Atto primo

 

Scena prima

Piazza col mausoleo.
Artemisia, Eurillo, Indamoro.

 Q 

Artemisia

 

ARTEMISIA

Dure selci, freddi marmi,  

memorie del mio ben, che qui spirò,

perché, oh dio, perché non ho

per sottrarmi a fiamma ignobile,

per fuggir novello ardor

come voi la fede immobile,

come voi gelato il cor;

deh potessi in voi cangiarmi,

dure selci, freddi marmi.

 

<- Eurillo

ARTEMISIA

A tempo giungi Eurillo, al mio defunto  

prega pace col canto.

EURILLO

Eccomi pronto.

 

Su le spiagge fiorite  

de gl'elisi odorati,

tra spiriti beati,

godi famoso re paci gradite,

né ti sturbino mai

d'ombra insepolta i disperati guai.

Spietato Radamanto

non t'affligga i riposi,

vapori noiosi

non mandi alle tue luci il re del pianto.

L'udito fortunato

di Cerbero giammai senta il latrato.

 

<- Indamoro

INDAMORO

Regina ancor dolente?  

Se Mausoleo cadé, quest'alta mole,

di cui paventa il sol l'ombra eminente

al suo nome innalzaste,

le sue polvi beveste: e che mai fece

moglie vedova più? Ma non ritorna,

per lungo inumidir di pianto il viso,

la Parca a raggroppar stame reciso.

ARTEMISIA

Che far poss'io?

INDAMORO

Di qualche amante sguardo

ceder al nuovo foco.

ARTEMISIA

Ah che tropp'ardo.

INDAMORO

Aggradir supplicata.

ARTEMISIA

Amo sforzata.

INDAMORO

Qualche prence.

ARTEMISIA

Un privato.

INDAMORO

Sposarvi a lui.

ARTEMISIA

Non lice.

INDAMORO

Così può farvi un altro amor felice.

ARTEMISIA

Così novello ardor mi fa infelice.

INDAMORO

Che dite?

ARTEMISIA

Non v'intesi.

INDAMORO

Disperato è l'infermo,

ch'instupiditi i sentimenti ha resi.

 

Eurillo, Indamoro ->

 

Scena seconda

Artemisia. Meraspe.

<- Meraspe

 

ARTEMISIA

Ecco il mio vago.  

MERASPE

Ecco la mia regina.

ARTEMISIA

Amar, né poter dirlo è un gran martire.

MERASPE

Occultar la ferita egl'è un morire.

ARTEMISIA

Muta adorante.

MERASPE

Tacito amatore.

ARTEMISIA

Il decoro mi vuol.

MERASPE

Mi fa 'l timore.

ARTEMISIA

Clitarco?

MERASPE

Mia signora.

ARTEMISIA

Quegl'editti reali, ond'io giurai

di far de' miei sponsali

dispositor chi prigioniero, o morto

mi presentasse innanti

l'uccisor del mio re pur ti son noti?

MERASPE

Troppo li so.

ARTEMISIA

Né cerchi

quest'onor, questa gloria, e questa sorte?

Pur saresti mio rege, e mio consorte.

Vuo' scoprir il suo genio.

MERASPE

Oh dio che sento!

Meraspe questo è favellar da amante:

oh s'io non fossi l'inimico!

ARTEMISIA

Speri

d'ucciderlo?

MERASPE

Dovrei

svenar me stesso. Infruttüosa stimo

l'impresa.

ARTEMISIA

Egli non m'ama.

MERASPE

Non lo accusa la fama, e giurerei,

ch'in abito non suo, sott'altro nome

in qualche corte ei vive,

e forse adorator di duo bei rai.

S'ella intendesse, ahimè, troppo parlai.

ARTEMISIA

Dunque tu lasci altrui questa Fortuna?

MERASPE

Non può viver in me questa speranza.

ARTEMISIA

Sei sciocco.

MERASPE

Tal mi fa la mia sventura.

Certo ell'arde per me.

ARTEMISIA

Di me non cura.

Parto. Sia tuo pensier dell'epitaffio

affrettar il lavoro.

Nel duol io peno.

MERASPE

Io nel silenzio moro.

 

Artemisia ->

 

Scena terza

Meraspe. Ramiro. Artemia.

 

MERASPE

Dubbia m'appar la luce,  

ma cadon le procelle a nube aperta,

sicuro è duol, ma la speranza incerta.

Stilla qualche rugiada,

ma fecondar non può spiaggia deserta

sicuro è duol, ma la speranza incerta.

 

 

Vuo' legger l'epitaffio. Empio destino!  

Io contro di me stesso

deggio affrettar l'insidie? Aspri comandi

a lacerarmi ho da invitar i brandi?

 

<- Ramiro, Artemia

RAMIRO

Meraspe?  

ARTEMIA

Amato prence?

MERASPE

Ahimè tacete

il periglioso nome.

ARTEMIA

Alcun non sente

MERASPE

V'ascoltan questi marmi

troppo loquaci contro me: leggete.

 
MAUSOLO
QUI MORÌ
ARTEMISIA CONSORTE
BRAMA DI CHI 'L FERÌ
VENDETTA E MORTE.
 

