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Serse

SERSE

Dramma per musica.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

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Libretto di Nicolò MINATO, Silvio STAMPIGLIA, ANONIMO.
Musica di Georg Friedrich HÄNDEL.

Prima esecuzione: 15 aprile 1738, Londra.


Personaggi:

SERSE re di Persia

soprano

ARSAMENE amante di Romilda

contralto

AMASTRE in abito d'uomo

contralto

ARIODATE principe vassallo di Serse

basso

ROMILDA di lui figliola, amante di Arsamene

soprano

ATALANTA amante nascosta di Arsamene

soprano

ELVIRO servo faceto d'Arsamene

basso






Al lettore

È così facile l'intreccio di questo dramma, che farebbe annoiare il lettore col presentargli un lungo argomento per fargliene la spiegazione. Qualche debolezza e temerità di Serse (come il suo amore appassionato per un platano, e la costruzione del ponte sopra il mare per unire l'Asia all'Europa) fanno il fondamento dell'istoria. Il resto si finge.

Atto primo

[Ouverture]

Scena prima

Belvedere accanto di un giardino in mezzo di cui v'è un platano.
Serse sotto il platano.

[N. 1 - Recitativo accompagnato]

Frondi tenere e belle

del mio platano amato,

per voi risplenda il fato.

Tuoni, lampi e procelle

non v'oltraggino mai la cara pace

né giunga a profanarvi austro rapace.

[N. 2 - Arioso]

Ombra mai fu

di vegetabile,

cara ed amabile

soave più.

(sta ammirando il platano)

Scena seconda

Arsamene, Elviro addormentato, e Romilda nel belvedere.

Recitativo

ARSAMENE

Siam giunti, Elviro.

ELVIRO

Intendo.

ARSAMENE

Dove alberga.

ELVIRO

Seguite.

ARSAMENE

L'idol mio.

ELVIRO

Dite pure.

ARSAMENE

Oh, se fortuna. ~

ELVIRO

Sì, così è. ~

ARSAMENE

Tu, dove vai?

ELVIRO

Me n' vado ad appoggiarmi

che di sonno io cado.

ARSAMENE

Vien qui pronto ti dico.

[N. 3 - Sinfonia]

(si ode breve sinfonia)

Recitativo

ARSAMENE

Sento un soave concento.

ELVIRO

Andiam vicini.

ARSAMENE

Andiam.

ELVIRO

Son di Romilda

questi villaggi?

ARSAMENE

Sì, lasciami udire.

ELVIRO

Così dalla città poco discosti?

ARSAMENE

Non parlar più.

ELVIRO

Me n'anderò a dormire.

ARSAMENE

Non ti partir.

ROMILDA

(nel belvedere)

O voi. ~

ARSAMENE

Questa è Romilda.

ROMILDA

~ O voi, che penate.

ELVIRO

Romilda, è ver?

ARSAMENE

Sì, taci.

ELVIRO

E chi favella?

ROMILDA

O voi, che penate

per cruda beltà,

un Serse ~

Scena terza

Serse e detti.

SERSE

Qui si canta il mio nome.

[N. 4 - Arioso]

ROMILDA

Un Serse mirate,

che d'un ruvido tronco acceso sta,

e pur non corrisponde altro

al suo amor, che 'l mormorio di fronde.

Recitativo

SERSE

Arsamene.

ARSAMENE

Mio sire.

SERSE

Udiste?

ARSAMENE

Udii.

SERSE

Conoscete chi sia?

ARSAMENE

Io, no, signore.

SERSE

Io sì.

ARSAMENE

(Ahimè, che gelosia m'accora!)

SERSE

Che dite?

ARSAMENE

Ch'amerei sentirla ancora.

[N. 5 - Aria]

ROMILDA

Va godendo vezzoso e bello

quel ruscello la libertà.

E tra l'erbe con onde chiare

lieto al mare correndo va.

Recitativo

SERSE

Quel canto a un bel amor l'anima sforza.

Per mia dama la scelgo.

ARSAMENE

(Oh dèi che sento!)

Signor, ella è Romilda; è principessa,

ma parmi non convenga. ~

SERSE

Eh mi diceste

non conoscerla. Or come?

ARSAMENE

Sol la conosco al nome.

SERSE

E al canto ancora.

Se dama non convien, sarà mia sposa.

L'approvate?

ARSAMENE

Signor, a un re non lice

ergere al trono chi non è regina.

SERSE

Per dama non convien, sposa non lice.

Nulla vi piace. È rigido il consiglio.

Mi fia compagna al soglio.

Le direte che l'amo, io così voglio.

ARSAMENE

Io?

SERSE

Sì, voi!

ARSAMENE

Non ho il modo di parlare.

SERSE

Cercatelo.

ARSAMENE

Ma, sire, e se non posso. ~

SERSE

Perché?

ARSAMENE

Ma la modestia ~ e al fine.

SERSE

Intesi:

io gliel dirò, che a parlar meglio appresi.

[N. 6 - Aria]

Insieme

SERSE

Io le dirò che l'amo,

né mi sgomenterò.

E perché mia la bramo,

so quel che far dovrò.

(parte)

ARSAMENE

Tu le dirai che l'ami,

ma non ti ascolterà;

quella beltà che brami

solo di me sarà.

Scena quarta

Romilda, Atalanta, Arsamene, Elviro.

Recitativo

ROMILDA

Arsamene!

ARSAMENE

Romilda, oh dèi! pavento

che 'l tuo più volte a me giurato amore

tu non sparga d'oblio.

ROMILDA

Perché parli così?

ARSAMENE

Lo so ben io.

Il re.

ATALANTA

Chi? Serse?

ROMILDA

E che da me richiede?

ARSAMENE

Tenterà la tua fede.

ATALANTA

(Se può vincerle il cor, oh me felice!)

(a Romilda)

Vien acceso ogni cor dal tuo bel sguardo.

ROMILDA

Io non temo.

ARSAMENE

Io pavento.

ATALANTA

(Ed io tutt'ardo.)

