La corona olimpica

 

Scena prima

Esterno del circo.
All'alzarsi della tenda odonsi grida fragorose di plauso, e prolungato batter di palme.

Bozzetti

 Q 

 

VOCI
(dal circo)

Divini carmi? Quanta ne desta  

l'estinto prence, quanta pietà!

(momenti di silenzio. Succede un bisbiglio crescente che degenera in tumulto ed in urli spaventevoli)

 

Esci dal circo... Troppo è funesta

qui tua presenza! Esci... esci... Va'.

 

Scena seconda

Alcandro, uscendo dal circo nel massimo disordine, e furente di sdegno, Ippia dall'opposto lato.

<- Alcandro, Ippia

 

IPPIA

Che avvenne!  

(le labbra convulse di Alcandro gl'impediscono l'uso della favella)

Ah! quelle grida

procellose, tonanti,

al par che i flutti dell'Egeo sdegnato,

onde scoppiar?

ALCANDRO

Se l'ira

le parole non vieta, odi. ~ Ben sai

che splendidi qual or d'Olimpia mai

non furo i ludi, che di Grecia tutta

e sofi, e duci, e sacerdoti, e regi

qui s'adunar: contesa

è l'apollinea fronda

oggi: mesta elegia Saffo sciogliendo

d'Antigono il tremendo

fato narrò, che ad oblïar l'infida

Temisto, il fatal salto

di Leucade spiccava, ed ebbe tomba

l'inesorato mar. Barbaro disse

ella quel rito, e di quel rito i sacri

ministri vitupero

di Grecia! Eco al suo detto

fean le commosse turbe, e me di Febo

Lecaudio sacerdote... ahi! Parlo o taccio?

Me dal circo... scacciar!

(fremendo si copre il viso d'ambo le mani)

IPPIA

D'orrore agghiaccio!

(guatando minaccioso verso il circo)

ALCANDRO

Trema, proterva Saffo...

Già tutto l'odio mio ti sta sul capo!...

Eppur come la vidi...

Ippia, no, d'aborrirla io non previdi!

(le di lui sembianze perdono le tracce della collera, il suo tono è calmo, ma appassionato)

 

Di sua voce il suon giungea    

dolce all'alma e conosciuto!

Come in sogno mi parea

quel sembiante aver veduto!

E che palpito mi scosse,

quale affetto mi commosse,

né può dir linguaggio umano,

né pensiero intender può.

Ah, d'amarla un senso arcano,

una forza il cor provò!

S

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VOCI
(dal circo)

Vanto primier di Grecia,

onor di Mitilene,

labbro d'amore e decima

tu sei fra le camene,

per te sorrise l'ombra

d'un vendicato re.

ALCANDRO
(acceso di rabbia)

Tu l'odi? a me terribile

voce di sfida è questa!

Più fiera la memoria

dell'onta mia ridesta.

IPPIA

Me pur, me; pure ingombra

l'ira che bolle in te!

ALCANDRO

Un'erinni atroce, orrenda

le sue fiamme in cor mi vibra...

non ho vena, non ho fibra

che non arda di furor.

Ah! non fia che Grecia intenda

il mio scorno a lungo inulto...

sanguinoso fu l'insulto,

la vendetta fia maggior.

IPPIA

Simuliam... pugnale occulto

più sicuro scende al cor.

 

 

Faon qui volge.  

ALCANDRO

Nel sembiante ha sculta

l'ira gelosa!... Ti ritraggi.

 
(Ippia parte)

Ippia ->

 

Scena terza

Faone, e detto.

<- Faone

 

FAONE

È d'uopo,  

d'uopo spezzar questa catena... Amore

d'amor si nudre. Saffo

me tradisce, o non cura.

ALCANDRO

Faone?

FAONE

(avanzandosi)

Alcandro...

ALCANDRO

Di qual nube oscura

vestita è la tua fronte! In essa io scerno

la tempesta del cor... ma più turbato

è un altro cor del tuo! Me sventurato!

Ebbi due figlie, una mi tolse acerbo

destin; tu condannasti

a gemer l'altra!

FAONE

(È ver!...)

ALCANDRO

Ma di', trovasti

nella vaga di Lesbo le innocenti

sue grazie, la sua fé?

FAONE

(Con dura mano

ei tenta la mia piaga!...)

ALCANDRO

Qual fascino costei, qual arte maga

usò, che a te nasconde

ciò che di Grecia è manifesto al guardo?

FAONE

Che dir vuoi tu?

ALCANDRO

Sull'orme,

di Saffo a che le greche

città percorre Alceo?

FAONE

Fors'egli?

ALCANDRO

Amato

l'ama...

FAONE

Oh furor!...

ALCANDRO

Di sprezzo armar ti déi.

FAONE

Sì.

ALCANDRO

L'indegna fuggir.

FAONE

Per sempre.

ALCANDRO

Meco

verrai d'Alfeo sul margo, all'aër cieco

raggiungimi: affrettar della partenza

gli apparecchi degg'io.

FAONE

Vanne.

ALCANDRO

Ma bada!

Nel tuo proposto?

FAONE

Forte

son io.

(porgendogli la destra)

ALCANDRO

T'aspetto. (Non tradirmi, o sorte!)

