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Falstaff

FALSTAFF

Dramma giocoso per musica.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Carlo Prospero DEFRANCESCHI.
Musica di Antonio SALIERI.

Prima esecuzione: 3 gennaio 1799, Vienna.


Personaggi:

Sir John FALSTAFF cavaliere attempato d'una grassezza deforme, in disordine per la cattiva condotta

basso

MS. FORD donna d'allegro umore, moglie di

soprano

MR. FORD ricco negoziante di Windsor, marito geloso, e compare di

tenore

MR. SLENDER ricco mercante e marito indolente di

basso

MS. SLENDER donna d'umore piuttosto brusco

soprano

BARDOLF servitore di sir Falstaff

basso

BETTY cameriera di Ms. Ford

soprano


Servi, Amici, Amiche, de' Ford, e degli Slender, Fate, Geni, Spiriti, ecc.

L'azione si suppone successa in Windsor nel secolo passato.

Atto primo

[Sinfonia]

Scena prima

Notte molto avanzata.
Sala in uso di festino in casa di Slender. Nel fondo orchestra, dinanzi alla quale tavola, che si sta sparecchiando; da un lato credenza guernita di confetture, rinfreschi, liquori, ecc.
Falstaff, master Slender, mistress Slender, mistress Ford, Convitati, Suonatori, e Servi.

[Introduzione]

TUTTI

Viva il comune amico,

colla gentil consorte!

Mai turbi astro nemico

la lor felicità!

MS. FORD

Rieda tal dì sereno

ben mille volte ancora!

E ci ritrovi ognora

in pace, ed amistà!

MR. SLENDER, MS. SLENDER

Grati al propizio augurio

noi ripetiamo ancora:

tal dì ci trovi ognora

in pace, ed amistà!

FALSTAFF

(a master Slender)

Falstaff! -di più non dico-

v'abbraccia come amico.

(a mistress Slender)

A voi di tutto core

si dice servitore.

MR. SLENDER E MS. SLENDER

Grati vi siam, signore.

FALSTAFF

(a mistress Ford)

E voi, Mistress, sapete

che non mi dispiacete?

(a tutt'e due)

Ma spero con più comodo

potervi favellar.

Insieme

MS. FORD

Le sono obbligatissima.

(Che pazzo da legar!)

MR. SLENDER E MS. SLENDER

(Costui si vuol distinguere,

o il vin lo fa parlar.)

MR. SLENDER

Ma lasciamo di far complimenti!

Già son noti i reciproci affetti.

Su, rinfreschi, liquori, e confetti:

poi si torni di nuovo a ballar.

(ai servi, che eseguiscono; e si ritira fra gli altri convitati, occupandosi fra loro, mangiando e bevendo)

FALSTAFF

Bravo invero! confetti, e liquori,

sì, beviam, poi si torni a ballar.

(mangia e beve ingordamente ecc.)

(Se non erro, con me la fortuna

stanca è alfine di far la ritrosa:

e un'impresa galante, e lucrosa

di rimbalzo mi fe' qui trovar.)

(guardando mistress Slender, e mistress Ford)

MS. FORD

(piano a mistress Slender)

(accennando Falstaff)

Chi ha invitato codesto sguaiato?

MS. SLENDER

(piano a mistress Ford)

Senza invito egli ci ha favorito!

MS. FORD

(piano a mistress Slender)

Tutta notte il galante mi fe'.

MS. SLENDER

(piano a mistress Ford)

E lo stesso egli fece anche a me.

FALSTAFF

(come sopra, pavoneggiandosi)

(Per Falstaff dura impresa non v'è.)

Sia pur l'ultimo bicchiere

questo, ch'or da me si bee,

se non siete voi le dèe,

ch'io vorrei sempre incensar!

(facendo un brindisi, mistress Ford e mistress Slender con caricatura)

(Vo' buscar le lor ghinee:

poi le mando a far squartar.)

MS. SLENDER

(piano a mistress Ford un po' risentita)

Che vi par di queste idee?

MS. FORD

(piano a mistress Slender con disinvoltura)

Lo dobbiamo canzonar.

(a Falstaff con caricatura)

All'elogio lusinghiero

d'un sì vago cavaliero,

è l'amica sì confusa,

che non sa che cosa dir.

Ed io pur, vi chiedo scusa,

non so come proseguir.

MS. SLENDER

(piano a mistress Ford)

Io, comare, avrei taciuto.

MS. FORD

(piano a mistress Slender con allegria)

Ci vogliamo divertir.

FALSTAFF

(alle due con caricatura)

So, che v'ha un linguaggio muto,

e Falstaff lo sa capir.

(intanto s'intona un minuetto: uno de' convitati invita mistress Slender a ballare)

FALSTAFF

(a mistress Ford invitandola)

È permesso... un minuetto?

MS. FORD

È un onor ch'io pronta accetto.

MS. SLENDER

(Quanto è mai, quanto è carino!

E si picca di ferir!)

CORO

(durante il minuetto)

Questo è dunque sir Falstaff!

Che ambulante barilotto!

Ha mangiato almen per otto!

E che dose tracannò!

Oh che grazia come balla!

Che fioretti! vedi! vedi!

come regger possa in piedi,

io per me capir non so.

(Falstaff, finito il minuetto con mistress Ford, invita mistress Slender, poi una comparsa, che ricusa)

MS. FORD

Ma già l'alba s'avvicina:

per me è tempo di partir.

CORO

Sì, già l'alba s'avvicina:

è già tempo di partir.

MS. SLENDER

Ma il geloso vostro sposo

a quest'ora dal suo viaggio...

MS. FORD

Sol domani ei dée venir.

Pur è tempo di partir.

MS. SLENDER, MR. SLENDER

Trattenervi non vogliamo,

se volete pur partir.

MR. SLENDER

Vengo dunque a compagnarvi.

MS. FORD

Se volete incomodarvi.

FALSTAFF

C'è Falstaff...

MS. FORD

Oh! mio signore,

io non merto un tale onore.

MR. SLENDER

La comar degg'io servir.

MS. FORD, MS. SLENDER, MR. SLENDER, CORO

No, non v'ha, piacer maggiore

che passar scherzando l'ore

degli amici in compagnia,

in concordia, ed allegria

no, piacer maggior non v'ha!

Viva, viva l'amistà!

FALSTAFF

(alternativamente a mistress Slender e a mistress Ford con caricatura)

Parto; oddio! ma questo core

fatto vittima d'amore

già perde la libertà.

(Oh! bellissima avventura!

Questa volta mi riscatto.

In due giorni il colpo è fatto;

l'una e l'altra è cotta già!)

(tutti partono. master Slender prende a braccetto mistress Ford, e mistress Slender li accompagna fuori della sala)

Scena seconda

Stanza di Falstaff nella locanda.
Bardolf solo.

Recitativo

Vedete che capriccio!

Che fiera indiscrezione! Ei se la passa

le notti intere in crapule, e in bagordi,

e vuol che intanto io vegli! ~

Sia maledetto il punto,

in cui venni a servir questo spiantato!

Mi sono propriamente rovinato,

con lui mi tocca a fare

da maestro di casa,

da camerier, da servitor, da tutto...

Non ho un'ora di quiete,

sempre grida e strapazzi, e le mesate

sul dorso col baston mi son pagate.

Il peggio è, che ridotto

a viver di raggiri e gherminelle,

mi ci mescola sempre; ed il padrone

perder fa al servo la riputazione...

Non reggo più dal sonno... ah!

(sbadiglia)

Come poi

finirà la faccenda?... Ah! me la sento:

per un destin fatale,

finiremo in prigione, o allo spedale!

Ah!

(sbadiglia)

Bella prospettiva!

(si sarà seduto)

Ma se resto seduto, dormirò,

e a colpi di baston mi sveglierò...

Alziamoci... a momenti

deve tornar Falstaff...

Alziamoci... sì... è meglio

pria che venga il padrone...

O allo spedale... o dentro una prigione!

(egli, durante gli ultimi versi, sbadigliando di tratto in tratto, fa più volte il moto d'alzarsi, ma sopraffatto sempre dal sonno ricade sopra la sedia, e finalmente s'addormenta)

[Cavatina (Arietta)]

(in sogno)

Or ci siamo, padron mio!...

Quante volte ve 'l diss'io!...

così aveva a terminar...

Mangiar da principe...

corteggiar femmine...

frecciate... debiti...

né mai pagar...

Lo spedale, o la prigione...

ve l'ho detto... mio padrone...

così aveva a terminar!...

(circa la metà dell'aria viene Falstaff, che starà ad ascoltare sorpreso, o facendo lazzi di collera; poi a tempo sveglia Bardolf con uno schiaffo)

Scena terza

Falstaff e Bardolf.

Recitativo

FALSTAFF

(minacciandolo)

Ah, pezzo di birbante! così parli?

BARDOLF

(scuotendosi dal sonno)

Chi ha parlato? Cos'è? Signor padrone!

Se ho detto qualche cosa, è stato in sogno,

sapete che ne ho il vizio,

e non si sogna sempre con giudizio.

FALSTAFF

Eh! Furbo! Manigoldo!

Se lo dici sognando,

convien che tu lo pensi anche vegliando.

BARDOLF

(mezzo fra' denti)

Non è mica impossibile.

FALSTAFF

Basta!

Hai ragion ch'io son di buon umore,

per altro il collo ti vorrei fiaccare.

BARDOLF

(Eccoci al suo famoso intercalare!)

FALSTAFF

Dimmi: conosci in Windsor

un certo Master Ford?

BARDOLF

Il cameriere

della locanda, ch'è mio grande amico,

col bicchiere alla mano in tre sessioni

di tutte le famiglie

di Windsor m'informò.

FALSTAFF

Dunque saprai,

che quel gaglioffo è ricco, è ricco assai.

BARDOLF

Ricco, ed ha bella moglie.

FALSTAFF

Oh! non c'è male.

Ma è donna di buon gusto:

sa distinguer il merito ~ capisci?

E poi sono informato,

che tien le chiavi dello scrigno: e questo

è quello che mi preme più del resto.

Dunque, per quanto dici, anche la moglie

di quel buon bighellon di Master Slender

conoscer tu dovresti.

BARDOLF

Anch'essa è bella...

FALSTAFF

O bella, o brutta, il punto

sta che anch'essa maneggia

la cassa del marito, ch'è un riccone.

BARDOLF

Non capisco la vostra intenzione.

FALSTAFF

So che una bestia sei, né lo pretendo.

Ora ti spiegherò quello che intendo.

[Cavatina (Duetto)]

Con molta degnazione

queste madame presero

in considerazione

quest'ampio, rispettabile

mio nobile individuo;

(pavoneggiandosi con caricatura)

dell'Anglia l'ornamento,

del mondo lo stupor.

BARDOLF

(Degli osti lo spavento,

martel dei creditor.)

FALSTAFF

Con sguardi, con smorfiette,

sorrisi, parolette,

comprender poi mi fecero,

che la viril presenza,

la gran circonferenza,

e l'aria, e la maniera

d'un uomo di gran sfera

appien riscossa aveano

la loro ammirazione. ~

Capisci, bacellone?

O non capisci ancor?

BARDOLF

Capisco, sì, signor.

(Il bel conquistator!)

FALSTAFF

Or queste due madame

saranno il mio Perù.

Stupisci, se capisci,

ammira, turlulù!

BARDOLF

Stupisco, sì, capisco...

(Che il turlulù sei tu.)

(intanto si sarà fatto giorno chiaro)

Recitativo

FALSTAFF

(con imperio)

Da scrivere!

BARDOLF

Ecco tutto.

(gli porta l'occorrente. Falstaff si mette al tavolino per scrivere)

FALSTAFF

(a Bardolf, che si mostra pigro, e sonnolento)

Lume... lacca... Su, muoviti, animale.

BARDOLF

(borbottando)

(O dentro una prigione, o allo spedale!)

(parte)

FALSTAFF

Dunque si scriva, e prima a Mistress Ford.

(scrive)

«Non mi chiegga un motivo ragionevole,

per cui l'ami, madama ~ la ragione

è una cosa seccante,

e lega non può far con un amante. ~

Voi siete assai vistosa:

chi può dir che vistoso anch'io non sia?

Ecco un punto per noi di simpatia.»