Dimmi, Arsamene, e credi

che la germana mia tradir ti possa?

ARSAMENE

Crollan le querce annose a una gran scossa.

ROMILDA

Ma Romilda resiste.

ATALANTA

(Ah! Fosse infida!)

ROMILDA

Mai sarà l'alma mia da te disciolta.

ARSAMENE

Che diletto!

ATALANTA

(Che doglia!) Ascolta, ascolta!

(lo guarda con tenerezza, facendogli molti vezzi)

[N. 7 - Aria]

Sì sì, mio ben, sì sì,

io per te vivo sol,

io per te moro.

Amo chi mi ferì,

e pure al mio gran duol

non ho ristoro.

Romilda, notte e dì

va esclamando così,

io per te moro.

(parte)

Recitativo

ELVIRO

Presto, signor, vien Serse.

ARSAMENE

Io qui mi celo.

Scena quinta

Serse, Romilda; Arsamene ed Elviro nascosti.

SERSE

Come, qui, principessa, al ciel sereno?

Forse agli inviti d'Arsamene usciste?

ROMILDA

Egli non mi chiamò...

SERSE

Parlovvi almeno.

ROMILDA

Ma, sire. ~

SERSE

Basta, udite,

Romilda, il fato al trono

oggi vi scorge, amor v'ingemma il serto.

ROMILDA

Non aspiro tant'alto, io non ho merto.

SERSE

Ne so ben la cagione.

(escono Arsamene e Elviro)

SERSE

Arsamene m'offende, ma...

ARSAMENE

Io? Sire,

tolga il ciel, che v'offenda.

ROMILDA

Ei non sapea. ~

SERSE

Tacete.

(a Arsamene)

E voi veloce

lunge da questa corte, qual torrente

volgete il piede.

ARSAMENE

Andrò, benché innocente.

SERSE

Pure se promettete

lasciar Romilda. ~

ELVIRO

(all'orecchio del suo padrone)

Eh! Dite! Io lo farò.

SERSE

Posso usarvi pietate.

ARSAMENE

Oh questo no!

[N. 8 - Aria]

Meglio in voi col mio partire

gelosia si estinguerà.

Io me n' vado al mio morire,

voi restate in libertà.

(parte con Elviro)

Scena sesta

Serse e Romilda immobile, e pensosa.

Recitativo

SERSE

Bellissima Romilda, eh non celate

l'adorato sembiante.

Uditemi Romilda, io sono amante.

E pur tacete ancora?

Dite un sì; dite un no; dite ch'io mora.

[N. 9 - Aria]

Di tacere e di schernirmi

ah crudel chi t'insegnò?

O lasciate d'esser belle

care luci amate stelle,

o, cessate di ferirmi,

che mai più vi seguirò.

(parte)

Scena settima

Romilda sola.

Recitativo

Aspide sono, a' detti tuoi d'amore,

né vuò macchiar d'infedeltà il mio cuore.

[N. 10 - Aria]

Né men coll'ombre d'infedeltà

voglio tradire l'anima mia.

E se il mio bene suo mal si fa,

incolpi amore, non gelosia.

(parte)

Scena ottava

Cortile.
Amastre in abito da uomo seguita da uno Scudiere.

[N. 11 - Aria]

AMASTRE

Se cangio spoglia,

non cangio core,

ma nell'amore

son pur l'istessa.

(si ritira in disparte)

Scena nona

Ariodate, seguìto da Soldati con Prigionieri ed insegne prese a nemici, ed Amastre.

Recitativo

ARIODATE

Pugnammo amici, e stette

per noi bella vittoria.

AMASTRE

Dunque è vinto il re moro? Oh noi felici!

ARIODATE

Ed accresce di Serse ognor la gloria.

[N. 12 - Coro]

CORO

Già la tromba,

che chiamò le schiere all'armi,

or si scioglie in dolci carmi,

e vittorie a noi rimbomba.

Scena decima

Serse, Ariodate, ed Amastre in disparte.

Recitativo

AMASTRE

(Ecco Serse; oh che volto! oh che splendore!)

SERSE

Ariodate, vi abbraccio. Il vostro ferro

sempre porta vittoria.

ARIODATE

Del vostro nome sol questa è la gloria.

SERSE

In premio de' disagi, ch'ora diamo

alla vostra città, che di nostr'armi

fatta è piazza, a sostener l'impresa

di Atene, or vi prometto,

Romilda, vostra figlia,

avrà sposo reale

della stirpe di Serse a Serse eguale.

ARIODATE

Così arditi fantasmi

nel pensier non ammetto.

SERSE

Ite, così prometto.

[N. 13 - Aria]

ARIODATE

Soggetto al mio volere

gl'astri non chieggio, no.

Ma quel che fan le sfere,

sempre lodar saprò.

[Ripresa n. 12 - Coro]

CORO

Già la tromba,

che chiamò le schiere all'armi,

or si scioglie in dolci carmi,

e vittorie a noi rimbomba.

(parte col medesimo séguito)

Scena undicesima

Serse ed Amastre col suo Scudiere in disparte.

Recitativo

SERSE

Queste vittorie io credo,

predicono trionfi anco al mio amore

AMASTRE

(Parla di me: hai vinto sì, mio core.)

SERSE

Impaziente io vivo

d'abbracciar quell'amato mio tesoro.

AMASTRE

(E di gioia non moro?)

SERSE

Ma pur, che dirà Amastre,

e l'offeso suo padre

del mio imeneo, del mio novello amore?

AMASTRE

(E così mi schernisce il traditore?)

SERSE

Benché di regio sangue

non sia l'idol mio

una vassalla illustrar poss'io

co' le mie nozze. Alfin, crede decenti

i voler d'un gran rege il mondo.

AMASTRE

Menti.

SERSE

(voltandosi)

Chi parla olà? Chi siete?

AMASTRE

Forestieri, signor.

SERSE

Ma a chi mentita

tu desti?

