Atto terzo

 

Scena prima

Campo come nella prima scena dell'atto primo, colla sola differenza, che la casa di Crispino vi si vedrà grandiosamente rifabbricata. Vi sarà un poggiuolo praticabile.
Dottor Fabrizio ed il Contino.

 Q 

Fabrizio, Contino

 

FABRIZIO

Ved iam se in farmacia ci sono inviti.  

CONTINO

Ehi dottore?

FABRIZIO

Carissimo contino.

CONTINO

Già in vedermi, scommetto, indovinate

qual cosa a voi mi guida...

FABRIZIO

Vi spiegate.

CONTINO

Voi siete un uom di spirito

e franco vo' parlar.

FABRIZIO

Come vi piace.

CONTINO

Io dell'avaro Asdrubale

perdutamente adoro la pupilla;

egli avversa il mio amor, ella è malata...

il suo dottor voi siete...

FABRIZIO

Ebben?...

CONTINO

Per ciò vorrei

palesar del mio cor l'affanno a lei.

(gli presenta un biglietto)

 

FABRIZIO

Ehi contin, come parlate?  

CONTINO

Via, dottor, non v'inquietate.

FABRIZIO

È una burla?

CONTINO

No, davvero.

FABRIZIO

Non vi credo.

CONTINO

È verità.

FABRIZIO

(Un biglietto ad un dottore,

perché il porti a una malata!

e d'amore in ambasciata

me si ardisce di mandar!

Oh guardate il bel signore

a cui vengono tai fumi!

Oh che tempi, oh che costumi!

oh che modo di trattar!)

CONTINO
(al dottore)

In cor giovane è l'amore

un tiranno onnipossente,

che lo domina, e sovente

a sua voglia fa impazzar.

Non fu mio dunque l'errore,

fu d' amor, vedete bene,

a un filosofo conviene

tali colpe perdonar.

FABRIZIO

Per Galeno!... che eloquenza!

mi sembrate un Cicerone!

CONTINO

Eloquente è la passione

che il mio labbro fa parlar.

Or sentite in confidenza,

sono ricco, indipendente,

e al tutore, se acconsente,

vo' la dote regalar.

FABRIZIO

Ben l'affare cangia aspetto,

di parlarne vi prometto.

CONTINO

E fia vero! dal contento

già rinascere mi sento!

FABRIZIO

Non vi state a lusingare;

è una bestia singolare...

CONTINO

Temereste?

FABRIZIO

Non lo so.

CONTINO

Ma tentate.

FABRIZIO

Tenterò.

CONTINO

Presto presto, amico all'opra;

pria che notte il cielo copra

definite un tale affare

e felice appien sarò.

Tocca a voi capacitare

quell'avaro maledetto;

colle buone o per dispetto

la ragazza sposerò.

Don Fabrizio, a voi m'affido;

altra speme ornai non ho.

FABRIZIO

Presto presto volo all'opra;

pria che notte il cielo copra

definito fia l'affare

e contento vi vedrò.

Spero alfin capacitare

quell'avaro maledetto;

senza dote, ci scommetto,

men severo il troverò.

Di provarvi mi confido

che Fabrizio perdonò.

 
(entra in casa di Asdrubale, il Contino al caffè)

Fabrizio, Contino ->

 
 

Scena seconda

Interno della spezieria alle «due scimie».
Mirabolano solo sta passeggiando.

 Q 

Mirabolano

 

 

Dacché questo malnato ciabattino  

di medico è salito in tanto grido,

noi dottori davver matricolati,

e gli speziali ancora,

siamo lì per andar tutti in malora.

Eccolo qua che viene.

 

Scena terza

Detto e Crispino che entra con caricata gravità.

<- Crispino

 

CRISPINO

Dottor Mirabolan di conio antico,  

sta bene attento, e scrivi quel che dico.

 
(Mirabolano siede e scrive)
 

CRISPINO

(detta passeggiando e gravemente ponderando)

Recipe una bottigliam

d'acqua putèi...

MIRABOLANO

Cioè pùtei.

CRISPINO

(pensa)

Fa lo stesso...

uno scrupulus poscia di lichene...

