Atto secondo

 

Scena prima

Salone magnifico per veglie, e festini, pieno di macchine trionfali esprimentino il triondo di Tomiri, con pomposo trono nel mezzo, nel quale siederà Tomiri assistita da Tigrane, Policare, ed Oronte, e coro di Sciti, che fanno spettacoli, alla loro usanza, e dopo finiti, dirà Tomiri:

 Q 

coro di sciti

<- Tomiri, Tigrane, Policare, Oronte, Doraspe

 

TOMIRI

Fine ai giochi s'imponga; e tu mio fido  

l'usato bagno appresta.

ORONTE

Io volgo il piede,

ove addita il tuo cenno, e la mia fede.

(parte)

Oronte, coro di sciti ->

 

TOMIRI

Tai spettacoli, o regi,  

qual vi diero piacer?

POLICARE

Molto.

DORASPE

E gradito.

TOMIRI

Ne gode il cor.

POLICARE

Ma in breve,

di più strano spettacolo impensato,

spettatrice sarai.

TOMIRI

E qual?

DORASPE

Tigrane,

atterrar, combattendo, o morir noi.

TOMIRI

E come?

DORASPE

Ei così vuol.

TOMIRI

Perché! Parlate?

POLICARE

A quel di noi di sposo tuo l'insegna

egli darà, che in singolar cimento

vincer saprallo.

TOMIRI

(O crudo amor, che sento!)

Dunque, in tal forma, o duce, il nuovo sposo

a me tu dar pretendi, in onta a quello,

ch'io bramava da te?

TIGRANE

Mezzo ben degno

questo stimai...

TOMIRI

No, taci; a me la gemma:

e queste sian del tuo fallir le pene.

(Così salvo dal rischio il caro bene.)

TIGRANE

Eccola, e giacché reo

stimi un pensier di gloriosa impresa,

scusar no 'l vo, né deggio; e con fortezza

soffrironne il castigo.

POLICARE
(a Tomiri a parte)

A tue promesse,

reina, già mancasti, onde delusa

la speme mia, d'infedeltà t'accusa.

DORASPE
(a Tomiri a parte)

Infida per me fosti.

TOMIRI

(a Policare a parte)

Io ti perdono

di questo error.

(a Doraspe a parte)

Fui sempre fida, e sono.

POLICARE
(a Tomiri a parte)

Ma se eletto non fui,

se mi veggo schernito, e se ricevo

tanto torto da te, lagnar mi devo.

TOMIRI

(a Policare a parte)

A Tigrane l'imposi: ei mi mancò.

(a Doraspe a parte)

Il mio duce il dovea: che far si può.

POLICARE
(a Tomiri a parte)

Dunque, torno a sperar; che possa il core

premio goder del suo costante amore?

DORASPE
(a Tomiri a parte)

Dunque torno al riposo?

TOMIRI

(a Policare a parte)

Mio consorte sarai...

(a Doraspe a parte)

Sarai mio sposo.

 

POLICARE

Caro ben, mio dolce amore...  

DORASPE

Bella fiamma del mio core...

POLICARE E DORASPE

Tu puoi l'alma consolar.

POLICARE

Da te spera il core amante...

DORASPE

Da te brama il cor costante...

POLICARE E DORASPE

Bel conforto al suo penar.

Policare, Doraspe ->

 

Scena seconda

Tomiri, e Tigrane.

 

TOMIRI

Dovea, dunque il tuo sangue, incauto duce,  

dar lo sposo a Tomiri? Ah mio... (Già amore,

mio ben dir mi facea per mio rossore.)

TIGRANE

Gloria stimai posporre all'util tuo

la propria vita.

TOMIRI

Anzi pensar dovevi,

che gl'util di Tomiri, il ciel ben tutti

ne la tua vita impresse.

(Vorrei senza parlar, che m'intendesse.)

TIGRANE

Troppo avanza il mio merto un tanto onore.

TOMIRI

No, Tigrane, t'inganni:

sappi... (ma che!) dirò... (son io confusa)

che 'l merto tuo... (già il sospirar mi scopre)

più di quel, che tu pensi è a me palese.

(Ahi! Che avvilita son s'egli m'intese.)

TIGRANE

Se li servigi miei così graditi

sono da te, chi più di me felice!

TOMIRI

Sono graditi assai, più che non lice.

(Ma più soffrir non so: sciolgasi il freno.

Dirgli vo', che l'adoro:) attento ascolta,

Tigrane, un mio pensier.

TIGRANE

La gran dovuta

attenzion ti porgo.

TOMIRI

(A l'opra amore.)

Sappi, che fin dal giorno...

