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Rodelinda

RODELINDA

Dramma per musica.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Nicola Francesco HAYM.
Musica di Georg Friedrich HÄNDEL.

Prima esecuzione: 13 febbraio 1725, Londra.


Personaggi:

RODELINDA regina de' Longobardi

soprano

BERTARIDO re dei Longobardi

contralto

GRIMOALDO usurpatore del trono di Bertarido e duca di Benevento

tenore

GARIBALDO consigliere di Grimoaldo e duca di Torino

basso

EDUIGE sorella di Bertarido

contralto

UNULFO amico e confidente di Bertarido

contralto

FLAVIO figlio di Rodelinda e Bertarido

mezzosoprano






Atto primo

[Ouverture]

Scena prima

Appartamenti di Rodelinda. Si vede Rodelinda a sedere piangente; e poi Grimoaldo, e Garibaldo con Guardie.

Minuetto

[N. 1 - Aria]

RODELINDA

Ho perduto il caro sposo,

e qui sola alle sventure

vie più cresce il mio penar.

Recitativo

GRIMOALDO

Regina!

RODELINDA

Grimoaldo, nel mio presente stato

ingiurioso m'è il nome di regina da te,

che m'involasti e regno e sposo.

GRIMOALDO

E sposo e regno appunto a renderti

vengh'io.

RODELINDA

(si leva da sedere)

Come?

GRIMOALDO

Fin tanto che visse Bertarido, il tuo consorte,

ti celai, Rodelinda, il foco mio;

or, che la di lui morte giustificò le mie speranze,

aperte vedi le fiamme mie.

RODELINDA

Che sento? A te non basta, regno e sposo involarmi,

insidi ancora, perfido, la mia gloria?

No, Grimoaldo, io già rifiuto il dono;

lasciami la mia gloria, e tienti il trono.

[N. 2 - Aria]

L'empio rigor del fato

vile non potrà farmi,

se misera mi fé.

E tu, crudo tiranno,

in van tenti placarmi,

se m'hai legato il piè.

(parte)

Scena seconda

Grimoaldo e Garibaldo.

Recitativo

GRIMOALDO

Duca, vedesti mai più bel disprezzo?

GARIBALDO

Io della tua non vidi, oh mio signore,

sofferenza maggiore.

GRIMOALDO

Temo irritarla; la pace del mio seno

Eduige combatte, e Rodelinda;

questa con l'odio e quella con l'amore.

GARIBALDO

L'una e l'altra domar puoi col rigore.

GRIMOALDO

Come?

GARIBALDO

Il noioso affetto disprezza d'Eduige;

e Rodelinda ti paventi e ti adori

a suo dispetto.

GRIMOALDO

Io non ho tanto core.

GARIBALDO

A me l'impresa ne lascia,

e in breve spera

di vederla men fiera.

GRIMOALDO

Ecco Eduige.

GARIBALDO

Da lei comincia intanto

a porre in opra il mio consiglio.

Scena terza

Eduige e detti.

EDUIGE

E tanto da che sei re, sei divenuto altero,

infido Grimoaldo?

GRIMOALDO

Da che son re,

son divenuto infido per esser giusto.

T'offersi la mia mano, e la sdegnasti;

m'offri adesso la destra,

e la rifiuto: ora soffrilo in pace!

Al trono io vo' chiamar, chi più mi piace.

[N. 3 - Aria]

Io già t'amai, ritrosa,

sdegnasti esser mia sposa

sempre dicesti no.

Or ch'io son re, non voglio

compagna nel mio soglio,

aver chi mi sprezzò.

(parte)

Scena quarta

Eduige e Garibaldo.

Recitativo

EDUIGE

E tu dici d'amarmi? Hai core, hai brando,

e intanto odi, e sopporti i miei scherni,

i miei torti?

GARIBALDO

Signora, in questo istante

io volo ad ubbidirti,

e la vendetta col teschio del fellon...

(vuol partire)

EDUIGE

No, ferma! Aspetta: supplichevole in atto

a me davanti chieda il perdon, e non l'ottenga mai.

GARIBALDO

E pensi di poterlo: e lo farai?

[N. 4 - Aria]

EDUIGE

Lo farò, dirò spietato,

porta altrove un cor

sì ingrato

sì spergiuro e traditor.

Ed a te rivolta poi

ti dirò su gli occhi suoi:

tu sei 'l core del mio cor.

(parte)

Scena quinta

Garibaldo solo.

Recitativo

Eduige, t'inganni;

io della tua corona amante sono,

e sol con le tue nozze

cerco un pretesto per salire al trono.

[N. 5 - Aria]

Di Cupido impiego i vanni

per salire al regal soglio,

mentre ei solo alletta il cor.

Copro amor d'ascosti inganni

perché a me sarebbe scoglio

ogni affetto adulator.

