Atto terzo

 

Scena prima

Stanze regie
Artemia.

 Q 

Artemia

 

 

Ch'io peni così  

il ciel destinò.

Per cruda bellezza,

ch'è tutta rigor,

ch'aborre, che sprezza

un misero cor,

ch'il sen mi ferì

né più mi sanò;

ch'io peni così

il ciel destinò.

Cupido ha per gioco,

ch'io renda fedel

tributo di foco

a un'alma di gel,

ch'ardor non sentì,

e pur m'infiammò;

ch'io peni così

il ciel destinò.

 

 

Ma desister non voglio:  

tentiamo, o core, un foglio:

sì, sì né frapponiam pigre dimore;

forse pietoso ciò mi detta Amore.

 
 
 

Scena seconda

Artemisia. Artemia. Meraspe.

<- Artemisia

 

ARTEMISIA

Artemia?  

ARTEMIA

Ahimè.

ARTEMISIA

No, no. Non ascondete:

all'amato Clitarco

certo amori scrivete.

ARTEMIA

Né per sogno.

ARTEMISIA

Lasciatemi vedere.

ARTEMIA

Scrivo cose private.

ARTEMISIA

Porgete qui: non replicate.

ARTEMIA

O sorte

sempre avversa a' miei voti!

ARTEMISIA

Già non errai: così, così osservate

i cenni miei? di tante debolezze

ancor non vi pentite?

Partitevi: arrossite.

ARTEMIA

Gran sventura è la mia!

 

Artemia ->

ARTEMISIA

Chi direbbe che questa è gelosia?  

Ma queste note appunto

ponno servir a me.

 

<- Meraspe

ARTEMISIA

Ecco Clitarco affé.  

A che vieni Clitarco?

MERASPE

A chiedervi, se deggio

portar in nome vostro armi ad Alindo.

ARTEMISIA

Che rimprovero giusto! E che piuttosto

per te grazie non chiedi?

MERASPE

E che può domandar un sfortunato?

ARTEMISIA

D'esser fatto felice.

MERASPE

Con qual modo?

ARTEMISIA

Non so. Con quel ch'ei brama.

MERASPE

Ditemi? e s'ei bramasse un impossibile?

ARTEMISIA

Amor, fede, ardimento

fanno tutto riuscibile.

MERASPE

E s'il merito manca?

ARTEMISIA

Amor supplisca.

MERASPE

E se manca l'ardir?

ARTEMISIA

Questo ci vuole.

MERASPE

Io non l'ho!

ARTEMISIA

Se non l'hai

dirti di più non voglio.

Parto: prendi, rispondi a questo foglio.

So, ch'io pecco d'imbelle;

ma questa è tirannia delle mie stelle.

 

Artemisia ->

MERASPE

Palpita il cor: trema la mano.  

Affé scrive Artemisia,

e sottoscrive abbreviato il nome.

 
LETTERA
 

MERASPE
(legge)

«Ardo per voi d'inestinguibil foco

e voi che del mi' ardor il centro sete

o degli incendi miei prendete gioco,

o delle fiamme mie nulla credete,

resister più non posso a pene tante

o non m'ardete, o divenite amante.»

 

MERASPE

Lasciate ch'io vi baci  

inchiostri fortunati,

caratteri beati.

O me infelice! o fortunato me!

Là nei giri

delle stelle

tra i zaffiri

delle tremole facelle

più beato alcun non è.

O me felice! o fortunato me!

Son gradito

dal mio bene,

ha finito

cieco amor di darmi pene

meco più crudel non è,

o me felice! o fortunato me!

 

Scena terza

Artemia. Meraspe. Ramiro.

<- Artemia

 

MERASPE

Artemia giunge, vuo' celar il foglio.  

ARTEMIA

Incerta più non voglio

penar tra vita, e morte, o mio ribelle,

dite, volete amarmi?

MERASPE

Non posso.

ARTEMIA

Ed io non voglio

perfido il vostro amore

(vuo' dargli gelosia).

Rendetemi il mio core,

ch'a Ramiro vuo' darlo

egli sarà il mio sposo, il mi' adorato.

Non si move l'ingrato!

 

<- Ramiro

MERASPE

Sete prudente: eccolo affé. Ramiro  

Artemia or mi dicea,

che per sposo vi vuol: non è così?

ARTEMIA

Vuo' veder s'ei si turba. È vero sì.

RAMIRO

A tal grazia son giunto?

ARTEMIA

Ei non si muove punto.

MERASPE

Porgetegli la destra.

ARTEMIA

Vuo' far l'ultima prova: eccola pronta.

RAMIRO

Io vaneggio per gioia.

ARTEMIA

Voi vaneggiate? tralasciamo dunque:

per capo di follia dubiterei

che fosser nulli poi questi imenei.

MERASPE

La perfida ingannò.

Ma se spera, ch'io l'ami

Ramiro giuro a' dèi, non l'amerò.

 

RAMIRO

Pazzo son s'io l'amo più.  

A beltà, che mi vuol morto

miei pensieri ormai v'esorto

ribellar la servitù.

