Atto primo

 

Scena prima

Atrio della casa di Sallustio. Sorge il giorno.
Voci festive di lontano. Vengono Sallustio, e Menenio nel tablino; indi Pubblio seguìto da' Clienti, e Liberti di Sallustio; infine Appio alla testa de' Magistrati, Seniori, e Patrizi.

Bozzetti

 Q 

<- Sallustio, Menenio

 

VOCI
(lontane)

Viva Sallustio!  

MENENIO

Ah! padre...

vieni, ed ascolta...

SALLUSTIO

Oh giorno

per me beato!

VOCI
(più vicine)

Evviva!

MENENIO

Per te Pompei giuliva

festeggia il nuovo albor.

SALLUSTIO

Voi mi rendete o dèi

degno di tal favor!

E siano i voti miei

sacri al dovere ognor!

 
Entra Pubblio co' Clienti, e Liberti.

<- Pubblio, clienti, liberti, Fausto

 

CORO

Del nobile serto  

a cinger le chiome,

che dona al tuo merto

la grata Pompei,

ti affretta! tu sei

del pubblico voto

la speme, e l'amor.

 

PUBBLIO

Il fren delle leggi

già Temi ti affida.

Tu accresci, tu reggi

l'avito splendor.

 

CORO

Al tempo contrasti

la fama il tuo grido:

ogni antro, ogni lido

risuoni a tuo onor.

 
(s'inoltra Appio col séguito indicato)

<- Appio, magistrati, seniori, patrizi

 

APPIO

Teco a goder la gioia,  

che brilla in ogni petto,

mi guida il dolce affetto

di tenera amistà.

SALLUSTIO

Del vostro amore oggetto

se fausto il ciel mi rende,

quest'alma appien comprende

la sua felicità.

APPIO E PUBBLIO

Più la saggezza splende,

se guida è all'umiltà.

MENENIO E CORO

Da te ciascuno attende

pace, serenità.

APPIO

(O fiamma vorace

tu il seno m'inondi!

Ah! gl'impeti ascondi

mio povero cor!)

SALLUSTIO

Di gloria il desìo

nell'anima è impresso,

e già di me stesso

mi rende maggior.

PUBBLIO

O giorni beati!

Se in uom così degno

ci dona un sostegno

de' numi il favor!

TUTTI
(col Coro)

S'innalzino all'etra

le voci di evviva!

In candida pietra

s'incida, si scriva

di giorno sì lieto

l'augusto fulgor!

 

APPIO

Vieni, Sallustio: omai Pompei ti elegge  

primier tra' magistrati: illustre pompa

là nel foro prepara,

e a festeggiarti ognun si affretta a gara.

MENENIO

Oh genitor felice!

SALLUSTIO

Il labbro mio

non sa trovar l'accento

ad esprimervi, amici, il mio contento.

PUBBLIO

Mira come gioiosa

a te corre la sposa!

APPIO

(Oh mia tiranna!

Quanto in vederti il mesto cor si affanna!)

 

Scena seconda

Le Ancelle, indi Ottavia, e detti. Fausto è alla soglia della sua stanza.

<- ancelle

 

ANCELLE
(a Sallustio)

Di porporine  

rose ~ vezzose,

che schiuse april,

amor compose

serto gentil.

Ne cinse il crine

della consorte,

che, lieta appien

di tanta sorte,

vola al tuo sen.

 

<- Ottavia

OTTAVIA

Alfin goder mi è dato  

l'avventurato ~ istante,

che di una sposa amante

fa l'alma inebriar!

Quanto col mio desire

io l'affrettai finora!

Ma la ridente aurora

seppe per me spuntar!

SALLUSTIO

Amata sposa!

MENENIO

Oh madre!

SALLUSTIO

La gioia tua mi elice

lagrime di piacer!

PUBBLIO E CORO

A renderti felice

già splende il ciel sereno.

APPIO

(Livor geloso! in seno

più non saprai tacer?)

 

OTTAVIA

Basti ad esprimerti

il mio contento

il dolce palpito,

che in seno io sento,

il moto insolito,

che prova il cor.