(Mi scopro, o non mi scopro! O mio gran scorno!

Ma la voce vien meno

e vinta è dal rossor.) Riserbo, o duce,

a miglior tempo il palesar l'arcano,

ch'ora per altro affar partire io deggio.

(In tacere, e in parlar, la morte io veggio.)

 

Te 'l dirò  

quand'io potrò;

ma da te sol chiedo, e vo;

gran silenzio, e fedeltà.

Basta: ancor

non bene il cor

posto ha in fuga il suo timor;

e perciò parlar non sa.

Tomiri ->

 

Scena terza

Tigrane solo.

 

 

Chi sa? Forse, del regno affar non lieve  

ella voglia, qual suole,

dare in guardia al mio core.

Ma del soglio richiesto, in finti modi,

già l'impegno compii;

è in mezzo a quel, ch'a del tradir sembianza,

serbi più di splendor la mia costanza.

 

Perché amore  

non sgridi il mio core;

perché fede

a mancanza non cede,

finger deggio macchiare il mio onor.

Ma con arte di nobile ingegno,

nel gran rischio dell'alto mio impegno,

per virtude sarò traditor.

Tigrane ->

 
 

Scena quarta

Cortile regio.
Meroe, ed Orcone.

 Q 

Meroe, Orcone

 

MEROE

Se fido è a me l'amante, egli qui deve  

recarmi il chiesto foglio.

ORCONE

Per me l'ho per sicuro.

A la vampa d'amore,

tanto il sangue gli bolle,

che sta scottato infino a le midolle.

MEROE

Sin, che prove più chiare

ei non mi porga del suo fido amore,

sorge nel mio pensier sempre il timore.

 

Scena quinta

Tigrane, e detti.

<- Tigrane

 

TIGRANE

Fido a te son più, che non pensi, o cara.  

Ecco il foglio, che brami.

MEROE

Or sì, ch'io posso

viver di te sicura.

ORCONE

(Ha negl'occhi il meschin d'amor l'arsura!)

TIGRANE

Leggi, amato mio ben; Io non condanno

il dubbio del tuo cor (Uop'è ch'io finga

d'appagar l'odio suo con tal lusinga.)

MEROE

Tutto dettasti ben: quanto ti devo.

TIGRANE

Solo dal tuo piacer premio ricevo.

MEROE

Orcone, a te consegno,

nel chiuso foglio, il gran secreto: vanne;

e fa' per cauta man, che giunga al duce

de' miei fedeli eroi.

ORCONE

Or eseguisco a volo i cenni tuoi.

(parte)

Orcone ->

 

TIGRANE

Ma, idol mio, qui giungerà fra poco  

la regnante Tomiri; a far, che i rischi

da noi sian lungi, io parto.

MEROE

O caro amante,

vanne, ma qui mi lascia il cor costante.

 

TIGRANE

Ma qual cor,  

s'io già te 'l diedi?

S'altro core in me non è?

S'ho vigor

di stare in vita

senza core,

è miracolo d'amore,

è virtù de la mia fé.

Tigrane ->

 

Scena sesta

Tomiri, e Meroe.

<- Tomiri

 

TOMIRI

Quanto piacer mi reca  

qui sola ritrovarti, Egizia amata!

MEROE

Signora, un tal piacer mi fa beata.

TOMIRI

Bramo di una virtù l'ultime prove.

MEROE

Eccomi pronta.

TOMIRI

Il nome

vo', che mi scopri ben, di chi dicesti,

che affligge l'alma mia.

MEROE

Già l'osservai:

tu l'impedisti ed or lo sentirai.

Ei Tigrane si noma; ed ha l'impero

di tue squadre guerriere: è vero?

TOMIRI

È vero.

(Ahi! Che non fosse ver:) la parte occulta

del cor già t'è palese.

MEROE

(Già tutta a l'arti mie, l'empia si rese.)

TOMIRI

Ma già, che a te scoverto

è del mio sen l'interno, ogn'or ti voglio

segretaria fedel de l'amor mio.

MEROE

È grazia eccelsa, è generoso dono.

(Già de le mie vendette in porto io sono.)

TOMIRI

Ma, già che di me serbi

la parte più gentil; dunque m'ascolta:

vanne; vedi Tigrane...

tenta con cauti modi...

MEROE

Parla: che forse l'ami?

TOMIRI

Io l'amo sì... ma no... che del suo merto

sol vivo amante... oh dio! né men... vorrei,

che intendesse il mio amor, ma non capisse,

che io ti parlai.

MEROE

Mi spiace,

che scorsi da sua man, ch'ama fedele

regal donzella, a mia virtude ignota.