(ritorna Bardolf col lume acceso, e lo porta vacillando fra il sonno e la veglia verso Falstaff. Giunto al tavolino urta col braccio in Falstaff: il lume gli cade e si spegne. Falstaff gli dà una spinta, e lo guarda in atto minaccioso: poi torna a scrivere)

FALSTAFF

Bestia! che fai?

BARDOLF

Ch'è stato?...

Scusate: m'era quasi addormentato.

(torna a partire: quindi riviene col lume, e colla lacca)

FALSTAFF

(scrive)

«Voi siete allegra: io son di buon umore,

ecco la simpatia si fa maggiore! ~

Il vin non vi dispiace: e s'io so bere,

tutto il mondo l'attesta;

si può dar simpatia maggior di questa?

Per la qual cosa io t'amo. Ama tu ancora

un fido cavaliero,

che di spiegarti il suo gran foco anela,

di giorno chiaro, o a lume di candela:

Falstaff.» Così andrà ben. Ora a quell'altra...

si può scriver lo stesso. Or ben «Madama...

(torna a scrivere, ma sollecitamente)

è una cosa seccante... simpatia...

Ecco... Il vin... io so ber... tu ancora... anela...

di giorno chiaro, o a lume di candela:

Falstaff.»

(suggella le lettere, poi dandole a Bardolf)

BARDOLF

(Qual trama ordisce questo tomo?

Saran delle sue solite.)

FALSTAFF

Ehi! senti: porta questi due biglietti,

l'uno a Madama Slender,

l'altro a Madama Ford ~ ma bada bene:

fa' tutto con giudizio, e discrezione,

se no, Bardolf, ricordati il bastone! ~

Ora è già tardi per andare a letto:

maturerò in giardino il mio progetto.

(parte)

Scena quarta

Bardolf solo.

Li porto? o non li porto? Se li porto,

e la cosa va mal (com'è probabile),

c'è rischio anche per me. ~

Se non li porto,

e il padrone lo sa (ch'è pur probabile)

una bastonatura è inevitabile.

Mi terrò su due staffe:

porto questi alle belle,

per servire il padrone;

poi per servir me stesso

la faccenda ai mariti scoprirò,

e un regaletto almen ne buscherò.

Così, Bardolf ~ se a rovesciarmi il piano

il diavolo non viene,

la cosa, almen per te, finirà bene.

(parte)

Scena quinta

Strada in Windsor.
Master Ford solo, da viaggio.

[Cavatina]

Vicino a rivedere

la dolce, amata sposa,

di gioia, e di piacere

comincio a palpitar.

Ma, oh dio! chi sa se in petto

mi serba eguale affetto!

Chi sa se brama, o teme

vedermi ritornar!

Ah! no, dubbio funesto,

ah! non venir molesto

a disturbar il giubilo,

che il cor vorria provar.

Recitativo

Di dubitar di lei non ho motivo;

ma è donna, e tanto basta.

Disse ben chi la donna

il simbolo chiamò dell'incostanza!

Son sei giorni ch'io manco; ed in sei giorni...

si pon fare ad un uom dei brutti scorni.

Prima d'andare a casa

compare Slender vo' veder: da lui

d'ogni cosa informarmi in prima io voglio. ~

Chi può saper?... La moglie è un brutto imbroglio

(via)

Scena sesta

Sala in casa di Slender.
Mistress Slender, indi mistress Ford colla lettera di Falstaff in mano.

Recitativo

MS. SLENDER

Oh tinozza ambulante!

Temerario, arrogante!

Senza esser invitato ei viene in casa,

mi si dichiara amante,

e mi scrive sfacciato a questo segno!

E quando il mio contegno,

ed in che pote dargli un tal coraggio?

Due volte a caso ci siam visti, e mai,

salvo per civiltà, non gli parlai: ~

eppur quel temerario,

insolente, ubriacone,

osa di farmi tal proposizione?

[Aria]

Vendetta, sì, vendetta!

Che ingiuria così fiera,

sì orribile, sì nera,

non s'ha da tollerar.

(leggendo)

«Il vino non vi spiace!»

Che mentitor! che audace!

«Spiegarti il suo gran foco!»

(con gran collera)

E può cotanto osar?

Comprenderà chi sono,

quel temerario, indegno:

d'un tale ardir, m'impegno,

il fio dovrà pagar!

(in atto di partire, ed incontra mistress Ford, che vien frettolosa ridendo)

Recitativo

Comare, in questo punto

da voi veniva appunto.

MS. FORD

Ma che avete,

che sembrate agitata?

MS. SLENDER

Oh! ne ho ragione!

Sentite... no... leggete,

amica, questo foglio, e lo vedrete...

(dà la lettera a mistress Ford, che la legge)

Eh? ~ Che vi par?

(mistress Ford ride leggendo)

Ridete? ~ A dirvi il vero,

comare, il vostro rider non mi piace.

MS. FORD

(ridendo e leggendo)

Resistere non so...

(finisce di leggere)

Datevi pace.

Di questa vostra lettera

eccovi la sorella, anzi gemella. ~

Guardate, e dite

poi se non è bella.

(dando anche la sua lettera a mistress Slender)

[Duettino]

(dopo letto)

Insieme

MS. SLENDER

La stessa, la stessissima

infino ad una virgola!

I nomi soli variano: ~

malgrado la mia collera,

mi vien quasi da ridere.

Bizzarra in verità! ~

MS. FORD

La stessa, la stessissima

infino ad una virgola!

I nomi soli variano: ~

dovremmo andare in collera;

ma pur è meglio ridere.

Ch'è bella in verità! ~

(ride)

Recitativo

MS. SLENDER

(seria)

Ma parlando sul serio

non trovate voi questa una solenne

temerità di Sir Falstaff?

MS. FORD

(ridendo)

Sì, certo.

MS. SLENDER

Ci dobbiam vendicar.

MS. FORD

Per me ci sto.

MS. SLENDER

Un processo d'ingiurie...

MS. FORD

Ohibò, ohibò!

Senz'entrare in processi,

senza metterci in man de' tribunali,

l'aggiusterem da noi. ~ Fargli dobbiamo

una burla, ma grossa! ~ ma sonora! ~

Ci basterà per ora

tenerlo a bada... entriamo in gabinetto. ~

Fino che resta assente mio marito,

che nessun sappia niente,

ho un progetto bellissimo, eccellente.

(entrano per una porta laterale)

Scena settima

Master Ford, master Slender e Bardolf da un'altra porta laterale.

MR. SLENDER

(a Bardolf)

Ho capito: ma spero,

che non sarà poi vero.

BARDOLF

Sir John, vi torno a dire,

sir John Falstaff (conoscerlo dovreste)

sir John ha delle mire

sulle vostre signore.

MR. SLENDER

Io non lo credo:

la mia non è di quelle...

(Ford sta sempre badando con grand'agitazione)

BARDOLF

Falstaff tenta con tutte.

MR. SLENDER

(con impazienza)

Eh, via! son buffonate!

MR. FORD

(con umore)

Buffonate poi no, signor compare.

Son cose serie assai: di tale avviso

io ti son grato: prendi.

(a Bardolf, dandogli del danaro)

BARDOLF

Obbligatissimo.

(Bravo! l'ho indovinata.

Evviva! Ecco danaro... ora vo' farla

anch'io come il padron: voglio ubriacarmi,

poi dare una dormita per rifarmi.)

(parte)

MR. FORD

E che vi pare?

MR. SLENDER

Io non ci credo un cavolo.

MR. FORD

Eh! le femmine son peggio del diavolo! ~

Da quando in qua Falstaff

si trova in Windsor?

MR. SLENDER

È qui dacché partiste.

MR. FORD

Io no 'l conosco,

se non per fama.

MR. SLENDER

(Guai, se gli dicessi

che fu al festin di questa notte!)

MR. FORD

E dove alloggia?

MR. SLENDER

Al «Capricorno».

MR. FORD

Oh che razza d'insegna!

Vo' andar da lui...

MR. SLENDER

Compare, voi farete...

MR. FORD

Vo' veder la figura: non temete.

(vedono venir le donne, e si ritirano per osservare)

Scena ottava

Mistress Ford, mistress Slender dalla porta, per cui saranno entrate, e detti.
Le donne escono parlando fra loro senza accorgersi subito della presenza dei loro Mariti, che le stanno osservando in disparte.

MS. FORD

Non vedo proprio l'ora

di goder la scenetta.

MS. SLENDER

E volete tentar questa burletta?

D'aver non vi scordate

un marito geloso, che se mai

lo venisse a saper, sarebbon guai.

MS. FORD

Mio marito non c'è, né lo saprà.

Ma quando anche il sapesse,

strepiterà, ma alfin non sarà niente.

Si deve castigar quell'insolente.

[Quartetto]

Oh quanto vogliam ridere,

che spasso che sarà!

MS. SLENDER

Maggior castigo merita

la sua temerità.

MR. FORD

Le volpi si consigliano:

un guaio nascerà!

MR. SLENDER

Sì critico, sì serio

l'affar poi non sarà.

(mistress Ford scorge il marito, e corre festosa verso di lui)

MS. FORD

Bramato, sospirato,

o caro, sei tornato!

Su, vien tra le mie braccia,

o dolce mia metà!

MR. FORD

(resta sostenuto e torbido)

Bramato, o non bramato,

signora, io son tornato:

le piaccia, o non le piaccia,

vicino a sé m'avrà.

MS. SLENDER

(piano a mistress Ford, con sorpresa)

Ehi! qual linguaggio è questo?

MS. FORD

(piano a mistress Slender, con disinvoltura)

Saran delle sue solite.

MR. FORD

Sorprese son, si turbano:

gatta ci cova, amico!

Ah! qual destin nemico

mi fé partir di qua!

MR. SLENDER

La gelosia v'abbaglia,

io non ci credo un fico:

dissimulate, amico,

tutto si schiarirà.

MS. SLENDER

Comare mia carissima,

or che tornò l'amico,

il nostro bell'intrico

a monte andar dovrà.

MS. FORD

Può essere, e non essere:

non è quel grande ostacolo...

Anzi, se più mi stuzzica...

Basta, vedrem, chi sa?

(scherzosa)

Il viaggio fu allegro,

mio caro marito?

Ti sei divertito?

Hai fatto all'amor?

Ah! forse la grazia

d'un vago visetto, ~

furbetto! furbetto! ~

rubommi il tuo cor!

MR. FORD

(potendo appena trattenersi)

Tai scherzi, madama,

mi fanno dispetto, ~

cospetto! cospetto!

deridermi ancor!

Insieme

MR. FORD

Che dite, compare,

di tanta baldanza?

MS. FORD

Che dite, comare,

di tal stravaganza?

Insieme

MR. SLENDER

(piano a master Ford)

Più flemma e prudenza,

mio caro compar.

MR. FORD

(a master Slender)

La vostra indolenza

non posso approvar.

MS. SLENDER

(piano a mistress Ford)

Sarebbe imprudenza

la burla tentar.

MS. FORD

(Mi fa la pazienza

or ora scappar.)

MS. FORD

Mio caro, vo a casa:

non vieni?

MR. FORD

Lei vada.

MS. FORD

Vien meco.

MR. FORD

La strada

può sola trovar.

MS. FORD

(piano a mistress Slender)

Or son risolta, amica,

né punto mi confondo:

e se cadesse il mondo,

la burla io voglio far!

Insieme

MR. FORD

(Oh perfida incostanza!

Mostro crudel d'Averno!

O donne! oh nostro inferno!

E vi dobbiamo amar!)

MS. SLENDER, MS. FORD

(Fai pure, o gelosia,

dell'uom tristo governo!

Lo fai sudar d'inverno,

d'agosto il fai gelar.)

MR. SLENDER

Oh che cervello! E via!

Compare! che, impazzite?

Le donne, lo sentite,

vi stanno a corbellar.

(le donne partono)

Scena nona

Master Ford e master Slender.

Recitativo

MR. FORD

Eh! mia moglie, compare, è un umorino...

La conosco... potria

così per bizzarria...

Al «Capricorno» avete detto?

MR. SLENDER

Certo.

MR. FORD

Ho capito. (Mi vado a travestire

da mio cugino; e poi senza tardare

vo a visitar Falstaff.) Addio, compare.