(parte)

Scena sesta

Bosco di cipressi in cui si vedono i sepolcri de' re de' Longobardi, e tra essi ultimamente eretta l'urna di Bertarido.
Bertarido vestito all'ungara, e poi Unulfo.

[N. 6 - Sinfonia e Recitativo accompagnato]

BERTARIDO

Pompe vane di morte! Menzogne di dolor,

che riserbate il mio volto e 'l mio nome,

ed adulate del vincitor superbo

il genio altero:

voi dite, ch'io son morto;

ma risponde il mio duol, che non è vero.

(legge l'iscrizione)

«Bertarido fu re; da Grimoaldo vinto fuggì,

presso degli Unni giace. Abbia l'alma riposo,

e 'l cener pace.» Pace al cener mio? Astri tiranni!

Dunque fin ch'avrò vita,

guerra avrò con gli stenti, e con gli affanni.

[N. 7 - Aria]

Dove sei, amato bene?

Vieni, l'alma a consolar!

Sono oppresso da' tormenti

ed i crudeli miei lamenti

sol con te posso bear.

Recitativo

BERTARIDO

Ma giunge Unulfo; oh dio!

(vuol abbracciarlo)

Deh! Mio fedel, consenti,

che queste braccia avventi...

UNULFO

(non lo permette)

Ah, mio signore! Se del fato il rigore a te

rapì lo scettro, a me non tolse quel rispetto,

che deve un suddito fedele al suo sovrano;

ferma e sol mi concedi, che pegno del mio ossequio

in questa mano un umil bacio imprima,

(gli bacia la mano)

e l'antica mia fede

e 'l mio nuovo servaggio in esso esprima.

BERTARIDO

Se un sì fedele amico trovo tra le sventure,

l'istesse mie sciagure io benedico.

Ma dimmi! La mia sposa Rodelinda, che fa?

Che fa il mio figlio?

UNULFO

Ciò che sorte sdegnosa non poté mai,

poté del suo bel ciglio trar due rivi di pianto

il falso avviso di tua morte.

BERTARIDO

Oh dio! Né le scopristi,

Unulfo, il viver mio?

UNULFO

Io vo' che 'l suo dolore accrediti l'inganno,

e a te conviene celarti ancora.

BERTARIDO

Amante cor, che pene! ma che veggio?

Unulfo, ecco la sposa e 'l figlio mio!

Lascia amico, ch'io stringa...

UNULFO

Oh dio! Signore, non voler ch'il tuo

amore tradisca la tua sorte.

BERTARIDO

Ah! Lascia almeno dopo sì lungo esiglio,

lascia, che a questo seno stringa la sposa,

e porga un bacio al figlio.

UNULFO

Per goderti un momento,

vuoi perderti per sempre?

BERTARIDO

Ah! Che tormento!

UNULFO

Ritirati mio re!

BERTARIDO

Tu vuoi, ch'io mora.

UNULFO

No, ti nascondi, e soffri un poco ancora.

(si ritirano dietro l'urna)

Scena settima

Rodelinda, che tiene per mano Flavio, e detti in disparte.

[N. 8 - Aria]

RODELINDA

Ombre, piante, urne funeste!

voi sareste

le delizie del mio sen.

Se trovassi in voi raccolto,

come il volto

anco il cener del mio ben.

[N. 9 - Recitativo accompagnato]

RODELINDA

Ombra del mio bel sol,

che più d'intorno all'immagine sua

forse t'aggiri

della sposa e del figlio,

mira il pianto fedel, odi i sospiri...

BERTARIDO

Più resister non so.

UNULFO

Frena l'amore!

RODELINDA

Raccogli i nostri baci.

(bacia l'urna e la fa baciare al figlio)

BERTARIDO

Deh, lascia!

UNULFO

No, signor, osserva, e taci.

Scena ottava

Detti, e Garibaldo con parte delle Guardie.

Recitativo

GARIBALDO

Baci inutili e vani porgi alle tombe,

oh Rodelinda, e pure tu puoi con essi

ricomprarti il regno.

BERTARIDO

Garibaldo, il fellon!

UNULFO

Frena lo sdegno!

RODELINDA

Hai delle mie sventure, perfido,

tanto ardir favellarmi?

GARIBALDO

Grimoaldo ti chiede pronta obbedienza,

e non contrasto; oh stringi

con le sue nozze il crine alla tua sorte,

o ti prepara...

RODELINDA

A che? Forse la morte?

Non ho più che temer, n'è che sperare.

GARIBALDO

Non hai più che temer? Lascia quel figlio!

(le toglie il fanciullo)

BERTARIDO

Ah scellerato!...

UNULFO

Ferma!

GARIBALDO

E 'l suo periglio

ti renda men superba, e più prudente.

Grimoaldo consente di riporre

in tua mano or la tua sorte;

pensa ed in breve eleggi

o 'l trono pe 'l tuo figlio, o pur la morte.

RODELINDA

Perfido, sì t'intendo:

questo è sol tuo consiglio;

or via rendimi il figlio.

