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Pia de' Tolomei

PIA DE' TOLOMEI

Tragedia lirica in due parti.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Salvadore CAMMARANO.
Musica di Gaetano DONIZETTI.

Prima esecuzione: 18 febbraio 1837, Venezia.


Personaggi:

NELLO della Pietra

baritono

PIA moglie di Nello

soprano

RODRIGO de' Tolomei, fratello di Pia

contralto

GHINO degli Armieri, cugino di Nello

tenore

PIERO solitario

basso

BICE damigella di Pia

soprano

LAMBERTO antico familiare de' Tolomei

basso

UBALDO familiare di Nello

tenore

Il CUSTODE della torre di Siena

tenore


Coro di Damigelle, Familiari di Nello, Guerrieri guelfi, Guerrieri ghibellini, Romiti. Comparse di Soldati senesi, Soldati fiorentini, Scudieri di Nello, Servi di Nello.

L'avvenimento ha luogo prima nelle vicinanze di Siena, quindi nella maremma toscana. L'epoca è dell'anno 1260. Nota bene: in luogo della «sala terrena» indicata, per errore, nella scena I della parte prima, devono essere gli «appartamenti di Pia», come nella scena V.

Parte prima

[Preludio]

Scena prima

Sala terrena entro un castello de' Tolomei.
Familiari di Nello.

[N. 1 - Introduzione, scena e cavatina]

CORO

Ancor del fosco notturno velo

tutto spogliato non era il cielo.

Quando ravvolto nel suo mantello

segreto messo giunse al castello.

IIº

Fu tratto forse dinanzi a Pia?

Nello, il consorte quell'uomo invia?

Lo accolse Ubaldo...

IIº

Ei viene appunto!

Scena seconda

Ubaldo, e detti.

CORO

Di', quel messaggio?...

IIº

Dal campo è giunto?

Reca novelle tristi, o felici?

IIº

Parla!...

Disvela!...

UBALDO

Udite, amici:

(a voce bassa, ed in tono misterioso)

né Pia, né quanti le son dappresso

denno contentezza aver del messo.

Crudel mistero colui m'apprese...

(gli altri vorrebbero interrogarlo)

Sol debbe a Ghino esser palese.

V'allontanate.

CORO

Fatal messaggio!

Fra noi tremendo egli apparì!...

Qual di cometa sanguigno raggio

che di spavento la terra empì!

(si dileguano)

Scena terza

Ghino, e detto.

UBALDO

Signor, giungi opportuno.

GHINO

Il mio sospetto

forse?...

UBALDO

Divien certezza.

Sorpresi un foglio.

GHINO

Di tue cure, Ubaldo,

premio condegno avrai.

(Ubaldo gli porge uno scritto, ed egli legge)

«Quando sepolto

fia nel silenzio della notte il mondo,

inosservato per la via del parco

a te verrò: l'assenza

del tuo sposo aborrito a me concede

d'abbracciarti la gioia, e tal mercede

soffrir mi fa la vita.» ~ O Pia mendace!

Ove il rigor, l'austera

virtude ov'è che rampognar ti fea

l'amor di Ghino? Ah! Sempre, o fatal donna

separati ne avesse

quella tremenda eredità degli avi,

la vendetta, il furor, né ghibellino

talamo accolta chi nascea di Guelfi,

che tanto sventurato

or non sarei, né vinto e lacerato

da rimorso infernal, d'un mio congiunto

la sposa amando!

UBALDO

E che risolvi, o Ghino?

GHINO

Chiesi vederla... Oh Se repulse ardisci

oppormi ancor, paventa...

un detto mio ti perde... Ove trascorro!

Ah! Ne morrei da fera doglia oppresso...

UBALDO

E tanto l'ami ancor?

GHINO

Più di me stesso.

Non può dirti la parola

qual desio m'incalza e punge...

La speranza che s'invola

nuove fiamme al foco aggiunge.

Pia m'aborre, Pia mi fugge...

ma non fugge dal mio cor.

Ah! L'incendio che mi strugge

è delirio, e non amor!

Scena quarta

Bice, e detti.

GHINO

Ebben?

BICE

Venirne davanti a lei

più non ti lice.

GHINO

Chi a me lo vieta?

BICE

Pia.

GHINO

La cagione?

BICE

Saper la déi.

E Nello, anch'egli potria...

GHINO

T'acqueta.

Troppo dicesti!

BICE

Nel mio linguaggio

ella ti parla: pènsavi, e trema.

(parte)

UBALDO

Muto rimani a tanto oltraggio!

GHINO

Non ha favella un'ira estrema.

(dopo un momento di riflessione rende il foglio ad Ubaldo)

Rechi all'infida ignoto messo

quel foglio...

UBALDO

Intendo: riposa in me.

GHINO

Al campo io volo... e Nello, ei stesso

udrà qual onta costei gli fe'.

Mi volesti sventurato?

Sventurata sarai meco...

i miei pianti avranno un'eco,

il mio duol vendetta avrà.

O mio core, o cor sprezzato

gemi indarno in questo petto...

déi bandir qualunque affetto

che somigli alla pietà.

UBALDO

Sì, tu fosti provocato...

saria stolta la pietà.

(partono da opposta via)

Scena quinta

Appartamenti di Pia. Due porte laterali: quella a destra mena alla stanza da letto: altra porta nel fondo, dietro la quale un verone, che risponde sul giardino.
Bice, e Lamberto.

[scena non musicata]

LAMBERTO

Surse la Pia?

BICE

Surse anzi l'alba, e parmi

più dell'usato ancora

gemente, irrequieta.

LAMBERTO

Il suo cordoglio

purtroppo è giusto! D'esecranda pugna

il dì s'appressa: per lo sposo insieme,

e pe 'l fratello, armati

l'un contro l'altro e di vendetta ardenti,

ella tremar dovrà!

BICE

Malvagia etade!...

Di sangue cittadin grondar le spade

vedremo ancor!

LAMBERTO

Di Nello

fu prudente consiglio

la sposa allontanar dal suo palagio

che scopo fia di militar licenza,

se la tremenda oste di Flora irrompe

nella cittade.

BICE

E questa rocca, antico

de' Tolomei retaggio,

scampo securo estimi tu?

LAMBERTO

Fu dessa

inespugnabil sempre.

Lo sventurato genitor di Pia,

quando funesta ardea gara civile,

qui ricovrò da Siena, e l'ira ostile

respinse a lungo; ma consunto alfine

ogni alimento, per segreto calle

(egli getta come involontariamente uno sguardo sulla parete in fondo)

fuggì, sull'Arno raggiungendo i figli

pargoli ancora, e la consorte. Io poscia

tuttor qui m'ebbi solitaria stanza...

