Atto terzo

 
Parte prima.
 

I: Scena prima

Il gabinetto del Re a Madrid.
Filippo solo.

Bozzetti

 Q 

Filippo

 
[Introduzione e Scena]

 N 

 
Filippo assorto in profonda meditazione, appoggiato ad un tavolo ingombro di carte, ove due doppieri finiscono di consumarsi. L'alba rischiara già le invetriate delle finestre)
 

 

(come trasognato)

Ella giammai m'amò!... Quel core chiuso è a me,    

amor per me non ha!...

Io la rivedo ancor contemplar trista in volto

il mio crin bianco il dì che qui di Francia venne.

No, amor non ha per me!...

(come ritornando in sé stesso)

Ove son?... Quei doppier

presso a finir!... L'aurora imbianca il mio veron!

Già spunta il dì. Passar veggo i miei giorni lenti!

Il sonno, oh dio! sparì dagli occhi miei languenti!

S

Brano musicale ()

 

Dormirò sol nel manto mio regal  

quando la mia giornata è giunta a sera,

dormirò sol sotto la vôlta nera

là, nell'avello dell'Escurïal.

Ah! se il serto real a me desse il poter

di leggere nei cor, che dio può sol veder!...

Se dorme il prence, veglia il traditor.

Il serto perde il re, il consorte l'onor.

Dormirò sol nel manto mio regal,

quando la mia giornata è giunta a sera,

dormirò sol sotto la vôlta nera

là, nell'avello dell'Escurïal.

(ricade nelle sue meditazioni)

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 

I. Scena seconda

Filippo, Conte di Lerma, Inquisitore.

<- Il Conte di Lerma, Inquisitore, due frati domenicani

 
[Scena]

 N 

 
(il grande Inquisitore, cieco, nonagenario, entra sostenuto da due frati domenicani)

IL CONTE DI LERMA

Il grande inquisitor!  

INQUISITORE

Son io dinanti al re?...

FILIPPO

Sì; vi feci chiamar, mio padre! In dubbio io son.

Carlo mi colma il cor d'una tristezza amara.

L'infante è a me ribelle, armossi contro il padre.

INQUISITORE

Qual mezzo per punir scegli tu?

FILIPPO

Mezzo estremo.

INQUISITORE

Noto mi sia!

FILIPPO

Che fugga... o che la scure...

INQUISITORE

Ebben!

FILIPPO

Se il figlio a morte invio, m'assolve la tua mano?

INQUISITORE

La pace dell'impero i dì val d'un ribelle.

FILIPPO

Posso il figlio immolar al mondo, io cristiano?

INQUISITORE

Per riscattarci iddio il suo sacrificò.

FILIPPO

Ma tu puoi dar vigor a legge sì severa?

INQUISITORE

Ovunque avrà vigor, se sul Calvario l'ebbe.

FILIPPO

La natura, l'amor tacer potranno in me?

INQUISITORE

Tutto tacer dovrà per esaltar la fé.

FILIPPO

Sta ben.

INQUISITORE

Non vuol il re su d'altro interrogarmi?

FILIPPO

No.

INQUISITORE

Allora son io che a voi parlerò, sire.

 

Nell'ispano suol mai l'eresia dominò,  

ma v'ha chi vuoi minar la magione divina,

l'amico egli è del re, fedele suo compagno,

il démon tentator che lo spinge a rovina.

Di Carlo il tradimento che giunse a t'irritar

in paragon del suo, futile gioco appar.

Ed io, l'inquisitor; io che levai sovente

sopr'orde vil di rei la mano mia possente,

pei grandi di quaggiù, scordando la mia fé,

lascio tranquilli andar un gran ribelle... e il re.

 

FILIPPO

Per traversare i dì dolenti in cui viviamo  

nella mia corte invan cercato ho quel che bramo.

Un uomo! Un cor leale!... Io lo trovai!

INQUISITORE

Perché

un uomo? Perché allor il nome hai tu di re,

sire, se alcuno v'ha pari a te?

FILIPPO

Non più, frate!

INQUISITORE

Le idee dei novator' in te son penetrate!

Infrangere tu vuoi con la tua debol mano

il santo giogo, esteso sovra l'orbe romano!...