MERASPE

L'uccisi a caso in giostra, ond'Artemisia

non ha contro di me ragione alcuna.

RAMIRO

Vuol vendicarsi in voi della Fortuna.

ARTEMIA

V'aborre, e voi l'amate?

Io v'amo, e m'aborrite?

MERASPE

A voi Ramiro

può dir lo stesso.

RAMIRO

Appunto.

Io prego, e mi fuggite,

ei nega, e voi pregate?

ARTEMIA

A' miei sospiri

che rispondete voi?

MERASPE

Non posso amarvi.

ARTEMIA

Et io replico a lui, non deggio udirvi.

RAMIRO

Movetevi a pietà.

ARTEMIA

Porgetemi mercé.

Che rispondete a me?

MERASPE

Pietà non ho.

ARTEMIA

Ed io replico a lui; mercé non do.

RAMIRO

Sete crudel.

MERASPE

Sete imprudente.

ARTEMIA

E voi

Artemisia in amar sete ostinato.

MERASPE

Così mi sforza il Fato.

ARTEMIA

E 'l periglio?

MERASPE

No 'l temo.

ARTEMIA

E che sperate?

MERASPE

Nulla.

ARTEMIA

Perdete invan degl'anni il fiore.

MERASPE

Può perder gl'anni chi ha perduto il core.

 

RAMIRO

Pietà di mie pene  

begl'occhi lucenti,

faville splendenti,

facelle serene,

pietà di mie pene.

ARTEMIA

Non voglion le stelle,

ch'io senta pietate,

se meco adirate

son rigide anch'elle;

non voglion le stelle.

RAMIRO

Deh siate men fieri

bei labbri severi

di vivo rubino.

ARTEMIA

Non vuol il destino.

RAMIRO

Lasciate, o bellezze

le rustiche asprezze,

la noia importuna.

ARTEMIA

Non vuol la Fortuna.

RAMIRO

Io saprò vincer poi

la Fortuna, il Destin, le stelle, e voi.

 

Meraspe, Ramiro, Artemia ->

 

Scena quarta

Oronta in abito d'uomo, e Niso.

<- Oronta, Niso

 

ORONTA

Che saetti, ed incateni,  

strugga l'alme, e le avveleni

il bambino arcier di Gnido

non so dir, se vero sia,

so che il foco di Cupido

è una dolce tirannia.

Se tormenta allor, che piace

cieco amor con la sua face,

se nel duol io piango, o rido

non sa dir quest'alma mia,

so che il foco di Cupido

è una dolce tirannia.

Sia benigno, o sia spietato

d'amor cieco il dardo alato,

non distinguo e non divido

ciò ch'è ver, o ch'è bugia

so che il foco di Cupido

è una dolce tirannia.

 

 

Odi Niso?  

NISO

Non voglio incomodarmi.

Vien qui, se vuoi parlarmi.

ORONTA

Sogni, o deliri? Oronta

prencipessa di Cipro, e tua signora

tratti così.

NISO

Non so d'Oronta, o Cipro

so ch'eguali noi siamo,

io Niso, e tu Aldimiro:

non sogno, e non deliro.

ORONTA

Hai ben ragion, a fé: così t'imposi

finger altrui presente,

per mantenermi occulta.

NISO

Or figurate

che qui sia varia gente,

e la stanchezza mia non molestate.

ORONTA

Sciocco è costui, ma fido. Odimi, sempre

afferma ciò, ch'io dico.

NISO

Affermerò.

ORONTA

Ma che lucidi lampi, e che baleni!

Ecco Alindo.

NISO

Potea

tardar pur anco un poco.

ORONTA

O che fronte di neve, e rai di foco!

 

Scena quinta

Alindo. Oronta. Niso.

<- Alindo

 

ALINDO

Son le luci ch'adoro,  

con vostra pace, o luminose sfere

più fulgide di voi, sebben son nere.

 

ORONTA

Temo d'esser tradita.  

 

ALINDO

Quelle labbra soavi,

ove le sue delizie Amor ripose

non han spine d'intorno, e pur son rose.

 

ORONTA

Speranze mie che dite?  

ALINDO

Udito son? Che fate qui? Partite.

ORONTA

Sfortunato principio!

Signor noi siam guerrieri: in aspra pugna

di pirata severo

preda restammo.

NISO

È vero.

ORONTA

A la fortuna, al cielo

piacque di secondar i nostri voti.

Uccidemmo il corsaro, e con molt'altri

fuggimmo di quel fiero

dal servaggio, e dai ceppi.

NISO

È vero, è vero;

ALINDO

Costui ritien sul volto

le sembianze d'Oronta.

ORONTA

Ora cerchiamo

di rassegnarsi in guerra

qui, dove eccelsa fama

d'impresa militar c'invita, e chiama.

ALINDO

Mostri senno, e valore

il tuo nome?

ORONTA

Aldimiro.

NISO

E Niso il mio.

ALINDO

Tra le milizie avranno

loco, ed armi quest'altri, e se vorrai

a me tu servirai,

ORONTA

Con l'alma, e con il cor: ma voi chi sete

sì cortese, e gentil?

ALINDO

Io sono Alindo

principe di Bitinia, e generale

dell'armi d'Artemisia.