AMASTRE

Al mio compagno,

che volea sostener, che il vasto Eufrate, ~

e che 'l ponte che fate, ~

sarebbe esposto ai venti;

io per discorso allor dissi: «tu menti».

SERSE

Sciocchi mi rassembrate, ite lontani.

(Amastre parte)

Non dée render ragione il mio decoro.

Sempre mi torna in mente il bel che adoro.

[N. 14 - Aria]

Più che penso alla fiamma del core,

più l'ardore crescendo se n' va.

E 'l mio petto è ricetto ben poco

di quel foco che pena mi dà.

(parte)

Scena dodicesima

Arsamene ed Elviro.

Recitativo

ARSAMENE

Eccoti il foglio Elviro,

a Romilda lo porta.

ELVIRO

Siete pur risoluto?

ARSAMENE

Sì, vanne.

ELVIRO

(in atto di partire, poi ritorna)

Io vi saluto.

Che parlarle volete,

altro non le scrivete?

ARSAMENE

No!

ELVIRO

Ma son, voi sapete,

con voi bandito; e se son conosciuto?

Siete pur risoluto?

ARSAMENE

Vanne, non tardar più.

ELVIRO

Come glie l'ho da dar?

ARSAMENE

Pensaci tu.

ELVIRO

Che stravagante scena!

[N. 15 - Arietta]

Signor, signor lasciate fare a me,

io l'ho pensato bene,

corro, volo, parto, vo

e più presto tornerò

che se avessi l'ali al piè!

(parte)

[N. 16 - Aria]

ARSAMENE

Non so se sia la speme

che mi sostiene in vita,

o l'aspro mio dolor.

So che quest'alma geme,

da che mi fu rapita

la gioia del mio cor.

(parte)

Scena tredicesima

Amastre.

Recitativo

Tradir di regia sposa

la fé promessa? e chiamerallo il mondo

un decente voler? No che de' regi

son giustizia e clemenza i più gran pregi.

[N. 17 - Aria]

Saprà delle mie offese

ben vendicarsi il cor.

Colui, che l'ira accese

proverà il mio furor.

(parte)

Scena quattordicesima

Atalanta, e Romilda.

Recitativo

ATALANTA

Al fin sarete sposa al vostro Serse.

ROMILDA

Che? mio Serse non è.

ATALANTA

Meno Arsamene.

ROMILDA

Egli sì, perché l'amo.

ATALANTA

Egli no, perché parte esule errante.

Perdete un re per un perduto amante.

ROMILDA

Perduto amante? e come?

ATALANTA

Ha il core acceso

d'altre fiamme.

ROMILDA

Di chi?

ATALANTA

Ben lo saprete.

ROMILDA

Dunque odierò Arsamene; e al re gli affetti

tutti darò: che dite?

ATALANTA

Allor prudente

certo vi chiamerò;

ed Arsamene in sposo io chiederò.

ROMILDA

E che dunque l'amate?

ATALANTA

No, ma poi l'amerò.

ROMILDA

E sì tosto potrete

render d'amore i vostri voti accesi?

ATALANTA

Mi sforzerò.

ROMILDA

Ah! Che pur troppo intesi!

[N. 18 - Aria]

Se l'idol mio

rapir mi vuoi,

cangia desio, ch'è vanità.

Quei dolci lacci

snodar non puoi,

che mi legaro la libertà.

(parte)

Scena quindicesima

Atalanta sola.

Recitativo

Per rapir quel tesoro,

che te colma di gioia e me d'affanni,

se amor non basta, adoprerò gl'inganni.

[N. 19 - Aria]

Un cenno leggiadretto,

un riso vezzosetto,

un moto dì pupille

può far innamorar.

Lusinghe pianti e frodi

son anco certi modi,

che destano faville

e tutti io li so far.

(parte)

Atto secondo
Scena prima

Piazza della città.
Amastre, e poi Elviro che vende fiori, e parla la lingua franca.

[N. 20 - Arioso]

AMASTRE

Speranze mie fermate,

non mi lasciate ancor.

[N. 21 - Arietta]

ELVIRO

Ah! Chi voler fiora

di bella giardina,

giacinta indiana,

tulipana, gelsomina?

Recitativo

E chi direbbe mai ch'io sono Elviro?

Ma se del foglio poi sapesse il re?

AMASTRE

(Che parla egli del re?)

ELVIRO

Credo, Arsamene,

pianti e sospiri al vento spargerà:

e che per moglie, al fin il re l'avrà.

AMASTRE

(Il re per moglie? chi? Cieli che sento!)

ELVIRO

Serse però dovrebbe aver per sposa

dama di regio sangue e non vassalla;

questa non gli fa onore.

AMASTRE

(Dunque io sono schernita. Ah traditore!)

Amico ~

ELVIRO

(vuol fuggir)

Ah ci fui colto.

AMASTRE

Ferma, olà, dico a te, perché scappar?

ELVIRO

Da mia che cercar?

Voler fiora comprar? Ma? ~

AMASTRE

No! Si dice,

che Serse sarà sposo in questo dì:

vorrei saper di chi?

ELVIRO

Ma dire tu chi star?

E perché dimandar?

AMASTRE

Viaggiante curioso, e che ama il re.

ELVIRO

Perché ti star bon uom, mi dir a te;

ma tacer, non parlar!

AMASTRE

Di' pur, non dubitar.

ELVIRO

Ariodate, de chista

città signor, che stare al re vassallo,

aver figlia Romilda e re voler

chista sposar; ma chista sempre dir,

«se mi sposar, morir».

AMASTRE

Ma Romilda ama il re?

ELVIRO

No: ma fratello

ch'aver nome Arsamene.

AMASTRE

E questo forse

i dolor suoi le scrive?

ELVIRO

Ahimè! Ti star devina,

chi voler fiora di bella giardina?

AMASTRE

Dimmi.

ELVIRO

Nu saper altro.

Tulipana, gelsomina.

AMASTRE

Perché m'uccida il duolo

mancava solo esser tradita ancora.

ELVIRO

Chi voler fiora? Chi voler fiora?