Ritorna al tuo dover; la chiesa all'uom che spera,

a chi si pente, puote offrir la venia intera;

a te chiedo il signor di Posa.

FILIPPO

No, giammai!

INQUISITORE

O re, se non foss'io con te nel regio ostel

oggi stesso, lo giuro a dio, doman saresti

presso l'inquisitor al tribunal supremo.

FILIPPO

Frate! troppo soffersi quel linguaggio crudel.

INQUISITORE

Perché evocare allora l'ombra di Samuel?

Dato ho finor due regi al regno tuo possente!...

L'opra di tanti dì distrugger vuoi, demente!...

Perché mi trovo io qua? Che vuole il re da me?

(per uscire)

FILIPPO

Mio padre, che tra noi la pace alberghi ancor.

INQUISITORE

La pace!

FILIPPO

Obliar tu déi quel ch'è passato.

INQUISITORE

Forse!

(esce)

Inquisitore, due frati domenicani, Il Conte di Lerma ->

 

FILIPPO

(solo)

Dunque il trono piegar ~ dovrà sempre all'altar!

 

I. Scena terza

Filippo, Elisabetta.

<- Elisabetta

 
[Scena e Quartetto]

 N 

 

ELISABETTA

(entrando e gettandosi ai piedi del Re)  

Giustizia! o sire!

Ho fé nella lealtà del Re.

Son nella corte tua crudelmente trattata

e da nemici oscuri, incogniti, oltraggiata.

Lo scrigno ov'io chiudea, sire, tutt'un tesor,

i gioiel'... altri oggetti a me più cari ancor...

l'hanno rapiti a me!... Giustizia! la reclamo

da vostra maestà!

(nel veder l'impressione terribile sul volto del Re, Elisabetta s'arresta spaventata. Il Re si alza lentamente, s'avvicina ad un tavolo, ove prende un cofanetto e lo presenta alla Regina)

FILIPPO

Quello che voi cercate,

eccolo!

ELISABETTA

Cielo!

FILIPPO

A voi d'aprirlo piaccia.

(Elisabetta ricusa d'un cenno)

FILIPPO

(infrangendo lo scrigno)

Ebben, io l'aprirò.

ELISABETTA
(tra sé)

Ah! mi sento morir!

FILIPPO

Il ritratto di Carlo!...

ELISABETTA

Sì.

FILIPPO

Tra i vostri gioiel'!

ELISABETTA

Sì.

FILIPPO

Confessarlo osate! A me!

ELISABETTA

Io l'oso! Sì!

 

 

Ben lo sapete, ~ un dì promessa  

al figlio vostro ~ fu la mia man;

or v'appartengo ~ a dio sommessa,

ma immacolata ~ qual giglio io son.

Ed ora si sospetta l'onor d'Elisabetta!...

Si dubita di me... e chi m'oltraggia è il re!

FILIPPO

Ardita troppo ~ voi favellate!

Debole me credete e sfidarmi sembrate:

la debolezza in me può divenir furor.

Tremate allor ~ per voi, per me.

 

ELISABETTA

Il mio fallir qual è?  

FILIPPO

Spergiura!

Se tanta infamia colmò la misura,

se fui da voi tradito, lo giuro innanzi al ciel,

il sangue io verserò!...

ELISABETTA

Pietà mi fate.

FILIPPO

Ah! la pietà d'adultera consorte!

ELISABETTA

(svenendo)

Ah!

FILIPPO

(aprendo le porte dal fondo)

Aita alla Regina!

 

I. Scena quarta

Detti, Rodrigo e la principessa d'Eboli.

<- Rodrigo, Eboli

 

EBOLI

(tra sé, atterrita in veder la Regina svenuta)  

Ciel! che mai feci! ahimè!

RODRIGO

Sire, soggetta è a voi la metà della terra:

sareste dunque in tanto vasto impero

il sol, cui non possiate comandar?

 

FILIPPO
(tra sé)

Ah! sii maledetto ~ sospetto fatale,  

opera d'un demòn ~ d'un demòn infernale!

No - non macchiava ~ la fé giurata,

la sua fierezza ~ il dice a me!

EBOLI
(tra sé)

La perdei! oh rimorso fatale!

Commetteva un delitto infernale!