(si ripiglia il fanciullo)

Ritorna al tuo signor, dì,

ch'io mi rendo, e ch'io

con le sue nozze accetto il soglio.

BERTARIDO

(Misero, ohimè! Son morto.)

UNULFO

(Oh ciel, che sento!)

RODELINDA

Ma tu per lo spavento trema,

vil consiglier, ministro indegno!

Me delle colpe tue giudice avrai;

io regnerò fellon, ma tu morrai!

[N. 10 - Aria]

Morrai sì, l'empia tua testa

già m'appresta

un gradin per gire il trono.

Che del mio sposo novello,

né più bel dono

so bramar.

(parte)

Scena nona

Bertarido e Unulfo, nascosti; Garibaldo, Grimoaldo, e Guardie.

Recitativo

GRIMOALDO

E ben, duca, poss'io all'ardor del cor mio

sperar dall'opra tua qualche conforto?

GARIBALDO

Sì, Rodelinda è tua.

GRIMOALDO

Mi narri il vero?

GARIBALDO

Tu sei felice, ed io, signor, son morto.

GRIMOALDO

Morto? Perché?

GARIBALDO

S'ella racquista il regno, giurò,

tutto il suo sdegno scagliar contro di me.

GRIMOALDO

Scaccia il timore, che questo lauro mio

sarà in difesa tua, contro il più crudo fulmine

del suo sdegno, un forte scudo.

[N. 11 - Aria]

Se per te giungo a godere,

puoi temer

di chi? di che?

Io d'Astrea do moto al brando,

io commando,

io son re.

(parte con Garibaldo)

Scena decima

Bertarido ed Unulfo.

Recitativo

BERTARIDO

Unulfo, oh dio! Quella è costanza? E vivo?

Misero! e quella è fede? Alle prime minacce,

al primo assalto ella si rende, e cede?

UNULFO

Converrà farle noto, signor, che vivo sei.

BERTARIDO

No, no.

UNULFO

Dunque vuoi tu?...

BERTARIDO

No, che costanza in lei è allor necessita,

non è virtù.

UNULFO

Ah signor, ti confesso

ch'io son fuor di me stesso:

spera conforto! E intanto lascia,

ch'io vada così mesto,

e solo a procurar conforto

al tuo gran duolo.

[N. 12 - Aria]

Sono i colpi della sorte

per un'alma invitta e forte

aspri, sì, ma non mortali.

Ma se poi gli avventa amore,

quanto è più nobile il core,

più le piaghe son fatali.

(parte)

Scena undicesima

Bertarido solo.

[N. 13 - Recitativo accompagnato]

Sì, l'infida consorte,

mi creda estinto ancora;

porga al novello sposo la fé,

che a me serbò, lieve qual fronda,

e sappia allor ch'io vivo, e si confonda.

[N. 14 - Aria]

Confusa si miri

l'infida consorte,

che in faccia di morte

così mi deride.

Con finti sospiri

e s'agita, e s'ange,

e morto mi piange,

e vivo m'uccide.

Atto secondo
Scena prima

Sala.
Eduige e Garibaldo.

Recitativo

GARIBALDO

Già perdesti, oh signora, il nome di regina,

e quel di sposa.

EDUIGE

Non più, che il mio cordoglio

troppo s'avanza, oh dio!

Ma tu per me che fai? Che pensi?

GARIBALDO

Eduige, assicura le mie speranze, e l'amor mio

ti giura di sostener le tue ragioni al soglio.

EDUIGE

Prometto d'esser tua.

GARIBALDO

A me la fede porgi di sposa, e?

EDUIGE

Come? Dunque pria di servir, vuoi la mercede?

GARIBALDO

Con titolo sì bello perdo di traditore,

e di ribello l'infame traccia; or via risolvi?

EDUIGE

Oh dio! Se vedessi il cuor mio...

GARIBALDO

Lo vedo, ingrata,

ami chi ti tradì, alma spietata.

(parte)

Scena seconda

Eduige, Rodelinda e Flavio.

EDUIGE

Rodelinda, sì mesta ritorni a posseder

talamo e trono?

RODELINDA

O mesta, o lieta,

io sono tua regina se 'l voglio.

EDUIGE

E credi a Grimoaldo? E credi

a quello che spergiuro,

e rubello mancò di fede a Gundeberto, e a me?

[N. 15 - Aria]

De' miei scherni per far vendette

il mio amore in furor cangerò.

Ed accesi gli sguardi in saette

fiero scempio dell'empio farò.

(parte)

Scena terza

Rodelinda e Flavio, Grimoaldo, Unulfo, Garibaldo e Guardie.

Recitativo

GRIMOALDO

Rodelinda, è pur ver?...

RODELINDA

Sì, Grimoaldo, sì ch'io mi rendo.

UNULFO

(Oh ciel!)