ORONTA

Alindo voi?

ALINDO

Sì: che stupisci?

ORONTA

Avete

(e giustamente) chi v'adora.

ALINDO

Chi?

ORONTA

Oronta.

ALINDO

Come il sai?

ORONTA

Con noi cattiva

sotto spoglie virili

fu del barbaro stesso, or liberata

cerca di voi.

NISO

Molto ben finge a fé

ALINDO

Lascia che cerchi.

ORONTA

Ahimè.

ALINDO

L'amai già tempo, or Artemisia adoro.

ORONTA

E l'ascolto, e non moro?

 

Oronta, Niso, Alindo ->

 

Scena sesta

Ramiro. Artemia. Meraspe.

<- Ramiro, Artemia, Meraspe

 

RAMIRO

Quando il cor mi saettaste,  

luci vaghe,

pur miraste le mie piaghe,

foste un Argo a fulminarmi,

sete cieche a ristorarmi.

ARTEMIA

Voi scrivete sulla polve,

voi pregate il sordo mar,

no, non vi posso amar.

RAMIRO

Nel vibrar facelle ardenti,

crudi rai,

pur ridenti vi mirai,

foste un cielo ad alettarmi,

sete inferno a tormentarmi.

ARTEMIA

Son un marmo son un aspe

vi potete allontanar:

no, non vi posso amar.

 

MERASPE

Oh che crudele!  

ARTEMIA

O mia bellezza amata?

RAMIRO

Furia d'amor per flagellarmi nata.

 

ARTEMIA

Tanto crude, quanto belle  

pupillette,

vezzosette,

deh, non siate sì rubelle.

Quanto care, tanto ingrate

luci fiere,

stelle nere,

deh, più crude non mi siate.

 

MERASPE

Son un marmo son un aspe,  

vi potete allontanar:

no non vi posso amar.

 

ARTEMIA

Ah mi schernite?  

MERASPE

Ecco Artemisia.

ARTEMIA

O sorte!

MERASPE

Il fonte di mia vita.

ARTEMIA

E di mia morte.

 

Ramiro ->

 

Scena settima

Artemisia. Artemia. Meraspe.

<- Artemisia

 

ARTEMISIA

Amori eh? ritirati Clitarco  

non voglio affetti in corte, e lusinghiera

voi sempre vezzeggiate,

dal dì bambin fino all'adulta sera?

ARTEMIA

Regina a torto m'incolpate.

ARTEMISIA

Or basta;

non parlate a Clitarco

ARTEMIA

D'amor però, ma d'altro poi?

ARTEMISIA

Di nulla:

son giusti i miei divieti.

ARTEMIA

Anzi son rei.

ARTEMISIA

Non merta i vostri affetti. E sforza i miei.

Ma che vaghezza è questa?

ARTEMIA

Il mio ritratto.

ARTEMISIA

È forse

destinato a Clitarco?

ARTEMIA

Non già regina.

ARTEMISIA

Assicurar mi voglio.

Datelo a me.

ARTEMIA

Son pronta.

ARTEMISIA

E voi prendete

questo monil.

ARTEMIA

Troppo mi favorite.

ARTEMISIA

M'intendeste; partite.

ARTEMIA

Rigor di stella ria!

 

Artemia ->

ARTEMISIA

Forza di gelosia! Venga Clitarco.  

MERASPE

Torno a bearmi.

ARTEMISIA

Accostati: d'Artemia

tu idolatra? Tu amante?

MERASPE

Se questo è ver mi fulmini il tonante.

ARTEMISIA

Proseguiamo pensieri.

Se d'altro amor piagato?

MERASPE

Così non fossi.

ARTEMISIA

E da qual arco uscì,

lo stral, che ti ferì?

MERASPE

Dirlo non lice.

ARTEMISIA

Perché?

MERASPE

Perché il destin mi fa infelice.

ARTEMISIA

Sei gradito?

MERASPE

Non so.

ARTEMISIA

Ricerca.

MERASPE

Non si può.

ARTEMISIA

Ardisci.

MERASPE

È troppo temerario il volo.

ARTEMISIA

Né speri?

MERASPE

Altro, che duolo.

ARTEMISIA

Certo egli arde per me.

MERASPE

Certo m'intese.

ARTEMISIA

Chiedi.

MERASPE

Se chiedo amor avrò il rifiuto.

ARTEMISIA

Gli altri amanti son ciechi, e questo è muto.

 

Scena ottava

Alindo. Oronta. Niso. Artemisia. Meraspe.

<- Alindo, Oronta, Niso

 

ALINDO

Vedi il mio ben: per guancia sì fiorita  

perdei la libertade.

ORONTA

Ed io la vita.

ALINDO

Bellissima regina?

ARTEMISIA

Altro titolo, Alindo

per me non ritrovate?

ALINDO

Amor questo m'insegna.

ARTEMISIA

Il mio genio lo sdegna.

MERASPE

O che ardito!

ORONTA

O che ingrato!

ALINDO

Per voi fatico, ed ai torrenti armati,

che v'inondan gli stati

per argine, e riparo oppongo il petto:

ARTEMISIA

Ed io regno, e vassalli a voi commetto.