[N. 22 - Aria]

AMASTRE

Or che siete speranze tradite,

sì fuggite, fuggite da me.

E in quest'anima oppressa dal duolo

resti sola la bella mia fé.

(parte)

Scena seconda

Elviro, poi Atalanta.

Recitativo

ELVIRO

Quel curioso è partito: oh! che indiscreto!

Matto non son per dirgli il mio segreto.

La signora Atalanta a me se n' viene.

Oh! bene, bene, bene!

[N. 23 - Arioso]

ATALANTA

A piangere ogn'ora

amor mi destina. ~

Recitativo

ELVIRO

Ah! Chi vuol fiora di bella giardina?

Voler giacinta, voler gelsomina?

ATALANTA

Olà! vien qua. Degli aspri miei dolori

l'acute spine adornerò co' fiori.

ELVIRO

Ma mi chi star?

ATALANTA

Non so.

ELVIRO

Mi ben guardar.

ATALANTA

Tu quivi? o sventurato! guarda bene. ~

Che porti?

ELVIRO

Porto un foglio di Arsamene

all'amata Romilda.

ATALANTA

A me lo porgi.

ELVIRO

Glielo darete poi?

ATALANTA

Sì.

ELVIRO

Ma dov'è?

ATALANTA

Sta nelle stanze sue, scrivendo al re.

ELVIRO

Al re? Ma che gli scrive?

ATALANTA

Ch'in lui spera, in lui vive.

ELVIRO

E d'Arsamene?

ATALANTA

Punto non si sovviene.

[N. 24 - Arietta]

ELVIRO

Ah tigre infedele!

Cerasta crudele!

Recitativo

ATALANTA

Parti; il re s'avvicina.

ELVIRO

Ah! Chi vuol fiora di bella giardina?

(parte in fretta)

Scena terza

Serse, ed Atalanta, che legge il foglio d'Arsamene.

ATALANTA

(Con questo foglio mi farò contenta.)

[N. 25 - Arioso]

SERSE

È tormento troppo fiero,

l'adorar cruda beltà.

Recitativo

(ad Atalanta, che legge)

Di quel foglio, Atalanta,

lice saper gli arcani?

Saran forse amorosi?

ATALANTA

È ver; ma strani.

SERSE

Son più curioso.

ATALANTA

Ma.

SERSE

Ma che?

ATALANTA

Io temo. ~

Mi perdonate?

SERSE

Sì!

ATALANTA

Dunque leggete.

(Deh, seconda l'inganno o ignudo arciero.)

SERSE

Scrive Arsamene.

ATALANTA

È vero.

(Serse prende la lettera, e guarda la firma)

SERSE

«Allorché nell'Ibero ascoso è il sole

verrò notturno, ove talor mi suole

il raggio balenar di nostre stelle.

Ivi a dispetto di maligna sorte,

o sarò vostro o pur sarò di morte!»

A chi scrive Arsamene?

ATALANTA

A me.

SERSE

A voi?

ATALANTA

Vi sdegnate?

SERSE

Stupisco. Ma s'egli ama

Romilda. ~

ATALANTA

No, signor, ella ben l'ama,

ma lui finge d'amarla, affinché quieta

non sturbi il nostro amore.

SERSE

Strana avventura! Godi sì mio core!

ATALANTA

Dunque vi prego o re, se l'approvate,

che pubblico imeneo lo faccia mio.

SERSE

Bella, farò, che sia

o vostro sposo o preda all'ira mia.

[N. 26 - Aria]

ATALANTA

Dirà che amor per me

piagato il cor non gli ha.

Ma non gli date fé,

ch'egli fingendo va.

Recitativo

SERSE

Voi quel foglio lasciate a me per prova.

ATALANTA

(Bella frode, se giova.)

SERSE

Itene pure!

ATALANTA

Ma vi ricordo.

SERSE

E che?

[Ripresa n. 26 - Aria]

ATALANTA

Dirà che non m'amò,

che mai per me languì,

ma non credete, no,

che fingerà così.

(parte)

Scena quarta

Serse e Romilda.

Recitativo

SERSE

Ingannata Romilda! ecco leggete.

Dite poi se Arsamene amar dovete.

ROMILDA

Leggo.

SERSE

Né vi sdegnate?

ROMILDA

A chi scrive?

SERSE

Alla sua cara Atalanta.

Sapete già, s'io mento.

ROMILDA

(Non mi uccider tormento!)

SERSE

Che farete?

ROMILDA

Piangendo ognor vivrò.

[N. 27 - Duetto]

SERSE

L'amerete?

ROMILDA

L'amerò.

SERSE

E pur sempre vi tradì.

ROMILDA

L'empia sorte vuol così.

SERSE

Se ben fiero v'ingannò?

L'amerete?

ROMILDA

L'amerò.

[N. 28 - Aria]

SERSE

Se bramate d'amar chi vi sdegna,

vuò sdegnarvi, ma come non so.

La vostr' ira crudel me l'insegna;

tento farlo e quest'alma non può.

(parte)

Scena quinta

Romilda sola.

[N. 29 - Recitativo accompagnato]

L'amerò? non fia vero.

Amante traditor! sorella infida!

Godete di mie pene.

Barbara, menzognero!

L'amerò? non fia vero.

Ma voi, che delirate, mi ascoltate,

forse saper bramate

la mia furia crudele ora chi sia?

[N. 30 - Aria]

È gelosia,

quella tiranna

che tanto affanna

l'anima mia.

Del suo veleno

m'aspersa il seno,

e mi condanna

a pena ria.

(parte)

Scena sesta

Amastre in atto d'uccidersi, ed Elviro.

Recitativo

AMASTRE

Giàcché il duol non m'uccide,

m'uccida questo ferro.

ELVIRO

(la trattiene)

Ohibò, che fate?

Pensate: e poi se mi volete credere

vivete sol per ben mangiar e bevere.

AMASTRE

Via su, pria di morire

a quell'alma crudel corriamo a dire.

