www.librettidopera.it

Silvano

SILVANO

Dramma marinaresco.

Versione sintetica a cura di www.librettidopera.it.

Da qui accedi alla versione estesa del libretto.
Da qui accedi alla versione in PDF del libretto.

Codice QR per arrivare a questa pagina:
QR code

Libretto di Giovanni TARGIONI-TOZZETTI.
Musica di Pietro MASCAGNI.

Prima esecuzione: 25 marzo 1895, Milano.


Personaggi:

SILVANO

tenore

RENZO

baritono

MATILDE

soprano

ROSA

mezzosoprano


Marinai, Pescatori, Acquaiole, giovani Contadine.

In un paese della costa meridionale adriatica. Tempo presente.

Atto primo
Scena prima

La piazza del villaggio; nel fondo il mare, sul davanti una fontana, attorno alla quale le Acquaiole pongono a volta a volta i loro orciuoli; a destra, si vede l'interno della casa di Matilde: una stanzetta modesta, piena di panni di bucato, con una vecchia madonna ad una parete; a sinistra le case del paese; è giorno.

IL CORO DELLE ACQUAIOLE

O marinai, la sponda

fin l'ultima paranza

lascia, e s'affida all'onda.

Ci arride la speranza

che allo spuntar del giorno

farete a noi ritorno,

carchi di pesca.

Quando le reti in mare

gittate a notte fonda,

vogliate a noi pensare;

nella calma gioconda,

gli occhi fissi a una stella,

cantate la più bella

marinaresca!

Scena seconda

Matilde, nella sua stanza, con grande tristezza.

Forse domani al canto

delle allegre compagne

risponderà Silvano.

Voglia il ciel che la grazia a lui lontano

ancor non giunta sia!

Oh mesta anima mia,

tu che già sospiravi il caro giorno

del suo ritorno;

e tu che all'onde, ai prati, alle montagne,

il dolce nome trepida affidavi,

oggi saresti lieta

se non tornasse più!...

Quasi il fiero rimorso ad assopire

volli crederlo morto...

(rivolgendosi alla vergine)

Al mio soffrire,

madre, pietà!... Non amo, non ho amato

che il mio Silvano...

e pur quell'altro, insano!

per la passione sua potrebbe perdermi!

...È ver, peccai, ma ho poi sofferto tanto...

per le disgrazie mie, per questo pianto,

madre pietà!

(cade affranta, in ginocchio, innanzi all'immagine della madonna)

Scena terza

Silvano e Matilde.

(entra dal fondo, a destra, col fucile ad armacollo e giunto all'uscio di Matilde, l'apre con fretta; Matilde si alza sorpresa: egli l'abbraccia teneramente)

SILVANO

Torno, adorata mia,

fra le tue braccia, alfine, ed a' tuoi baci!

MATILDE

(confusa)

Silvano... tu sei qui?... Non hai paura

d'esser sorpreso?...

SILVANO

(con affetto)

No... ti rassicura...

Stamani seppi della grazia, ormai

sempre starò con te!... Soffersi tanto

in questi ultimi giorni a non averti accanto!

MATILDE

(confusa)

Ma negli scorsi dì d'esser temei spiata;

e qui sempre rinchiusa sono stata.

Qui sola, colle mie memorie, e col dolore

che mi straziava il core,

io vissi, ahimè! lontana

dal mar, dalla fontana...

SILVANO

(teneramente)

Oh mia Matilde, come t'ho invocata

ne' miei deliri e nelle fredde notti...

oh sposa, oh sposa amata!

MATILDE

(quasi con terrore)

Io la tua sposa?... No... no... mai!

SILVANO

(sorpreso)

Che dici?

MATILDE

(con grande sconforto)

I miei giorni felici

ormai son tramontati!

SILVANO

(sorpreso)

Che pensi, ohimè?

Perché sei tanto pallida?

Perché tremi, perché?

MATILDE

(con grande sconforto)

Silvano mio pietà, pietà di me!

Senti: d'esserti sposa indegna sono...

Da che tu m'hai lasciato,

come femmina vil m'han disprezzato...

negato m'ha il perdono

il babbo mio morente... Ah! se tu mi vuoi bene,

mi lascia alle mie pene!

SILVANO

(con grande passione)

Io non ti vo' più mesta, o mio tesoro;

tu soffristi per me, ed io t'adoro,

e ti sospiro e bramo...

oh quanto t'amo!

