Atto primo

 

Scena prima

Piccola sala con porta nel mezzo aperta, e praticabile.
Marcantonio seduto nel mezzo fra Dorina, e Medoro. Intorno a lui un Coro di Vecchi suoi amici, pure seduti. Lisetta, e Pasquino in piedi dietro gli altri.

 Q 

Marcantonio, Dorina, Medoro, vecchi, Lisetta, Pasquino

 

MARCANTONIO

Amici miei carissimi,  

conciossiaché vi resta,

per quanto è almen da credere,

un po' di senno in testa:

un grave affar desidero

con voi di consultar.

MEDORO E DORINA

(D'un qualche imbroglio io dubito.)

LISETTA E PASQUINO

(Che diavolo vuol far?)

MARCANTONIO

Di questi miei nipoti

io sono assai contento:

per compiere i lor voti

vorrei far testamento.

MEDORO E DORINA

Ah! Caro zio... (Qual giubilo!)

MARCANTONIO

Lasciatemi parlar.

Pensate poi, che l'ultimo

io son del mio casato:

che ancor potrei, volendolo,

esser papà chiamato,

per dir la cosa in termini,

moglie vorrei pigliar.

MEDORO E DORINA

(Ohimè! Qual nuova è questa!)

PASQUINO E LISETTA

(È matto nella testa.)

DORINA, LISETTA, MEDORO E PASQUINO

(Mi fa trasecolar.)

MARCANTONIO

Quest'è ciò che desidero

con voi di consultar.

 

CORO DI VECCHI

Considerando ser Marcantonio,

quali sien gli obblighi del matrimonio:

facendo i calcoli così all'ingrosso

dei quattro sabati, che avete indosso,

noi concludiamo da buoni amici,

che ad ogni coniuge d'antichi auspici

il matrimonio s'ha da interdir.

DORINA, LISETTA, MEDORO E PASQUINO

(Costor si spiegano con senno, e sale.)

(s'alza, e così tutti gli altri)

MARCANTONIO

Care bestie, del vostro consiglio,

parlo tondo, non son persuaso.

Prendo moglie, e con tanto di naso

tutti quanti vi faccio restar.

DORINA, LISETTA, MEDORO E PASQUINO

(Qual rovina! Il balordo s'ostina.)

CORO

Perdonate: così non si tratta.

TUTTI

Prego il ciel, che gli tocchi una matta,

che di rabbia lo faccia crepar.

 
(il coro parte)

vecchi ->

 

MARCANTONIO

Che credono costor?... Perché negli anni  

son un poco avanzato,

ch'io sia com'essi, un colascion scordato?

Che ne dici Lisetta?

LISETTA

Oh!... Voi, padrone,

siete ancora un campione

da fare al par d'ognun la vostra parte.

MARCANTONIO

Brava: or vedo, che sei perita in arte.

DORINA

(Mi tradisci tu ancor?)

LISETTA

(Ma non capite,

che convien secondar?)

MARCANTONIO

Pasquin, ti pare,

ch'io non possa sperare

di diventar papà?

PASQUINO

Qual giovinotto

più ben di voi si porta?

MARCANTONIO

Bravo: tu sai capir quel, che più importa.

MEDORO

(A far questi spropositi, briccone,

il padron si consiglia?)

PASQUINO

(Già più dite di no, più si puntiglia.)

MARCANTONIO

Orsù, Pasquin, Lisetta,

v'ho da parlare. Andiam. Nipoti miei,

preparatevi pure a far la corte

alla signora zia nostra consorte.

Marcantonio, Lisetta, Pasquino ->

 

Scena seconda

Medoro, Dorina, indi Tobia.

 

MEDORO

Sorella mia...  

DORINA

Fratello...

MEDORO

Che abbiam da far?

DORINA

Che possiam dir?

MEDORO

Bettina,

che credendomi erede

della roba del zio dovea sposarmi,

or forse più non mi vorrà.

