Parte seconda

 

Scena prima

Silvia, coro di Pastorelle.

 Q 

Silvia, pastorelle

 
Recitativo

SILVIA

Star lontana non so, compagne ninfe,  

da questo amico loco.

Ah qui vedrò fra poco

l'adorato mio sposo e l'alma dèa

che di sua luce pura

questi lidi beati orna e ricrea.

Ma ciel! Che veggio mai! Mirate, amiche,

come risplende intorno

di scolti marmi e di colonne eccelse

il sacro loco adorno. Ah senza fallo

questo è divin lavoro. Il tempo e l'opra

de' mortali non basta a tanta impresa.

Sento, sento la mano

de la propizia dèa. L'origin questa

è dell'alma città che a noi promise:

questa è mirabil prova

della venuta sua. Fra pochi istanti

de le felici amanti

la più lieta sarò. Già dall'occaso

il sol mi guarda e pare

più lucido che mai scender nel mare.

 
[N. 19 - Aria]

 N 

Allegro (sol maggiore) / Andante grazioso / Allegro
Archi, 2 oboe, 4 corni.

Spiega il desio le piume,  

vola il mio core e geme,

ma solo con la speme

poi mi ritorna al sen.

Vieni col mio bel nume

alfine, o mio desio:

dimmi una volta, oh dio!

«ecco l'amato ben».

 
(siede da un lato co' le pastorelle intorno)
 
[N. 20 - Coro di Pastorelle]

 N 

Un poco allegro (do maggiore)
Archi.

CORO

Già l'ore se n' volano,  

già viene il tuo bene.

Fra dolci catene

quell'alma vivrà.

 
(il coro siede)
 

Scena seconda

Silvia, coro di Pastorelle, Ascanio.

<- Ascanio

 
Recitativo

ASCANIO

(non vedendo Silvia, da sé)  

Cerco di loco in loco

la mia Silvia fedele; e pur non lice

questo amante cor mio svelare a lei,

ché me 'l vieta la diva.

Adorata mia sposa, ah dove sei?

Lascia, lascia che possa

questo mio cor, che de' tuoi merti è pieno,

celato ammirator vederti almeno.

(vedendo Silvia, da sé)

Ma non è Silvia quella

che là si posa su quel verde seggio

con le sue ninfe a lato?... Io non m'inganno:

certo è il mio bene, è desso.

 
Recitativo
Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni.

ASCANIO

Numi! Che fo?... M'appresso?...  

SILVIA

(vedendo Ascanio, da sé)

Oh ciel! Che miro?...

Quegli è il garzon di cui scolpita ho in seno

l'immagin viva...

ASCANIO

Ah se potessi almeno

scoprirmi a lei...

SILVIA

Così m'appare in sogno...

Così l'ha ognor presente

nel dolce immaginar questa mia mente.

Che fia?... Sogno... o son desta?...

ASCANIO

Oh madre, oh diva!

Qual via crudel di tormentarmi è questa?

SILVIA

No, più sogno non è: quello è il sembiante

che da gran tempo adoro...

Ascanio è dunque?... O pur son d'altri amante?...

Dubito ancor...

ASCANIO

La ninfa

agitata mi par... Mi riconosce,

ma scoprirsi non osa.

SILVIA

(alzandosi e facendo qualche passo verso Ascanio)

Ah sì, il mio bene,

il mio sposo tu sei.

ASCANIO

Cieli! S'accosta:

come potrò non palesarmi a lei!

SILVIA

(s'arresta)

Imprudente, che fo? Spontanea e sola

appressarmi vogl'io? Seco non veggio

la dèa che il guida...

Egli di me non chiede...

Meco Aceste non è... Dove t'avanzi

trasportato dal core, incauto piede?

Ingannarmi potrei...

 

Scena terza

Silvia, coro di Pastorelle, Ascanio, Fauno.

<- Fauno

 
Recitativo

FAUNO

Silvia, Silvia, ove sei?  

SILVIA

(accostandosi a Fauno)

Fauno, che brami?

FAUNO

(a Silvia)

Io di te cerco, o ninfa,

(ad Ascanio che si accosta dall'altro lato)

e a te pur vengo

giovanetto straniere.

SILVIA

(Egli è stranier qual sembra: ah certo è desso,

certo è lo sposo mio.)

