Atto secondo

 

Scena unica

Sala ottagonale in una torre del castello del signor Ipsilonne.
Nel primo lato (a sinistra dello spettatore) una porta d'accesso alle stanze di Candida, poi un grande divano alla turca, un tavolinetto, due ampie poltrone profonde e un paravento ricchissimo.
Nel secondo lato, larga finestra che s'apre su un verone angolare: al verone si deve accedere anche dalla prima stanza dell'appartamento di Candida. Il verone è illuminato da torce; si intravvedono grandi chiome d'alberi e il mare lontano.
Il terzo lato è tutto a vetrate al di là grandi sale da ballo folgoranti di luce.
Nel quarto lato un magnifico camino con sopra una pendola d'oro, e dinnanzi al camino altro tavolinetto e altre comodissime poltrone; sul tavolino tre bottiglie, una delle quali già vuota, e un enorme pezzo di dolce.
Un ricchissimo lampadario acceso pende dal mezzo del soffitto: tutto nella sala è ricco, sfarzoso, sovraccarico d'oro, di ricami, di ornamenti barocchi.

 Q 

Belfagor, Candida, Olimpia, Fidelia, Maddalena, Mirocleto

<- tre cameriere

tre cameriere ->

 
Si udranno voci alte e irose e un fracassio di cristalli. Poi, mentre si apre il velario, si vedranno uscir dalle stanze di Candida tre Cameriere vestite di rosso, con volti di bragia e accorrere contro il signor Ipsilonne: gracidano confusamente alcun che in una lingua incomprensibile, fan gesti come per esprimere una ben ferma decisione e se ne vanno dal fondo in gran furia, come son venute.
Il signor Ipsilonne, agitatissimo, le accompagna con le braccia protese e con rabbioso grido.
 

BELFAGOR
(Ipsilonne)

All'inferno!  

(si volge verso il proscenio: è sparuto, livido)

 
(Candida è seduta su una poltrona, a sinistra; presso di lei sono Olimpia, anch'essa seduta, Fidelia e Maddalena; dall'altra parte, accanto al camino, Mirocleto; son tutti vestiti in gran gala: Olimpia molto im soggezione nella ricca veste, Fidelia e Maddalena infioccatissime; Mirocleto ha cera assai soddisfatta e nutrita, e senza levarsi dalla poltrona si versa da bere e beve, taglia grosse fette di dolce e mangia, con grande dignità in ogni gesto)
 

CANDIDA

(col capo abbandonato sulla spalliera, guarda il soffitto e ride)

Ah! Ah!

BELFAGOR
(Ipsilonne)

(a Olimpia)

Le avete intese?

Se ne vanno!... Anche queste

devote e oneste

e antiche serve della mia famiglia

non ne possono più di vostra figlia...

Ritornano al paese...

CANDIDA

(senza muoversi)

Fate altrettanto!

 
(Ipsilonne la guarda, apre la bocca in gesto disperato, e comincia a misurare a gran passi la sala, innanzi e indietro)
 

OLIMPIA
(severa)

È tuo marito!

CANDIDA

No!

OLIMPIA
(dolcemente)

Sii buona...

CANDIDA

(come una bimba che fa i capricci)

No.

OLIMPIA

Bisogna che tu venga:

ragiona...

CANDIDA

Non verrò.

OLIMPIA

La tua mamma ti prega...

CANDIDA

Ed io non voglio.

FIDELIA
(a Maddalena)

Mansueta! E l'ha scelta!

MADDALENA
(a Fidelia)

Or se la tenga!

OLIMPIA
(con dolore)

Quest'insolito orgoglio

mal ti s'addice e mi fa male tanto...

FIDELIA
(a Maddalena)

(accennando Ipsilonne)

Ben gli sta...

MADDALENA
(a Fidelia)

...come un guanto...

OLIMPIA
(timidamente)

Rimandiamo la festa...

MADDALENA
(con sùbita ira)

E gli invitati?

FIDELIA

E i nostri fidanzati?

MADDALENA

Era dunque un'insidia?

FIDELIA
(beffarda, a Candida)

O madonna Ipsilonne, non s'adonti,

non si strugga d'invidia

se la nostra fortuna ci marita...

 
Appare sulla soglia della sala da ballo il Maggiordomo e interrompendo annunzia.

<- Il maggiordomo

 

IL MAGGIORDOMO

Il barone di Miramonti...  

FIDELIA
(accorrendo)

Vengo!

IL MAGGIORDOMO

...e il conte di Valfiorita.

MADDALENA
(accorrendo)

Eccomi!

