Atto secondo

 
[N. 5 - Preludio, scena ed aria]

 N 

 
Preludio
 

Scena prima

Sala in casa di don Pasquale.

 Q 

 
Ernesto solo abbattutissimo.

Ernesto

 
Recitativo

ERNESTO

Povero Ernesto! oh come in un sol punto    

mi veggo al colmo giunto

d'ogni miseria! dallo zio cacciato,

da tutti abbandonato,

mi restava un amico,

e un coperto nemico

discopro in lui, che a' danni miei congiura.

Ah meglio, o Malatesta,

io mertava da te! Ma non è questa

la mia più gran sventura.

Perder Norina, oh dio!

Questo è il sommo dei mali! e con che core

offrirle un'esistenza,

meco unita, di pene e d'indigenza?

Ah no. Ben feci a lei

d'esprimere in un foglio i sensi miei.

Ora in altra contrada

i giorni grami a terminar si vada.

S

 
Aria

Cercherò lontana terra  

dove gemer sconosciuto,

là vivrò col cuore in guerra

deplorando il ben perduto...

ma né sorte a me nemica,

né frapposti i monti il mar,

ti potranno, o dolce amica,

dal mio seno cancellar.

E se fia che ad altro oggetto

tu rivolga un giorno il core,

se mai fia che un nuovo affetto

spenga in te l'antico ardore,

non temer che un infelice

te spergiura accusi al ciel;

se tu sei, ben mio, felice,

sarà pago il tuo fedel.

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 

 

(guardando nelle scene)

Ecco lo zio; non vegga

il turbamento mio; per or s'eviti.

(esce)

Ernesto ->

 

Scena seconda

Don Pasquale in gran gala seguìto da un Servo.

<- Don Pasquale, servo

 
[N. 6 - Scena e terzetto]

 N 

 
Recitativo

DON PASQUALE
(al servo)

Quando avrete introdotto  

il dottor Malatesta e chi è con lui,

ricordatevi bene,

nessuno ha più da entrar; guai se lasciate

rompere la consegna. Adesso andate.

(il servo parte)

servo ->

 

Per un uom sui settanta...

(zitto che non mi senta la sposina)

convien dir che son lesto e ben portante.

Con questo boccon poi

di toilette...

(si pavoneggia)

Alcun viene...

eccoli. A te mi raccomando, Imene.

 

Scena terza

Malatesta conducendo per mano Norina velata.

<- Norina, Malatesta

 
Terzetto

MALATESTA

Via, da brava.  

NORINA

Reggo appena...

Tremo tutta...

MALATESTA

V'inoltrate.

(nell'atto che il dottor fa inoltrare Norina, accenna co' la mano a Don Pasquale di mettersi in disparte, Don Pasquale si rincantuccia)

NORINA

Ah fratel, non mi lasciate.

MALATESTA

Non temete.

NORINA

Per pietà!

(appena Norina è sul davanti del proscenio il dottore corre a Don Pasquale)

MALATESTA

Fresca uscita di convento,

natural è il turbamento,

è per tempra un po' selvatica.

Mansuefarla a voi si sta.

NORINA

Ah fratello!

MALATESTA

Un sol momento.

NORINA

Se qualcun venisse a un tratto!

(Sta a vedere, vecchio matto,

ch'or ti servo come va.)

DON PASQUALE

Mosse, voce, portamento,

tutto è in lei semplicità.

La dichiaro un gran portento

se risponde la beltà!

NORINA

Ah fratello!

MALATESTA

Non temete.

NORINA

A star sola mi fa male.

MALATESTA

Cara mia, sola non siete,

ci son io, c'è don Pasquale...

NORINA

(con terrore)

Come? Un uomo! Ah, me meschina:

(agitatissima)

presto, andiam, fuggiam di qua.

DON PASQUALE

(Com'è cara e modestina

nella sua semplicità.)

MALATESTA

(Quella scaltra malandrina

impazzire lo farà.)

 
[N. 7 - Scena e quartetto, finale II]

 N 

 
Recitativo

MALATESTA
(a Norina)

Non abbiate paura è Don Pasquale,  

padrone e amico mio,

il re dei galantuomini.

 
Don Pasquale si confonde in inchini. Norina non lo guarda.
 

 
(a Norina)

Rispondete al saluto.

NORINA

(fa la riverenza senza guardar Don Pasquale)

Grazie, serva, signor.

DON PASQUALE

(Che bella mano!)

MALATESTA

(E già cotto a quest'ora.)

NORINA

(Oh, che baggiano!)

 
Don Pasquale dispone tre sedie; siedono, dottore nel mezzo.
 

MALATESTA
(a Don Pasquale)

(Che ne dite?)

DON PASQUALE

(È un incanto; ma, quel velo...)

MALATESTA

Non oseria, son certo,

a sembiante scoperto

parlare a un uom. Prima l'interrogate,

vedete se nei gusti v'incontrate,

poscia vedrem.