[N. 31 - Aria]

Anima infida,

tradita io sono.

Vien, tu m'uccida,

io ti perdono.

(parte)

Scena settima

Elviro, poi Arsamene.

Recitativo

ELVIRO

È pazzo affé.

ARSAMENE

Elviro. ~

ELVIRO

Voi qui signor? fuggiamo.

ARSAMENE

Che ti disse Romilda?

ELVIRO

Ad Atalanta

diedi il foglio, e mi disse,

che la vostra Romilda amava il re:

che stava a lui scrivendo.

ARSAMENE

Di nera infedeltade, o mostro orrendo!

Ma, non bene intendesti? parla a me.

ELVIRO

V'ho detto già, ch'ama e che scrive al re.

Che volete di più?

ARSAMENE

Forse scherzò?

ELVIRO

Ohibò ohibò; parlò troppo da vero.

ARSAMENE

O di tigre crudel core più fiero!

[N. 32 - Aria]

Quella che tutta fé

per me languia d'amore,

no che più mia non è,

perduto ho il core.

Che pensa il ciel, che fa?

Non sa col suo rigore

punir chi reo se n' va

di tanto errore.

(partono)

Scena ottava

Ponte costrutto sopra il mare, e che si unisce a due rive.
Serse, Ariodate, e coro di Marinari.

[N. 33 - Coro]

CORO

La virtute sol potea

giunger l'Asia all'altra riva.

Viva Serse, viva, viva.

Recitativo

SERSE

Ariodate.

ARIODATE

Signore.

SERSE

Del mare ad onta

e sin del vento infido

seppi giunger ancor Sesto ad Abido.

Tu vanne pronto ad ordinar le schiere.

ARIODATE

Ubbidirò.

SERSE

Pria della terza aurora

di passar in Europa è il mio volere.

ARIODATE

Per esempio de' regi

i tuoi gloriosi pregi

con caratteri d'or la fama scriva.

[Ripresa n. 33 - Coro]

CORO

La virtute sol potea

giunger l'Asia all'altra riva.

Viva Serse, viva, viva.

(partono Ariodate e i marinari)

Scena nona

Arsamene, e Serse.

[N. 34 - Arioso]

ARSAMENE

Per dar fine alla mia pena

chi mi svena per pietà?

Recitativo

SERSE

Arsamene, ove andate?

ARSAMENE

A ber l'onda di Lete,

sol per scordarmi che fratel mi siete.

SERSE

Cessi lo sdegno.

ARSAMENE

E in voi la tirannia.

SERSE

Voglio sposarvi al bel, che v'innamora.

ARSAMENE

E mi schernite ancora?

SERSE

So di qual fiamma ardete.

Lessi le vostre note, invan tacete.

ARSAMENE

Ah che Romilda, o dèi, mostrò il mio foglio!

Ed or che lo confesso,

e che già lo sapete?

SERSE

Per consorte l'avrete.

ARSAMENE

Ora lasciate

ch'io vi baci la man.

SERSE

Tanto l'amate?

ARSAMENE

Più che l'anima mia.

SERSE

Che no 'l diceste pria?

Lieti saremo ambo in un stesso dì.

Io sposo di Romilda...

ARSAMENE

E io di chi?

SERSE

D'Atalanta.

ARSAMENE

E così voi m'ingannate?

SERSE

So che Atalanta amate.

ARSAMENE

Amo Romilda.

SERSE

Eh, non fingete più.

ARSAMENE

Dunque Romilda a me non concedete?

SERSE

Lo so, non la volete.

[N. 35 - Aria]

ARSAMENE

Sì la voglio, e la otterrò,

e se il ciel per me non splende,

gli empi mostri e l'ombre orrende

di Cocito invocherò.

(parte)

Scena decima

Atalanta, e Serse.

Recitativo

ATALANTA

V'inchino eccelso re.

SERSE

Negò Arsamene

d'esser vostro amante

e per Romilda sol egli è costante.

Dunque davver non v'ama; e voi lasciate

di soffrir tante pene, e non l'amate.

[N. 36 - Aria]

ATALANTA

Voi mi dite che non l'ami,

ma non dite se potrò.

Troppo belle

son le stelle

ch'al suo volto in ciel donò.

Troppo stretti quei legami

onde amor m'incatenò.

(parte)

Recitativo

SERSE

Saria lieve ogni doglia,

se potesse un amante

amar e disamar sempre a sua voglia.

[N. 37 - Aria]

Il core spera e teme,

penando ogn'or così,

se goderà in amore

saper ancor non può.

Lo chieggio alla mia speme,

ella mi dice, sì.

Ma poi freddo timore

sento che dice «no».

(parte)

Scena undicesima

Elviro solo.

[N. 38 - Recitativo accompagnato]

Me infelice! ho smarrito il mio padrone!

Ma mi confesso reo; son pazzo affé.

Egli ha smarrito me.

Forse per questo ponte ei se 'n andò...

no, ch'io non veggo no. ~

Ma qual ad ombra il ciel nubilo oscuro?

Sento che l'onde fremono,

sento che l'aria sibila:

son restato all'oscuro;

voglio partir, e vo' partir in fretta;

si spezza il ponte, a te, fa' cor gambetta,

perché nemico al mio temperamento

è l'acquoso elemento.

[N. 39 - Aria]

Del mio caro Bacco amabile

nell'impero suo potabile

amo solo d'abitar.

L'acqua rende ipocondriaco,

il buon vin sin al zodiaco

la mia testa fa innalzar.

(parte)

Scena dodicesima

Luogo di ritiro, contiguo alla città.
Serse da una parte, Amastre dall'altra.

[N. 40 - Duetto]

SERSE

Gran pena è gelosia!

AMASTRE

Lo sa il mio cor piagato.

SERSE

Per altri io son sprezzato.

AMASTRE

Per altri anch'io tradita.

SERSE

E la mia fé schernita.

AMASTRE

Schernita è l'alma mia.

AMASTRE E SERSE

Gran pena è gelosia!