(pensa)

tre guttae d'aquas rosas distillatam...

(pensa)

del che... fatto un misciamini...

divide in tres fiaschetti,

e manda il tutto al conte Pandoletti.

MIRABOLANO

Pandoletti!... chi è?

CRISPINO

Quel forestier che sta di là dall'acqua.

MIRABOLANO

Pandolfetti, vuoi dir.

CRISPINO

Già m'hai capito.

MIRABOLANO

(alzandosi infuriato)

Sì, sì, ho capito che tu se' un briccone.

CRISPINO

Come sarebbe a dire?

MIRABOLANO

Che rubi li clienti...

CRISPINO

Ehi, dico, tien la lingua dentro ai denti.

MIRABOLANO

Da un anno io l'ho curato.

CRISPINO

Io l'ho con una visita sanato.

Le pillole, i decotti, l'assa-fetida,

il copaibe, che tu pria gli ordinasti,

ho fatto gittar tutto nel canale,

e una cura adottai più naturale.

MIRABOLANO

Va' pur là, che sei sempre un gran villano...

CRISPINO

Collega mio, dottor Mirabolano,

così la cosa sta, e voi altri tutti,

vogliate, o non vogliate,

piegar v'è d'uopo, giovani e provetti,

al dottore Crispino de Tacchetti.

MIRABOLANO

Ah! ah! anche il «de»!

CRISPINO

Si, per l'appunto, il «de».

MIRABOLANO

Da ridere mi fai.

CRISPINO

No, da crepare

per la bile e l'invidia.

MIRABOLANO

Via, ciarlatano.

CRISPINO

Crepa.

MIRABOLANO

Ciabattino!

CRISPINO

Crepa.

MIRABOLANO

Somaro.

CRISPINO

Crepa.

MIRABOLANO

Via, buffone.

 

Scena quarta

Detti ed il dottor Fabrizio.

<- Fabrizio

 

FABRIZIO

Ma, signori, perché tanta questione?  

 

MIRABOLANO

Di Pandolfetti medico    

era da circa un anno;

ben le mie cure andavano...

S

CRISPINO

Ah no, qui sta l'inganno...

MIRABOLANO

Quando l'inevitabile

dottore ciabattino

presso di lui s' insinua,

e in modo il più asinino,

bandito ogni mio recipe,

lo getta nel canale,

la cura assume e medica

all'uso suo bestiale:

or d'inquietarmi, ditemi,

ho io ragion sì o no?

Parlatemi pur candido,

mio giudice vi fo.

(Quel buffone, animalone

neghi il fatto, se lo può.)

CRISPINO

(Con due sillabe il buffone

or confondere saprò.)

FABRIZIO

(Più ridicola questione

ritrovare non si può.)

CRISPINO

Per un segreto incomodo

giacea da sei mesetti

lungo e disteso in lectulo

il conte Pandolfetti;

quando gli nacque un dubbio,

che qui il signor dottore

fosse, per caso, un asino;

m'invita oggi, a tre ore.

Vado, lo vedo, interrogo,

la cura disapprovo;

nuovi rimedi, e semplici,

io d' ordinargli trovo.

Vengo a spedirgli il recipe,

sapete egli che fa?

Va in bestia, e qual quadrupede

infuria e calci dà.

(Quel buffone, animalone

che rispondere non sa.)

MIRABOLANO

(Quant'è ardito quel bestione

niun pensare mai potrà.)

 

FABRIZIO

Or m'udite, e colle buone  

la question si comporrà.

 
(siedono)
 

FABRIZIO

Non fu, ned è tra i medici

bandita la creanza;

abbiam le nostre regole,

seguir dobbiam l'usanza.

Quando i malati il chiedono,

franchi parlar dobbiamo,

e suggerir que' farmachi

che adatti più crediamo.

(a Mirabolano)

Non dée per questo in collera

andar chi curò prima;

(a Crispino)

non déesi però togliere

ad altri mai la stima.

Amici miei, quietatevi,

dobbiamo in pace star.

Contrari son tai scandali

all'arte salutar.

Zitti dunque, e in conclusione

non se n'abbia più a parlar.

 

MIRABOLANO
(a Fabrizio)

Ah voi pure, quel buffone

vi mettete a secondar!

CRISPINO

Con quel brutto animalone

io non voglio più che far.

FABRIZIO

Dunque basti... terminiamo;

consultare or or dobbiamo.

CRISPINO E MIRABOLANO

Consultar! con quello là?

Impossibil mi sarà.

FABRIZIO

Quante volte ho da ridire?

io la voglio qui finire.

MIRABOLANO

No, giammai la finirò.

CRISPINO

Sempre un asino il dirò.

MIRABOLANO

Puoi tornare al tuo panchetto,

sempre sei Crispin Tacchetto.

No, cangiarti non potrai,

sempre un zotico sarai.

Quanti fumi hai per la testa

forse un dì svanir vedrò.

Ancor batti, tira, pesta

a cantar ti sentirò.

CRISPINO

Canta pure di panchetti,

ma io sono il de Tacchetti,

trionfante mi vedrai,

e per bile creperai;

come fosse eterna festa

passeggiare ti vedrò.

La teriaca pesta, pesta,

più cantar non sentirò.

FABRIZIO

(Oh che pazzi! ci scommetto

che non v' è un egual duetto!

Ed io pure perché mai

fra costoro capitai!)

Per pietà, non ho più testa,

la finite sì o no?

Or si lasci il tira e pesta.

Che torniate amici io vo'.

 
(entrano tutti nel laboratorio)

Crispino, Mirabolano, Fabrizio ->

 
 

Scena quinta

Salotto in casa di don Asdrubale.
Asdrubale, e vari Dottori ch'entrano gravemente, vestiti delle lor toghe e coperti del magistrale berretto.

 Q 

Asdrubale

<- dottori

 

CORO

Misteri impenetrabili  

a noi dischiuse Igea;

ne manda la gran dèa

chi soffre a consolar.

Seguaci siam d'Ippocrate,

nepoti di Galeno;

possiam pur col veleno

salute ridonar.

 

ASDRUBALE

Grazie, davver, se credono,

si ponno accomodar.

 

Scena sesta

Detti, Crispino, Fabrizio, Mirabolano, Contino, tutti in toga, poi Lisetta a tempo.

<- Crispino, Fabrizio, Mirabolano, Contino

 

CRISPINO

Son tutti medici? Qui cosa fanno?  

Poveri diavoli, sfigureranno!

Quand'io ci sono, io solo basto.

FABRIZIO, CONTINO

Via, contenetevi...

CRISPINO

Non c'è contrasto.

MIRABOLANO, CORO

Fra tanti fisici questo impostore!

Sarebbe scandalo, saria rossore

imperdonabile, più qui restar.

CRISPINO

(che frattanto sarà andato ovunque osservando)

(No, la Comare qui non appar!)

CRISPINO, CORO

Ma dov'è poi la malata?

ASDRUBALE

S'è di letto a stento alzata.

 
(entra con Mirabolano in una stanza)

Asdrubale, Mirabolano ->

 

FABRIZIO

Il suo male è di languore,

è un patema, un crepacuore.

 
(Asdrubale e Mirabolano ritornano sorreggendo Lisetta, che Fabrizio adagia sopra una sedia)

<- Asdrubale, Mirabolano, Lisetta

 

CONTINO

(Qual ti veggo, o mia Lisetta!)  

CORO

È agli estremi, poveretta!

CONTINO
(con trasporto)

Oh gran dio, morir mi sento!

ASDRUBALE

Qui il contino!... Al tradimento!...

FABRIZIO

Via, da bravo; ora tacete,

far tai scene non dovete.

 
(i dottori avranno esaminato la malata, e Crispino andrà sempre spiando intorno se vedesse mai la Comare)
 

CORO

Non ha un'ora o due di vita...

noi la diamo per spedita.

CRISPINO

(tastandole gravemente il polso)

(La Comare non ci sta!)

Questa giovine vivrà.

MIRABOLANO E CORO

(a Crispino)

Via, finiscila, impostore,

(ad Asdrubale)

discacciatelo di qua.