(via)

MR. SLENDER

Io me la rido. ~ S'egli

a mia moglie s'accosta,

so già, ch'altra risposta

non otterrà da lei, che d'improperi

una serie solenne, e se di questi

non fosse ancor contento,

quattro schiaffi sonori in supplemento.

[Aria]

Venga pure il cavaliere,

tutti aguzzi ~ i suoi ferruzzi:

colle pive entro del sacco,

per suo smacco ~ ei tornerà.

Già mi sembra di vederlo,

come in aria di Zerbino

si presenta, e fa un inchino

alla fida mia metà.

(lazzi caricati corrispondenti)

«Bella dèa!» ~ «Che mi comanda?»

(come sopra, imitando ora la moglie, ed ora Falstaff con caricatura)

«Ah! per voi questo mio core...»

«La sbagliate, mio signore.» ~

«Ardo, brucio a quel bel ciglio...»

«Non mi secchi, la consiglio.» ~

«Idol mio, pietà! pietà!»

«Che parlar! Mi maraviglio

della tua temerità!»

E se ciò non gli bastasse,

s'ei tentasse andar più avanti:

quanti titoli obbliganti

da mia moglie buscherà!

«Furfante! Birbante!

Vigliacco! Marrano!

Ribaldo! Villano!

Ti graffio, ti straccio,

ti rompo il mostaccio;

se tosto non parti,

non fuggi di qua!»

E s'egli persiste ~

conosco mia moglie ~

per Bacco, lo fa.

(via)

Scena decima

Giardino nella locanda.
Falstaff, indi Bardolf frettoloso.

Recitativo

FALSTAFF

A un uom della mia sorte

non mancan mai risorse! la fortuna

me l'accocca talor: ma i pregi miei

la tengon sì in rispetto,

che alfin mi favorisce a suo dispetto.

BARDOLF

Signor, di voi domanda

un ente femminino imbacuccato...

FALSTAFF

Che venga pur.

(Bardolf parte)

Ah, ah! qui diventato

l'idolo io son, del sesso femminino!

Sentiremo anche questa. Fosse mai

qualche galante ambasciatrice? o qualche

novella ammiratrice

del merto mio? basta: o per sé, o per altri,

se a farmi vien qualche proposizione,

la prenderemo in considerazione.

Scena undicesima

Falstaff e mistress Ford travestita alla tedesca.

MS. FORD

(nell'entrare)

(No, non mi può conoscere!)

(poi a Falstaff, con un inchino)

Guten Morgen, mein Herr!

FALSTAFF

(con qualche sorpresa)

(Una tedesca!) Guten Morgen, mein Frau!

MS. FORD

Bitt' um Vergebung!

Ich noch nicht Frau: ich Jungfer.

FALSTAFF

Gratulieren!

Etwas wollen von mich, schöne Jungfretta?

MS. FORD

Sie sind ein loser Mann!

Sie haben, kleiner Schelm, zugleich zwei Herzen

so -mir nichts dir nichts- weggefischt.

FALSTAFF

Mein Jungfer,

ich sag in confidenz:

von deutsch nit haben viel intelligenz:

vor das ich dir preghieren,

nostra lingua du will mit mich parlieren.

MS. FORD

Mein Herr! io poco posso

vostra lingua parlar.

FALSTAFF

Du nur probieren.

Ich bissel deutsch, tu bissel nostra lingua,

a bissel pantomime,

a bissel discretion... assicurieren,

so très bien mitanander explichieren.

MS. FORD

Ma io far molti böcke...

FALSTAFF

Was ist das?

MS. FORD

Voler dir... molti falli.

FALSTAFF

Ebben: che preme?

Anch'io far böcke: ne faremo insieme.

MS. FORD

(Non mi conosce, lo sapeva.)

FALSTAFF

(Certo

cotta è di me costei!

Chi diamin sarà mai?)

Or dunque proponieren.

MS. FORD

Io dir, signor, che lei ~ bitt' um Vergebung!

(con caricatura)

Ma star ben grosso Spitzbub.

FALSTAFF

(Io non le sor dar torto!)

Ma perché, mia Jungfretta?

MS. FORD

(con caricatura)

Perché lei, mio signore,

a due madame aver geschnipft il core.

FALSTAFF

Ah, ah, ah! Was will machen?

(pavoneggiandosi e sorridendo)

(Capisco.) E chi star queste?

MS. FORD

Quelle che lei biglietto aver mandato.

FALSTAFF

Ma Jungfer come saper questo?

MS. FORD

Io stare

amica dalle zwei ~ mi aver pregata

risposta a lei portar.

FALSTAFF

Was? forse l'una

saper von andre, che mandar biglietto?

MS. FORD

Beleibe nicht, mein Herr ~ das wâr ein Streich!

FALSTAFF

Jetzt sagen mir risposta.

MS. FORD

Mistress Ford

lasciar lei dir: um elf Uhr... voler dir

quando batter campana undici botte ~

Master Ford nicht zu Haus. ~

Allora Sie, mein Herr,

la madama poter venir veder.

FALSTAFF

Quando batter campana undici botte?

Master Ford, buona notte! ~

Schön recht: a lei tu dir,

ch'io gewiss nit manchier,

la madama a veder gewiss venir.

E l'andre um wie vie! uhre mi vorrebbe?

MS. FORD

Mistress Slender, mein Herr,

für jetzt non poter dir wie oder wann;

perché fast immer star zu Haus ihr Mann. ~

Ma pur per lei, mein Herr,

aver gross infezione,

e warten occasione

di potere con lei venir insieme. ~

Io non aver veduta un'andre Frau

in signor so verliebt,

come diese signora ~

Wahrhaftig, Sie, mein Herr,

aver certe bellezze...

certe bellezze extra... Ja wahrhaftig!

(guardandolo con caricatura)

FALSTAFF

Eh, eh! la mia figura

piacer forse anche a Jungfer?

(pavoneggiandosi con compiacenza di sé medesimo)

MS. FORD

Oh! mein Herr!...

FALSTAFF

Io star gutherzig ~ du nichts dubitieren:

ich dich auch consolieren.

(Risparmio almen la mancia.)

MS. FORD

(Che birbone!)

FALSTAFF

(smorfioso)

E wahrhaftig! più ch'io dir contemplieren,

più amabile trovar... ja, meiner Seele!

MS. FORD

Sie, Bossheit! Sie!

FALSTAFF

(come sopra)

Wir wollen miteinander

a bissel conversieren.

MS. FORD

Sie, schlimmer Herr! Sie wollen mich vexieren!

[Aria]

O! die Manner kenn' ich schön!

Wenn sie nur ein Madchen seh'n

du bist reizend, du bist schön:

du bist rein und ohne Mängel,

ach! du bist ein wahrer Engel ~

ja so pflegen sie zu sagen. ~

Ach! ach! lindre meinen Schmerz!

Sieh'! ich kann ihn nicht ertragen!

Sieh', er bricht mir schön das Herz!

Doch dieses alles sind nur Lügen,

um die Mädchen zu betrügen:

denn, es darf nur Einem glücken,

uns're herzen zu berücken ~

Husch, so läuft er Euch davon. ~

O! die Männer kenn' ich schön!

Voler dir, che lei, signore,

mi burlare, poverella!

Già saper, che non star bella,

e che amor non meritar.

Ach! Sie loser, loser Mann!

Blicken Sie mich so nicht an!

Qua venuta star col core:

ora il cor più non trovar.

Bricconcello! Traditore!

Dir: mio core ~ dove star?

(Oh che amabile galante!

Che figura interessante!

Partiam presto: ~ se qui resto,

dovrò ridere, o schiattar.)

(parte)

Scena dodicesima

Falstaff, indi Bardolf, e poi master Ford, travestito.

Recitativo

FALSTAFF

E che ti par, Falstaff? ~ Va a maraviglia!

Il tuo caro individuo

comincia, ora che invecchia,

a diventare articolo di moda!

Ne saprem trar profitto. ~

Finor ti costò tanto! ~ Oh! savia pure

la bella festa inver, se or ne potessi

ritrarre il capital cogli interessi!

BARDOLF

Un certo signor Broch

vi vorrebbe parlare,

e aver l'onor di fare

colazione con voi.

FALSTAFF

Broch? no 'l conosco.

E far vorrebbe meco

colazione?... Cioè? Come s'intende?

BARDOLF

Due bottiglie d'Oporto

ha ordinate all'ostiere...

FALSTAFF

Che venga pure: anzi, mi fa piacere.

(Bardolf parte)

(Ah, ah, ah! Mistress Ford, e Mistress Slender,

ci siete, eh? ~ Non vi lascio,

se prima non ho fatto un buon bottino...

(entra master Ford)

MR. FORD

Signor, vi riverisco.

FALSTAFF

A voi m'inchino.

(qui un cameriere della locanda porta due bottiglie)

MR. FORD

Se ardisco disturbarvi, compatite.

FALSTAFF

In che devo servirvi?

MR. FORD

Favorite.

(accennando che beva)

(siedono e bevono di quando in quando)

Io son un uom, che ha speso gran denari:

Broch è il mio nome.

FALSTAFF

Voi già mi piacete;

e di meglio conoscervi

non vi celo il desio.

MR. FORD

Lo stesso ambisco anch'io: ~ da lungo tempo

con voi cerco d'entrare in relazione;

non per incomodarvi; ~ giacché alfine

mi trovo in abbondanza oro ed argento.

FALSTAFF

Questo d'ogni amicizia è il fondamento.

MR. FORD

Anzi ho qui un sacco pieno,

(cava un sacchetto di denaro, e lo pone sul tavolino)

e se a portarlo, aiutarmi volete,

quanto vi pare, o tutto ancor, prendete.

FALSTAFF

(con piacevolezza, e sorpresa)

Oh bella! Favorite

di spiegarvi un po' meglio.

MR. FORD

Degnate d'ascoltarmi ~ ogni riguardo

con voi, signore, a superar m'induce

un imperioso affetto...

FALSTAFF

Un affetto imperioso?... che intendete?

Spiegatevi.

MR. FORD

L'amore!

FALSTAFF

L'amore? vale a dir?

MR. FORD

Conoscerete

certa madama Ford!

FALSTAFF

Se la conosco?

Ottimamente.

MR. FORD

Da qualch'anno io l'amo,

l'adoro!... ella è crudel... tutto sinora

per muoverla a pietà, tutto tentai,

ma sempre invano, e ne dispero omai. ~

FALSTAFF

E a me venite a dirlo?

MR. FORD

Ah! da voi solo

spero soccorso!

FALSTAFF

Come?

Per chi m'avete preso?

MR. FORD

In grazia, udite.

V'è chi pretende, che sebben costei,

avversa ai voti miei, virtute ostenti,

tale con tutti poi non si sostenti.

FALSTAFF

(con espressione significante)

Avran forse ragione!...

MR. FORD

Or voi, che tutti

chiaman vero prototipo, e modello

del buon, del bello, del gentil, che onora

un cavaliere...

FALSTAFF

(con aria)

Avran ragione ancora!

MR. FORD

(Che arrogante!) A voi certo

resister non potrà la mia tiranna.

Se non basta quel sacco, altri ne avrete,

vi darò tutto il mio ~ ma contro lei,

vo' che formiate un amoroso attacco!...

FALSTAFF

(fingendo adirarsi, prende il sacco, e lo scosta da sé alquanto, mettendolo con affettato disprezzo vicino a Ford)

Cospetto! a' pari miei per tali imprese

non occorron mai spese, e... basta, penso...

V'è sempre delle mance, e regaletti

alla porta, alla sala...

(ripiglia il sacco, e lo ravvicina)

MR. FORD

(pone il sacco vicinissimo a Falstaff)

Bene, vi servirà per far la scala.

FALSTAFF

(raddolcito e familiare)

Ma dite un poco: e come mai può darsi,

che volentieri in mano altrui vediate

quella, che tanto amate?

MR. FORD

A me non resta

mezzo miglior. Mi spiego: in fin che a tutti

onor, virtude oppone, io la rispetto,

è invincibil per me; ~ ma se in lei scopro

una sol debolezza, una scappata,

eccola disarmata. ~

E senza tal difesa

facile allor ne spererei la resa.

Che ve ne par?