Pazzo son s'io l'amo più.

Questa è troppa ferità:

da voi stesse lo vedete

mie speranze perirete

in sì dura servitù.

Pazzo son s'io l'amo più.

 

Meraspe, Artemia, Ramiro ->

 

Scena quarta

Oronta. Alindo.

<- Oronta

 

ORONTA

Dammi morte, o libertà,    

cieco Amor, che tante pene

tanti guai, tante catene

sostener il cor non sa.

Dammi morte, o libertà.

Troppo è dura servitù

e martir troppo severo

adorar un idol fiero,

una rigida beltà.

Dammi morte, o libertà.

S

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<- Alindo

 

Ma viene il mio spietato;  

Amor mi suggerisce

novo pensier.

ALINDO

Turbato

mi rassembri Aldimiro?

Che ferro è quel, ch'a' piedi tuoi rimiro?

ORONTA

Egl'è d'Oronta.

ALINDO

Come?

ORONTA

In quest'alberghi

venne in traccia di voi,

né potendo trovarvi, alfin volea

qui privarsi di vita.

ALINDO

Al certo elle è impazzita: e che dicea?

ORONTA

Così stringendo il ferro

così prostrata, come a voi dinanzi,

dicea: Mio ben, mia speme,

se non bastano i pianti

per farvi del mi' amor fede col sangue

questo misero seno

ecco, ch'io sveno.

ALINDO

Ferma.

ORONTA

E che temete?

ALINDO

Nulla.

ORONTA

A che mi tenete?

ALINDO

Io mi figuro

che tu così facesti,

e Oronta trattenesti.

ORONTA

Ma fareste così, s'io fossi Oronta?

ALINDO

Nemmen l'ascolterei.

ORONTA

E non lo fulminate, o sommi dèi?

ALINDO

Dimmi alfin che seguì?

ORONTA

S'infuriò, s'inferocì; risolta

che svenarmi (soggiunse) a te si deve

o traditor la morte;

per man de' miei furori

mori, barbaro, mori. E non temete?

ALINDO

Non io: so che tu fingi.

ORONTA

Ma temereste voi, s'io fossi Oronta?

ALINDO

S'ella oprasse così l'ucciderei.

ORONTA

E non lo fulminate, o sommi dèi?

ALINDO

Che fece alfin?

ORONTA

Risolta

d'adorarvi in eterno, ancor che ingrato,

gettato il ferro qui,

lagrimando partì.

ALINDO

Dunque finito ogni periglio fu;

non ne parliamo più,

ecco la mi' adorata.

Parti.

ORONTA

Ogni mia speranza è disperata.

 

Oronta ->

 

Scena quinta

Artemisia. Alindo.

<- Artemisia

 

ARTEMISIA

Alindo ancor portate  

questo peso alla mano?

ALINDO

Intesi, intesi già, donna superba,

voi rinunziate all'armi,

e cercate in tal guisa allontanarmi,

scudo non mi volete?

Fulmine vi sarò: quella corona,

che sul crin vi mantenni

a' piedi mi porrò: detesto l'ore

della mia servitude, e come vili

dal numero delle mie

le proscrivo, e rigetto: e quest'incarco

di vostro generale,

sdegno, e rifiuto: ma perché di scettro

alla mia destra avvezzo,

e indegna ogn'altra mano, ecco lo spezzo.

Misero che fec'io?

Regina perdonate a un delirante

un impeto di spirto appassionato

m'agitò, vaneggiai,

non son io, che parlai.

Io v'inchino, v'adoro, e stanchi pria

saran ne' giri loro gl'orbi stellanti,

che negl'ossequi suoi l'anima mia.

ARTEMISIA

Non passate più innanti.

Nulla voi m'offendeste: io tanto stimo

pazzi i vostri furori,

quanto sciocchi gl'amori.

ALINDO

Restate, o cruda; Amor vi punirà.

ARTEMISIA

Itene, o folle; il ciel vi sanerà.

 

Alindo ->

 

Scena sesta

Artemisia. Meraspe.

<- Meraspe

 

ARTEMISIA

Ecco il mio bene: avrà risposto al foglio.  

Clitarco ora che dici?

Sei tu più sfortunato?

MERASPE

Io son reso beato.

ARTEMISIA

Potrai lagnarti più?

MERASPE

Benigno il ciel mi fu.

ARTEMISIA

Al foglio rispondesti?

MERASPE

Risposi.

ARTEMISIA

Ma dov'è

la risposta?

MERASPE

Ella è qui.

ARTEMISIA

Porgila a me.

 
RISPOSTA
 

ARTEMISIA
(legge)

«Io son acceso, se voi sete amante.

La sfera voi delle mie fiamme sete,

martire son nel vostro ardor costante,

e incenerito già tutto m'avete;

or s'a vita novella io trovo loco

la fenice son io del vostro foco.»

Molto bene rispondi:

è gran maestro amore.

MERASPE

Ammaestrò, più che la penna, il core.

 

Scena settima

Indamoro. Artemisia. Meraspe. Artemia.

<- Indamoro

 

ARTEMISIA

Servi, olà non vedete?  