Le mie delizie

comprenda appieno

chi alberga un'anima

colma di amor.

CORO

Ognor proteggano

i numi amici

coppia sì amabile,

sì puro ardor!

 

APPIO

Più ad appagar del popolo le brame  

non indugiar.

PUBBLIO

Di nobili matrone

drappello eletto or ora

qui giungerà, che in lieta pompa al foro

Ottavia condurrà.

SALLUSTIO

Figlio! consorte!

Addio.

OTTAVIA

Ti guidi il cielo!

MENENIO

Oh noi contenti!

SALLUSTIO

Venite, amici.

PUBBLIO

Andiam.

APPIO
(sottovoce a Fausto)

Torno a momenti.

 
Sallustio esce col Séguito.

Sallustio, Pubblio, clienti, liberti, Appio, magistrati, seniori, patrizi, ancelle ->

 

MENENIO

Qual preziosa mercede  

esige la virtù!

OTTAVIA

Dal padre apprendi

a seguirne il sentier. Degno ti rendi

del tuo gran genitor.

MENENIO

Son questi i voti,

madre, dell'alma mia.

 

Scena terza

Appio di nuovo con Fausto, e detti.

<- Appio

 

APPIO

(Menenio è seco!  

Importuno!)

FAUSTO

(Mia cura

or fia di trarlo altrove.)

(s'incammina verso Menenio)

APPIO

(Ah! se non cede

quel duro cor, a vendicarmi Clodio

già pronto è a cenni miei.)

FAUSTO

Alle tue stanze

son giunti i precettori,

e ti attendon colà.

OTTAVIA

Va', caro figlio:

t'istruisca il lor senno, il lor consiglio.

(Menenio è guidato da Fausto alle sue stanze)

Fausto, Menenio ->

 

APPIO

(È sola! Amor mi assisti!)  

OTTAVIA

Ah! l'impazienza

di raggiunger lo sposo

frenar non so!

APPIO

Pria di ascoltarmi, Ottavia,

non ricusar.

OTTAVIA

Tribuno! a che qui riedi?

APPIO

Sai, che per te mi struggo, e pur me 'l chiedi?

(Ottavia lo guarda con fremito, indi vuol partire)
 

<- Fausto

APPIO

Fermati, Ottavia!  

OTTAVIA

Insano!

Ed osi ancor?

APPIO

Mi ascolta...

Da te l'estrema volta

implora un cor ferito,

un cor, che non ha pace,

pietade al suo martir!

OTTAVIA

Trema! sarà punito

quel temerario ardir!

APPIO

Ah! senz'amarti ognora

chi può mirarti?

OTTAVIA

Allora,

che alla ragion si oppone,

si doma un vile ardor.

APPIO

Capace di ragione

non è furente amor.

OTTAVIA

Vanne...

APPIO

Ti arresta!

OTTAVIA

Involati,

amico traditor!

APPIO

(prostrandosi)

Col cor palpitante

deh mira al tuo piede

un misero amante,

che chiede ~ mercé!

OTTAVIA

Se vuoi, che nel petto

si calmi il mio sdegno,

sopprimi un affetto,

ch'è indegno ~ di me.

APPIO

(alzandosi con impeto)

Sopprimerlo?... ah! no... mai...

OTTAVIA

Ti ho tollerato assai!

APPIO

Pensa, che a te funesto

tanto rigor sarà.

OTTAVIA

Di un vile, ch'io detesto,

l'alma temer non sa.

APPIO

Ti pentirai, se ingrata...

OTTAVIA

Esci!... o a Sallustio io svelo...

APPIO

Sì... partirò... spietata!

OTTAVIA

Va'... mostro di empietà!

APPIO

(Perché darle o dèi quel core

così barbaro, e tiranno?

No, quest'alma a tanto affanno

più resistere non sa!)

Insieme

OTTAVIA

(Ah! la gioia del mio core

cangia in duol quel rio tiranno!

No, quest'alma a tanto affanno

più resistere non sa!)

 
Ottavia va nelle sue stanze.

Ottavia ->

Appio finge partire; dopo pochi momenti ritorna guardingo, e con sommessa voce chiama Fausto.
 