TOMIRI

Ama Tigrane? E come?...

Ahi! Che nel sangue io sento

freddo velen, che già mi giunge al core!

MEROE

(Quanto piacer mi dà quel suo dolore!)

TOMIRI

(Or forza è, ch'io mi scopra.)

Sì vanne; a te non manca

arte, ed invenzion: vanne, e gli svela

il foco, c'ho nel sen: di' che languisco

per lui di fido amor...

MEROE

Pronta, ubbidisco.

TOMIRI

Oh dio! Ch'io non ho posa... in te confido...

Parti, e torna fedel: porta a quest'alma

la sospirata calma; e a la tua fede

prepara un regio cor degna mercede...

 

Con la gloria, ancor l'amore,  

tutto lascio in tuo poter.

Pensa a farmi lieto il core;

ma rifletti anco al dover.

Tomiri ->

 

Scena settima

Meroe sola.

 

 

Vanne, nemica mia, vanne, ed aspetta  

da l'Egizia fedele altr'opra illustre

per troncar la tua speme,

d'indurre a l'amor tuo

il mio caro Tigrane; ecco risolvo,

sola, tacita, e senza

far palese a l'amante il mio disegno,

oggi farti esalar lo spirto indegno.

 

Son gelosa, e sono amante;  

e m'affretta

a la vendetta

crudo sdegno, e fido amor.

Del mio padre all'ombra errante,

e a la pena,

che mi svena,

darà pace il mio furor.

Meroe ->

 
 

Scena ottava

Loco magnifico di deliziose verdure, ove si vedranno diversi giochi d'acque, che vanno a formare il bagno per la regina, dentro una chiusa macchina; con coro di Muti, che lo custodiscono.
Oronte solo con lettera.

 Q 

coro di muti, Oronte

 

ORONTE

L'osservanza di fede, e d'onore,  

s'ammira in un core,

come vanto di vera virtù.

 
(verrà una comparsa)

<- comparsa (Morasso)

 

O là! Morasso, in fretta,  

questo foglio ad Alarco,

custode de' confini,

in nome del gran duce, in man tu reca.

(parte la comparsa)

comparsa (Morasso) ->

 

 

De l'amico Tigrane,  

tanto chiede il comando, e tanto impone

d'amicizia, e dover, legge, e ragione.

Ma qui Tomiri.

 

Scena nona

Coro di Paggi, che portano diversi bacini con cose necessarie per lo bagno.
Tomiri, corteggiata da Tigrane, Policare, Doraspe, e Dorilla, e detto.

<- paggi, Tomiri, Tigrane, Policare, Doraspe, Dorilla

 

TOMIRI

Oronte, i miei campioni,  

dopo l'usato bagno, io qui vo' pronti

per dispensar i doni a' lor dovuti

in questo lieto dì.

ORONTE

La mia gran fede,

solo nell'ubbidir tutta risiede.

TOMIRI

Aprasi il bagno.

 
S'apre il bagno da' Custodi, con diverse cerimonie, che si faranno da essi, e da' Muti.

Oronte ->

 

TOMIRI

Amici regi, e voi  

permettete, ch'io doni al corpo lasso

breve ristoro almeno.

POLICARE

È mio piacer: così volesse amore

ch'aver lo potess'io nel tuo bel seno.

DORASPE

Godo nel tuo riposo;

così aver lo potesse il mesto core.

DORILLA

(Adesso fa la sorda.

Oh come la sa dar bene la corda!)

TOMIRI

Duce, l'egizia donna

vedesti ancor?

TIGRANE

Non anche.

TOMIRI

Or, mentre io chiusa

sarò nel bagno, tu la trova, e dille,

che qui l'attendo.

TIGRANE

Adempirò tua brama.

TOMIRI

(Così dir gli potrà del cor, che l'ama.)

DORILLA

(Non si dà la più destra!

È d'inganni un'arcissima maestra!)

 
(entra nel bagno Tomiri con Dorilla, e paggi, e si chiude il bagno)

Tomiri, Dorilla, paggi, coro di muti ->

 

Scena decima

Policare, Doraspe, e Tigrane.

 

POLICARE

Del nostro, e tuo valor le prove illustri,  

di Tomiri un comando

disperde a terra.

DORASPE

Io sol bramava il punto

di veder se 'l mio brando

resisteva a' tuoi colpi.

TIGRANE

Il mio consiglio

da modesto riflesso ebbe il natale:

altro dirvi non so.

POLICARE

Tutto conosco,

e doppio onore il tuo parlar t'aggiunge.

DORASPE

Troppo il rispetto tuo ti fa gentile.

