una nera tempesta.

Or tutto s'arresta

sorpresi noi siam.

ISPETTORE

...è infuriato, è indignato...

non un soldo vi darà.

Non permette che domani

noi si vada in sulla scena.

IMPRESARIO

Come far?... che contrattempo!...

Qual rimedio escogitar...

PROCOLO

Come pago il caffettiere,

come saldo il locandiere?...

IMPRESARIO

Queste sono le più fiere

inconvenienze del mestiere!...

PROSPERO

Se ci arresta il brigadiere

si fan tristi i nostri dì.

IMPRESARIO

Se interviene il brigadiere

per noi sol c'è la prigion.

LUIGIA E CORILLA

Or chi mai ci pagherà?

PROCOLO

La modista, la scuffiara,

come saldar?...

LUIGIA, CORILLA E AGATA

I creditori ci assaliranno

nessuna tregua ci daranno!...

Un tal pensier impazzire ci fa!...

IMPRESARIO

Ahimè, che far?...

PROSPERO

Gli abbonati han pagato due rate...

IMPRESARIO

...già divorate dagli artisti

con ingorda avidità!

TUTTI

Chi si salva da una tal calamità?

BISCROMA

(che alla notizia era rimasto pensoso)

Ascoltate!...

È sorto a me un pensiero;

non è nuovo, a dir il vero,

ma in un caso come questo

no, di meglio non si dà.

LUIGIA, CORILLA, AGATA E PROCOLO

Quale?... Parla.

CORO

Sentiam, sentiam...

BISCROMA

Attenti qua!

(tutti gli si affollano intorno; poi continua con aria di mistero)

La notte aiuta...

Facciam fagotto

e col cappotto

tentiam scappar.

Via di galoppo

senza indugiar.

LUIGIA E CORILLA

Oh, che trovata singolar!

Ciascun di qua

oppur di là

se n' fuggirà.

TUTTI

Idea genial!... Suvvia fuggiam.

Chi per di là

chi per di qua

se n' fuggirà

scomparirà.

La scena è comica in verità!

Oh, quanto ridere se ne farà!...

...per la città!... Ah, ah, ah, ah...

Tutti cautamente se ne vanno.

IMPRESARIO

(rimasto solo ed accasciato sopra una sedia)

Sono perduto... Son rovinato!...

Fine del libretto.

Generazione pagina: 14/01/2016
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40 (W)

Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava