Atto secondo

 
Deliziosa parte de' giardini reali.
 

Scena prima

Carlo Magno ed Ottone.

Bozzetti

 Q 

Carlo, Ottone

 

OTTONE

Non crederlo signor: dall'ardua impresa  

non v'è ragion che vaglia

il greco prence a frastornar.

CARLO

Vogl'io

tentarlo almen. Dicesti a lui che bramo

seco parlar di nuovo?

OTTONE

Il dissi; ei viene

ma sol la pugna ad affrettar.

CARLO

Va': prendi

del guerriero apparato

tu la cura frattanto; io qui Leone

attenderò. Chi sa? Forse a mio senno

svolger potrò quel giovanil pensiero.

OTTONE

Cesare, il bramo anch'io ma non lo spero.

 

È dal corso altero fiume  

l'arrestar difficil meno

che agli affetti imporre il freno

d'inesperta gioventù.

Dell'età nel primo ardore

cede agl'impeti del core

la ragione e la virtù.

(parte)

Ottone ->

 

Scena seconda

Carlo Magno e poi Leone.

 

CARLO

Del giovane reale io pur vorrei  

il periglio evitar. S'ei qui perisse,

qual saria dell'augusto

suo genitor la doglia! e qual... Ma viene

già risoluto a me.

 

<- Leone

CARLO

Principe amato  

tu già pugnar vorresti: io tutto in volto

ti leggo il cor.

LEONE

Sì lo confesso, io vengo

ad affrettarne il sospirato istante.

CARLO

Ma sai di Bradamante

qual sia l'arte guerriera,

quanto il poter?

LEONE

Sì; ma compagno in campo

so che avrò meco amore; e i fidi suoi

so che amor, quando vuol, cangia in eroi.

CARLO

È bello anche l'eccesso

d'un giovanile ardir. Quel che sarai

io già veggo nel tuo; ma pur conviene

che il fren senta per or. Del tempo è dono

l'esperienza ed il vigore; e in erba

gran speranze recidi

se innanzi tempo al tuo gran cor ti fidi.

LEONE

Se quella ch'or m'alletta

dolce speme, o signor, perdo o trascuro,

dell'altre i doni io conseguir non curo.

Deh, secondar ti piaccia

le impazienze mie.

CARLO

Ma prendi almeno

qualche tempo a pensar.

LEONE

No; di mia sorte

la penosa incertezza

soffrir non so: vengasi all'armi; il segno

fa' che ne dian le trombe

senz'altro indugio. Il sol favor che imploro

da te, cesare, è questo.

CARLO

Il vuoi? S'adempia

il tuo voler. Quel marzial recinto

vedi colà, solo a' festivi assalti

destinato finor? Là per mio cenno

la tua bella nemica

a momenti sarà. Va'; t'arma e vieni

se tentar vuoi di Marte il dubbio gioco;

ma pensa che fra poco

potresti nel periglio

rammentar troppo tardi il mio consiglio.

 

Non essere a te stesso  

per troppo ardir crudele;

pria di spiegar le vele

guarda di nuovo il mar.

Pensa che poco è fido;

che or giova essere accorto;

che sarà lungi il porto

quando vorrai tornar.

(parte)

Carlo ->

 

Scena terza

Leone e poi Bradamante.

 

LEONE

Ah, se d'un tal portento  

di valor, di beltà potrò vantarmi

d'esser io possessor; d'astro sì chiaro

se illustrar l'oriente

fortunato io potrò, chi fra' mortali

felice al par di me?... Ma Bradamante

quella non è? Sì non m'inganno.

 

<- Bradamante

BRADAMANTE

Oh stelle!  

Ecco il greco importuno.

Se n'eviti l'incontro.

(in atto di ritirarsi)

LEONE

Ah! soffri almeno

bella nemica mia, soffri ch'io possa,

pria che al tuo ferro il petto,

offrire a te d'un fido cor l'omaggio.

BRADAMANTE

Prence, questo è linguaggio

da vincitor; prima d'usarlo è d'uopo

nell'arringo prescritto

di sé far prova ed acquistarne il dritto.

LEONE

Se a chi non è capace

di resisterti in campo è sì gran fallo

adorabil guerriera offrirti il core,

chi mai reo non sarà? Dritto ha d'amarti

sol chi ascolta il tuo nome; e a chi ti mira

divien l'amor necessità.