 
(le due fanciulle svolazzando scompaiono dal fondo)

Fidelia, Maddalena ->

 

CANDIDA E OLIMPIA

Candida (senza muoversi)

Sciocche!

Olimpia (insistendo)

Vedi,

Candida, non si può...

Te ne supplico... Cedi!

Candida

Ho detto no.

Insieme

MIROCLETO E IL MAGGIORDOMO

Mirocleto

Maggiordomo!

Il maggiordomo

Eccellenza!

Mirocleto

Voglio qui due scaffali

antichi... molto antichi... pieni di libri...

 

IL MAGGIORDOMO

E quali

libri?

MIROCLETO

M'è indifferente; ma belli e ben legati.

IL MAGGIORDOMO

Sarà fatto.

MIROCLETO

E lì voglio ritratti d'antenati...

IL MAGGIORDOMO

Antenati?

MIROCLETO

Ritratti di dame, e cavalieri,

vescovi, cardinali, magistrati, guerrieri...

insomma chi vi pare... Ma in cornici dorate

e antichi, molto antichi...

IL MAGGIORDOMO

Bene, eccellenza!

MIROCLETO

Andate!

 
(Ipsilonne a quando a quando si ferma, guarda Candida, riflette: poi, uscito Il maggiordomo, si avvicina alle donne)
 
(il maggiordomo s'inchina ed esce)

Il maggiordomo ->

 

BELFAGOR
(Ipsilonne)

Candida, ancora una volta

ti prego, ascolta...

 
(appena Ipsilonne ha proferito il nome di Candida, subito essa si leva, lo squadra, gli volge le spalle e s'allontana verso le sue stanze; entra e sbatte la porta ventando l'aria sul viso d'Ipsilonne che la segue; rosso d'ira, Ipsilonne attraversa rapidamente la scena ed esce dal fondo, verso la sala da ballo che si vien popolando di invitati)

Candida, Belfagor ->

<- invitati

 
(rimasta sola con Mirocleto, Olimpia gli si rivolge inquietissima)
 

OLIMPIA

Avete visto?  

MIROCLETO
(impassibile)

Ho visto: ma fra moglie e marito

ho la buona abitudine di non mettere dito.

OLIMPIA
(a voce alta)

O Madonna santissima, e non volete ancora...

MIROCLETO

(calmissimo interrompe)

Ho già avuto l'onor di ammonirvi, signora,

che volgare è l'esprimersi in tal guisa e sì forte!

OLIMPIA

(guardandosi intorno)

C'è qualcuno che sente?

MIROCLETO
(solenne)

Sì, c'è il vostro consorte.

(compitissimo)

Permettete ch'io v'offra? Squisito!

OLIMPIA

(con cenno di diniego)

Grazie.

MIROCLETO

Prego.

Torno a raccomandarvi un po' più di sussiego...

OLIMPIA

Sussiego? Non capisco...

MIROCLETO

Male. Una pari vostra

capisce sempre tutto... o almeno... lo dimostra:

evitate il ridicolo di puerili «perché»...

guardate quel ch'io faccio e fate come me.

OLIMPIA

Sì, sì... Ma penso a Candida. Ne va della salute

sua, forse... Queste nozze voi le avete volute...

MIROCLETO

Volute? Chieggo scusa. Ho dato il mio consenso

a un parentado ricco e onorevole, e penso...

 
Di là dalla vetrata è apparso Baldo: getta uno sguardo rapido nel salotto, vede Mirocleto e Olimpia, entra risoluto. Dalla sala affollata vengono onde di suoni e di voci.

<- Baldo

 

BALDO

Dov'è Candida?  

OLIMPIA

(balzando in piedi spaventata)

Voi qui, Baldo?

MIROCLETO

(levandosi)

E quale

audacia d'apparire al mio cospetto?

BALDO

Candida... Che ne avete fatto? Dite!

 
(Olimpia corre a chiudere la porta)
 

MIROCLETO

Io vi proibisco...

BALDO

Voi? Che mi proibite,

venditor di figliole?

Son io, capite, che non vi permetto

né gesti, né parole...

(Mirocleto muove un passo verso la sua poltrona)

...né venirmi vicino,

se v'è cara...

MIROCLETO

(con un gesto di sovrano disprezzo)

(Affamati e insolenti!)

(siede, e si taglia un'altra fetta di torta e ricomincia a mangiare)

BALDO

...quell'epa croia e gravida di vino.

(a Olimpia)

E voi, che sapevate il nostro amore

e i nostri giuramenti,

voi che chiamavo mamma, patteggiato

avete, senza orrore,

codesto ignobilissimo mercato,

seme di lutto...