DORINA

Tobia

di lei fratel, ch'esser volea mio sposo

sulla fede d'aver una gran dote:

or che resto a man vuote,

mi pianterà.

MEDORO

Vedilo appunto.

DORINA

Oh dio!

MEDORO

Questa nuova del zio

di noi chi gliela dà?

DORINA

Non ho coraggio.

MEDORO

Nemmen io. Già lo sai,

che per dar tristi nuove io non son fatto.

DORINA

Che fortuna crudel!

MEDORO

Che vecchio matto!

 
(siedono lontani, e stanno in atto di tristezza)
 

<- Tobia

TOBIA

Quando, o Dorina amabile,  

quando verrà quel dì,

che il tuo bocchin di zucchero

a me dirà di sì?

Io giorno, e notte assiduo

a far negozi attendo:

propongo stocchi, e debiti,

compro, baratto, e vendo:

or dimmi tutto questo,

Dorina mia, perché?

Per arricchir più presto;

per viver ben con te.

 

 

Ma Dorina... Medoro... e che vuol dire  

cotal malinconia? Che cosa avete?

Spiegatevi. Sapete,

che vostro amico io sono.

MEDORO

Ah! Qual rovina!

TOBIA

Dimmi: cos'è?

MEDORO

Te lo dirà Dorina.

TOBIA

Son qua, cara, son qua. Delle tue smanie

qual mai, visetto d'oro,

è la cagion?

DORINA

Te lo dirà Medoro.

(parte)

Dorina ->

 

Scena terza

Medoro, Tobia, indi Lisetta.

 

TOBIA

Voi mi fate impazzir. Forse Dorina  

è in collera con me?

MEDORO

No, caro amico.

TOBIA

Ma dunque qual intrico...

qual disgrazia improvvisa?...

 

<- Lisetta

LISETTA

Ah! Ah!... Vecchio babbeo!... Schiatto di riso.  

TOBIA

Lisetta... e che vuol dir?

LISETTA

Già lo saprete,

che il mio padrone...

TOBIA

Ebben?

LISETTA

Vuol ammogliarsi.

TOBIA

Eh! Via.

MEDORO

Purtroppo.

TOBIA

Ah! Ah! Delle tue smanie

è questa la cagione; or me ne avveggio.

MEDORO

E che altro mi potea nascer di peggio?

TOBIA

Ma chi è poi questa sposa?

LISETTA

Non l'ha trovata ancor.

MEDORO

Come?...

LISETTA

Sentite.

A me, a Pasquin poc'anzi

egli aperse il suo cor. Vuole una sposa

buona, bella, amorosa,

che non rida, non pianga,

non conversi, non giochi, e non ispenda;

che ad altro non attenda,

che alla casa, e al marito: insomma tale,

che all'età vecchia, e nuova

io mi lascio scannar s'una ne trova.

MEDORO

Via, via: quand'è così... che pensi?

TOBIA

(Appunto...

è questa l'occasione

di dare ai vecchi matti una lezione.

A me, perbacco, a me.) Corri, Lisetta,

a dire al tuo padron, che fra mezz'ora

gli condurrò una giovane,

e che spero, a dir tutto in due parole,

che appunto sarà tal, qual ei la vuole.

 
(Lisetta parte)

Lisetta ->

 

MEDORO

Che intesi!... Ah! Traditore...  

(La bile, e lo stupore

tutto agitar mi fa.)

TOBIA

Oh! Bella!... Io fo il sensale.

(Ah... ah... la intende male.

È matto in verità.)

MEDORO

Tradir così un amico?

TOBIA

Non me ne importa un fico.

MEDORO E TOBIA

(Ei ride, ed io m'imbroglio;

né so quel, che sarà.)

(Or divertir mi voglio.

Alfin la capirà.)

 
 

Scena quarta

Bottega di cuffiara, o modista.
In prospetto l'ingresso.
Bettina sola, che guarnisce un cappellino.
Intorno a lei alcune Ragazze, che lavorano, indi Tobia.