INDAMORO

Tocca a me questa sorte.

ARTEMISIA

Date qui: che leggete?

Se foss'altri che voi.

INDAMORO

Regina io vidi.

ARTEMISIA

Convinta son: ma giunge Artemia qui,

amor mi suggerì

opportuno pensier.

 

<- Artemia

ARTEMISIA

Venite Artemia,  

ecco il vago, ch'amate, ecco mirate

com'ei risponde a' fogli,

che gli scrivete voi,

ch'ei non è il vostro ben negate poi.

MERASPE

Regina io non risposi

a lettere d'Artemia.

ARTEMISIA

Ancora ardisci

di negar temerario? Ov'è quel foglio,

ch'io ti diedi?

MERASPE

Egl'è qui.

ARTEMISIA

Prendete voi:

dite, s'è vostro.

ARTEMIA

È mio: mentr'io scrivea

giunta voi me 'l levaste,

onde interrotto il nome mio restò.

MERASPE

O quanto m'ingannò

sconsigliato pensiero!

ARTEMISIA

Ora vedete, s'ho scoperto il vero.

INDAMORO

Regina ingiustamente io sospettai.

ARTEMISIA

Come ben l'aggiustai!

ARTEMIA

Dunque mi amate?

MERASPE

Io no.

ARTEMISIA

Scriveste qui.

MERASPE

Non so.

ARTEMISIA

Leggete.

MERASPE

Non ho senso, e non ho luce.

ARTEMISIA

Ah mi schernite affé.

MERASPE

Lasciatemi partir son fuor di me.

 

Meraspe ->

ARTEMISIA

Non pensate di gioire  

mie speranze disperate,

io so dirvi, che chiedete

ciò ch'aver giammai potrete;

il piacer, che voi sperate

è un inganno del desire,

non pensate di gioire.

Voi faceste un grad'errore

nel fidarvi a un cieco nume;

io sapevo assicurarvi,

ch'ei volea sol ingannarvi;

proverete il suo costume,

ch'è di far i cor languire,

non pensate di gioire.

 

Artemisia, Indamoro, Artemia ->

 

Scena ottava

Erisbe. Niso. Eurillo.

<- Erisbe, Niso, Eurillo

 

ERISBE

Dite il vero; son nera?  

 

NISO

Nera no, ma un poco mora;  

eri simile all'aurora,

or sei simile alla sera.

ERISBE

Se le guance non coprivo

me l'avrebbero ridotte

al color di mezzanotte.

EURILLO

Tua bellezza imita il cielo,

che vibrar più lampi suole,

quando adombra il volto al sole.

EURILLO E NISO

Io da te de' miei affanni

qual mercede, Erisbe, avrò?

ERISBE

Servitemi dieci anni

e poi v'ascolterò.

EURILLO

Infelici innamorati,

se le donne, che v'accendono

questa risposta intendono.

NISO

Giocherei, ch'adesso alcuna,

qualche amante per confondere,

così pensa di rispondere.

 

Erisbe, Niso, Eurillo ->

 

Scena nona

Artemisia. Eurillo.

<- Artemisia

 

ARTEMISIA

Cor mio che sarà?  

La mente agitata,

e l'alma rubata

consiglio non ha.

Cor mio che sarà?

 

ARTEMISIA

Cantisi un poco, olà.  

 

<- Eurillo

EURILLO

Siam qui regina.

ARTEMISIA

Potrian voci canore

la forza raddolcir del mio dolore.

 

EURILLO

Chiedete, e sperate    

amanti mercé,

sì crudo non è

il cieco volante,

qual voi lo stimate.

Chiedete, e sperate.

A torto incolpate

d'ingrato il destin.

Il nume bambin

udirvi non puote,

se voi non parlate.

Chiedete, e sperate.

S

(quest'aria ogni sera sarà variata)
 

ARTEMISIA

Par ch'il cor mi favelli. Eurillo prendi  

vanne a Clitarco, e di', che tutto adempia

ciò, che qui leggerà.

EURILLO

Pronto ubbidisco.

ARTEMISIA

Ma

io così m'avvilisco!

Io così mi deprimo! Eurillo? Eurillo?

Vieni, porgimi il foglio.

Parti, ch'altro non voglio.

EURILLO

La fatica risparmio.

 
LETTERA
 

ARTEMISIA
(legge)

«Clitarco io porto in seno un core astretto

dal Fato a incenerir ne' tuoi ardori.

Sono ingrata ad Alindo: odio, rigetto

il prencipe di Lidia, il re de' Mori

solo per te. Pensa chi son, chi sei,

e insuperbisci degl'amori miei.»

Tolga il ciel che tai note

legga Clitarco.

 

Eurillo ->

 

Scena decima

Alindo. Artemisia.

 

ARTEMISIA

E che fia mai quel foglio?  

Inorridisco a tante

debolezze sì abbiette! E meco stessa

arrossirò in eterno

di viltà così indegna: a un solo tratto

era meglio, che questi

 

<- Alindo

ALINDO

Alindo, che leggesti!  

ARTEMISIA

della mano, e del crin regali arredi

io gli prostrassi a' piedi.