OLIMPIA
(tremante)

No, figlio, no! Calmatevi, chetatevi,

per amore di Dio! Saprete tutto...

BALDO

Non da voi! Non da voi!

OLIMPIA
(tremante, smarrita.)

Sì, figlio, sì!

BALDO

Voglio parlare a Candida! Chiamatela!

L'aspetto qui...

OLIMPIA

Baldo...

BALDO

L'aspetto qui.

OLIMPIA

(supplichevole, accarezzando Baldo e respingendolo)

Figlio, per carità, per quell'affetto

che le portate... Non mi fate scandali!

Ve la condurrò qui, ma adesso andate...

Siate buono... e tornate... Vi prometto!

BALDO

Vado. Pochi minuti. Ma... badate!

 
Olimpia lo accompagna con cenni rassicuranti: uscendo, Baldo si incontra sulla porta col signor Ipsilonne, che rientra. Si fermano, si squadrano; piccolo inchino indeciso; poi entrambi si volgono a guardarsi ancora, senza ostilità, ma con inconsapevole sospetto. Mirocleto porta alla bocca l'ultimo pezzo di torta e si spolvera le briciole dal panciotto.

<- Belfagor

Baldo ->

 

BELFAGOR
(Ipsilonne)

Buon appetito!  

MIROCLETO

Io voglio apertamente

deplorare...

BELFAGOR
(Ipsilonne)

Non basta: vi bisogna

subito provvedere, o finalmente

farò veder chi sono... È una vergogna!

Ride tutto il paese

che m'ha visto umiliato

a' piè d'una figliola di speziale...

MIROCLETO
(offeso)

Ma signor mio...

BELFAGOR
(Ipsilonne)

...prodigare da un mese

ori e tesori ch'essa non apprezza,

ride di me, che mi sono degnato

di sollevarvi tutti alla mia altezza!

(Mirocleto fa ancora cenno di voler interrompere)

Io pretendo obbedienza

o vi lascio bollire in questo inferno

e me ne vado!... Sì! Ché l'esperienza

mi basta in sempiterno;

ché son sazio di voi, sazio di questa

suocera tutta lacrime e sospiri,

sazio di quei vampiri

di cognate, e digiuno

sol della casta sposa, ahi, troppo onesta,

che a così dura prova

mi tiene sospirando

da sette notti fuori dell'alcova!

OLIMPIA

Il ritegno... Il pudor la fa ritrosa...

BELFAGOR
(Ipsilonne)

Sarà: non me ne intendo. Ma domando

a voi, signor mio suocero: pulcella

era la vostra sposa?

OLIMPIA

(coprendosi il volto)

Uh! Madonnina bella!

BELFAGOR
(Ipsilonne)

E sette giorni dopo il matrimonio

voi eravate al punto dov'io sono?

OLIMPIA

(fuggendo verso le stanze di Candida)

Sant'Antonio ~ perdono!

(esce)

Olimpia ->

 

MIROCLETO
(solenne)

Signor genero, non vi fate lecito

d'insister sopra un argomento simile.

E quanto a voi, se non sapete cogliere

quel frutto che agli amanti amore accorda,

è questione che a me non mi riguarda.

(s'inchina, s'allontana, esce)

Mirocleto ->

 

BELFAGOR
(Ipsilonne)

(solo)  

Benone! E se ne va!

Se mai gli chiedo aiuto, ecco, s'ammanta

nella sua dignità

e s'inchina e galoppa!

Dignità? Ma non tanta!

(accennando alle stanze di Candida)

Onestà? Ma non troppa!

Ed io non so che fare... Astuzia? Ché!

Se quella ne sa un punto più di me...

Violenza? Non posso. Adesso io provo

un sentimento nuovo,

un sentimento assurdo e inverosimile

che m'ammollisce, mi disarma e getta

nella manine d'una femminetta!

Ah! Quelli di laggiù, se mi vedessero

con l'effigie d'Adamo!

Se sapessero! IO... AMO!

 
Dalla porta del suo appartamento entra, quasi di corsa, Candida: ha gli occhi rossi di pianto. Olimpia la segue a fatica. Ipsilonne sorride di lieta sorpresa.

<- Candida, Olimpia

 

CANDIDA

(guardandosi intorno, a Olimpia, piano)  

E dov'è?

OLIMPIA
(a voce bassissima)

Taci.

BELFAGOR
(Ipsilonne)

(raggiante)

Ah, grazie d'esser ritornata buona

e d'avere esaudita la preghiera

di tutti... e mia!