O sola mia delizia,

unico ben dell'anima,

te sempre il cor sognò!

La faccia che innamora più non sciupar col pianto

io t'amo tanto!

MATILDE

(E non posso parlar... oh quale strazio!)

SILVANO

(con passione)

Oh la dolcezza della tua carezza!

MATILDE

(Dio... come soffro!)

SILVANO

(con passione)

Parla... parla!...

MATILDE

(Oh quanto

l'amo!)

SILVANO

(con passione)

Sei mia... sei mia!...

MATILDE

(vinta)

Son tua, Silvano!

SILVANO

Apri le care braccia... io voglio amar...

sul tuo candido petto or vo' posar...

che m'ami dimmi ancor!

MATILDE

Or l'ansie del mio core io vo' scordar...

O Silvano, così non mi guardar...

che m'ami dimmi ancor!

Son tua, son tua... perdonami...

(piangendo)

SILVANO

Matilde mia, non piangere...

baciami... O amore!

MATILDE

(abbandonandosi fra le braccia di lui)

O amor!

Scena quarta

Il Coro e Renzo, sulla piazza. Silvano e Matilde, in casa di Matilde.

IL CORO

(entra, attorniando Renzo, con festa)

Evviva, Renzo, evviva!

SILVANO

(a Matilde)

Queste grida perché?

MATILDE

(Oh poveretta me!)

SILVANO

(guardando dalla porta socchiusa)

Che allegra comitiva!

IL CORO

Al mare! al mare! La navicella

come si culla snella!

Ha già pronta la fiocina,

sulla prua c'è la lampada;

come anderà leggera

alla pesca stasera!

SILVANO

(a Matilde)

Perché Renzo festeggiano?

MATILDE

Varò una barca e fervidi

a lui s'alzano i voti.

SILVANO

(guardando dalla porta socchiusa)

Oh i compagni devoti!

(Silvano più volte è stato per uscire sulla piazza, ma Matilde l'ha sempre trattenuto, cercando di chiuder la porta)

IL CORO

Al mare! al mare! La svelta prora

che porta scritto: Aurora,

segua la striscia argentea

della luna; e agli innumeri

pesci dispensi l'esca.

Alla pesca, alla pesca!

RENZO

Mi sia propizio il mare, e faccio giuro

che se alla riva tornerò domani

con ricca preda, per tre dì arderanno

a san Giorgio tre ceri!

IL CORO

Iddio t'assista!

ALCUNE RAGAZZE

(entrano giulive, tenendo in mano piccole corone di rose e di margherite)

Sulle balze erbose,

margherite e rose

vi cercammo

v'intrecciammo, o vaghi fior.

Della luna al raggio,

voi del core omaggio,

olezzate,

rallegrate il pescator.

RENZO

(prendendo qualche fiore dalle mani delle ragazze)

Grazie, grazie di cor... grato vi sono

del caro dono.

Apparirà sul mare

la mia barca per voi come una vergine

sposa all'altare!

SILVANO

(avviandosi)

Debbo unirmi agli amici...

MATILDE

(trattenendolo, con ansia)

Silvano, no...

SILVANO

(sorpreso)

Che dici?

LE DONNE

(a Renzo)

Sempre t'accolga quieto il mar!

GLI UOMINI

(a Renzo)

Voglia il signor su te vegliar!

SILVANO

(sciogliendosi da Matilde)

Vuoi che manchi alla festa?

MATILDE

(trattenendolo)

No... no... qui meco resta!

LE DONNE

(a Renzo)

La sorte arrider ti dovrà!

GLI UOMINI

(a Renzo)

Propizio il vento spirerà!

GLI UOMINI

(dalla barca e sulla piazza)

Dateci, belle,

le odorose ghirlandelle!

Regnerà pe' vostri fior

dai vivissimi color,

sovra il mar la primavera, a sera!

Oh date, date

le corone profumate!

Quando Renzo salperà,

come tutta olezzerà

l'azzurra immensità!

(tutti si allontanano)

SILVANO

(baciando Matilde e uscendo sulla piazza)

Addio... non vo' mancare!

MATILDE

(disperata)

Chi mi potrà salvare?

RENZO

(avviandosi alla casa di Matilde)

Perché Matilde non è qui... Perché?

(scorgendo Silvano)

Ah Silvano!

IL CORO

(tornando indietro)

Silvano!

RENZO

(O giusto iddio,

venne dunque il bandito!)