Io tradiva quel nobile cor!

La perdei!... ne morrò dal dolor!

Insieme

RODRIGO
(tra sé)

Ormai d'oprar suonata è l'ora,

folgore orrenda in ciel brillò!

Che per la Spagna un uomo mora...

lieto avvenir le lascerò.

ELISABETTA
(rinvenendo)

Che avvenne!... O cielo! in pianto, in duolo

ognuno, o madre, m'abbandonò.

Straniera sono, in questo suolo,

speranza or solo nel cielo avrò.

 
(il Re dopo aver titubato un momento si allontana. Rodrigo lo segue con un gesto risoluto. Eboli resta sola con la Regina)

Filippo, Rodrigo ->

 

I. Scena quinta

Elisabetta ed Eboli.

 
[Scena, Aria]

 N 

 

EBOLI

(gettandosi ai piedi d'Elisabetta)  

Pietà! perdon!... per la rea che si pente.

ELISABETTA

Al mio piè! Voi! Qual colpa?

EBOLI

Ah! m'uccide il rimorso!

Torturato è il mio core.

Angel del ciel, regina augusta e pia,

sappiate a qual demòn l'inferno vi dà in preda:

quello scrigno... son io che l'involai.

ELISABETTA

Voi!

EBOLI

Sì, son io, son io che v'accusai!

ELISABETTA

Voi!

EBOLI

L'amor, il furore...

L'odio che avea per voi...

La gelosia crudel che straziavami il cor

contro voi m'eccitâro.

Io Carlo amava, e Carlo m'ha sprezzata!

ELISABETTA

Voi l'amaste? Sorgete.

EBOLI

No! un'altra colpa ancor!

ELISABETTA

Ancora!

EBOLI

Il Re... pietà!...

Non imprecate a me!...

Sì... sedotta... perduta...

L'error che v'imputai... ~ io stessa... avea commesso.

ELISABETTA

Rendetemi la croce!

La corte vi convien lasciar col dì novel!

Tra l'esiglio ed il vel

sceglier potrete!

(esce)

Elisabetta ->

 

EBOLI
(rialzandosi)

Ahimè!

Più non vedrò, no, più mai la Regina!

 

I. Scena sesta

Eboli sola.

 

O don fatale, o don crudel    

che in suo furor mi fece il ciel!

Tu che ci fai sì vane, altere,

ti maledico, trista beltà.

Versar, versar sol posso il pianto,

speme non ho ~ soffrir dovrò!

Il mio delitto è orribil tanto

che cancellarlo mai non potrò!

O mia regina, io t'immolai

al folle error ~ di questo cor.

Solo in un chiostro al mondo ormai

dovrò celar il mio dolor!

Oh ciel! E Carlo! a morte domani andar vedrò!...

Un dì mi resta, ah! la speme m'arride,

sia benedetto il ciel! Lo salverò!...

(esce precipitosa)

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

Eboli ->

 
 
Parte seconda.
 

II. Scena prima

La prigione di Don Carlo. Un oscuro sotterraneo, nel quale sono stati gettate in fretta alcune suppellettili della corte. In fondo cancello di ferro che separa la prigione da una corte che la domina e nella quale si veggono le guardie andare e venire. Una scalinata vi conduce da piani superiori dell'edifizio.
Don Carlo e Rodrigo.

Bozzetti

 Q 

Don Carlo, ufficiali

 
 
[Morte di Rodrigo e Sommossa]

 N 

 
(Don Carlo è assiso, col capo nelle mani assorto nei suoi pensieri. Rodrigo entra, parla sottovoce ad alcuni ufficiali che si allontanano immediatamente. Egli contempla Don Carlo con tristezza. Questi ad un movimento di Rodrigo si scuote)

<- Rodrigo

ufficiali ->

RODRIGO

Son io, mio Carlo.  

DON CARLO

O Rodrigo, a te son

ben grato di venir di Carlo alla prigion.

RODRIGO

Mio Carlo!

DON CARLO

Ben tu 'l sai; m'abbandonò il vigor!

D'Isabella l'amor mi tortura e m'uccide...

No, valor più non ho pei viventi! Ma tu,

tu puoi salvarli ancor; oppressi non fien più.