Scena quarta

Appio, Fausto, indi Clodio.

 

APPIO

Fausto! Fausto!  

FAUSTO

Signor?

APPIO

La udisti?

FAUSTO

Ah! sento

pietà di te!

APPIO

Pietà di lei fra poco

sentir dovrai: di'... mi sei fido?

FAUSTO

E come

esserlo non potrei? la generosa

tua man di ricchi doni

tanto mi ricolmò, che al dover mio,

al buon Sallustio un traditor mi resi.

APPIO

Compir l'opra convien... mi attendi.

(esce frettoloso)

 

Appio ->

FAUSTO

Oh quanto  

della virtù trionfi, e a tuo talento

seduci ogni alma oro fatal!

Appio introduce Clodio.

<- Appio, Clodio

APPIO

T'inoltra:  

delle vendette mie, te 'l dissi, o Clodio,

ministro esser tu déi.

CLODIO

Del tuo disegno

fedele esecutor, vedrai, se degno

sarò del tuo favor.

APPIO

De' miei tesori

tu disporrai, sarai felice.

FAUSTO

E quale

volgi pensier?

APPIO

Di Ottavia fra le ancelle

questo imberbe garzon, Fausto, nascondi,

or che alla donna ingrata

faran corteggio alla festiva pompa.

Tu le donnesche spoglie

l'indosserai.

FAUSTO

Ma dimmi almen...

APPIO

Dell'opra

perde il merto colui, che dell'arcano

desia l'oggetto penetrar. Di cieca

obbedienza mi è d'uopo.

FAUSTO

(Ah! perché mai

un contumace affetto io secondai!)

APPIO

L'ora trascorre... io corro al foro... amico,

dalla tua fedeltà sperar poss'io?

FAUSTO

Tu il vuoi? si faccia.

APPIO

Or son contento! addio.

(esce)

Appio ->

 

CLODIO

Vieni: nelle tue stanze  

mi adorna il crin; del femminile ammanto

sollecito mi cingi.

FAUSTO

Ah! troppo è vero,

che un passo sconsigliato ad altri è guida!

È folle, o cieco Amor, che a te si affida.

(entra con Clodio nella sua stanza)

Fausto, Clodio ->

 
 

Scena quinta

Ingresso a Pompei dalla parte di porta Nolana.
Il Popolo, festivo attraversa la scena, introducendosi in folla nella città, mentre Appio, e Pubblio, si avanzano, parlando con voce sommessa.

Bozzetti

 Q 

popolo

<- Appio, Pubblio

 

APPIO

Pubblio, già m'intendesti: a farmi pago,  

meco a punir quell'anima spietata

mi giovi del tuo labbro

il conosciuto ardir.

PUBBLIO

Rammento ognora,

che debitor ti sono

delle dovizie mie: per te custode

son delle terme, e a te leale ognora

sarò fin che avrò vita.

APPIO

È già tuo figlio

sotto finte sembianze: or sol ti resta...

PUBBLIO

Basta: dicesti assai.

S'io valga a secondarti appien vedrai.

(partono)

Appio, Pubblio ->

 
 

Scena sesta

Foro di Pompei festivamente adorno. In prospetto il tempio di Giove, e lateralmente ad esso i due archi trionfali, da' quali veggonsi le contrade, che introducono al foro, e di lontano i vari edifizi della città. A sinistra una tribuna, ornata di ghirlande.
In doppio, e bell'ordine disposto si avanza da' due archi il pomposo Corteggio. Da uno di questi preceduto da Magistrati, Seniori, e Patrizi, e seguìto da numeroso Popolo è guidato Sallustio nella sua biga, e dall'altro le Matrone, le Ancelle, fra le quali, benché alquanto discosto, è Clodio, le Fanciulle, e Giovanetti danzanti precedono, e circondano il carro, ov'è assisa Ottavia. Smontano entrambi nel mezzo della scena. Il Gran sacerdote, co' sacri Ministri è già sul piano della scalinata del tempio. In mezzo è un'ara accesa, ed un Ministro reca sopra un bacino il serto.