RODELINDA

Tu pria m'osserva un patto solo,

e poi sarò qual più mi vuoi, o sposa, o serva.

GARIBALDO

(a Grimoaldo)

Ella vuol la mia testa.

GRIMOALDO

Il tutto chiedi, fuor che la morte di...

RODELINDA

Di Garibaldo?

GRIMOALDO

Appunto.

RODELINDA

Alma sì vile

del mio nobile sdegno in van paventa.

GRIMOALDO

Compisci dunque, oh cara, i miei contenti!

Giuro tutto eseguir.

RODELINDA

Vo' che tu prenda, nome di scellerato,

ed inumano; che sveni di tua mano

sugli occhi miei questo mio figlio;

e resti sepolta in un delitto tutta la gloria tua.

UNULFO

(Che ascolto!)

GRIMOALDO

E questi?...

RODELINDA

Sì, questi sono i sentimenti miei.

GRIMOALDO

Tu scherzi!

RODELINDA

No, non scherzo, e non t'inganno;

io non potrei essere madre in un tempo

del legittimo re, moglie al tiranno,

e a questo sen pudico stringere insieme

il figlio, e 'l suo nemico.

GRIMOALDO

Ah! duca, in questa guisa divien mia Rodelinda?

RODELINDA

A questo patto io t'offro la mia man;

pensaci, e vedi, ch'essendo tu mio sposo,

io tua consorte, io sposo la vendetta, e tu la morte.

UNULFO

(Quanto accorta, e fedel oggi è costei.)

GARIBALDO

(Quanto s'oppone a' gran disegni miei.)

[N. 16 - Aria]

RODELINDA

Spietati, io vi giurai,

se al mio figlio il cor donai

di serbarvi e duolo e affanno.

Non potrebbe la mia mano

stringer mai quel'inumano

ch'è cagion d'ogni mio danno.

(parte)

Scena quarta

Grimoaldo, Unulfo, Garibaldo e Guardie.

Recitativo

GRIMOALDO

Unulfo, Garibaldo, in questo seno

muor la speranza, ch'alimenta amore,

e seco amor non muore, e non vien meno.

UNULFO

In difesa del core deh richiama,

signor, la tua virtude!

GRIMOALDO

Ah! La gran fedeltà, che in lei risplende,

più m'innamora, Unulfo, e più m'accende.

UNULFO

Ama dunque in colei dell'alma la beltà,

non del sembiante!

GRIMOALDO

Che far di più poss'io?

GARIBALDO

Non ti stupire d'una vana apparenza;

accetta il patto, e la vedrai disdire!

UNULFO

E col sangue reale d'un fanciullo innocente

macchiar vorrai?

GRIMOALDO

Non più! Le voci di virtù

non cura amante cor, o pur non sente.

[N. 17 - Aria]

Prigioniera ho l'alma in pena,

ma si bella è la catena,

che non cerca libertà.

Mesto, infermo, il cor se n' giace,

ma il suo mal così gli piace,

che bramar pace non sa.

(parte)

Recitativo

UNULFO

Vorrai?

GARIBALDO

Sì, che spergiuro tradisca la sua fé.

UNULFO

Vorrai?

GARIBALDO

Che impuro insidi l'onestà.

UNULFO

Vorrai?

GARIBALDO

Che crudo con massime spietate,

ingiuste ed empie...

UNULFO

Sparga il sangue reale?

GARIBALDO

Così d'usurpatore il nome adempie.

[N. 18 - Aria]

Tirannia gli diede il regno,

gliel conservi crudeltà.

Del regnar base e sostegno

è il rigor, non la pietà.

(parte)

Recitativo

UNULFO

Sì, sì fellon, t'intendo, e non m'inganno;

come al tuo vero re fosti rubello,

così cerchi tradire anche il tiranno.

Perché consoli intanto l'afflitto il mio signor

l'anima amante, intenda quanto sia fida

la sposa sua, quanto costante.

[N. 19 - Aria]

Fra tempeste funeste a quest'alma

foriera di calma già spunta una stella.

E disgombra ogn'ombra di pene

la fé del suo bene, che splende più bella.

Scena quinta

Luogo delizioso.
Bertarido, poi Eduige e poi Unulfo.

[N. 20 - Aria e Recitativo]

BERTARIDO

Con rauco mormorio

piangono al pianto mio ruscelli e fonti.

E in tronchi e mesti accenti

fann'eco a miei lamenti; e gli antri e monti.

EDUIGE

Dell'estinto germano

mi sembrano gli accenti,

se 'l desio non m'inganna.

BERTARIDO

Con rauco...

Recitativo

EDUIGE

Ah, no; che non m'inganna

la voce e 'l volto.

Oh ciel! Vive il fratello

sotto spoglie straniere,

ed esso è quello.

BERTARIDO

Son scoperto!

EDUIGE

Germano! Oh dio! Che miro? Tu vivi?