Recitativo

SERSE

Aspra sorte!

AMASTRE

Empie stelle!

SERSE

O Romilda crudel!

AMASTRE

Serse ribelle!

SERSE

Chi parla?

AMASTRE

Un infelice.

SERSE

E chi sei tu?

AMASTRE

Un che vi servì in guerra, e fu ferito.

SERSE

Vuoi tornar a servirmi?

AMASTRE

Ci penserò.

SERSE

Perché?

AMASTRE

Perché non vuò servir senza mercé.

SERSE

Che? mi trovasti ingrato?

AMASTRE

Son rimasto ingannato.

SERSE

(Ma se n' viene il mio ben.) Scostati; appresso

noi parlerem. Tengo un affar ch'importa.

Ritorna a me in brev'ore.

AMASTRE

(Tornerò per tua pena, o traditore!)

(si ritira in disparte)

Scena tredicesima

Serse, Romilda, ed Amastre in parte.

SERSE

Romilda, e sarà ver, che sempre invano

pianger mi lascerete?

Che dite? rispondete.

[N. 41 - Arietta]

ROMILDA

Val più contento core

che quanto il mondo aduna.

Più vale un ben d'amore

che cento di fortuna.

Recitativo

SERSE

Vuò, ch'abbian fine i miei dolori immensi.

ROMILDA

Lasciate, ch'io ci pensi.

SERSE

No, datemi la destra!

AMASTRE

Olà fermate,

ch'il re v'inganna!

SERSE

Che ardimento è questo?

(ai soldati)

Olà condotto sia

in oscura prigion!

AMASTRE

(si mette in difesa con la spada in mano)

Morirò pria.

SERSE

Temerità importuna!

Strano disturbo!

(parte sdegnato)

Le Guardie attaccano Amastre, che si difende.

ROMILDA

(O mia buona fortuna!)

Cessate olà!

E voi prode guerriero

riponete quel brando.

Ite ~ approverà Serse il mio comando.

(le guardie partono)

Scena quattordicesima

Romilda e Amastre.

AMASTRE

La fortuna, la vita, e l'esser mio

in eterno obbligate.

ROMILDA

Ite, non vi fermate.

Che se venisse il re ~ ditemi solo,

che v'indusse del re a sturbar le voglie?

AMASTRE

Perché vi vuol sforzar d'essergli moglie,

e fiamme più gradite

v'ardono il sen.

ROMILDA

Partite.

(Amastre parte)

[N. 42 - Aria]

Chi cede al furore

di stelle rubelle

amante non è.

Trionfa in amore

del fato spietato

l'invitta mia fé.

(parte)

Atto terzo
Scena prima

Galleria.
Arsamene, Romilda, ed Elviro che trattiene Arsamene.

[N. 43 - Sinfonia]

Recitativo

ARSAMENE

Sono vani i pretesti. ~

ROMILDA

Scrivesti ad Atalanta.

Elviro parlerà.

ARSAMENE

Sì, Atalanta dirà. ~ (Oh amare pene!)

ROMILDA

Ecco, Atalanta viene!

Scena seconda

Atalanta e detti.

ATALANTA

(Ahi! scoperto è l'inganno, e che farò?)

ELVIRO

Brutti imbrogli son questi.

Ho la febbre, e la voce. ~

(ad Atalanta)

Deh signora

dite per carità

quel che diceste a me.

ATALANTA

Dissi, Romilda scrive, ed ama il re.

ARSAMENE

Che volete di più?

ROMILDA

Dunque ingannate?

ATALANTA

Piano; non v'adirate.

Dissi così, per far partire il servo,

che voleva parlarvi.

ROMILDA

Seguite pur, son pronta ad ascoltarvi.

ATALANTA

Serse mi sopraggiunse e prese il foglio.

Io per giovarvi dissi: è scritto a me;

mi finsi amante, ed ho ingannato il re.

ARSAMENE

Or che dite, Romilda?

ROMILDA

Or che dite, Arsamene?

ARSAMENE

Che v'adoro. ~

ROMILDA

Che siete il caro bene!

Fate Atalanta pur, quanto sapete

Arsamene il mio ben non mi torrete!

[N. 44 - Arietta]

ATALANTA

No, se tu mi sprezzi,

morir non vuò.

Fo certi vezzi

col mio sembiante,

che un altro amante

trovar saprò.

(parte)

Scena terza

Romilda, Arsamene, Elviro, e poi Serse.

Recitativo

ROMILDA

Ecco in segno di fé la destra amica.

ELVIRO

Ecco Serse, ecco Serse.

ARSAMENE

Oh, che sciagura!

ELVIRO

Ed io v'aspetterò fuor delle mura.

(fugge)

ROMILDA

Nascondetevi.

ARSAMENE

(si nasconde)

Oh sorte!

SERSE

Che vi mosse, Romilda, a quel guerriero

donar la libertate?

ROMILDA

Il suo valore.

SERSE

Tutto potete, è vostro il regno e il core.

Già siete mia regina.

ROMILDA

Signor, volo tanto alto è gran rovina.

SERSE

Deh non negate più.

ROMILDA

Negherò sempre.

SERSE

Franger io ben saprò. ~

Intendete, Romilda?

ROMILDA

(Ahi. Che farò?)

SERSE

Non partirò, se pria ~ basta ~ che dite?

ROMILDA

Che del mio genitor vi vuol l'assenso.

SERSE

E poi che dubbio v'è?

ROMILDA

Ubbidirò il mio re.

SERSE

Vado a chiederlo, e intanto

mi stillo in gioia.

ROMILDA

Ed io mi struggo in pianto.

[N. 45 - Aria]

SERSE

Per rendermi beato

parto, vezzose stelle,

e poi pupille belle,

a voi ritornerò.

Farfalla al vostro lume

il core innamorato

ardendo le sue piume

fenice io scorgerò.

(parte)

Scena quarta

Arsamene, e Romilda.

Recitativo

ARSAMENE

«Ubbidirò al mio re?»