 Q 

Bettina, ragazze

 

Mi vien da ridere ~ se dir mi sento  

col suon più languido del sentimento:

Bettina, io spasimo ~ di amor per te.

Io che per indole ~ son tutta foco,

sì fredde chiacchiere ~ le conto poco.

Vo' un cor, che stabile ~ mi serbi fé.

Di certi giovani ~ conosco l'arte:

e indarno tentano ~ di farla a me.

Sfondo schermo () ()

 

 

Presto presto Cecchina,  

porta questo cappello in fretta in fretta

a madama Zabetta, onde nasconda

le bianche chiome al cavalier Berliche

grande amator delle medaglie antiche.

Quest'abito, Peppina,

alla marchesa Bianca,

che in lei farà parer quel, che le manca.

E voi altre, ragazze, andate tutte

con veli, nastri, e piume alla locanda

da quella provincial: voi già sapete,

ch'ama alla sua maniera

di porsi indosso una bottega intiera.

 

ragazze ->

<- Tobia

TOBIA

Sorella... ohimè... sorella... il tuo Medoro...  

la mia cara Dorina...

BETTINA

Sbrigati: che cos'è?

TOBIA

Sono in rovina.

Il loro zio con settant'anni in corpo

vuole ammogliarsi.

BETTINA

Oh vecchio maledetto!

TOBIA

Ma senti un mio progetto. Ho rilevato

qual genere di sposa egli vorria:

se tu, sorella mia, fossi capace

di far bene una parte, ho meditata

una bella commedia.

BETTINA

Ci vuol altro?

Parla pur, che ho da far?

TOBIA

A Marcantonio

ho fatto dir, ch'io gli trovai la sposa:

che a lui la condurrò; che se gli piace

nel punto istesso si farà il contratto.

Or tu quella esser déi.

BETTINA

Scherzi, o sei matto?

Che ne dice Medoro?

TOBIA

Anche di lui

ci dobbiam divertir. Fidati. Alfine

egli sarà tuo sposo;

Dorina sarà mia: e al vecchio sciocco

farem passar le voglie

di gabbar i nipoti, e prender moglie.

 

BETTINA

Parlo schietto. Ov'io non manchi  

all'amor del caro bene,

farò imbrogli, farò scene;

già tu sai, se ne so far.

TOBIA

Non temere. Adoro, ed amo

ancor io la mia Dorina.

Quest'imbroglio, che facciamo,

tende il vecchio a corbellar.

BETTINA

Siamo intesi. Prendo impegno.

TOBIA

La tua parte or io t'insegno.

BETTINA

Mi vuoi fiera?... Mi vuoi mesta?...

deggio piangere, o gridar?

Insieme

TOBIA

La tua parte non è questa.

Stammi un poco ad ascoltar.

 

TOBIA

Hai da far la semplicetta.

BETTINA

Posso in questo dar lezione.

TOBIA

Collo torto... bocca stretta.

BETTINA

Proviam dunque quest'azione.

BETTINA

Ho vergogna... son zitella...

serva... grazie... signor sì.

Insieme

TOBIA

Brava: brava: mia sorella

va benissimo così.

 

BETTINA E TOBIA

Che bel gioco!... Quel che resta

presto andiamo a concertar.

A quel vecchio affé la testa

questa volta ha da girar.

 
 

Scena quinta

Parte del giardino, che corrisponde ad alcuni appartamenti.
Medoro, Dorina, e Lisetta.

 Q 

Medoro, Dorina, Lisetta

 

DORINA

Che Tobia ci tradisca in tal maniera  

io mai no 'l crederò.

MEDORO

Ch'egli scherzasse,

mi lusingava anch'io. Ma...

DORINA

Come mai

cercar può il nostro danno,

se mio sposo esser vuol?

LISETTA

Signori...

MEDORO

Ebbene?...

LISETTA

A momenti qua viene

la bella, che Tobia pur or propose

in isposa al padrone.

DORINA

Dunque è ver?...

MEDORO

Se lo so, ch'egli è un briccone.

