Atto terzo

 

Scena prima

Prospetto esterno del Massimo Circo con porta chiusa
che introduce nello stesso. Sole che spunta.
Senatori albani, Senatori romani, Augure sommo;
poi Matrone romane, Littori, Popolo.

 Q 

senatori romani, senatori albani, L'augure

<- matrone, littori, popolo

 

L'AUGURE

Tutti nel Circo accolti  

i padri son d'Alba e di Roma, e solo

da ciascuno s'attende

della pugna il segnal. Numi! a che mai

tanto indugiar!... deh non dispiaccia a voi...

Ma Curiazio già affretta i passi a noi.

Più non si tardi: si preceda, andiamo.

O dèi di Roma, in questo

istante formidabile e bramato

in voi riposto è de' Romani il fato.

 
Entra nel Circo preceduto dai Littori ed accompagnato da Senatori albani e romani.

littori, L'augure, senatori romani, senatori albani, matrone, popolo ->

 

Scena seconda

Curiazio, Orazia, séguito di Matrone romane, poi l'Augure.

<- Curiazio, Orazia, matrone

 

CURIAZIO

Eccoci al fatal loco ove per sempre  

ne divide la sorte, idolo mio.

Sia di noi degna, o cara,

division così amara;

e l'universo apprenda

dalla nostra costanza

che il patrio amor ogni altro affetto avanza...

ORAZIA

Sensi degni di te ch'io pur vorrei,

caro, sentir, ma troppo ha ingombro il seno,

il cor, la mente, oh dio!

l'invincibile orror del caso mio.

Già ti compiango estinto.

Vincitor ti pavento.

Da cento furie e cento

mi veggo trasportar. Dolente, oppressa,

esco fuor di me stessa;

temer non so, bramar non posso, incerta

fremo, sospiro, inorridisco, agghiaccio

e colma d'alto orror mi dolgo e taccio.

 
L'Augure sull'ingresso con un gesto sollecita Curiazio, poi rientra nel Circo.

<- Augure sommo

Augure sommo ->

 

CURIAZIO

Ah mia cara, non più...  

ORAZIA

Dove?...

CURIAZIO

M'invita

al Circo il sacerdote.

ORAZIA

Attendi almen...

CURIAZIO

È colpa l'indugiar.

ORAZIA

Il suon fatale

ancora non s'udì.

CURIAZIO

Dell'onor mio

tuonò la voce: addio, mia vita, addio.

ORAZIA

E puoi, crudel, lasciarmi!...

CURIAZIO

E vuoi, spietata,

indebolir adesso il valor mio!

ORAZIA

Vanne, vanne, non più.

CURIAZIO

Mia vita, addio.

 

Resta in pace, idolo mio,  

non scordar a chi sei sposa:

qualche lagrima pietosa

non negar al tuo fedel.

Farmi a te d'orrore oggetto

vuol la sorte avversa e ria:

resta in pace, anima mia,

ti consoli amico il ciel.

(entra nel circo)

Curiazio ->

 

Scena terza

Orazia, Matrone romane.

 
(s'ode un forte squillar delle trombe nel Circo, per cui Orazia si scuote dal profondo suo orrore)

ORAZIA

Giusti dèi!... della pugna  

ecco il segnal... lasciatemi... lasciate...

Deh per pietà!... dell'armi

ecco il fragor... le grida

del popolo s'innalzano... i germani...

lo sposo... Oh dio! che sento...

due Orazi estinti!... Onnipossenti dèi!...

mancar mi sento il core...

Fuggiamo, deh fuggiam da tanto orrore.

(parte col suo séguito)

Orazia, matrone ->

 
 

Scena quarta

S'apre una vastissima piazza di Roma con lunga via nel prospetto, la quale lascia scorgere in lontano l'ingresso in Roma di Marco Orazio, che viene condotto sopra un carro trionfale ornato delle spoglie de' tre uccisi Curiazi, tra le acclamazioni e le grida del Popolo esultante per la riportata vittoria. Il rimanente della scena, ingombrato di magnifiche fabbriche e di numerosi Spettatori del detto trionfo, forma un quadro compito della strepitosa festa che gli ordini vari del Sacerdozio, Politici e Militari s'accingono a formare intorno al trionfante Marco Orazio.
Marco Orazio, Augure sommo, Sacerdoti, Auguri, Littori, Vestali, Popolo. Senatori romani che circondano il carro e l'accompagnano. Lo seguitano i Senatori albani, con Suffezio, Ostilio, Licinio.

 Q 

<- Marco Orazio, Augure sommo, sacerdoti, auguri, littori, vestali, popolo, senatori romani, senatori albani, Mezio, Ostilio, Licinio

 

CORO

S'adorni la chioma  

al forte guerriero

che a Roma

l'impero,

la gloria, l'onore,

col proprio valore,

col sangue serbò.