(a Fauno)

Pastor, favella.

FAUNO

(a Silvia, scostandosi Ascanio)

A te Aceste m'invia: di te chiedea,

qui condurti ei volea. Di già si sente

la gran diva presente. In ogni loco

sparge la sua virtù. Vedi quell'opra

che mirabil s'innalza? I geni suoi

la crearon pur dianzi. Io e i pastori

ne vedemmo il lavoro

mentre qua recavam ghirlande e fiori.

Ciò narrammo ad Aceste, ed egli a noi

meraviglie novelle

ne mostrò d'ogni parte. Oh se vedessi!

Silvia, sul sacro albergo,

ove seco dimori, una gran luce

piove e sfavilla intorno, e par che rieda

pria di morir verso l'aurora il giorno.

Tutto il pendio del colle,

onde quaggiù si scende,

di fior vernali e di novelli germi

tutto si copre. Per la via risplende

un ignoto elemento

di rutile vivissime scintille,

onde aperto si vede

che volò su quel suolo il divin piede.

Ma troppo tardo omai.

SILVIA

(Quanto ti deggio,

amorosa deità!)

FAUNO

(a Silvia accennando di partire)

Volo ad Aceste:

dirò che più di lui

fu sollecito amore...

ASCANIO

(accostandosi a Fauno)

Ed a me ancora

non volevi parlar, gentil pastore?

FAUNO

(ad Ascanio)

Ah quasi l'obliai. Garzon, mi scusa.

In dì così ridente

l'eccesso del piacer turba la mente.

Ad Aceste narrai

come qui ti conobbi e ti lasciai.

ASCANIO

E che perciò?

FAUNO

Sorrise

lampeggiando di gioia il sacro veglio,

levò le mani al cielo e, palpitando:

«sento», mi disse, «un non inteso affetto

tutto agitarmi il petto»...

SILVIA

(Ah caro sposo!

Non ne dubito più.)

FAUNO

«Vanne», soggiunse,

«cerca dello straniere».

SILVIA

(Il saggio Aceste

nell'indovina mente

tutto sa, tutto vede e tutto sente!)

ASCANIO

Che vuol dunque da me?

FAUNO

Per me ti prega

che rimanghi tra noi finché si sveli

a noi la nostra dèa. Vuol che tu sia

de' favori di lei,

de' felici imenei, del nostro bene

nunzio fedele a le rimote arene.

SILVIA

(Oh me infelice! Aceste

dunque Ascanio no 'l crede!)

ASCANIO

(Ahimè, che dico?

Oh dura legge!)

FAUNO

(ad Ascanio)

E che rispondi alfine?

ASCANIO

Che ubbidirò... che del felice sposo

ammirerò il destin...

SILVIA

(Misera! Oh numi!

Dunque Ascanio non è. Che fiero colpo!

Che fulmine improvviso!)

 
(si ritira e si siede abbattuta fra le ninfe verso il fondo della scena)
 

ASCANIO

Alfin, pastore,

di' che l'attendo.

FAUNO

Ed io

tosto me n' volo ad affrettarlo. Addio.

 
[N. 21 - Aria]

 N 

Allegro moderato (si bemolle maggiore) / Andante ma adagio (mi bemolle maggiore) / Allegro moderato (si bemolle maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.

Dal tuo gentil sembiante  

risplende un'alma grande;

e quel chiaror, che spande,

quasi adorar ti fa.

Se mai divieni amante,

felice la donzella

che a fiamma così bella

allor s'accenderà.

(parte)

Fauno ->

 

Scena quarta

Silvia, coro di Pastorelle, Ascanio.

 
Recitativo

ASCANIO

(guardando a Silvia)  

Ahimè! Che veggio mai?

Silvia colà si giace

pallida, semiviva

a le sue ninfe in braccio. Intendo, oh dio!

Arde del volto mio, e non mi crede

il suo promesso Ascanio.

La virtude e l'amore

fanno atroce battaglia in quel bel core.

E dal penoso inganno

liberarla non posso... Agli occhi suoi

s'involi almen questo affannoso oggetto

finché venga la dèa. Colà mi celo:

e non lontan da lei

udrò le sue parole,

pascerò nel suo volto i guardi miei.