BICE

Ver noi la Pia s'avanza.

LAMBERTO

Io mi ritraggo... Alle sue donne accanto

libero sgorghi dell'afflitta il pianto.

(parte pe 'l fondo)

Scena sesta

Pia, Damigelle, e detta.

[N. 2 - Coro, scena e cavatina Pia]

DAMIGELLE

(invitando la Pia a sedere presso il verone)

Qui posa il fianco. È vivida

quest'ora del mattino,

imbalsamata è l'aura

che move dal giardino:

di vaghi fior smaltato

ve' come ride il prato,

qui tutto spira e parla

celeste voluttà...

(È vano! A confortarla

uman poter non v'ha!)

PIA

(sorgendo smaniosa)

A voi son grata... ma non è quest'alma

più di gioia capace.

BICE

Almen di calma

lo sia...

PIA

Trista per me, funerea luce

il sol diffonde, e l'universo piange!

BICE

Misera!

PIA

In cor se mi leggessi, o Bice,

del mio stato infelice

maggior pietade avresti!...

(Oh incertezza crudel!... Giunger dovea

pria del giorno l'avviso...

al suo fuggir, compro dall'oro, è forse

un ostacolo insorto?...

Della torre il custode

potria con empia frode

tradirmi?... Ah! No, che di Rodrigo ei stesso

mi fe' l'arcana prigionia palese.

Eppur, donde l'indugio?... Ah! ch'io mi perdo!

E fra tante dubbiezze in cui smarrita

è la ragion nel core,

certo, ah certo soltanto è il mio dolore!

(O tu che desti il fulmine,

che al nembo il fren disciogli,

le mie dolenti lagrime

in tua pietade accogli...

Quell'innocente vittima

salva, e conduci a me.

No, tu non puoi respingere

chi fida in te, buon dio...

il voto, che fra i gemiti

al tuo gran soglio invio,

è puro come gli angeli

che stanno in ciel con te.)

BICE

(Geme tuttor la misera!...)

DAMIGELLE

(Calma per lei non v'è!)

Scena settima

Lamberto, e dette.

LAMBERTO

(traendola in disparte)

Pia...

PIA

Che fu?... Smarrito in volto

sei Lamberto!...

LAMBERTO

(sottovoce)

M'odi.

PIA

Ascolto.

LAMBERTO

(sottovoce)

Tra le querce... accanto al rio...

dove il parco è più solingo,

accostarsi a me vegg'io

un uom tacito e guardingo...

ei gettandomi dappresso

questo foglio, in tuon sommesso

di recarlo a te mi dice.

Quindi fugge al par d'un lampo.

PIA

(prende il foglio e l'apre)

(Le sue note... Me felice!...

(dopo aver letto)

Tolto è omai qualunque inciampo!...)

LAMBERTO

(osservando il cambiamento del volto di lei)

(Il tormento a lei dà tregua!)

PIA

(Qui fra poco il rivedrò!...)

BICE E DAMIGELLE

(L'atra nube si dilegua

che la fronte a Pia velò!)

PIA

(Di pura gioia in estasi

è l'alma mia rapita!...

A lui dirò: sei libero,

io ti salvai la vita...

e amplessi, e baci, e palpiti

confonderemo intanto...

e verserem quel pianto

che di dolor non è!)

BICE, LAMBERTO E DAMIGELLE

(Ella cessò dal pianto!

Al ciel ne sia mercé.)

(Pia si ritira a destra; gli altri dall'opposto lato)

Scena ottava

Interno del padiglione di Nello.
Nello.

[N. 3 - Scena e duetto Nello e Ghino]

Giurai svenarlo, ch'egli ardì col sangue

de' miei congiunti violar la pace

da noi giurata, quando a Pia mi strinse

sacro legame. Or della morte il ferro

gli sta sul capo, e gemo!

Gridato fu dal militar consesso

nemico della patria... era concesso

al mio pregar soltanto,

che nel segreto carcere la scure

tronchi sull'alba il procelloso corso

di sua fatal giornata.

Almen la sventurata

Pia, che l'ama cotanto, il fine acerbo

non udrà del fratello...

qualcun s'appressa...

Scena nona

Ghino, e detto.

GHINO

Nello?

NELLO

Ghino!... Tu qui!

GHINO

Mi tragge

alta cagion.

NELLO

Sembri agitato!...

GHINO

È vero...

a palesarti orribile mistero,

a trafiggerti il petto

io venni.

NELLO

Ogni tuo detto

mi fa tremar!

GHINO

Tu n'hai ben donde! - Pia...

NELLO

Qual nome profferisti!... E qual mi turba

nero sospetto!... No... Spirto d'Averno

lo desta in me...

(abbandonandosi fra le braccia di Ghino)

Soccorri

al tuo fratello, dimmi

che fida è la consorte...

sgombra, deh! Sgombra il mio spavento estremo.

(Ghino getta sopra di lui un cupo sguardo, e rimane in silenzio)

NELLO

Oh silenzio funesto!... Io gelo!... Io tremo!

È men fero, è meno orrendo

il silenzio della tomba.

GHINO

Il mio dir fia più tremendo.

NELLO

Ahi!... La morte in cor mi piomba!

GHINO

Infelice!

NELLO

Omai favella.

GHINO

Sei tradito!

NELLO

Il ver dicesti?

GHINO

Ah pur troppo!

NELLO

(esitante)

Io fremo!... Ed ella?...

GHINO

Ella...

NELLO

O Ghino, a che t'arresti?

GHINO

È un'infida.

NELLO

(tremante d'ira)

L'onor mio?...

GHINO

D'atra macchia ricoprì!

NELLO

E il tuo fulmine gran dio

la spergiura non colpì?

(cade su uno sgabello. Pausa)

(sorgendo e con tutta l'effusione del dolore)

Parea celeste spirito

ascoso in uman velo!...

Per me quel riso angelico

schiudeva in terra il cielo!...

Il disinganno è giunto!

Tutto distrugge un punto!...

Il viver mio di lagrime

sorgente omai si fe'!

GHINO

(Seppi nel cor trafondergli

parte del mio veleno:

le mie gelose furie

squarciano pur quel seno.

È omai scoccato il dardo...

ogni rimorso è tardo...

gioia dell'alme perfide

io già ti sento in me!)

NELLO

(come colpito da rapido pensiero afferra Ghino per la destra affissandolo acutamente, in guisa di chi cerca per gli occhi scrutare l'animo altrui)

Tu mentisti: un tanto eccesso

no, quel cor non ha macchiato.

GHINO

Testimon sarai tu stesso

dell'oltraggio a te recato.

Come il ciel di luce privo

chiami al sonno ed al riposo,

alla Pia verrà furtivo

chi t'offende...