Oh che limpido amor! che bella fé!

ROMILDA

Ahi ch'io mi moro.

(sviene sostenuta dalla sue damigelle)

ARSAMENE

Romilda?

ROMILDA

(languente)

Vi fermate!

ARSAMENE

Romilda?

ROMILDA

Andate, andate, Serse il re

sovvenirmi potrà,

quando m'ucciderà.

ARSAMENE

Tanto m'odiate?

ROMILDA

Tanto v'adoro, addio, vi lascio, addio!

ARSAMENE

Vi fuggo...

ROMILDA

E dove andate, idolo mio?

ARSAMENE

Dove vuol fiera sorte.

E voi dove?

ROMILDA

Alla morte.

ARSAMENE

Eh dite al trono,

che promesso vi fu.

ROMILDA

Vi lascio, addio, non mi vedrete più.

(le damigelle la conducono via sostenendola)

[N. 46 - Aria]

ARSAMENE

Amor, tiranno amor

per me non hai pietà.

Farmi languir ognor

è troppa crudeltà.

Un core, un petto sol

tanto soffrir non sa,

o cangia tempre al duol,

o dammi libertà.

(parte)

Scena quinta

Boschetto.
Serse, ed Ariodate.

Recitativo

SERSE

Come già v'accennammo,

sposo del nostro sangue, a piacer vostro,

destiniamo a Romilda.

ARIODATE

Alto è l'onore ~ e...

SERSE

L'approvate? assentite?

ARIODATE

Bramo sol d'ubbidirvi.

SERSE

Dunque udite.

Verrà tra poco nelle vostre stanze

persona eguale a noi, del nostro sangue:

fate, che vostra figlia

per suo sposo l'accetti.

ARIODATE

Del vostro sangue? E così noto a me?

SERSE

Quanto Serse!

ARIODATE

Arsamene, altri non è.

[N. 47 - Aria]

Del ciel d'amore

sorte sì bella

chi mai sperò.

Per mio splendore

qual fu la stella

che lampeggiò.

(parte)

(Serse parte)

Scena sesta

Romilda sdegnata che poi s'incontra in Serse.

Recitativo

ROMILDA

Il serto rifiuto:

e dite a Serse in riportargli il dono,

che fida amante, ad altri sposa io sono.

(vuol partire)

Scena settima

Serse, Romilda.

SERSE

Fermatevi mia sposa e mia regina.

ROMILDA

Che dite? ohimè, così non mi chiamate.

SERSE

Perché?

ROMILDA

Perché oscurate

il decoro real.

SERSE

Come?

ROMILDA

Ascoltate.

Arsamene m'amò. ~

SERSE

Principio infausto.

ROMILDA

Fu modesto e fedel.

SERSE

Basta.

ROMILDA

Servimmi

tacito adoratore.

SERSE

Ah m'uccidete!

ROMILDA

Ma ardito al fin.

SERSE

Che?

ROMILDA

Non ardisco, o sire,

m'arrossisco, signor; non lo dirò.

Parto, lo scriverò.

SERSE

No, no, seguite!

ROMILDA

Non so se ardire o se fortuna fu. ~

SERSE

Ah, che non posso più!

ROMILDA

Le sue labbra accostò. ~

SERSE

Dove?

ROMILDA

Alle mie,

e ~ e ~ e ~

SERSE

E vi baciò, non è? Ditelo!

ROMILDA

Appunto.

SERSE

Per fuggir le mie nozze, ora mentite.

Ma siasi ver o no; delle sue colpe

abbia il castigo.

(alle guardie)

Olà, pronti volate;

(a Romilda)

vedova di quel bacio,

poi sposa mia sarete.

(parte sdegnato)

ROMILDA

Mio re, mio sposo, sì: oh amare pene!

Fermate, e viva il caro mio Arsamene.

Scena ottava

Romilda, ed Amastre con lettera in mano.

Recitativo

ROMILDA

Prode guerrier. ~

AMASTRE

Signora...

ROMILDA

A me venite.

Se nel petto nutrite

alma cortese e pia,

le mie preghiere udite.

AMASTRE

Comandi e non preghiere

a me porger dovete. Io mi sovvengo,

che toglieste il mio piede

da' lacci di quell'empio, ingrato re.

ROMILDA

Ingratissimo appunto. Egli comanda,

ch'Arsamene s'uccida.

In voi il mio cor si fida:

cercatelo, e per voi nota gli sia

questa sentenza ria.

AMASTRE

Vado pronto a servirvi, ed io vi prego

di far recare al re questo mio foglio.

ROMILDA

Volo per ispedirlo. (Oh, mio cordoglio!)

[N. 48 - Aria]

AMASTRE

Cagion son io

del mio dolore,

e so perché.

Ama il cor mio

un traditore,

con troppo amore,

con troppa fé.

(parte)

Scena nona

Arsamene, e Romilda.

Recitativo

ARSAMENE

Romilda infida, e di me pensa ancora?

ROMILDA

Romilda, che v'adora,

di voi pensa ad ogn'ora.

ARSAMENE

Per spronarmi a partire,

non per salvar chi v'ama,

dite che Serse brama il mio morire.

[N. 49 - Duetto]

ROMILDA

Troppo oltraggi la mia fede...

ARSAMENE

Troppo inganni la mia fede...

ROMILDA E ARSAMENE

Alma fiera, ingrato core.

Insieme

ROMILDA

È tiranna la mercede, che riceve

il mio petto innamorato!

ARSAMENE

Non è questa la mercede, che si deve

al mio petto innamorato!

(partono per diverse parti)

Scena decima

Gran tempio, col simulacro del sole, ed ara accesa.
Coro di Ministri all'intorno del simulacro.

[N. 50a - Coro]

CORO

Ciò che Giove destinò

impedir l'uomo non sa.

Recitativo

(Ariodate, Romilda, Arsamene dal fondo della scena)

ARIODATE

Ecco lo sposo. Io ben ne fui presago.

Quanto m'arride il fato.