DORINA

Or che farà la tua Bettina?

MEDORO

Io corro

tosto a parlar con lei.

LISETTA

Ma s'ella ancora...

per diventar signora...

d'accordo col fratello... (Or mi diverto.)

MEDORO

Come... ti spiega... ah!... certo!...

qual sospetto crudel!... Ch'ella potesse

per viste d'interesse... ah!... Dalla smania,

ond'è il mio core oppresso,

mi sento trasportar fuor di me stesso.

 

Che la cara mia Bettina  

mi tradisca a questo segno?...

Ah! Di lei mi rendo indegno,

se do retta al mio timor.

Conosco omai quell'anima:

non può cangiar d'affetto:

me 'l dice quell'occhietto

che in sen m'impresse amor.

E coi più dolci palpiti

me lo ripete il cor.

Medoro ->

 

Scena sesta

Dorina, Lisetta, indi Marcantonio, e Pasquino.

 

DORINA

Che anche in Bettina prevaler dovesse  

l'interesse all'amor?

LISETTA

L'oro fa tutto,

massime a' nostri dì.

 

<- Marcantonio, Pasquino

MARCANTONIO
(a Pasquino)

Dunque t'ha detto  

questo signor Tobia?...

PASQUINO

Che occultamente

per non far dir la gente ei con la bella

verrà qui nel giardin.

MARCANTONIO

Tarderà molto?

PASQUINO

Pochi istanti.

MARCANTONIO

Ben...

LISETTA

Padron, voi siete

in aria di conquista. Il matrimonio

vi fa ringiovanir.

PASQUINO

Sembra, che abbiate

settant'anni di meno...

MARCANTONIO

Certo non fo per dir...

DORINA

(Mangio veleno.)

MARCANTONIO

Intanto ritiratevi. Pasquino,

porta tre sedie, e poi ritorna in casa;

ma sta pronto a venir, se mai ti chiamo.

DORINA

(Che sciocco!)

LISETTA

(Che babbeo!)

PASQUINO

(Rider vogliamo.)

(porta tre sedie, poi parte)

Dorina, Lisetta, Pasquino ->

 

Scena settima

Marcantonio, indi Tobia, poi Bettina chiusa in una portantina in abito da semplicetta, indi Medoro.

 

MARCANTONIO

Ah! Ah! Vecchio qual son, se questa bella  

ha quel, che piace a me...

 

<- Tobia

TOBIA

Signor...  

MARCANTONIO

Chi siete?

TOBIA

Tobia.

MARCANTONIO

Bravo... Scusate. Ho corta vista...

E poi è tanto tempo,

che non vi vedo... Or dunque che facciamo?

La giovine dov'è?

TOBIA

Per dirvi tutto

ho fatto una gran cosa a persuaderla

di venir qua. Non esce mai di casa...

non vede mai nessun... Fu d'uopo insomma,

tant'ella è riservata, e modestina,

ch'io condur la facessi in portantina.

MARCANTONIO

(Capperi! Buon augurio!)

Or dite, di che casa è questa bella?

TOBIA

Senz'andar per le lunghe, è mia sorella.

MARCANTONIO

Ah!... Ah!... Me ne consolo.

TOBIA

Eccola. Avanti...

 
(ai facchini, che depongono la portantina, e poi se ne vanno quando è uscita Bettina)

<- facchini, Bettina

facchini ->

 

 

Venite qua... Bettina...  

Esci fuori... siam soli. Non v'è altri,

che il signor Marcantonio. È sì modesta...

sì vergognosa...

MARCANTONIO

(Oh! Che gran cosa è questa!)

 

 

Signorina...  

TOBIA

È ancor confusa.

Ehi Bettina...

MARCANTONIO

Ancor sta chiusa.

TOBIA E MARCANTONIO

Zitto: indietro stiam per poco

a veder che cosa fa.

(si ritirano in disparte; Bettina apre, poi esce)

BETTINA

(guardando intorno, e fingendo di non vedere nessuno)

Serva sua... qui alcun non v'è.