BRADAMANTE

Se forte

sei tu quanto cortese,

io comincio a tremar.

LEONE

Ah! so pur troppo

che a Bradamante in petto

un ignoto è il timor straniero affetto;

ma so che un'alma grande

ingrata esser non può.

BRADAMANTE

No 'l sono; e pronta

eccomi a darne prova, ove tu voglia

secondar le mie brame.

LEONE

Arbitra sei

del mio voler: tutto farò.

BRADAMANTE

L'impresa

dunque abbandona o prence.

LEONE

Io?

BRADAMANTE

Sì.

LEONE

Crudele

così grata mi sei?

BRADAMANTE

Grata non sono

se contro te mi spiace

trattar l'armi omicide, e se procuro

i tuoi rischi evitar?

LEONE

Fra i rischi miei

il perderti è il maggior.

BRADAMANTE
(con dolcezza)

Deh, s'egli è vero

che in tal pregio io ti sono, e che disporre

del tuo voler poss'io, lasciami, o prence,

lasciami in pace. A gara

a te d'Asia e d'Europa offre ogni trono

spose di te ben degne.

LEONE

Ah no, perdono.

Il sol tuo cenno è questo

ch'io non posso eseguir.

BRADAMANTE
(con sdegno)

No? Forse in campo

meglio saprò persuaderti armata.

Vieni al cimento: e non chiamarmi ingrata.

 

LEONE

Quell'ira istessa che in te favella  

divien sì bella nel tuo rigore,

che più d'amore languir mi fa.

Ah, s'è a tal segno bello il tuo sdegno,

che mai sarebbe la tua pietà?

(parte)

Leone ->

 

Scena quarta

Bradamante e poi Clotilde.

 

BRADAMANTE

Lo strano ardir di questo  

sconsigliato garzon mi fa dispetto,

meraviglia e pietà. L'ire a fatica

io tenni a fren.

 

<- Clotilde

CLOTILDE
(allegra e frettolosa)

Liete novelle amica.  

BRADAMANTE

Liete? Ah, son di Ruggier?

CLOTILDE

Sì.

BRADAMANTE

Vive?

CLOTILDE

È giunto.

BRADAMANTE

Dove?

CLOTILDE

Qui.

BRADAMANTE

Non t'inganni?

CLOTILDE

Io stessa il vidi;

Otton seco parlò.

BRADAMANTE

L'editto intese,

a conquistarmi ei corre. Oh dio, che assalto

d'improvviso piacere!

CLOTILDE

Ecco finiti

i palpiti, gli affanni; eccoti sposa

del tuo fido Ruggiero.

BRADAMANTE

Ah, principessa,

lasciami respirar! Purtroppo è angusto

a tanta gioia il cor... Ma dove è mai?

Perché di me non cerca? Andiam...

CLOTILDE

Non vedi

che a noi di là rivolge i passi?

 

Scena quinta

Ruggiero e dette.

<- Ruggiero

 

BRADAMANTE

Ah vieni  

mia dolce unica speme,

mia cura, mio tormento e mio conforto.

A te pervenne il grido

del proposto cimento?

RUGGIERO

Sì.

BRADAMANTE

Dunque va': le usate

illustri armi ti cingi, e a vincer vieni,

non a pugnar.

RUGGIERO

Mia Bradamante, ascolta:

molto ho da dir.

BRADAMANTE

Ne stringe

troppo il tempo, o Ruggier. Chiederti anch'io

mille cose vorrei: se ognor m'amasti,

quai furo i casi tuoi, se per costume

fra' tuoi labbri il mio nome,

qual fra' miei sempre è il tuo, trovossi mai;

se penasti lontan quanto io penai.

Ma in campo andar convien: la pugna affretta,

forse per lui fatale,

un rival temerario.

RUGGIERO

Ah qual rivale!

BRADAMANTE

Leon!

RUGGIERO

Sì Bradamante,

è il mio benefattor; per lui respiro:

il ben di rivederti

solo è dono di lui.

BRADAMANTE

Come?

RUGGIERO

Sorpreso

in un carcere orrendo

fra gli strazi io moria: Leon nemico

venne a serbarmi in vita,

e a rischio della sua.