ALINDO

Adoperollo a tempo.

ARTEMISIA

Il mio decoro

precipita, e rovina.

ALINDO

Regina?

ARTEMISIA

Ecco il superbo.

ALINDO

Sebben da voi schernito.

ARTEMISIA

Non sete ancor partito?

ALINDO

Partito? e qual giammai

elemento vedeste

dal suo centro partirsi? oppur dai rai

dell'adorato lume

aquila rifuggirsi?

ARTEMISIA

Ogn'or con queste

vanità mi sturbate.

Partite: che sperate?

ALINDO

D'impietosirvi.

ARTEMISIA

La speranza è vana.

ALINDO

L'amor così gradite?

ARTEMISIA

Io non lo curo.

ALINDO

I pianti?

ARTEMISIA

Non gl'osservo.

ALINDO

I preghi?

ARTEMISIA

Non gl'ascolto.

ALINDO

E sete pertinace?

ARTEMISIA

Sì.

ALINDO

Dunque ho da partir?

ARTEMISIA

Quando vi piace.

ALINDO

Partirò, partirò:

ma sapete ove andrò? Con questa carta.

ARTEMISIA

O cieli, che vegg'io!

ALINDO

Pubblicando di quai, perfida ardete.

ARTEMISIA

Crudo ciel! Fato rio!

ALINDO

Abbiettissimi amori,

ond'a me sete ingrata; e rifiutate

il prencipe di Lidia, il re de' Mori.

ARTEMISIA

Misera che farò?

ALINDO

Vantate ad esso

ipocrita onestà, falso decoro.

Duolmi che v'adorai:

ch'io v'amassi giammai

la mente oblia: del nome di regina

sete indegna valervi.

Lucrezia con i re, Frine coi servi.

ARTEMISIA

Fermate Alindo: udite.

ALINDO

E che saprete dir?

ARTEMISIA

Soccorso, o dèi!

Ne l'auge, è ver? già sete

di gelosia di sdegno, e vi credete

aborrito, sprezzato?

Caro, caro il mi' Alindo:

accarezzo con l'alma i vostri sdegni,

le vostr'ire blandisco, e più adirato

più vi conosco amante, i miei disprezzi

questo foglio mentito,

i miei rigidi accenti

tutti del vostro amor furon cimenti;

feci prova di voi, né più d'amarvi

posso, o deggio celarmi.

ALINDO

Ah falsa, falsa

voi vorreste ingannarmi.

ARTEMISIA

Non scorgete, che questo

da me scritto, ed aperto, e qui lasciato

è un foglio simulato

acciò voi lo trovaste?

Or che ravviso in voi d'amor gl'eccessi

vi dono i miei amplessi,

mio re, mio sposo sete.

ALINDO

Dite davver?

ARTEMISIA

Prendete,

siane pegno Imeneo.

ALINDO

Sorte beata!

Fortuna inaspettata!

ARTEMISIA

Ite malvagio adesso

al prencipe di Lidia al re de' Mori,

leggetegli quel foglio,

pubblicatemi rea d'abbietti amori,

vi mentiran con l'opre

quest'alma invitta, e questo eccelso core,

prencipe temerario, e traditore.

 

Artemisia ->

 

Scena undicesima

Alindo. Oronta.

 

ALINDO

Sogno, o son desto! empia, sirena, sfinge  

con quai perfidi accenti

mi togliesti, inesperta

l'alma dai sentimenti? A tuo dispetto,

anco senza quel foglio, il vile affetto

del tuo cor scoprirò,

e del loquace volgo

favola ti farò.

 

<- Oronta

ORONTA

Signor?

ALINDO

Che vuoi?

ORONTA

Per l'infelice Oronta

chieder mercé.

ALINDO

Non mi parlar.

ORONTA

Udite

almeno per pietà.

ALINDO

Perdei l'umanità.

ORONTA

Licenziatemi dunque

dalla mia servitù,

che s'è vano l'amarvi,

sarà peggio il servirvi.

ALINDO

Ti licenzio.

ORONTA

Desian lo stesso gl'altri,

ch'eran meco venuti.

ALINDO

Parta, parta chi vuole,

tolgamisi anco il sole,

m'abbandonino i cieli, e del tonante

mi saettino l'ire.

ORONTA

Or che mi resta più se non morire.

 

Alindo, Oronta ->

 

Scena dodicesima

Stanze terrene deliziose.
Artemisia. Meraspe.

 Q 

Artemisia, damigelle

 

ARTEMISIA

Veggio venir Clitarco.  

Ritiratevi: io voglio

col fingermi addormita

ai sentimenti suoi dar libertà,

e udir ciò ch'egli dice, e ciò che fa.

 

damigelle ->

<- Meraspe

MERASPE

Ecco il mio ben che dorme:  

o che angeliche forme!

 

Aure tacete,  

non sussurrate,

se la destate

di vagheggiarla

voi mi togliete.

Aure tacete

mute sciogliete

l'ali leggere,

questo piacere,

questo diletto

non mi togliete;

aure tacete.