SILVANO

Sì... son io...

ormai libero a voi torno ed al mare!

E il signor benedico

che in tal giorno m'ha fatto ritornare,

ch'io posso festeggiare un vecchio amico.

IL CORO

Benvenuto Silvano!

SILVANO

(a Renzo)

E tu concedimi,

Renzo, che sulla nova

tua barca possa ritentar la prova

delle reti!

(Matilde si affaccia sulla porta, ansiosa)

RENZO

(con sprezzo)

Con te? con un bandito,

lasciare il porto?...

Tutto è per te finito...

meglio sarebbe che tu fossi morto.

MATILDE

(Come tremo!)

SILVANO

Così parli? Che hai

con me? Perché mi provochi?

RENZO

(con sprezzo)

Mi fai

pietà!

SILVANO

(minaccioso, slanciandosi su Renzo)

Per Cristo, guardati!

RENZO

Da te?

SILVANO

(trattenuto)

Vile!

IL CORO

(frapponendosi)

No... no...

SILVANO

Vile!

RENZO

(con ira)

Lasciatelo!

MATILDE

(disperata)

Che accadrà mai?

(esce sulla piazza)

IL CORO

(trattenendoli)

Fermatevi, fermatevi!

SILVANO

(con grande amarezza)

Ah m'hai detto bandito? Rinfacciare

m'hai voluto il mio fallo? E non lo sai

perché il frodo tentai?

Da che morì mio padre,

la scarsa pesca non bastava a dare

un po' di pane alla mia vecchia madre;

e fui contrabbandiere!... Mi sorpresero...

Fuggii... mi condannarono...

Errai pe' monti, lacero,

senza tetto affamato... Or che insperato

il perdono mi venne, or che ritornano

per me i bei giorni, or che lieti m'accolgono

gli amici, tu che mio fratel sei stato,

tu solo mi disprezzi e mi rinneghi?

Scena quinta

Rosa e detti.

ROSA

(accorrendo a Silvano)

O mio caro figliolo, o mio Silvano!

SILVANO

(abbracciandola teneramente)

O mamma, mamma mia!... Come sei pallida,

e triste, o povera

mia vecchierella... no, non devi piangere...

mamma, sorridimi!

ROSA

(con grande tenerezza)

Tu starai sempre meco... io volli vivere

per rivederti... orribile

morte avrei fatto, o caro, senza stringerti

al cor, benedicendoti!

MATILDE

(piano a Renzo)

Ah non perdermi, Renzo...

SILVANO

(alla madre)

Angiolo santo!

(alle donne)

A voi l'affido, amiche.

(alla madre)

Verrò da te fra poco:

come solevi un giorno,

m'accoglierai ridente...

arrivederci, mamma!

(la bacia; Rosa esce accompagnata dalle donne; Silvano si volge a Renzo, ch'è rimasto immobile, con commozione)

SILVANO

E tu, Renzo, perché

vorresti avvelenarmi

tanta felicità?

IL CORO

Pace, pace fra voi!

SILVANO

(a Renzo)

Ormai tutto dimentico.

RENZO

(è titubante, Matilde gli fa cenni supplichevoli; poi cupo)

E sia!

(dopo un istante d'esitazione si stringono la mano)

IL CORO

Viva Silvano!

E viva Renzo!... Al mar!

(escono)

Scena sesta

Matilde.

(rientra in casa disperata)

Misera me ~ perduta sono!...

Beffardo il guardo su me posò...

Come a Silvano fiero parlò!...

Quanto livore ha in cor...

senza pietà ~ per noi sarà!

È vano, ahimè! ~ sperar perdono...

Ho pianto tanto... che debbo far?

Il mio Silvano non so ingannar...

Povero nostro amor...

un sogno fu... che non è più!

(cade accasciata sopra una sedia)

Scena settima

Renzo e Matilde.

RENZO

(traversa rapidamente la piazza e quasi balza in casa di Matilde; ella sorge in piedi, sussultando)

Fu sol per te che non l'uccisi... ascoltami!

MATILDE

(altera)

Non ti posso ascoltar... non voglio... vattene!

RENZO

(con passione)

Quand'egli, il tuo bandito, era lontano,

pietà sentisti del mio grande amor;

da tanto tempo ti pregavo invano,

ma finalmente ti serrai sul cor!

MATILDE

(con disgusto)

Non rammentarlo!... fu un'infamia...

RENZO

Ed ora,

or che è tornato, perderti dovrò?

