Atto terzo

 

Scena prima

Atrio della reggia del Sole.
Il Sole, la Fortuna, e Fetonte.

 Q 

Il Sole, Fortuna, Fetonte

 

IL SOLE

Giurai: negar non posso  

ciò, che a me tu chiedesti.

Ma pensa, che nascesti

mortale, o figlio; e pensa,

che a moderare il freno

de' miei destrieri, fra' numi

nume non v'è, fuori di me, che basti.

Giove, l'istesso Giove,

che tutto agita e muove,

forse nel gran cimento

vacillar si vedria.

FETONTE

Non mi sgomento.

Un generoso core

o tutto vince, o glorioso muore.

IL SOLE

Ma il fin de' giorni tuoi...

FETONTE

Principio illustre,

a chi spirò da forte,

è di vita miglior l'istessa morte.

IL SOLE

Oh magnanimo ardire! A queste prove

riconosco il mio sangue.

FETONTE

Altre ne chiede,

padre, la gloria mia.

IL SOLE

Se più ne brami,

guarda negli occhi miei,

che mia prole tu sei

ben ti dirà quella pietà, che in loro

destò, nel tuo periglio,

l'amor paterno a inumidirmi il ciglio.

Cangia, cangia pensier.

FETONTE

L'opporsi è vano.

Io già decisi.

IL SOLE

Alla partenza dunque

prepararti convien; che d'oriente

a disserrar le porte

già l'Aurora ne andò. Sagace almeno

nel fallace sentier, quant'io t'esposi

de' suoi rischi rammenta.

Alla tua cura, o figlio,

raccomando sol questo:

ed abbandono alla Fortuna il resto.

 

(alla Fortuna)

Tu, che ognor l'ardir proteggi,  

guida, e reggi i passi sui:

tu conserva un figlio in lui

al dolente genitor.

(parte)

Il Sole ->

 

Scena seconda

La Fortuna, e Fetonte.

 

FORTUNA

Ecco: ti porgo il crin... Ma tu rivolgi  

sprezzante altrove il ciglio!... Il mio favore

dunque da te sì poco,

fiero mortal, si apprezza? Ignori forse,

che l'arbitra son io...

FETONTE

So, che tu sei

d'ogni ben, d'ogni male

dispensatrice in terra;

ma so ch'eterna guerra

hai col valor, col merto; anzi che spesso,

mentre gl'inerti, e vili ergi, e sublimi,

i più saggi, e i più forti ingiusta opprimi.

FORTUNA

Se sai dunque chi son, se il poter mio

conosci appien, perché sì lieve caso

de' miei doni tu fai quand'io ti arrido?

FETONTE

So, che femmina sei, né a te mi fido.

Più leggera, che il vento, e l'onda,

so, che inganni chi a te dà fede.

FORTUNA

Tal mi sprezza, che dalla sponda

lungi è appena, mercé poi chiede.

FETONTE

Sol mi lascia.

(in atto di partire)

FORTUNA

Ma i rei disastri...

(seguitandolo)

FETONTE

Resta.

(vietandole di seguirlo)

FORTUNA

Senti: potrei...

(richiamandolo)

FETONTE

Fra gli astri

non pavento.

FORTUNA

Chi avrai per guida?

FETONTE

Il coraggio che a te non cede.

FORTUNA

Va', superbo, di lui ti fida.

 

FORTUNA E FETONTE

Ma rammenta, ma pensa ingrato,  

che se il cielo minaccia irato

al tuo lato ~ più non sarò.

Di valor di costanza armato,

quando il cielo minacc'irato,

sì, col Fato - pugnar saprò.

(partono da diversi lati)

Fortuna, Fetonte ->

 
 

Scena terza

Chiuso padiglione militare d'Orcane, con barbari moreschi ornamenti d'intorno.
Orcane, e Libia.

 Q 

Orcane, Libia

 

ORCANE

Fetonte che fa? D'un dio la prole  

vi difende così?

LIBIA

D'un tradimento

se 'l suo rivale capace

creduto avesse, forse

ne' mali estremi d'insultarci adesso

non avresti cagion. Da noi sicuro

giurata tregua il piede

allontanar gli fe'.

ORCANE

Ma i passi suoi

dove rivolse?

LIBIA

Alla paterna reggia.

E se al valor nemica

sempre non è la sorte, oggi sul carro

del gran nume di Delo,

vedrai Fetonte in cielo.

Ma che pro, se frattanto Epafo in terra

ogni suo dritto usurpa?

O sedotti, o sorpresi

i custodi, le guardie, in Vamba a lui

chi s'opponga non v'è. Già senza freno

va l'egizia licenza

dell'invasa città scorrendo tutte,

furibonda, le vie. Già il duce altero,

fin nelle regie soglie,

osa inoltrarsi audace; e la tradita,

lagrimevol regina

forse a perir già il suo furor destina.