Bozzetti

 Q 

Gran sacerdote, sacerdoti

<- magistrati, seniori, patrizi, popolo, Sallustio, matrone, ancelle, Clodio, fanciulle, giovanetti, Ottavia, Appio, Pubblio

 

PATRIZI

Plauso...  

SENIORI

Onor...

MAGISTRATI

Sincero omaggio...

MATRONE

A Sallustio!

POPOLO

Al forte! al saggio!

 

CORO
generale

Non ha il Tebro, o vantò Sparta

chi ne superi il saper.

Pari è al sol, che raggi spande,

e Pompei, di lui superba,

all'eroe, che la fa grande,

tutto affida il suo poter.

 

SALLUSTIO

Ah! questo de' miei giorni è il più beato,  

se consecrar mi è dato,

i voti a meritar de' vostri cori,

a Pompei generosa i laici sudori.

GRAN SACERDOTE

Illustre cittadin, cura de' numi,

delizia di Pompei, ti appressa, e mentre

di nobile corona il crin ti cingo,

il ciel propizio arrida

a' nostri voti, e lieto ognuno intanto

sciolga alla danza il piè, la voce al canto.

 
Il Gran sacerdote dopo aver libato sull'ara per tre volte il serto, ne cinge la fronte di Sallustio, mentre si canta il Coro, e i Danzatori con leggiadre carole accompagnano la cerimonia.
 

CORO
generale

Festeggiamo l'istante augurato,  

che ci colma d'immenso piacer!

Se un Sallustio donarci sa il fato,

alla gloria ne schiude il sentier!

SALLUSTIO E OTTAVIA

Oh momento per me avventurato!

Quanto all'alma tu sei lusinghier!

APPIO

(Calma in parte il mio core straziato

di vendetta l'amico pensier.)

Insieme

PUBBLIO

(Calma in parte il suo core straziato

di vendetta l'amico pensier.)

 
Sallustio scende dal tempio.
Pubblio gli presenta il bisello, che vien posto sulla tribuna.
 

PUBBLIO

Ascendi la tribuna, ove il bisello,  

alto segno di onor, seggio distinto,

al solo merto, ed al valor dovuto,

a te grata Pompei porge in tributo.

SALLUSTIO

Quanto a lei deggio e a tanti doni, e tanti,

che prodiga, e clemente a me comparte,

che posso in cambio offrir?

PUBBLIO

Di tue virtudi

l'esercizio a suo pro sol da te chiede.

APPIO

E qual bramar potria maggior mercede?

 
Sallustio va sulla tribuna, e siede sul bisello. Appio li porge la mano della giustizia.
 

APPIO

Ecco la man di Astrea:  

stringila, o grande, e giura

punir di ogni alma rea

il mite, e 'l grave error.

SALLUSTIO

Lo giuro. All'amistade,

al vincol di natura,

al debil sesso, o etade

mai ceda il mio rigor.

PUBBLIO E APPIO

(Fra poco il giuro istesso

a te sarà crudel.)

OTTAVIA

(Né dell'error l'eccesso

quel traditor confonde?

Se rio disegno asconde,

tu lo punisci o ciel!)

CORO

Maggior sei di te stesso,

fausto ti arride il ciel!

 

GRAN SACERDOTE

Lo spettacolo eletto, e di te degno  

vanne nel gran teatro,

o Sallustio, a goder.

APPIO

Pubblio, mi segui.

(via)

Appio ->

PUBBLIO

Ti raggiungo, precedimi.

(lo segue dopo pochi istanti)

Pubblio ->

SALLUSTIO

Venite,

amici, a me d'intorno

il giubilo a gustar di sì bel giorno.

 

 

Se i numi fausti  

sperar mi lice,

ah! sempre rendano

Pompei felice,

e più quest'anima

bramar non sa!

OTTAVIA, GRAN SACERDOTE E CORO

Se tu la reggi,

se la proteggi,

felice ognora

Pompei sarà.