RODRIGO

Ah! noto appien ti sia l'affetto mio!

Uscir tu déi da quest'orrendo avel.

Felice ancora son se abbracciar te poss'io!

Io ti salvai!

DON CARLO

Che di'?

RODRIGO

Convien qui dirci addio!

(Don Carlo resta immobile guardando Rodrigo con istupore)

 

Per me giunto è il dì supremo,  

no, mai più ci rivedremo;

ci congiunga iddio nel ciel,

ei che premia i suoi fedel'.

Sul tuo ciglio il pianto io miro;

lagrimar così, perché?

No, fa' cor, l'estremo spiro

lieto è a chi morrà per te.

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 

DON CARLO

(tremando)  

Che parli tu di morte?

RODRIGO

Ascolta, il tempo stringe.

Rivolta ho già su me la folgore tremenda!

Più tu non sei oggi il rival del re.

Il fiero agitator delle Fiandre... son io!

DON CARLO

Chi potrà prestar fé!

RODRIGO

Le prove son tremende!

I fogli tuoi trovati in mio poter...

della ribellïon testimoni son chiari,

e questo capo al certo è messo a prezzo già.

 
(due uomini discendono la scalinata della prigione. Uno d'essi è vestito dell'abito del Sant'uffizio; l'altro è armato d'un archibugio. Si fermano un momento e si mostrano Don Carlo e Rodrigo, che non li vedono)

<- due uomini

 

DON CARLO

Svelar vo' tutto al Re.

RODRIGO

No, ti serba alla Fiandra...

 

RODRIGO

Ti serba alla grand'opra, tu la dovrai compir...  

Un nuovo secol d'ôr rinascer tu farai,

regnare tu dovevi ed io morir per te.

 
(l'uomo che è armato d'un archibugio mira Rodrigo e tira)
 

DON CARLO

(atterrito)

Cielo! la morte! per chi mai?

RODRIGO

(ferito mortalmente)

Per me!

La vendetta del Re ~ tardare non potea!

(cade nelle braccia di Don Carlo)

O Carlo, ascolta, la madre t'aspetta

a San Giusto doman; tutto ella sa...

Ah! la terra mi manca... Carlo mio,

a me porgi la man!...

Brano musicale ()

 

 

Io morrò, ma lieto in core,  

ché potei così serbar

alla Spagna un salvatore!

Ah!... di me... non... ti... scordar!...

S

(muore. Don Carlo cade disperatamente sul corpo di Rodrigo)
 

II. Scena seconda

Filippo con séguito, Grandi di Spagna, Don Carlo, il Conte di Lerma, Eboli, il grande Inquisitore.

<- Filippo, seguito, grandi di Spagna, Il Conte di Lerma, Inquisitore, Eboli

 

FILIPPO

Mio Carlo, a te la spada io rendo...  

(gli tende le braccia)

DON CARLO

Arretra!

(disperatamente)

È la tua man di sangue intrisa! Orror!

Una fraterna fé ci unia... m'amava...

la vita sua per me sacrificò!

FILIPPO

(commosso, scoprendosi il capo davanti il corpo di Rodrigo)

Presagio mio feral!

DON CARLO

Tu più figlio non hai! No i regni miei

stan presso a lui!

(contemplando Rodrigo)

FILIPPO

Chi rende a me quell'uom?

(cade ginocchioni presso il cadavere)

(s'ode suonare a stormo)

TUTTI

Ciel! suona a stormo!  

IL CONTE DI LERMA

Il popolo è in furor!

È l'infante ch'ei vuol!

FILIPPO

S'apran le porte!

TUTTI

Cielo!

FILIPPO

Obbedite! Obbedite! Io lo vo'!

 

<- Popolo

CORO DI POPOLO

Perir dovrà chi d'arrestarci attenti!  

Feriam, feriam senza tema, o pietà!

Tremar ognun dovrà, curvar la testa

davanti al popolo, al popolo ultor!

 

EBOLI
(mascherata, a Don Carlo)

Va'! fuggi!  

FILIPPO
(al popolo)

Che volete?

CORO

L'Infante!

FILIPPO

(additando Don Carlo)

Egli qui sta!

INQUISITORE

Oh! sacrilegio infame!