Insieme

ARSAMENE

Alma fiera troppo oltraggi la mia fede.

ROMILDA

Core ingrato troppo oltraggi la mia fede.

ARIODATE

A colmarmi d'onore

signor, so che veniste.

ROMILDA

(vuol partire)

Ah il genitore!

ARIODATE

Romilda, non partite.

ARSAMENE

Ariodate, che dite?

ARIODATE

Che a voi do la mia figlia

per serva umile e sposa,

come m'impose il re.

ARSAMENE

Serse l'impose?

ARIODATE

A me stesso.

ROMILDA

Che ascolto?

ARIODATE

E voi veniste

per prenderla in consorte?

ARSAMENE

Altro non bramo.

ROMILDA

(Oh me beata! oh sorte!)

ARIODATE

Romilda, acconsentite?

ROMILDA

Sì mio padre e signore.

ARIODATE

Stringete ormai le destre.

ROMILDA E ARSAMENE

E in uno il core!

ARIODATE

Ora corriamo a Serse

per render grazie d'un sì grande onore.

(partono)

[N. 50b - Coro]

CORO

Chi infelice si trovò

pien di gioia or lieto va.

Scena undicesima

Serse, poi Ariodate.

Recitativo

SERSE

Se ne viene Ariodate, è tempo omai

di scoprir, che son io,

che Romilda desio.

Eccomi, Ariodate!

ARIODATE

Invitto sire,

v'inchino.

SERSE

Or che vi sembra?

Lo sposo egual vi dissi?

ARIODATE

È un alto onore!

SERSE

Romilda vaga

ne sarà paga?

ARIODATE

Non brama più.

SERSE

Ma perché mai non viene?

Dov'è?

ARIODATE

Co' lo sposo.

SERSE

Come?

ARIODATE

Co' lo sposo, signor.

SERSE

Che sposo? Ahimè!

ARIODATE

Come imponeste.

SERSE

Che v'imposi? che?

ARIODATE

Eguale a voi, del vostro sangue; e venne

nelle mie stanze. ~

SERSE

E sono sposi?

ARIODATE

Sono.

SERSE

Empio! Perfido! Indegno!

ARIODATE

Mio re...

SERSE

Tu m'hai tradito,

e pur «tuo re» tenti chiamarmi, ardito.

(un paggio porta una lettera a Serse, e gli parla basso)

Romilda a me l'invia? Perfida donna!

Crede co' inchiostri rei

incantar follemente i sdegni miei?

(dà la lettera ad Ariodate, che legge)

ARIODATE

(Perché non moro, o ciel!)

SERSE

Leggi, che fai?

ARIODATE

«Ingratissimo amante.»

SERSE

Come? ingrato mi chiama; e tanto ell'osa?

ARIODATE

«Venni per esser vostra.»

SERSE

E altrui si sposa?

ARIODATE

«Trovai che mi sprezzate.»

SERSE

Ah note scellerate!

ARIODATE

«Parto, ma il ciel punirà vostre colpe.»

SERSE

Colpe di averti amato.

ARIODATE

«Io piangerò

sin all'ultimo fiato;

Amastre.»

SERSE

Che?

ARIODATE

Non di Romilda è il foglio.

SERSE

(prende con sdegno la lettera e guarda la firma)

Amastre! Vanne, e ti allontana, indegno.

(Ariodate si ritira in disparte)

Non mancava altro tedio in tanto sdegno.

[N. 51 - Aria]

Crude furie degli orridi abissi

aspergetemi d'atro veleno.

Crolli il mondo, il sole s'eclissi

a quest'ira, che spira il mio seno!

(nel partire, gli si fanno innanzi Arsamene, Romilda, Amastre, Atalanta, ed Elviro)

Scena ultima

Tutti.

Recitativo

SERSE

Perfidi, e ancora osate

venirmi innanzi?

ARIODATE

Che furor!

ARSAMENE

Cessate!

Umil al vostro piè. ~

SERSE

Sol per schernirmi.

ARSAMENE

Come, signor?

SERSE

Tu m'hai Romilda tolta.

ARSAMENE

Fu per vostro comando.

ARIODATE

È ver.

ROMILDA

Confermo.

SERSE

E quando?

Temerari pretesti!

(tira la spada)

Questo ferro a quell'empia in seno immergi.

ARSAMENE

Ch'io sveni la mia sposa?

Svenerò pria il tuo core.

AMASTRE

(a Serse)

Datelo a me, signore.

SERSE

E chi sei tu che ognor sempre mi sturbi?

AMASTRE

Uno, che cerca far giusta vendetta.

Volete che si sveni

un'alma che tradì chi pur l'adora?

SERSE

Sì!

AMASTRE

E si squarci quel core?

SERSE

Sì!

AMASTRE

(gli rapisce a forza ferro, presentandoglielo al petto)

Muori dunque ingrato, e traditore.

Ecco Amastre tradita, e ogn'or fedele:

e tu spietato e rio

la disprezzi così?

SERSE

Uccidetemi sì.

AMASTRE

Morir degg'io.

SERSE

Fermate! Ora mi pento. ~

AMASTRE

E torni ad amarmi?

SERSE

Sì, ma di tua pietade indegno sono.

AMASTRE

Amami pure, o caro, io ti perdono.

(si abbracciano)

ELVIRO

Sono tutto tremante!

ARIODATE

Or sparve il duolo.

ARSAMENE

Io respiro, e stupisco.

ROMILDA

Io mi consolo.

ATALANTA

Ed io cercherò altrove un altro amante.

SERSE

Amici, compatite i miei furori,

e godete felici i vostri amori.

[N. 52 - Aria]

ROMILDA

Caro voi siete all'alma

dolce voi siete al cor.

Son dalla vostra palma

fatta trofeo d'amor.

[N. 53 - Coro]

TUTTI

Ritorna a noi la calma

riede la gioia al cor.

Per riportar la palma

s'uniro amore e onor.

Fine del libretto.

Generazione pagina: 06/05/2016
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Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Atto terzo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena ultima