Atto secondo

 

Scena prima

Bosco consacrato ad Ecate. Notte con luna.
Connida, Evandro, indi Leucippe.

 Q 

Connida, Evandro

 

CONNIDA

So, che d'Egeo lo sdegno  

in parte si placò; ma pur vorrei

sull'amico vegliar.

 

<- Leucippe

LEUCIPPE
(ad Evandro)

Qui co' la figlia

venga subito il re, Medea l'attende.

EVANDRO
(a Connida)

Per or lasciami sol.

CONNIDA

(Che sarà mai?)

Vado, non m'obliar.

(parte)

Connida ->

 

EVANDRO

Pago sarai.

Dimmi, Leucippe, quale

importante cagion...

LEUCIPPE

Credo, che poco

lo straniero vivrà. Soffri, ch'io torni

presso a Medea.

(parte)

Leucippe ->

 

EVANDRO

Va' pur. Scordar l'offese

d'un'alma è proprio, in cui virtù risiede;

ma colpa è la pietà, se troppo eccede,

 
[N. 12 - Aria]

 N 

Della vendetta il fulmine  

su quella fronte or cada,

che a contrastar sollevasi

il serto al mio buon re.

Tosto l'ultrice spada

sull'infedel discenda,

onde ciascuno apprenda

a non mancar di fé.

(parte)

Evandro ->

 

Scena seconda

Leucippe, e Medea con uno stile.

<- Medea, Leucippe

 

LEUCIPPE

Alfin sole noi siamo.  

MEDEA
(verso la Luna)

Ed io che trassi

te dal carro lucente, Ecate, al suolo

livida, e sbigottita; io, che copersi

di pallid'ombra in sul meriggio il Sole,

io, che scuoto gli abissi, or son costretta,

a fidare a un'acciar la mia vendetta?

LEUCIPPE

Ma cogli incanti tuoi...

MEDEA

Seppi, che il fato

vuol sol successor d'Egeo

l'aborrito stranier.

LEUCIPPE

Perché non segua,

il re del l'ombre eterne

ti porgerà soccorso...

MEDEA

Egli me 'l nega,

la cara figlia mia, di cui palese

è a te sola, Leucippe,

il vero genitor, meco ogni speme

sovra il regno d'Atene

per sempre perderà.

LEUCIPPE

Dunque...

MEDEA

S'uccida

l'usurpator.

LEUCIPPE

La sorte almen t'arrida.

 

Scena terza

Egeo con Asteria e dette.

<- Egeo, Asteria

 

EGEO

Fra queste piante, o sposa, ove ricorri  

alla triforme dea, quando nel cielo

lucente appar, perché ci appelli?

ASTERIA

(Io gelo.)

MEDEA
(a Leucippe)

Or lo saprai. Mia fida,

vanne, e allor che Teseo dal sonno è in preda

a me recane avviso,

che per la man d'Asteria il voglio ucciso.

LEUCIPPE

Vado.

(parte)

Leucippe ->

 

ASTERIA

(Misera me!)

EGEO

Che ascolto mai?

ASTERIA

E gli ospitali dèi

sì vorresti oltraggiar?

(ad Egeo)

Pensa che asilo

tu gli accordasti: che gli déi la vita,

che il vacillante serto

ti sostenne sul crine...

MEDEA

E che involato

da lui ti fia, se non cadrà svenato.

Così vuole il destin.

(dandole lo stile)

Di quest'acciaro

arma dunque la mano.

E svenalo nel sonno.

ASTERIA

Il chiedi invano.

(lo getta in terra)

 
[N. 13 - Terzetto]

 N 

 

 

Pria di versar quel sangue  

voglio cadere esangue.

EGEO E MEDEA

Trema, per lui, per te.

(Egeo raccoglie lo stile)

ASTERIA

Sposa non v'è, né figlia

che peni al par di me.

MEDEA

La madre a te il consiglia.

EGEO

A te l'impone il re.

MEDEA, EGEO E ASTERIA

Mi lacera il seno

la rabbia, il furor,

l' affanno, l'orror.

ASTERIA

Pensa, o padre...

EGEO

Non t'ascolto.

ASTERIA

Cara madre...

MEDEA

Empia, non sento.

MEDEA, EGEO E ASTERIA

Oh che orribile momento!

Oh che barbaro dolor!

(partono in confuso)

Egeo, Medea, Asteria ->

 
 

Scena quarta

Galleria di statue, con sedili di marmo.
Teseo su uno d'essi addormentato, e Leucippe che si avanza cautamente, poi Egeo.

 Q 

Teseo

<- Leucippe

 

LEUCIPPE

(afferrandolo)  

Qual più propizio istante

porgesi per compir l'alta vendetta.

Vieni mio re, t'affretta,

dorme l'indegno.

(dopo d'aver introdotto Egeo, ed a questo additato l'altro, che dorme, ritirasi, lasciandosi di tratto in tratto vedere)

<- Egeo

 

EGEO

Oh sorte!

Passi l'empio dal sonno in braccio a morte.

(sta per ferirlo)

 

Scena quinta

Detti e Asteria frettolosa che trattiene il colpo, e toglie il ferro al padre, Teseo si sveglia, si alza con impeto, e nell'atto di voler snudare la spada, s'avvede d'Asteria, che tiene impugnato lo stile, e resta sorpreso.

<- Asteria

 

ASTERIA

T'arresta, o genitor.  

TESEO

Chi mi risveglia?

stelle! tradito io son.

EGEO

Sì che costei

s'io non accorro, t'uccideva.

ASTERIA

Oh dèi!

TESEO

Dispietata! e perché?

EGEO

Per vendicarsi

del tuo rifiuto.

ASTERIA

Ah! genitor, tu tenti

troppo la mia virtù.

EGEO

Forse oseresti

dir...

ASTERIA

Nulla che t'esponga

a periglio dirò. Non mi discolpo,

io strinsi quest'acciar.

TESEO

Se avida sei

del sangue mio, crudel, versalo pure

fino all'ultima stilla, eccoti il seno;

ma quando poi saprai

chi uccidesti, di duol morir dovrai.

ASTERIA

Ah! prima, anima mia, prima, e te 'l giuro,

tutto quel spargerei, che ho nelle vene.

TESEO

Dunque io sono...

ASTERIA

Il mio bene.

TESEO

E mi ami?

ASTERIA

Anzi t'adoro.

TESEO

E vuoi?...

ASTERIA

La vita;

non già la morte tua.

TESEO

L'odi?

EGEO

È pentita.

Ma in quei lumi smarriti

osserva il tradimento.

ASTERIA

Ah genitor...

EGEO

Che no 'l salvai diresti?

ASTERIA

Ah! che le mie sventure

son giunte al colmo, e se pietà non hai,

t'appaghi il mio morir...

(sta per trafiggersi)

TESEO

Ferma.

EGEO

(trattenendola)

Che fai?

ASTERIA

Termino di penar.

TESEO

No.

EGEO

(gettandole a terra lo stile)

Viver déi.

 
[N. 14 - Recitativo accompagnato]

 N 

 

ASTERIA

Ah! l'ira degli dèi  

più tollerar non so. Me sventurata!

respiro appena... Un palpito affannoso...

m'agita in seno il cor. La voce... il moto...

perdo, e m'offusca il ciglio

un tenebroso vel. Padre... Teseo...

per pietà... m'ascoltate...

lacrimando io ve 'l chiedo...

EGEO

Involati da me.

TESEO

Va'; non ti credo.

 
[N. 15 - Aria]

 N 

ASTERIA

Oh dèi, che leggete    

nel cor de mortali,

deh! voi difendete

la povera Asteria,

che oppressa è da mali;

ma infida non è.

(a Teseo)

Non straziar, crudele, un core,

che sol palpita per te.

(ad Egeo)

Non tentare, o genitore,

la costanza di mia fé.

Ah! chi in sen non sente amore,

chi non lacrima per me.

(parte)

S

Sfondo schermo () ()

Asteria ->

 

EGEO

L'infelice seguiam.

(parte dietro a Asteria)

Egeo ->

 

TESEO

Corrasi...

(s'incammina)

 

Scena sesta

Connida e detto.

<- Connida

 

CONNIDA

Ah! dove?  

TESEO

Nella infausta spelonca, ove sovente

alla maga di Colco

chiaramente risponde

il regnator delle tartaree sponde.

CONNIDA

E qual cagion ti muove

a discender colà?

TESEO

Cercar desìo

il fin de mali, o la sciagura estrema.

CONNIDA

Non andrai senza me.

TESEO

Lasciami o trema.

