Atto secondo

 

Scena prima

La decorazione rappresenta l'interno della capitana di Colombo.
Colombo.

 Q 

Colombo

 

COLOMBO

Già corse il sangue... Oh! inefficaci sforzi  

per impedirlo! Oh! con che tristi auspici,

terra del nuovo mondo, io ti ho scoperta!

Quale all'Europa aperta,

ampia via di delitti! Ah! sul mio capo

non riversarli tu, cielo clemente!

Ah! rimanga di me fama innocente!

 

Scena seconda

Colombo. Diego, e Ufficiali castigliani.

<- Diego, ufficiali castigliani

 

COLOMBO

Ebben ritratti al campo  

son tutti, o Diego?... Non rispondi? Al suolo

ciascun di voi fisa smarrito il ciglio!

Parlate. Chi mancò?

DIEGO

Fernando.

COLOMBO

Il figlio!

CORO

Da' suoi guerrier diviso,

fu colto dal nemico.

Sollecito l'avviso

ne invia l'altier cacico.

Intorno al messaggero

si affolla il campo intero,

e il duolo e lo spavento

a lui celar non sa.

COLOMBO

(scuotendosi)

Non io pavento...

Tal dell'armi è la sorte, e tal la corre

ne' cimenti il guerrier, qualunque ei sia.

Alla presenza mia

guidate il messagger, e il mio coraggio

quello ravvivi delle afflitte squadre.

 
(Diego e gli ufficiali partono)

Diego, ufficiali castigliani ->

 

Scena terza

Colombo.

 

 

Piangi, or piangi non visto, o cor del padre.  

 

Pietoso ciel, se vittima  

il figlio mio segnasti,

dammi virtù che basti

il colpo a sostener.

 

 

Alcun s'avanza...  

Il messagger nemico... alma costanza.

 

Scena quarta

Zamoro, e Colombo.
Soldati castigliani, che si schierano da un lato, Guerrieri indiani, che formano un gruppo dall'altro.

<- Zamoro, soldati castigliani, guerrieri indiani

 

ZAMORO

Hanno i lor numi anch'esse  

quest'isole, o stranier, numi possenti,

che degli umani eventi,

tristi o lieti che sian, reggono il freno;

e a te palesi oggi son fatti appieno.

Come silvestre belva

del cacciator nei lacci, essi han sorpreso

il figlio tuo.

COLOMBO

Mi è noto. Alle sventure

soggiace al par del vile anco il più forte.

ZAMORO

Già la canzon di morte

sta sciogliendo in Maima, ove il riscatto

da te compro non sia.

COLOMBO

Parla. A qual patto?

ZAMORO

Zilia è in tua man, l'infida,

la traditrice Zilia... Essa è votata

della notte agli spirti: a noi la rendi,

e la vita del figlio abbiti in dono.

(Colombo tace vivamente commosso)

 

Decidi... A che ti stai?

Render Zilia vuoi tu?

COLOMBO

No, non l'avrai.

 

COLOMBO

Io promisi alla vergine oppressa  

nel mio campo difesa e sostegno.

Il mio nume del giuro fu pegno,

né tradito il mio nume sarà.

ZAMORO

E noi pure solenne promessa

femmo a dèi venerandi del pari.

Una vittima attendon gli altari,

e trafitto il tuo figlio cadrà.

COLOMBO

Ei trafitto!

ZAMORO

Sì: pensaci, e trema.

COLOMBO

Non fia mai.

ZAMORO

Chi potrebbe vietarlo?

O risolvi, o mi affretto a svenarlo.

COLOMBO

Odi... (Oh! pena ch'eguale non ha!)

COLOMBO

(Lascerò perir così

chi soccorso a noi prestò?

A salvar d'un figlio i dì,

crudo padre indugerò?

Cielo, imploro in tanto orror

un tuo raggio protettor.)

Insieme

ZAMORO

(A salvar d'un figlio i dì

dubbio ancor costui vedrò?

Né colei che mi tradì

di mia man punir potrò?

Numi inulti, offeso amor

secondate il mio furor.)