FALSTAFF

Dirò... ~

Signor Broch mio carissimo,

in primis et ante omnia questo sacco

a pigliar condiscendo... e poi, parola

di darmene al bisogno... e finalmente

toccate questa mano ~

per Mistress Ford non penerete invano.

MR. FORD

(Fremo!) Oh bontà!

FALSTAFF

Sappiate in confidenza,

che la vostra crudel m'aspetta appunto

a undici ore. Una certa tedescotta

appunto or or recommi il dolce invito. ~

Eh! m'avete capito?... dopo pranzo

vi darò buone nove.

MR. FORD

Oh caro! Oh amico!

Quanto mi consolate!

FALSTAFF

Fidatevi a Falstaff, ~

non dubitate.

[Aria]

Nell'impero di Cupido

sono un Cesare, un Achille;

e son noti a mille mille

i trofei del mio valor.

Questa piazza? -io me ne rido-

mi s'è resa a discrezione:

tanto al sesso il vanto impone

d'un eroe conquistator!

Io pro forma vo a occuparla;

ma (sia detto qui fra noi)

non mi preme il conservarla.

Penso sol di vendemmiare

nella cassa militare.

Fatto ciò, vi cedo poi

i miei dritti ~ e fate voi:

ma badate a farmi onor. ~

Ma quel viso perché fate?

No 'l credete? dubitate?

Caro Broch, voi m'offendete, ~

che mi piovon (non sapete?)

i biglietti e le ambasciate

delle donne innamorate?

Fin le stesse messaggere,

nel spiegarmi l'altrui foco

restan prese poco a poco

dal mio merto incantator.

Per esempio la tedesca,

che portommi il noto invito, ~

ah se aveste un po' sentito! ~

Sospirava, e questo è un fatto,

e diceva ad ogni tratto:

«Ach! sie loser, loser Mann!

Blicken Sie mich so nicht an.»

Dunque amico, non temete;

su gioite, su ridete,

state in festa, in allegria:

che a spianarvi io vo la via

di beare il vostro cor.

(parte)

Scena tredicesima

Master Ford solo.

Recitativo accompagnato

Ah, vile! ah, seduttore!...

Dunque è pur vero? ~ Ah! mi si spezza il core! ~

Or chi dirà, che a torto io sia geloso? ~

L'indegna! al ganzo il tradimento infame

proporre osa ella stessa!

Già conchiuso è il contratto, e l'ora espressa! ~

No, di giungere a tal giammai creduta

capace io non l'avrei... Donna infedele! ~

Sorte troppo crudele!

Si lacera il mio onor, tradito io sono,

si saccheggia il mio scrigno: ~ e mentre i torti,

e i vituperi miei

colui, che n'è l'autor, mi vanta in faccia,

convien ch'io l'oda millantarsi, e taccia!

[Aria]

Or gli affannosi palpiti

dei dì trascorsi intendo:

il fulmine tremendo

già presagiva il cor.

È questa dunque, o perfida,

questa è la fé giurata?

Così compensi, ingrata,

il più sincero ardor?

Ah! che a un tratto mi squarciano il petto

la vergogna, lo sdegno, e l'amor!

A sorprender l'indegna m'affretto. ~

Trema, infida, al mio giusto furor!

(via smanioso)

Scena quattordicesima

Stanza di mistress Ford, con alcovo praticabile.
Mistress Ford, mistress Slender, Betty e Servi, che portano una gran cesta, e la depongono in un canto.

Recitativo

MS. FORD

(a' servi)

Restate là vicini, e quando io chiami,

tosto accorrete, e preso sulle spalle

questo canestro, dalla lavandaia

nella picciola fossa

portatolo laggiù presso il Tamigi,

e nell'acqua vuotatelo di botto,

senz'altro esaminar, senza far motto.

MS. SLENDER

Avete ben capito?

(a' i servi, che accennano di sì)

MS. FORD

Or dunque andate,

tenetevi in parata, e non mancate.

(i servi partono)

MS. FORD

Tu, Betty, andrai con loro. ~

Informati di tutto, osserva bene,

poi fedelmente a noi riporterai.

BETTY

Ho inteso, ho inteso.

Oh! rideremo assai!

(si bussa)

MS. FORD

(a Betty)

Vedi chi è!

(Betty eseguisce)

Mio marito,

appena giunta a casa,

mi fe' dir che un affare d'importanza

lo richiamava in fretta alla città;

anzi il messo soggiunse, che in calesse

montar l'avea veduto...

MS. SLENDER

Ma se fosse una finta?...

MS. FORD

È finta anche la nostra;

e poi, comunque sia,

tutto schiarir si deve in conclusione

per nostro onor, e loro correzione.

(torna Betty)

MS. SLENDER

Godremo dunque questa commedietta.

BETTY

Falstaff le fa saper, che sta attendendo

alla porta di dietro

il permesso d'entrare.

MS. FORD

(a Betty)

Sì, sì, che venga.

Ehi! bada a non mancare!

(Betty parte)

MS. SLENDER

(a mistress Ford)

Io mi ritiro.

MS. FORD

Al concertato segno

siate all'erta, comare!

MS. SLENDER

Oh! non temete.

(si ritira per una porta laterale)

MS. FORD

Ora dunque fingiamo,

facciam la spasimante

per burlar l'adorabile galante.

La scena esser dovrebbe assai ridicola;

e in sostanza il mio onor non ci pericola.

Scena quindicesima

Mistress Ford, Falstaff, indi Betty dietro la scena, poi mistress Slender.

[Finale I]

FALSTAFF

(correndo verso mistress Ford tutto smorfioso)

Bricconcella! alfin t'ho colta...

Eh? né più mi scapperai!...

Or, se in lei m'intabaccai,

ti perdono, o dio d'Amor!

MS. FORD

Malandrino! me l'hai fatta,

sì: tu m'hai piagato il core;

ma se nutri un fido ardore,

egli avrà qualche ristor.

FALSTAFF

Fido a te sarò, qual tortore

all'amata tortorella.

MS. FORD

Temo sol del mio demerito:

non ho grazia, non son bella,

non ho brio, né leggiadria...

FALSTAFF

Oh calunnia! Oh tirannia!

Piaci a me, ~ né si può dare

più infallibile argomento,

ch'esser déi proprio un portento

e di grazia, e di beltà.

MS. FORD

Questa è tutta sua bontà.

Insieme

FALSTAFF

(Se la beve, se la crede,

sempliciotta! e non s'avvede,

ch'è il bisogno la ragione,

che così parlar mi fa.)

MS. FORD

(Se la beve, se la crede,

scimunito! e non prevede,

che alla fin, come un minchione,

corbellato resterà.)

MS. FORD

Come figlio del mio affetto,

non vi celo un mio sospetto:

ieri al ballo -se non fallo-

osservai certe smorfiette,

certi vezzi, parolette,

certi cenni, certe occhiate

colla Slender... perdonate...

ma per dirla ~ non vorrei

con colei fare a metà.

FALSTAFF

Oh calunnia! Oh tirannia!

Or che adoro i tuoi bei rai!...

Con colei!... che di' tu mai?

Il pensarlo è crudeltà!

MS. FORD

Tanto meglio! or son contenta!

FALSTAFF

Sei tu sola il mio tesoro!

MS. FORD

Caro, anch'io te solo adoro!

FALSTAFF

E se un'Elena venisse...

MS. FORD

Se un Adon mi si esibisse...

FALSTAFF

Gli direi...

MS. FORD

Risponderei...

FALSTAFF

Vada in pace!

MS. FORD

Non mi piace!

Insieme

MS. FORD

Oh che bella fedeltà!

(Vuoi star fresco in verità!)

FALSTAFF

Oh che bella fedeltà!

(Vuoi star fresca in verità!)

(mistress Ford starnuta)

MS. FORD

Zitti!

BETTY

(di dentro)

Signora,

c'è mistress Slender

nell'anticamera,

che sbuffa e smania,

che vuol entrar.

Dice d'avervi

gran cose a dire.

Volete aprire?

O ha da tornar?

MS. FORD

(a Falstaff)

Aprirle è meglio,

acciò non creda...

FALSTAFF

Che venga pure,

ma non mi veda.

MS. FORD

Anch'io l'approvo: ~

dentro l'alcovo

presto celatevi.

FALSTAFF

Non perdo tempo.

MS. FORD E FALSTAFF

Qual contrattempo

vienci a sturbar!

(Falstaff si ritira nell'alcovo)

MS. SLENDER

(entrando agitata)

Ohimè! Comare,

siete infamata,

precipitata! ~

Che mai faceste?

MS. FORD

Che? non v'intendo...

MS. SLENDER

(ironica)

Non m'intendete?

MS. FORD

Meglio spiegatevi.

MS. SLENDER

Eh! non fingete!

MS. FORD

(piano all'altra, ridendo)

Brava!

MS. SLENDER

(piano come sopra)

Bravissima!

MS. FORD

Dite, che fu?

MS. SLENDER

Inferocito

vien colle guardie

vostro marito.

Dice sapere,

che in questo istante

un vostro amante

con voi ritrovasi

a tu per tu.

Vuole scoprirvi,

prostituirvi,

vuole ammazzarlo,

vuol trucidarlo,

vuol far di più.

MS. FORD

Oh me meschina!

Son rovinata!

MS. SLENDER

È dunque vero?

C'è?

MS. FORD

Non lo nego.

C'è un cavaliero,

un uom degnissimo,

che amo moltissimo. ~

Per me non temo;

per lui sol tremo! ~

Ah! di quel misero

che mai sarà?

MS. SLENDER

Per or superflui

son tai lamenti:

vostro marito

è qui a momenti!

MS. FORD E MS. SLENDER

Egli in ogni angolo

lo cercherà.

Di qui nasconderlo

mezzo non v'ha.

MS. SLENDER

Di farlo uscire

convien cercare.

MS. FORD

Ma come fare,

che non l'incontrino?

Insieme

MS. FORD

Deh! consigliatemi

voi per pietà!

MS. SLENDER

Qualche rimedio

si troverà...

MS. SLENDER

Qui v'è una cesta...

Fate una cosa:

si celi in questa.

Quindi copritelo

di panni sudici;

e sotto titolo

di biancheria,

fate sollecita

portarlo via...

Ci avete forse

difficoltà?

MS. FORD

È troppo grosso,

non v'entrerà.

MS. SLENDER

Ch'è un elefante

il vostro amante?

MS. FORD

Ah, pe 'l mio bello

ch'è panciutello,

quello è un cestello...

Insieme

MS. FORD

No 'l capirà.

MS. SLENDER

Lo capirà.

FALSTAFF

Si proverà.

FALSTAFF

(uscendo dall'alcovo tutto affannato, e tremante)

Provar lasciatemi,

per carità!

MS. SLENDER

(fingendo sorpresa, e risentimento)

Come! Che vedo?

Lei qui, signore?

Quest'è l'amore,

che mi giurò?

FALSTAFF

Io t'amo... sappi...

ma fa, ch'io scappi

questa tempesta,

funesta, infesta!

Su, presto, presto,

lesto nel cesto

mi celerò.

Insieme

MS. FORD E MS. SLENDER

Presto adagiatevi,

vi coprirò.

FALSTAFF

Presto copritemi;

che già ci sto.

(Falstaff si nasconde nella cesta: le donne lo coprono con de' cenci)

MS. FORD

(chiamando i servi, che accorrono con Betty)

Roberto! Stefano!

Tosto accorrete.

Questo canestro

su, su, prendete;

dal lavandaio

lo porterete;

gite di trotto,

senza far motto:

io così vo!

(i servi eseguiscono e quando stanno per partire, compariscono sulla porta master Ford, master Slender, ed altri, i quali accidentalmente impediscono l'uscita a' servi)

Scena sedicesima

Mistress Ford, mistress Slender, master Ford, master Slender con séguito di Amici.

MR. FORD

(a master Slender, ed agli altri)

(ancor sulla porta)

Se son geloso a torto,

se vano è il mio sospetto,

ditemi un uomo inetto,

beffatevi di me!

MS. FORD

(piano a mistress Slender)

Dunque diceste il vero?

MS. SLENDER

(piano a mistress Ford)

Senza saperne un zero.

MR. SLENDER

Alfin non sarà nulla.

MR. FORD

(a' servi)

Ehi! dove, e che portate?

BETTY

Dal lavandaio...