 
Parte tutto il Corteggio con Sallustio, ed Ottavia.

magistrati, seniori, patrizi, popolo, Sallustio, matrone, ancelle, Clodio, fanciulle, giovanetti, Ottavia, Gran sacerdote, sacerdoti ->

 
 

Scena settima

Portico del teatro grande.
Si avanzano a passo sollecito, e guardinghi Appio, e Pubblio.

Bozzetti

 Q 

custodi

<- Appio, Pubblio

 

PUBBLIO

Appio, non dubitar; te 'l dissi, e fido  

mi avrai nel secondar l'inganno ordito.

APPIO

A te mi affido: ah sì... mi abbia spietato,

se amante mi sprezzò, quel core ingrato!

 

 

Io la vedrò tra palpiti  

fremere, impallidir!

PUBBLIO

Pera, se inesorabile

fu sempre al tuo martir!

APPIO

Supplice, vinta, oppressa

dovrà cadermi al piè.

PUBBLIO

E la pietade istessa

avrai, ch'ebbe per te.

APPIO

Ti pentirai, crudele!

del fiero tuo rigor.

Ma fian le tue querele

conforto al mio dolor.

PUBBLIO

Taci Sallustio arriva...

APPIO

Vo al fianco suo... ravviva

il tuo coraggio...

PUBBLIO

Vanne,

fidati pur di me.

APPIO

O giusta mia vendetta!

Il tuo piacer già sento!

Da te quest'alma aspetta

a' mali suoi mercé.

Insieme

PUBBLIO

Ah! sol tu sei vendetta,

che calmi il suo tormento:

da te quell'alma aspetta

a' mali suoi mercé.

 
Appio va verso Sallustio, e Pubblio si ritira alla parte opposta.

Pubblio ->

 

Scena ottava

Vengono da varie parti i Pompeiani, che esibiscono le marche a' Custodi, che sono all'ingresso del teatro, e vi s'introducono. Così le classi de' Patrizi, de' Seniori, de' Magistrati, e del Popolo. I Littori precedono le Vestali, che colla gran Vestale vanno allo spettacolo. Infine Sallustio. Ottavia, Appio, le Ancelle, Clodio come prima, e Pubblio a suo tempo.

<- pompeiani, patrizi, seniori, magistrati, popolo, littori, vestali, gran vestale, Sallustio, Ottavia, ancelle, Clodio

 

CORO

Più brillante di questo, che cade,  

risorga il nuovo dì.

Si conservi alla postera etade

festivo ognor così.

Sfondo schermo () ()

OTTAVIA

Nel vederti, o sposo amato,

così grande, e avventurato,

lieto il cor mi balza in sen!

SALLUSTIO

S'è cagion del tuo contento,

mi è pur grato un tal momento,

e felice io sono appien.

APPIO

(Ma di atroce, e rio tormento

sorbirai tutto il velen!)

OTTAVIA

Mira! oh gioia! ognun si affretta

là nel circo ad ammirarti!

SALLUSTIO

Oh piacer!

CORO

Te sol si aspetta.

SALLUSTIO

Cari, andiam.

APPIO

(Pubblio già vien!)

 
Le Ancelle precedono il Corteggio, e mentre parte di esse s'inoltra nel teatro, Pubblio si scaglia improvviso sul giovanetto Clodio, e lo arresta. Tutti si fermano. Gli Spettatori già introdotti tornano nel portico, attirati dalle strida di Pubblio.

<- Pubblio

 

PUBBLIO

Fermati... incauto figlio!  

CLODIO
(fingendo sorpresa)

Ohimè!

PUBBLIO

Di un padre al ciglio

tenti celarti invano...

fra' quali spoglie... insano!

Ti ascondi a mio rossor?

SALLUSTIO

Pubblio, che avvenne?

CLODIO

Ah padre!

Perdona...

PUBBLIO

E osasti tanto?

TUTTI

In femminile ammanto

di Pubblio il figlio?

SALLUSTIO

Ah parla...

Pubblio...

PUBBLIO

Che dir poss'io?

È Clodio, il figlio mio,

che, avvolto in finto arnese,

dalla tua sposa apprese

a calpestar l'onor.

OTTAVIA

Da me?

SALLUSTIO

Da Ottavia?