 

COLOMBO

No: compiuto il sacrifizio

non sarà sull'innocente.

ZAMORO

Testimon del suo supplizio

fia la luna in ciel sorgente.

COLOMBO

Guai tre volte! Guai per voi!...

Saran morti i raggi suoi,

e la pallida sua faccia

d'atro vel si coprirà.

ZAMORO

Vana e inutile minaccia!

COLOMBO

Alme ree, si compirà.

Seguito dall'ire

degli astri superni,

le colpe a punire

Colombo verrà.

ZAMORO

Difesa, protetta

da' numi paterni,

del sangue vendetta

Maïma farà.

COLOMBO E ZAMORO

Il sol che fra poco

tramonta ne' flutti,

estremo per tutti

fatale sarà.

(partono)

Colombo, Zamoro, soldati castigliani, guerrieri indiani ->

 
 

Scena quinta

Interno delle abitazioni dei Selvaggi, ove custodiscono i loro prigionieri.
Fernando.

 Q 

Fernando

 

 

Stanco da tanti affanni, avrai tu core,  

misero genitore,

che la perdita mia soffra da forte?

O per sottrarmi a morte,

acconsentir potrai

all'infame proposta? Ah! no: giammai.

Zilia! Innocente Zilia! Oh! a me comparsa

in questo suol selvaggio

come fra l'ombre un raggio ~ avrai salute.

Privo il mondo non fia di tua virtute.

 

Vivi, diletta amica,  

vivi i miei giorni e i tuoi.

Dolce pensier ti dica

che riveder mi puoi:

e dissipato il velo,

che ti nasconde il cielo,

a me t'innalzerai

sull'ali dell'amor.

 

Scena sesta

Fernando, Jarico, Zamoro, e Ufficiali indiani.

<- Jarico, Zamoro, ufficiali indiani

 

JARICO

La tua canzon di morte  

incomincia o straniero. I nostri numi

di folta nebbia ingombro hanno lo spirto

del padre tuo. Cieco e crudele insieme

segno ei ti lascia di Maima all'ire,

e la colpevol Zilia a noi ricusa.

FERNANDO

Alla virtù non usa,

la punisca Maima. Il mio supplizio,

qualunque ei sia, prepari; io no 'l pavento.

ZAMORO

E sarai pago: ei fia crudele e lento.

Olà, di nodi avvinto

sia tratto al tempio; e il castigliano sangue

lavi la macchia di Maima offesa.

 

Scena settima

Zilia, Cori, e detti.

<- Zilia, cori

 

ZILIA

Quel di Zilia versate: ella vi è resa.  

FERNANDO

Chi veggo?

ZAMORO

(Oh! gioia!)

FERNANDO

(correndo a lei affannato)

E abbandonarti, ingrato

poté Colombo?

ZILIA
(con mistero)

Ed io potea lasciarti

perir per me?

FERNANDO

Che mai facesti, o cruda?

ZILIA

Il mio dover compiei.

FERNANDO

Dover funesto!

ZILIA

Deh! taci, e parti.

(sciogliendosi da lui)

FERNANDO

(con forza trattenendola)

Ah! no spietata; io resto.

 

 

Non pensar ch'io compri mai  

col tuo sangue i giorni miei:

se perir per me tu déi,

deggio anch'io perir per te.

JARICO

Sian divisi.

ZAMORO

Parti.

CORO

Assai

per te rea costei si fe'.

(sono divisi)

FERNANDO

Mi lasciate.

TUTTI

Parti, o trema.

FERNANDO

Zilia! Zilia!

ZILIA

Ah! fuggi... Addio.

(è tratta altrove)

ufficiali indiani, Zilia ->

FERNANDO

Mi è rapita... Oh! pena estrema!

Né salvarla, oh! ciel poss'io?

Ah! se morte a me negate,

alme inique paventate,

io vivrò per vendicarla,

per punirvi ancor vivrò.

TUTTI

Esci... Parti... A noi sottrarla

braccio umano omai non può.

FERNANDO

Ah! qual astro risplendea,

caro bene, al nostro amor?