(parte)

Teseo ->

 

CONNIDA
(seguendolo)

Ascolta...

 

Scena settima

Leucippe trattenendo Connida.

 

LEUCIPPE

Non ti oppor.  

CONNIDA

Nell'antro...

LEUCIPPE

Intesi;

ma propizia fortuna ivi lo invita,

(oppur Medea per togliergli la vita).

 
[N. 16 - Aria]

 N 

Torbido, e nero il dì  

spesso risorge a noi;

ma sul meriggio poi

ritorna in calma.

Giovi sperar così;

respiri il cor nel sen;

e la speranza almen

ristori l'alma.

 
(partono per vie opposte)

Leucippe, Connida ->

 
 

Scena ottava

Interna parte della spelonca dedicata alle divinità infernali, e d'onde queste solevano rispondere, e dare gli oracoli. La medesima dimostra d'essere dalla natura incavata nelle viscere d'un monte, ed in essa per una scoscesa e scabrosa scala dall'alto discendesi. Si vedono varie bocche spalancate qua, e là, dalle quali miste a delle fiamme, escono le voci degli abitatori d'Averno; e dalla più grande di queste, che di continuo erutta foco scaturisce a suo tempo l'ombra d'Etra.
Teseo discendendo dall'alto con segni di sorpresa e d'orrore; e Coro invisibile di divinità infernali.

 Q 

<- Teseo

 
[N. 17 - Scena infernale]

 N 

 

TESEO

Ohimè!... dove m'inoltro!  

spaventoso divien più che discendo,

l'antro feral... che oscurità! qual grave

aer mi cinge... e quali

fiammeggianti voragini vegg'io

aprir sotto a' miei piè... Gli scabri sassi...

il dubbio lume... l'eco mesta... e il freddo,

che m'ispira d'intorno, orror di morte,

di mia funesta sorte

son presagi fatali.

Parlate per pietà, numi infernali.

CORO

Che vuoi del Tartaro

dalle deità?

TESEO

Quai voci

terribili, ed atroci! agghiaccio, e sento

sollevarmisi il crin...

CORO

Che vuoi del Tartaro

dalle deità?

TESEO

Parlate per pietà... ditemi, oh dei!

quando termine avranno i mali miei.

CORO

Quando Asteria

al tuo talamo trarrai,

i tuoi mali avran fin.

TESEO

Che intendo mai?

Ah! pria che la natura

io faccia inorridir: pria, che confonda

i nomi di germana, e di consorte,

tetre divinità, voglio la morte.

CORO

Sposa Asteria.

TESEO

Tacete, oh dei! tacete:

non m'accrescete orrore,

non lacerate un core,

che merita pietà.

CORO

Sposa Asteria.

TESEO

La morte

voglio pria, che confonda

i nomi di germana, e di consorte.

 
(sta per gettarsi nell'aperta voragine, quando da quella a un tratto sorte l'Ombra materna, ond'egli spaventato retrocede, e seguita)
 

Scena nona

L'Ombra d'Etra, Teseo, e Coro invisibile.

<- Ombra

 

TESEO

L'Ombra materna?... ohimè!  

forse travede il ciglio?

no, non m'inganno...

OMBRA

Figlio.

TESEO

Vedimi, o madre, al piè.

(s'inginocchia, e fa la seguente preghiera)

Deh! tu consola almen ~ quest'infelice,

tu l'orribile arcan ~ fa', ch'io comprenda;

e se 'l richieggio invan ~ se non ti lice,

fa', che d'Erebo in sen ~ teco discenda.

(s'alza)

OMBRA

Figlio, di consolarti è a me concesso;

leggi l'arcano in quelle cifre espresso.

 
Comparisce a un tratto la seguente iscrizione in caratteri di foco, sopra una parete:
NON È QUAL SI SUPPONE
NATA ASTERIA D'EGEO; MA DI GIASONE.
 
 
(mentre Teseo fissasi nella medesima, l'Ombra s'inabissa)

Ombra ->

 

CORO

Lascia il Tartaro, e t'affretta

con Asteria a giubilar.

TESEO

Oh dei! che giubilo!

che bel contento!

in sen mi sento

brillare il cor.

(lieto parte)

Teseo ->

 
 

Scena decima

Appartamenti reali con logge come sopra.
Medea, Evandro, e una Donzella con una sottocoppa, sopra cui la tazza, che poi si nomina, la quale vien da Evandro presa, e consegnata a una Guardia.