 

MARCO ORAZIO

Sfidando il destino,

costante, fedele,

guerrier, cittadino,

a Roma sarò.

 

CORO

S'adorni la chioma

al forte guerriero

che a Roma

l'impero,

la gloria, l'onore,

col proprio valore,

col sangue serbò.

 

MARCO ORAZIO

Vinsi, Romani. Palpitante in petto  

di gioia e di dolore

ah pur mi sento il core;

ma al nome solo della patria mia,

al rammentar che cittadin son io,

tutto vassi in oblio,

fugge tutto da me, scerner non posso

che il mio dover. Non oso

sentir che la sua gloria,

e di affetti sì grandi ingombro il seno,

sol di fiamme d'onore ho il cor ripieno.

LICINIO

Ah qual ver noi s'appressa

turba affollata e mesta! Oh santi numi!

Furibonda, piangente e desolata

Orazia a noi se n' viene!

 

Scena quinta

Orazia colle chiome sparse e sortendo in estrema desolazione; poi verso la fine della scena Publio Orazio e Sabina con Séguito.

<- Orazia, matrone

 

ORAZIA

Dov'è lo sposo mio? Dov'è il mio bene?...  

Dèi! che miro! son quelle

di Curiazio le spoglie!... il mio tesoro

più non è!... dèi crudeli... io manco... io moro.

(cade quasi svenuta in braccio alle sue seguaci)

MARCO ORAZIO

S'allontani quel vile

spettacolo d'orror dagli occhi miei.

ORAZIA

(riavendosi lentamente e inveendo contro Marco Orazio)

Tu! di Curiazio!... l'uccisor tu sei!...

Mostro infernal!... e vieni

lordo e fumante d'un sì caro sangue

pomposo ad ostentar la tua vittoria!

Oh scellerata gloria!

oh cor di tigre! Oh Roma disumana,

ebra per fasto, e per orgoglio insana.

MARCO ORAZIO

Perfida! e tanto puoi

te stessa abbandonar a un folle ardore

che ardisci l'onor mio,

la patria gloria, i sacri e lieti plausi

funestar co' tuoi lai!

Célati, fuggi, va', va' orror mi fai.

ORAZIA

Oh mio Curiazio! oh mio sposo diletto!

(abbracciando le spoglie di Curiazio; poi a Marco Orazio:)

Sazia, via, in questo petto

le furie tue. Che tardi? al tuo trionfo

non poca parte già mancar vegg'io.

Prenditi, disumano, il sangue mio.

MARCO ORAZIO

Numi di Roma, ah voi

frenate in questo sen gli sdegni miei.

ORAZIA

Voglion sangue da te Roma e gli dèi.

Questo è il solo tributo

che piace a lor, ch'è dal tuo cor dovuto.

MARCO ORAZIO

Indegna! ebben... dunque... tu il vuoi... morrai...

(Orazio... giusti dèi! ferma: che fai!)

ORAZIA

Che ti trattien?

MARCO ORAZIO

Pietà.

ORAZIA

Morte vogl'io...

MARCO ORAZIO

La patria...

ORAZIA

Aborro.

MARCO ORAZIO

Il sangue tuo...

ORAZIA

Detesto.

MARCO ORAZIO

I numi.

ORAZIA

Ingiusti son...

MARCO ORAZIO

Che giorno è questo!

 

ORAZIA

Svenami ormai, crudele;    

compi i trionfi tuoi:

sangue tu brami e vuoi?...

eccoti il seno, il cor.

S

Sfondo schermo () ()

MARCO ORAZIO

Non cimentar lo sdegno

che m'arde in questo petto:

toglimi quell'aspetto...

trema del mio furor.

ORAZIA

Barbaro!... ah sposo!...

MARCO ORAZIO

Perfida!

ORAZIA

Tiranno!... oh sorte!

MARCO ORAZIO

Invólati.

(incontrandosi nel mezzo della scena e guardandosi furiosamente l'un contro l'altro)

ORAZIA

Sei per me oggetto orribile

d'angoscia, di dolor.

Insieme

MARCO ORAZIO

Sei per me oggetto orribile

d'angoscia, di rossor.

 

CORO
(sotto voce, osservando tutti Marco Orazio e Orazia)

Che sarà!... giusti dèi!... qual cimento,

qual momento d'affanno, d'orror!

 

MARCO ORAZIO
(furibondo)

Non ha più fren quest'anima...

ORAZIA
(piangente)

Idolo mio, ove sei?

MARCO ORAZIO
(agitatissimo)

Ho mille furie in core...

ORAZIA
(desolata)

(abbracciando le spoglie di Curiazio)

Mio ben, mio dolce amore...

ORAZIA

Sei per me oggetto orribile

d'angoscia, di dolor.