NELLO

(con estremo furore)

Andiam... Fui sposo!

Sol, che tardi... il corso affretta...

cedi all'ombre...

GHINO

Ah! M'odi ancor...

NELLO

Più non odo...

GHINO

Almen...

NELLO

Vendetta...

GHINO

Pria...

NELLO

Son cieco di furor.

(qual uomo privo affatto di ragione)

Del ciel che non punisce

emenderò l'errore...

Già il mio pugnal ferisce,

de' rei già squarcia il core...

le palpitanti vittime

io premo già col piè.

GHINO

(Sei pago amor furente?

S'appresta orrendo scempio...

le mie virtudi hai spente,

m'hai reso un vile, un empio...

Gioisci, esulta, o demone,

e lei perdesti... e me!)

(Nello esce furibondo, seco traendo Ghino per un braccio)

Scena decima

Orrido sotterraneo, appena rischiarato da una tetra lampada: in fondo un rastrello di ferro, dietro cui passeggia un uomo d'armi.

[N. 4 - Scena e cavatina Rodrigo]

RODRIGO

In questa de' viventi orrida tomba

ove per sempre il raggio

tace del giorno, il suon di fioca squilla

giunge soltanto... dell'ombroso velo

or si ricopre il cielo,

e le stelle silenti

spargon luce soave... Ah! L'ora è questa

arbitra di mia sorte!

Fra speranza e timor, fra vita e morte

mi balza il cor!... Pavento

forse l'estremo fato?

No; ma un pensiero!... Ah! Pende dalla mia

un'altra vita!... Oh dolce suora! Oh Pia!...

Mille volte sul campo d'onore

i perigli più crudi sfidai

mille volte la morte sprezzai,

or la temo... ah! la temo per te!

S'io cadessi, al pietoso tuo core

scenderebbe un acuto pugnale;

e dischiusa la pietra ferale

non sarebbe soltanto per me!

Scena undicesima

Custode, e detto.

Custode deponendo su una tavola una brocca d'acqua e togliendone i pochi oggetti che servirono ad imbandire la parca mensa del prigioniero, dice sommessamente, ed in guisa che l'Uomo d'armi non possa notare che egli volge la parola a Rodrigo

Omai l'istante è presso

del tuo fuggir. ~ M'ascolta:

del custodito ingresso

cangiata fia la scolta;

quella che dée succedere

compra è da me. ~ Fa' cor.

(parte)

(odesi battere una campana)

RODRIGO

Il sen mi scuote un palpito

ignoto a me finor.

Un momento di silenzio. - Comparisce nel fondo un drappello di Armigeri: la guardia è cangiata.

RODRIGO

(sfavillante di gioia)

L'astro che regge i miei destini

sparge d'intorno nuovo fulgor!

Impallidite o ghibellini,

io riedo al campo... io vivo ancor!

Il Custode si mostra sull'ingresso, avvolge Rodrigo in un lungo mantello, gli pone sul capo un elmo, di cui abbassa la visiera, gli porge una spada, ed escono cautamente frettolosi.

Scena dodicesima

Appartamenti di Pia, come nella scena V.
Nello, Ghino, Bice, e Scudieri di Nello dalla porta a sinistra. Un doppiere arde sovra una tavola: la porta del verone è chiusa.

[N. 5 - Scena e finale primo]

BICE

Dell'inatteso tuo venir la nuova

sarà conforto alla dolente.

(entra nella stanza da letto)

GHINO

(agli scudieri)

Udiste?

Ascosi fra le piante, ove la notte

regna più densa e scura,

cautamente vegliate: a queste mura

un uomo s'avanzerà; libero accesso

egli abbia, uscir gli sia vietato.

(gli scudieri partono pe 'l fondo; Ghino serra nuovamente la porta del verone)

NELLO

E tanto

deggio aspettar la mia vendetta!

GHINO

Nello,

pensa che un detto, un guardo

può dell'ordita trama

scompor le fila!...

NELLO

Non temer.

GHINO

Che déi

frenarti al suo cospetto...

Eccola!...

NELLO

Oh mio furor!...

GHINO

Lo cela in petto.

Scena tredicesima

Pia, Bice, e detti.
Bice si ritira per la porta a sinistra.

NELLO

(abbracciandola con simulata calma)

Pia...

PIA

Signor...

NELLO

Tu sei turbata!...

Il tuo cor tremare io sento!

PIA

No... la gioia inaspettata...

la sorpresa... (Oh mio spavento!)

NELLO

(Empia!)

PIA

Eppur, non hai tu stesso

un rammarco in volto impresso?...

NELLO

Io rammarco!...

PIA

E sdegno... parmi.

GHINO

(piano a Nello onde esortarlo a rattenersi)

Nello!...

NELLO

È ver... giungeva al campo

nuova infausta a rattristarmi...

nuova tal, che d'ira avvampo!

Il signor di Roccaforte...

PIA

Sigifredo?...

NELLO

La consorte

sai di quale, e quanto affetto

egli amava.

PIA

E riamato...

NELLO

No... chiudea l'indegna in petto

turpe foco abominato...

un codardo... un seduttore...

vilipeso fu l'onore...

(cieco di rabbia)

Nell'onor son io ferito

il tuo fallo è noto, è certo...

Donna infida m'hai tradito!...

M'hai d'infamia ricoperto!...

(avvertito da un guardo furtivo di Ghino ripiega immantinente)

Sigifredo così disse,

strinse il brando, e si trafisse.

PIA

Ed estinto?...

GHINO

Vive ancora,

ma per poco: iddio lo chiama,

pria che giunga all'ultim'ora

abbracciar l'amico ei brama.

(accennando Nello)

PIA

(O sospetto!...)

GHINO

E quindi Nello,

onde girne al suo castello,

trasse innanzi a queste mura...

NELLO

E il vederti amata sposa,

fu mia prima e dolce cura.

(Figger gli occhi in me non osa!)

GHINO

Nello, andiam, che l'ora stringe.

PIA

(con gioia inconsiderata)

Parti?

NELLO

Sì. T'incresce!

PIA

È ver...

NELLO

Troppo m'ami!

PIA

(Cielo!... Ei finge!)

NELLO

Io ti leggo nel pensier!

(Ogni sguardo, ed ogni accento

manifesta il suo delitto!

Il suo nero tradimento

come in core, in fronte ha scritto!

Taccia ancor... ma più tremenda

la vendetta poi discenda...

onor mio contaminato

la rea coppia immolo a te.)

PIA

(Egli asconde un rio furore

sotto il vel di finta calma!

Ah! D'ambascia, di terrore

circondata, ingombra ho l'alma!...

Odo un gemito... un lamento!...

Veggo oggetti di spavento!...

Un avello insanguinato

par che s'apra innanzi a me!)