MS. FORD

(a' servi)

Andate!

(a master Ford)

Ciò non si spetta a te.

(i servi partono colla cesta: Betty li segue)

MR. FORD

Un sogno io feci. ~ Ahi! sogno

troppo funesto e rio!

Insieme

MR. FORD

Da quel momento, oh dio!

la pace il cor perdé!

MR. SLENDER E CORO

Ai sogni, amico mio,

badare non si de'.

MS. SLENDER

(con sorpresa)

(Per burla lo diss'io:

e vero poi si fe'.)

MS. FORD

(Or qui lo sposo mio

burlato resta affé!)

(intanto Ford avrà guardato per la stanza, e nell'alcovo)

MR. FORD

Ecco le chiavi, andiamo,

cerchiamo, visitiamo: ~

il vago troverete,

il sogno intenderete...

Insieme

MR. FORD

(ironico)

E la mia sposa amabile

il resto vi dirà.

MR. SLENDER E CORO

Quel che volete, facciasi:

ma nulla poi sarà.

MS. SLENDER E MS. FORD

(Ah, ah! mi vien da ridere!

Burlato ei resterà.)

(master Ford, master Slender e gli altri partono)

MS. FORD

Non so se più goda

che resti burlato

l'amante sguaiato,

o il pazzo mio sposo

che sempre geloso

tormento mi dà.

MS. SLENDER

Però mi stupisco,

che Ford sia venuto:

pur dir v'avea fatto

che andava in città.

MS. FORD

Anch'io non capisco...

MS. SLENDER

Che forse abbia avuto

un lume, un indizio?

MS. FORD

Che importa? che fa?

MS. FORD E MS. SLENDER

Alcun pregiudizio

a noi non farà.

MS. FORD

Per altro io suppongo,

che al nostro buzzone

sol questa lezione

bastar non potrà.

MS. SLENDER

Avete ragione:

per questo bestione

un'altra lezione

sì, sì, ci vorrà.

MS. FORD E MS. SLENDER

Torniamo a invitarlo,

torniamo a burlarlo;

verrà, ci scommetto:

e un altro spassetto

da noi si godrà.

(ritorna master Ford con gli altri, e cerca smanioso per la stanza)

MR. SLENDER E CORO

E forzieri e armadi e casse

visitammo attentamente:

ma d'un'anima vivente

neppur l'ombra si trovò.

MR. FORD

(No 'l ritrovo! Ah! quell'indegno.

Potria forse aver mentito...

son confuso ed avvilito:

che pensar, che dir, non so.)

TUTTI GLI ALTRI

(È confuso ed avvilito,

che il galante invan cercò.)

MS. FORD

(a master Ford mostrando risentimento)

Bell'onor che voi mi fate!

Ora in grazia del marito

io sarò mostrata a dito:

per fraschetta io passerò.

MR. SLENDER

Ma che diavolo, compare!

Che vuol dir? Siete impazzito?

Io vi vedo a mal partito;

il giudizio se n'andò.

MS. SLENDER

Con codeste stravaganze

si fa torto anche il marito,

e fa nascere il prurito

di far quel che dir non vo'.

MR. FORD

Dica pure ognun la sua,

sol tacere a me conviene.

Strepitate? fate bene:

tutto in pace ascolterò.

MR. SLENDER

(burlandolo)

Ora il sogno ci direste?

MS. SLENDER

(come sopra)

Sì, quel sogno che faceste!

MS. FORD

(contraffacendolo)

Quel siffatto sogno ~ ahi! sogno!

GLI ALTRI

Raccontate, dite un po'...

Insieme

MR. FORD

(Dican pur: ma di sua fede

la certezza al cor non riede,

che dubbioso e incerto sta.

Scorger parmi il ciel sereno,

l'aure liete e l'onde chete.

Par che torni questo seno

a goder tranquillità.

Ma poi scorgo nubi infeste,

furibonde laure e l'onde;

e procelle e rie tempeste

gelosia destando va.)

GLI ALTRI

mistress Ford e mistress Slender

Così va: chi ai sogni crede,

vede quello che non vede,

e non vede quel che v'ha.

master Slender e Coro

Quando a dolce calma in seno

l'aura liete e l'onde chete

e ridente il ciel sereno

spiran sol tranquillità. ~

Fieri nembi, nubi infeste,

furibonde l'aura e l'onde,

e procelle e rie tempeste

desto ancor sognando ei va.

CORO

(Persuaso poco sembrami

d'una tale verità.)

Atto secondo
Scena prima

Stanza di mistress Ford.
Mistress Ford, mistress Slender, e Betty.

Recitativo

BETTY

Sentite pure: i servi

non si potean dar pace

del peso enorme del canestro; appena

lo reggean sulle spalle; finalmente

giunsero alla corrente ~

e paff! che scoppio! parve proprio come

se caduto vi fosse un monticello.

Contenti i servi e scarichi

se ne tornano a casa:

io dalla lavandaia

dietro una porta ad osservar mi metto:

come andasse a finire il bel giochetto.

[Terzetto]

Nell'acqua il buzzone

si scuote e dimena:

nel mar la balena

più chiasso non fa.

MS. SLENDER E MS. FORD

Che spasso! che scena!

Ah! ah! ah! ah! ah!

BETTY

Dal bagno fatale

si prova a cavarsi,

né può equilibrarsi,

né regger si sa.

MS. SLENDER E MS. FORD

Ben può figurarsi,

ah! ah! ah! ah! ah!

BETTY

Provò cento volte,

e cadde duecento;

ma pure a gran stento

alfin si rizzò.

MS. SLENDER E MS. FORD

Un vero portento!

Oh! oh! oh! oh! oh!

BETTY

Sortito dall'acqua,

qual topo bagnato,

confuso, scornato

a casa tornò.

MS. SLENDER E MS. FORD

Se l'è meritato.

Oh! oh! oh! oh! oh!

MS. SLENDER, MS. FORD E BETTY

Galanti sguaiati,

prendete lezione;

nel nostro buzzone

specchiatevi un po'!

Recitativo

MS. FORD

Questa a buon conto è andata a maraviglia;

comare, alla seconda,

e poi forse alla terza!

MS. SLENDER

Alla terza?

MS. FORD

Alla terza. M'è venuto

un pensiero bizzarro, e già si fanno

gli apparecchi opportuni

per ordin mio. Vedrem. Tutto saprete.

Intanto alla seconda!...

BETTY

Ma se il padron venisse...

MS. SLENDER

Oh! questa volta

pericolo non v'è. Con mio marito

e con molti altri amici all'uccelliera

nel nostro poderetto

poc'anzi se ne andò. Pagar gli tocca

il pranzo a tutti quanti.

BETTY

Come? perché?

MS. FORD

Ah! ah! l'avea promesso,

se falso si trovava il suo sospetto.

Ma entriam nel gabinetto:

lì ho già pronta la lettera

per abbonire ed invitar Falstaff.

(a Betty)

Tu gliela porterai ~ ti dirò poi

come hai da contenerti.

Più non tardiam: ché attender posso appena

il piacer di goder quest'altra scena.

(entrano nel gabinetto)

Scena seconda

Stanza di Falstaff nell'osteria.
Si vedono distesi gli abiti di Falstaff per asciugarsi. Falstaff in veste da camera lacera, indi Bardolf.

Recitativo

FALSTAFF

(chiamando)

Ehi, Bardolf! a chi dico?

BARDOLF

Eccomi.

FALSTAFF

Fammi

preparare un buon fiasco

d'acquavite di Francia

con entrovi del pane abbrustolito.

Animo, presto, sbrigati!

BARDOLF

Ho capito.

(parte)

Scena terza

Falstaff solo.

Corpo di Satanasso! Ad un par mio

ne hanno a accader di queste?

Esser portato al fiume entro d'un cesto,

come portan le trippe i macellai!

Ah! se arrivano mai

a farmi la seconda,

mi fo trarre il cervello,

friggerlo nel butirro e darlo ai cani!

Quei birbanti marrani

mi gettaron nell'acqua

con quella indifferenza

con cui ci suol gettare

i cani o i gatti, chi se n' vuol disfare!

Buon che l'acqua era bassa!...

Scena quarta

Bardolf, il suddetto, indi Betty.

FALSTAFF

(a Bardolf)

È preparato?

BARDOLF

V'è fuori una ragazza

che vi vorria parlare.

FALSTAFF

Portami l'acquavite, e falla entrare.

(Bardolf via)

FALSTAFF

Verserò del liquore

sull'acqua del Tamigi che ho inghiottita.

Bru! la pancia ho di gel.

BARDOLF

(introducendo Betty)

Resti servita.

BETTY

Con permesso ~ mi scusi ~

umilmente m'inchino

a vostra signoria.

FALSTAFF

(con noncuranza)

Servo, che c'è?

BETTY

Illustrissimo, a lei

mi manda Mistress Ford.

(Bardolf riparte)

FALSTAFF

(con espressione)

Sì? Mistress Ford?

Quella signora me l'ha fatta bella!

BETTY

Ah! no: colpa non ha la meschinella!

La colpa è sol dei servi sciagurati;

oh! come li ha sgridati!

L'hanno fatta da bestie.

FALSTAFF

Da bestia anch'io l'ho fatta, col fidarmi

delle promesse d'una pazzarella!

BETTY

No, che fa torto a quella meschinella!

[Cavatina (Duetto)]

Ah! Signore! se sapesse

quanto è afflitta, poverina!

È perduta la meschina!

È inconsolabile,

piange, sospira,

smania, delira.

Fa proprio compassione a chi la mira!

FALSTAFF

Va benissimo: ma intanto,

se il canale era più fondo,

m'affogava, e addio bel mondo!

E l'uom dell'Anglia

più singolare

dovea restare

i pesci del Tamigi ad ingrassare.

(viene Bardolf con una scodella)

Recitativo

BETTY

Si degni almen di legger questo foglio:

poi se le basta il cor,

s'è un disumano,

lasci languire la poverella invano.

(porgendogli un biglietto)

FALSTAFF

(piglia il foglio con indifferenza)

Vediamo un po'... (scusarsi

forse vorrà).

(a Bardolf)

Gli occhiali,

Bardolf!

BARDOLF

Vossignoria gli aveva in tasca.

(cerca gli occhiali nelle saccocce dell'abito disteso, e li dà a Falstaff)

FALSTAFF

(con espressione)

Leggerò... ma!...

BETTY

(Scommetto che ci casca!)

(Falstaff or beve, or legge)

[Terzetto]

FALSTAFF

(leggendo)

«Se mi vedeste il core...»

Il cor!...

(beve)

Che buon liquore!

BETTY

Pietà di lei, signore!

FALSTAFF

Ben, bene ~ si vedrà.

BARDOLF

(Ci gioco che il padrone,

da vero bighellone,

per la seconda volta

burlare si farà!)

FALSTAFF

(legge)

«Se non venite, io moro»...

Io moro!...

(beve)

Che ristoro!

Insieme

BETTY

Vedete, poverina!

È degna di pietà!

FALSTAFF

(È cotta madamina!)

(a Betty)

Ma!... basta: non si sa.

BARDOLF

(Un'altra bagnatina

nuocergli non potrà.)

FALSTAFF

(legge)

«Alle tre e mezza.»

BETTY

Appunto.

Verrà?

FALSTAFF

Mah!

(legge)

«Mio marito

all'uccelliera è gito.»

BETTY

Saran sicuri.

FALSTAFF

Mah!

Insieme

BETTY E BARDOLF

(Quante difficoltà!)

FALSTAFF

(Or ceder si potrà.)

FALSTAFF

Basta! sì fiero e barbaro

Falstaff il cor non ha.

Dille che all'ora topica

al fianco suo m'avrà.

BETTY

Esulterà di giubilo

quando lo sentirà.

FALSTAFF

Ma dille ancor che ponderi

che cosa sono gli uomini,

che i pregi miei consideri,

che calcoli i miei meriti,

e pensi quanto è fragile

la nostra umanità.

BETTY

A riportarle affrettomi

sì bella novità.

BARDOLF

(Il sorcio nella trappola

tornò, ma ben gli sta.)

(parte Betty con Bardolf, il quale porta via la scodella)

Scena quinta

Falstaff solo.