Ecco, di te stasera...

la festa s'incorona...

Grazie! La mano tua, ch'io te la baci...

CANDIDA

(nascondendo le mani)

Vi prego... Andate via!

 
Fidelia e Maddalena entrano correndo dal fondo.

<- Fidelia, Maddalena

 

CANDIDA

Vedete: vi cercano...  

FIDELIA, MADDALENA E BELFAGOR

Fidelia e Maddalena

(si mettono ai fianchi di Ipsilonne e lo traggono in disparte, sfringuellando)

Cognato, cognato,

v'abbiamo trovato!

V'aspettano al gioco...

Belfagor (Ipsilonne)

Sta bene: verrò.

Maddalena

Cognato garbato,

il mio fidanzato,

il conte, ha perduto...

Belfagor (Ipsilonne)

Sta ben: pagherò.

Fidelia

Vi cerca il barone;

si tratta d'affari...

Vorrebbe...

Belfagor (Ipsilonne)

Denari,

denari... Lo so.

Insieme

CANDIDA

(scorge Baldo che spia attraverso la vetrata, e stringendosi a Olimpia, pianissimo)

È lui, mamma, eccolo!

(fa con la mano un cenno a Baldo di aspettare e muove le labbra per dire:)

Fra poco... fra poco...

(e mentre Olimpia, l'accarezza per acquetarla, ripete tra sé)

È lui... l'ho veduto!

(e si comprime il cuore che batte forte forte)

O dio, che emozione!

(subitamente si trasfigura: si avvicina a Ipsilonne, gli posa con grazia una mano sulla spalla, e sorridendo)

Andate, amico mio! Fra poco anch'io

interverrò alla festa...

 

BELFAGOR
(Ipsilonne)

(sbalordito)

Ha detto?... Come ha detto?... Amico mio!

C'è da perder la testa.

CANDIDA
(dolcissima)

Ho pianto tanto! Ho ancor gli occhi di fiamma

e il volto bianco e stanco!

Ecco: mi siedo qui con la mia mamma

e un poco mi rinfranco...

Così sarò più bella al vostro fianco!

BELFAGOR
(Ipsilonne)

E danzerai?

CANDIDA

Certo!

BELFAGOR
(Ipsilonne)

Con me?

CANDIDA

Con voi.

BELFAGOR
(Ipsilonne)

E poi, Candida, e poi?

La porta della gioia s'aprirà?

CANDIDA

(con un sorriso ambiguo)

Dopo?... Chi sa!

 
(un cenno grazioso di Candida congeda Ipsilonne, che Fidelia e Maddalena sospingono impazienti verso la porta; Ipsilonne, stordito di gioia, s'allontana volgendo più volte il viso ridente)
 

FIDELIA

Cognato, cognato,

se aveste sposato

un'altra - più scaltra...

BELFAGOR
(Ipsilonne)

L'amor s'apprende!

La bella s'arrende!

Vittoria! Baldoria!

Insieme

MADDALENA

Cognato, cognato,

ben più fortunato

sareste - se aveste...

(le voci si perdono al di là della vetrata)

Belfagor, Fidelia, Maddalena ->

 
(Candida s'avvicina alla vetrata e cerca con lo sguardo, tra la folla degli invitati, Baldo: non lo scorge; ritorna verso Olimpia)
 

OLIMPIA
(con angoscia)

O creatura mia, che gli dirai?  

Ogni parola è peccato mortale!

È troppo tardi omai...

Io l'ho fatto per te... ma ho fatto male!

CANDIDA

Gli dirò il voto dell'anima mia

e il mio martirio della lontananza

e l'ultima speranza

ch'egli mi salvi e mi conduca via.

OLIMPIA

Non puoi, figlia, non puoi. Per sacramento

tu sei congiunta e il destino è compiuto:

è dio che l'ha voluto...

Non ti dannare a eterno pentimento!

 

CANDIDA

O mamma, mamma, quando dall'altare    

Don Biagio mi richiese la parola

che innanzi a dio ci lega per la vita,

io non la dissi!... Tutta in me romita

offrivo il cuore alla stella del mare,

fisa in lei sola...

Ardevo tutta quanta come cero

e attendevo il miracolo:

«O madonnina mia di Montenero

fa' il miracolo, salvami!»

E venne il segno della mia salute!

Ricordi? Le campane, le campane!

E le fatiche vane

di tante braccia? E le campane immobili!

E tira... e tira... E le campane mute!

«Che sarà? Che sarà?» Tutti dicevano ~

sventura... malefizio... qui c'è il diavolo...