(con forza)

No, a dio lo giuro! m'appartieni ancora,

senza di te più vivere non so!...

(supplichevole)

Dimmi che m'ami ancor, Matilde mia,

acquieta del mio cor la gelosia!

MATILDE

(risoluta)

Ormai non devi più pensare a me...

troppo ho peccato... ahimè!...

Io più non vivo da quand'è tornato

lui, che m'ha tanto amato...

RENZO

(supplichevole)

Tu mia sei stata,

o Matilde adorata!

MATILDE

(con amarezza)

Tu m'ingannasti! Sola io viveva,

sulla sventura di lui piangeva,

quando... l'orrenda scena rammento!

tu m'hai sorpresa...

caddi... e da allora, senza difesa,

sempre il tormento

delle carezze tue sopportai,

ma non t'amai!

RENZO

(supplichevole)

No, non è ver!

MATILDE

Soltanto

ho amato il mio Silvano!

RENZO

(supplichevole)

Ah non vedi il mio pianto...

abbi pietà!

MATILDE

Silvano adoro!

RENZO

(supplichevole)

Taci...

non dir ch'eran menzogna i cari baci!

MATILDE

No, no, non so mentire...

oh pensa al mio soffrire...

a' miei rimorsi lasciami!

RENZO

(afferrandola)

Oh quieta il vano orgoglio...

t'amo... sei mia... ti voglio...

invano, invan mi supplichi!

MATILDE

(sciogliendosi da Renzo, con grande violenza)

Ah! tu mi fai ribrezzo...

io t'odio, ti disprezzo...

non mi toccare... vattene!...

RENZO

(con passione)

Tra le tue folte anella,

sulla tua bocca bella,

io voglio esalar l'anima!

(tenta di riafferrare Matilde, ma essa gli sfugge, ed egli, con grande ira minacciandola)

Bada... ho pregato

troppo... ora impongo!... Se non verrai

là, sullo scoglio, dove tu sai,

giuro d'uccidere colla mia mano

il tuo Silvano!

MATILDE

(disperata)

Non dirlo!

RENZO

(minaccioso)

Credimi... son risoluto!

Vieni, o l'uccido...

MATILDE

(Tutto è perduto!)

RENZO

Risolvi dunque... che indugi ancora?...

MATILDE

(accasciata)

Quando saranno andati tutti alla pesca... allora

verrò da te... sul tristo scoglio, a notte profonda:

l'amor tuo, l'onta mia bisogna ch'io nasconda!

RENZO

Ma se manchi, pe 'l tuo Silvano trema!

(esce)

MATILDE

Questa sarà la mia vergogna estrema!

(cade singhiozzando)

Atto secondo
Scena prima

Una parte solitaria di spiaggia. A sinistra una ripida e frastagliata scogliera. Alcune barche, lontane. A destra, a pochi metri dalla riva, un grande scoglio, a cui è ormeggiata la nuova barca di Renzo. È il tramonto.

Il coro dei Marinai.

Corre già pe 'l curvo ciel

la luna senza vel;

come gli occhi delle belle

son le stelle!

Quieto è il mar; la barca varca

il lunare balenio...

Pace e oblio...

tutto intorno s'addormenta,

va la barca lenta lenta;

e sommessa dice l'onda

là, tra i sassi della sponda:

« Su gioite, o donne amanti,

tornan presto i naviganti...»

Marinaro, ti rinfranca...

via da terra... arranca, arranca!

Scena seconda

Silvano e Rosa.

SILVANO

(entra abbracciato a Rosa)

Come le barche son lontane! A lungo

presso di te, mamma, son stato... ho fatto

troppo tardi, né posso andare ormai

con la mia svelta barca alla ventura.

Alta è la luna in ciel!... per questa notte

non accompagnerà le mie canzoni

il rollio del battel... mi culleranno

soltanto i sogni belli dell'amore...

ROSA

Pensi sempre a Matilde?

SILVANO

O madre mia,

come potrei dimenticarla?... Lei,

consolatrice pia...

ne' lunghi giorni che ti fui lontano,

sola mi compensò delle carezze,

delle tue tenerezze a me contese!

ROSA

Ma la tua vecchia mamma un'altra sposa

sempre per te sognò...

SILVANO

Così amorosa

come Matilde non sarebbe stata...

Senti mamma adorata,

quand'eri inferma, notte e dì veniva

a me furtiva,

per darmi le tue nuove... Oh non l'ho vista

mai così trista,

come quel dì che, stretta sul mio core,

l'ho udita singhiozzar: tua madre muore!