GHINO

(Ella ardea di fiamma impura,

e scherniva l'amor mio!

Di sue colpe la spergiura

con la morte paghi il fio...

Con la morte? A questo accento

fremer l'alma in petto io sento!...

Il mio foco dispregiato

tutto estinto ancor non è!)

GHINO

(a Nello)

Vieni...

NELLO

Sposa...

PIA

Nello...

NELLO

Addio.

(parte seguito da Ghino per l'uscio a sinistra)

PIA

M'atterrì la sua presenza

pe 'l fratello!...

(con risoluzione)

In ciel v'è un dio

protettor dell'innocenza.

(chiude la porta a sinistra, ed apre quella del verone)

Scena quattordicesima

Lamberto, e detta.

LAMBERTO

(nella massima agitazione)

Ah! Signora...

PIA

Tu, Lamberto!...

Deh! Che fu?...

LAMBERTO

Si tende al certo

un agguato... gente in armi

si nascose...

(indicando dalla parte ond'è venuto)

PIA

Egli è perduto!

LAMBERTO

Donna! Il sangue fai gelarmi!

Di'?... Non oso... Hai tu potuto?...

PIA

L'uom che attendo, è mio fratello...

LAMBERTO

Egli!... Ciel, che festi! E Nello!

Ahi! Sciagura!... Tardi apprendo...

Io potea...

PIA

Chi giunge?

LAMBERTO

È desso.

Scena quindicesima

Rodrigo, e detti.

RODRIGO

Pia...

PIA

Qual fulmine tremendo!...

(Lamberto corre a chiudere la porta del verone)

RODRIGO

Che!

LAMBERTO

Respira: è salvo adesso.

PIA

E fia ver?...

LAMBERTO

Segreta via,

donde il padre un dì fuggia...

(si accosta alla parete in fondo, e rimossa una parte della tappezzeria, scopre un uscio segreto)

Mira.

PIA

(a Rodrigo)

Oh gioia!... ne minaccia

grande rischio, ed incalzante...

esci...

LAMBERTO

Ah! Sì...

PIA

Fra queste braccia

un istante, un solo istante

il fratel stringendo al petto

pianger deggio... e palpitar!

RODRIGO

Tanto duolo... e tanto affetto

mi costringe a lagrimar...

(sempre l'uno in braccio dell'altro e tergendosi a vicenda le lagrime)

PIA

Ah! Ne tolse orrenda guerra

l'adorato genitore!...

Cruda morte di dolore

poi la madre c'involò!...

Aventurati!... Sulla terra

solo il pianto a noi restò!

Scena sedicesima

I suddetti, e Nello di dentro.

NELLO

L'uscio dischiudi, o perfida.

LAMBERTO

Nello!...

RODRIGO

Colui!...

(odonsi frequenti colpi sulla porta a sinistra)

PIA

Non senti?

Va'...

NELLO

Traditori!

(Rodrigo fremente di rabbia, pone la destra sull'elsa, ma vien trattenuto da Lamberto)

PIA

Ahi misera!...

Che indugi omai?... Che tenti?...

RODRIGO

Egli osa provocarmi!...

Io voglio...

PIA

Ah! Tu vuoi farmi

spirar d'angoscia, o barbaro,

e di terror.

(intanto, soccorsa da Lamberto, ha condotto Rodrigo presso l'uscio segreto)

Scena diciassettesima

Nello, Ghino e detti.

NELLO

(prorompendo dalla porta spalancatasi, con pugnale denudato)

Ch'io sveni

entrambi...

PIA

Ah! Fuggi...

(rovescia il doppiere nel punto istesso che Nello entra)

NELLO

Oh rabbia!...

GHINO

Ubaldo? Ubaldo?

LAMBERTO

(piano a Rodrigo e uscendo per l'uscio segreto e tosto si richiude)

Vieni...

di lei pietade...

PIA

Orribile

sul cor mi piomba un gel!...

Scena diciottesima

Servi con altri, Ubaldo, Familiari, Damigelle, Uomini d'armi, Bice, e detti.

NELLO

Fuggì quel vil!...

GHINO

Raggiungasi...

(molti uomini d'armi escono pe 'l fondo)

NELLO

Mori...

(scagliandosi, per uccidere la Pia)

GHINO E FAMILIARI

T'arresta!...

(disarmandolo)

BICE E DAMIGELLE

Oh ciel!...

Insieme

NELLO

Son ebbro di sdegno... respiro veleno

non sangue, ma foco mi scorre nel seno...

quel ferro mi rendi... L'iniqua s'uccida...

parola di calma non giunge al mio cor...

Egli ode soltanto la voce che grida:

sterminio tremendo, vendetta, furor.

GHINO, FAMILIARI E UBALDO

Ghino

Quell'ira bollente per poco raffrena...

Familiari

Per poco sospendi la giusta sua pena...

Ubaldo

Pria vegga l'indegna spirar quell'ardito,

e senta le vene gelarsi d'orror;

poi tutto grondante del sangue aborrito

il ferro di morte le immergi nel cor.

PIA

Ah! M'odi... raffrena quell'odio feroce...

per lui di ragione è muta la voce!...

In terra sprezzato al trono di dio

il grido s'innalzi d'un misero cor...

Qui sangue si chiede, ah! Versino il mio,

ma basti... ma plachi un empio furor.

BICE E DAMIGELLE

Ei d'ira è furente... non ode consiglio...

ha in petto l'inferno, la benda sul ciglio!

Ah! Fuggi... sottraiti al fero consorte...

non vedi ch'egli arde d'insano furor?

Le pende sul capo sospesa la morte!

O notte funesta!... Oh scena d'orror!

(Pia sviene, intanto che Nello è condotto altrove)

Variante del finale I

Variante scritta per la rappresentazione di Senigallia (1837) con concertato di Napoli (1838).

Scena XII

Appartamenti di Pia. Notte. La porta del verone è chiusa.

Ubaldo, ed Armigeri dalla sinistra.

[N. 5, variante - Scena e finale primo]

UBALDO

Di Ghino il cenno udiste?

Ascosi fra le piante, ove la notte

regna più densa e scura,

cautamente vegliate:

s'avanzerà l'indegno a queste porte...

accesso v'abbia, uscirne a lui sia morte.

ARMIGERI

Inoltriam fra l'ombre avvolti:

niun ci vegga, niun ci ascolti.

Della notte col favor

si tradisca il traditor.

(partono pe 'l fondo. Ubaldo serra il verone e si ritira)

Scena XIII

Pia dalla stanza da letto: ella reca un doppiere che lascia su una tavola.

PIA

Tutto è silenzio! ~ Un mormorio sommesso

udir mi parve... Inganno

fu del pensier, che vede

perigli ovunque! ~ Il tenebroso velo

stese la notte... incalza

l'ora, e il fratello...

