Atto primo

 

Scena prima

Campagna con bottega da caffè.
Lisetta che beve la cioccolata, Caligo che beve il caffè. Il Garzone della bottega che tiene in mano la cesta delle ciambelle, e Cicala che di furto ne prende, e ne ha piene le mani mangiandole avidamente.

 Q 

Lisetta, Caligo, garzone, Cicala

 
Tutti tre.
 

LISETTA, CICALA E CALIGO

Alle spalle di chi paga  

qui si gode la cuccagna:

e non venga alla campagna

chi per noi non vuol pagar.

 

LISETTA

Chi non viene non si prega;

ma poi tutti han da mangiar.

CALIGO

Mangiam pur, che la bottega

non ci dée discapitar.

 

LISETTA, CICALA E CALIGO

Alle spalle di chi paga

godiam pur questa cuccagna;

e non venga alla cuccagna

chi per noi non vuol pagar.

 
(finiscono di mangiare, e bere, e il garzone si ritira)

garzone ->

 

CICALA

(in atto di partire)  

Vado a cercar da bere or che ho mangiato.

LISETTA

Villano malcreato

ringrazia almen chi da mangiar ti diede.

CICALA

Chi dovrei ringraziar qui non si vede.

CALIGO

Non son io il caffettiere, e non è questa

la figlia mia, che t'ha sfamato adesso,

e ringraziar dovresti?

CICALA

(in atto di partire)

Oibò: tu mi dicesti

che qui del tuo non si mangiava un soldo;

che erano gli avventori

nostri benefattori,

e ad uno ad uno a ringraziarli aspetto,

se ciò non mi si nega,

quando a spender verranno alla bottega.

LISETTA

Bravo; ma senti ancora.

CICALA

Ho fretta in verità.

CALIGO

Va' alla malora.

LISETTA

No: saper voglio in pria

se tu vedrai Dorina?

CICALA

Trovarla qui io sperai questa mattina.

Ma la vedrò tra poco; e che volete

da lei, se può sapersi?

LISETTA

Che mi porti dei fior freschi, e diversi.

CICALA

Oh non le dico nulla;

perché quella fanciulla,

l'amo, la vo' sposar, e così spesso

per i caffè malvolentieri la veggio.

CALIGO

Perché?

CICALA

Perché alla peggio

fra i sorbetti, il caffè, e la cioccolata

può restar impetrita, o abbrustolata.

(parte)

 

Non siano le femmine  

né crude, né cotte;

che tigri diventano,

o restan marmotte:

ti fan dar al diavolo,

ti fan disperar.

Ma quelle figure,

che son mezze, e mezze

tra tenere, e dure

son tanto di zucchero,

che son da mangiar.

 

Cicala ->

 

Scena seconda

Lisetta, e Caligo.

 

CALIGO

Che vuoi tu far di fiori?  

Costan essi denari, e tu di loro

non hai bisogno onde apparir più vaga.

LISETTA

Oh lasciamo pensarci a chi li paga.

CALIGO

E chi gli ha da pagar, se non si vede

più nissun di passaggio,

e la villeggiatura è omai finita?

LISETTA

C'è la beltà, la gioventù e la vita.

 

CALIGO

(in atto di partire)  

Gran bottega è sempre quella

che sia nuova, e che sia bella:

là son pieni i camerini,

là ci piovono i zecchini

e chi spende i suoi quattrini

si fa spesso minchionar.

Ma noi vecchi botteghieri

andiam presto alla malora,

si fatica, si lavora,

si consuma il capitale,

e si manda il principale

quando vuol farsi pagar.

 

Scena terza

Caligo, e Lisetta.

 

LISETTA

Non partir, padre mio, che gente arriva.  

CALIGO

(guardando dentro la scena)

È gente di riguardo.

LISETTA

Uno svimer dorato, e coi cristalli.

CALIGO

Due postiglioni ancor.

LISETTA

Quattro cavalli.

CALIGO

Due lacchè inargentati.

LISETTA

Un gran signore,

senza dubbio sarà.

CALIGO

Guardalo, o figlia,

quanto mai rassomiglia

a Fumeo camerier matto e glorioso

che deve esser tuo sposo.

LISETTA

Sì; ma col suo padrone

egli è a Milano adesso.

CALIGO

Esser può di ritorno.

LISETTA

È desso.

CALIGO

È desso.

 

Scena quarta

Conte Fumana, e detti, e due Lacchè.