(parte)

Alcandro ->

 

Scena quarta

Saffo dal circo, e detto.

<- Saffo

 

SAFFO

A che, Faon, dal circo  

e dal mio fianco allontanarti?

FAONE

Altrui

ceder fu d'uopo il loco; e non credei

che raggiante di gloria e circondata

di quanti ha Grecia più sublimi ingegni,

Saffo un pensier volgesse

all'oscuro Faon.

SAFFO

De' miei pensieri

il primo ognor tu fosti, e da te lunge

ombra di bene a questo cor non giunge.

 

Quando il mio caldo genio    

i vanni al ciel discioglie,

e quasi nume etereo

aperto il ciel m'accoglie,

par che le stelle innumeri

scorra con piè repente,

che intorno a me rifulgano

i rai del sole ardente...

eppur fra le delizie

di che s'abbella il cielo

paga non è quest'anima,

riedere in terra anelo...

ah! perché in terra vivere

posso d'amor con te!

S

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FAONE

A mitigar le smanie

de' giusti miei sospetti,

giammai non fu penuria

in te di scaltri detti!

Ma non bastaro a tergere

le macchie di tua fede;

ma tutti i greci giovani

aver ti piacque al piede.

A seduttori applausi

facile orecchio intendi,

d'ambizïosa gloria

più che d'amor t'accendi,

di quell'amor che fervido

ardea soltanto in me!

 

SAFFO

Ardea, tu dici! Un palpito

crudele in me si è desto!

Parla, rimovi un dubbio

troppo al mio cor funesto.

M'ami?

FAONE

Tu pria rispondi:

lo merti ancor?

SAFFO

S'io il merto!

 

Scena quinta

Una moltitudine di Giovani, Lisimaco e detti.

<- giovani, Lisimaco

 

CORO

Al circo riedi; i giudici  

ti decretaro il serto.

LISIMACO

Alceo la chioma cingerti

vuol della fronda ei stesso.

SAFFO

Alceo!... l'ambito lauro?

Ah! dalla gioia oppresso

il cor mi manca!

FAONE

(Oh rabbia!)

SAFFO

Andiam...

(incamminandosi quasi dimentica di Faone)

Faon, mi segui...

FAONE

Seguirti?...

(prorompendo)

E quale ingiuria

dir ti poss'io, che adegui

tanta impudenza?

SAFFO

Ah!

FAONE

Scóstati...

vanne al rival, t'affretta.

Quel cor che sprezzo e abomino

sia tutto suo... Vendetta

dai numi avrò!

SAFFO

Deh! plàcati...

Rival non hai... m'ascolta...

FAONE

(sempre più furente)

Taci...

CORO

Ma pria...

FAONE

Lasciatemi?

Omai la benda è sciolta!

La terra, il ciel... l'averno

me rattener non può.

Addio tremendo, eterno

Faon ti dice!

SAFFO

Ah! no...

 

FAONE

Qual io t'aborro, o perfida,  

ti aborrano gli dèi.

Quando saprò che misera

oltre ogni dir tu sei,

che orrenda è la tua sorte,

che la tua vita è morte,

palpiterò di giubilo,

felice allor sarò!

SAFFO

Ebben, dischiudi, o barbaro

a cruda gioia il seno:

furo i tuoi voti orribili,

compiuti furo appieno!

Il cor di te già privo

solo agli affanni è vivo...

di quel ch'io son più misera

farmi alcun dio non può!

CORO

Ritorna in te, rammentati

che volgo tu non sei,

che speme della Grecia

devi tu stessa a lei!

Vieni, il tuo crin coverto

sia dell'eterno serto,

un fero cor dimentica,

sprezza chi te sprezzò.

 
(Saffo nella massima disperazione si avvinghia alle ginocchia di Faone; ma questi la respinge e parte rapidamente)

Faone ->

 

Fine (La corona olimpica)

La corona olimpica Le nozze di Faone Il salto di Leucade

Esterno del circo.

(odonsi grida fragorose di plauso, e prolungato batter di palme)

(momenti di silenzio; succede un bisbiglio crescente che degenera in tumulto ed in urli spaventevoli)

 
<- Alcandro, Ippia

Che avvenne! Ah! quelle grida

Alcandro, poi Voci dal circo, Ippia
Di sua voce il suon giungea

Faon qui volge / Nel sembiante ha sculta

Alcandro
Ippia ->
Alcandro
<- Faone

È d'uopo, d'uopo spezzar questa catena

Faone
Alcandro ->
Faone
<- Saffo

A che, Faon, dal circo

Faone, Saffo
<- giovani, Lisimaco
Coro, Lisimaco, Saffo e Faone
Al circo riedi; i giudici
Faone e Saffo, poi Coro
Qual io t'aborro, o perfida
Saffo, giovani, Lisimaco
Faone ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta
Esterno del circo. Appartamenti di Alcandro, annessi al tempio di Apollo; logge in fondo da cui scorgesi parte della spiaggia... Interno del gran tempio di Leucade; i gradini dell'altare, che arde innanzi ad un simulacro d'Imeneo, sono... Luogo remoto in vicinanza dell'ostello sacerdotale. Parte meno ripida a mezzo la salita del promontorio di Leucade, di cui vedesi la cima orribilmente...
Le nozze di Faone Il salto di Leucade

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