TIGRANE

Tutto offrir ve lo deggio, in atto umile.

 

DORASPE

Mostri a l'opre, e mostri al volto  

nobil alma, e regio cor.

E si ammira in te raccolto

maestà, spirto, e valor.

Doraspe ->

 

Scena undicesima

Policare, e Tigrane.

 

POLICARE

Duce, amico ti voglio: il tuo valore  

tanto da me richiede.

TIGRANE

Un don sì caro,

lieto mi rende, o re.

POLICARE

De l'opre tue

esser ammirator, sarà mio vanto.

TIGRANE

Lieto sarò, se giunger posso a tanto.

POLICARE

Ma, troppo vani, amico,

veggo gli auguri tuoi: Tomiri, ancora

differisce quell'ora,

che può gli amori miei render felici:

e accresce il mio penar: tu, che ne dici?

TIGRANE

Dico, che oscuri sono

d'un regio cor gli arcani.

POLICARE

Ahi! Che la pena

troppo atroce mi svena!

Deh! Se nel tuo gran cor pietade alberga;

già ché presso Tomiri

han tanto merto i fidi tuoi consigli,

opra tu, che s'appigli

a dar pace al mio core;

che indegno già non sono

del suo amor, del suo letto, e del suo trono.

TIGRANE

Quanto far posso, o re, sperar tu puoi,

che già noti a me sono i merti tuoi.

 

POLICARE

Se mai  

ti punse il cor

d'amor lo strale

saprai

quant'aspra sia

la mia

ferita.

Vaga

è la piaga

è ver, ma fia mortale,

se in te

pietà non v'è

per darmi aita.

Policare ->

 

Scena dodicesima

Tigrane solo.

 

 

Tra 'l grave dolor mio  

io deggio compatir l'altrui dolore!

A quel già scritto foglio,

che a Meroe diedi, in cui

in sembianza di reo dipinto io sono,

già riparo donai con l'altro, or dato

in cura al fido Oronte.

E con egual misura oggi si veda,

che l'amore, a la fede in me non ceda.

 

Vedi onor!  

Se son costante;

vedi amor

se sono amante;

dite poi,

se mai da voi

premio aspetta la mia fé.

Se lo merto, io questo attendo,

che pretendo

sol giustizia, e non mercé.

Tigrane ->

 

Scena tredicesima

S'apre il bagno, ed esce Tomiri co 'l corteggio de' Paggi, e Muti.
Si porterà una sedia di riposo, e tavolino, su del quale vi saranno premi diversi, che Tomiri anderà dispensando a' Capi della sua milizia.

<- Tomiri, Dorilla, paggi, coro di muti

<- milizia

 

TOMIRI

Lasciatemi qui sola.  

 
(partiranno tutti)

Dorilla, paggi, coro di muti, milizia ->

 

 

L'egizia ancor non veggio!  

Chi sa, s'ora a Tigrane, il mio tesoro,

ella fida palesi,

ch'io l'amo, e che l'adoro?

Ah! No, che no 'l vorrei...

l'onor... la maestade...

la promessa a i due regi... O mio cordoglio!

O confuso pensier! Voglio, e non voglio!

(si appoggia pensierosa, sembrando, che dorme)

 

Scena quattordicesima

Meroe inosservata, e poi Tigrane, e detta.

<- Meroe

 

MEROE

Sola Tomiri! E parmi  

in cupo sonno immersa!

Su via, alma, coraggio; ecco il gran punto,

di mia vendetta, inaspettato, è giunto.

 
Meroe cava uno stilo, e s'incammina verso Tomiri; intanto viene Tigrane, e nel mentre, che Meroe vuol ferire Tomiri, Tigrane toglie a Meroe lo stilo, ed ella con voce alta dice a Tigrane:

<- Tigrane

 

Ah! Traditor, che fai?  

TOMIRI

(a queste voci, tutta sbigottita s'alza Tomiri, e dice)

Ahimè, chi mi soccorre? Aita o dèi!

Che veggio! Ahi, qual orror! Traveggo, o sogno!

Dunque contro di me! Crudele, dunque,

Tigrane un traditor! Svenarmi vuole

chi tanto è a me sì caro! In che peccai,

che di morte appo te colpevol sono!

Parla: di', che ti feci; e ti perdono.

MEROE

(In tal rischio imminente io mi confondo!)

TIGRANE

(Per salvare il mio ben, che mai rispondo!)

 

Scena quindicesima

Oronte con Guardie, e detti.

<- Oronte, guardie

 

ORONTE

A tue voci son pronto  

co' più fidi custodi.

TOMIRI

Al mio gran rischio,

stupido ancor tu resta!