CONTINO

(Giusto ciel di me pietà!)

 
(in questo punto il busto della Comare comparisce improvvisamente ai piedi di don Asdrubale, Crispino se ne accorge ed esclama con gioia:)

<- Comare

CRISPINO

(La Comare!... a tempo è qua!)

Volete ch'or vi schiccheri

il mio pensiero schietto?

Questa spedita giovane,

sposa del suo diletto,

malgrado ogni prognostico,

prima di notte andrà!

(cava una scatola, ne toglie un confetto, e lo mette in bocca a Lisetta)

Recipe questa pilulam,

salutem ti darà.

MIRABOLANO, CORO
(ad Asdrubale)

Eh basta, vanne al diavolo;

cacciatelo di qua.

CRISPINO

Uno di voi al diavolo

tosto per me anderà.

(Ah la Comare è là!)

ASDRUBALE

(a Crispino prendendolo per un braccio)

Buffone, via di qua.

CRISPINO

Appunto voi, Asdrubale,

io vedo assai malato;

da repentina sincope

or siete minacciato...

A letto, presto a letto,

o creperete qua.

ASDRUBALE

Il ver... pur troppo ha detto!

Mancar... mi sento... già.

 
(Mirabolano lo accompagna in una stanza; il busto della Comare lo segue)

Mirabolano, Asdrubale, Comare ->

 

Scena settima

Detti, meno Mirabolano ed Asdrubale.

 

TUTTI

In vero tal fenomeno  

ci fa trasecolar!

CONTINO, LISETTA

Ci volle il ciel proteggere,

ci volle consolar.

CRISPINO
(ai dottori)

Asini, allocchi, bufali!

Tornatemi a insultar.

 

Scena ottava

Detti, e Mirabolano che torna.

<- Mirabolano

 

CORO

Ebben, che fa?  

MIRABOLANO

La sincope

lo fece già spirar.

CORO

Vediamo... soccorriamolo...

MIRABOLANO

Resuscitar non può.

CRISPINO

Per fallo alfin quest'asino

la prima indovinò.

 
(Mirabolano al sommo inquietato fa a Crispino un gesto minaccioso e parte)

Mirabolano ->

 

CRISPINO

Contin, dunque sposatela.

(ai dottori)

Voi siate almeno buoni

di far da testimoni;

compare io qui sarò:

quest'è un anel... servitevi...

 
(dà un suo anello al Contino, che lo pone in dito a Lisetta)
 

CONTINO

Sii mia.

LISETTA

Sii mio.

CRISPINO
(compiacendosi)

Così.

CONTINO, LISETTA, FABRIZIO, CRISPINO

Un più opportuno recipe

nessun dottor spedì!

 
(Contino e Fabrizio conducono via Lisetta)

Contino, Fabrizio, Lisetta ->

 

Scena nona

Crispino ed i Dottori.

 

CORO

Ora possiamo andarcene,  

ch'è inutile star qui.

CRISPINO

Andate pure al diavolo,

andate quanti siete;

quei bardamenti nobili,

somari, deponete.

Andate, e rammentatevi

Crispino, e questo dì.

 
 
(entra in istanza di Lisetta)

Crispino ->

 

CORO

Andiamo... presto andiamcene,

il nostro inferno è qui.

dottori ->

 
 

Scena decima

Salotto in casa di Crispino.
Annetta e vari Parenti ed Amici suoi. I Servi apparecchiano un desco con frittelle, bottiglie ed altro.

 Q 

Annetta, parenti e amici, servitori

 

ANNETTA

Entrate pure, francamente entrate;  

oggi il dottore fu chiamato a Padova

e por si deve in barca,

dopo un consulto fatto qui vicino.

CORO

Quanto guadagna mai questo Crispino!

ANNETTA

Molto!... ma cosa serve?

Egli è un miscuglio di contraddizioni.

CORO

Dite davvero?

ANNETTA

Per esempio, gioca,

spreca di fuori, e in casa fa l'avaro.

Bisbetico, irascibile,

talvolta allunga ancor troppo le mani.

CORO

Chi detto mai l'avria?