Don Biagio spaurito

riguardava la cupola del duomo.

Mamma! Era il segno della madonnina!

Io sola l'ho capito...

E mi diceva: «Abbi fede, bambina!

Io ti proteggo: spera!»

Mamma, io non sono sposa di quell'uomo!

Io tengo fede a un solo giuramento,

a quello che una sera

di maggio Baldo ed io

giurammo, testimoni il firmamento

e il mare...

S

 
Ode l'aprirsi e il batter della porta a vetri: si volge, vede Baldo che entra, e con un grido gli vola incontro e gli getta le braccia al collo.

<- Baldo

 

CANDIDA

Ah, Baldo mio!  

BALDO

(sciogliendosi a forza dall'abbraccio, con voce d'ira)

No, prima mi dirai, Candida, tu...

OLIMPIA

Mi raccomando...

(e corre alla vetrata ad osservare se alcuno s'avvicini, e resta in guardia, spesso volgendosi trepidante verso la figliuola)

CANDIDA
(a Baldo appassionatamente)

Tutto! Sì... Ma intanto

lascia ch'io posi il capo sul tuo cuore,

o mio liberatore!

Sei ritornato! ~ Io non ti lascio più!

BALDO

Se m'ami ancora...

CANDIDA

Oh, quanto, Baldo, quanto!

BALDO
(commosso)

Se m'ami ancora, Candida, perché

hai fatto questo? Perché m'hai spezzato

il core? Avevo tanta fede in te!

T'amavo tanto! E adesso la mia vita

è finita... è finita...

CANDIDA

Guardami gli occhi, guarda la pupilla

dove la verità raggia e sfavilla:

io sono tua... lo vedi?

Soltanto tua... Mi credi?

BALDO
(vinto)

Sì... vedo... e credo... e t'amo!

 

CANDIDA

E allor portami via con te...  

BALDO

Fuggiamo

via subito!

OLIMPIA

(dalla vetrata, volgendo il capo)

Attenti!

CANDIDA
(a Baldo, rapidamente)

No: scendi

giù... Guarda... Qui sotto al balcone

la scala...

 
(lo conduce al balcone: guardano fuori, rientrano)
 

OLIMPIA

Vien gente! Attenzione!

BALDO

Se avessi un cavallo!...

CANDIDA

(sospingendolo via)

E m'attendi

finché...

BALDO

Sì.

(s'allontana, si confonde tra la folla che irrompe)

Baldo ->

 
Gran numero di Invitati invade tumultuosamente la scena e con lieto clamore saluta Candida. Rientrano via via il signor Ipsilonne, Mirocleto, Olimpia, e Fidelia al braccio del Barone di Miramonti, e Maddalena al braccio del Conte di Valfiorita.

<- altri invitati, Ipsilonne, Mirocleto, Fidelia, barone di Miramonti, Maddalena, conte di Valfiorita

 

GLI INVITATI

~ La sposa!  

~ La sposa!

~ Dov'è la regina ritrosa?

~ Pudica violetta nascosa...

~ Aulente, Candida rosa...

~ L'omaggio...

TUTTI

~ L'omaggio alla sposa!

 
(e tutti fanno corona a Candida, che risponde all'omaggio con sorrisi e inchini. Un'invisibile orchestra invita alla danza: sono le note della gagliarda e del saltarello de L'AURA SUAVE "balletto in lode della serenissima madama Christena Lorena de Medici granduchessa di Toscana" - del s. r. Fabritio Caroso da Sermoneta)
 
Danze.
 
(Candida con Ipsilonne, Fidelia col Barone di Miramonti, Maddalena col Conte di Valfiorita guidano il ballo che si va a poco a poco allontanando verso le grandi sale: e il salotto resta per un momento deserto)

Candida, Olimpia, invitati, altri invitati, Ipsilonne, Mirocleto, Fidelia, barone di Miramonti, Maddalena, conte di Valfiorita ->

 
Due Servi sono intenti e richiudere l'ampia vetrata e a riordinare i mobili del salotto, quando rientra Candida seguita di Ipsilonne.

<- due servi

<- Candida, Belfagor

 

BELFAGOR
(Ipsilonne)

(impaziente, ai servi)  

Andate via!

 
(i servi interrompono il loro lavoro e si allontanano rapidi)

due servi ->

 

BELFAGOR
(Ipsilonne)

Ah, finalmente mia!  

Questa piccola mano più non fugge

le mie mani curiose ed impazienti

ed io ti stringo sul petto, e tu senti

il fuoco che mi strugge

e il desiderio che dentro mi rugge.