Recitativo

E il nostro signor Broch

vedere non si fa: mi fece dire

che lo attendessi in casa... ~ a parlar chiaro,

m'accomoda assai bene il suo danaro.

Scena sesta

Bardolf, ed il suddetto.

BARDOLF

Il signor Broch v'attende...

FALSTAFF

Buono! e dove?

BARDOLF

Volea salir da voi; ma gli hanno detto

che c'era qualcheduno:

per questo andò in giardino, e lì v'aspetta.

FALSTAFF

Non vo' far aspettar quel galantuomo.

(in atto di partire)

BARDOLF

E ci andate così?

(accennandogli ch'è in veste da camera)

FALSTAFF

Bestia! e non sai,

che in gala o in negligé

Falstaff è sempre quel? ~ Bada che presto

s'asciughi quel vestito!

Sai ch'è il mio prediletto.

(via)

BARDOLF

Bel dire! ma chi poi

bramasse di saper la verità,

la chieda a quel baule, e la saprà.

(prende il vestito, e va via)

Scena settima

Giardino della locanda.
Master Ford travestito, indi Falstaff.

Recitativo

MR. FORD

Se un pranzo non vi basta, amici cari,

due, tre, dieci, cinquanta, cento, mille

ve n' pagherò: ma in questo dì, con questa

fiera serpe nel seno

allontanarmi, oh dio! come potrei?...

(viene Falstaff)

FALSTAFF

Oh bravo! siete qui?

MR. FORD

M'inchino a lei.

FALSTAFF

Sarete, mi figuro,

bramoso di saper come sia andato

l'affar con Mistress Ford?

MR. FORD

Sì, certamente...

FALSTAFF

È andato male assai, pessimamente!

MR. FORD

Come? forse madama

avea cangiata idea?

FALSTAFF

Anzi, sempre più cotta.

MR. FORD

(Anima rea!)

FALSTAFF

Sentite... dunque: all'ora destinata

me n' vo da madamina; essa m'accoglie

tutta gioiosa...

MR. FORD

(fremendo di nascosto)

(Perfida!)

FALSTAFF

Comincia

una scena amorosa,

cioè parole tenere,

vezzi, proteste, giuramenti, eccetera...

MR. FORD

(Resisti, o cor!)

FALSTAFF

Ma che? Improvvisamente

arriva quella bestia del marito

smanioso, furibondo, inferocito!

[Cavatina (Duetto)]

MR. FORD

Che sento? E quando ei venne,

voi c'eravate ancora?

FALSTAFF

C'era purtroppo ancora.

MR. FORD

E forse v'ha cercato?

FALSTAFF

S'intende, m'ha cercato.

MR. FORD

Né vi poté trovar?

FALSTAFF

Non mi poté trovar.

Insieme

MR. FORD

Ben foste fortunato!

(Mi sento lacerar!)

FALSTAFF

Non so se fortunato

io m'abbia da chiamar.

Recitativo

FALSTAFF

Or dunque, quella bestia del marito

che vive in un continuo

turbine di sospetti e gelosia,

se n' viene in compagnia

di molti altri gaglioffi pari suoi,

per sorprender l'amante ch'ei diceva

che trovarsi dovea colla consorte...

MR. FORD

E voi?

FALSTAFF

Per buona sorte,

certa madama Slender era corsa

a portarci l'avviso

che Master Ford venia col suo codazzo. ~

Figuratevi or, caro, che imbarazzo!

La stessa amica alfin trova uno scampo. ~

[Duetto]

Della stanza in un cantone

si trovava un canestrone

per riporvi i panni sudici

quando portansi a lavar...

MR. FORD

(Ah! che sento! ~ il tradimento

or comincio a penetrar!)

FALSTAFF

Che fra i denti borbottate?

MR. FORD

Son sorpreso ~ seguitate!

FALSTAFF

Per fuggir la ria tempesta

di celarmi mi propone

nella cesta...

MR. FORD

Nella cesta?

FALSTAFF

Nella cesta.

MR. FORD

E voi c'entraste?

Nella cesta vi celaste?

FALSTAFF

Sì, v'entrai, e mi celai.

Caro Broch, che v'era a far?

Insieme

FALSTAFF

L'accidente è strano assai:

chi potealo immaginar?

MR. FORD

(Ah! chi mai potea, chi mai,

tale inganno sospettar?)

Recitativo

FALSTAFF

Or quando fui nel cesto,

mi prendono due servi sulle spalle

per trasportarmi via;

ma nell'uscire incontrano

lor padron: quell'asino

domanda lor che portino; ~

io tremava qual foglia,

che gli venisse in testa

di visitar la cesta: ma la sorte

che ha già determinato il suo destino,

legate avea le mani al babbuino.

[Aria]

Io sotto titolo

di roba sudicia

via son portato;

da quel ridicolo

rabbioso bufalo

mi son salvato;

ma la catastrofe

della commedia

fu un bagno freddo e un salto ribaltato:

che questo egregio,

nobil colosso

dal canestro fatal passò in un fosso.

Recitativo

MR. FORD

Signor, son penetrato

dal più vivo dolor, che abbiate avuto

tanto a soffrir per me. Dopo un successo

sfortunato a tal segno, io mi figuro,

che sarete risolto

d'abbandonar l'impresa.

FALSTAFF

Ohibò! per questo

punto non mi sgomento; anzi, se ancora,

come nell'acqua fui testé bagnato,

dovessi esser nel fuoco abbrustolito,

vuo' farla in barba a quello scimunito.

Sappiate che madama

tornò a farmi invitar: il barbagianni

è andato all'uccelliera,

né torna avanti sera: alle tre e mezzo,

giusta l'appuntamento,

da lei me n' vo.

MR. FORD

(Che sento!)

FALSTAFF

Eh?

MR. FORD

Buono! bravo!

Ma, v'avverto, le tre son già vicine.

FALSTAFF

Dunque non tardo più: corro a vestirmi;

(l'abito sarà asciutto) innanzi sera

tornate, e vi consolo.

A rivederci, amico; all'opra io volo.

(via)

Scena ottava

Master Ford solo.

Recitativo con strumenti

Stelle! ~ sogno, o son desto?

È veritade o un van prestigio è questo?

Ah! vano è il dubitarne! è troppo certa

la nera infedeltà. ~ Perfida! Indegno!

Sorprendervi saprò, saprò punirvi!

Invan, spergiura, invano,

invan, rio seduttore,

cercherete sottrarvi al mio furore.

[Arietta]

Furie, che m'agitate,

sarete or or placate:

tosto l'iniqua coppia

punita resterà.

Ai giusti sdegni miei

vo' sciorre ogni ritegno:

la perfida, l'indegno

non meritan pietà!

(via)

Scena nona

Stanza di mistress Ford con alcovo: da un lato la cesta come nell'atto primo.
Mistress Ford e Betty.

Recitativo

MS. FORD

Presto, Betty: che torna già l'amico.

Qualche cosa a proposito,

per meglio infinocchiarlo, io vo' cantare:

quando vien, fa' ch'ei resti ad ascoltare!

(Betty parte, e mistress Ford si mette a ricamare, e canta)

[Duetto]

Su, mio core, a gioir ti prepara!

Già s'appressa il felice momento.

Oh contento!

Il mio caro, il mio ben tornerà.

Ma tu tremi, cor mio, perché temi

che t'alletti una speme fallace!

Datti pace:

il tuo caro, il tuo bello verrà.

Scena decima

Mistress Ford, e Falstaff ch'entra furtivo.

FALSTAFF

Di Cupido sull'ali, mia cara,

per veder quel visetto adorato,

son volato:

il tuo bello mancarti non sa.

Ma qual fiamma ~ già il viso t'infiamma?

Di piacer non è questo un trasporto?

Non hai torto:

godi pure, il tuo caro è già qui.

Recitativo

Ma siam sicuri?

MS. FORD

Oh! certo: il mio geloso

all'uccelliera andò.

FALSTAFF

(con enfasi ridicola rivolto da un altro lato)

Su, su, di botto

pigliatelo, pigliatelo il merlotto!

E quando torna?

MS. FORD

A sera.

FALSTAFF

Oh bravo! Io dunque,

mentre l'allocco bada agli altri uccelli,

potrò tranquillo starmi

colla mia tenerella,

amorosa, gemente tortorella.

MS. FORD

(smorfiosa)

Quanto siete furbetto!

FALSTAFF

Oh quanto sei carina!

MS. FORD

Siete pericoloso!

FALSTAFF

Sì eh? tante l'han detto,

che non oso negarlo, e mi rimetto.

MS. FORD

Io, che ad innamorarmi

sì facile non sono,

appena v'ho mirato,

mi son sentita al core...

A dirlo mi vergogno...

FALSTAFF

Un pizzicore?

MS. FORD

Non mi fate arrossir!

FALSTAFF

Non sei la prima!

MS. FORD

Oh! mi figuro già, che un cavaliere

di tanti pregi adorno

di molte donne il core avrà ferito.

FALSTAFF

Non fo per dir, ma fui mostrato a dito.

MS. FORD

Ed io potrei sperar?...

FALSTAFF

Tutto, mia cara,

tutto sperar tu puoi: la tenerezza,

lo sviscerato amor, che per me nutri,

m'hanno impegnato a segno, o mia diletta...

Scena undicesima

Detti, e mistress Slender di dentro, che poi sorte.

MS. SLENDER

(battendo forte, e con tuono, che indica gran premura)

Ehi, comare, ehi!

FALSTAFF

(con gran trasporto)

Di nuovo! Oh maledetta!

[Duetto]

MS. FORD

Per carità, celatevi!

Colei, deh, non sorprendaci!

FALSTAFF

Corro, mi celo subito.

Possa venirle un canchero!

Insieme

MS. FORD

Celatevi, celatevi,

presto, per carità!

FALSTAFF

Sempre lo stesso ostacolo!

Quest'è fatalità.

(Falstaff si nasconde nell'alcovo: mistress Ford apre, ed entra mistress Slender)

Recitativo

MS. SLENDER

Siete sola?

MS. FORD

Soletta.

MS. SLENDER

Oh! n'ho piacere!

MS. FORD

Come?

MS. SLENDER

A vostro marito un altro accesso

venne di gelosia:

tutte le donne maledice; schernisce

tutti quelli che han moglie: sbuffa, strepita,

smania, strilla; ~ oh! comare, ho pur piacere,

che non ci sia quel grosso cavaliere!

MS. FORD

Come? che dite mai?

Parla forse di lui?

MS. SLENDER

S'intende! e giura

che stamane era qui; che dentro un cesto

lo faceste sortir; che in questo punto

qui si ritrova: mio marito, e gli altri

distolse dalla gita all'uccelliera,

per venirlo a cercar... ma s'ei non c'è,

vuol restar corbellato, per mia fé!

MS. FORD

Che sento! E vien?

MS. SLENDER

S'intende: in tre minuti

dev'esser qui.

MS. FORD

Meschina me!

MS. SLENDER

Che fu?

C'è forse?

MS. FORD

Ah!

MS. SLENDER

Il cavalier?

MS. FORD

Ah!

MS. SLENDER

C'è?

MS. FORD

C'è.

MS. SLENDER

C'è!

Oh, poveretti voi!

Se lo trova, è finita;

voi perdete l'onore, ed ei la vita.

Il maggior male almeno

cercate di schivar: in qualche modo

fatelo uscir.

MS. FORD

Ma come? Oh dio! ma come?...

Si potria forse ancora

entro il cesto celare.

(Falstaff sorte frettoloso dall'alcovo)

FALSTAFF

No, no: nel cesto non ci vo' più entrare!

[Terzetto]

Prima ancor che Master venga,

lesto, lesto me n'andrò.

Che ne dite?

MS. SLENDER

Non si può.

Son le porte già occupate

tutt'e due da genti armate. ~

Può tentarlo?...

FALSTAFF

Oh, questo no!

MS. FORD

Non s'esponga il poverino!

FALSTAFF

Di celarmi nel camino

saria meglio...

MS. FORD

Ohibò! Ohibò!

Quando tornan di campagna,

gli archibugi pe 'l camino

sono soliti a sparar.

MS. SLENDER

Non potrebbe entro una stufa?...

FALSTAFF

Dov'è il buco?

MS. FORD

Non va bene.

Non v'è luogo, quando viene,

ch'ei non vada a visitar.