<- Fumana, due lacchè

 

FUMANA

Son polito, son ricco, son bello,  

son un conte, che posso contar.

Largo, largo, e cavate il cappello:

o perbacco vi fo bastonar.

 

CALIGO

Sei tu amico?  

FUMANA

Lacchè.

LISETTA

Siete, o non siete

lo sposo mio?

FUMANA

L'altro lacchè.

CALIGO

Tacete?

LISETTA

Non ci guarda nemmeno,

né sa chi gli ragioni.

FUMANA

Una sedia bricconi in questo sito,

ch'io vo' senza parlar esser servito.

 
(i lacchè gli mettono una sedia)
 

LISETTA

Questo mi pare un sogno.

CALIGO

Ubriaco non sono, e mi confondo.

FUMANA

Parlate ora che siedo, e vi rispondo.

CALIGO

Sei tu Fumeo, o non sei?

LISETTA

Da voi saper vorrei

qual scena è questa sì grottesca, e strana?

FUMANA

Non son Fumeo, ma son conte Fumana.

LISETTA

Conte da quando in qua?

CALIGO

Conte pancotto!

FUMANA

Da quel giorno, che ho vinto un terno al lotto.

CALIGO

Un terno! oh che fortuna!

LISETTA

Grosso?

FUMANA

Come la luna.

CALIGO

Che vuol dire dieci milla!

FUMANA

Appunto.

LISETTA

E allora?

FUMANA

Mandai alla malora

il padrone, il salario, ed il mestiero

e la voglio spacciar da cavaliero.

CALIGO

Ma i soldi, amico mio, di questo passo

presto n'andranno a spasso.

FUMANA

Lacchè.

LISETTA

Che seccatura!

FUMANA

L'altro lacchè.

CALIGO

Che stravaganti idee!

FUMANA

Guardate un poco voi le mie livree.

LISETTA

Son di buon gusto.

FUMANA

E i quattro miei cavalli

non li avete veduti?

CALIGO

Eh li vedremo...

FUMANA

E i postiglioni miei?

LISETTA

Tutto ben; ma si brama...

FUMANA

Quest'abito, madama,

come vi par?

LISETTA

Ricco, e bizzarro assai.

CALIGO

Ma al punto principal non si vien mai.

FUMANA

Lacchè.

LISETTA

Quello che preme

è di pensare insieme,

or che un ricco signor fatto vi siete,

quando ci sposerem?

FUMANA

Quando volete.

CALIGO

Manco male, io credea,

che il fumo, e la contea

vi fosse andata già sino al cervello;

e qualche amor novello

vi facesse tradir la mia figliuola.

FUMANA

Oibò, da cavalier madama è sola

LISETTA

Sicché amate chi v'ama?

FUMANA

Non è vero, lacchè, sola è madama?

LISETTA

Dunque mi sposerete?

FUMANA

E chi ve lo contrasta

se qua venni per voi?

LISETTA

Questo mi basta.

 

Conte mio, non vedo l'ora  

d'esser io vostra sposina.

Vederete ben allora

questa bella contessina

che gran aria si darà.

Ehi cameriere

qua il perucchiero,

torni il sartore,

vada il fattore,

scriva il mercante,

che il mio galante

lo pagherà.

(parte)

Lisetta ->

 

Scena quinta

Caligo, conte Fumana, m. Bellagamba, e m. Scaffetta.

 

FUMANA

Chi sono mai que' due,  

che scendon da un calesse di vittura,

e ver qua a dirittura,

in assai buon arredo

mostrano di venire?

CALIGO

Ora li vedo,

son fratello e sorella.

FUMANA

Forse conti, marchesi, o cittadini?

CALIGO

Ohibò son ballerini;

l'un monsieur Bellagamba, e l'altra è detta

madama la Scaffetta.

Ma darsi qui dell'aria,

forse vorran, quasi io non sappia il vero.

FUMANA

Ricordati, che anch'io son cavaliero.

CALIGO

Cavalier da campagna:

ma se alcun ti conosce ecco l'imbroglio.

FUMANA

Finché ho soldi farò quello che voglio.

Lacchè, non vi scostate

troppo dal fianco mio,

onde si veda che il padron son io.

 
(qui escono m. Bellagamba e m. Scaffetta)

<- Bellagamba, Scaffetta

 

BELLAGAMBA

Caffè.

CALIGO

Signor, comandi.

BELLAGAMBA

Per me una limonata.