ALINDO

Sol bramo il vostro core.

ARTEMISIA

Parliam di Marte, e abbandoniamo Amore.

ALINDO

Se sperar non mi lice

morirò.

MERASPE

Sarò lieto.

ORONTA

Ed io felice.

ARTEMISIA

Ite, principe, addio.

ALINDO

Del mi' amor, che sarà?

ARTEMISIA

Chiedetelo al destin, ch'ei lo saprà.

ALINDO

Oh che selce animata!

Altrui getta faville, ed è gelata.

ORONTA

Fortuna, ancor io spero.

NISO

La regina mi piace, a dir il vero.

 

Alindo, Oronta, Niso ->

 

Scena nona

Indamoro. Artemisia. Meraspe.

<- Indamoro

 

MERASPE

Pur andò l'importuno.  

INDAMORO

Gl'anni del lutto omai

lungamente passaro, alta regina.

La vostra etate acerba,

l'occorrenza di guerre,

il regno senza erede

un novello imeneo da voi richiede.

ARTEMISIA

Sposo non voglio.

INDAMORO

Il popolo il desia.

ARTEMISIA

Bramar ciò, ch'io non voglio, è una follia.

INDAMORO

V'è chi ardisce, Artemisia,

di mormorar, che voi Clitarco amate,

ond'ogn'altro sprezzate.

ARTEMISIA

Mentono i rei mendaci,

detrattori mordaci.

INDAMORO

Voglia il cielo, regina.

MERASPE

Che mai gli disse, onde si sdegna?

ARTEMISIA

Tutti,

ch'ardiran di pensarlo

farò cader d'aspri tormenti onusti.

INDAMORO

Molti l'ira, e l'affetto ha resi ingiusti.

ARTEMISIA

Temo ahimè, che si scopra

il fulmine onde avvampo,

se ch'il fragor non sente osserva il lampo.

 

Indamoro ->

 

Scena decima

Eurillo. Artemisia. Meraspe. Niso. Intagliatori del mausoleo. Ombra di Mausolo.

<- Eurillo, Niso, intagliatori del mausoleo

 

MERASPE

Gl'artefici o regina  

ecco giunti al lavoro.

ARTEMISIA

Eurillo olà, che pensi?

EURILLO

Una canzon ch'uguaglia

all'intagliar de' marmi

l'amorose ferite.

ARTEMISIA

Fa', ch'io la senta.

EURILLO

Udite.

 

Il dardo d'Amore  

può dirsi un scalpello,

ch'i vaghi sembianti

incide sul core

a colpi pesanti

di fiero martello.

Il dardo d'Amore

può dirsi un scalpello.

L'effigi adorate,

ch'impresse nel seno

il picciolo dio,

non toglie dal core

del tempo l'oblio,

degl'anni il flagello.

Il dardo d'Amore

può dirsi un scalpello.

I cori di marmo

s'intaglian con l'arco.

 

ARTEMISIA

Parti non più.  

 

Eurillo ->

ARTEMISIA

Clitarco odi, e da questa

confidenza inferisci,

che gradito mi sei,

mi consigli alle nozze, agl'imenei?

MERASPE

A che proposte il cielo ahi mi destina!

Io sì regina.

ARTEMISIA

Sì?

Ei non è amante: e chi

potrebb'esser lo sposo?

MERASPE

O sorte stravagante!

Qualche prencipe amante.

ARTEMISIA

Egl'intende d'Alindo: oh che insensato!

Tu, che versasti in varie corti gl'anni,

e di prencipi e regi,

sai le leggi, e i costumi

qual adattarsi meglio a me presumi?

MERASPE

Cieli, che dir degg'io!

Meraspe ardire. Io stimerei regina,

proprio per voi Meraspe

di Cappadocia il prence.

ARTEMISIA

Ch'è mio nemico tu non sai ancora?

MERASPE

So di più, ch'ei v'adora.

ARTEMISIA

Io di quell'empio, sin che spirto avrò

le stragi cercherò.

MERASPE

Ahi che sentenza atroce!

 

<- Ombra di Mausolo

OMBRA DI MAUSOLO

Artemisia? Artemisia?  

ARTEMISIA

Che sento ahimè, di Mausolo la voce?

OMBRA DI MAUSOLO

L'epitaffio rileggi.

NISO

Ahimè? Ahimè?

MERASPE

Che precipizi?

ARTEMISIA

Che rovine?

MERASPE

O cieli.

ARTEMISIA

Che leggo oh dio?

NISO
(legge)

«Perdona

a' miei nemici.»

MERASPE

Che portenti felici!

ARTEMISIA

Partiam di qui. Mi scorre

un gelido rigor entro le vene.

MERASPE

Ubbidite, Artemisia, a questi accenti;

che linguaggio del ciel sono i portenti.

 

Artemisia, Meraspe, Ombra di Mausolo, intagliatori del mausoleo ->

 

Scena undicesima

Niso. Erisbe.

<- Erisbe

 

ERISBE

Sull'april de' giorni miei  

ebbi anch'io fiorito il sen,

or del tempo a' piè cadei,

e di rughe egl'è ripien.