Farà per gelosia.

ANNETTA

(ridendo)

No, no, non n'ha ragione...

Ma a noi ora veniamo;

e, poiché l'orso anderà un po' lontano,

e siamo in carnovale,

per passar un'oretta in allegria

frittelle ho apparecchiato e malvasia.

CORO

Oh cara quell'Annetta!

ANNETTA

Qui, senza cerimonie, or via sediamo.

TUTTI

E all'innocente gioia il core apriamo,

 
(siedono, mangiano, versano, poi alzando le tazze, dicono)
 

CORO

Viva l'Annetta!  

ANNETTA

Vivano

sempre i parenti e amici!

TUTTI

E giorni a noi felici

sempre conceda il ciel.

Viva!

 

ANNETTA

Viva!... Di frittole a proposito  

sentite qual capriccio

mi passa per la testa:

voglio cantarvi quella canzonetta,

che, quando vendea storie, era in gran voga.

CORO

Sì, sì, brava davvero, canta, canta.

ANNETTA

Già sapete, è un amante

che canta al suo tesoro...

CORO

Sì, sì, il sappiamo e ti faremo il coro.

 

ANNETTA

Piero mio, go qua una fritola,    

te la vogio regalar;

sasto, caro, quanti zoveni

la voleva sgnocolar?

Marameo, go dito subito,

voi salvarla a chi voi mi;

al mio vecio vogio dargliela,

e quel vecio ti xe ti.

Varda ben, prima intendemose,

per aver de sto boccon,

de arar drito sempre zurime,

e resterme fedelon.

Ma mi za te lezo l'anema;

te capisso, no zurar...

Piero mio, ze toa sta fritola,

ciapa, tiò, vienla a magnar.

S

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CORO

Cori, Piero; quella fritola,

no incantarte, va' a magnar.

 

Scena undicesima

Detti e Crispino, che comparisce sulla porta improvviso.

<- Crispino

 

CRISPINO

(con ira, contraffacendo l'altrui canto)  

Xe qua Piero, e quella fritola

el ve vien a far magnar.

TUTTI

(alzandosi tutti spaventati e correndo dalla parte opposta)

Ah Crispino!

CRISPINO

Bricconi, birbanti,

qui si trinca, si sta allegramente!

Cosa sono in mia casa tai canti,

qui raccolta che fa tanta gente?

(rovescia tutto l'apparecchio)

ANNETTA

Ah marito!

CORO

Dottore, perdono.

CRISPINO

Anco a tempo qui giunto pur sono.

ANNETTA

Via, ti calma.

CRISPINO

Non voglio risposte...

Fuori tutti o vi rompo le coste.

(prende una sedia ed inveisce)

TUTTI

Salva, salva!

(corrono a chiudersi nelle varie stanze)

Annetta, parenti e amici, servitori ->

 

CRISPINO

(alla porta ov' è entrata forzandola)

E per prima tu, Annetta,

esci fuora... briccona... fraschetta...

Esci, dico, ti voglio ammazzar...

 

Scena dodicesima

Crispino, riuscito ad aprire la porta, è colpito dall'apparizione della Comare, che se gli presenta sulla porta.

<- Comare

 

CRISPINO

Tu!... Comare!... non starmi a seccar.  

COMARE

Perché mai tanto rigore?

CRISPINO

Vanne al diavolo pur tu.

COMARE

Così abusi il mio favore?

CRISPINO

Io bisogno non ne ho più.

COMARE

Vero ingrato!

CRISPINO
(minacciandola)

Strega! Via!...

COMARE

A me?

CRISPINO

Sì. Non mi seccar.

COMARE

Né paventi l'ira mia?

CRISPINO

No, no.

COMARE

No? l'hai da pagar.

 
(gli batte sopra una spalla. Crispino cade su d'una sedia svenuto e si sprofonda, e seco lui la Comare)
 
 

Scena tredicesima

Sotterraneo.
Avanti sono due grandi colossi di pietra bianca sopra nere basi; quello a destra dello spettatore rappresenta il Tempo quello a sinistra il Giudizio. Nel mezzo è uno specchio.
La Comare e Crispino, che la segue tremante.