MS. FORD, MS. SLENDER E FALSTAFF

(l'uno all'altro)

(Consigliate, suggerite,

dite voi, che c'è da far?

Insieme

MS. FORD E MS. SLENDER

Ah! che invan penso e ripenso,

né un compenso io so trovar!

FALSTAFF

(Se ci torno un'altra volta,

che mi facciano squartar!)

Recitativo

FALSTAFF

Ma dunque, care amiche...

MS. SLENDER

S'esce nel proprio aspetto,

è morto, poveretto!

FALSTAFF

Chi mi dà un altro grugno?

MS. FORD

Travestito

forse saria sicuro.

Ma come travestirlo? Ohimè!

MS. SLENDER

Gonnella

per lui larga abbastanza

non vi sarà: per altro si potrebbe

mettergli un fazzoletto intorno al collo,

uno alle guance, un cappellino in testa:

e farlo uscir così.

FALSTAFF

Deh! Immaginate,

inventate, trovate

qualche pronto riparo, anime belle!

Si faccia tutto per salvar la pelle!

MS. FORD

La zia della mia cuoca,

quella vecchia sì grossa da Brainford,

ha sopra una sottana lunga lunga,

e un berretton col pelo, e un fazzoletto.

FALSTAFF

Brava!

MS. SLENDER

V'andranno ben; è press'a poco

della vostra grossezza.

Salite presto presto:

non v'è tempo da perdere: mettetevi

frattanto la gonnella...

MS. FORD

Noi cercheremo intanto qualche cencio

da porvi intorno al capo, e poi verremo

a finir di vestirvi.

MS. SLENDER

Presto, presto!

FALSTAFF

Vado, sì, sì. Che brutto imbroglio è questo!

(via)

Scena dodicesima

Mistress Ford e mistress Slender.

MS. FORD

Ah! ah! sarebbe bella,

se così travestito

l'incontrasse per sorte mio marito!

Non può soffrir la vecchia di Brainford.

Dice ch'ella è una strega, e le ha giurato,

se mai più in casa nostra tornerà,

che a forza di baston la scaccerà.

MS. SLENDER

Tanto meglio!

MS. FORD

Ma dite:

vien davver mio marito?

MS. SLENDER

Certo; aspetta

gli amici in casa nostra,

per venire con lor: parla, sapete

del cesto di stamane.

Come l'abbia saputo...

MS. FORD

Non importa; anzi voglio che del cesto

si ripeta la scena.

Ei vorrà visitarlo,

io m'opporrò per meglio corbellarlo.

Vedrete... empite intanto voi la cesta,

ad avvisare i servi io vado in fretta:

ci rivedrem del vago alla toletta.

(via frettolosa)

MS. SLENDER

Nasca quel che sa nascere di peggio

per quello scapestrato;

gliel'auguro di cor! L'ha meritato!

Così tutte le donne

facesser come noi,

per punir certi tomi pari suoi!

(mettendo dei panni nella cesta fin ch'è ripiena: vengono due servi per portarla via; e mistress Slender parte)

Scena tredicesima

Sala in casa di master Ford.
Master Ford, master Slender, con séguito d'Amici, dalla porta di mezzo: i Servi da una porta laterale col canestro: indi mistress Ford, e finalmente mistress Slender conducendo Falstaff vestito da vecchia.

Recitativo

MR. FORD

(al séguito, vedendo venire i servi)

Ecco, amici!

(a' servi)

Ah, ribaldi! olà! fermate,

posate quel canestro, o giuro al cielo!...

Oh congiura! oh perfidia! Oh tradimento!

(i servi eseguiscono e partono)

MR. SLENDER

Ehi! Compare! Compare!

Volete che vi facciano legare?

MR. FORD

(senza badargli)

Dov'è l'innocentina?

Dov'è la modestina?

Venga, e il nero delitto

or neghi ancor, se ha core:

venga l'indegna, e muoia di rossore!

(viene mistress Ford e guardando il canestro si mostra sommamente spaventata)

[Terzetto e Coro]

MS. FORD

(al marito in atto supplichevole, e con estrema agitazione)

Che vedo? Oh me infelice!

Per pochi istanti almeno

pon freno, oh dio! pon freno

all'aspro tuo furor!

MR. FORD

Ah! dunque è vero? ~ udite?

Fremete, inorridite!

MS. FORD

Ascoltami, t'arresta!...

Eccomi a' piedi tuoi...

Deh! mi perdona, e poi

trafiggi questo cor!

(master Ford vuol visitare il canestro, e mistress Ford lo vuol trattenere)

MR. FORD

Perfida, sì, morrai:

ma estinto pria vedrai

l'iniquo traditor!

MS. FORD

Pietà di quel meschino!

Sol io colpevol sono,

ei merita perdono:

tutto fu mio l'error.

MR. FORD

Lasciami: e preci e lagrime

al mio tremendo sdegno

invan tu cerchi oppor!

E che più tardo? Vendichi

la morte dell'indegno

il mio tradito amor!

MS. FORD

Misera! Sventurata!

Or veggo il fallo mio.

Dove mi trasse, oh dio!

un sciagurato ardor!

(intanto Ford vuota il canestro, levandone in furia i panni)

MS. FORD

Estatico ei resta?

Ah! ah! che cosa è questa!

E che più tarda? Vendichi

la morte dell'indegno

il mio tradito amor!

MR. SLENDER E CORO

Ah! ah! quest'è da ridere,

e scena così comica

non ho veduta ancor.

MS. FORD

Ridete, ch'è da ridere,

no, scena così comica

non s'è veduta ancor.

MR. FORD

(Ridano pur gli stolidi;

trionfi pur la perfida;

ma non han vinto ancor.)

Recitativo

MR. FORD

Or ben: colui, ch'io cerco,

nella cesta non è.

MR. SLENDER

Né nella cesta;

né altrove, fuor ché nella vostra testa.

MR. FORD

So quel che dico: in casa

dev'esserci per certo. Su, venite:

lo troverem.

(in atto di avviarsi verso la porta laterale)

MS. FORD

(verso la stessa porta)

Comare,

scendete colla vecchia,

ché mio marito vuol salir.

MR. FORD

Che vecchia?

MS. FORD

Via! la zia della cuoca.

MR. FORD

(adirato)

Quella strega?

Quella ribalda? Ed osa,

malgrado il mio divieto,

tornar in casa mia? Qualche empia trama

certo venne a ordinar! È maliarda,

strologa, fattucchiera, spiega sogni,

fa incantesimi, venture: io l'aborrisco,

l'odio più della peste!

Ah! giuro al ciel, la concio per le feste!

MS. FORD

Ah, no! dolce sposino,

non batter quella vecchia meschinella!

MS. SLENDER

(di dentro)

Venite meco, buona vecchierella!

MR. FORD

Sì, sì, vien pur. ~ Sei qui, brutta vecchiaccia?

(a Falstaff che viene con mistress Slender)

Ah, tristaccia, stregaccia!

E in casa mia di ritornare hai faccia?

Piglia queste per ora:

ti fiacco il collo, se ci torni ancora!

(scaccia Falstaff a furia di bastonate)

MR. FORD

(a master Slender, ed agli altri)

Or venite: vi giuro,

non cercheremo invano.

MR. SLENDER

(al séguito)

Secondiamo, su, via,

per questa volta ancor la sua pazzia.

(partono con master Ford per la porta laterale)

[Duettino]

MS. FORD E MS. SLENDER

Benedetto quel bastone,

che all'amabile buzzone

sì sensibile lezione

di ben vivere applicò!

Recitativo

MS. FORD

Ora ai nostri mariti

tutto paleseremo,

poi la terza burletta eseguiremo.

MS. SLENDER

Credete ch'essi ne saran contenti?

MS. FORD

Oh! senza dubbio. Avranno anzi piacere,

che il caro zerbinotto

con più pubblicità

paghi il fio della sua temerità.

MS. SLENDER

È pronto l'occorrente?

MS. FORD

Tutto: basta

solo invitar l'amico:

e questa fia mia cura.

MS. SLENDER

Ma verrà?

MS. FORD

Ve 'l prometto.

MS. SLENDER

Veramente

la sua bestialità

credere me lo fa.

MS. FORD

Scommetterei,

ch'ei stesso ansioso aspetta un altro invito.

MS. SLENDER

Dunque non perdiam tempo:

si chiariscan gli amici,

e si calmi il compare.

MS. FORD

Sì, andiamo, e concertiam

con lor l'affare.

(via)

Scena quattordicesima

Stanza di Falstaff nell'osteria.
Falstaff vestito da vecchia, indi master Ford travestito.

[Arietta]

FALSTAFF

Sorte pettegola!

Meco la vuoi;

ma vedrem poi

chi vincerà!

Ad un uom come son io!

A Falstaff! ad un par mio!

Entro un cesto rinserrato!

Entro un fosso rovesciato!

(spogliandosi)

E alla fine bastonato!

Sorte pettegola!

Meco la vuoi;

ma vedrem poi

chi vincerà!

Quella povera madama

che mi porta tanto affetto,

nel veder così trattato

il suo dolce amato oggetto;

mi figuro il suo dolore!

Se resiste, se non muore,

un miracolo sarà!...

E quel diavol, quel buffone,

quel furioso bernardone

ha mo appunto a capitare

in sul meglio dell'affare!...

Sorte pettegola!

Meco la vuoi;

ma vedrem poi

chi vincerà!

Recitativo

Vorrei che tutto il mondo

rimanesse burlato,

giacch'io restai burlato e bastonato.

Se in Londra si sapessero

le mie corbellature,

le bagnature e le bastonature,

a forza di beffarmi,

di motteggiarmi, e ridere a mie spese

mi farian dimagrare in men d'un mese.

(viene master Ford)

MR. FORD

(Or di tutto informato

oh quanto più tranquillo

questa stanza riveggio!)

(a Falstaff)

Eccomi.

FALSTAFF

Amico mio, non mi chiedete

come oggi andato sia l'appuntamento.

Ve 'l dico in breve: è andato mal, ma molto

peggio ancor di stamane:

c'è stata in forma amplissima

una bastonatura solennissima.

MR. FORD

Che dite mai! (Le risa

trattengo appena.)

FALSTAFF

Anche oggi a disturbarci

venne quell'animale di marito.

Ma questo nuovo contrattempo, amico,

non fe' che più piccarmi. Ad ogni costo

vo' amoreggiar madama

e far crepar di rabbia quel somaro.

(viene un servo, e parla sottovoce a Falstaff)

Cosa c'è? La tedesca

è fuori, e vuol parlarmi? Appunto. Oh brava!...

Amico, un sol momento...

Già veggo in aria un terzo appuntamento.

(via)

Scena quindicesima

Master Ford, indi Falstaff, che ritorna.

MR. FORD

Sì ben: ma tu non sai che questo terzo

t'ha da costar più caro

del primo, e del secondo. Ah, ah! mia moglie

non avrà molta pena

a infinocchiar quest'insensato. Or vedi

che presunzion!... Per altro

madama avria potuto

fargli qui l'ambasciata, in mia presenza.

Di chiamarlo in disparte

necessario non era... ah no! svanisca

ogni dubbio affannoso:

né a lacerarmi il petto

torni gelosa cura, e van sospetto!

[Aria]

In seno alla calma

sol provi quest'alma

gl'impulsi soavi

d'un tenero ardor!

Costante la sposa

mi serba l'affetto,

di gioia e diletto

esulta, o mio cor!

Recitativo

FALSTAFF

Consolatevi, amico.

Stanotte avrò occasione

di parlare per voi.

MR. FORD

Come?

FALSTAFF

Saprete

che nel bosco vicino il volgo crede

che presso una gran quercia

giri la notte un'ombra

colla testa di cervo...

MR. FORD

Ah, voi parlate

dell'ombra d'Herne cacciator.

FALSTAFF

Or bene:

ivi fra un'ora e mezza

tenetevi nascosto,

e di madama allato

voi mi vedrete in Herne trasformato.

MR. FORD

Comprendo, e ne gioisco.

FALSTAFF

Or sol conviene

procurarmi di cervo

una testa cornuta.

MR. FORD

Da un amico

la troverò.

FALSTAFF

Bravissimo!

Tosto a cercarla andiam, sollecitiamo.

Amico, questa volta quella bestia,

già c'intendiam, non ci darà molestia.