Il mio crin già fu dorato

e mill'alme incatenò,

in argento or s'è cangiato,

e un sol cuor legar non può.

 

NISO

Chi guida un'ombra mesta.  

ERISBE

Che voce è questa?

NISO

All'infernal pendici!

ERISBE

Olà chi sei? che dici?

NISO

Son l'anima di Niso;

ERISBE

Egli ha bevuto bene.

NISO

Che giunge a queste arene.

ERISBE

Apri gl'occhi.

NISO

Non posso.

ERISBE

Che sei cieco?

NISO

Son morto.

ERISBE

Come morto, se parli?

NISO

Io non parlo, rispondo.

ERISBE

Più strano pazzo non intese il mondo.

Apri le luci, e sorgi, io t'assicuro.

NISO

E chi sei tu?

ERISBE

Vedrai.

NISO

Or ti conosco, o morte.

Come sei ben vestita,

e 'l pazzo mondo ti dipinge ignuda.

Deh, deh non m'esser cruda.

ERISBE

Mirami bene, o sciocco,

Erisbe sono, e non la morte.

NISO

Affé

tu non m'ingannerai:

al livido sembiante, alle profonde

cave degl'occhi, alla sdentata bocca

conoscerti mi tocca.

ERISBE

Temerario, villano, e discortese.

NISO

O sfortunato Niso

e morto, è bastonato all'improvviso.

 
 

Scena dodicesima

Giardino.
Eurillo. Alindo. Oronta.

 Q 

Eurillo, Oronta

 

EURILLO

Stral, che vola, onda, che freme,  

e impazzita

ad urtar ne' scogli va

hanno al par di nostra vita,

assai men velocità.

I momenti ci distruggono,

vanno i dì, passan l'ore, e gl'anni fuggono.

Fior al gelo, e face al vento

più resiste

ch'agl'instanti l'uom non fa.

Sol si ferma, e sol consiste

in un punto nostra età.

I momenti ci distruggono,

vanno i dì, passan l'ore, e gl'anni fuggono.

 

<- Alindo

ALINDO

Dove Eurillo te n' vai?  

EURILLO

A servir la regina.

ALINDO

Digli ch'io l'amo.

EURILLO

Voi errate invero,

non fo questo mestiero.

ORONTA

Ed è pur vero, Alindo,

che sprezzata da voi rimanga Oronta?

Le promesse, la fede,

tutto il vento rapì?

La tradite così?

ALINDO

Parlami d'altro.

ORONTA

E tanto

di chi un tempo adoraste

la memoria v'offende?

ALINDO

Altro foco m'accende.

ORONTA

Ella fedele

pena, soffre, vi segue, e mille espressi

vi dà dell'amor suo segni veraci;

e voi.

ALINDO

Che tedio? taci.

ORONTA

Troppo il fatto mi pesa.

ALINDO

A te?

ORONTA

A me.

ALINDO

Perché?

ORONTA

Ci sono interessato.

ALINDO

Non l'amo: a te che importa?

ORONTA

Mi veggio disperato.

ALINDO

Come? che? parla chiaro, apri gl'enigmi.

ORONTA

Se disprezzata prencipessa amante

da genio sì protervo,

che può sperar la fedeltà d'un servo?

ALINDO

E ciò t'affligge?

ORONTA

E vi par poco?

ALINDO

Insano

tu mi movi alle risa.

ORONTA

Oh che inumano!

 

Eurillo, Alindo, Oronta ->

 

Scena tredicesima

Artemia. Ramiro.

<- Artemia

 

ARTEMIA

Zeffiretti  

placidetti,

che lascivi i fior baciate,

deh volate

del mio ben

al bel labbro, al bianco sen,

e un sol bacio gli rapite,

poi veloci a me venite.

Nudi arcieri

lusinghieri,

che d'Amor seguaci sete,

deh correte

a quel crin,

ch'imprigiona il mio destin,

a rapir due fila aurate,

poi veloci a me tornate.

 

<- Ramiro

ARTEMIA

Sempre costui mi segue.  

RAMIRO

Artemia? Artemia? E che fuggite?

ARTEMIA

I vostri

importuni discorsi.

RAMIRO

Le tigri, gl'orsi, i mostri

non si fuggon così.

ARTEMIA

Bramate, o prence,

ch'io non fugga da voi?

RAMIRO

Altro non bramo affé

ARTEMIA

Fuggite voi da me.

 

RAMIRO

Ch'io fugga da te,  

se prima non moro

possibil non è.

Troppo vaghe son le rose,

troppo ardenti le faville,

che d'intorno a tue pupille

Amor pose, e 'l ciel ti dié.

Ch'io fugga da te,

se prima non moro

possibil non è.

 

Artemia, Ramiro ->

 

Scena quattordicesima

Artemisia. Meraspe.

<- Artemisia

 

ARTEMISIA

Or, che soli restiamo, o core insano,  

de' tuoi vaneggiamenti

discorriam tra noi stessi: e non sapesti

contrastar agl'incendi? E non potesti

rigettar le saette?

Un estero, un privato

prigionier t'ha legato?

Ah ti scordasti, ch'albergavi in seno

d'Artemisia: un baleno

t'abbagliò, ti confuse?

T'ingannò, ti deluse?