 Q 

Medea, Evandro, donzella, guardia

 

MEDEA

Ecco, mio fido, il nappo,  

che allo stranier, quando da Egeo si astringa

a giurar fedeltà, tu porgerai.

 
(qui parte la Guardia co' la tazza)

guardia, donzella ->

 

 

Libato appena, il traditor vedrai

straziato dal veleno

scontorcersi, e cader sovra il terreno.

EVANDRO

E chi l'infuse?

MEDEA

La mia man.

EVANDRO

Che ascolto?

Dunque l'augusta pompa,

che qui s'appresta...

MEDEA

Il suo morir prepara.

EVANDRO

Ma Egeo non lo dichiara

del trono successor?

MEDEA

Per mio consiglio

mostra sereno il ciglio,

mentre turbato ha il cor. Tu lo consola,

tu l'esorta a sperar. Di', ch'io presaga

in tal'istante di felice evento,

mi preparo a gioir, più non pavento.

 
[N. 18 - Aria]

 N 

 

In vago sereno  

cambiaro le stelle

le irate procelle,

il torbido orror.

In questo mio seno

l' amaro tormento,

è fatto contento,

e gioia il timor.

(parte)

Medea ->

 

Scena undicesima

Egeo, Asteria, Evandro, Connida, Leucippe, coro di Grandi, e Popolo, poi Teseo.

<- Egeo, Asteria, Connida, Leucippe, grandi, popolo, alcune guardie

 
[N. - 19 Coro]

 N 

 

CORO

Di Cecrope il soglio  

si doni a Teseo;

Atene d'Egeo

lo vuol successor.

 

EGEO

E per tal già lo elessi.  

ASTERIA

Ancora, o padre,

s'egli a negarmi insiste

la destra sua?...

EGEO

Taci.

CONNIDA

L'invitto eroe,

ecco, o popol d'Atene.

EVANDRO

Ecco, gran re, Teseo, che a te se n' viene.

 

<- Teseo

TESEO

Cara Asteria... mio re...

EGEO

Porgimi il nappo,

Evandro, ond'ei mi giuri,

eterna fedeltà.

(Evandro porge la tazza a Egeo)

TESEO

Senti...

EGEO

(la porge a Teseo con ilarità sostenuta)

Ricevi

dalla mia man la sacra tazza e bevi.

 
(Teseo con una mano prende la tazza, con l'altra snuda la spada)
 
[N. 20 - Recitativo accompagnato]

 N 

 

TESEO

Giuro su questa spada,  

che al par di me, prove di fé, di zelo,

niun'altro ti darà.

(s'oppressa la tazza alla bocca)

EGEO

(con impeto impedendogli di bere)

T'arresta.

TESEO

(Oh cielo!)

EGEO

(prendendo di mano a Teseo la spada)

Qual acciar. D'onde mai l'avesti?

TESEO

Dalla madre.

EGEO

Ed Etra...

TESEO

Ed Etra

era appunto mia madre.

EGEO

(gli getta a terra la tazza)

Oh scoprimento!

TESEO

Oh giorno!

EGEO

Oh figlio!

TESEO

Oh padre!

(restano abbracciati)

ASTERIA

Tu mio german?

LEUCIPPE

(Medea

corrasi ad avvertir.)

(parte)

Leucippe ->

 

EGEO

Chi mai l'avrebbe  

potuto immaginar? Perché palese

mi fosse un giorno l'esser tuo, lasciai

questo mio ferro, e ad Etra

di consegnarlo al figlio mio commisi

quando fosse atto a sollevar la pietra

sotto cui la celai. Forse il destino

volle, che a me in pensiero

non cadesse giammai, che tu quel figlio

esser potevi, ed a sì gran periglio

espor mi volle in pena

d'un obliato amor.

TESEO

Diletta Asteria,

sappi...

EGEO

Torna, Teseo,

agli amplessi paterni. Ah! sol chi è padre

in sì caro momento

immaginar potrà quello, ch'io sento.

 
[N. 21 - Aria]

 N 

 

EGEO

Deh! serbate, amici dei  

a' cadenti giorni miei

un sì amabile sostegno,

ed al regno un successor.

(raccogliendo la spada gettata innanzi a terra con furore)

Ma dov'è la dispietata,

che apprestò sì reo veleno.