ORONTE

In qual sembianza

io miro il duce!

TOMIRI
(a Tigrane)

E ancor non parli ingrato?

MEROE

Che mai risponderà?

TIGRANE

(Son disperato.)

TOMIRI

Dal tuo pallido volto,

dal silenzio ostinato, io ben ravviso

l'error, che festi, o dio! Ma già, che vinto.

Dallo stesso delitto, il labbro tuo

parlar non osa; almeno

tu, che incontro al fellon schermo mi festi,

cara egizia fedele,

di' come accadde quel, che, se non fusse,

da le vene il mio sangue io spargerei.

TIGRANE

(Ove mai v'appigliate affetti miei!)

MEROE

Io timor non riserbo,

franca a scoprirti il ver.

TOMIRI

Di' pur.

MEROE

Qui venni...

TIGRANE

Ferma, Egizia, le voci.

TOMIRI

E che pretendi?

TIGRANE

Ridirti io quel, che per me sol si deve.

TOMIRI

Questo fia mio piacere.

MEROE

(Il traditore

vuol dell'accusa mia portar l'onore.)

TOMIRI

Via, che ritardi?

TIGRANE

Io ti dirò: costei...

MEROE

(Già comincia l'accusa.)

TOMIRI

(additando Meroe)

È quella appunto

che mi salvò la vita?

TIGRANE

(O dèi!) No 'l niego.

MEROE

(Che strani sensi ascolto!)

TOMIRI

Che ritenne il tuo braccio?

TIGRANE

(O cieli!) È vero.

MEROE

(Io fuor di me rimango.)

TOMIRI

Che fu difesa mia?

TIGRANE

Sì, tua difesa.

MEROE

(O d'amor grande eccesso!)

TOMIRI

È quella al fine

a cui la vita io deggio?

TIGRANE

Io no 'l dissento.

MEROE

(O d'un fido amator strano portento!)

ORONTE

(Ei confessa il delitto: e pur no 'l credo!)

TOMIRI

O perverso desio!

TIGRANE

(Salvi l'amata, e 'l fallo suo sia mio.)

TOMIRI

Palesa almen l'errore,

già che negar non puoi l'empio attentato.

TIGRANE

Nulla risponder so: son sventurato.

TOMIRI

Ah! Che solo il mio core

è sventurato. (e ben m'intende amore.)

Ancora un breve istante al pentimento

mia pietà ti concede.

TIGRANE

Io pentirmi! E di che? De la mia fede?

TOMIRI

Palesasti il delitto;

ed or fedel ti chiami?

(O mio core infelice!)

MEROE

(Intender non lo può; ma il ver le dice.)

TOMIRI

A che creder degg'io!

TIGRANE

Credimi amante sol dell'onor mio.

TOMIRI

Ma già, che un sol rimorso

tu nieghi al tuo delitto, e all'amor mio;

s'arresti alle sue stanze;

(ad Oronte)

e tu procura,

che pentito si renda.

ORONTE

Io t'ubbidisco;

e tal renderlo spero a le mie preci.

TIGRANE

Eh, che dir non poss'io quel che non feci.

 

Reo mi credi, e pur son fido.  

Pe' la gloria in me s'accende,

la mia fede più risplende,

più, che allor ti sembro infido.

 
(parte con Oronte)

Oronte, Tigrane, guardie ->

 

Scena sedicesima

Tomiri, e Meroe.

 

TOMIRI

(abbracciandola)

Cara giacché mi desti  

col tuo fido soccorso oggi la vita;

il mio tradito amor tu ancor consola.

MEROE

Feci ciò, che dovei.

(Ma compir la vendetta io non potei.)

TOMIRI

Dimmi: tu gli parlasti?

MEROE

Io già no 'l vidi.

TOMIRI

Forse nascosto egli era,

meditando il gran colpo.

MEROE

Nulla saprei ridirti.

(Ah! S'all'ombra del padre io posso offrirti!)

Quanto ti compatisco!

TOMIRI

Or tu, pietosa,

vanne, lo vedi, e cerca

di saper la cagion dell'odio suo:

movilo al pentimento;

e, se tempo ti par, digli, che l'amo.

No... ferma... poi v'andrai... ah! Che già sento

insoffribile farsi il mio tormento.

MEROE

Tutto oprerò per te, sta' pur sicura.

(Ma più sempre il mio cor morte ti giura.)

 

TOMIRI

Contrastano in petto  

l'onore, l'affetto,

ragione, ed amor!

Per punire il tradimento,

la ragione m'arma di sdegno;

ed amor, con forte impegno,

vuol, che adori il traditor!