 

Io non so, che cosa speri  

da un affetto,

che scoprir giammai conviene

pazzo cor, se non gran pene,

non intendo i tuoi pensieri,

io non so, che cosa speri.

Tanto ingiusto è questo amore,

che non solo

non è pregio la costanza,

ma delitto è la speranza,

cangia o folle i tuoi pensieri;

io non so che cosa speri.

 

<- Meraspe

MERASPE

Ecco la sfera delle mie faville.  

ARTEMISIA

Ecco il tormento delle mie pupille.

 

Scena quindicesima

Niso. Erisbe. Meraspe. Alindo. Artemisia.

<- Niso, Erisbe

 

ERISBE

Il timor t'ingannò.  

NISO

Ero morto, lo so.

ERISBE

Vanne in disparte.

Queste di Flora vegetanti pompe,

tributi del giardino

divota vi consacro, e umil v'inchino.

ARTEMISIA

Gradisco del tu' affetto

le cortesie. Clitarco

prenditi un fior: vorrei

a linguaggio di fiori esser intesa.

MERASPE

Lieto mio cor, che la regina è accesa!

 

<- Alindo

ARTEMISIA

Ecco Alindo: son colta.

MERASPE

Rendo grazie.

ARTEMISIA

Di che?

MERASPE

Del fior.

ARTEMISIA

Sei pazzo affé: lascia, ch'Alindo

mi ringrazi; te 'l diedi,

acciò, fin ch'ei venia, tu lo tenessi.

Porgilo a lui.

MERASPE

Quanto schernito resto!

ALINDO

In ricambio di questo il cor vi dono.

ARTEMISIA

Gran periglio schivai!

MERASPE

Mi tradì la speranza, io m'ingannai.

ARTEMISIA

Alindo, nulla insuperbite, sono

cosa fragile i fiori;

tutte le cortesie non sono amori.

 

Artemisia, Meraspe, Erisbe ->

 

Scena sedicesima

Oronta. Alindo. Niso.

<- Oronta

 

ORONTA

Gran favor! gran mercede! e gran speranza!  

Ite adesso, e d'Oronta

obliate la fede, e la costanza.

 

ALINDO

Cari cari vegetabili,  

sebben rigida

è colei, ch'a me vi dié,

pur da me sete adorabili,

cari, cari vegetabili.

ORONTA

Sopra un fior vi perdete?

Sì pieghevole sete?

Qual vi toglie a voi stesso, e a chi v'adora

di lasciva magia forza, o virtù?

Alindo? Alindo? ah non v'è Alindo più.

ALINDO

Vezzi amabili,

di chi fa col suo rigor

nel mio cor piaghe insanabili,

cari, cari vegetabili.

 

ORONTA

Più soffrir non poss'io gettate Alindo  

questo velen.

ALINDO

Velen? donde inferisci

conseguenze sì ardite?

ORONTA

Dal veder che languite.

ALINDO

Languisco per amore.

ORONTA

Ed io per gelosia vi tolsi il fiore.

ALINDO

Che gelosia?

ORONTA

Del vostro ben.

ALINDO

Affé

troppo affetto mi porti.

ORONTA

Più di quanto pensate.

ALINDO

Come in sì pochi instanti?

ORONTA

È gran tempo, ch'io v'amo.

ALINDO

Se più non mi vedesti.

ORONTA

Vi conobbi per fama.

ALINDO

Scuso dunque l'affetto, e la pietate.

Porgimi il fior.

ORONTA

Ah no, non v'affidate.

ALINDO

Eh tu vaneggi. Niso?

NISO

Signor.

ALINDO

Prendi quel fior.

NISO

Oh questo no.

ALINDO

Come?

NISO

Egl'è avvelenato.

ALINDO

Ubbidisci sgraziato.

NISO

O me infelice!

ALINDO

Presto.

NISO

Adesso vo.

Eh m'avvelenerò.

ALINDO

Ah temerario?

NISO

Ahimè,

piano, prendete: eccolo qui signore.

ORONTA

Maledetto quel fiore.

 

Oronta, Alindo, Niso ->

 

Scena diciassettesima

Artemia. Ramiro.

<- Artemia

 

ARTEMIA

Ardo, sospiro, e piango,  

osservo eterna fé

e pur senza mercé,

lassa rimango

pensando ognor: io vo,

come fuggir le pene, e non lo so.

Peno languisco, e moro

per chi non ha pietà,

passo mia fresca età

senza ristoro.

Pensando ognor: io vo,

come fuggir le pene, e non lo so.

 

<- Ramiro

RAMIRO

Bella Artemia d'amarmi  

vi risolveste ancora?

ARTEMIA

Non mi cangio in un'ora.

RAMIRO

Ben io mi cangerò:

Meraspe accuserò

di Mausolo uccisor, finto Clitarco;

ei sarà castigato,

a me tolto il rivale, a voi l'amato.

ARTEMIA

Voi commetter potrete

sì fiera fellonia?

RAMIRO

Reo della colpa mia

sarà 'l vostro rigore.

ARTEMIA

Cieli, ch'ascolto mai? voglio piuttosto

ribellarmi al mio core

tradir i miei diletti.