(odesi battere leggermente la porta del verone)

Ah, giunse... Il cor mi balza!

(chiude la porta a sinistra ed apre il verone)

Scena XIV

Lamberto, e detta.

LAMBERTO

(nella massima agitazione)

Ah! Signora...

PIA

Tu, Lamberto!...

Deh! Che fu?...

LAMBERTO

Si tende al certo

un agguato... gente in armi

si nascose...

(indicando dalla parte ond'è venuto)

PIA

Egli è perduto!

LAMBERTO

Donna! Il sangue fai gelarmi!

Di'?... Non oso... Hai tu potuto?...

PIA

L'uom che attendo, è mio fratello...

LAMBERTO

Egli!... Ciel, che festi! E Nello!

Ahi! Sciagura!... Tardi apprendo...

Io potea...

PIA

Chi giunge?

LAMBERTO

È desso.

Scena XV

Rodrigo, e detti.

RODRIGO

Pia...

PIA

Qual fulmine tremendo!...

RODRIGO

Che!...

LAMBERTO

(corre a chiudere il verone)

Respira: è salvo adesso.

PIA

E fia ver?...

LAMBERTO

Segreta via,

donde il padre un dì fuggia...

(si accosta alla parete in fondo e, rimossa una parte della tappezzeria, scopre un uscio segreto)

Mira.

PIA

Oh gioia!... Ne minaccia

gran periglio...

RODRIGO

Che mai sento!...

PIA

Esci...

LAMBERTO

Ah sì...

PIA

Fra queste braccia

un momento, un sol momento...

il fratel stringendo al petto

pianger deggio... e palpitar!

RODRIGO

Tanto duolo... e tanto affetto

mi costringe a lagrimar...

PIA E RODRIGO

(sempre l'una in braccio all'altro)

Ah, ne tolse orrenda guerra

l'adorato genitor!...

Cruda morte di dolore

poi la madre c'involò!...

Sventurati!... sulla terra

solo il pianto a noi restò.

SCENA XVI

I suddetti, e Nello di dentro.

NELLO

L'uscio dischiudi, o perfida.

LAMBERTO

Nello!...

RODRIGO

Colui!...

PIA

Non senti?

(odonsi frequenti colpi dalla porta a sinistra)

Va'...

NELLO

Traditori!

(Rodrigo fremente di rabbia pone la destra sull'elsa, ma vien trattenuto da Lamberto)

PIA

Affréttati...

Che indugi omai?... Che tenti?...

RODRIGO

Egli osa provocarmi!...

Io voglio...

PIA

Ah, tu vuoi farmi

spirar d'angoscia, o barbaro,

e di terror...

(intanto, soccorsa da Lamberto, ha condotto Rodrigo verso l'uscio segreto)

SCENA XVII

Nello, Ghino, e detti.

NELLO

(prorompendo dalla porta spalancata con pugnale snudato)

Ch'io sveni

entrambi...

PIA

(rovescia il doppiere nel punto istesso che Nello entra)

Ah fuggi...

NELLO

Oh rabbia!...

GHINO

Ubaldo? Ubaldo?

LAMBERTO

(piano a Rodrigo ed uscendo con esso per l'uscio segreto che si richiude tosto)

Vieni...

di lei pietade...

PIA

Orribile

sul cor mi piomba un gelo!...

SCENA XVIII

Servi con altri doppieri, Ubaldo, Bice, Uomini d'armi, Damigelle, e detti.

NELLO

Fuggito egli è!...

UBALDO

(uscendo pe 'l fondo con gli uomini d'armi)

Raggiungasi...

NELLO

(scagliandosi per uccidere la Pia)

Mori...

GHINO

(disarmandolo con gli altri)

T'arresta...

BICE E DAMIGELLE

Oh cielo!...

PIA

Sposo...

NELLO

Il pugnal!...

BICE

Deh scòstati...

Non vedi il suo furor?...

NELLO

Il mio pugnal rendetemi...

PIA

(cade al suolo tramortita)

Io muoio...

BICE E DAMIGELLE

Qual terror!...

(un momento di spaventevole silenzio. Le donne sollevano la Pia e l'adagiano su una seggiola: il pallore della morte le copre il volto ed un angoscioso anelito solleva il suo petto. Nello resta immobile)

Insieme

GHINO

(Ahimè, quell'anelito il core mi gela!

Sospesa una lagrima il ciglio mi vela!

Ho l'alma commossa... la mente agitata...

Ancor dell'ingrata ~ io sento pietà!)

NELLO

Ah, come congiungere il cielo potea

il volto d'un angelo ad alma sì rea! ~

Di tanto delitto macchiarsi quel core!...

È spento l'onore ~ più fede non v'ha!

PIA

Non regge quest'anima in tanto periglio...

Un velo funereo ingombra il mio ciglio...

Fantasmi di morte intorno rimiro!...

L'estremo sospiro ~ sul labbro mi sta!

BICE E DAMIGELLE

Deh calma le furie del core sdegnato...

Ah, tu della misera ben vedi lo stato...

L'orror, lo spavento de' sensi la priva;

più spenta che viva ~ dinanzi ti sta.

SCENA XIX

Ubaldo, Uomini d'armi, e detti.

UBALDO

Quel codardo ne deluse!...

Rinvenirlo io non potei.

NELLO

Ah, l'Averno si dischiuse

per sottrarlo a' colpi miei!

GHINO

(D'ira avvampo!...)

NELLO

Svela, o Pia,

come... donde il vil fuggia...

Tu da me la vita avrai

se di lui vendetta avrò.

PIA

Io tradirlo?... No, giammai...

Mille volte pria morrò.

Insieme

NELLO

(nel massimo furore e volgendosi ad Ubaldo ed a' suoi uomini d'armi)

L'empia cingete d'aspre ritorte...

alle maremme sia trascinata... ~

Lunga, crudele, tremenda morte

ivi t'aspetta, o scellerata...

Vanne, perversa... di te soltanto

per maledirti mi sovverrò.

GHINO

(Ahi sciagurato! Dove mi spinse

della vendetta l'empio desio!...

L'astro del giorno per lei si estinse,

ma più infelice di lei son io...

Tutta una vita trarrò nel pianto

e di me stesso l'orror sarò!)

PIA

Qual fera morte a me s'appresta!...

V'è donna al mondo più sventurata?...

Nella suprema ora funesta

sarò da tutti abbandonata!...

Del pio ministro a me d'accanto

suonar la prece io non udrò!

UBALDO E UOMINI D'ARMI

Omai ne segui... è vano il pianto.

Il tuo destino cangiar non può.