Mio fratel... tapina me.

TOBIA

Osservate il portamento.

MARCANTONIO

Proprio è quella. Son contento.

TOBIA E MARCANTONIO

Vesti... gesti... sguardi... tratto

tutto è in lei semplicità.

Insieme

BETTINA

(Ei s'accosta. Vecchio matto.

Or ti servo come va.)

 

MARCANTONIO

(Andiamo bene.) Venite, o mia carina,  

sedete presso a me... Prima di tutto

osservatemi ben per ogni banda.

Vi piaccio?

BETTINA

Sì signor... come comanda.

TOBIA

(Gran demonio è costei!)

MARCANTONIO

Dite... volete...

esser mia sposa?... Ebben?... Non rispondete?...

TOBIA

Da brava... via...

MARCANTONIO

Ma queste riverenze

che mi voglion dir?

BETTINA

Grazie.

TOBIA

(Che scena!)

MARCANTONIO

Grazie sì, o grazie no?

BETTINA

Quello, che piace

al signor Marcantonio.

MARCANTONIO

Ah! Questa, amico,

è una perla... un tesoro... Io son di stucco.

TOBIA

Ella è proprio per voi. (Che mammalucco!)

MARCANTONIO

Dite: la sera almeno

vorrete in casa un po' di compagnia?

BETTINA

Non signor.

MARCANTONIO

Al teatro

andrete dunque?

BETTINA

Non signor.

MARCANTONIO

Ma sola

star sempre in casa?...

BETTINA

Sì signor. Mi piace

di lavorar.

MARCANTONIO

Benissimo; e che cosa

con queste vostre mani

sapete far di bello, e di pulito?

BETTINA

Quello, che piace al mio signor marito.

Calze, ricami, rocca...

cucire, pettinar...

TOBIA

(Che scaltra!)

MARCANTONIO

Amico

non perdiamo più tempo. Io mando tosto

a chiamare un notaro, e sul momento

facciamo la scrittura.

TOBIA

Io son contento.

MARCANTONIO

(si volta a Tobia)

Siamo intesi. Ah! Quest'è la sola moglie,

che fa per me. Son certo almen, che questa

non ha capricci, compagnie non cerca,

mode non cura, e non conosce ancora

che sien feste, teatri, o ballo, o gioco.

BETTINA

(Babbeo, va là. Te n'avvedrai fra poco.)

 

MARCANTONIO

(Che innocenza! Che candore!  

Proprio incanta: tocca il core.)

Dite: in me qual è la cosa,

che può farvi innamorar?

BETTINA

Arrossisco... Perdonate...

(voltandogli le spalle)

Detto m'han, che il matrimonio

è un gran ben, se un Marcantonio

mi riesce di sposar.

TOBIA

(Oh che scena da teatro

come ben sa far la sciocca!)

V'assicuro, che vi tocca

una moglie singolar.

BETTINA

Serva sua...

MARCANTONIO

Ma dove andate?

BETTINA

A finir una calzetta.

MARCANTONIO

Benedetta... no: restate.

MARCANTONIO

M'incomincio a riscaldar.

Insieme

BETTINA E TOBIA

S'incomincia a riscaldar.

 

TOBIA

Dunque dite... che facciamo?

MARCANTONIO

Mia carina, concludiamo.

TOBIA E MARCANTONIO

Queste nozze s'han da far?

BETTINA

Sì, signor. (Il merlo è in gabbia:

non lo lascio più scappar.)

TOBIA

Che contento! (Un egual bestia

è impossibile trovar.)

Insieme

MARCANTONIO

Che contento! (Un egual moglie

è impossibile trovar.)

 

<- Medoro

MEDORO

Che vedo mai?... Bettina?...

Ah! Perfida... assassina...

Tradir così un amante?...

Me la farò pagar.

BETTINA

Ahimè!

MARCANTONIO

Che cosa avete?

BETTINA

Signor, non lo vedete?