CLOTILDE

Che ascolto!

BRADAMANTE

Ah, degno

è ben d'alma reale atto sì grande!

RUGGIERO

Non deggio essergli grato?

BRADAMANTE

Anzi ho ragione

d'esserla anch'io: son miei

tutti gli obblighi tuoi.

RUGGIERO

Ma vai, ben mio,

ad assalirlo armata! Egli inesperto...

tu terror de' più forti...

BRADAMANTE

E ben, se vuoi,

non l'esponiamo. In campo

tu precedilo, e nostro

sia l'arringo primier: luogo al secondo

non resterà.

RUGGIERO

Ma con qual fronte io posso

a tutto il mondo in faccia

dichiararmi rival del mio pietoso

liberator?

BRADAMANTE

Dunque la sorte in campo

tenti prima Leone. Egli al cimento

non reggerà (lo spero) e tu disciolto

sarai da ogni riguardo. Allor che un dritto

da lui perduto ad acquistar tu vieni,

non sei più suo rivale.

RUGGIERO

Ah s'io felice

al suo disastro insulto,

sono ingrato e crudel.

BRADAMANTE

Ma che per lui

che di più far potrei?

RUGGIERO

Deh! se gli obblighi miei

è pur ver che sian tuoi...

BRADAMANTE

Segui, parla, che vuoi?

RUGGIERO

Premialo tu per me.

BRADAMANTE

Ma come?

RUGGIERO

Il fato

nega a me la tua mano; abbiala almeno

chi mi salvò.

BRADAMANTE

Che? Sposa

io di Leone! Ad altro amante in braccio

andar dée Bradamante,

e il propone Ruggier! Clotilde udisti?

Che ti par del consiglio?

CLOTILDE

Oppressa io sono

dallo stupor.

BRADAMANTE

Da sì remote sponde

così la tua fedele

ritorni a consolar? Bella mercede

mi rendi inver di tanto amor, di tanti

palpiti, affanni e pianti

sostenuti finora,

sparsi per te! Costa al tuo cor ben poco

il perdermi, o crudel.

RUGGIERO

Quel che mi costa

non curar di saper: troppo è funesto

lo stato, oh dio! di chi crudel tu chiami.

BRADAMANTE

No, tu mai non m'amasti, o più non m'ami.

Questo è un pretesto all'incostanza. I suoi

confini ha la virtù: non merta fede

quando a tal segno eccede

la misura comune. Ho un'alma anch'io

capace di virtù; ma so fin dove

l'umanità può secondarla; e sento

ch'io non avrei vigore

a sostener bastante

l'idea del tuo martire,

a trafiggerti il core, e non morire.

RUGGIERO

Ah! s'io non moro ancora...

BRADAMANTE

Ad altro amante

ch'io porga la mia man? Che atroce insulto!

Che disprezzo inumano!

Che nera infedeltà!

RUGGIERO

Se meno irata,

mia vita, udir mi vuoi...

BRADAMANTE

Né voglio udirti,

né mirarti mai più.

(in atto di partire)

RUGGIERO

Senti ben mio;

non partir: dove vai?

BRADAMANTE
(pianto ed ira)

Vo' d'un infido

a svellermi, se posso,

l'immagine dal cor: le smanie estreme

d'un amor che non merti

vado almeno a celarti;

di vivere o d'amarti

vo, barbaro, a finir.

(in atto di partire)

RUGGIERO

(trattenendola)

Deh, in questo stato,

deh, non mi abbandonar!

BRADAMANTE

(staccandosi da lui)

Lasciami ingrato.

 

Non esser troppo altero,  

crudel, del mio dolore;

questo è un amor che more,

e tutto amor non è.

Lagrime or verso, è vero,

per tua cagion, tiranno;

ma l'ultime saranno

ch'io verserò per te.

(parte)

Bradamante ->

 

Scena sesta

Ruggiero e Clotilde.

 

RUGGIERO

In odio al mio bel nume  

no, viver non poss'io. Seguirla io voglio;

voglio almeno al suo piè...

CLOTILDE

Gl'impeti primi

d'un irritato amore

non affrettarti a trattener. Sé stesso

indebolisce il fiume, il suo furore

se sfoga in libertà.