BICE E DAMIGELLE

Il ciel preghiamo, che il ciel soltanto

all'infelice soccorrer può.

(Ubaldo e gli uomini d'armi traggono secoloro la Pia)

Parte seconda
Scena prima

Accampamento dell'esercito fiorentino, presso una porta del sobborgo di Siena.
Coro di Guerrieri, indi Rodrigo e Lamberto.

[N. 6 - Introduzione, scena ed aria Rodrigo]

CORO

Cinto di rosse nubi

sorgi, deh! sorgi o sole,

vieni a mirar se prole

non siam d'Italia ancor!

Col lampeggiar dell'armi,

col fero suon di guerra

t'invoca l'alma terra

che madre è del valor!

Sorgi, e vedrai gremito,

come di tronche biade,

il suol di lance e spade,

tinti di sangue i fior!

LAMBERTO

Rodrigo...

RODRIGO

Chi vegg'io!... Tu qui!...

LAMBERTO

Pur giungo,

pur giungo al tuo cospetto!

Ben dieci lunghi giorni

palpitar mi fu d'uopo, e vincer guerra

di rinascenti ostacoli. Son io

apportator di trista nuova.

(ad un cenno di Rodrigo, i guerrieri si ritirano)

RODRIGO

Oh dio!...

Che avvenne?

LAMBERTO

Al tuo fuggir, Nello, fremente

di cieco sdegno, a trucidar la sposa

il ferro alzò...

RODRIGO

Perverso!...

LAMBERTO

A lui sottratta

fu l'innocente, ma del crudo in seno

l'ira non tacque: gemebonda, oppressa,

vota di sensi, quella notte istessa

nella maremma trascinar la fece,

ove fra i morti stagni

aura letal si beve, or che infuocati

raggi saetta il dì: nel suo funebre

castello, a Pia dell'inumano un cenno

prigion dischiude acerba,

ed ivi...

RODRIGO

(con orrore)

Che?

LAMBERTO

Forse... a morir la serba.

RODRIGO

Ahi! Sì barbara minaccia

di spavento il cor m'agghiaccia!

Fosco il sole, e tolta parmi

la favella, ed il respir!...

Se costar doveano a lei

tante pene i giorni miei,

rio destin perché non farmi

cento volte pria morir?

(squillo di trombe, e movimento nel campo; tutto come segue)

LAMBERTO

Oh! Qual tumulto!...

RODRIGO

Squillano

le trombe in suon di guerra!...

LAMBERTO

Duci, e guerrieri accorrono!...

RODRIGO

Rimbomba e cielo e terra!...

Scena seconda

Seguaci di Rodrigo, e detti.

SEGUACI

Signor...

RODRIGO

Che fu?

SEGUACI

Prorompono

ad inattesa pugna

l'orde nemiche... Affrettati,

l'acciar temuto impugna.

LAMBERTO

Oh fero giorno!...

RODRIGO

Traggasi

quel vecchio in securtà.

(alcuni scudieri partono con Lamberto)

SEGUACI

(a Rodrigo)

Vieni...

(vedesi nel fondo l'esercito fiorentino marciare affrettatamente)

RODRIGO

Tremenda folgore

il brando mio sarà.

A me stesso un dio mi rende...

corro all'armi... alla vendetta...

i tuoi nodi, o Pia diletta

io tra poco infrangerò.

Questa brama il cor m'accende,

non desio di falsa gloria...

pe 'l cammin della vittoria

al tuo seno io volerò.

SEGUACI

Foco d'ira il cor n'accende...

sangue a flutti spargeremo...

ghibellini, al fato estremo

nulla omai sottrar vi può.

(partono velocemente)

Scena terza

Vecchia sala d'armi nel castello della maremma; ingresso nel fondo, due porte sui lati: una di esse mette alla prigione di Pia.
Ghino, ed Ubaldo.

[N. 7 - Scena e duetto Ghino e Pia]

UBALDO

Tu Ghino alle maremme!

GHINO

Ah! di': la Pia?...

UBALDO

Geme fra quelle mura, e si distrugge

per lenta febbre.

GHINO

Ho d'uopo

vederla, Ubaldo... qui la traggi.

(Ubaldo entra nella prigione di Pia)

GHINO

Ancora

sull'adorato labbro

starà l'oltraggio e la repulsa? O vinta

dalla sciagura?... Fra la speme ondeggio,

e fra il timor.

Scena quarta

Pia, e detto.

PIA

Chi veggio!...

GHINO

L'uom che salvarti e vuole, e può.

PIA

Tu!... Come!

GHINO

All'amor mio t'arrendi,

e pronta fuga...

PIA

(con disprezzo)

Taci,

lingua d'Averno... Chi son io scordasti?

GHINO

E chi sei tu?

PIA

(dignitosamente)

La sposa

di Nello.

GHINO

Infida sposa.

PIA

Io!...

GHINO

Non tradisti

il tuo dover, l'onore?...

In quella orribil notte un seduttore

non accogliesti?...

PIA

Ciel!... Che dici!... Accolsi

Rodrigo, il fratel mio...

GHINO

Donna... fia vero!...

PIA

Crudele inganno!... Ah! Dunque

spergiura anch'ei Nello m'estima?... E quanto

credei furor di parte,

era gelosa rabbia!... Il fosco nembo,

che intorno a me ruggia,

sparisce!

GHINO

(abbassa la fronte, e rimane alquanto silenzioso, come persona che medita a qual partito attenersi)

Odimi, o Pia:

per sempre dai viventi

di Nello un cenno ti separa, e Nello

sveller giurò dalla sua fronte i rai

anzi che più vederti; Ubaldo è schiavo

del mio voler: tu sei

già nella tomba; e dalla tomba Ghino

sol può sottrarti, ed egli

t'offre il suo core... o morte.

PIA

Iniquo!...

GHINO

Scegli.

PIA

Morte o colpa? Tu ben sai

la mia scelta.

GHINO

Forsennata!...

Scegli?...

PIA

Morte.

GHINO

Ah! Tu morrai

dalle genti abominata...

e l'infamia un negro velo

sul tuo nome stenderà.

PIA

Benedetta e pura in cielo

il signor m'accoglierà.

De' miei giorni tronco il corso

fia tra poco... ah! Pensa, o Ghino,

quale in cor ne avrai rimorso!

GHINO

(Ahi! Tormento!...)

PIA

Errar vicino

uno spettro ti vedrai...

Il mio spettro!...

GHINO

Taci... (Ahimè!)

(Ghino è raccapricciato: Pia cangia il tono severo, in quello della più commovente preghiera, giungendo le palme, e cadendo genuflessa innanzi a lui)

PIA

Deh! Ti cangia...

GHINO

Ciel!... Che fai?...

Tu prostrata innanzi a me!