CANDIDA
(ritraendosi, poi con falsa umiltà)

No... mi fate paura!

Voi siete l mio signore

ed io son cosa vostra, creatura

deboletta, che langue

e trepida s'arrende

affascinata da cotanto ardore...

BELFAGOR
(Ipsilonne)

È la mia fiammma viva, che s'apprende

alle tue carni giovani e al tuo sangue!

Vieni, Candida, vieni...

CANDIDA
(evitando l'abbraccio)

Non ancora...

Di grazia, non ancora... Un quarto d'ora

tanto ch'io muti vesta

e m'acconci la testa...

BELFAGOR
(Ipsilonne)

Deh, concedi

ch'io sciolga i bianchi lini

e fioccare li vegga ad uno ad uno,

lieve cumulo ai tuoi piedi...

Ah, ch'io laceri il bel freno

che trattiene

la primizia

del tuo seno!

Ch'io ti tocchi e tu, smarrita,

senta correr per le vene

la delizia

che mi trema nelle dita...

Ah, concedi alle mie ciglia

questa ignota meraviglia

che da tante notti io sogno...

CANDIDA

Mi vergogno, mi vergogno...

BELFAGOR
(Ipsilonne)

Ah, ch'io ti veda

ignuda e lampeggiante come spada,

ch'io ti ghermisca palpitante preda

e al fonte della bella bocca pura

io mi disseti della lunga arsura.

Vieni Candida...

CANDIDA

(con un sorriso ambiguo, respingendo dolcemente Ipsilonne e via via indietreggiando verso la porta delle sue stanze)

Han sete di rugiada

pur le mie labbra!... Tanta, tanta sete...

Ma... Vi supplico... E grazia non si nega

all'amata che prega...

Restate qui... Vi chiamerò... Sedete

qui... A mezzanotte sarò pronta...

(indica l'orologio che segna la mezzanotte meno pochi minuti)

BELFAGOR
(Ipsilonne)

Candida!

CANDIDA

(è giunta sulla soglia della porta; retrocede ancora d'un passo; è scomparsa quasi del tutto; si vedrà soltanto il volto sorridente ambiguo e una mano aperta in cenno d'attesa)

E allor, baci, piovete!

 
(la porta si chiude leggera: si udrà lo stridere della chiave)

Candida ->

 

BELFAGOR
(Ipsilonne)

(fa un gesto come per scrollar di dosso la piccola contrarietà e si spampana in un sorriso di trionfo. Si lascia cader sul divano, accavalla una gamba sull'altra e batte il tempo col piede; infila ambo i pollici nel giro ascellare del panciotto e si batte sul petto le mani aperte; si alza, attraversa la scena, guarda la pendola, tende l'orecchio per assicurarsi del suo moto regolare)

Ma sono istanti o secoli?

(ritorna all'uscio delle stanze di Candida, accosta l'orecchio alla toppa, poi l'occhio, e scruta)

 
(intanto sul balcone, alla luce delle torce, si vedrà una figura d'uomo salir dall'esterno al davanzale e aiutare Candida a scavalcare la balaustrata... Le due ombre discendono: lieve ma chiaro s'udrà lo scoccar d'un bacio)
 

BALDO
(voce)

Han sete di rugiada  

pur le mie labbra! Tanta, tanta sete...

Baci, piovete!...

 
Ipsilonne s'aderge, aggrotta i sopraccigli, si volge intorno.
Balza al verone, guarda fuori: s'ode lo scalpitio di cavalli che si allontanano al galoppo. E gitta un urlo bestiale.
 

BELFAGOR
(Ipsilonne)

Ah, Satanasso!

(rientra in scena, trasfigurato, terribile)

A me, gente d'Averno,

a me!

(si batte con violenza le palme sulla fronte, ma subito le ritrae come punto da alcunché di aguzzo; si tocca ancora con le dita: due piccole corna gli son spuntate alla radice dei capelli)

 
Irrompe nel salotto una schiera di Servi rossovestiti: accorrono Mirocleto, Olimpia, Fidelia, Maddalena e gli ultimi Invitati, ravvolti già nei loro mantelli, come gente sorpresa dal grido di Ipsilonne mentre stava per andarsene.

<- servi, Mirocleto, Olimpia, Fidelia, Maddalena, invitati

 

BELFAGOR
(Ipsilonne)

(rotea intorno gli occhi fiammeggianti: sembra esitare un attimo... poi ordina)

Via! Distruzione!