SCAFFETTA
(al garzone)

E per me, se si può, la cioccolata.

CALIGO

Subito fian serviti.

BELLAGAMBA

Tenete intanto, che un zecchino è questo

e mi darete il resto.

FUMANA

No: l'onor mi sia dato;

che dove ci son io tutto è pagato.

 
(portano la limonata, e la cioccolata)

<- garzoni

 

garzoni ->

SCAFFETTA

Troppa bontà, signore.  

BELLAGAMBA

A noi questo favore?

Se di sentirvi anch'io fossi capace...

FUMANA

Lacchè paga per tutti. (Ella mi piace.)

SCAFFETTA

Siete voi del paese?

FUMANA

E voi siete straniera?

BELLAGAMBA

Veniam dall'Inghilterra.

CALIGO

E dove adesso?

SCAFFETTA

Se ne fosse promesso,

e si trovasse un comodo soggiorno,

vorrei qui villeggiar per qualche giorno.

FUMANA

Lacchè, presto un alloggio.

CALIGO

Uno ce n'è vicino.

BELLAGAMBA

Vederlo, se non c'è troppo cammino.

FUMANA

Lacchè, la mia carrozza,

che li serva colà.

BELLAGAMBA

No: meco venga

il caffettier, che noi ci andremo a piedi;

e intanto qui, di riposar se brama,

custodita da voi resti madama.

 

(a Fumana)  

Questa barca a voi fia cara,

ch'io vi fo suo timoniero.

Non è già barca corsara,

è innocente del mestiero,

senza voi si romperà.

(a Scaffetta)

Voi spaccate, e capriole,

ma a caval sempre del fosso;

pochi fatti, e assai parole,

scorticarlo fino all'osso,

che farem dopo a metà.

(parte)

Bellagamba, Caligo ->

 

Scena sesta

Fumana, e m. Scaffetta.

 

FUMANA

Che bella figurina?  

SCAFFETTA

Tutta a' comandi suoi sera e mattina.

FUMANA

Avete voi marito?

SCAFFETTA

N'ho la speranza in dito.

Ed ecco qui l'anello,

che lo sposo mi diè.

FUMANA

Questo è più bello.

Tenete, che ve 'l dono.

SCAFFETTA

Grazie; ma chi lo porta

più bello è ancora.

FUMANA

È innamorata morta,

lacchè, dell'acqua fresca,

che a tal foco vicino ardo, e mi struggo.

SCAFFETTA

Dunque v'inchino, e fuggo.

FUMANA

No: che per starvi appresso,

che non farei?

SCAFFETTA

Perché no 'l fate adesso?

FUMANA

Mi sposereste voi?

SCAFFETTA

Subito, o niente.

FUMANA

Presto, lacchè, che io vado in accidente.

(si abbandona alle braccia de' suoi lacchè)
 

SCAFFETTA

Un po' d'acqua di melissa  

che già sviene il poverino;

ma se il guardo fissa fissa

lo farò risuscitar.

Altro ch'acqua di regina

se gli porgo una manina,

oh che gusto ha da provar.

 

Scena settima

Lisetta, e detti.

<- Lisetta

 

LISETTA

Che c'è, cosa v'è nato?  

SCAFFETTA

Regger si fa, perché non può star

son fumane d'amor.

FUMANA

Niente... oh che caldo

LISETTA

Questa smania amorosa

per chi signora mia?

SCAFFETTA

Per la sua sposa.

LISETTA

Lo volevo ben dir.

FUMANA
(a tutte due)

Sposa mia bella

che amore, e che fortuna

(zitto, lacchè, che tal si crede ognuna).

 

Scena ottava

Dorina, con canestrello di fiori, e detti.

<- Dorina

 

DORINA

Chi vuol fior del mio giardino,  

una rosa, un gelsomino

a buon prezzo da comprar;

ma un fioretto poi son io,

il più bel dell'orto mio,

che nissun lo può nasar.

 

LISETTA

Qua, Dorina, che io veda  

cosa avete di bel tra questi fiori.

DORINA

N'ho di tutti i colori,

olandesi, e nostrani,

garofani, giacinti, e tulipani,

ma un, queste signore,

non c'è per farsi onore...

FUMANA

Ci son io.

LISETTA

Viva il conte Fumana!

DORINA

Ecco la cesta è sana

son belli i fior, son molti, e poi son rari;

via per poch denari

ve li darò, che di sbrigarmi ho fretta.