Tomiri ->

 

Scena diciassettesima

Policare, e Meroe.

<- Policare

 

POLICARE

Bella egizia; un regnante  

brama dell'amor suo saper gli eventi.

MEROE

Signor, l'umana sorte ha troppo oscuri,

fra l'umane vicende,

i presagi futuri.

POLICARE

Ma pur vedi, se almeno

mi daranno le stelle un dì sereno.

MEROE

Già ti guardo la fronte;

ma da un'arte fallace

è follia lo sperar senso verace.

POLICARE

La speranza, che in petto

nutrisce l'amor mio,

lieta m'assiste in placida sembianza.

MEROE

Ma sai, che lusinghiera è la speranza.

POLICARE

Spesso a l'alme regnanti

arride amico il fato.

MEROE

È ver. (Ma a danni miei sempre spietato!)

Signor, mi chiama altrove

premurosa incombenza,

se la tua cortesia mi dà licenza.

POLICARE

Vanne, egizia cortese,

e dal mio regio core,

se chieder tu saprai,

vedrai ben soddisfatto il tuo desio.

Grazie, signore (ho regio core anch'io).

 

MEROE

Io son contenta  

di mia fortuna,

(ma mi tormenta

sdegno, ed amor).

Benché la sorte

suoi sdegni aduna,

ho l'alma forte.

Ho grande il cor.

(parte)

Meroe ->

 

POLICARE

Sì, tra le mie speranze  

resisti; ho fido core,

che a chi serve, a chi spera

diffonde la pietà, pietoso amore.

Bellissima Tomiri,

cara, e bella cagion de' miei tormenti,

spero, che ancor sarai

dolce, e lieta cagion de' miei contenti.

 

Care pupille belle,  

stelle dell'idol mio,

da voi desia quest'alma

il suo ristoro.

Spera da voi la calma

l'ardente mio desio,

occhi del caro ben, che tanto adoro.

Policare ->

 

Scena diciottesima

Orcone, vestito galante, alla parigina, con parrucca e porterà due Persone appresso, con un tavolino, su del quale vi sarà una cassettina galante, e poi Dorilla, vestita alla tedesca.

<- Orcone, due persone

 

ORCONE

Sarei grosso animale,  

se non dessi ogni gusto a la diletta

mia bella pupuletta!

Ora ch'è carnevale,

è lecito di far qualche pazzia:

qui posate la banca, e andate via.

Starei per farmi uccidere

per la carina mia, la mia vezzosa!

 

due persone ->

<- Dorilla

DORILLA

Che vista curiosa!  

(O mio contento! O quanto voglio ridere!)

ORCONE

(Qui la mia Colombina,

con quegl'occhi vivaci,

vestita da galante tedeschina!

Che leggiadria, che tiene!)

DORILLA

Così molto mi piaci.

ORCONE

Mi son posto in bellezza!

DORILLA

Oh bravo! Oh bene!

Tu rassembri un Narciso,

tutto brio, tutto vezzi, tutto amori!

ORCONE

E tu, col tuo bel viso,

fraila bella mia, sfavilli ardori.

DORILLA

Fraila? Che forse sai

parlar tedesco?

ORCONE

Oibò!

Questo nome imparai.

DORILLA

Ma io ne so.

Con una certa dama,

in Germania trattenni, ragazzetta;

e appagherò tua brama

se ne vorrai sentir qualche cosetta.

ORCONE

Io ti starò a sentire.

DORILLA

Eccola: guten morgen mein herr.

ORCONE

Evviva! Ma non so, che voglia dire?

DORILLA

Ora te 'l dirò io;

questo vuol dir: buongiorno, signor mio.

ORCONE

Mi dai proprio all'umore!

DORILLA

Des herren sein deiner.

ORCONE

E questo?

DORILLA

Padron mio, suo servidore.

ORCONE

O la bizzarra cosa!

DORILLA

Or senti adesso questa, ch'è amorosa.

 

Ich bin verliebe,  

ich liebe, liebe du.

Che vuol dire: io sono amante;

amo io, ama tu.

Aber ich bin pestandig,

du bist leichtsinnig.

Questo vuol significare:

tu leggero, ed io costante;

che ti pare?

Ne vuoi più?

 

ORCONE

O graziosa mia!  

Bel musino di latte!

Certo, vossignoria,

con quella grazia, ch'ogni grazia abbatte

ha le grazie distrutte;

e de le grazie tutte,

sei l'arcigrazia, idest, la più magnifica,

che impiaga, accende, strugge, e poi dolcifica.

DORILLA

(O com'è stravagante!)

Onor mi fa.