 Q 

(nessuno)

<- Comare, Crispino

 

COMARE

Eccoci giunti.  

CRISPINO
(guardando intorno)

Dove?

COMARE

Nel mio soggiorno.

CRISPINO

Non mi piace affatto.

COMARE

Giammai ho inteso che ad alcun piacesse.

CRISPINO

Vedete se ho ragion?... ma qui, a quattr'occhi,

ditemi un poco, sono vivo, morto,

oppur resuscitato?

COMARE

Perché vuoi tu esser morto?

CRISPINO

Per quella brutta tombola

che insieme fatto abbiam, cara Comare.

COMARE

Fu una burla, fu scherzo.

CRISPINO

Ah! scherzo la chiamate?...

Intendiamoci ben... non vo' più scherzi.

Non voglio confidenze.

COMARE

E a me così tu parli?

CRISPINO

Che ho da fare?

Ho da stare? ho da andare?

lo non capisco niente.

COMARE

Rimanerti.

CRISPINO

E per quanto?

COMARE

Eternamente,

quando il voglia colui che mi comanda.

CRISPINO

Misericordia!... dite, son prigione?

Quale paura io provo in tale stanza!

I visceri mi fan la contraddanza...

Quel muso torto chi è che sta guardando?

COMARE

È il Tempo che mi guida inesorando.

CRISPINO

Ahimè che brutto tempo!... è un temporale!...

E l'altro là chi è?...

COMARE

Il Giudizio che vien dopo di me.

CRISPINO

Oh che brutti inquilini,

Comare, avete in questo appartamento!

COMARE

Ciò non è tutto ancora. Osserva attento.

 
(si scoprono gran quantità di urnette di cristallo, entro ognuna delle quali arde una fiammella, più o meno vivace; una starà spegnendosi)
 

CRISPINO

Che cosa fate?... la illuminazione?...

COMARE

Son questi i miei registri.

CRISPINO

Che razza di scrittura!

COMARE

In ogni ampolla

arde la face d'una vita umana.

CRISPINO

(È una strega!... pignatte!... pignattelle!...)

COMARE

D'un adultero è quella che si spegne.

CRISPINO

Meno mal ch'io fui sempre fedelone.

COMARE

Viene appresso un poeta teatrale.

CRISPINO

Smoccolate, non fa né ben, né male.

COMARE

Lo segue un usuraio.

CRISPINO

Ah maledetto!

Spegnetelo, e con lui tutta la razza.

COMARE

Un cantante che fa pur l'impresario...

CRISPINO

Olio, olio per lui, cara Comare.

E l'altro?

COMARE

È di tua moglie.

CRISPINO

Ah com' è bello!... e il mio?

COMARE

È questo.

CRISPINO

Ahi ahi, ahi ahi, sta per finire!

COMARE

Hanno i vizi affrettato il tuo morire.

CRISPINO

Prendiamo di mia moglie un poco d'olio;

mi par che n' abbia troppo...

(va per eseguire)

COMARE

Un empio sei!

 
(i lumi scompariscono)
 

CRISPINO

(s'avvia)

Felicissima notte!... posso andare...

COMARE

No, di restar t'impongo...

CRISPINO

Ma Comare...

COMARE

E non sai tu chi sono?

Che a me non si resiste?

CRISPINO

Io so che voglio uscir da queste porte...

COMARE

Mi riconosci e trema... io son la morte...

(il suo volto s'inscheletrisce)

CRISPINO

Misericordia!... Aiuto!

(cade boccone ai suoi piedi)

COMARE

Alzatevi, compare...

(il suo volto riprende la prima forma)

CRISPINO

Brutta vecchiaccia... via...

(sempre nella stessa posizione)

COMARE

Alzatevi.

CRISPINO

Non posso,

ho perduto le gambe.

COMARE

Or io v'aiuto.

CRISPINO

No, no, non mi toccate, indietro, indietro!

(saltando in piedi e correndo per la scena finché s' incontra faccia a faccia colla Comare)

Ah! ah! ah! siete voi!... e l'altra ov'è?