ROSA

(con grande affetto)

Mio povero figliolo!

SILVANO

(teneramente)

O mamma mia,

pensa al dì che vicina al focolare

dove con me sedevi a novellare,

potrai baciar il capo ricciutello

d'un bambinello

nato da me... Le fole gli dirai

che mi narravi, e lieta rivivrai

nel caro tempo in cui t'amò mio padre...

O madre, o madre,

iddio t'assista, e per molt'anni ancora

regna, genio d'amor, sulla dimora

ove crebbi con te!...

ROSA

(abbracciando Silvano)

Santa Maria,

e così sia!

(Silvano esce accompagnando mamma Rosa)

Scena terza

Un gruppetto di Donne, poi un altro. Silvano.

ALCUNE DONNE

(alle altre, dietro le scene)

Sollecite venite; il mar quietissimo

si culla al mite raggio delle stelle;

già l'alto mare esplorano

le paranzelle.

ALTRE DONNE

(entrano in scena, recando fiori)

Eccoci... Avrà per noi la santa vergine

olezzante di rose il ricco altare;

i nostri cari vigili

ella sul mare.

SILVANO

(entrando)

E a' vostri voti aggiungasi,

amiche, il voto mio!

LE DONNE

(sorprese, accorrendo a Silvano)

Ah!... Silvano?

SILVANO

(salutandole)

Son io!

LE DONNE

Che fai qui solo?

SILVANO

(allegramente)

Placido

è il mar, la sera è quieta...

io sogno!

LE DONNE

(ridendo)

Sei poeta!...

Ve' di Renzo il battello...

SILVANO

(osservando, quasi fra sé)

Di Renzo?

LE DONNE

Come è bello!

SILVANO

(sorpreso)

Esso pure la pesca ha disertato?...

Oh dei ceri promessi illuminato

domani non sarà certo l'altare!

LE DONNE

(motteggiando)

Non rammenti l'adagio? Alle promesse

del marinaro non ti ci fidare!

SILVANO

(ridendo)

Siete sempre le stesse!

LE DONNE

(avviandosi, per andarsene)

Addio, Silvano!

SILVANO

Addio!

(siede presso la riva osservando la barca di Renzo)

LE DONNE

(avviandosi)

«Io miro miro, e non vedo chi voglio,

la barca di lontan vedo spuntare;

vedo l'amante mio dietro lo scoglio,

lo vedo far l'amore in mezzo al mare.

L'ho lasciato partir, povera sciocca!

i suoi baci ora son per altra bocca;

per altra bocca or sono i baci suoi...

se l'amor va lontan, povere noi!...»

Scena quarta

Silvano solo, poi Matilde e Renzo.

SILVANO

Oh come questo semplice

canto mi turba il core!...

(guardando la barca di Renzo)

Perché Renzo alla pesca non andò?... ~

Quel canto è menzognero...

no, non è vero,

non si scorda l'amore!

S'è spento il sol laggiù lontano

nel placido oceàn.

La terra e il ciel, le stelle e i fior

m'invitano all'amor.

E par che a me or voglian dir

le gioie ed i sospir

di quell'età che un sogno fu,

e che non torna più...

Oh già tra i vel in mezzo al mar

la déa veggo spuntar,

la déa gentil che il cor sognò,

che sempre chiamerò...

~ Oh vieni a me, vo' accarezzar,

baciare e ribaciar

il bianco sen, il biondo crin,

il labbro porporin! ~

Oh che placida notte! È questo mare

una cosa divina; e su dall'onde,

giù dalla volta dell'immenso cielo

viene una pace sovrumana al core!

(si sdraia e s'addormenta)

(risvegliandosi)

Ho dormito... e nel sonno udii Matilde

chiamarmi a sé!... Dolce è dormir sognando

di lei che s'ama, ma è più dolce il bacio

della bocca adorata!... Ed io rimango

qua solo solo, a contemplar le stelle,

mentre m'aspetta la mia sposa... andiamo!

(avviandosi)

S'è spento il sol laggiù lontano

sul placido oceàn;

la terra e il ciel...

(si ferma improvvisamente, orecchiando)

MATILDE

(dietro lo scoglio)

Lasciami!

RENZO

(comparisce sull'alto dello scoglio)

No!... qui resta ancor!

SILVANO

Qual voce!