BERTARIDO

E la mia vita già ti costa un sospiro?

Ma no, non sospirar, quello non sono:

Bertarido ebbe il trono, ebbe amici, e vassalli;

ebbe congiunti, ebbe una sposa... Oh dio!

Idea di fedeltade e di costanza;

e a me di tutto ciò rimasta è sola,

per giunta del mio duol, la rimembranza.

EDUIGE

Accidentale sdegno rallentar può,

ma non disciorre i nodi,

che tenaci formò natura in noi;

pur s'io ti tolsi il regno,

vendicò Rodelinda i tuoi danni.

BERTARIDO

Non è, sorella, il regno l'oggetto

di mie brame, e del mio inganno;

mi finsi estinto, e fu sol mio disegno

d'involare al tiranno

i pegni a me più cari,

e sposa e figlio, e delle mie sventure

condurli a parte in un penoso esilio.

UNULFO

(Pur lo trovai... ma che veggio?

Tradito è già l'arcano, egli è scoperto.)

BERTARIDO

E pur ancor questo contento

mi niega invida sorte;

misero io torno, e sento,

che l'infida consorte tradisce la mia fé.

UNULFO

Questo è un inganno, Rodelinda è fedel.

BERTARIDO

Che dici Unulfo, mi narri il ver?

EDUIGE

(Respira anima amante.)

UNULFO

No, che bramar non puoi di lei

più fida sposa e più costante.

EDUIGE

Liberar Rodelinda, e Flavio seco, dunque

è l'unico tuo giusto desio?

BERTARIDO

Non altro.

EDUIGE

Or io m'impegno di rendere al tuo cor la pace,

e al mio.

(parte)

UNULFO

Vieni, signor, non è più tempo adesso di celar,

che tu vivi, alla fedel tua sposa.

BERTARIDO

Vengo; che in te questo mio cor riposa.

(parte Unulfo)

Sfoga gli sdegni tuoi,

toglimi, irato ciel, vassalli e trono!

Rendi a miei casti affetti

Rodelinda fedele, e ti perdono.

[N. 21 - Aria]

Scacciata dal suo nido

se n' vola in altro lido,

né sparge mai querelle, la rondinella.

Del fato non si lagna,

se ha seco la compagna

chi gli è sempre fedele, e sempre è bella.

Scena sesta

Galleria nell'appartamento di Rodelinda.
Rodelinda e Unulfo.

Recitativo

RODELINDA

Vive il mio sposo?

UNULFO

Sì, vive, oh regina,

ansioso d'abbracciarti.

RODELINDA

A tanta sorte per la gioia

dovria mancarmi il core;

e pure, Unulfo, io sento...

UNULFO

Importuno timore invidia al tuo bel sen...

RODELINDA

Deh! Non tardare a miei sguardi il contento,

ed al cor mio; venga a me Bertarido!

UNULFO

Or te l'invio.

(parte)

RODELINDA

Con quai risalti, oh dio!

Dentro del petto mio palpita il core!

Non so, se per la gioia, o pe 'l dolore.

[N. 22 - Aria]

Ritorna oh caro e dolce mio tesoro,

a dar conforto e speme a questo cor!

Tu renderai al seno mio la calma,

se refrigerio sei d'ogni dolor.

Scena settima

Rodelinda, poi Bertarido, e poi Grimoaldo con Guardie.

Recitativo

RODELINDA

Ah! Sì, ecco lo sposo. Ah caro pegno!

Mio tesoro! Mio ben!...

(va per abbracciarlo)

BERTARIDO

(l'arresta)

Ferma, che degno de' tuoi pudichi amplessi

ancor non sono, se potei dubitar della tua fede.

(si inginocchia)

Lascia pria ch'al tuo piede

de' falsi miei sospetti umil perdono

io ti domandi almeno;

m'assolvi, oh cara, e poi mi stringi al seno.

RODELINDA

De' nostri affetti a intepidir

l'ardore di fredda gelosia,

il gel non basta; se l'alma mia tu sei...

(l'abbraccia)

GRIMOALDO

Che vedete, occhi miei! Questa è la casta...

BERTARIDO

(Oh cieli!)

RODELINDA

(Oh ingiusta sorte!)

GRIMOALDO

Questa è la fé costante,

che all'estinto consorte tu serbi,

oh Rodelinda? E un rege amante,

che t'offre col suo cor la destra e 'l regno,

orgogliosa disprezzi, e prendi a sdegno?

RODELINDA

(Non sa, che sia lo sposo; oh amore, aita!

Si salvi la tua vita, e a torto

l'onesta rimanga offesa.)

GRIMOALDO

Impudica, non parli?

E qual difesa e qual scusa

rivolgi entro al pensiero?

Porgi a drudo straniero,

forse ignobile e vile

ciò che ricusi ad una monaca?

RODELINDA

È vero.