MARCANTONIO

Che cosa?

BETTINA

Un giovinotto.

Che vuol?

MARCANTONIO

Che vieni a far?

MEDORO

Costei, che fa la semplice

io vengo a smascherar.

BETTINA

Sentiste quel, che ha detto?

TOBIA

Ei parla per dispetto.

MARCANTONIO

Taci: lo so, ch'hai rabbia,

ch'io m'abbia a maritar.

MEDORO

Credetemi.

MARCANTONIO

Va' via.

MEDORO

Costei...

MARCANTONIO

Sarà tua zia.

MEDORO

Ma voi...

MARCANTONIO

So quel che faccio,

né tu ci devi entrar.

MEDORO

(Mi fe' restar di ghiaccio

non oso più parlar.)

BETTINA E TOBIA

(Lo fe' restar di ghiaccio

non osa più parlar.)

Insieme

MARCANTONIO

(Lo fei restar di ghiaccio

non osa più parlar.)

BETTINA E MARCANTONIO

Temerario a tuo dispetto

noi saremo sposa e sposo:

ah! Di gioia dentro il petto

saltellando il cor mi va.

MEDORO

Qual momento!... Qual cimento!

Più non so dov'io mi sia...

Il furor, la gelosia

il cervel girar mi fa.

Insieme

TOBIA

Temerario a tuo dispetto

saran essi sposa e sposo:

ah! Di gioia dentro il petto

saltellando il cor mi va.

 
 

Scena ottava

Piccola sala, come alla scena prima.
Dorina, Lisetta, Pasquino.

 Q 

Dorina, Lisetta, Pasquino

 

PASQUINO

Ma possibile è dunque, o padroncina,  

che né voi, né Medoro

non intendiate ancor qual sia la trama?

LISETTA

Ad un vecchio, che brama

d'ammogliarsi, sta bene, o mia signora,

una lezion: non la capite ancora?

DORINA

Vi so dir, che a mio zio

piace Bettina assai: che in questo punto

se n'è andato Tobia

un notaro a chiamar: che la scrittura

delle lor nozze si farà tra poco.

LISETTA

Ah!... Ah!...

DORINA

Ridete?...

PASQUINO

Or si fa bello il gioco.

 

DORINA

Crudeli... Infin l'amante  

a' danni miei congiura:

e voi di mia sventura

rider potete ancor?

Ah! Vedo che gli amanti

son perfidi, e incostanti,

e meditan gli inganni

fin nel giurarci amor.

Dorina ->

 

Scena nona

Pasquino, Lisetta, indi Tobia, e Dorina, che torna.

 

PASQUINO

Crede la sciocca ancor, che queste nozze  

si faccian davver.

LISETTA

Somiglia al vecchio.

Quando s'ostina, il contraddir non vale.

 

<- Tobia

TOBIA

Ah! Ah! Il cucco ha da far con un sensale.

 

<- Dorina

DORINA

Dunque, infedel...

TOBIA

Dorina, or non ho tempo

di far ciarle con te. Presto, Pasquino,

l'abito notaril.

PASQUINO

Vi servo.

(parte)

Pasquino ->

 

TOBIA

In sala  

m'attendono gli sposi

a stipular il lor contratto. In fretta,

e Dorina, e Lisetta

m'aiutino a vestirmi.

 

<- Pasquino

PASQUINO

Eccolo.

TOBIA

Bene.

Guarda per or, che alcun non venga, e poi

introdurrai tutto d'un tratto in sala

suonatori, e cantanti a tempo, e loco.

DORINA

Or comincio a capir, che questo è un gioco.

 

TOBIA

(a Dorina)  

Tu m'attacca le basette.

(a Lisetta)

Tu m'adatta la parrucca.

LISETTA

Quanto sale in questa zucca!

DORINA

L'uom più scaltro non si dà.

PASQUINO

Venga adesso chi n'ha voglia

e un notar vi crederà.

TUTTI

Se l'imbroglio non s'imbroglia

rider tutti ci farà.