(mostrando i denti)

COMARE

Ad altri non badar, sol pensa a te.

Per morire tu stai; questo è il momento,

in cui vo' che qui faccia testamento.

CRISPINO

Testamento! niente meno?...

Ma il notaro dove sia?

COMARE

Egli c'è.

CRISPINO

Si mostri almeno.

COMARE

II notaro eccolo là.

 
(la statua abbasserà il capo)
 

CRISPINO

Il Giudizio!... Padron mio

riverito.

COMARE

Egli è venuto.

CRISPINO

(Buona notte, son perduto,

poco o nulla ho da sperar!)

COMARE

Senti ben quanto vogl'io:

de' tesori accumulati

déi lasciar tanti legati.

CRISPINO

Dite pur quel che vi par.

 

COMARE

Cento doppie a dieci vedove...  

CRISPINO

Troveran nuovo marito

per tornarlo a far crepar.

COMARE

Quand'io voglio non c' è replica...

CRISPINO

(al Giudizio, che ogni volta s'inchinerà in segno d'adesione)

Eh pur troppo ho già capito.

Scriva pur, signor notar.

COMARE

Cento mila bei fiorini

di Venezia ai ciabattini...

CRISPINO

Ma signori se diventano

le ciabatte poi chi accomoda?

COMARE

Taci, ho detto, non parlar...

CRISPINO

(la statua come sopra)

Scriva pur, signor notar.

COMARE

Ad ognun de' tuoi parenti

darai doppie cento e venti...

CRISPINO

E il milion che avanza poi?

COMARE

Alla moglie, ai figli tuoi.

CRISPINO

(la statua come sopra)

Ben, di questo son contento.

Scriva pur, signor notar.

COMARE

Or compito è il testamento.

CRISPINO

Meno male, potrò andare;

buona notte, addio, Comare,

voi notaro...

(va per partire)

COMARE

Déi restar.

CRISPINO

Non vi basta?

COMARE

Vieni meco

nell'immensa eternità.

CRISPINO

No, verrò più tardi teco.

COMARE

Vieni.

CRISPINO

Aspetta.

COMARE

No.

CRISPINO
(commosso)

Pietà.

Poco cerco, o mia Comare;

io non vo' che mezz'oretta,

per vedere la mia Annetta,

i miei figli per baciar.

Vedi, alfin ti son compare,

mi par giusto quanto chiedo;

né cattiva sì ti credo

da negarmi tal piacer.

COMARE

Quanto cerchi ti concedo,

quello specchio mostra il ver.

 
(lo specchio del fondo è improvvisamente illuminato, e per entro vi si vede la famiglia di Crispino che prega in coro)
 

CORO

Nume benefico,

salva Crispino,

sano ridonalo

al nostro amor.

 
(finito il canto lo specchio nuovamente si oscura)
 

CRISPINO

Ma la cosa come sta?

Son io qua, oppur son là?

COMARE

Qui tu sei per illusione,

il tuo corpo colà muor.

CRISPINO

Abbi un po' di compassione,

sii pietosa al tuo protetto,

tornerò, te lo prometto,

buon marito e genitor.

COMARE

Lo prometti?

CRISPINO

Sì.

COMARE

L'accorda

d'ogni bene il donator.

 
 
 

Scena ultima

Crispino cade svenuto sopra la sedia, e la scena si trasforma in una stanza della sua casa, dov' egli si trova attorniato dai Figli, da Annetta, da Fabrizio, Mirabolano, il Contino, vari Amici e Parenti.

 Q 

Crispino, Annetta, Fabrizio, Mirabolano, Contino, figli, amici e parenti

 

TUTTI

Ah Crispino, ritorna in te stesso.  

CRISPINO

(svegliandosi)

Dove son?

ANNETTA

Nelle braccia de' tuoi.

CRISPINO

(s'alza)

Ho sognato!... sto dunque tra voi?

(ad Annetta)

Quanto vidi a te poi narrerò.

FABRIZIO

Fu di bile soverchia un accesso,

che ti fece per poco svenire.

TUTTI

Sol concordi si pensi a gioire,

s'ora il nembo in seren si cangiò.