 

 

Ah regina, ah regina  

se tu sapessi, oh dio,

che Meraspe son io,

l'uccisor del tuo re

ahimè destossi: ahimè.

ARTEMISIA

Parti di qui.

MERASPE

Buono che non m'udì!

 

Meraspe ->

ARTEMISIA

Che intesi, o stelle o dèi!

È Meraspe, Clitarco?

O d'aspre pene tormentoso incarco?

Taccio? lo scopro, o no;

tacerò: penerò.

 

Artemisia ->

 

Scena tredicesima

Artemia. Ramiro. Alindo.

<- Artemia, Ramiro, Alindo

 

RAMIRO

Or siate ai preghi miei sorda, qual aspe  

svelerò, che Clitarco

e 'l prencipe Meraspe.

ALINDO

Che ascolto!

RAMIRO

A discoprirlo alla regina

ecco rapido volo: i torti miei

così vendicherò.

ALINDO

Non v'affrettate, no.

Sarà mio quest'incarco, e con tal sorte

d'Artemisia sarò rege, e consorte.

 

Alindo ->

RAMIRO

Fermate, o dio, fermate.  

ARTEMIA

Prencipe, Alindo, udite: ah sì veloce

scitico stral non va. Misera Artemia!

RAMIRO

Ramiro sfortunato!

ARTEMIA

Con la perfidia tua, barbaro ingrato,

di' che vincesti, di'?

RAMIRO

Io fingevo così

per piegarvi ad amarmi. E se Meraspe,

di cui vassallo son, tradito avrei,

voi lo sapete, o dèi.

ARTEMIA

Empio, crudo, inumano.

RAMIRO

Inutile è 'l rigor.

ARTEMIA

Il pianto è vano.

RAMIRO

Meglio è cercar Meraspe

avvisarlo, che fugga.

ARTEMIA

Ora t'accorgi

della tua fellonia

mostro di tradimenti?

RAMIRO

Son le colpe mie, colpe innocenti.

 

ARTEMIA

Degl'abissi profondissimi  

venite nel mio cor,

tiranni spietatissimi,

a esercitar rigor,

ma no: fermate, olà:

lasciate, ch'il mio duol m'affliggerà.

Numi eterni abbandonatemi

in grembo al mio martir,

pietosi fulminatemi,

sforzatemi a morir.

Ma no; fermate olà:

lasciate ch'il mio duol m'ucciderà.

 

Artemia, Ramiro ->

 

Scena quattordicesima

Artemisia. Meraspe.

<- Artemisia

 

ARTEMISIA

Alfin vuole il mio fato, e vuol Amore,  

ch'il nemico Meraspe

non scopra, non punisca, anzi l'adori

stelle, stelle son vostri i miei errori.

Ecco ei giunge.

 

<- Meraspe

ARTEMISIA

Clitarco? Alindo offende

la tua modestia, e 'l mio decoro insieme,

col mormorar, ch'io teco

passo d'amor corrispondenze occulte.

MERASPE

Ah fosse vero!

ARTEMISIA

Inulte

non vo' lasciar l'offese.

Opra, ch'ei si ridica, oppur con questo,

che destinai per te brando lucente,

sostentagli, ch'ei mente.

MERASPE

È gran prencipe Alindo: io son privato,

ei non vorrà snudar brando reale

contro ferro ineguale.

ARTEMISIA

Opportuna occasion di motteggiarlo!

D'esser prencipe fingi.

MERASPE

Come regina?

ARTEMISIA

Mostra,

che per serbarti a' tuoi nemici ignoto,

paggio qui ti fingesti.

MERASPE

Che discorsi son questi!

ARTEMISIA

Oppure intreccia

favolosa bugia,

di' ch'a ciò ti condusse

amorosa follia,

così m'intenderà.

MERASPE

Ahi che scoperto m'ha! Qual fede poi

al mio dir troverò?

ARTEMISIA

Io, io l'approverò.

MERASPE

Misero me!

Ma qual prencipe poi

finger mi deggio?

ARTEMISIA

Che so io? Meraspe.

MERASPE

Meraspe? come? un prencipe aborrito

da voi mi fingerei.

ARTEMISIA

Basta poi: non cercar gli affetti miei.

Ma, se non vuoi qual prence,

già cavalier t'ho reso,

va' come mio campion: ben m'avrà inteso.

 

Artemisia ->

 

Scena quindicesima

Meraspe. Alindo.

 

MERASPE

Son noto alla regina? or, s'ella irata  

non mi palesa, è certo,

ch'è del mio amor accesa: o me beato!

Vuol terminar le mie sventure il fato.

Ecco il prencipe Alindo.

 

<- Alindo, soldati

ALINDO

Ecco Meraspe.

MERASPE

Alindo, non abbassa

la regina il decoro, e con suoi servi

vili amor non passa.

ALINDO

È vero: io mi ridico,

ella non ama un servo, ama un nemico;

ama il prence Meraspe,

che sete voi: prendetegli quel ferro.

MERASPE

Lasciatelo spietati.

ALINDO

Vano è lo sforzo.

MERASPE

O me infelice?