La raggiungo, e lascio il freno

al mio sdegno, al mio furor.

(parte)

Egeo ->

 

Scena dodicesima

Teseo, Asteria, Evandro, e Connida.

 

ASTERIA

Plachisi per pietà...  

TESEO

Lasciane, o cara,

a me tutto il pensier. Senti...

ASTERIA

Che vuoi?

TESEO

Germano io non ti son.

ASTERIA

Creder degg'io

a sensi tuoi?

TESEO

Non dubitar, ben mio.

 

Scena tredicesima

Egeo, e detti.

<- Egeo

 
[N. 22 - Finale]

 N 

 

EGEO

Ah perfida Medea! già l'inumana  

da noi si dileguò. S'insegua, andate:

non si rispetti più.

 
(Evandro con alcune guardie parte)

Evandro, alcune guardie ->

 

 

Ma l'inseguirla

sarà opra vana. Ella per vie s'invola

ignote a noi.

TESEO

Deh! genitor, perdona

alla donna di Colco,

ella ignorava,

che tuo figlio foss'io...

 
(seguono lampi, e tuoni)
 

CORO

Lampeggia, e tuona.

ASTERIA

Oh ciel!

TESEO

Che mai sarà?

 
(scoppia un fulmine, e cade una porzione della volta)
 

EGEO

Purtroppo io scorgo,

che della donna rea

fia questa un'opra.

CONNIDA

Osserva.

CORO

Ecco Medea.

 

Scena ultima

Medea comparisce in alto sopra un carro tirato da due draghi, che vomitano fuoco, e calata fino ad un certo termine si arresta sopra un gruppo di nuvole.

<- Medea

 

EGEO

Ah! perché, scellerata,  

non scendi fino a me?

ASTERIA
(ad Egeo)

Placati!

TESEO
(a Medea)

Imploro

per te il perdono, se d'Asteria sveli

qual sia il natal.

MEDEA

Quando lasciai Corinto,

e il letto di Giason, pegno di lui

la portava nel sen.

EGEO

(appressandosele col ferro in pugno)

Punirti io voglio,

empia.

MEDEA

E minacci ancor? che insano orgoglio!

Se non frenasse il mio furor la figlia,

vorrei, non che la reggia,

in un oblio profondo

Atene seppellir, la Grecia, il mondo.

 
(rapidamente s'innalza, e perdesi di vista, rimanendo tutti gli spettatori estaticamente osservandola).

Medea ->

 

EGEO

Ah! si lasci all'ira in preda.  

ASTERIA

No, si plachi il suo furor.

TESEO, CONNIDA

Or la gioia in noi succeda

al più barbaro dolor.

EGEO, ASTERIA, TESEO E CONNIDA

Tutto d'intorno

piacere ispiri,

e in sì bel giorno

tutto respiri:

una ridente serenità.

TESEO

Idol mio...

ASTERIA

Mio bel tesoro.

TESEO

Per te vivo...

ASTERIA

Per te moro...

TESEO

Di dolcezza.

ASTERIA

Di piacer.

EGEO

(abbracciando Teseo e Asteria)

M'abbracciate, o figli, almeno

CONNIDA

(abbracciando Teseo)

Vieni, amico a questo seno

EGEO

Che voglio con voi goder.

Insieme

CONNIDA

Che voglio con te goder.

 

EGEO, ASTERIA, TESEO E CONNIDA

Più bell'aurora

non vide ancora

la nostra età.

 
(si vede lampeggiar da sinistra)
 

TUTTI COL CORO

Da sinistra il ciel balena:  

già ridente appare il di:

mostra il sol fronte serena:

l'atro turbine sparì.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo

Bosco consacrato ad Ecate; notte con luna.

Connida, Evandro
 

So, che d'Egeo lo sdegno

Connida, Evandro
<- Leucippe

Evandro, Leucippe
Connida ->

Evandro
Leucippe ->

[N. 12 - Aria]

Evandro ->
<- Medea, Leucippe

Alfin sole noi siamo / Ed io che trassi

Medea, Leucippe
<- Egeo, Asteria

Fra queste piante, o sposa, ove ricorri

Medea, Egeo, Asteria
Leucippe ->

[N. 13 - Terzetto]

Asteria, Egeo e Medea
Pria di versar quel sangue
Egeo, Medea, Asteria ->

Galleria di statue, con sedili di marmo.