Sol contenti promettea,

non serbava che dolor.

(lo guidano via minacciosi)

cori, Fernando ->

 

Scena ottava

Jarico, e Zamoro.

 

JARICO

A radunar de' vegli,  

e de' sacri indovini il venerando

gran consesso m'invio. ~ Veglia sull'empia,

Zamoro, tu... Meglio del padre il puoi.

ZAMORO

Veggo negli occhi tuoi

lo scompiglio del cor... Io ti compiango...

Io sospiro con te: meno infelici

non ci rende vendetta.

JARICO

Un breve istante

a me parli natura, a te l'amore...

ma taccian poscia, e sol favelli onore.

(parte)

Jarico ->

 

Scena nona

Zamoro, indi Zilia.

 

ZAMORO

Ah! non è morto, il sento,  

no non è morto amor... Ad onta ancora

dell'ira mia feroce,

innalza in me la sua possente voce.

Oh! Zilia! Un'altra volta

ceder mi è forza; abbandonarti a morte

né vo', né posso, né mirar fra l'ombre

tanta beltà per mia cagion sepolta.

(apre il recinto ove Zilia è stata rinchiusa)

<- Zilia

 

Zilia!  

ZILIA

Zamoro!... A che mai vieni?

ZAMORO

Ascolta?

Vittima ai neri spirti

tratta sarai fra poco... Io non ho core

di lasciarti perir... Salvarti io voglio...

e il posso io solo, e in più felici arene,

ove il poter non giunga

de' tuoi fieri custodi,

meco guidarli illesa.

ZILIA

Io teco!

ZAMORO

Ah! m'odi.

 

Non tentata segreta isoletta  

io conosco ne' mari lontani:

là dall'onde e dai boschi protetta,

scorderai l'universo con me.

Qual ruscello per piaggia fiorita

scorrerà la tua placida vita;

sorgerà per te lieta ogni aurora,

fia serena ogni sera per te.

Sfondo schermo () ()

 

ZILIA

Va'... più bene per Zilia non v'è.

 

ZAMORO

Io beato d'un solo tuo sguardo,

frenerò del mio labbro i sospiri:

non dirò, come peno, com'ardo,

finché il cor non ti parli per me.

Come vento su colle romito

gemerò, piangerò non udito,

fino al dì che obliato il rivale

la mia fede trionfi di te.

 

ZILIA

Va... più amore per Zilia non v'è.

 

ZAMORO

Odi ancora...

ZILIA

Deh! va': non t'ascolto.

ZAMORO

Vieni, o barbara.

ZILIA

Invano lo speri.

(musica da lontano)

ZAMORO

Il consesso de' padri è disciolto...

A cercarti son mossi i guerrieri...

Sei perduta, se indugi un momento...

Cedi, ah! cedi...

ZILIA

Io rimango a perir.

ZAMORO

Ostinata! Rinascere io sento

di vendetta più fiero il desir.

 

Scena decima

Coro di Guerrieri indiani, e detti.

<- guerrieri indiani

 

CORO

La colpevole al tempio tu guida:  

morte, morte d'intorno si grida...

i vegliardi, ed i sacri indovini

la sentenza fatal proferir.

ZAMORO

Zilia!... Oh! Zilia!

ZILIA

Io son pronta a morir.

ZAMORO

A morte va ~ poiché la morte

di provocar ~ hai l'ardimento:

di mia pietà ~ vergogna io sento;

il mio furor ~ più fren non ha.

TUTTI

A morte va.

ZAMORO

Non men fatal ~ sarà la sorte

del mio rival ~ da te diletto;

straziato ognor ~ da un vano affetto,

mai più, mai più ~ riposo avrà.

TUTTI

A morte va.

(partono)

ZAMORO

(O debol cor ~ di te più forte

fa strazio amor ~ che mai non tace.

Ah! s'ella muor ~ non ho più pace,

ogni mio ben ~ con lei morrà.)

Deh! riedi in te ~ ti prego ancora...

Se non di me ~ di te pietà.