ORCONE

Sei di bellezza un mostro

quell'occhio scintillante...

DORILLA

Basta così: su diamo al fatto nostro.

ORCONE

Appunto in questo loco,

dove son dame, cavalieri, e gente,

possiam, spassarci un poco.

DORILLA

A te: comincia l'opra: allegramente.

ORCONE

Signori nobilissimi,

portiam, con esso noi,

robbe, che fan per voi.

Odori esquisitissimi,

che son, contro la puzza, arciperfetti.

DORILLA

Abbiam fini bianchetti,

rossetti, singolari,

degni di gran signora.

ORCONE

Abbiamo, senza pari,

polve di Cipro, ed i soffietti ancora.

DORILLA

Abbiam nei all'usanza,

tondi, bislunghi, a stelle, e a mezze lune.

ORCONE

Ed abbiamo in sostanza

di certe donne tutte le fortune.

 

DORILLA E ORCONE

Vanno alcune a procacciarsi  

dai liscetti la vaghezza,

e una finta gioventù.

E chi sa più bellettarsi,

più si picca di bellezza,

ma è tutt'arte, e niente più.

 

ORCONE

Signori, che aspettate?  

Son cose prelibate.

DORILLA

Gl'uomini vai cercando?

ORCONE

Sì, che gl'uomini ancor se ne dilettano:

avessi tante doppie al mio comando,

quant'uomini vi son, che si bellettano.

DORILLA

(Che spasso delicato!)

ORCONE

Almen, chi è quello mai,

che non lo vedi tutto incipriato?

DORILLA

Tu ancor pieno ne stai.

ORCONE

L'usanza tutti assolve,

e 'l difetto si cangia in bizzarria.

Tu di liscio, io di polve,

ne tieni la tua parte, ed io la mia.

DORILLA

O quanto mi diletti!

ORCONE

Occhio mio di falcone!

Vengano i fazzoletti:

eccone uno a questo mio padrone:

eccone un altro, e un altro: o che fracasso!

DORILLA

Dove son?

ORCONE

Fo così per darti spasso.

DORILLA

Or diamo gusto a questi spettatori;

e facciamo tra noi,

una scena amorosa.

ORCONE

Sì, cara, ruba cori,

io faccio quanto vuoi, bocca vezzosa.

Mia bellissima dèa...

DORILLA

Mio bellissimo nume...

ORCONE

Il tuo bello mi ri... sì, mi ricrea.

DORILLA

(Che spasso!) Ed io mi accendo al tuo bel lume.

ORCONE

Occhi... degl'occhi miei...

DORILLA

Mio dolce amore.

ORCONE

Per te son... son...

DORILLA

Chi sei?

ORCONE

Son un pezzo d'ardore.

DORILLA

E per te (che piacer!) va in fiamma il core.

ORCONE

O mia stella... che stella? Anzi mio sole,

che nel meriggio ardente...

DORILLA

(Gli mancan le parole!)

ORCONE

Meglio: al vago oriente,

lampeggiando...

DORILLA

(Che gusto!)

ORCONE

E lumi, e lampi...

là su gli eterni campi...

DORILLA

(Adesso scoppi!)

ORCONE

Ove al fulgor, che spira...

DORILLA

(Non posso più!)

ORCONE

Raggi, e scintille appresta...

e quanto in te s'ammira...

io per te moro; e la sostanza è questa.

 

Pensa che 'l core    

salta, e ribalta,

gira, e raggira,

va su, e giù,

di qua, e di là.

Senti il rumore,

che vai facendo:

grida e schiamazza,

e va dicendo:

bella ragazza

pietà, pietà.

S

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DORILLA

Tu troppo ti trasformi!  

Che ti cade in pensiero?

ORCONE

Bella, se tu non dormi,

conoscer devi ben, ch'io fo da vero.

DORILLA

Tu passi troppo avante.

ORCONE

Fo la parte d'amante.

DORILLA

Ma per burla.

ORCONE

Ah! Non burla il mio cor, che piange, ed urla.

 

 

Tu m'hai tutto raffreddato  

son gelato.

DORILLA

E che credevi?

ORCONE

Che dovevi

al core afflitto.

DORILLA

Zitto, zitto:

già t'ho detto,

che tu creda a la speranza.

ORCONE

Oh gioiello del mio petto!

DORILLA

Va servendo, va sperando

con costanza,

e fedeltà.

ORCONE

Servirò sempre adorando

la vezzosa tua beltà.

 

 

O mia vita saporita,

vorrei darti mille a...

DORILLA

Che?

ORCONE

Mille abbracci.

DORILLA

A me!

ORCONE

A te.