POPOLO

(indietreggiando)

Il grande Inquisitor!

INQUISITORE

Su! vi prostrate

innanzi al re, che dio protegge! A terra!

POPOLO

(prostrandosi)

Signor, di noi pietà!

GRANDI

(con la spada alla mano)

Evviva il re!

FILIPPO E INQUISITORE

Signor, sia gloria a te!

 
(cala la tela)
 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto

Il gabinetto del Re a Madrid; un tavolo ingombro di carte, ove due doppieri finiscono di consumarsi; l'alba rischiara già le invetriate delle finestre.

Filippo
 

[Introduzione e Scena]

Ella giammai m'amò!... Quel core chiuso è a me

Filippo
<- Il Conte di Lerma, Inquisitore, due frati domenicani

[Scena]

Il grande inquisitor! / Son io dinanti al re?...

Per traversare i dì dolenti in cui viviamo

Filippo
Inquisitore, due frati domenicani, Il Conte di Lerma ->

Filippo
<- Elisabetta

[Scena e Quartetto]

Giustizia! o sire!

Il mio fallir qual è? / Spergiura!

Filippo, Elisabetta
<- Rodrigo, Eboli

Ciel! che mai feci! ahimè!

Filippo, Rodrigo, Eboli, Elisabetta
Ah! sii maledetto sospetto fatale
Elisabetta, Eboli
Filippo, Rodrigo ->

[Scena, Aria]

Pietà! perdon!... per la rea che si pente

Eboli
Elisabetta ->

Eboli ->

La prigione; un oscuro sotterraneo, nel quale sono stati gettate in fretta alcune suppellettili della corte; in fondo cancello di ferro che separa la prigione da una corte che la domina; una scalinata vi conduce da piani superiori dell'edifizio.

Don Carlo, ufficiali
 

[Morte di Rodrigo e Sommossa]

Don Carlo, ufficiali
<- Rodrigo
Don Carlo, Rodrigo
ufficiali ->

Son io, mio Carlo. / O Rodrigo, a te son

Che parli tu di morte? / Ascolta, il tempo stringe.

Don Carlo, Rodrigo
<- due uomini

(l'uomo armato d'un archibugio mira Rodrigo e tira)

 

(Rodrigo muore)

Don Carlo, Rodrigo, due uomini
<- Filippo, seguito, grandi di Spagna, Il Conte di Lerma, Inquisitore, Eboli

Mio Carlo, a te la spada io rendo...

(s'ode suonare a stormo)

Ciel! suona a stormo! / Il popolo è in furor!

Don Carlo, Rodrigo, due uomini, Filippo, seguito, grandi di Spagna, Il Conte di Lerma, Inquisitore, Eboli
<- Popolo

Va'! fuggi! / Che volete? / L'Infante!

 
I: Scena prima I. Scena seconda I. Scena terza I. Scena quarta I. Scena quinta I. Scena sesta II. Scena prima II. Scena seconda
Il chiostro del convento di san Giusto; a destra una cappella illuminata; vi si vede attraverso ad... Un sito ridente alle porte del chiostro di s. Giusto; una fontana; sedili di zolle; gruppi d'aranci, di pini... I giardini della regina a Madrid; un boschetto chiuso; in fondo, sotto un arco di verzura, una... Una gran piazza innanzi Nostra Donna d'Atocha; a destra la chiesa, cui conduce una grande scala; a... Il gabinetto del Re a Madrid; un tavolo ingombro di carte, ove due doppieri finiscono di consumarsi;... La prigione; un oscuro sotterraneo, nel quale sono stati gettate in fretta alcune suppellettili della corte;... Il chiostro del convento di san Giusto; chiaro di luna.
[Preludio, Introduzione e Scena del frate] [Coro e Scena] [Canzone del velo] [Scena, Terzettino dialogato e Romanza] [Gran scena e Duetto] [Scena] [Romanza] [Scena e Duetto] [Preludio] [Scena, Duetto e Terzetto] [Gran Finale] [Introduzione e Scena] [Scena] [Scena e Quartetto] [Scena, Aria] [Morte di Rodrigo e Sommossa] [Scena ed Aria] [Scena e Duetto d'addio e Scena finale]
Atto primo Atto secondo Atto quarto

• • •

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