ALINDO

Or ora

presenterovvi alla regina innanti,

e per virtù de' pubblicati editti

gli diverrò marito.

MERASPE

Misero son tradito! intesi, intesi.

Artemisia inumana.

Tu mi scopristi, e vuoi

far acquisto d'Alindo in tuo consorte

col prezzo di mia morte.

Ma voi, co' tradimenti

vi comprate i contenti?

ALINDO

Dite ciò, che vi par: vi compatisco

vado alla regina, voi

Meraspe custodite,

e colà mi seguite.

 

Alindo, Meraspe, soldati ->

 

Scena sedicesima

Erisbe. Niso. Eurillo.

<- Erisbe, Niso, Eurillo

 

ERISBE

Non oso alzar le ciglia,  

parmi, che sino i sassi

ridan di mia sciocchezza.

NISO

Erisbe? ove n'andò la tua bellezza?

ERISBE

Ah scellerati? ah tristi?

 

EURILLO

Pazzarella cerchi invano  

la beltà, che si smarrì.

NISO

Con l'industria della mano

vecchia mai ringiovenì.

 

ERISBE

Ancora temerari  

ardite di schernirmi?

Per non precipitar voglio partirmi.

EURILLO

Fate strada signori

alla dea degl'amori.

ERISBE

Buon per te, ch'il cielo negami

il potermi vendicar.

 

EURILLO

Se tu vuoi, ch'io t'ami pregami,

farò poi quel che mi par.

 

ERISBE

Impertinente.

NISO

Erisbe?

Odi, ascoltami.

ERISBE

Che?

NISO

O quanti quanti han da penar per me!

 
 

Scena diciassettesima

Reggia di Messi.
Meraspe. Oronta. Niso.

 Q 

Meraspe, Oronta, Niso

 

MERASPE

Respiri chiudete  

ai fiati l'uscita,

rinunzio la vita.

Alindo alla regina

Meraspe condurrà,

e con la mia ruina

sposo li diverrà...

ORONTA

Che ascolti Oronta?

MERASPE

Ma non posso lagnarmi

d'altri, se non di me,

io venni a imprigionarmi,

io porsi a' ceppi il piè.

ORONTA

Liete speranze,

oh dèi mi proponete.

MERASPE

Respiri chiudete

ai fiati l'uscita,

rinunzio la vita.

 

ORONTA

Lasciate questo prence.  

MERASPE

E qual mi porge

soccorso il ciel?

ORONTA

Meraspe alla regina

presentato da me, più che da Alindo,

miglior sorte sperate.

MERASPE

Non fu dunque pietate

quest'opra che faceste? E nelle nozze

d'Artemisia voi pure

giurisdizion volete?

ORONTA

Non è forse ragion?

MERASPE

Dite chi siete?

ORONTA

Noto in breve sarà.

MERASPE

Chi la morte mi dà!

ORONTA

Non piangete Meraspe.

MERASPE

Anzi vorrei

poter dagl'occhi fuore,

per finir di penar, stillar il core.

NISO

Affé son stanco: o quante,

quante ferite diedi!

ORONTA

Io non ti vidi.

NISO

Per esser più sicuro, e più terribile

io combatto invisibile.

 

Niso ->

 

Scena diciottesima

Oronta. Meraspe. Artemisia. Indamoro. Eurillo.

<- Artemisia, Indamoro, Eurillo

 

ORONTA

Ma se n' vien Artemisia.  

Regina ecco Meraspe,

che Mausolo svenò.

INDAMORO

Meraspe questo?

ARTEMISIA

Ahi son perduta!

ORONTA

Era prigion d'Alindo,

io gliel ritolsi, e lo presento a voi,

e, qual promette il pubblico decreto,

chiedo i vostri imenei.

ARTEMISIA

Ditemi? Voi chi siete?

ORONTA

In breve lo saprete.

ARTEMISIA

Io son costretta dagl'editti miei

ad ubbidir la sorte.

MERASPE

Or via datemi la morte.

ARTEMISIA

Perdo l'alma, e infelice

nemmen pianger mi lice!

INDAMORO

E qual insano errore

qui vi condusse mascherato?

MERASPE

Amore.

INDAMORO

L'amor di chi sì violente fu?

MERASPE

Morir degg'io, che val scoprir di più?

ORONTA

Regina di Meraspe

donatemi la vita.

ARTEMISIA

Che richiesta gradita!

INDAMORO

Ostan le colpe.

ORONTA

Contravviene al giusto

chi punisce accidenti.

ARTEMISIA

O benedetti accenti!

INDAMORO

I regi editti,

immutabili son.

ORONTA

Mausolo stesso

le vendette rifugge,

egli mutò colà sul Mausoleo

le vostre note ultrici

ei vi scrisse: Perdona a' miei nemici.

INDAMORO

Dite il vero.

ARTEMISIA

Meraspe io vi perdono:

ite Indamoro a ritrattar gl'editti:

io la vita vi dono.

MERASPE

Mi donate un tormento,

un flagello, un martire,

lasciatemi morire.

ORONTA

Come sì disperato?