 
[N. 22 - Aria]

 N 

Un poco adagio (mi maggiore) / Allegro / Adagio / Allegro
Archi.

Al mio ben mi veggio avanti,  

del suo cor sento la pena,

e la legge ancor mi frena.

Ah si rompa il crudo laccio:

abbastanza il cor soffrì.

Se pietà dell'alme amanti,

bella diva, il sen ti move,

non voler fra tante prove

agitarle ognor così.

(si ritira dalla scena)

 
Recitativo
Archi.

SILVIA

(accorrendo ad Ascanio e poi trattenendosi)  

Ferma, aspetta, ove vai? Dove t'involi?

Perché fuggi così? Numi! Che fo?...

Dove trascorro, ahimè!... Come s'obblia

la mia virtù!... Sì, si risolva alfine.

Rompasi alfin questo fallace incanto.

Perché, perché mi vanto

prole de' numi, e una sognata imago

travia quel core che al sol dovere è sacro

e sacro alla virtù?... Ma non vid'io

le sembianze adorate

pur or cogli occhi miei?... Ma non importa.

Sol d'Ascanio son io. Da lor si fugga.

Se il ciel così mi prova,

miri la mia vittoria... E se il mio sposo

fosse quel ch'or vid'io?... Ah mi lusingo.

Perché in sì dolce istante

non palesarsi a me? Perché mentirsi

e straziarmi così?... No, mi seduce

l'ingannato mio core... E s'anco ei fosse,

vegga che so lui stesso

sacrificare a lui

e l'amato sembiante ai merti sui.

Ah si corra ad Aceste:

involiamci di qui. Grande qual sono

stirpe de' numi al comun ben mi deggio.

Fuorché l'alma d'Ascanio altro non veggio.

 
[N. 23 - Aria]

 N 

Un poco adagio (mi bemolle maggiore) / Allegro / Un poco adagio
Archi, 2 oboe, 2 fagotti, 2 corni.

Infelici affetti miei,    

sol per voi sospiro e peno.

Innocente è questo seno:

no 'l venite a tormentar.

Ah quest'alma, eterni dèi,

mi rendete alfin qual era.

Più l'imagin lusinghiera

non mi torni ad agitar.

S

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Recitativo

ASCANIO

(accorrendo a Silvia)  

Anima grande, ah lascia,

lascia, oh dio! che al tuo piè...

SILVIA

(partendo risoluta)

Vanne. A' miei lumi

ti nascondi per sempre. Io son d'Ascanio.

(parte)

Silvia ->

 
[N. 24 - Coro di Pastorelle]

 N 

Allegro (si bemolle maggiore)
Archi.

CORO

Che strano evento  

turba la vergine

in questo dì!

No, non lasciamola

dove sì celere

fugge così.

(partono)

pastorelle ->

 

Scena quinta

Ascanio solo.

 
Recitativo

 

Ahi, la crudel come scoccato dardo  

s'involò dal mio sguardo! Incauto, ed io

quasi di fé mancai.

Chi a tante prove, o dèa,

d'amore e di virtù regger potea?

Di sì gran dono, o madre,

ricco mi fai, che più non può mortale

desiar dagli dèi; e vuoi ch'io senta

tutto il valor del dono. Ah sì, mia Silvia,

troppo, troppo maggiore

sei de la fama. Ora i tuoi pregi intendo:

or la ricchezza mia tutta comprendo.

 
[N. 25 - Aria]

 N 

Andante grazioso (fa maggiore)
Archi, 2 flauti, 2 serpentoni/corni inglesi, 2 fagotti, 2 corni.

Torna, mio bene, ascolta:  

il tuo fedel son io.

Amami pur, ben mio:

no, non t'inganna Amor.

Quella che in seno accolta

serbi virtù sì rara,

a gareggiar prepara

coll'innocente cor.

(si ritira in disparte)

 

Scena sesta

Ascanio, Silvia, Aceste, Fauno, coro di Pastori e di Pastorelle, poi Venere e coro di Geni.

<- Aceste, Silvia, Fauno, pastori, pastorelle

 
[N. 26 - Coro di Pastori (ripresa del n. 6)]

 N 

CORO

Venga de' sommi eroi,  

venga il crescente onor.