ORCANE

Come! Climene teco

non si salvò?

LIBIA

Sperai

qui ritrovarla. In queste

regie tende un asilo

credei, che a te rivolta

si fosse ad implorar. Però veloce,

per varco al vulgo ignoto,

io qui mi trassi. Ma la fuga, oh dèi

a lei forse il tiranno

giunse opportuno ad impedir. Fra lacci,

forse, gemendo, in van soccorso attende

colei, per cui d'Orcane

la prima volta il labbro

apprese a sospirare.

ORCANE

Ah se abusando

di mia bontà l'indegno,

ha potuto a tal segno

deludermi, oltraggiarmi;

a tremar incominci:

(ai suoi guerrieri, che stanno in guardia della regia tenda)

all'armi, all'armi.

Tu puoi sicura intanto

nel mio campo restar. Colla regina

in breve io tornerò. L'egizio reo

si vedrà, te 'l prometto,

udito appena di mia voce il suono,

fuggendo, abbandonar la reggia, e il trono.

 

Son qual fiume, che gonfio d'umori,  

quando il gelo si scioglie in torrente,

selve, armenti, capanne e pastori

porta seco, e ritegno non ha.

Più non resta fra gli argini stretto,

sdegna il letto, confonde le sponde,

e superbo fremendo se n' va.

Sdegna il letto superbo quel fiume,

gonfio d'umori, sdegna fremendo,

porta, confonde sponde, pastori,

argini, armenti, selve, capanne

porta seco e ritegno non ha.

Orcane ->

 

Scena quarta

Libia.

 

 

Felicità sognate! Or qual soglio  

a Fetonte offrirò? S'Epafo è oppresso,

Orcane è vincitor. Le nozze, o numi,

le nozze, ahimè! son queste,

che a me voi prometteste? Oh folle, oh insana

speranza ingannatrice!

Ben ha ragion chi dice,

che mendace, e infedele,

più dell'onde tu sei del mar crudele.

 

È un'ombra labile  

la nostra spene:

mai sempre instabile

se n' va, se n' viene

qual variabile

sogno legger.

Se ben volubile,

vana, e fallace,

pur dolce sembraci,

pur tanto piace

al troppo credulo

nostro pensier!

(parte)

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Libia ->

 
 

Scena quinta

Vastissima campagna.
Biondeggianti mature spighe a destra, in parte già recise, ed in alte masse insieme adunate. Densa, oscura foresta a sinistra. Prospetto di mare ingombro di egizie navi nel fondo, con elevato praticabile scoglio più avanti.
Fetonte assiso sul carro del Sole, dissipate le nubi, comparisce da lungi sull'orizzonte. A proporzione che avanza smarrito nel suo cammino, e che incerto scorre innanzi, e indietro per l'incendiato cielo, spaventose, orribili fiamme si spandono per l'aria, ed alla terra comunicandosi, par che vada tutto in combustione l'universo.
Epafo, traendo per mano Climene e séguito di Guerrieri egizi.

 Q 

<- Epafo, Climene, guerrieri egizi

 

EPAFO

Vieni.  

CLIMENE

Dove, crudel?

EPAFO

Seguimi. Orcane

un'altra volta il vanto

non avrà di salvarti.

(a' suoi guerrieri, una parte de' quali corre verso le navi)

Olà: s'affretti

alla partenza il campo. Ai nostr'imbarco

s'apprestino le navi. Argini, e fosse

ne difendono a tergo

dalla furia de' Mori. Al mio trionfo

basta sol di Climene

la preda illustre. Alla volubil rota

di militar fortuna il grand'acquisto

avventurar di nuovo

follemente io non deggio.

I suoi trofei

in confronto de' miei

vanti Orcane, se può. Della vittoria

superbo, per sua gloria,

in segno additi all'Etiopia tutta

un'arsa reggia, una città distrutta.

E Fetonte...

 

<- Fetonte

CLIMENE

(additandogli Fetonte inoltrato già sull'eclittica)  

Fetonte

mira, sol per tuo scorno

di quanta luce adorno

folgoreggi, e risplenda.

EPAFO

Pria che più in alto ascenda,

a mirarti fra' lacci,

dal cielo almen, per suo rossor, s'affacci.

CLIMENE

Barbaro! I torti suoi

a vendicar più pronto

che non credi ei sarà.

(mostrandogli le fiamme, che incominciano a vedersi nel cielo; mentre Fetonte smarrito nel suo cammino, va scorrendo innanzi, e indietro per l'incendiato emisfero)

Le fiamme osserva,

che sul tuo capo reo già dalle sfere

a vibrar si prepara. Oh come, oh come

quel cor, quell'alma grande

par che s'agiti, e frena!

Mira, perfido re: miralo, e trema.