MATILDE

(mostrandosi e svincolandosi da Renzo)

Lasciami, o ch'io mi getto!

SILVANO

(con un grido)

Ah! per l'inferno!

MATILDE

(con terrore)

Silvano!

SILVANO

Ah! maledetti!

(spara un colpo: Renzo cade; Silvano fugge disperato)

MATILDE

Aiuto! aiuto!

Variante

Si inserisce alla fine dell'aria di Silvano «S'è spento il sol laggiù lontano», nella scena quarta, sostituendo la didascalia «si ferma improvvisamente, orecchiando» con la seguente: «esce continuando a cantare: il suo canto si perde in lontananza».

Scena quinta

Matilde e Renzo.

MATILDE

(uscendo dalla scogliera, e guardando con angoscia dalla parte ove è uscito Silvano)

Corre a cercarmi, ahimè!

avviandosi

RENZO

(trattenendola)

Matilde, ascolta!

MATILDE

No!

RENZO

(con passione)

Oh, s'io potessi leggerti

dentro l'anima!

Oh, s'io potessi vincere

l'orrendo spasimo

che tutto tutto m'agita!...

Qui resta, sentimi!

MATILDE

(con grande sconforto)

Lasciami andar. Sollecito

Silvano è corso alla casetta mia.

Egli pensa che trepida

ad aspettarlo sia.

Tornerà qui... tutto saprà...

m'ucciderà!...

Ma tu, ma tu che mi domandi ancor?

Lo sai, pur oggi l'ultima

infamia, oh, mia vergogna! ho consumata...

Tu mi volevi togliere

Silvano... e tua son stata!

Ma basta, ahimè!... Lasciami andar.

Io vo' tornar

al dovere, alla pace, al vero amor!

RENZO

(afferrandola)

No, no... starai con me. Né pure iddio

ti saprebbe alle mie braccia strappar!

Vo' le carezze tue, voglio l'oblio

d'ogni cosa sul tuo labbro cercar!

MATILDE

(tentando di sciogliersi da lui)

Lasciami!

RENZO

(abbracciandola)

Tu sei mia...

MATILDE

(con moto rapido toglie a Renzo il coltello da marinaio che egli ha alla cintura, e sciogliendosi da lui, grida:)

Lasciami, o ch'io

m'uccido!

RENZO

(nel colmo dell'ira)

Ah, Cristo!... rendimi

quel coltello!

MATILDE

(s'avvia correndo dalla parte ove è uscito Silvano, ma retrocede subito spaventata)

Silvano!

(getta il coltello in mare)

RENZO

(nel colmo dell'ira)

Ah, dannazione!

Sono inerme...

(esita un po' - indi corre dietro gli scogli)

Scena ultima

Silvano e Matilde, poi Renzo.

SILVANO

(guarda intorno sospettoso)

Tu qui? Con chi parlavi?

MATILDE

(confusa)

Ero sola!

SILVANO

(con ira repressa)

Qualcuno era qui teco.

MATILDE

(confusa)

Nessuno!

SILVANO

(con ira repressa)

Perché vuoi mentire?

(sconfortato)

È questo,

è questo dunque il premio dell'amore?

Mentr'io ti cerco nella cameretta

che un dì ci accolse innamorati amanti,

dove ero certo di trovarti, a notte

in riva al mar ti aggiri... e non sei sola!...

(prorompendo)

Chi era con te!

MATILDE

(disperata)

Silvano mio, ti giuro...

SILVANO

Non spergiurare... non mentire... Un uomo

era con te... da lunge io l'ho veduto

rapido dileguarsi...

(squassandola)

Ove s'asconde

il tuo novo amatore?

MATILDE

Ahimè, Silvano!

SILVANO

Egli è di te più vile; egli si cela

come una femminuccia; e t'abbandona

all'ira mia, che sopra te si sfrena...

(impugnanado la pistola che ha alla cintura)

Dimmi ove si asconde, o ch'io t'ammazzo!...

RENZO

(mostrandosi sugli scogli)

Eccomi!

SILVANO

(voltandosi verso Renzo e spianandogli l'arma contro)

Ah! per l'inferno!

(spara un colpo e fugge precipitoso - Renzo cade)

MATILDE

(cadendo a terra)

Aiuto... Aiuto!

Fine del libretto.

Generazione pagina: 17/05/2020
Pagina: ridotto, rid
Versione H: 3.00.40 (W)

Locandina Atto primo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Atto secondo Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Variante