Insieme

MARCO ORAZIO

Sei per me oggetto orribile

d'angoscia, di rossor.

 

ORAZIA

(salendo in una eminenza)

Numi, se giusti siete  

vendicatemi voi.

(furibonda)

Fate che Roma

paghi degl'empi cittadini suoi

pena condegna ai lor delitti. Piombi

sopra lei l'ira vostra. Fulminate

e l'are e i templi, e quanto il fasto aduna

entro 'l suo sen, e non ritrovi mai

ne' precipizi sui

quella pietà che non conoscesse altrui.

MARCO ORAZIO

Ma pria tu pagherai,

empia, col sen trafitto

la pena ben dovuta al tuo delitto.

 
La ferisce e la precipita dalla gradinata.

Orazia ->

 

PUBLIO ORAZIO E SABINA

(accorrendo al tumulto)

Giusti dèi! che facesti!

<- Publio Orazio, Sabina

MATRONE

(inveendo contro Marco Orazio)

Spietato!

MARCO ORAZIO

(in atto feroce)

Il dover d'un romano ho compito.

POPOLO E SENATORI

Vivi, o forte; alla patria hai servito.

PUBLIO ORAZIO, SABINA E MATRONE

Giorno orrendo, di morte, di orror.

Insieme

POPOLO E SENATORI

Giorno eccelso! di gloria, d'onor.

 
Marco Orazio rimane immobile nel mezzo della scena in atto feroce, Publio e Sabina in attitudine di tristezza assistiti da Licinio. Le Matrone inveiscono contro Orazio, il Popolo e i Senatori lo esaltano, parte del Popolo va sulle gradinate inorridita per l'uccisione di Orazia ecc. In tal modo con la confusione, allegrezza e costernazione de' vari Personaggi della scena stessa termina l'azione.
 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Prospetto esterno del Massimo Circo con porta chiusa che introduce nello stesso. Sole che spunta.

senatori romani, senatori albani, L'augure
 
senatori romani, senatori albani, L'augure
<- matrone, littori, popolo

Tutti nel Circo accolti

littori, L'augure, senatori romani, senatori albani, matrone, popolo ->
<- Curiazio, Orazia, matrone

Eccoci al fatal loco

Curiazio, Orazia, matrone
<- Augure sommo
Curiazio, Orazia, matrone
Augure sommo ->

Ah mia cara, non più

Orazia, matrone
Curiazio ->

(s'ode un forte squillar di trombe nel Circo)

Giusti dèi!... della pugna

Orazia, matrone ->

S'apre una vastissima piazza di Roma con lunga via nel prospetto; il rimanente della scena è ingombrato di magnifiche fabbriche.

(Marco Orazio viene portato sopra un carro trionfale ornato delle spoglie de' tre uccisi Curiazi)

<- Marco Orazio, Augure sommo, sacerdoti, auguri, littori, vestali, popolo, senatori romani, senatori albani, Mezio, Ostilio, Licinio
Coro, Marco Orazio
S'adorni la chioma

Vinsi, Romani. Palpitante in petto

Marco Orazio, Augure sommo, sacerdoti, auguri, littori, vestali, popolo, senatori romani, senatori albani, Mezio, Ostilio, Licinio
<- Orazia, matrone

Dov'è lo sposo mio? Dov'è il mio bene?

Orazia e Marco Orazio, Coro
Svenami ormai, crudele

Numi, se giusti siete

(Marco Orazio ferisce Orazia e la precipita dalla gradinata)

Marco Orazio, Augure sommo, sacerdoti, auguri, littori, vestali, popolo, senatori romani, senatori albani, Mezio, Ostilio, Licinio, matrone
Orazia ->
Marco Orazio, Augure sommo, sacerdoti, auguri, littori, vestali, popolo, senatori romani, senatori albani, Mezio, Ostilio, Licinio, matrone
<- Publio Orazio, Sabina
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta
Atrio esteriore del tempio di Giano. Vastissima pianura circondata di magnifiche fabbriche, tra le quali il palagio degli Orazi; porta Capena nel... Atrio interiore del palagio degli Orazi. Magnifico portico nel palagio che introduce ad un tempio domestico adornato di ghirlande per la festa nuziale. Atrio interiore del palagio degli Orazi. Campo Marzio con veduta delle due città Alba e Roma poste dirimpetto l'una all'altra lateralmente, e porta... Boschetto ristretto ed ameno, con cadute di acque limpide, per cui si passa all'ingresso... Antro oscurissimo e profondo incavato nelle rupi dell'Aventino, in cui si discende per varie gradinate... Prospetto esterno del Massimo Circo con porta chiusa che introduce nello stesso. Sole che spunta. S'apre una vastissima piazza di Roma con lunga via nel prospetto; il rimanente della scena è ingombrato di...
Atto primo Atto secondo

• • •

Testo PDF Ridotto