(ed esce urlando, seguito dalla rossa torma)

Belfagor, servi ->

 

INVITATI

(si asfollano in gruppi intorno a Mirocleto, a Olimpia, a Fidelia, a Maddalena e interrogano tumultuosamente; ma nessuno sa dare spiegazioni; poi Mirocleto e altri escono sul balcone e s'affacciano)  

~ È folle!

~ Ma che avviene?

~ È indemoniato!

~ Fermatelo!

~ Delira!

~ Che succede?

- E Candida?

~ È con lui...

FIDELIA

Dov'è il Barone?

MADDALENA

Dov'è andato il mio Conte?

INVITATI

~ Se n'è andato!

~ Tutti via!

~ No, ritorna...

~ Che si vede?

(gran rumore di carrozze, nel giardino: urla di cocchieri e schioccar di fruste)

~ Tante carrozze!

~ Un frastuono d'inferno!

~ Che strana festa...

(i rumori di fuori s'allontanano)

~ Ed ecco la tempesta

che s'allontana...

MIROCLETO

(dalla soglia del balcone, trionfalmente, con voce che domina il coro)

Ma il palazzo resta!

OLIMPIA

(muove incontro a Mirocleto e supplica)

Se n'è andato, se n'è andato...

il signore sia lodato!

Mirocleto mio, fuggiamo

via lontano, via lontano...

MIROCLETO

Io fuggire? E perché? Dove?

Chi sta bene non si muove!

Voi, signora, andate via:

io rimango in casa mia.

 
Colpi di piccone e rumor di crollo.
 

TUTTI
(meno Mirocleto)

~ Che c'è?

~ Che cosa accade?

~ Qui sopra...

~ Per le strade...

 
(ascoltano; Fidelia e Maddalena corrono ad esplorare verso il fondo)

Fidelia, Maddalena ->

 

MIROCLETO

Ma niente! Ma nientissimo!  

Che volete che sia?

Uno di quei veicoli

ruzzolato per la via!

Alzate dunque i calici

e brindate con noi:

a colui che tornarsene

volle ai paesi suoi

lasciandoci il retaggio,

salute e buon viaggio!

 
Fidelia e Maddalena rientrano a precipizio.

<- Fidelia, Maddalena

 

FIDELIA

Mamma...  

MADDALENA

Babbo...

FIDELIA

Aiuto...

MADDALENA

Aiuto...

TUTTI

~ Che c'è?

~ Che cos'è avvenuto?

 
Tutti si volgono verso il fondo dove molti muratori armati di piccone e incappucciati di rosso passano silenziosi, in fila, senza affatto guardare la folla esterefatta, impietrita. Nel silenzio pauroso si ode il sordo battere dei picconi al piano superiore.
 

OLIMPIA

Mirocleto mio, fuggiamo

via lontano, via lontano...

TUTTI

~ Scappa, scappa!

~ Via scappiamo!

~ Svelti!

~ Presto!

~ Lesti!

~ Piano...

 
Un grosso crollo al piano superiore fa tremare tutto. Mentre Olimpia, Fidelia, Maddalena e gli invitati si accalcano in tumulto alle porte e fuggono, alcuni incappucciati sgombrano rapidamente il salotto, facendo volar dal balcone mobili, quadri, soprammobili.

Olimpia, Fidelia, Maddalena, invitati ->

 

MIROCLETO

(furiosissimo, insegue ora l'uno ora l'altro tentando d'impedire la devastazione)

Ladri! Ladri!

VOCI FUGGENTI

~ Lesto!

~ Presto!...

MIROCLETO

Io protesto! Io protesto!

 
Un nuovo crollo fa cadere dal soffitto pezzi di stucco e pioggia di calcinacci. Mirocleto se la dà a gambe dal fondo. Mentre sotto i colpi di piccone la pioggia dei calcinacci continua, si chiude il velario.

Mirocleto ->

 

Fine (Atto secondo)

Prologo Atto primo Atto secondo Epilogo

Sala ottagonale in una torre del castello del signor Ipsilonne; nel primo lato (a sinistra dello spettatore) una porta d'accesso alle stanze di Candida, poi un grande divano alla turca, un tavolinetto, due ampie poltrone profonde e un paravento ricchissimo; nel secondo lato, larga finestra che s'apre su un verone angolare: al verone si deve accedere anche dalla prima stanza dell'appartamento di Candida; il verone è illuminato da torce; si intravvedono grandi chiome d'alberi e il mare lontano; il terzo lato è tutto a vetrate al di là grandi sale da ballo folgoranti di luce; nel quarto lato un magnifico camino con sopra una pendola d'oro, e dinnanzi al camino altro tavolinetto e altre comodissime poltrone; sul tavolino tre bottiglie, una delle quali già vuota, e un enorme pezzo di dolce; un ricchissimo lampadario acceso pende dal mezzo del soffitto: tutto nella sala è ricco, sfarzoso, sovraccarico d'oro, di ricami, di ornamenti barocchi.