Più non s'involi a noi:

qui lo incateni Amor.

 
Recitativo

ACESTE

(a Silvia che tiene graziosamente per la mano)  

Che strana meraviglia

del tuo cor mi narrasti, amata figlia!

Ma pur non so temer. Serba i costumi

che serbasti finora. Il ciel di noi

spesso fa prova e dai contrasti illustri,

onde agitata sei,

quella virtù ne desta

che i mortali trasforma in semidèi.

 
[N. 27 - Aria]

 N 

Allegro (la maggiore)
Archi.

Sento che il cor mi dice  

che paventar non déi,

ma penetrar non lice

dentro all'ascoso vel.

Sai che innocente sei,

sai che dal ciel dipendi.

Lieta la sorte attendi

che ti prescrive il ciel.

 
Recitativo

SILVIA

Sì, padre, alfin mi taccia  

ogn'altro affetto in seno.

Segua che vuol, purché il dover si faccia.

ACESTE

(ai pastori che raccolti intorno all'ara v'ardono gl'incensi)

Su, felici pastori, ai riti vostri

date principio e la pietosa dèa

invocate con gl'inni.

 
[N. 28 - Coro di Pastori, Pastorelle e Ninfe]

 N 

Andante (do maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.

CORO

Scendi, celeste Venere,    

e del tuo amore in segno

lasciane il dolce pegno

che sospirammo ognor.

S

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Recitativo

SILVIA

(accennando Ascanio)  

Ma s'allontani almen dagli occhi miei

quel periglioso oggetto. Il vedi?

ACESTE

(guardando Ascanio)

Il veggio.

Parmi simile a un dio.

ASCANIO

(Silvia mi guarda:

che contrasto crudel!)

ACESTE

No, cara figlia,

no, non temer. Segui la grande impresa,

vedi che il fumo ascende e l'ara è accesa.

Osservate, o pastori.

Ecco scende la dèa.

(cominciano a scender delle nuvole sopra l'ara)

Tra quelle nubi

si nasconde la dèa. Oh Silvia mia,

meco all'ara ti volgi; e voi pastori

de le preghiere ardenti

rinnovate i clamori.

 
[N. 29 - Coro di Pastori, Pastorelle e Ninfe]

 N 

Andante (do maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.

CORO

No, non possiamo vivere  

in più felice regno,

ma senza il dolce pegno

non siam contenti ancor.

 
Recitativo
(le nubi si spandono innanzi all'ara)
 

ACESTE

Ecco ingombran l'altare

le fauste nubi intorno.

 
(si veggono uscir raggi di luce dalle nuvole)
 

 

Ecco la luce

de la diva presente, ecco traspare.

 
[N. 30 - Coro di Pastori, Pastorelle e Ninfe]

 N 

Andante (do maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni.

CORO

Scendi, celeste Venere,  

e del tuo amore in segno

lasciane il dolce pegno

che sospirammo ognor.

 
Recitativo

ACESTE

Invoca, o figlia, invoca  

il favor della diva:

chiedi lo sposo tuo.

SILVIA

Svelati, o dèa,

scopri alla fin quell'adorato aspetto

al tuo popol diletto. Omai contento

rendi questo cor mio.

 
Si squarciano le nuvole. Si vede Venere assisa sul suo carro. Nello stesso tempo escono di dietro alle nuvole le Grazie e i Geni, che con vaga disposizione si spargono per la scena.

<- Venere, grazie, geni

 

ASCANIO

(si va avvicinando a Silvia)  

(Or felice son io. Questo è il momento.)

SILVIA

Oh diva!

ASCANIO

(si accosta di più)

Oh sorte!

ACESTE

Oh giorno!

SILVIA

(ad Ascanio che si accosta)

Ah mi persegui,

immagine crudele, insino all'ara?

(risolutamente guardando Venere e colla mano facendosi velo agli occhi per non veder Ascanio)

Qual è il mio sposo, o diva?

VENERE

(accennando e pigliando per una mano Ascanio il presenta a Silvia)

Eccolo, o cara.

SILVIA

(volgendosi ad Ascanio)

Oh cielo! Perché mai

nasconderti così?

ASCANIO

(a Silvia)

Tutto saprai.