APPIO

E come?

PUBBLIO

Ad appagar d'impura

fiamma il desio ribelle

lo asconde fra le ancelle,

complici dell'error.

OTTAVIA

Ah mentitor!

SALLUSTIO

Rammenta,

che Ottavia è mia consorte...

PUBBLIO

È rea... la fé, che ostenta,

già di onta vil macchiò.

SALLUSTIO

Clodio ti avanza, e dimmi...

CLODIO
(affettando timidezza)

Signor, di giovin core

chi sa frenar l'ardore?

Di Ottavia alla beltade

resistere chi può?

TUTTI
col Coro

Oh! qual terror m'invade!

Un fulmine piombò!

 

SALLUSTIO

(Qual denso velo  

mi oscura il ciglio!

Qual lento gelo

mi opprime il cor!

Mi strazian l'anima

sospetto, e amor!)

OTTAVIA

(Qual frode è questa!

Me sventurata!

Ah! i moti arresta

sorpreso il cor!

Oppressa è l'anima

da tant'orror!)

APPIO

(Già quel sembiante

la pena esprime

del palpitante,

dubbio suo cor.

Gode quest'anima

del suo dolor.)

CLODIO E PUBBLIO

(Del nostro inganno

alla sorpresa

acerbo affanno

le opprime il cor.

Le strazia l'anima

fiero dolor.)

CORO

Così dal grembo

di bella calma

orrido nembo

sorge talor!

Ingombra ogni anima

tristezza, orror!

 

OTTAVIA

No, Sallustio; la sposa innocente  

di calunnia le insidie non teme;

ma all'idea dell'inganno fremente,

più consiglio, ragion più non ha!

SALLUSTIO

(Mi confonde la tema, e la speme!)

ANCELLE

(Infelice! di lei che sarà?)

APPIO
(a Sallustio)

Il tribuno al giudizio ti chiama,

dell'oltraggio la pena reclama:

i tuoi giuri rammenta a te stesso,

tanto eccesso ~ tu déi fulminar.

PUBBLIO E CORO

I tuoi giuri rammenta a te stesso,

tanto eccesso ~ tu déi fulminar.

SALLUSTIO

La bell'alma di Ottavia mi è nota,

lungo saggio mi diè di costanza.

APPIO

Sua perfidia finor ti fu ignota,

Clodio basti il suo core a svelar.

OTTAVIA

Or comprendo! tu autor dell'inganno!

APPIO

Taci o donna, alle colpe già avvezza!

PUBBLIO
(a Sallustio)

Non è degna di te la incertezza,

su gli affetti tu déi trionfar.

SALLUSTIO

Pruova estrema da me se chiedete,

sommi numi! in sì fiero cimento

di uno sposo voi l'alma reggete,

che vacilla nel dubbio pensier!

OTTAVIA

Se nel cor de' mortali leggete,

sommi numi! in sì fiero cimento

d'innocenza il candor proteggete,

fulminate quel reo menzognier!

PUBBLIO E APPIO
(a Sallustio)

Vieni; Astrea nel suo tempio t'invita,

e nell'arduo, difficil cimento

colla spada la legge ti addita,

di eseguirla t'impone il dover.

TUTTI
col Coro

Oh momento ~ di pena, e tormento!

giorno infausto, di affanni forier!

 
Tutti si disperdono in vari gruppi.

pompeiani, patrizi, seniori, magistrati, popolo, littori, gran vestale, vestali, Sallustio, Ottavia, ancelle, Clodio, Pubblio, Appio ->

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo

Atrio della casa di Sallustio.