Belfagor, Candida, Olimpia, Fidelia, Maddalena, Mirocleto
 
Belfagor, Candida, Olimpia, Fidelia, Maddalena, Mirocleto
<- tre cameriere
Belfagor, Candida, Olimpia, Fidelia, Maddalena, Mirocleto
tre cameriere ->

All'inferno!

Belfagor, Candida, Olimpia, Fidelia, Maddalena, Mirocleto
<- Il maggiordomo

Il barone di Miramonti

Belfagor, Candida, Olimpia, Mirocleto, Il maggiordomo
Fidelia, Maddalena ->

Belfagor, Candida, Olimpia, Mirocleto
Il maggiordomo ->

Olimpia, Mirocleto
Candida, Belfagor ->
Olimpia, Mirocleto
<- invitati

Avete visto?

Olimpia, Mirocleto, invitati
<- Baldo

Dov'è Candida? / Voi qui, Baldo?

Olimpia, Mirocleto, invitati, Baldo
<- Belfagor
Olimpia, Mirocleto, invitati, Belfagor
Baldo ->

Buon appetito! / Io voglio apertamente

Mirocleto, invitati, Belfagor
Olimpia ->

invitati, Belfagor
Mirocleto ->

Benone! E se ne va!

invitati, Belfagor
<- Candida, Olimpia

E dov'è? / Taci

invitati, Belfagor, Candida, Olimpia
<- Fidelia, Maddalena

Vedete: vi cercano

Fidelia, Maddalena, Ipsilonne
Cognato, cognato
invitati, Candida, Olimpia
Belfagor, Fidelia, Maddalena ->

O creatura mia, che gli dirai?

invitati, Candida, Olimpia
<- Baldo
Candida, Baldo, Olimpia
Ah, Baldo mio!

E allor portami via con te... / Fuggiamo

invitati, Candida, Olimpia
Baldo ->
invitati, Candida, Olimpia
<- altri invitati, Ipsilonne, Mirocleto, Fidelia, barone di Miramonti, Maddalena, conte di Valfiorita
Candida, Olimpia, invitati, altri invitati, Ipsilonne, Mirocleto, Fidelia, barone di Miramonti, Maddalena, conte di Valfiorita ->
<- due servi
due servi
<- Candida, Belfagor

Andate via!

Candida, Belfagor
due servi ->
Ipsilonne, Candida
Ah, finalmente mia!
Belfagor
Candida ->

(sul balcone, alla luce delle torce, si vedrà una figura d'uomo salir dall'esterno al davanzale e aiutare Candida a scavalcare la balaustrata; le due ombre discendono: lieve ma chiaro s'udrà lo scoccar d'un bacio)

(Belfagor batte con violenza le palme sulla fronte, ma subito le ritrae come punto da alcunché di aguzzo; si tocca ancora con le dita: due piccole corna gli son spuntate alla radice dei capelli)

Belfagor
<- servi, Mirocleto, Olimpia, Fidelia, Maddalena, invitati

Mirocleto, Olimpia, Fidelia, Maddalena, invitati
Belfagor, servi ->

È folle! Ma che avviene?

Mirocleto, Olimpia, invitati
Fidelia, Maddalena ->

Ma niente! Ma nientissimo!

Mirocleto, Olimpia, invitati
<- Fidelia, Maddalena

Mamma / Babbo / Aiuto / Aiuto

(muratori armati di piccone e incappucciati di rosso passano silenziosi, in fila, si ode il sordo battere dei picconi al piano superiore)

(un crollo al piano superiore fa tremare tutto)

Mirocleto
Olimpia, Fidelia, Maddalena, invitati ->

(un nuovo crollo fa cadere dal soffitto pezzi di stucco e pioggia di calcinacci)

Mirocleto ->
 
Scena unica
La piazzetta di un piccolo paese del litorale toscano; a destra, su tre gradini, un'antichissima facciata di... Una specie di strana sala un po' da pranzo e un po' da ricevere e che serve poi anche da cucina e da... Sala ottagonale in una torre del castello del signor Ipsilonne; nel primo lato (a sinistra dello spettatore)... La piazzetta, come nel prologo.
Prologo Atto primo Epilogo

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