PIA

Ti muova il gemito dell'innocente...

la prece ascolta d'un cor morente.

Sorga del fallo in te l'orrore,

rendimi, ah! rendimi vita ed onore...

e la tua colpa fia cancellata,

ed io col cielo perdonerò.

GHINO

(Mi scende all'anima il suo lamento

a ragionarvi di pentimento!

Potrei lasciarla fra le ritorte

in braccio a lunga, terribil morte,

e senza colpa disonorata?...

No, tanto perfido il cor non ho.

PIA

Ah! Nel tuo seno atroce

non giunge la mia voce!...

Addio...

(avviandosi alla sua prigione)

GHINO

(nella estrema commozione)

T'arresta...

(Ghino cerca nasconderle il volto)

PIA

Oh giubilo!...

Veggo negli occhi tuoi

la mal frenata lagrima

invan celar mi vuoi.

GHINO

Donna...

PIA

Perché t'arresti?...

Finisci...

GHINO

Ah! Sì, vincesti...

Corro a squarciar le tenebre

d'inganno sì fatale...

Corro di Nello a spegnere

l'ira crudel, mortale...

quindi a me stesso in core

un ferro immergerò.

PIA

Che dici?... Qual furore!...

GHINO

Omai decisi.

PIA

Ah! No.

GHINO

Può la mia fiamma estinguersi

col viver mio soltanto...

meglio è morir, che vivere

in disperato pianto...

Ah! Sul mio freddo cenere

spargi talvolta un fiore...

A chi negasti amore

concedi almen pietà.

PIA

Sgombra sì nere immagini...

a dio solleva il core,

e forza avrai per vincere

un condannato amore.

Scosso dal reo delirio,

alla virtù rinato,

raggio del ciel placato

il viver tuo sarà.

(Ghino parte: Pia si rende alla sua prigione)

Scena quinta

Ubaldo.

Egli viene dal carcere di Pia, e ne rinchiude la porta. Si avanza uno Scudiero, gli porge un foglio, ed esce. Ubaldo legge.

UBALDO

«Divamperà tremenda oggi la guerra,

ed io spento nel campo

forse cadrò: non voglio

che alla pena fuggir possa la colpa;

quindi, se rivocato il cenno mio

non è sin che biancheggi

l'alba del dì novello,

mora la Pia, mora, lo impongo. ~ Nello.»

(resta cogitabondo, qualche istante, poi volge un guardo dove entrò Pia, e si ritira dall'opposto lato)

Scena sesta

Atrio d'un eremitaggio: a traverso dell'intercolunnio si veggono le incolte lande della maremma. - La notte è inoltrata, il cielo è nerissimo, ed imperversa una tremenda bufera.
Piero, ed altri Romiti.

[N. 8 - Temporale, coro, scena ed aria Nello]

TUTTI

Il mugghiar di sì fera procella

par del cielo funesta minaccia!

Par di dio la tonante favella

quando all'empio la colpa rinfaccia!

No, giammai più terribile guerra

il creato sconvolto non ha!

(si prostrano)

Divo spirto, il cui sguardo penetra

ogni via degli abissi profondi,

al cui cenno raggianti per l'etra

l'ampio giro descrissero i mondi,

ah! placato sorridi alla terra,

e del nembo l'orgoglio cadrà.

(Piero sorgendo e seco gli altri)

PIERO E ALTRI

Un calpestio di rapidi cavalli,

fra il sibilar de' venti,

l'udito mi colpì.

(mettendosi presso la soglia con un fanale sospeso nella destra)

Qualunque sia

che dal furor di sì malvagia notte

cerchi un asil, qui tragga

il passo errante.

Scena settima

Nello, con seguaci, e detti.

NELLO

Piero...

PIERO

Io non traveggo!

Nello!

NELLO

Sconfitte dal nemico brando

fur di Siena le squadre, e strascinate

pe 'l campo, entro la polve

di Manfredi le insegne... Al mio castello

movemmo, e l'orme nostre

seguia dappresso un folto stuol repente

di guelfi... l'uragano e la sorgente

notte ad essi tolse... I giorni miei

deggio alla fuga!... Oh rabbia!

PIERO

(con grave accento)

Gli ardenti spirti acqueta.

Ed al voler t'inchina

di lui, che a torto non punisce.

NELLO

O vecchio,

una parola onde ferirmi hai detta!

PIERO

Di tua crudel vendetta

il grido risuonò: viva sepolta

fu la tua sposa... Io di quell'alma, o figlio,

i più riposti affetti

conosco appieno, che la tenni al seggio

ove il mortal riceve

de' falli suoi perdono. A me t'affida.

Rea di nefando eccesso

non è la tua consorte.

NELLO

Solo un istante dubitar vorrei

dell'onta mia; darei

per quell'istante mille vite. Ah! Cruda

certezza ho della colpa!...

Pietà sì viva di colei tu senti?

E pietade non hai de' miei tormenti?

(gettandosi nella braccia di Piero, con abbandono di dolore)

Lei perduta, in core ascondo

una serpe... un dardo acuto...

per me tomba è fatto il mondo;

parmi il ciel aver perduto.

Ah! La perfida consorte

io detesto... ed amo ancor!...

D'ogni strazio, d'ogni morte

la mia vita è assai peggior!

(si ode uno strepito d'armi, quindi un grido lamentevole)

NELLO

Fragor di spade!...

PIERO

Un gemito!...

NELLO

Si corra...

Scena ottava

Ghino, e detti.

Egli è ferito mortalmente: si avanza a lenti passi, ed appoggiandosi alla spada.

TUTTI

tranne Ghino

Oh ciel!...

NELLO

Tu Ghino!...

PIERO E CORO

Scena funesta, orribile!...

GHINO

Compiuto è il mio... destino...

NELLO

Ahi!...

GHINO

Mi svenò... drappello

di guelfi...

NELLO

E donde?...

GHINO

O Nello...

mi tragge... a... te benefica,

celeste man... La Pia

non è... non è colpevole...

NELLO

Fia vero!... E l'uom che ardia

venir fra l'ombre avvolto?...

GHINO

Era... il fratel...

NELLO

Che ascolto!

GHINO

Lei salva... ed il mio... cenere

non maledir... l'amai...

fui dispregiato... e... perderla

entro al mio cor... giurai...

NELLO

O Pia... Malvagio...

(mettendo la mano sull'elsa)

PIERO E CORO

Arrestati...

il ciel ti vendicò.

GHINO

Io muoio... deh! perdonami...

PIERO E CORO

(supplichevoli a Nello)

Signor...

GHINO

Per... do...

(la sua parola è tronca dall'ultimo singulto: Nello protende la destra sul di lui capo, in atto di perdono)

PIERO E CORO

Spirò!