Teseo
 

(Teseo è addormentato)

Teseo
<- Leucippe

Qual più propizio istante

Teseo, Leucippe
<- Egeo

(Leucippe si ritira)

Teseo, Leucippe, Egeo
<- Asteria

(Teseo si sveglia)

T'arresta, o genitor / Chi mi risveglia?

[N. 14 - Recitativo accompagnato]

Ah! l'ira degli dei

[N. 15 - Aria]

Teseo, Leucippe, Egeo
Asteria ->

Teseo, Leucippe
Egeo ->

Teseo, Leucippe
<- Connida

Ah! dove?

Leucippe, Connida
Teseo ->

(Leucippe si rivela)

Non ti oppor / Nell'antro / Intesi

[N. 16 - Aria]

Leucippe, Connida ->

Interna parte della spelonca dedicata alle divinità infernali; la medesima dimostra d'essere dalla natura incavata nelle viscere d'un monte, ed in essa per una scoscesa e scabrosa scala dall'alto discendesi; si vedono varie bocche spalancate qua, e là, dalle quali miste a delle fiamme, escono le voci degli abitatori d'Averno; e dalla più grande di queste, che di continuo erutta foco scaturisce a suo tempo l'ombra d'Etra.

<- Teseo

[N. 17 - Scena infernale]

Ohimè!... dove m'inoltro!

Teseo
<- Ombra

L'Ombra materna?... ohimè!

Teseo
Ombra ->

Teseo ->

Appartamenti reali con logge.

Medea, Evandro, donzella, guardia
 

Ecco, mio fido, il nappo

Medea, Evandro
guardia, donzella ->

[N. 18 - Aria]

Evandro
Medea ->
Evandro
<- Egeo, Asteria, Connida, Leucippe, grandi, popolo, alcune guardie

[N. - 19 Coro]

E per tal già lo elessi.

Evandro, Egeo, Asteria, Connida, Leucippe, grandi, popolo, alcune guardie
<- Teseo

[N. 20 - Recitativo accompagnato]

Giuro su questa spada

Evandro, Egeo, Asteria, Connida, grandi, popolo, alcune guardie, Teseo
Leucippe ->

Chi mai l'avrebbe

[N. 21 - Aria]

Evandro, Asteria, Connida, grandi, popolo, alcune guardie, Teseo
Egeo ->

Plachisi per pietà...

Evandro, Asteria, Connida, grandi, popolo, alcune guardie, Teseo
<- Egeo

[N. 22 - Finale]

Ah perfida Medea! già l'inumana

Asteria, Connida, grandi, popolo, Teseo, Egeo
Evandro, alcune guardie ->

(lampi e tuoni)

(scoppia un fulmine, e cade una porzione della volta)

(Medea comparisce in alto sopra un carro tirato da due draghi, che vomitano fuoco)

Asteria, Connida, grandi, popolo, Teseo, Egeo
<- Medea

Ah! perché, scellerata

(Medea rapidamente s'innalza, e perdesi di vista)

Asteria, Connida, grandi, popolo, Teseo, Egeo
Medea ->

(si vede lampeggiar da sinistra)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena ultima
Selva oscurissima sparsa d'antiche piante che formano quasi labirinto intorno ad uno scosceso monte,... Veduta interna delle mura d'Atene con gran porta praticabile. Tempio d'Amore, e d'Imeneo, con simulacri di queste divinità innanzi alle quali ara accesa. Appartamenti reali con logge aperte, corrispondenti sulla gran piazza. Bosco consacrato ad Ecate; notte con luna. Galleria di statue, con sedili di marmo. Interna parte della spelonca dedicata alle divinità infernali; la medesima dimostra d'essere dalla... Appartamenti reali con logge.
[N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Coro] [N. 3 - Duetto] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Aria] [N. 6 - Recitativo accompagnato] [N. 7 - Aria] [N. 8 - Aria] [N. 9 - Recitativo accompagnato] [N. 10 - Aria con coro] [N. 11 - Finale I] [N. 12 - Aria] [N. 13 - Terzetto] [N. 14 - Recitativo accompagnato] [N. 15 - Aria] [N. 16 - Aria] [N. 17 - Scena infernale] [N. 18 - Aria] [N. - 19 Coro] [N. 20 - Recitativo accompagnato] [N. 21 - Aria] [N. 22 - Finale]
Atto primo

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