 
[N. 31 - Terzetto]

 N 

Andante (si bemolle maggiore) / Allegro
Archi, 2 oboe, 2 corni.

SILVIA

(accorrendo ad Ascanio)  

Ah caro sposo, oh dio!

S

ASCANIO

(accorrendo a Silvia)

Vieni al mio sen, ben mio.

SILVIA

(ad Aceste)

Ah ch'io lo credo a pena.

Forse m'inganno ancora?

ACESTE

(a Silvia)

Frena il timor, deh frena;

e la gran diva adora.

ASCANIO

Che bel piacere io sento

in sì beato dì!

ACESTE

(a Silvia e ad Ascanio)

De la virtù il cimento

premian gli dèi così.

SILVIA

Numi! Che bel momento!

Come in sì bel contento

il mio timor finì!

ACESTE

De la virtù il cimento

premian gli dèi così.

 
(abbracciandosi rispettosamente)
 

ASCANIO

Ah cara sposa, oh dio!

SILVIA

Oh caro sposo, oh dio!

ASCANIO, SILVIA, ACESTE

Più sacro nodo in terra,

più dolce amor non è.

Quanto, pietosa dèa,

quanto dobbiamo a te.

 
Recitativo

VENERE

Eccovi al fin di vostre pene, o figli.  

Or godete beati

l'uno nel cor dell'altro ampia mercede

de la vostra virtù.

(a Silvia)

Mi piacque, o cara,

prevenire il tuo core. Indi la fama,

quindi Amore operò. Volli ad Ascanio

così de la sua sposa

la fortezza, il candor, l'amor, la fede

mostrar sugli occhi suoi. Scossi un momento

quel tuo bel core, e ne volar scintille

di celeste virtude a mille a mille.

Ma voi soli felici

esser già non dovete.

La stirpe degli dèi, più ch'al suo bene,

pensa all'altrui.

(ad Ascanio)

Apprendi, o figlio, apprendi,

quanto è beata sorte

far beati i mortali. In questo piano

tu l'edificio illustre

stendi de la città. La gente d'Alba

sia famosa per te. De le mie leggi

tempra il soave freno:

ministra il giusto, il popol mio proteggi.

In avvenir due numi

abbia invece d'un sol: te qui presente;

me che, lontana ancora,

qua col pensier ritornerò sovente.

 
[N. 32 - Terzetto (ripresa del n. 31)]

 N 

ASCANIO

Che bel piacer io sento

in sì beato dì!

SILVIA

Numi! Che bel momento!

Come in sì bel contento

il mio timor finì!

ASCANIO, SILVIA, ACESTE

Più sacro nodo in terra,

più dolce amor non è.

Quanto, pietosa dèa,

quanto dobbiamo a te.

 
Recitativo

VENERE

Ah chi nodi più forti  

ha del mio core in questi amati lidi?

I figli, le consorti, il popol mio...

SILVIA

Oh diva!

ASCANIO

Oh madre!

VENERE

Addio, miei figli, addio.

ACESTE

Ferma, pietosa dèa, fermati. Almeno

lascia che rompa il freno

al cor riconoscente un popol fido.

Io son, pietosa dèa,

interprete di lui.

(accennando Ascanio e abbracciandolo rispettosamente)

Questo tuo pegno

fidalo pure a noi. Vieni; tu sei

nostro amor, nostro ben, nostro sostegno.

 
(a Venere, la quale sparisce, chiudendosi ed alzandosi le nuvole)

Venere ->

 

ACESTE

Adoreremo in lui  

l'immagine di te: di te che spargi

sui felici mortali

puro amor, pura gioia; di te che leghi

con amorosi nodi

i popoli tra lor; che in sen d'amore

dai fomento alla pace e di questo orbe

stabilisci le sorti, e l'ampio mare

tranquillizzi e la terra. Ah nel tuo sangue,

d'eroi, di semidèi sempre fecondo,

si propaghi il tuo core:

e la stirpe d'Enea occupi il mondo.

 
[N. 33 - Coro ultimo di Geni, Grazie, Pastori e Ninfe]

 N 

Molto allegro (re maggiore)
Archi, 2 oboe, 2 corni, 2 trombe, timpani.

CORO

Alma dèa tutto il mondo governa;  

che felice la terra sarà.