(via)

Scena sedicesima

Notte oscura. Luogo selvoso nelle vicinanze del castello di Windsor. Nel mezzo gran quercia.
Master Slender, Betty e séguito di Donne vestite da fate ed Uomini vestiti stranamente, con lanterne accese e fiaccole spente in mano.

Recitativo

MR. SLENDER

(a' detti, ch'eseguiscono)

Dietro quella collina

appiattatevi intanto, e state cheti. ~

Son pur curiose queste scene! Ah! ah!

(ridendo)

E il compar ci credeva! Oh che pazzia!

È pur la gelosia, è pure un brutto male!

Avea ragione il poeta che fé quella canzone.

[Aria (coll'Eco)]

Reca in amor la gelosia

crudeli affanni, acerbe doglie;

ma guai se vien tal malattia

a tormentar marito e moglie!

Fuggir veggiam l'infausto tetto,

l'alma concordia, e il dolce affetto;

né vi ritornano mai più.

ECO

...mai più.

MR. SLENDER

L'eco stesso il conferma:

e sopra un punto tale

eco può farmi ognun che abbia del sale.

Se moglie saggia il ciel ti diede,

che di virtù conosca il pregio,

col dubitar della sua fede

ne compri l'odio, ed il dispregio:

e nasce in lei certo prurito

di vendicarsi del marito,

che non si spegne poi mai più.

ECO

...mai più.

MR. SLENDER

Se poi la moglie è pazzarella,

(né questo caso è tanto raro)

la gelosia che ti martella

dà al mal fomento, e non riparo.

C'entra la picca; e fanno allora,

fan per dispetto peggio ancora;

né si correggono mai più.

ECO

...mai più.

Recitativo

MR. SLENDER

Zitto! vien qualchedun; probabilmente

saran gli amici: diamo loro i segni! ~

(batte le mani)

Scena diciassettesima

Detto, master Ford, mistress Ford, e mistress Slender.

[Finale II]

MR. SLENDER

Siete già qui?

MR. FORD, MS. FORD E MS. SLENDER

Sì, sì, siam qui.

Gli altri?

MR. SLENDER

Son lì.

TUTTI

Va ben così.

MS. FORD

Sir John fra poco

capiterà.

E il nostro gioco

s'eseguirà.

TUTTI

Alfin quel sciocco

disingannato,

capacitato

ne rimarrà.

E l'idea stramba

d'amoreggiare,

di conquistare,

gli passerà.

Quanto m'alletta

questa burletta!

Ma lezion seria

per lui sarà.

(s'avviano per partire. Master e mistress Slender partono, mistress Ford s'arresta, e dice a master Ford)

MS. FORD

Nel lasciarmi coll'amico

all'oscuro in questo loco

non ti senti, o caro, un poco

di ribrezzo, e di timor?

MR. FORD

Dal mio seno, amata sposa,

ho bandito ogni sospetto:

pur, no 'l niego, a mio dispetto,

qualche affanno io provo al cor.

MS. FORD

Poverin! ti compatisco.

MR. FORD

Deh! perdona a chi t'adora!

MS. FORD

Il tuo cor del tutto ancora

del suo mal non risanò.

Insieme

MS. FORD

Scaccia omai per sempre, scaccia,

ogn'idea di gelosia!

Te sol amo, anima mia,

e te sol sempre amerò.

MR. FORD

Ah! si scacci omai per sempre,

ogn'idea di gelosia!

So che m'ami, anima mia,

e di più bramar non so.

(ritornano i suddetti frettolosamente)

MR. SLENDER E MS. SLENDER

Celiamoci, su, presto:

un calpestio si sente.

L'amico immantinente

qua deve capitar.

TUTTI

Su, presto, pria ch'ei venga

andiamoci a celar.

(via)

Scena diciottesima

Falstaff con testa di cervo, indi mistress Ford, e mistress Slender mistress Ford.

FALSTAFF

Presto presto, che già dal castello

l'ora topica ho sentito suonar;

e le belle a venire dal ballo

molto al certo non pon più tardar.

O voi numi che l'anima aveste

spesso accesa dal foco d'amor,

un che fa ciò che voi già faceste:

secondate col vostro favor!

Giove, tu, che per facce terrene

festi al mondo bellissime scene,

ch'ora in oro, ora in cigno, ora in toro

ti cangiasti per varie beltà:

or che vedi che amore m'ha fatto

trasformar in cornuto cerbiatto,

se un tantin di coscienza pur hai,

sentirai del mio stato pietà...

Ma chi vien? La mia cara cervetta?

MS. FORD

Sì, m'affretto al mio caro cervetto.

FALSTAFF

Cerva mia dalla coda brunetta!

MS. FORD

O mio dolce gentil capriol!

FALSTAFF

Ora piovano zucche e meloni,

non mi muovo: già sono al coperto. ~

Pure alfin fai giustizia al mio merto,

cieco Amor bastardel mariol!

MS. FORD

Teco sola, il sai, non son io;

mistress Slender c'è pure, ben mio.

MS. SLENDER

A frenare non valsi il desìo,

mio diletto, che a te mi guidò.

FALSTAFF

Dividetemi, o care madame,

come un cervo, che mandasi in dono;

se una spalla per una a voi dono,

un regalo non lieve vi fo.

Ponderate, madame adorabili,

le mie pene, e gli affetti ineffabili...

(si sente all'improvviso un gran fracasso)

MS. FORD E MS. SLENDER

(affettando grande spavento)

Oh ciel! che sento!

Qual chiasso è questo?

Fuggiamo presto:

che mai sarà!

(fuggono via. Falstaff resta sbalordito qualche momento, poi esclama:)

FALSTAFF

E sempre dunque

così anderà!

Ah! certo qui c'è sotto

Berlicche, o Farfarello,

che sempre sul più bello

mi viene a disturbar.

Signore: dove siete?

Tornate: non temete.

Eh! ~ Eh ~ non fanno motto,

fuggirono di trotto.

Ah! certo qui c'è sotto

Berlicche, o Farfarello,

che sempre sul più bello

mi viene a disturbar.

Ma come? qual chiaror?

Chi diavol son color?

Che vengono qui a far?

Restiamo ad osservar.

Scena diciannovesima

Mistress Ford da regina delle fate, Betty da fata, altre fate e figure strane con fiaccole accese ed il suddetto.

MS. FORD

Fate verdi, turchine e bianche e nere!

Lemuri, spirti, larve, ombre leggere!

Ognun di voi rammenti il suo dovere!

CORO

Di noi, Regina,

fidar ti puoi:

nessun di noi

giammai mancò.

FALSTAFF

Queste son fate! ~ Dicono

che muor chiunque ardisce

spiar le lor funzioni:

mi metterò bocconi,

e gli occhi chiuderò.

MS. FORD

Ma pria che ognun si rechi ove lo chiama

l'uffizio suo, la danza consueta

intorno alla gran quercia si ripeta.

Disponetevi in giro, ed a vicenda

porgetevi le mani... Ah... sospendete!

Io del mondo intermedio

fiuto un abitator...

(tutti guardano. Scoprono Falstaff)

MS. FORD

Ecco!...

FALSTAFF

(Sto fresco!)

MS. FORD

Olà! fate con lui l'usata prova:

toccategli le dita

colle fiaccole accese:

se ha puro il cor, la fiamma

discenderà, né gli darà dolore;

ma se avvien ch'ei se n' dolga, è certo indizio,

che dell'impurità lo macchia il vizio.

(eseguiscono)

FALSTAFF

(Ora sì che son guai!)

(grida dal dolore)

Ahi, ahi!

MS. FORD

È impuro.

FALSTAFF

Ahi, ahi!

MS. FORD

È impuro assai!

Or si circondi; e intorno a lui girando,

cantando dileggiatelo,

e tutte, ad una ad una, pizzicatelo!

(eseguiscono e cantano)

CORO

O fra i mali mal più grave!

Sensi impuri, voglie prave!

Non ti lascian mai riposo,

diventar ti fan schifoso:

vizio più vituperoso,

fi! di questo, no, non v'è!

FALSTAFF

Ahi! ahi! ahi! ohimè! ohimè!

CORO

Essi rendon l'uomo inetto,

gli confondon l'intelletto,

gli fan perder la ragione,

fanlo agir come un bestione:

più nefanda e ria passione,

di questa, no, non v'è!

FALSTAFF

Ahi! ahi! ahi! ohimè! ohimè!

(si sente suono di corni, mistress Ford, Betty col séguito fuggono rapidamente, Falstaff s'alza, getta la testa di cervo, e vuoi anche egli fuggire, ma vien trattenuto da i seguenti)

Scena ultima

Falstaff, master Slender, master Ford, mistress Slender, mistress Ford, Betty, e Séguito in parte smascherati, e successivamente.

MR. SLENDER

(a Falstaff)

Ohibò! non si parte;

per or qui si resta:

ma vuolci la testa,

che grazia le dà.

(cerca la testa di cervo e gliela mette)

MS. SLENDER

Le donne di Windsor

non fanno al suo caso,

e alfin persuaso,

speriam, ne sarà.

MR. FORD

Da voi master Broch

sapere vorria,

se alfin quella via

spianata sia già.

MS. FORD

La sorte, il vedete,

non vuol secondarci,

dobbiamo adattarci,

rimedio non v'ha.

BETTY

Al vago Narciso

la fata turchina

si prostra, s'inchina

con tutta umiltà.

CORO

Signor, se le piacque

il nostro bel gioco,

la prova del foco

rifar si potrà.

FALSTAFF

Ma sogno, oppur son desto?

Ma qual enigma è questo?

Stordito affatto io resto:

non so cosa pensar.

(al séguito)

Dunque chi siete voi?...

CORO

Spiriti come voi.

FALSTAFF

(a master Slender)

Voi dunque sapevate?...

MR. SLENDER

Le vostre baggianate.

FALSTAFF

(a master Ford)

Che vale a dir, voi siete?...

MR. FORD

Broch, Ford: come volete.

FALSTAFF

Ed elleno, signore?

MS. SLENDER E MS. FORD

Noi vi mandiam di core.

FALSTAFF

Ed io?...

GLI ALTRI

Voi siete un matto,

che in un sol dì s'è fatto

tre volte corbellar.

MS. FORD

Was sagen Sie dazu?

FALSTAFF

Was! come?... wie?... lei? du?...

MS. FORD

Wann consolier mich will?

FALSTAFF

Oh! das, das ist zu viel!

Per quanto vo vedendo,

l'ho fatta tonda assai!

Sì bestia e come ho mai

potuto diventar?

TUTTI

(fuori di Falstaff)

Or tre volte corbellato

persuaso alfin sarete:

e mai più non cercherete

le altrui donne di tentar.

FALSTAFF

V'assicuro, ve lo giuro:

riconosco già il mio errore:

che mi venga un anticore,

se più penso a conquistar!

MS. SLENDER

Quando ancor tutti una donna

obliasse i dover suoi,

un scimmione come voi

la farebbe stomacar.

FALSTAFF

V'assicuro, ve lo giuro:

riconosco già il mio errore:

che mi venga un anticore,

se più penso a conquistar!

MR. SLENDER

Se a tentarvi mai tornasse

forse un dì la rea passione,

l'acqua, il foco ed il bastone

vi consiglio rammentar.

FALSTAFF

V'assicuro, ve lo giuro:

riconosco già il mio errore:

che mi venga un anticore,

se più penso a conquistar!

MR. FORD

Pria di vendere la pelle,

per domani o posdomani,

che sia l'orso in vostre mani,

vi consiglio d'aspettar.

FALSTAFF

V'assicuro, ve lo giuro:

riconosco già il mio errore:

che mi venga un anticore,

se più penso a conquistar!

MS. FORD

Quando il diavolo vi tenta,

presentatevi allo specchio:

brutto, goffo, vecchio;

non vi resta che sperar.

FALSTAFF

V'assicuro, ve lo giuro:

riconosco già il mio errore:

che mi venga un anticore,

se più penso a conquistar!

TUTTI

(fuori di Falstaff)

Or tre volte corbellato

persuaso alfin sarete:

e mai più non cercherete

le altrui donne di tentar.

Fine del libretto.

Generazione pagina: 14/01/2016
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Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Scena diciannovesima Scena ultima