EPAFO

Numi, che veggo! Qual ardor, quai lampi

su per gli eterei campi! Ahimè! La fiamma,

spettacolo tremendo!

Già terra, e ciel minaccia!

Tutto già quasi l'emisfero abbraccia!

(le fiamme si dilatano per tutto il cielo)

CLIMENE

Giusti dèi, che sarà? L'ultimo è questo

forse giorno funesto? Ah forse il fato

per terror de' viventi

a' discordi elementi

già tolto ha il giogo, e scatenato il freno!

EPAFO

Ahimè, nel seno al vortice profondo

dell'increata, orribil massa informe,

cade, ruina, e si dissolve il mondo!

(il fuoco incomincia a prender ancora sopra terra)

CLIMENE

Oh figlio! O figlio!

EPAFO

Oh temerario figlio!

Oh madre ancor più ambiziosa, e rea!

Mira: la terra, e l'onde

ardon sol per tua colpa.

(arde cielo, e terra)

EPAFO

Senza umor, senza fronde,

te de' suoi danni incolpa

la selva, il fiume, il fonte,

il rio, la valle, il monte.

 
(incominciasi ad ascoltar un suono, ch'esprime i sotterranei, dolorosi lamenti della terra, e delle divinità de' fiumi, de' laghi, e de' fonti, ch'implorano a coro il soccorso di Giove, che apparisce in cielo dentro a fiammeggiante nube, cinta d'oscuri vapori, che difendono il nume dall'universal incendio)
 

 

Ancor non odi  

qual doloroso grido

sorge di lido in lido?

Ascolta, ascolta

le querele, il lamento...

 

<- Giove

CORO SOTTERRANEO

Giove, pietà di noi.  

CLIMENE

Numi, che sento!

CORO SOTTERRANEO

Giove, pietà di noi.

EPAFO

Se incenerir non vuoi l'adusta terra,

un de' fulmini tuoi dal ciel disserra.

CLIMENE

Ah lo strale sospendi... Eccoti il petto:

me ferisci... Risparmia, o Giove, il figlio.

EPAFO

Mira il comun periglio:

salvaci tu, che poi.

CORO SOTTERRANEO

Giove, pietà di noi.

EPAFO

Padre, soccorso.

CORO SOTTERRANEO

Pietà!

EPAFO

Pietà dell'infelice terra.

EPAFO

Un de' fulmini tuoi dal ciel disserra.

Insieme

CLIMENE

Ah già i fulmini suoi dal ciel disserra!

 
 
(nell'atto, che Giove scaglia lo stridente, irreparabil suo fulmine, da cui percosso Fetonte, in uno co' suoi destrieri, e col carro in sen all'onde precipitosamente ruina)

Fetonte, Giove ->

 

Scena ultima

Orcane, con nudo acciaro alla mano, séguito di Mori, e detti.

<- Orcane, mori

 
(scosso da un improvviso rumore, ch'imita il disordine di un campo fuggitivo, e sconfitto)

EPAFO

Qual rumor! Si osservi... Ahi parmi...    

(guardando fra le scene a dritta)

Fugge il campo! All'armi, all'armi.

(a' fusi guerrieri)

Ecco i mori.

S

ORCANE

Cedi: o mori.

(sorprendendolo minaccioso)

EPAFO

Non ti temo.

(snudando il ferro)

CLIMENE

Ferma.

(arrestando Epafo)

ORCANE

(Io fremo.)

CLIMENE
(ad Orcane)

Libia, ah Libia, oh ciel! Dov'è?

ORCANE

Il dolor l'oppresse.

EPAFO E CLIMENE

Ahimè.

CLIMENE

Libia... figlio... Ahi sorte ria!

Voi spiraste, e io vivo ancor?

ORCANE
(a Climene)

Vivi, regna, e premio sia

la tua fé del mio valor.

EPAFO
(ad Orcane)

Non sperarlo, a me se pria

trar non sai dal petto il cor.

ORCANE
(ad Epafo)

Vieni.

EPAFO
(ad Orcane)

Vengo.

CLIMENE

(arrestandoli)

Sospendete.

EPAFO
(a Climene)

Sei mia preda.

ORCANE
(a Climene)

Mia sarai.

EPAFO
(ad Orcane)

Non l'avrai.

CLIMENE
(ad entrambi)

No: non m'avrete.

(guardando or l'uno or l'altro)

Servirò dov'io regnai

a un superbo vincitor?

(resta un istante sospesa)

(furiosa)

Son disperata; e uccidermi  

se 'l mio dolor non sa,

(minacciosa)

apprenderete, o barbari,

come a morir si va.

(dolente)

Figlio, deh figlio aspettami,

la madre tua verrà.

(disperata)

Quel mar, quel mar (lasciatemi)

la tomba mia sarà.