Rispondi almen. ~

ZILIA

Andiam ~ si mora.

ZAMORO

Oh! insano ardir! ~

TUTTI

A morte va.

ZAMORO

A morte va ~ poiché la morte

di provocar ~ hai l'ardimento,

di mia pietà ~ vergogna io sento,

il mio furor ~ più fren non ha.

TUTTI

A morte va.

 
(Zilia è condotta via fra i guerrieri; Zamoro la segue furente)

guerrieri indiani, Zilia, Zamoro ->

 
 

Scena undicesima

Recinto sacro che mette al sotterraneo dedicato agli dèi di Maima, la di cui apertura vedesi in mezzo.
Il luogo è aperto nel fondo, e da lontano scopresi il mare. È notte. Il cielo è sereno e stellato, e a poco a poco si leva la luna.

 Q 

 
Al suono di lugubre musica escono gl'Indiani d'ambo i sessi in processione. Séguono gl'Indovini, e i Vegliardi col capo coperto, e con ramoscelli in mano, e si arrestano tutti all'apertura del sotterraneo, e cominciano un rito, girando intorno ad essa, e formando una specie di danza sacra. Intanto si canta il seguente coro:

<- indiani, indovini, vegliardi

DONNE

Stella del nostro ciel,  

d'oscuro vel

ti cingerai?

UOMINI

Fiore del patrio suol,

diletto al sol

più non sarai?

TUTTI

Già ti preme, ti flagella

fosco nembo struggitor.

Orbo il ciel tu lasci, o stella,

spoglio il suol tu lasci, o fior.

DONNE

Lassa! A tentar mai più

non verrai tu

gli antri segreti?

UOMINI

Ti vedrem più gittar

in riva al mar

gli ami e le reti?

TUTTI

Ah! spezzato il tuo bell'arco,

giù dal balzo penderà.

Il tuo schifo ignudo, e scarco,

sull'arena giacerà.

(gl'indovini e i vegliardi scendono nel sotterraneo)

indovini, vegliardi ->

 

Scena dodicesima

Zilia in mezzo ai Custodi, Jarico con Guerrieri.

<- Zilia, custodi, Jarico, guerrieri

 

JARICO

Pria che i notturni spirti  

chiamin tre volte dal profondo speco,

che sepolcro le fia, l'empia donzella,

sola si lasci, e con sospiri e preci

tenti placar, se il può, gli offesi dèi.

ZILIA

Ah! padre mio!...

JARICO

Più figlia mia non sei.

Disonorato, o indegna,

hai per sempre Jarico... Hai di Maima

la sventura compita.

ZILIA

Emenda, io ne farò co' la mia vita,

ma deh! di pace un segno,

un segno di pietà non ricusarmi

in questi amari istanti, e mi perdoni,

se no 'l puote il cacico, il padre almeno.

JARICO

Ei non è più... Gli trafiggesti il seno.

 
(partono tutti)

custodi, Jarico, guerrieri, indiani ->

 

Scena tredicesima

Zilia.

 

 

Addio ridenti sogni  

della mia gioventù, giochi innocenti

de' lieti giorni! E a voi pur anche, o voti

di sereno avvenir, per sempre addio!

Non mi resta che il pianto, e l'amor mio.

Ah! fossi almen sepolta

lungo il mare, o Fernando, o sovra il colle

che ancor ripete i tuoi sospiri e i miei!

D'una lagrima tua conforto avrei.

 

 

Ma fia bassa, fia profonda  

la magion del mio riposo:

del mio letto tenebroso

sulla sponda,

niun mortal seder vedrò.

CORO
(sotterraneo)

Zilia!... Il ciel ti condannò.

ZILIA

Già mi chiama, già m'abbraccia

dell'abisso il sen mugghiarne.

Ah! mi stendi un solo istante

le tue braccia,

mi ritieni, amato ben.

CORO
(sotterraneo)

Zilia!... Scendi alle ombre in sen.

ZILIA

Prega, ah prega il tuo gran nume

che mi rechi in parte almeno,

ove a me d'un sol baleno

splenda il lume,

ove a me ti sveli ancor.