 
 

Scena decima

Sala grande.
Medoro, e Bettina.

 Q 

Medoro, Bettina

 

BETTINA

Di sposa la fede ~ mio ben ti giurai  

fui sempre lo sai ~ costante in amar.

E infida mi credi?

MEDORO

Perdona il sospetto.

BETTINA E MEDORO

Ah! Il core nel petto mi sento brillar.

 

Scena undicesima

Marcantonio, Tobia vestito da notaro, e detti.

<- Marcantonio, Tobia, Pasquino

 

TOBIA

Ho steso già il contratto  

ne' modi più legali,

s'hanno da far per patto

stasera gli sponsali;

e acciò lo sposo etcetera

alla sua fé non manchi.

Pagar promette, e s'obbliga

ottantamila franchi,

perché la sposa, etcetera,

al caso, un altro coniuge

si possa ritrovar.

 

 

Che dite?

BETTINA

Che dici?

MEDORO

Va benissimo,

di meglio non può andar.

TOBIA

(si mette a un tavolino a scrivere)

Or dica, signorina,

il nome suo?

BETTINA

Bettina.

TOBIA

Il suo cognome?

BETTINA

Mascoli.

TOBIA

Mascoli?

BETTINA

Sì signor.

TOBIA

Lo sposo, già m'immagino,

sarà quel giovinetto.

Pari d'età d'aspetto...

proprio gli ha fatti amor.

MARCANTONIO

Lo sposo, ve lo replico,

son io.

TOBIA

Misericordia!

Voi sposo a lei? Scusatemi,

creder no 'l posso ancor.

MARCANTONIO

(Io gli darei dell'asino,

ma penso, ch'è un dottor.)

BETTINA, PASQUINO E MEDORO

(Ah! ah! Quest'è da ridere.

Che faccia da impostor!)

TOBIA

Avanti: sottoscrivano

gli sposi il lor contratto.

I testimoni or vengano;

bene. Il negozio è fatto.

Or datevi la mano.

BETTINA E MARCANTONIO

Eccola... Oh che piacer!

MEDORO E TOBIA

Viva gli sposi.

MARCANTONIO

Nessun lo dée saper.

TOBIA

Quand'è così: fidatevi.

BETTINA E MEDORO

È un uom, che sa tacer.

Insieme

TOBIA

Son uom, che sa tacer.

Tobia ->

 

Scena dodicesima

Coro di Cantanti, e Suonatori. Lisetta, Dorina, e detti, poi di nuovo Tobia col suo abito.

<- cantanti, suonatori, Lisetta, Dorina

 

CORO

Viva, viva gli sposi amorosi.  

GLI ATTORI

Qual romor!... Che si vuol? Che si fa?

CORO

Uno sposo canuto, e gottoso

faccia amor, che diventi papà.

MARCANTONIO

Qual demonio costoro qui porta?

LISETTA E DORINA

Del giardino sforzando la porta

son venuti a che far non si sa.

CORO

Uno sposo canuto, e gottoso

faccia amor, che diventi papà.

MARCANTONIO

Temerari partite di qua.

TUTTI GLI ALTRI

(Or la scena più bella si fa.)

 

<- Tobia

BETTINA

Qui restate buona gente.  

Star dobbiamo allegramente.

Il mio sposo sarà tale

da non farsi invan pregar.

Se il pregarlo poi non vale,

proveremo a comandar.

MARCANTONIO

Qual linguaggio? Ahimè Lisetta!

È costei la semplicetta?

M'ha tradito, m'ha gabbato

chi mi fe' costei sposar.

BETTINA E TOBIA

Alto là, signor cognato;

qual maniera di parlar?

TUTTI COL CORO

Smorto, pallido, fremente,

tra gli scherni, e le risate

sta qual musico, che sente

il romor delle fischiate.

TOBIA

Signor mio vi parlo tondo,

un po' più di civiltà.

BETTINA

Marcantonio è un uom di mondo;

e sa quello, che si fa.