DORILLA

Ah poltrone impertinente

a me questo?

ORCONE

Che t'ho fatto?

Non è niente,

DORILLA

Vanne matto

via di qua.

ORCONE

Abbi un po' di carità.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Salone magnifico per veglie, e festini, pieno di macchine trionfali esprimenti il triondo di Tomiri, con pomposo trono nel mezzo.

coro di sciti
 
coro di sciti
<- Tomiri, Tigrane, Policare, Oronte, Doraspe

(giochi e spettacoli all'usanza degli sciti)

Fine ai giochi s'imponga

Tomiri, Tigrane, Policare, Doraspe
Oronte, coro di sciti ->

Tai spettacoli, o regi

Policare e Doraspe
Caro ben, mio dolce amore
Tomiri, Tigrane
Policare, Doraspe ->

Dovea, dunque il tuo sangue

Tigrane
Tomiri ->

Chi sa? Forse, del regno affar non lieve

Tigrane ->

Cortile regio.

Meroe, Orcone
 

Se fido è a me l'amante

Meroe, Orcone
<- Tigrane

Fido a te son più, che non pensi, o cara

Meroe, Tigrane
Orcone ->

Ma, idol mio, qui giungerà fra poco

Meroe
Tigrane ->
Meroe
<- Tomiri

Quanto piacer mi reca

Meroe
Tomiri ->

Vanne, nemica mia, vanne, ed aspetta

Meroe ->

Loco magnifico di deliziose verdure, ove si vedranno diversi giochi d'acque, che vanno a formare il bagno per la regina, dentro una chiusa macchina.

coro di muti, Oronte
 
coro di muti, Oronte
<- comparsa (Morasso)

O là! Morasso, in fretta

coro di muti, Oronte
comparsa (Morasso) ->

De l'amico Tigrane

coro di muti, Oronte
<- paggi, Tomiri, Tigrane, Policare, Doraspe, Dorilla

Oronte, i miei campioni

coro di muti, paggi, Tomiri, Tigrane, Policare, Doraspe, Dorilla
Oronte ->

(s'apre il bagno con diverse cerimonie)

Amici regi, e voi permettete

Tigrane, Policare, Doraspe
Tomiri, Dorilla, paggi, coro di muti ->

Del nostro, e tuo valor le prove illustri

Tigrane, Policare
Doraspe ->

Duce, amico ti voglio

Tigrane
Policare ->

Tra 'l grave dolor mio

Tigrane
Vedi onor!
Tigrane ->

(si riapre il bagno)

<- Tomiri, Dorilla, paggi, coro di muti
Tomiri, Dorilla, paggi, coro di muti
<- milizia

(Tomiri anderà dispensando premi a' capi della sua milizia)

Lasciatemi qui sola

Tomiri
Dorilla, paggi, coro di muti, milizia ->

L'egizia ancor non veggio!

Tomiri
<- Meroe

(Meroe inosservata)

Sola Tomiri! E parmi

Tomiri, Meroe
<- Tigrane

(Meroe cava uno stilo; intanto viene Tigrane, e nel mentre che Meroe vuol ferire Tomiri, Tigrane toglie a Meroe lo stilo)

Ah! Traditor, che fai?

Tomiri, Meroe, Tigrane
<- Oronte, guardie

A tue voci son pronto

Tomiri, Meroe
Oronte, Tigrane, guardie ->

Cara giacché mi desti

Meroe
Tomiri ->
Meroe
<- Policare

Bella egizia; un regnante

Policare
Meroe ->

Sì, tra le mie speranze

Policare ->
<- Orcone, due persone

Sarei grosso animale

Orcone
due persone ->
Orcone
<- Dorilla

Che vista curiosa!

O graziosa mia!

Signori, che aspettate?

Tu troppo ti trasformi!

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima
Atrio, con sontuoso tempio di Marte, adorno di trofei; vi si vedrà un altare con fascine, e sovra di esse un... Regio camerone, tutto adorno di vasi di lucido cristallo, ove veggonsi trasparir tesor di preziose... Orrido, ed alpestre monte, alle di cui piante si vedranno alberi frondosi, ed alle sue falde... Salone magnifico per veglie, e festini, pieno di macchine trionfali esprimenti il triondo di Tomiri, con... Cortile regio. Loco magnifico di deliziose verdure, ove si vedranno diversi giochi d'acque, che vanno a formare... Luogo pubblico di regio tribunale, con trono, e diversi sedili e... Appartamento di Tigrane con porte. Giardino regale. Gran portico imperiale, che per diversi colonnati, introduce a vari appartamenti, con un pilastro,...
Atto primo Atto terzo

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