(Finger convien.) Vi dono i miei affetti.

RAMIRO

Li togliete a Meraspe?

ARTEMIA

Per salvargli la vita.

RAMIRO

Dunque l'amate ancora?

ARTEMIA

Nulla più.

RAMIRO

Vi cangiate in men d'un'ora?

ARTEMIA

Quant'ha, che mi pregate?

RAMIRO

Mi promettete fede?

ARTEMIA

Fede, e amor, ma folle è ben chi 'l crede.

 

RAMIRO

Vi sparga d'ardori

il nume bendato

che vibra ne' cori

lo strale dorato.

Or, che speme novella in sen io stringo...

Insieme

ARTEMIA

Mi sparga d'ardori

il nume bendato

che vibra ne' cori

lo strale dorato.

Or, ch'a fiamma novella il seno accingo...

 

ARTEMIA

Non m'esaudir Amor: tu sai che fingo.

RAMIRO

Ch'io speri mia vita

un giorno.

Insieme

ARTEMIA

Sperate mia vita

un giorno.

 

ARTEMIA

Ahimè perdei.  

RAMIRO

Che ricercate?

ARTEMIA

Il monil, ch'Artemisia oggi mi diede.

Dove l'avrò smarrito?

RAMIRO

Quivi non è.

ARTEMIA

Vado a cercarlo, addio.

RAMIRO

Deh così non perdete anco il cor mio.

 

Artemia, Ramiro ->

 

Scena diciottesima

Meraspe. Artemisia.

<- Meraspe

 

MERASPE

Amor feristi mai cor più infelice?  

S'anco volesse l'idol mio gradirmi

non può come nemico,

come servo non lice,

Amor feristi mai cor più infelice?

Ma ditemi, perché,

s'ingiusto è l'amor mio,

perché 'l nutrite voi stelle crudeli?

E se voi lo nutrite,

con empia feritate,

perché rimedio al mio languir negate?

Gran tiranno è 'l dio d'amore

contro i miseri mortali.

Con la face, e con gli strali

piaga l'alma, e strugge il core,

gran tiranno è 'l dio d'amore.

Dove alberga il suo furore

la ragion non ha più loco,

cor acceso del suo foco

non risana, se non more,

gran tiranno è 'l dio d'amore.

 

<- Artemisia

ARTEMISIA

Ti quereli d'amor? Perché Clitarco?  

MERASPE

Perché mi fu spietato.

ARTEMISIA

Se pietoso lo brami avverti, osserva

di scoprir chi più t'ama

con affetti profondi,

e a quella corrispondi.

MERASPE

S'errassi poi?

ARTEMISIA

Non credo.

MERASPE

E se le mete

fosser troppo sublimi, e troppo audaci?

ARTEMISIA

Ama, sospira, e taci.

 

Scena diciannovesima

Alindo. Meraspe. Artemisia.

<- Alindo

 

ALINDO

Già del vostro Nettuno, alta regina,  

cento stancano, e cento

spalmati abeti il dorso,

e par di Teti il sen fatto una selva.

Già sono angusti i piani

all'instrutte falangi,

e tante omai son l'armi,

che dell'incarco lor s'aggrava il centro;

ai Frigi, che v'han tolta

un'angusta città, torreste un mondo,

a torre in fuga le nemiche schiere

basta il numero sol delle bandiere.

MERASPE

Concedete o regina,

che vada anch'io tra l'armi.

ARTEMISIA

Tu fra l'armi? a qual fine?

MERASPE

A cimentarmi

ne' bellici furori.

ARTEMISIA

Affé guerrier famoso:

va' con Artemia a folleggiar amori.

MERASPE

Anzi.

ARTEMISIA

Non più, t'intendo,

e pur sempre l'offendo!

ALINDO

Vado a rolar le genti: addio regina.

ARTEMISIA

Itene: in voi confido.

ALINDO

Il vostro affetto

in premio mi darete?

ARTEMISIA

Servite, e poi chiedete.

 

Alindo ->

MERASPE

E a me servir non lice?  

ARTEMISIA

Sì: ma fuor di periglio.

MERASPE

Poco il merto sarà.

ARTEMISIA

Basta la fedeltà.

MERASPE

Deh lasciate andar.

ARTEMISIA

M'è proibito.

MERASPE

Da chi mai?

ARTEMISIA

Da chi t'ama.

MERASPE

Mi schernite ad ogn'ora.

ARTEMISIA

Dico il ver (qual dissi idolo mio)

voglio fargli un favor: Clitarco addio.

MERASPE

Ecco regina.

ARTEMISIA

Che?

MERASPE

Questo monil.

ARTEMISIA

Ebbene?

MERASPE

A voi cadé.

ARTEMISIA

Non mi sturbar.

MERASPE

Prendete.

ARTEMISIA

Gradiscilo: egli deve

esser di qualche dama,

che porta de' tuoi sguardi il cor acceso.

Ah non vorrei, ch'egli m'avesse inteso!

 

Artemisia ->

MERASPE

Pur è suo? pur lo vide!  

Che chimere son queste!

che misto di sereno, e di tempeste!

che pena è la mia!

 

Morir io mi sento  

né so chi m'uccida

la speme, o 'l tormento

in sorte sì ria.