MARCANTONIO

Fui pur sciocco, fui pur matto:

m'han servito, come va.

GLI ALTRI COL CORO

Zitto, flemma: il fatto è fatto;

e il non fatto si farà.

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo

Piccola sala con porta nel mezzo aperta, e praticabile.

Marcantonio, Dorina, Medoro, vecchi, Lisetta, Pasquino
 
Marcantonio, poi Tutti
Amici miei carissimi
Marcantonio, Dorina, Medoro, Lisetta, Pasquino
vecchi ->

Che credono costor?

Dorina, Medoro
Marcantonio, Lisetta, Pasquino ->

Sorella mia / Fratello

Dorina, Medoro
<- Tobia

Ma Dorina... Medoro... e che vuol dire

Medoro, Tobia
Dorina ->

Voi mi fate impazzir

Medoro, Tobia
<- Lisetta

Ah! Ah!... Vecchio babbeo!

Medoro, Tobia
Lisetta ->

Bottega di cuffiara; in prospetto l'ingresso.

Bettina, ragazze
 

Presto presto Cecchina

Bettina
ragazze ->
Bettina
<- Tobia

Sorella, ohimè... sorella, il tuo Medoro

Parte del giardino, che corrisponde ad alcuni appartamenti.

Medoro, Dorina, Lisetta
 

Che Tobia ci tradisca in tal maniera

Dorina, Lisetta
Medoro ->

Che anche in Bettina prevaler dovesse

Dorina, Lisetta
<- Marcantonio, Pasquino

Dunque t'ha detto

Marcantonio
Dorina, Lisetta, Pasquino ->

Ah! Ah! Vecchio qual son

Marcantonio
<- Tobia

Signor / Chi siete?

Marcantonio, Tobia
<- facchini, Bettina
Marcantonio, Tobia, Bettina
facchini ->

Venite qua... Bettina

Marcantonio, Tobia e Bettina
Signorina / È ancor confusa

Andiamo bene. Venite, o mia carina

Marcantonio, Bettina e Tobia, poi Medoro
Che innocenza! Che candore!
Marcantonio, Tobia, Bettina
<- Medoro
 

Piccola sala, come alla scena prima.

Dorina, Lisetta, Pasquino
 

Ma possibile è dunque, o padroncina

Lisetta, Pasquino
Dorina ->

Crede la sciocca ancor, che queste nozze

Lisetta, Pasquino
<- Tobia

Lisetta, Pasquino, Tobia
<- Dorina

Lisetta, Tobia, Dorina
Pasquino ->

In sala m'attendono gli sposi

Lisetta, Tobia, Dorina
<- Pasquino

Tobia, Lisetta, Dorina e Pasquino
Tu m'attacca le basette

Sala grande.

Medoro, Bettina
 
Medoro, Bettina
<- Marcantonio, Tobia, Pasquino

(Tobia vestito da notaro)

Tobia, poi Bettina, Medoro, Marcantonio
Ho steso già il contratto
Medoro, Bettina, Marcantonio, Pasquino
Tobia ->
Medoro, Bettina, Marcantonio, Pasquino
<- cantanti, suonatori, Lisetta, Dorina
Medoro, Bettina, Marcantonio, Pasquino, cantanti, suonatori, Lisetta, Dorina
<- Tobia
Bettina, Marcantonio, poi Tutti
Qui restate buona gente
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima
Piccola sala con porta nel mezzo aperta, e praticabile. Bottega di cuffiara; in prospetto l'ingresso. Parte del giardino, che corrisponde ad alcuni appartamenti. Piccola sala, come alla scena prima. Sala grande. Anticamera fabbricata, e ammobiliata all'antica. Piccola sala, come nell'atto primo. Boschetto nel giardino con alcune statue; in prospetto un casino ad uso dei bagni con porta aperta; dall'una... Piccola sala, come all'atto primo. Boschetto nel giardino, notte come alla scena ottava. Sala grande, come nell'atto I
Atto secondo

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