RUGGIERO

Ma intanto, oh dio,

ella freme, s'affanna

e mi crede infedele.

CLOTILDE

Io le tempeste

di quell'alma agitata

tenterò di calmar.

RUGGIERO

Sì, principessa,

pietà di lei, pietà di me. Procura

di raddolcir l'affanno suo; t'adopra

a placarla con me. Dille ch'io l'amo,

che sarà, che fu sempre

l'unico mio pensier; spiegale il mio

lagrimevole stato in cui mi vedi:

dille...

CLOTILDE

Non più: tutto dirò; t'accheta;

fidati a me.

RUGGIERO

Del tuo bel cor mi fido,

ma poco è quel ch'io spero;

quello sdegno è sì fiero...

CLOTILDE

Ah, quello sdegno,

ben più che di pietà, d'invidia è degno!

 

Lo sdegno, ancor che fiero,  

sempre non è periglio:

quando d'amore è figlio

ei riproduce amor.

Mai dal furor del vento

un grande incendio è vinto:

spesso ti sembra estinto

quando si fa maggior.

(parte)

Sfondo schermo () ()

Clotilde ->

 

Scena settima

Ruggiero solo.

 

 

Oh dio! comincio a disperar: m'opprime  

il debito e l'amor. Tremo al periglio

del mio benefattor; moro all'affanno

del bell'idolo mio. D'ingrato il nome

inorridir mi fa; quel di crudele

non ho forza a soffrir. Fuggirli entrambi

possibile non è; sceglier fra questi,

infelice io non so. Morire almeno

innocente vorrei: le vie m'affanno

a rintracciarne in van; condanno, approvo

or questa, or quella e sempre reo mi trovo.

E spiro ancora! E nodi

questa misera vita ha sì tenaci

che a scioglierli non basta

tanto dolore? Ah perché mai di nuovo

pietosa man gli strinse, allor che tanto

già per me l'ore estreme eran vicine?

Che bel morir!...

 

Scena ottava

Leone frettoloso e detto.

<- Leone

 

LEONE

Pur ti ritrovo alfine.  

RUGGIERO

Prence!

LEONE

Ah, mio fido, ecco il momento in cui

rendere un generoso all'amor mio

contraccambio potrai.

RUGGIERO

Che mai, signore,

che sperar puoi da me?

LEONE

L'onor, la vita,

la mia felicità.

RUGGIERO

Spiegati.

LEONE

Udisti

che Bradamante a conquistar...

RUGGIERO

Con lei

so che pugnar si dée; so che tu vuoi

esporti al gran cimento; e gelo al rischio

del mio liberator.

LEONE

Calmati: appieno

della bella eroina

l'invincibil valor, che m'innamora,

io ben conosco, Erminio; e tanto ignoto

a me non son, che lusingarmi ardisca

di resistere a lei.

RUGGIERO

Con qual coraggio

dunque...

LEONE

Il coraggio mio,

caro amico, sei tu. Quel che tu puoi

vidi io medesmo: e qual per me tu sei,

senza troppo oltraggiarti,

io non posso ignorar; perciò l'impresa,

del tuo poter, del tuo voler sicuro,

ad accettar m'indussi; e il mio destino

ad un altro me stesso

prudente a confidar.

RUGGIERO

Come?

LEONE

Tu déi

pugnar per me.

RUGGIERO
(attonito)

Con Bradamante!

LEONE

Appunto.

RUGGIERO

Io!

LEONE

Sì, tu. Ma ciascuno

Leon ti crederà. Le mie d'intorno

cognite avrai spoglie guerriere; il volto

nell'elmo asconderai; l'aurea al tuo fianco

splenderà nello scudo

aquila oriental. Chi vuoi che possa

non crederti Leone? Ah, già mi sembra

vincitor d'abbracciarti, e della mia

Bradamante adorata

stringer la bella man. Ma tu, se m'ami

d'offenderla ah ti guarda, e cauto attendi

a difenderti solo. Andiam: vogl'io

di propria man cingerti l'armi.

RUGGIERO

Ah! pensa

meglio, Leone. Ardua è l'impresa: io tremo

alla proposta sol.