(sorge il giorno; voci festive di lontano)

<- Sallustio, Menenio
Voci di lontano, Menenio, Sallustio
Viva Sallustio / Ah! padre
Sallustio, Menenio
<- Pubblio, clienti, liberti, Fausto
Coro, Pubblio, Appio, Sallustio, Menenio
Del nobile serto
Sallustio, Menenio, Pubblio, clienti, liberti, Fausto
<- Appio, magistrati, seniori, patrizi

Vieni, Sallustio: omai Pompei ti elegge

Sallustio, Menenio, Pubblio, clienti, liberti, Fausto, Appio, magistrati, seniori, patrizi
<- ancelle
Sallustio, Menenio, Pubblio, clienti, liberti, Fausto, Appio, magistrati, seniori, patrizi, ancelle
<- Ottavia
Ottavia, Sallustio, Menenio, Pubblio, Coro, Appio
Alfin goder mi è dato

Più ad appagar del popolo le brame

Menenio, Fausto, Ottavia
Sallustio, Pubblio, clienti, liberti, Appio, magistrati, seniori, patrizi, ancelle ->

Qual preziosa mercede

Menenio, Fausto, Ottavia
<- Appio

Menenio è seco! / Importuno!

Ottavia, Appio
Fausto, Menenio ->

È sola! Amor mi assisti!

Ottavia, Appio
<- Fausto

(Fausto non visto)

Appio, Fausto
Ottavia ->

Fausto! Fausto! / Signor? / La udisti?

Fausto
Appio ->

Oh quanto della virtù trionfi

Fausto
<- Appio, Clodio

T'inoltra: delle vendette mie

Fausto, Clodio
Appio ->

Vieni: nelle tue stanze

Fausto, Clodio ->

Ingresso a Pompei dalla parte di porta Nolana.

popolo
 
popolo
<- Appio, Pubblio

Pubblio, già m'intendesti: a farmi pago

popolo
Appio, Pubblio ->

Foro di Pompei; in prospetto il tempio di Giove, e lateralmente ad esso i due archi trionfali, da' quali veggonsi le contrade, che introducono al foro, e di lontano i vari edifizi della città; a sinistra una tribuna, ornata di ghirlande.

Gran sacerdote, sacerdoti
 
Gran sacerdote, sacerdoti
<- magistrati, seniori, patrizi, popolo, Sallustio, matrone, ancelle, Clodio, fanciulle, giovanetti, Ottavia, Appio, Pubblio

Ah! questo de' miei giorni è il più beato

Ascendi la tribuna, ove il bisello

Appio, Sallustio, Pubblio, Appio, Ottavia e Coro
Ecco la man di Astrea

Lo spettacolo eletto, e di te degno

Gran sacerdote, sacerdoti, magistrati, seniori, patrizi, popolo, Sallustio, matrone, ancelle, Clodio, fanciulle, giovanetti, Ottavia, Pubblio
Appio ->

Gran sacerdote, sacerdoti, magistrati, seniori, patrizi, popolo, Sallustio, matrone, ancelle, Clodio, fanciulle, giovanetti, Ottavia
Pubblio ->

Sallustio, Ottavia, Coro
Se i numi fausti
magistrati, seniori, patrizi, popolo, Sallustio, matrone, ancelle, Clodio, fanciulle, giovanetti, Ottavia, Gran sacerdote, sacerdoti ->

Portico del teatro grande.

custodi
 
custodi
<- Appio, Pubblio

Appio, non dubitar; te 'l dissi, e fido

custodi, Appio
Pubblio ->
custodi, Appio
<- pompeiani, patrizi, seniori, magistrati, popolo, littori, vestali, gran vestale, Sallustio, Ottavia, ancelle, Clodio
custodi, Appio, pompeiani, patrizi, seniori, magistrati, popolo, littori, vestali, gran vestale, Sallustio, Ottavia, ancelle, Clodio
<- Pubblio
Sallustio, Ottavia, Appio, Clodio, Pubblio, Coro
Qual denso velo
custodi
pompeiani, patrizi, seniori, magistrati, popolo, littori, gran vestale, vestali, Sallustio, Ottavia, ancelle, Clodio, Pubblio, Appio ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava
Atrio della casa di Sallustio. Ingresso a Pompei dalla parte di porta Nolana. Foro di Pompei; in prospetto il tempio di Giove, e lateralmente ad esso i due archi trionfali, da' quali... Portico del teatro grande. Basilica. Giardino della casa di Diomede presso alle mura. Sotterraneo, destinato al supplizio de' rei, dal cui portico si vede la strada de' sepolcri.
Atto secondo

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