FUMANA

Bene. Che vale a dire?

DORINA

In tutto dieci lire;

ma non voglio di men due bagattini.

FUMANA

Lacchè, paga a costei dieci zecchini.

LISETTA

Uh, uh siete voi pazzo?

SCAFFETTA

Getta i zecchini a guazzo,

ed io gli caverò fino la pelle.

FUMANA

Voi dividete, o belle,

fra di voi questi fior, che siete entrambe

un fior di primavera.

DORINA

E per voi?

FUMANA

C'è per me la giardiniera.

 
(dividendosi i fiori con avidità)
 

LISETTA

Questo fiore io lo voglio.

SCAFFETTA

Io questo prenderò.

LISETTA

Questo, signora no: prendete quello.

SCAFFETTA

Per voi sempre il più bello.

LISETTA

S'intende, io son la prima.

(avrà la cesta in mano)

SCAFFETTA

Meno che non si stima.

LISETTA

Questo no 'l vo', è tutt'uno.

(lo getta via con dispetto)

SCAFFETTA

Non ne avrete nessuno.

(le leva la cesta e vuol partire)

LISETTA

A me nessun, signora?

(le corre dietro, ed afferra la cesta)

SCAFFETTA

Eh andate alla malora.

LISETTA

Temeraria.

 
(tenendo tutte due la cesta e tirandola)
 

SCAFFETTA

Insolente.

LISETTA

Animo.

SCAFFETTA

Via.

LISETTA

Ferma.

SCAFFETTA

Tira.

LISETTA

Che sì?

SCAFFETTA

La cesta è mia.

(parte con la cestella)

Scaffetta ->

 

LISETTA

Oh non cedo a costei ne' suoi capricci;

se credo aver da spettinargli i ricci.

(parte)

Lisetta ->

 

Scena nona

Conte Fumana, Dorina.

 

FUMANA

Brave! amendue son ite.  

DORINA

Oh vado anch'io per separar la lite.

FUMANA

No, amabile Dorina,

che voi la mia regina

voi sarete il mio sol come vi dissi.

DORINA

Ma il sol farà l'eclissi.

FUMANA

Cosa mai dir volete?

DORINA

Che tra poco non più voi mi vedrete.

FUMANA

Perché?

DORINA

Sono da nozze.

FUMANA

Quando?

DORINA

Forse domani.

FUMANA

Con chi?

DORINA

Con un villan detto Cicala.

FUMANA

L'amate?

DORINA

Amo di più chi mi regala...

FUMANA

Sicché posso sperar?

DORINA

Cosa?

FUMANA

La mano?

DORINA

Ma Cicala?

FUMANA

È un villano.

DORINA

E voi?

FUMANA

Un cavaliero.

DORINA

Me lo dite davvero?

FUMANA

Vi manderò in carrozza.

DORINA

Oh che promessa!

FUMANA

Sarete una contessa.

DORINA

E andrò col guardinfante alla gran moda?

FUMANA

Questi lacchè vi sosterran la coda.

DORINA

Eh, signor conte mio,

voi di me vi ridete:

villanella son io

né può tra tante e tante,

un signor come voi farmi l'amante.

FUMANA

Eh che non vede amore,

e distinguer non suole

nobiltade o ricchezza;

ma gioventù e bellezza,

sono i due consiglier fedeli e schietti,

ond'egli è mosso a tributar gli affetti.

 

Sei pur cara, sei pur bella...    

bel visino, begli occhietti,

furbi, ladri, malignetti,

dove regna il dio d'amor.

Son per te qual nave... al vento.

No... qual torre... in mezzo all'onde

meglio ancor... qual pecorella...

ah non trovo un paralello

per opprimer quel flagello

che tormenta questo cor.

S

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Scena decima

Campagna con viali, e fabbriche.
Dorina, e Cicala.

 Q 

Dorina, Cicala

 

CICALA

Chi vuol trovar Dorina:  

dov'è sera e mattina?

Sempre al Caffè: ma quando sei mia moglie

questa sarà finita.

DORINA

Vuol dir sarò al caffè tutta la vita.

CICALA

Perché? Forse un marito

disubbidir vorrai?

DORINA

Perché tua moglie io non sarò giammai.

CICALA

Come? Me l'hai promesso.

DORINA

Dove?

CICALA

Nell'orto tuo e il ver ti dico.

DORINA

Via torniam colà ch'io mi disdico.