Che pena è la mia!

che sorte infelice!

Se sono aborrito,

penar mi conviene,

se poi son gradito

gioir non mi lice.

Che sorte infelice!

 

Meraspe ->

 

Scena ventesima

Niso. Erisbe.

<- Erisbe, Niso

 

ERISBE

Cari, cari vegetabili,  

i danni

degl'anni

sono o belle irreparabili

le beltà non son durabili.

Pur liete

godete

pria, che fuggan gl'anni labili,

le beltà non son durabili.

 

NISO

Cari, cari vegetabili.

 

ERISBE

Niso? Che fai? Tu strappi i fiori? olà.  

NISO

Per darli al volto tuo. Che persi gl'ha.

ERISBE

Temerario così

anco ardisci parlar?

NISO

Ferma non t'accostar.

ERISBE

Tanto ardir scellerato?

E che vorresti far?

NISO

Ferma non t'accostar.

ERISBE

Arcieri accorrete,

Erisbe soccorrete.

 

Erisbe, Niso ->

<- otto arcieri

Otto arcieri formano il ballo.
 

Fine (Atto primo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Piazza col mausoleo.

Artemisia
 
Artemisia
<- Eurillo

A tempo giungi Eurillo, al mio defunto

Artemisia, Eurillo
<- Indamoro

Regina ancor dolente?

Artemisia
Eurillo, Indamoro ->
Artemisia
<- Meraspe

Ecco il mio vago / Ecco la mia regina

Meraspe
Artemisia ->

Vuo' legger l'epitaffio. Empio destino!

Meraspe
<- Ramiro, Artemia

Meraspe? / Amato prence? / Ahimè tacete

Ramiro, Artemia
Pietà di mie pene
Meraspe, Ramiro, Artemia ->
<- Oronta, Niso

Odi Niso? / Non voglio incomodarmi

Oronta, Niso
<- Alindo

Temo d'esser tradita

 

Speranze mie che dite?

Oronta, Niso, Alindo ->
<- Ramiro, Artemia, Meraspe

Oh che crudele! / O mia bellezza amata?

Ah mi schernite? / Ecco Artemisia / O sorte!

Artemia, Meraspe
Ramiro ->
Artemia, Meraspe
<- Artemisia

Amori eh? ritirati Clitarco

Meraspe, Artemisia
Artemia ->

Forza di gelosia! Venga Clitarco

Meraspe, Artemisia
<- Alindo, Oronta, Niso

Vedi il mio ben: per guancia sì fiorita

Meraspe, Artemisia
Alindo, Oronta, Niso ->
Meraspe, Artemisia
<- Indamoro

Pur andò l'importuno

Meraspe, Artemisia
Indamoro ->
Meraspe, Artemisia
<- Eurillo, Niso, intagliatori del mausoleo

Gl'artefici o regina

Parti non più

Meraspe, Artemisia, Niso, intagliatori del mausoleo
Eurillo ->

Meraspe, Artemisia, Niso, intagliatori del mausoleo
<- Ombra di Mausolo

Artemisia? Artemisia?

Niso
Artemisia, Meraspe, Ombra di Mausolo, intagliatori del mausoleo ->
Niso
<- Erisbe

Chi guida un'ombra mesta

Giardino.

Eurillo, Oronta
 
Eurillo, Oronta
<- Alindo

Dove Eurillo te n' vai?

Eurillo, Alindo, Oronta ->
<- Artemia
Artemia
<- Ramiro

Sempre costui mi segue

Artemia, Ramiro ->
<- Artemisia

Or, che soli restiamo, o core insano

Artemisia
<- Meraspe

Ecco la sfera delle mie faville

Artemisia, Meraspe
<- Niso, Erisbe

Il timor t'ingannò

Artemisia, Meraspe, Niso, Erisbe
<- Alindo

Niso, Alindo
Artemisia, Meraspe, Erisbe ->
Niso, Alindo
<- Oronta

Gran favor! gran mercede! e gran speranza!

Alindo, Oronta
Cari cari vegetabili

Più soffrir non poss'io gettate Alindo

Oronta, Alindo, Niso ->
<- Artemia
Artemia
<- Ramiro

Bella Artemia d'amarmi

Ramiro, Artemia
Vi sparga d'ardori

Ahimè perdei / Che ricercate?

Artemia, Ramiro ->
<- Meraspe
Meraspe
<- Artemisia

Ti quereli d'amor? Perché Clitarco?

Meraspe, Artemisia
<- Alindo

Già del vostro Nettuno, alta regina

Meraspe, Artemisia
Alindo ->

E a me servir non lice?

Meraspe
Artemisia ->

Pur è suo? pur lo vide!

Meraspe ->
<- Erisbe, Niso

Niso? Che fai? Tu strappi i fiori? olà

Erisbe, Niso ->
<- otto arcieri

(Ballo.)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Scena diciannovesima Scena ventesima
Reggia della Fortuna. Piazza col mausoleo. Giardino. Arsenale. Armeria regia. Padiglioni reali in vista dell'armata. Stanze regie. Stanze terrene deliziose. Reggia di Messi.
Prologo Atto secondo Atto terzo

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