CORO
(sotterraneo)

Zilia!... Scendi a eterno orror.

 

Scena quattordicesima

Gli Indovini, e i Vegliardi ricompariscono dal sotterraneo.
Ritorna Jarico, con Zamoro, e séguito degli Indiani.

<- indovini, vegliardi, Jarico, Zamoro, indiani

 

JARICO

Poiché gli dèi parlar, poiché la terra  

già spalanca le fauci ad inghiottirti,

scendi ai notturni spirti,

e sepolta con te l'onta rimanga

della patria e del padre.

TUTTI

Addio per sempre,

Zilia infelice, addio!

ZILIA

Padre... compagne...

un solo amplesso ancora...

Almen, l'ultimo amplesso. Ah! no 'l negate

assai punita io sono...

o compagne, pietà... padre, perdono.

 

Scena quindicesima

Colombo, Fernando, Castigliani e detti.

<- Colombo, Fernando, castigliani

 

COLOMBO, FERNANDO E CASTIGLIANI

Barbari, vi arrestate:  

Zilia non morirà.

INDIANI E ZILIA

Cielo!

ZAMORO

Superbi,

aborriti nemici,

a che venite voi? Così sfidarci

osate ancora in questo sacro asilo,

in faccia ai nostri dèi?

COLOMBO

Polve ed ombra son essi agli occhi miei.

Il sacrifizio atroce

non compirete, o crudi. Il rito orrendo

aborre il cielo, e da Maima il guardo

ritorcono le stelle inorrite.

ZAMORO

Guerrieri, non udite

le sue vane minacce. Arti son queste,

arti mendaci della rea Castiglia.

COLOMBO

Innalzate, o protervi, al ciel le ciglia.

(il cielo comincia ad oscurarsi, e la luna si eclissa)

 

Di sanguinoso ammanto  

già si copron dell'aria i campi immensi,

grave d'ignei vapor l'aura già spira.

I raggi tuoi ritira,

ti oscura, o luna, ed il furor supremo

annunzi all'India il tuo fulgore estinto.

INDIANI

Oh prodigio! oh! terror!

FERNANDO

(Oh gioia!)

COLOMBO

(Ho vinto.)

 
Tutti.

ZILIA

O nume possente,  

che al guardo mi sveli

gli arcani de' cieli,

degli astri il tenor,

commovi clemente

de' barbari il cor.

JARICO, ZAMORO E INDIANI

O luna morente,

che al guardo ti veli,

che i campi de' cieli

ricopri d'orror,

d'un nume possente

annunzi il furor.

Insieme

COLOMBO, FERNANDO E CASTIGLIANI

O nume possente,

che al guardo gli sveli

gli arcani de' cieli,

degli astri il tenor,

commovi clemente

de' barbari il cor.

ZAMORO E INDIANI

A tanto portento,

che miro, che sento

va l'alma smarrita

fra l'ira, e il terror.

TUTTI

O nume possente,

o luna morente,

che al guardo ti veli,

che i campi de' cieli

ricopri d'orror,

d'un nume possente

annunzi il furor.

Insieme

ZILIA E CASTIGLIANI

Dipende da questo

momento funesto

la pace, la vita

la speme, l'amor.

 

JARICO

Tremendo e forte, il confessiamo, hai teco  

uno spirto, o stranieri; ma di Maima

son pur forti gli dèi: non irritarli,

né toglier loro i sacri riti e l'are.

ZAMORO

Parti, rivarca il mare,

e ci lascia seguir liberi e lieti

de' nostri avi le leggi, e gli usi antiqui.

COLOMBO

Barbare leggi, usi crudeli e iniqui,

anzi ch'io parta, il giuro,

spariran da Maima.

ZAMORO

Ah! voi primieri,

voi sparirete. Se non valgon l'armi,

vi distrugga la fame, e i frutti suoi

vi neghi il suol che devastar tentate.

 
Odonsi colpi di cannone. Tutti si rivolgono al mare. Si presenta una flotta castigliana. La luna ricomparisce più brillante.
 