MERASPE

Son d'ogni ben privato,

né spero più gioire.

Lasciatemi morire.

ORONTA

Consolatevi, andiam: regina a voi

ritornerem fra poco.

Meco a dispor degli sponsali vostri

altri convien, che sia.

ARTEMISIA

Questo è il mio duol.

MERASPE

Questa è la morte mia.

 

Oronta, Meraspe, Indamoro ->

 

Scena diciannovesima

Alindo. Artemisia. Eurillo.

<- Alindo

 

ALINDO

Regina?  

ARTEMISIA

Che chiedete?

ALINDO

La destra.

ARTEMISIA

Che?

ALINDO

Son vostro sposo.

ARTEMISIA

Voi?

ALINDO

Io, sì, non prometteste

Meraspe prigioniero?

ARTEMISIA

Troppo è vero.

ALINDO

Gl'editti

osservar non volete?

ARTEMISIA

Sono astretta così.

ALINDO

Da me fra poco

presentato sarà?

ARTEMISIA

Da voi?

ALINDO

Da me: nelle mie forze ei sta.

ARTEMISIA

V'ingannate.

ALINDO

Vedrete.

ARTEMISIA

Errate.

ALINDO

Mi sarete

sposa a vostro dispetto.

ARTEMISIA

Meglio, meglio cercate,

vedrete che sognate.

ALINDO

Che mai questo esser può?

EURILLO

Prencipe, io vi dirò.

ALINDO

Presto: di'.

EURILLO

Quel guerriero

ch'oggi venne a servirvi,

ALINDO

Chi? Aldimiro?

EURILLO

Egli appunto.

ALINDO

Segui: cieli,

che sarà mai?

EURILLO

Tolse Meraspe a' vostri.

ALINDO

Tanto ardì'?

EURILLO

Presentollo alla regina.

ALINDO

Chiese le nozze sue?

EURILLO

Le chiese, e conseguì.

ALINDO

Tu m'uccidesti (oh dio) parti di qui.

 

Disperate pupille or sì piangete  

fino, ch'in lacrime

stillino il cor

l'onde amarissime

del mio dolor,

ogni luce, ogni ben perduto avete;

disperate pupille or sì piangete.

 

Scena ultima

Artemisia. Oronta. Meraspe. Alindo. Niso. Artemia. Ramiro. Eurillo.

<- Oronta, Meraspe, Niso, Artemia, Ramiro

 

ORONTA

Ecco Alindo regina: il vostro sposo  

or decretar conviene.

MERASPE

Che tormento!

ARTEMISIA

Che pene!

NISO

Deh, padrona, chiedete

le sue nozze per me.

ORONTA

Folle che sei.

NISO

Oh bel re, ch'io sarei.

ORONTA

Principe?

ALINDO

Ah temerario, iniquo, indegno,

vil servo, infimo fondo

della plebe più abietta, ancora innanti

ardisci di venirmi?

Tu Meraspe rubarmi?

Tu le gioie rapirmi?

Tu la sposa involarmi?

ORONTA

Odi l'ingrato!

Io la sposa involarvi?

Alindo quest'ingiuria

da me non aspettate: anzi donarvi

la vostra sposa i' voglio. A voi regina

chiedo, che la sua sposa

negata non gli sia.

MERASPE

O dispietate stelle!

ARTEMISIA

O sorte ria!

ALINDO

Ti ringrazio Aldimiro. Or voi, regina,

abbracciarvi lasciate.

ORONTA

Piano: che fate?

ALINDO

Abbraccio

la mia sposa.

ORONTA

Crudel, chi è vostra sposa?

ALINDO

Questa regina.

ORONTA

E Oronta?

ALINDO

Non la conosco.

ORONTA

Ah traditor ribelle?

Non conoscete Oronta?

Rimirate infedel queste sembianze,

questo crin già gradito,

e questi un tempo idolatrati rai,

conoscetemi omai,

ARTEMISIA E MERASPE

O impensato accidente?

ARTEMIA E RAMIRO

O strano evento!

ALINDO

Ahi che miro! Ahi che sento!

ORONTA

Io regina d'Alindo

esser deggio consorte: a voi Meraspe

giustamente si deve: i vostri editti

osservar mi dovete

io dispongo così, sposi voi siete.

ARTEMISIA

Mie speranze cadete.

Insieme

RAMIRO

Mie speranze sorgete.

 

ARTEMISIA

Io son lieta.

MERASPE

Io felice.

ALINDO

Io disperato.

ORONTA

O toglietemi l'alma,

o datemi la destra.

ALINDO

Ch'io mi sposi a colei

da cui l'idolo mio tolto mi fu?

Empia, me n' vo per non vedervi più.

ORONTA

Fermatevi; prendete,

uccidetemi, ingrato.

Che più non mi vedrete

se non squallido spettro orribil ombra

con oggetti noiosi

flagellarvi i riposi.

ARTEMISIA

Grand'amor!

MERASPE

Grand'affetto!

ALINDO

Mi sento l'alma impietosir nel petto.