CICALA

Perché così tradire uno che t'ama?

DORINA

Perché diventar voglio una madama.

CICALA

Oh buongiorno a madama giardiniera.

DORINA

Oh? monsieur taglialegne buonasera.

CICALA

Ingrata!

DORINA

Oh che buffone!

Posso andare in carrozza,

posso come conviene

aver paggi, lacchè, cuochi staffieri.

CICALA

Eh questi tuoi pensieri

vedrai crudel dove a finir andranno.

DORINA

Se finiranno mal sarà mio danno.

 

Io son troppo tenerina,  

non son pan per i tuoi denti,

dormir vo' tutta mattina,

voglio aver serve, e serventi,

e la man farmi baciar.

M'hai capito? Addio marito.

Mentre io sceglio quel ch'è meglio

tutto a tondo gira il mondo.

E mi posso anch'io cangiar.

(parte)

Dorina ->

 

Scena undicesima

Cicala, Lisetta, e Caligo.

<- Lisetta, Caligo

 

CICALA

Gente del vicinato,  

soccorso a un disperato.

LISETTA

Cosa è questo bordello?

CALIGO

Hai tu perso il cervello?

CICALA

Sì ben, questa mattina

perder me 'l fa Dorina.

Ella m'ha detto, che sospira e brama

un certo tal, che la vuol far madama.

CALIGO

Sarebbe mai quel pazzo

che deve oggi sposar la figlia mia?

CICALA

Non vi so dir qual sia.

Costei me 'l disse adesso,

né seco vidi alcun.

LISETTA

Senz'altro è desso;

ma forse avrà scherzato

e che a me mancar voglia io me ne rido.

CICALA

Ditegli che non scherzi, o ch'io l'uccido.

(parte)

Cicala ->

 

Scena dodicesima

Caligo, Lisetta, poi conte Fumana, Dorina, m. Bellagamba, e Cicala, coll'ordine che segue.

 

LISETTA

Quel villan temerario è ben capace  

di qualche stramberia.

CALIGO

E quel matto in fortuna

capace è di cangiar come la luna.

LISETTA

Con Dorina per mano eccolo intanto.

CALIGO

No 'l lasciate partire,

che subito ritorno e gliela canto.

(parte)

Caligo ->

 

<- Fumana, Dorina

LISETTA

Dite un poco, signor conte,  

non è questa la scrittura?

Oh perbacco addirittura

mi dovete oggi sposar.

DORINA

Dite un poco mio padrone

non mi deste voi parola?

Oh perdiana io son la sola,

che la man v'ha da dar.

FUMANA

Piano un po', son galantuomo:

fate voi che mi rimetto,

non disdico quel che ho detto

chi mi vuole eccomi qua.

LISETTA

Vi vogl'io, che prima io sono.

DORINA

Egli è mio, chiedo perdono.

FUMANA

Dividetemi a metà.

LISETTA

A metà? noi la vedremo.

DORINA

A metà? discorreremo.

FUMANA

Che imbarazzo ho mai d'intorno?

Se sia notte, o se sia giorno,

più non vedo in verità.

DORINA

Presto, presto.

LISETTA

Il punto è questo.

DORINA

Risolvete.

LISETTA

Decidete.

DORINA E LISETTA

L'amorosa vostra sposa,

fra noi due quale sarà.

FUMANA

Questa... quella... quella... questa...

Non so dove abbia la testa,

son stordito, sbigottito...

tornerò... ci vuò pensar.

 
(vuol partire incontra Caligo con un bastone nascosto sotto le vesti)

<- Caligo

 

CALIGO

Alto un tantino,

signor contino,

che d'una grazia

v'ho da pregar.

Se non sposate

la mia Lisetta,

questa ricetta

ve 'l farà far.

FUMANA

Oh! Mio signore,

siete obbligante,

senza rumore,

si può parlar.

DORINA E LISETTA

Quante combriccole

fanno in quel sito!

L'un par in collera,

l'altro è stordito,

ma noi dovremo,

senza marito

forse restar.

 
(Caligo parte e Fumana nel partire incontra Cicala con lo schioppo)

<- Cicala

 

CICALA

Mi favorisca,

ma compatisca:

se lei Dorina

non lascia star,

questo schioppetto,

un po' di polvere,

un po' di piombo,

tutto in un subito

può accomodar.

FUMANA

Poter del diavolo!

Cosa ti credi?

Farmi tremar?