TUTTI

Qual rumor! Che sarà?  

COLOMBO

Stolti!... Mirate.

Ecco le attese navi, ecco il soccorso

che Castiglia m'invia. L'astro notturno

la sua luce riveste, e il glorioso

vessillo del mio re lieto saluta

co' sereni suoi rai.

 

Scena ultima

Giunge frettoloso Diego dalla spiaggia. Sbarca Fiesco con numeroso stuolo di Castigliani, al suono di banda militare, e al fragor dell'artiglieria.

<- Diego

<- Fiesco, stuolo di castigliani

 

DIEGO

Fiesco ritorna  

e navigli, e nocchieri a te conduce.

COLOMBO

Fiesco!... Mi abbraccia.

FIESCO

Io mi ti prostro, o duce.

Alfin la tua virtude

trionfò dell'invidia, e a te del paro

grande ne' tristi che ne' lieti casi,

coll'universo intier, plaude Castiglia.

CASTIGLIANI

Viva Colombo!

ZILIA E FERNANDO

Oh gioia!

INDIANI

Oh meraviglia!

COLOMBO

Oh! Tu che tanto mare

per me varcasti, quando il mondo ingrato

mi abbandonava, o genovese illustre,

o mio concittadin, vivrai famoso

finché vivrà Colombo appo le genti.

Sciogliam le vele ai venti

compagni un'altra volta, e nuovi regni

usciranno dai flutti innanzi a questo

respinto invano dallo spirto avverso

vessillo redentor dell'universo.

(prende la bandiera dalle mani di Fiesco, e la pianta in mezzo alla scena)
 

 

Di mia mano o santa insegna,  

io ti pianto in questo suol.

Trionfale ognor qui regna

finché in ciel risplenda il sol.

E tu popolo feroce,

tu redento dall'error,

ti ripara all'alma croce,

vieni all'ombra dell'amor.

JARICO, ZAMORO E INDIANI

Sì, vincesti... in te ragiona,

in te spira un dio verace.

Tu gli eccessi a noi perdona

dell'inganno, e del furor.

SPAGNOLI E INDIANI

Ci raccolga uniti in pace

il vessillo salvator.

TUTTI

Pure stelle, ai giuri nostri

raddoppiate di splendore:

degno è il cielo spettatore

di due mondi all'amistà.

Santa al par de' raggi vostri

questa pace durerà.

COLOMBO
(a Zilia)

Tu che nel mio periglio

tanta mi fosti aita,

che per salvarmi un figlio,

desti riposo, e vita,

da me, da lui partita

tu non sarai mai più.

Vieni, e all'Europa addita

che innata è la virtù.

ZILIA E FERNANDO

Oh! generoso!

CASTIGLIANI

Oh! nobile!

INDIANI

Pari agli dèi quaggiù!

 

COLOMBO

Di un mondo scoperto

fra tante fatiche,

mi scemino il merto

congiure nemiche:

il vanto, il contento

d'averlo redento

l'invidia degli uomini

rapirmi non può.

Abbiate, o superbi,

potenza e tesori:

a me si riserbi

l'impero de' cori:

se a me no 'l consente

l'etade presente,

più santo dai posteri,

eterno l'avrò.

 

TUTTI

Oh! chiara e beata

fra quante il sol vede

la terra onorata

che cuna ti diede!

Morran degl'imperi

i fasti guerrieri,

sui regni possenti

l'oblio siederà.

La terra felice

che t'era nutrice,

diletta alle genti

eterna vivrà.

 
 

Variante

Per soddisfare all'attrice che rappresenta il personaggio di Zilia, si sostituiscono al recitativo della scena XIV dell'atto II i seguenti versi.

 
Dopo quelli cantati da tutti:

JARICO

Poiché gli dèi parlar, poiché la terra  

già spalanca le fauci ad inghiottirti,

scendi ai notturni spirti,

e sepolta con te l'onta rimanga

della patria e del padre.

TUTTI

Addio per sempre,

Zilia infelice, addio!

ZILIA

Tu taci!... Me discacci!... Ah padre mio!