 
(a' rispettivi loro guerrieri, che si muovono per correre appresso a Climene)

ORCANE

Dove?

EPAFO

Senti...

ORCANE

Si vada...

EPAFO

S'accorra...

ORCANE

Si trattenga...

EPAFO

Si fermi...

ORCANE

S'arresti...

 
(nell'atto, che Climene vanamente inseguita, pria che possin raggiungerla, spicca un salto, e si getta nel mare)

Climene ->

 

CORO

Ah!

 
Mentre affatto estinte le fiamme, fosche, tenebrose nuvole, imitanti gli oscuri globi del fumo, ed i condensati caliginosi vapori delle terrestri esalazioni: parte sortendo dal mare, e parte dall'alto scendendo, spargonsi orribilmente d'intorno, e cangiano interamente il prospetto di tutta la scena.
 

EPAFO E ORCANE

Che spiagge! Che lidi funesti  

di spavento... di morte... d'orror!

 

TUTTI

Lungi, ah! lungi da questa sia corra

empia terra, soggiorno inumano

d'odio, d'ira, d'insano ~ furor!

 
(fuggendo tutti confusamente chi da una parte, e chi dall'altra)

Epafo, Orcane, guerrieri egizi, mori ->

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Atrio della reggia del Sole.

Il Sole, Fortuna, Fetonte
 

Giurai: negar non posso

Fortuna, Fetonte
Il Sole ->

Ecco: ti porgo il crin

Fortuna, Fetonte ->

Chiuso padiglione militare, con barbari moreschi ornamenti d'intorno.

Orcane, Libia
 

Fetonte che fa? D'un dio la prole

Libia
Orcane ->

Felicità sognate! Or qual soglio

Libia ->

Vastissima campagna; biondeggianti mature spighe a destra, in parte già recise, ed in alte masse insieme adunate; densa, oscura foresta a sinistra; prospetto di mare ingombro di egizie navi nel fondo, con elevato praticabile scoglio più avanti.

<- Epafo, Climene, guerrieri egizi

Vieni / Dove, crudel?

Epafo, Climene, guerrieri egizi
<- Fetonte

(Fetonte assiso sul carro del Sole; dissipate le nubi, comparisce da lungi sull'orizzonte; a proporzione che avanza, per l'incendiato cielo, spaventose, orribili fiamme si spandono per l'aria, ed alla terra comunicandosi, par che vada tutto in combustione l'universo)

Fetonte mira, sol per tuo scorno

(incominciasi ad ascoltar un suono, ch'esprime i sotterranei, dolorosi lamenti della terra, e delle divinità de' fiumi, de' laghi, e de' fonti)

Ancor non odi qual doloroso grido

Epafo, Climene, guerrieri egizi, Fetonte
<- Giove

(Giove apparisce in cielo dentro a fiammeggiante nube, cinta d'oscuri vapori, che difendono il nume dall'universal incendio)

Coro sotterraneo, Climene, Epafo
Giove, pietà di noi

(Giove scaglia lo stridente, irreparabil suo fulmine, da cui percosso Fetonte, in uno co' suoi destrieri, e col carro in sen all'onde precipitosamente ruina)

Epafo, Climene, guerrieri egizi
Fetonte, Giove ->
Epafo, Climene, guerrieri egizi
<- Orcane, mori

(Climene vanamente inseguita, pria che possin raggiungerla, spicca un salto, e si getta nel mare)

Epafo, guerrieri egizi, Orcane, mori
Climene ->
 

(mentre affatto estinte le fiamme, fosche, tenebrose nuvole, imitanti gli oscuri globi del fumo, ed i condensati caliginosi vapori delle terrestri esalazioni: parte sortendo dal mare, e parte dall'alto scendendo, spargonsi orribilmente d'intorno, e cangiano interamente il prospetto di tutta la scena)

Epafo e Orcane, poi Tutti
Che spiagge! Che lidi funesti
Epafo, Orcane, guerrieri egizi, mori ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena ultima
Antro a Teti sacro con ara accesa nel fondo. Deliziosa reggia di Teti; eccelso trono, sostenuto da un muscoso elevato scoglio, adorno... Gabinetto di specchi. Luogo magnifico destinato alle pubbliche udienze su gran piazza in città nelle montagne del Sole... Galleria, che introduce a diversi appartamenti terreni. Circo solare; ha questo la forma d'un anfiteatro verde a più ordini di sedili adombrati da... Sotterraneo, tenebroso luogo de' reali sepolcri, per cui dal regio soggiorno, alla più elevata... Reggia del Sole; fiammeggiante, risplendentissimo soglio. Atrio della reggia del Sole. Chiuso padiglione militare, con barbari moreschi ornamenti d'intorno. Vastissima campagna; biondeggianti mature spighe a destra, in parte già recise, ed in alte masse insieme...
Atto primo Atto secondo

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