LEONE

Di che? L'arcano,

fidati, alcun non scoprirà. Gl'istessi

scudieri miei ti seguiran, credendo

me di seguir. Nel mio soggiorno ascoso

io, fin che tu ritorni... Altri s'appressa;

potrebbe udirne: in più segreta stanza

cotesti dubbi tuoi

io scioglierò. Seguimi, amico.

(parte)

Leone ->

 

Scena nona

Ruggiero indi Ottone, poi Leone.

 

RUGGIERO

Oh stelle!  

Che m'avvien! Che ascoltai!

Sogno? vivo? son io?

 

<- Ottone

OTTONE

Ruggier, che fai?  

Della tromba guerriera i primi inviti

non odi già? Vola ad armarti, e vieni

della tua Bradamante

le smanie a consolar. Tu la rendesti

dubbiosa di tua fede:

tradita esser si crede, e piange e freme

d'ira e d'amor.

RUGGIERO

Misero me!

OTTONE

Potresti

trascurar d'acquistarla allor che l'offre

sì destra a te la sorte? Ah no: l'eccesso

ti muova almen del giusto suo dolore.

RUGGIERO

Sento spezzarmi in cento parti il core.

OTTONE

Su: risolvi, o Ruggier.

RUGGIERO

(S'uno abbandono...

se così l'altra oblio... se vo, se resto...)

 

<- Leone

LEONE

(da un lato indietro)

Erminio? Amico? Ah, quale indugio è questo!  

RUGGIERO

Eccomi a te.

(movendosi verso Leone)

LEONE

Vieni, t'affretta.

(parte e Ruggiero vuol seguirlo)

Leone ->

OTTONE

E senza  

rispondermi tu parti?

RUGGIERO

Ah, per pietà, non tormentarmi!

OTTONE

Almeno

dimmi se vinto il tuo rivale audace...

RUGGIERO
(con impeto)

Nulla dirti poss'io: lasciami in pace.

OTTONE

Povera Bradamante!

(parte)

Ottone ->

 

Scena decima

Ruggiero solo.

 

 

(risoluto dopo aver pensato qualche momento)

Ah sì, da questo  

laberinto di pene,

ecco la via d'uscir. Senza difesa

ai colpi del mio ben s'esponga il petto;

si mora di sua man: così... Che dici,

Ruggiero ingrato? E non tradisci allora

di Leon le speranze? Ah! cerco invano

scampo, consiglio, aiuto:

la mia sorte è decisa, io son perduto.

 

Di quello ch'io provo

più barbaro affanno,

destin più tiranno

provar non si può.

Io sol della morte,

ch'è il fin de' tormenti

io sol fra' viventi

l'asilo non ho.

(parte)

Ruggiero ->

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Deliziosa parte de' giardini reali.

Carlo, Ottone
 

Non crederlo signor: dall'ardua impresa

Carlo
Ottone ->

Del giovane reale io pur vorrei

Carlo
<- Leone

Principe amato tu già pugnar vorresti

Leone
Carlo ->

Ah, se d'un tal portento

Leone
<- Bradamante

Oh stelle! Ecco il greco importuno

Bradamante
Leone ->

Lo strano ardir di questo

Bradamante
<- Clotilde

Liete novelle amica

Bradamante, Clotilde
<- Ruggiero

Ah vieni mia dolce unica speme

Clotilde, Ruggiero
Bradamante ->

In odio al mio bel nume

Ruggiero
Clotilde ->

Oh dio! comincio a disperar: m'opprime

Ruggiero
<- Leone

Pur ti ritrovo alfine

Ruggiero
Leone ->

Oh stelle! Che m'avvien!

Ruggiero
<- Ottone

Ruggier, che fai? Della tromba guerriera

Ruggiero, Ottone
<- Leone

Erminio? Amico? Ah, quale indugio è questo!

Ruggiero, Ottone
Leone ->

E senza rispondermi tu parti?

Ruggiero
Ottone ->

Ah sì, da questo laberinto di pene

Ruggiero ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima
Logge terrene negli appartamenti destinati a Clotilde. Galleria negli appartamenti di Leone. Appartamenti imperiali. Deliziosa parte de' giardini reali. Gabinetti negli appartamenti di Bradamante con balconi a vista de' giardini, e sedili all'intorno. Reggia illuminata.
Atto primo Atto terzo

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