ANNETTA
(a Crispino)

Non ha gioia in tal momento,

che somigli al mio contento;

quanto prova l'alma mia

non può il labbro palesar...

(abbracciandolo)

Ridonato alfin mi sei!

Questo cor più non desia;

ben maggiore non potrei

sulla terra domandar.

 

CRISPINO

Ti prometto, Annetta mia,

in appresso di cangiar.

TUTTI

Piena gioia intorno sia.

T'ha voluto il ciel salvar!

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Campo come nella prima scena dell'atto primo; la casa di Crispino grandiosamente rifabbricata.

Fabrizio, Contino
 

Ved iam se in farmacia ci sono inviti

Fabrizio, Contino
Ehi contin, come parlate?
Fabrizio, Contino ->

Interno della spezieria alle «due scimie».

Mirabolano
 

Dacché questo malnato ciabattino

Mirabolano
<- Crispino

Dottor Mirabolan di conio antico,

Mirabolano, Crispino
<- Fabrizio

Ma, signori, perché tanta questione?

Mirabolano, Crispino e Fabrizio
Di Pandolfetti medico

Or m'udite, e colle buone

 
Crispino, Mirabolano, Fabrizio ->

Salotto in casa di don Asdrubale.

Asdrubale
 
Asdrubale
<- dottori
Coro, Asdrubale
Misteri impenetrabili
Asdrubale, dottori
<- Crispino, Fabrizio, Mirabolano, Contino
Crispino, Fabrizio, Contino, Mirabolano, Coro
Son tutti medici? Qui cosa fanno?
dottori, Crispino, Fabrizio, Contino
Asdrubale, Mirabolano ->
 
dottori, Crispino, Fabrizio, Contino
<- Asdrubale, Mirabolano, Lisetta
Contino, Lisetta, Asdrubale, Fabrizio, Coro, Crispino
Qual ti veggo, o mia Lisetta!
dottori, Crispino, Fabrizio, Contino, Asdrubale, Mirabolano, Lisetta
<- Comare
 
dottori, Crispino, Fabrizio, Contino, Lisetta
Mirabolano, Asdrubale, Comare ->
dottori, Crispino, Fabrizio, Contino, Lisetta
<- Mirabolano
dottori, Crispino, Fabrizio, Contino, Lisetta
Mirabolano ->
 
dottori, Crispino
Contino, Fabrizio, Lisetta ->
dottori
Crispino ->
 
dottori ->

Salotto in casa di Crispino.

Annetta, parenti e amici, servitori
 

Entrate pure, francamente entrate

Viva!... Di frittole a proposito

Annetta, parenti e amici, servitori
<- Crispino
Crispino
Annetta, parenti e amici, servitori ->
 
Crispino
<- Comare

Sotterraneo; due grandi colossi di pietra bianca sopra nere basi: a destra il Tempo colla falce e la clessidra a polvere, a sinistra il Giudizio.

 
<- Comare, Crispino

Eccoci giunti. / Dove?

(si scoprono gran quantità di urnette di cristallo, entro ognuna delle quali arde una fiammella, più o meno vivace; una starà spegnendosi)

(i lumi scompariscono)

Comare e Crispino, Coro
Cento doppie a dieci vedove...

Stanza della casa di Crispino.

Crispino, Annetta, Fabrizio, Mirabolano, Contino, figli, amici e parenti
 
Crispino, Annetta, Fabrizio, Mirabolano, Contino, Coro, Crispino
Ah Crispino, ritorna in te stesso
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena ultima
Un campo di Venezia; a destra è una spezieria all'insegna delle «due scimie», addobbata per fare la teriaca;... Luogo remoto con un pozzo nel mezzo. Un campo come nella scena prima dell'atto primo. Campo come nella prima scena dell'atto primo; la casa di Crispino grandiosamente rifabbricata. Interno della spezieria alle «due scimie». Salotto in casa di don Asdrubale. Salotto in casa di Crispino. Sotterraneo; due grandi colossi di pietra bianca sopra nere basi: a destra il Tempo colla falce e la... Stanza della casa di Crispino.
Atto primo Atto secondo

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