ORONTA

Vivrà della mia fé, dell'amor mio

celebre la memoria

voi d'infedel, di traditor, d'iniquo

il nome acquisterete,

mirate or, che m'uccido,

che più non mi vedrete.

ALINDO

Non vi ferite, o dio,

pentito son, v'adoro idolo mio.

ORONTA

Tornate a' miei amori?

 

ALINDO

Sì mio ben, sì mio cor.  

ORONTA

Le colpe andate

io ricopro

d'oblio luci adorate.

Insieme

ALINDO

Le colpe andate

ricoprite

d'oblio luci adorate

 

ARTEMISIA

Lieto Alindo vivete.  

ALINDO

Voi con Meraspe in lunga età godete.

MERASPE

Artemia voi Ramiro

rendete fortunato.

ARTEMIA

Ceder convien a ciò, ch'impone il fato.

 

ARTEMISIA, MERASPE, ORONTA, ALINDO, ARTEMIA E RAMIRO

O lieto passaggio!  

ARTEMISIA E MERASPE

Da sprezzi a' favori.

ARTEMIA E RAMIRO

Da sdegni ad amori.

ALINDO E ORONTA

Da pene, e tormenti

al giubilo, al riso.

NISO

Io credei d'esser re, ma resto Niso.

ORONTA

A tanti sponsali,

ALINDO

ogn'alma, ogni voce

EURILLO

applauda festiva

CORO

viva, viva.

 

Fine (Atto terzo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Stanze regie.

Artemia
 

Ma desister non voglio

Artemia
<- Artemisia

Artemia? / Ahimè / No, no. Non ascondete

Artemisia
Artemia ->

Chi direbbe che questa è gelosia?

Artemisia
<- Meraspe

Ecco Clitarco affé

Meraspe
Artemisia ->

Palpita il cor: trema la mano

Meraspe
<- Artemia

Artemia giunge, vuo' celar il foglio

Meraspe, Artemia
<- Ramiro

Sete prudente: eccolo affé. Ramiro

Meraspe, Artemia, Ramiro ->
<- Oronta
Oronta
<- Alindo

Ma viene il mio spietato

Alindo
Oronta ->
Alindo
<- Artemisia

Alindo ancor portate

Artemisia
Alindo ->
Artemisia
<- Meraspe

Ecco il mio bene: avrà risposto al foglio

Artemisia, Meraspe
<- Indamoro

Servi, olà non vedete?

Artemisia, Meraspe, Indamoro
<- Artemia

Venite Artemia

Artemisia, Indamoro, Artemia
Meraspe ->
Artemisia, Indamoro, Artemia ->
<- Erisbe, Niso, Eurillo

Dite il vero; son nera?

Niso, Erisbe, Eurillo
Nera no, ma un poco mora
Erisbe, Niso, Eurillo ->
<- Artemisia

Cantisi un poco, olà

Artemisia
<- Eurillo

Par ch'il cor mi favelli. Eurillo prendi

Artemisia
Eurillo ->

E che fia mai quel foglio?

Artemisia
<- Alindo

Alindo, che leggesti!

Alindo
Artemisia ->

Sogno, o son desto! empia, sirena, sfinge

Alindo
<- Oronta

Alindo, Oronta ->

Stanze terrene deliziose.

Artemisia, damigelle
 

Veggio venir Clitarco

Artemisia
damigelle ->
Artemisia
<- Meraspe

Ecco il mio ben che dorme

Ah regina, ah regina

Artemisia
Meraspe ->

Artemisia ->
<- Artemia, Ramiro, Alindo

Or siate ai preghi miei sorda, qual aspe

Artemia, Ramiro
Alindo ->

Fermate, o dio, fermate

Artemia, Ramiro ->
<- Artemisia

Alfin vuole il mio fato, e vuol Amore

Artemisia
<- Meraspe

Meraspe
Artemisia ->

Son noto alla regina? Or, s'ella irata

Meraspe
<- Alindo, soldati

Alindo, Meraspe, soldati ->
<- Erisbe, Niso, Eurillo

Non oso alzar le ciglia

Ancora temerari

 

Reggia di Messi.

Meraspe, Oronta, Niso
 
Meraspe, Oronta
Respiri chiudete

Lasciate questo prence / E qual mi porge

Meraspe, Oronta
Niso ->
Meraspe, Oronta
<- Artemisia, Indamoro, Eurillo

Ma se n' vien Artemisia

Artemisia, Eurillo
Oronta, Meraspe, Indamoro ->
Artemisia, Eurillo
<- Alindo

Regina? / Che chiedete?

Artemisia, Eurillo, Alindo
<- Oronta, Meraspe, Niso, Artemia, Ramiro

Ecco Alindo regina: il vostro sposo

Lieto Alindo vivete

Artemisia, Meraspe, Oronta, Alindo, Artemia e Ramiro
O lieto passaggio!
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Scena diciannovesima Scena ultima
Reggia della Fortuna. Piazza col mausoleo. Giardino. Arsenale. Armeria regia. Padiglioni reali in vista dell'armata. Stanze regie. Stanze terrene deliziose. Reggia di Messi.
Prologo Atto primo Atto secondo

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