BERTARIDO

(E soffrirò, che per timor servile

resti offeso il candore

di sua bella onestà? Ah no, si muora,

pur che viva l'onore.)

No Grimoaldo, a torto si taccia

d'impudico un cor sì fido;

casti fur quegli amplessi,

il consorte abbracciò, son Bertarido.

GRIMOALDO

Bertarido?

RODELINDA

È mendace.

GRIMOALDO

Bertarido morì.

RODELINDA

Per salvar l'onor mio finge così.

BERTARIDO

Per prova che non fingo, e che son io,

vedi, come a lei preme più dell'onestà propria

il viver mio!

GRIMOALDO

Costui si custodisca; e tu m'ascolta;

o tuo drudo, o tuo sposo, anco una volta

lo stringi al sen, te lo consento anch'io;

sien legittimi o no,

gli dian gli amplessi tuoi l'ultimo addio.

[N. 23 - Aria]

(a Rodelinda)

Tuo drudo è mio rivale,

tuo sposo è mio nemico, e morte avrà.

(a Bertarido)

L'amplesso tuo fatale,

legittimo o impudico, or reo ti fa.

(parte)

Recitativo

RODELINDA

Non ti bastò, consorte,

trafiggermi da lungi

con l'avviso crudel della tua morte;

se per dar al mio sen pena maggiore

non ti guidava amore a morir su' miei lumi?

BERTARIDO

Ah! Sposa, e pur son

tra mie sventure or sì contento,

che dal destin tradito

mi giunge anche gradito il tradimento.

[N. 24 - Duetto]

RODELINDA E BERTARIDO

Io t'abbraccio,

e più che morte, aspro e forte,

è pe 'l cor mio questo addio,

che il tuo sen dal mio divide.

Ah mia vita,

ah mio tesoro, se non moro,

è più tiranno quell'affanno,

che dà morte, e non uccide.

Atto terzo
Scena prima

Galleria.
Eduige ed Unulfo.

Recitativo

EDUIGE

Del german nel periglio

ritorna a naufragar ogni mia speme;

sangue, amor, gelosia, cieli, consiglio!

UNULFO

L'ostinato furor di Grimoaldo

condanna Bertarido, e vuol, ch'ei mora.

EDUIGE

Al suo fato involarlo, e alle ritorte,

non sa il tuo zelo?

UNULFO

E come?

EDUIGE

Alla tua fede è il prigionier commesso.

UNULFO

Libero Grimoaldo a me concede

nel carcere l'ingresso,

è vero; ma a che pro?

EDUIGE

(gli dà una chiave)

Questa è la chiave,

che nel carcer disserta la via,

che per sotterra guida nascosta

entro al real giardino;

là ne verrò con Rodelinda anch'io;

per quel cieco cammino quivi lo scorgeremo,

e fia mia cura che trovi aperto il varco,

per libero sortir fuor delle mura.

[N. 25 - Aria]

UNULFO

Un zeffiro spirò

che serenò quest'alma,

e calma vi portò.

S'io salvo il mio il mio signore

altro non brama il core,

e pace allor avrò.

(parte)

Recitativo

EDUIGE

Con opra giusta io cancellar disegno

l'enormità del fallo,

a cui mi spinse cieco amor di regno;

e di salvar confido Rodelinda,

il suo figlio, e Bertarido.

[N. 26 - Aria]

Quanto più fiera tempesta freme,

tanto più speme

prendendo io vo.

Già lusinghiera, per mio conforto,

dice che in porto

io giungerò.

(parte)

Scena seconda

Grimoaldo, Garibaldo e Guardie.

Recitativo

GARIBALDO

O falso è Bertarido,

o fu mendace del re degli Unni il foglio;

chiede la morte sua la gelosia del soglio.

GRIMOALDO

Agitato è il cor mio; muove il pensiero

or sospetto, or amore,

or speranza, or timore,

or bella gloria, or gelosia d'impero.

GARIBALDO

Questa ad ogn'altro affetto,

questa prevaglia; o siasi finto, o vero,

uccidi in Bertarido il tuo sospetto!

GRIMOALDO

Ma sia vero, o mendace, se Bertarido uccido,

e come spero d'ottener mai da Rodelinda pace?

GARIBALDO

E come averla puoi, vivo il consorte,

o sia mendace, o vero?

GRIMOALDO

Oh dio!

GARIBALDO

Sospiri? E degli scherni tuoi

pur ancor non t'avvedi?

Rodelinda, Eduige, uniscono

a' tuoi danni il loro sdegno;

o dai morte al fellone, o perdi un regno.

(parte)

[N. 27 - Aria]

GRIMOALDO

Tra sospetti, affetti, e timori

sento il seno ripieno d'affanni.

Or mi rendo, or m'accendo in furori

or mi pento, or pavento d'inganni.

(parte)

Scena terza

Carcere oscurissima.
Bertarido, e poi Unulfo.