Lacchè, staffieri,

schioppi, pistole,

questo villano

l'ha da pagar.

 
(fugge Cicala spaventato)

Cicala ->

 

LISETTA E DORINA

Piano un po' meno parole,

che possiamo noi due sole

questa lite terminar.

(Qui bisogna aver giudizio,

o che nasce un precipizio,

che può tutto rovinar.)

FUMANA

Mia Lisetta... mia Dorina,

voi scegliete la sposina,

ch'io non vo' precipitar.

DORINA

Siete voi, caro carino,

ch'esser vuole il mio sposino?...

 
(Fumana fa cenno di sì)
 

DORINA

Vi dirò sul chitarrino,

non vi voglio, signor no.

LISETTA

Già lo so ch'esser volete,

voi lo sposo mio diletto.

 
(Fumana come sopra)
 

LISETTA

Vi dirò sul ciuffoletto

vostra sposa esser non vo'.

FUMANA

(contraffacendole)

Vi dirò sul chitarrino,

sul violone e ciuffoletto,

sul violino, e violoncello

sulla tromba, e sul tamburo

che di voi niente mi curo,

e voi due non sposerò.

 
(venendo Bellagamba e Cicala)

<- Bellagamba, Cicala

 

BELLAGAMBA

Ecco qui quel mancatore

che ha promesso a mia sorella,

e l'anello eccolo qua.

CALIGO

Oh quest'altra è ancor più bella!

DORINA E LISETTA

Ecco un'altra novità.

TUTTI

Questa sorpresa,

non era attesa,

cosa sarà?

DORINA E LISETTA

Tanto sussurro,

tanto fracasso,

chi finirà?

FUMANA

Povero conte,

mettiti all'ordine,

che un tal disordine,

sulle tue spalle

terminerà.

 

TUTTI

Quanti imbrogli in questo loco!

Quante legna, a questo foco!

Come bolle! Come freme,

sdegno, e amore tutto insieme;

chi sospira, chi delira,

cosa vuol, nissun lo sa.

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Campagna con bottega da caffè.

Lisetta, Caligo, garzone, Cicala
 
Lisetta, Cicala e Caligo
Alle spalle di chi paga
Lisetta, Caligo, Cicala
garzone ->

Vado a cercar da bere or che ho mangiato

Lisetta, Caligo
Cicala ->

Che vuoi tu far di fiori?

Non partir, padre mio, che gente arriva

Lisetta, Caligo
<- Fumana, due lacchè

Sei tu amico? / Lacchè / Siete, o non siete

Caligo, Fumana, due lacchè
Lisetta ->

Chi sono mai que' due

Caligo, Fumana, due lacchè
<- Bellagamba, Scaffetta

Caligo, Fumana, due lacchè, Bellagamba, Scaffetta
<- garzoni
Caligo, Fumana, due lacchè, Bellagamba, Scaffetta
garzoni ->

Troppa bontà, signore

Fumana, due lacchè, Scaffetta
Bellagamba, Caligo ->

Che bella figurina

Fumana, due lacchè, Scaffetta
<- Lisetta

Che c'è, cosa v'è nato?

Fumana, due lacchè, Scaffetta, Lisetta
<- Dorina

Qua, Dorina, che io veda

Fumana, due lacchè, Lisetta, Dorina
Scaffetta ->

Fumana, due lacchè, Dorina
Lisetta ->

Brave! amendue son ite

Campagna con viali, e fabbriche.

Dorina, Cicala
 

Chi vuol trovar Dorina

Cicala
Dorina ->
Cicala
<- Lisetta, Caligo

Gente del vicinato

Lisetta, Caligo
Cicala ->

Quel villan temerario è ben capace

Lisetta
Caligo ->
Lisetta
<- Fumana, Dorina
Lisetta, Dorina, Fumana, Caligo, Cicala e Bellagamba
Dite un poco, signor conte
Lisetta, Fumana, Dorina
<- Caligo
 

(Caligo si nasconde)

Lisetta, Fumana, Dorina, Caligo
<- Cicala
 
Lisetta, Fumana, Dorina, Caligo
Cicala ->
 
Lisetta, Fumana, Dorina, Caligo
<- Bellagamba, Cicala
 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima
Campagna con bottega da caffè. Campagna con viali, e fabbriche. Strada di campagna, con fabbriche. Stanze nella casa del Caffettiere. Sala illuminata.
Atto secondo Atto terzo

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