NELLO

Dal mio ciglio è tolto un velo!...

Sì, Rodrigo... in campo egli era!

Ed il foglio!... Ed ella!... Oh cielo!...

(alla sua gente d'armi)

Mi seguite...

PIERO

Ah! Trista e nera

è la notte i nembi orrendi

imperversano tuttor...

Qui soggiorna, e l'alba attendi...

NELLO

L'alba!... L'alba!... Oh mio terror!

(preso da tremito convulso, e con prorompimento di lagrime)

(come tocco dal fulmine)

Dio pietoso, un cor ti parla

pien d'angoscia e di spavento...

tu soltanto puoi salvarla...

opra, o nume, un tuo portento...

Ah! Quell'angelo d'amore

serbi a me la tua pietà.

E l'inferno che ho nel core

ciel di gioia diverrà.

PIERO

(Onde in lui cotanto orrore!...)

CORO

(Quale arcano asconderà!)

(Nello parte precipitosamente, i di lui guerrieri lo seguono)

Scena nona

Prigione di Pia. Sull'alto una finestra con spranghe di ferro: scala in fondo, alla cui sommità è la porta.

Pia seduta su uno sgabello, con la testa appoggiata ad una rozza tavola: ella è immersa in torbido sopore, pallida n'è la fronte, difficile il respiro, e sovente un tremore agita le sue membra. Ubaldo viene dalla scala, rilegge tacitamente il foglio di Nello, alza gli occhi alla finestra, albeggia: egli si trae dalle vesti una ampolla, e ne versa il licore entro una tazza colma d'acqua, che sta sulla tavola.

[N. 9 - Scena e finale secondo]

UBALDO

A questo nappo beverà tra poco

il tuo labbro assetato, e dormirai

ben altro sonno!

PIA

Eterno dio!

(con grido acutissimo e balzando in piedi spaventata)

Respiro...

Il mio pensier deliro

creò nel sonno immagini feroci!

(come riandando ciò che le parve in sogno)

A questo sen, pentito

il consorte io stringea... quando nel fianco

l'acciaro insidioso

gl'immerse un guelfo... a' piedi miei lo sposo

cadde spirando: balenò sanguigno

un infernal sorriso

dell'omicida in volto... ed era il volto

di Rodrigo! Frattanto,

spaventevole a dirsi!

La morta spoglia alto levossi, e forme

vestì di truce demone!... Gli artigli

nell'uccisor figgendo,

mise un urlo tremendo,

e con la preda si lanciò nell'imo

de' spalancati abissi... Orribil sogno!...

Ah! La febbre cocente

più cresce!... Atroce sete mi divora!...

(la coppa fatale si presenta al di lei sguardo, ed ella vi stende ansiosa la mano. Ubaldo rimasto sempre indietro fa un moto, quasi involontario, per trattenerla, ma ristà immantinente, Pia beve)

UBALDO

(Meglio è penar brev'ora,

e poi riposo eterno!

Al dì novello respirar più liete

aure mi sia concesso.)

PIA

(abbandonandosi a sedere)

Ah! La pietade, o Ghino,

l'ale impenni al tuo corso...

e tu vieni crudel, che amai cotanto

a rasciugar d'un'infelice il pianto.

Sposo, ah! tronca ogni dimora...

al mio sen, deh vola o Nello;

dimmi: t'amo... ed all'avello

questo accento mi torrà.

Ah! La Pia, se indugi ancora

preda fia d'acerba morte,

ed al bacio del consorte

più risponder non potrà.

Scena decima

Nello con Seguaci e detti.

NELLO

(ancor dentro)

Pia?

PIA

La voce!...

NELLO

(ancor dentro)

Sposa?... Pia?...

PIA

Egli!... Ah! Dunque i miei sospiri

cielo udisti!...

UBALDO

(Ahimè! Che fia!...)

NELLO

Non vaneggio!... Tu respiri...

gioia immensa!...

PIA

Rea non sono...

NELLO

Sì, m'è noto... il tuo perdono...

(volendo inginocchiarsi)

PIA

(abbracciandolo)

Al mio sen... gran dio!... non reggo

all'eccesso del contento...

tremo... agghiaccio... nulla veggo...

Nello?

NELLO

(adagiandola sopra lo sgabello)

Pia!...

PIA

Mancar mi sento...

NELLO

(è compreso da un atroce sospetto: i suoi occhi si rivolgono ad Ubaldo che in preda al suo terrore cerca d'involarsi)

Che facesti, sciagurato?

UBALDO

(gettandogli innanzi ai piedi il di lui foglio)

Surse il sì, né revocato

fu quel cenno...

NELLO

(con orrenda ansietà)

Ebben?...

UBALDO

(esitante)

Le porsi...

NELLO

Parla, o crudo...

(odesi un procedere di passi concitati, e voci di spavento, che gridano)

VOCI DA DENTRO

I guelfi...

NELLO

Parla.

UBALDO

Un veleno.

(Nello alza un grido disperato)

Scena ultima

Rodrigo seguìto da una Schiera di guelfi, e detti.

RODRIGO

In tempo corsi

a salvarti...

NELLO

A vendicarla.

Io la uccisi.

RODRIGO

Che!...

NELLO

Nel seno

ella chiude un rio veleno...

RODRIGO

Ah!...

(scagliandosi per trucidar Nello)

NELLO

Ferisci.

PIA

(raccogliendo le sue ultime forze, e cadendo ai piè di Rodrigo)

No... che fai?

RODRIGO

Donna...

PIA

Colpa in lui non è...

Sposa infida... gli sembrai...

un rival credeva... in te.

Rodrigo resta immobile atteggiato d'estremo dolore.

Ella si volge ora allo sposo, ora al fratello nell'ambascia degli estremi aneliti.

PIA

Ah! Di Pia... che muore... e geme

se pietà... vi... scende in petto...

fine all'odio... un santo affetto

l'alme vostre... unisca... ognor.

E per me... versate insieme

qualche lagrima... talor...

(tutti piangono amaramente: la spada fugge di mano a Rodrigo; Nello si precipita fra le sue braccia, ed una lagrima di gioia spunta negli occhi di Pia)

Or la morte... a cui... son presso...

non ha duol... non ha spavento...

è un sorriso... di contento

è del giusto... la mercé...

Da quel caro... e santo amplesso

incomincia... il... ciel... per... me...

RODRIGO

Pia!...

NELLO

Consorte!...

(ella spira fra le loro braccia)

RODRIGO E NELLO

Agli occhi miei

fosco vel ricopre il dì!...

CORO

Ella è spenta, ma per lei

non la tomba, il ciel s'aprì!

Fine del libretto.

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Locandina Parte prima Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Variante del finale I Parte seconda Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena ultima