La tua stirpe propaghisi eterna;

che felici saranno l'età.

 

Fine (Parte seconda)

Parte prima Parte seconda

Vago e ricco ordine d'architettura, con cui dassi principio all'edificazione d'Alba.

Silvia, pastorelle
 

Star lontana non so, compagne ninfe

[N. 19 - Aria]

[N. 20 - Coro di Pastorelle]

Silvia, pastorelle
<- Ascanio

Cerco di loco in loco

Numi! Che fo?... M'appresso?

Silvia, pastorelle, Ascanio
<- Fauno

Silvia, Silvia, ove sei?

[N. 21 - Aria]

Silvia, pastorelle, Ascanio
Fauno ->

Ahimè! Che veggio mai?

[N. 22 - Aria]

Ferma, aspetta, ove vai? Dove t'involi?

[N. 23 - Aria]

Anima grande, ah lascia

pastorelle, Ascanio
Silvia ->

[N. 24 - Coro di Pastorelle]

Ascanio
pastorelle ->

Ahi, la crudel come scoccato dardo

[N. 25 - Aria]

Ascanio
<- Aceste, Silvia, Fauno, pastori, pastorelle

[N. 26 - Coro di Pastori (ripresa del n. 6)]

Che strana meraviglia

[N. 27 - Aria]

Sì, padre, alfin mi taccia

[N. 28 - Coro di Pastori, Pastorelle e Ninfe]

Ma s'allontani almen dagli occhi miei

[N. 29 - Coro di Pastori, Pastorelle e Ninfe]

(si spandono delle nubi innanzi all'ara, da dove si veggono uscir raggi di luce)

[N. 30 - Coro di Pastori, Pastorelle e Ninfe]

Invoca, o figlia, invoca

(si squarciano le nuvole; si vede Venere assisa sul suo carro)

Ascanio, Aceste, Silvia, Fauno, pastori, pastorelle
<- Venere, grazie, geni

Or felice son io. Questo è il momento

[N. 31 - Terzetto]

Silvia, Ascanio e Aceste
Ah caro sposo, oh dio!

Eccovi al fin di vostre pene, o figli

[N. 32 - Terzetto (ripresa del n. 31)]

 

Ah chi nodi più forti

(le nuvole si chiudono e si alzano)

Ascanio, Aceste, Silvia, Fauno, pastori, pastorelle, grazie, geni
Venere ->

Adoreremo in lui

[N. 33 - Coro ultimo di Geni, Grazie, Pastori e Ninfe]

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta
Area spaziosa destinata alle solenni adunanze pastorali, limitata da una corona d'altissime e fronzute... Vago e ricco ordine d'architettura, con cui dassi principio all'edificazione d'Alba.
[Ouverture] [N. 1 - Balletto] [N. 2 - Coro di Geni e Grazie] [N. 3 - Aria] [N. 4 - Coro di Geni e Grazie] [N. 5 - Aria] [N. 6 - Coro di Pastori] [N. 7 - Coro di Pastori (ripresa del n. 6) [N. 8 - Aria] [N. 9 - Coro di Pastori, Pastorelle e Ninfe] [N. 10 - Coro di Pastori (ripresa del n.6)] [N. 11 - Coro di Pastori (ripresa del n.6)] [N. 12 - Aria] [N. 13 - Cavatina] [N. 14 - Aria] [N. 15 - Coro di pastori (ripresa del n.6)] [N. 16 - Aria] [N. 17 - Aria] [N. 18 - Coro di Geni e Grazie (ripresa del n. 2)] [N. 19 - Aria] [N. 20 - Coro di Pastorelle] [N. 21 - Aria] [N. 22 - Aria] [N. 23 - Aria] [N. 24 - Coro di Pastorelle] [N. 25 - Aria] [N. 26 - Coro di Pastori (ripresa del n. 6)] [N. 27 - Aria] [N. 28 - Coro di Pastori, Pastorelle e Ninfe] [N. 29 - Coro di Pastori, Pastorelle e Ninfe] [N. 30 - Coro di Pastori, Pastorelle e Ninfe] [N. 31 - Terzetto] [N. 32 - Terzetto (ripresa del n. 31)] [N. 33 - Coro ultimo di Geni, Grazie, Pastori e Ninfe]
Parte prima

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