[N. 28 - Arioso]

BERTARIDO

Chi di voi fu più infedele,

cieco amor, sorte crudele?

Chi di voi più m'ingannò?

Mi scacciò spietata sorte

pria dal soglio, e alle ritorte,

crudo amor, poi mi guidò.

(cade nella prigione una spada gettatavi da Eduige)

[N. 29 - Recitativo accompagnato]

Ma non so che, dal remoto balcon,

mi cade al piè. Qui l'aere oscuro e fosco

vieta ogni oggetto al guardo.

(cerca col tatto per terra)

Pur lo trovai... da mano amica

certo mi viene il ferro, e par che dica:

son teco in ogni impresa,

stringimi in tua difesa,

d'ogni incontro funesto ti sottrarrò se vuoi,

lascia agli amici tuoi

cura del resto!

(snuda la spada)

Dunque ti stringo

oh caro, d'amico più fedel, fedele acciaro.

Ma già s'apron le porte

del carcere fatale, ecco di morte

il ministro di crudel;

giusti furori già m'accendono il sen.

Perfido, mori!

(tira un colpo, e ferisce Unulfo, che era appunto entrato)

UNULFO

Bertarido, mio re!

BERTARIDO

Che feci? Unulfo? Ohimè!

UNULFO

Ben poco il sen t'accende

desio di libertade,

oh mio signore, se ferisci la man,

che a te la rende.

BERTARIDO

Ah destra scellerata!

Ah insano core! Ah caro amico!

Ah Bertarido ingrato!

Ciechi orrori e funesti!

E tu, ferro mal nato,

in mal punto spietato a me giungesti.

UNULFO

Non più, questi momenti troppo, ah!

Troppo son cari per spenderli in lamenti;

più della mia ferita preme

la tua salvezza, e la tua vita.

Queste già note spoglie abbandona, signor,

(gli fa lasciar la sopraveste)

e a miglior'uopo ripiglia il brando, ah!

(gli ripone la spada in mano)

Molto esserci può fatale ogni dimora,

andiamo!

BERTARIDO

Amico, allora che più son reo,

mi vuoi da lacci sciolto?

UNULFO

Oh dio! Parmi udir gente, ah! Partiam,

pria che il geloso custode s'accorga

della frode.

BERTARIDO

Ohimè! Che tanto è spietato

il mio piè quanto fu contro te la man;

se questa il tuo sangue versò,

quello il calpesta.

(partono per una via segreta della prigione)

Scena quarta

Eduige, che guida per la mano Rodelinda e Flavio.

Recitativo

EDUIGE

Non temere signore! Germano!

Alcun non sento; oscuro è il luogo.

RODELINDA

Ah! Che a ragion pavento.

EDUIGE

(sorte della prigione)

Prendo una luce!

RODELINDA

Oh dio! Bertarido, cor mio,

tu non rispondi? Dormi forse?

Dove sei? Dove t'ascondi?

EDUIGE

(torna con una luce)

Germano!

RODELINDA

Ah! Fui presaga; ecco le spoglie,

ecco di fresco sangue asperso il suolo!

Che più cerco, infelice? Questo sangue m'adira,

e questo manto, che il caro sposo mio... ah!

Che più dir non mi consente il pianto!

(piange)

EDUIGE

Ah, Rodelinda! Oh dio!

E qual conforto può darti il mio dolor?

RODELINDA

Eduige, è morto il tuo german;

(s'inginocchia ed abbraccia il figlio)

è morto, orfano figlio, il re tuo genitore,

il mio consorte.

EDUIGE

Ah! Tarda mia pietà, che in van

d'acciaro provvedesti sua mano!

RODELINDA

(si leva)

Or chi mi rende il freddo busto almeno,

onde in quel caro seno un bacio imprima,

e sul corpore adorato,

prevenendo il mio fato, il duol m'opprima!

[N. 30 - Aria]

Se 'l mio duol non è si forte,

chi trafigge, oh dio!

Chi svena per pietà questo mio cor?

Ah! Che un duol peggior di morte

involare a un sen

che pena, e pietà, non è rigor.

(partono)

Scena quinta

Giardino reale.
Bertarido e Unulfo.

Recitativo

BERTARIDO

Amico, ah, che a me duole

più che la tua ferita!

UNULFO

Signor, la destra solo

fu scopo al tuo valor:

lieve è la piaga.

BERTARIDO

Lascia che man pietosa

chiuda al sangue la strada.

UNULFO

Mio re confuso io sono.

Ormai convien ch'io vada

in traccia di tua sposa

e del tuo figlio.

Là, tra quelli virgulti

célati fin ch'io torni al tuo periglio.

BERTARIDO

Mi celerò; ma questo cor

non teme più d'un tiranno

il perfido comando.

Giacché pietoso il ciel

sciolto mi rende altro

più non domando;

ché dal mio braccio

il fato dipende.

[N. 31 - Aria]

Se fiera belva ha cinto

fra le catene il piede

col fremito richiede

la tolta libertà.