 

Io non chiedo a te la vita,  

peso inutile per me:

chiedo solo che aborrita

io non parta almen da te.

Voi piangete la mia sorte,

se non piange il genitor.

O compagne, è oblio la morte

d'ogni offesa e d'ogni error.

 
 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo

L'interno della capitana di Colombo.

Colombo
 

Già corse il sangue... Oh! inefficaci sforzi

Colombo
<- Diego, ufficiali castigliani

Ebben ritratti al campo

Colombo
Diego, ufficiali castigliani ->

Piangi, or piangi non visto, o cor del padre

Alcun s'avanza

Colombo
<- Zamoro, soldati castigliani, guerrieri indiani

Hanno i lor numi anch'esse

Colombo, Zamoro, soldati castigliani, guerrieri indiani ->

Interno delle abitazioni dei selvaggi.

Fernando
 

Stanco da tanti affanni, avrai tu core

Fernando
<- Jarico, Zamoro, ufficiali indiani

La tua canzon di morte

Fernando, Jarico, Zamoro, ufficiali indiani
<- Zilia, cori

Quel di Zilia versate: ella vi è resa

Fernando, Jarico, Zamoro, Coro
Non pensar ch'io compri mai
Fernando, Jarico, Zamoro, cori
ufficiali indiani, Zilia ->
 
Jarico, Zamoro
cori, Fernando ->

A radunar de' vegli

Zamoro
Jarico ->

Ah! Non è morto, il sento

Zamoro
<- Zilia

Zilia! / Zamoro!... A che mai vieni? / Ascolta?

(musica da lontano)

 
Zamoro, Zilia
<- guerrieri indiani
guerrieri indiani, Zilia, Zamoro ->

Recinto sacro che mette al sotterraneo dedicato agli dèi di Maima, la di cui apertura vedesi in mezzo; il luogo è aperto nel fondo, e da lontano scopresi il mare; è notte, il cielo è sereno e stellato, e a poco a poco si leva la luna.

(suono di lugubre musica)

<- indiani, indovini, vegliardi

(danza sacra)

indiani
indovini, vegliardi ->
indiani
<- Zilia, custodi, Jarico, guerrieri

Pria che i notturni spirti

Zilia
custodi, Jarico, guerrieri, indiani ->

Addio ridenti sogni

Zilia e Coro sotterraneo
Ma fia bassa, fia profonda
Zilia
<- indovini, vegliardi, Jarico, Zamoro, indiani

Poiché gli dèi parlar, poiché la terra

Zilia, indovini, vegliardi, Jarico, Zamoro, indiani
<- Colombo, Fernando, castigliani

Barbari, vi arrestate

(il cielo comincia ad oscurarsi, e la luna si eclissa)

Di sanguinoso ammanto

Tremendo e forte, il confessiamo, hai teco

(odonsi colpi di cannone; si presenta una flotta castigliana; la luna ricomparisce più brillante)

Qual rumor! Che sarà? / Stolti!... Mirate

Zilia, indovini, vegliardi, Jarico, Zamoro, indiani, Colombo, Fernando, castigliani
<- Diego

(suono di banda militare, e fragor di artiglieria)

Zilia, indovini, vegliardi, Jarico, Zamoro, indiani, Colombo, Fernando, castigliani, Diego
<- Fiesco, stuolo di castigliani

Fiesco ritorna

Colombo, poi Tutti
Di mia mano o santa insegna

Poiché gli dèi parlar, poiché la terra

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena ultima Variante
Recinto presso le abitazioni dei selvaggi di Maima; in fondo boschi, e colline. Interno del campo di Colombo sulle rive del mare; veggonsi i navigli castigliani che naufragarono, arenati... Vasta foresta presso il campo di Colombo; d'ambi i lati profonde caverne. Il sole è al tramonto. L'interno della capitana di Colombo. Interno delle abitazioni dei selvaggi. Recinto sacro che mette al sotterraneo dedicato agli dèi di Maima, la di cui apertura vedesi in mezzo;...
Atto primo

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