Ma poi da lacci sciolta

in fuga ognun rivolta

che, offesa, tosto apprende

a non usar pietà.

(parte)

Scena sesta

Grimoaldo solo.

[N. 32 - Recitativo accompagnato]

Fatto inferno è il mio petto;

di più flagelli armate

ho dentro il core tre furie:

gelosia, sdegno ed amore;

e da più gole io sento,

quasi mastin crudele,

il rimorso latrar per mio tormento,

chiamandomi infedele,

spergiuro, usurpator, empio e tiranno.

Ma pur voi lusingate

le stanche mie pupille

ad un breve riposo, aure tranquille!

Sì, dormi Grimoaldo,

e se ritrovi pace tra i fonti e l'erbe,

delle regie superbe le mal sicure soglie

in abbandono lascia;

che prezioso è dell'alma

riposo al par del trono.

[N. 33 - Aria]

Pastorello d'un povero armento

pur dorme contento,

sotto l'ombra d'un faggio o d'alloro.

Io, d'un regno monarca fastoso,

non trovo riposo,

sotto l'ombra di porpora e d'oro.

(seguitando la sinfonia, si addormenta)

Scena settima

Grimoaldo che dorme, e Garibaldo.

Recitativo

GARIBALDO

Che miro? Amica sorte

seconda i miei disegni.

Con la propria sua spada,

per questa istessa mano

che già lo coronò, per questa or cada.

(toglie a Grimoaldo la spada del fianco, e Grimoaldo svegliandosi dice)

GRIMOALDO

Quali insidie?

GARIBALDO

(Si desta.)

GRIMOALDO

E quale inganno...

Chi 'l ferro m'involò?

GARIBALDO

Muori tiranno!

Scena ottava

Grimoaldo, Garibaldo, Bertarido, poi Guardie, e poi Rodelinda con Flavio per la mano.

BERTARIDO

Tu morrai, traditor! Muori, rubello.

(incalzando Garibaldo nella scena)

GRIMOALDO

Oh ciel! Soldati, o là!... chi mi difese? Oh dio!

Chi mai fu quello? Fu Bertarido?

(vengono le guardie)

RODELINDA

Sì, fu Bertarido, colui che tu svenasti,

oh core indegno!

BERTARIDO

(torna)

Grimoaldo ecco il ferro!

(getta la spada a piè di Grimoaldo)

RODELINDA

Oh ciel! Che miro? Veglio? Sogno, o deliro?

BERTARIDO

Miralo, egli è macchiato del sangue

d'un tuo caro; cadde trafitto, esangue,

chi a te fu traditore, a me rubello;

vendica il sangue suo pur col mio sangue!

[N. 34 - Aria]

Vivi tiranno! Io t'ho scampato,

svenami, ingrato, sfoga il furor.

Volli salvarti sol per mostrarti

ch'ho di mia sorte più grande cor.

Recitativo

GRIMOALDO

Dunque sei Bertarido?

RODELINDA

E qual maggiore prova ne vuoi

di quell'invitto core?

GRIMOALDO

Ma chi dalle ritorte ti sciolse il piede?

Scena ultima

Unulfo, e poi Eduige.

UNULFO

Eccoti innanzi il reo.

EDUIGE

Rimirar senz'orrore anch'io non seppi

languire il mio german così tra ceppi.

GRIMOALDO

Se amici siete a Bertarido,

anch'io per amici vi accolgo,

che a lui deggio la vita,

Eduige mia sposa, al sen ti stringo;

e di Pavia sul trono a te dovuto regnando,

ogn'altro regno ormai rifiuto.

(prendendo Bertarido per mano)

Milano

ecco il tuo re, rendigli omaggi

al tuo primo signor.

BERTARIDO

No, Grimoaldo, altro da te non voglio...

GRIMOALDO

Prendi il figlio, la sposa, e prendi il soglio!

BERTARIDO

Cara, fuori siam di periglio.

RODELINDA

Sposo, ti stringo al sen; abbraccia al figlio!

[N. 34 - Aria]

Mio caro bene!

Non ho più affanni

e pene al cor.

Vedendoti contento,

nel seno mio già sento,

che sol vi alberga amor.

Recitativo

BERTARIDO

Sposa, figlio, sorella, amici, oh dio!

Vi stringo al seno; oh quanto a tutti,

a tutti voi deve il cor mio!

Si festeggi fra tanto di

questo regno in ogni parte, e sia al passato

martire in sì felice dì, di pari il gioire!

[N. 35 - Coro]

CORO

(tutti senza Garibaldo)

Dopo la notte oscura

più lucido, più chiaro,

più amabile, più caro

ne spunta il sol quaggiù.

Tal dopo ria sventura,

figlio d'un bel soffrire,

più stabile gioire

nasce dalla virtù.

Fine del libretto.

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Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Atto terzo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena ultima