DON PASQUALE

(Capisco. Andiam, coraggio.)

(a Norina)

Posto ch'ho l'avvantaggio...

(s'imbroglia)

Anzi il signor fratello...

Il dottor Malatesta...

Cioè volevo dir...

MALATESTA

(Perde la testa.)

(a Norina)

Rispondete.

NORINA

(facendo la riverenza)

Son serva, mille grazie.

DON PASQUALE
(a Norina)

Volea dir ch'alla sera

la signora amerà la compagnia.

NORINA

Niente affatto. Al convento

si stava sempre sole.

DON PASQUALE

Qualche volta al teatro?

NORINA

Non so che cosa sia, né saper bramo.

DON PASQUALE

Sentimenti ch'io lodo.

Ma il tempo, uopo è passarlo in qualche modo.

NORINA

Cucire, ricamar, far la calzetta,

badare alla cucina:

il tempo passa presto.

MALATESTA

(Ah, malandrina!)

DON PASQUALE

(agitandosi sulla sedia)

(Fa proprio al caso mio.)

(al dottore)

Quel vel per carità!

MALATESTA
(a Norina)

Cara Sofronia.

Rimovete quel velo.

NORINA

(vergognandosi)

Non oso... in faccia a un uom?

MALATESTA

Ve lo comando.

NORINA

Obbedisco, fratel.

(si toglie il velo)

DON PASQUALE

(dopo averla guardata, levandosi a un tratto e dando indietro come spaventato)

Misericordia!

MALATESTA

(tenendogli dietro)

Che fu? dite...

DON PASQUALE

Una bomba in mezzo al core.

(agitatissimo)

Per carità, dottore,

ditele se mi vuole,

mi mancan le parole,

sudo, agghiaccio... son morto.

MALATESTA

(Fate core.

Mi sembra ben disposta, ora le parlo.)

(piano a Norina)

Sorellina mia cara.

Dite... vorreste... in breve.

Quel signore...

(accenna Don Pasquale)

vi piace?

NORINA

(con un'occhiata a Don Pasquale che si ringalluzza)

A dirlo ho soggezione...

MALATESTA

Coraggio.

NORINA
(timidamente)

Sì. (Sei pure il gran babbione!)

MALATESTA
(tornando a Don Pasquale)

Consente. È vostra.

DON PASQUALE
(con trasporto)

Oh giubilo!

Beato me!

NORINA

(Te n'avvedrai fra poco!)

DON PASQUALE

Or presto pe 'l notaro.

MALATESTA

Per tutti i casi dabili

ho tolto meco il mio ch'è in anticamera;

or l'introduco.

(esce)

Malatesta ->

DON PASQUALE

Oh caro!

Quel dottor pensa a tutto.

(rientrando col notaro)

<- Malatesta, Notaro

MALATESTA

Ecco il notaro.

 

Scena quarta

Don Pasquale e Norina seduti. I Servi dispongono in mezzo alla scena un tavolo coll'occorrente da scrivere. Sopra il tavolo sarà un campanello.
Notaro saluta, siede e s'accinge a scrivere. Dottore in piedi, a destra del Notaro, come dettandogli.
Notaro e detti.

<- servi

servi ->

 
Quartetto

MALATESTA

Fra da una parte etcetera,  

Sofronia Malatesta,

domiciliata etcetera

con tutto quel che resta;

e d'altra parte etcetera

Pasquale da Corneto etcetera.

NOTARO

...etcetera.

MALATESTA

Coi titoli e le formule

secondo il consueto...

NOTARO

...eto.

MALATESTA

Entrambi qui presenti,

volenti, e consenzienti...

NOTARO

...enti.

MALATESTA

Un matrimonio in regola

a stringere si va.

DON PASQUALE
(al notaro)

Avete messo?

NOTARO

Ho messo.

DON PASQUALE

Sta ben.

(va alla sinistra del notaro)

Scrivete appresso.

(come dettando)

Il qual prefato etcetera

di quanto egli possiede

in mobili ed immobili,

dona tra i vivi e cede

a titolo gratuito

alla suddetta etcetera

sua moglie dilettissima

fin d'ora la metà.

NORINA

Sta scritto.

DON PASQUALE

E intende ed ordina...

NOTARO

...na.

DON PASQUALE

Che sia riconosciuta...

NOTARO

...uta.

DON PASQUALE

In questa casa e fuori...

NOTARO

...ori.

DON PASQUALE

Padrona ampia assoluta,

e sia da tutti e singoli

di casa riverita...

NOTARO

...ita.

DON PASQUALE

Servita ed obbedita...

NOTARO

...ita.

DON PASQUALE

Con zelo e fedeltà.

MALATESTA E NORINA
(a Don Pasquale)

Rivela il vostro core

quest'atto di bontà.

NOTARO

Steso è il contratto. Restano

le firme...

DON PASQUALE

Ecco la mia.

(sottoscrivendo con vivacità)

(conducendo Norina al tavolo con dolce violenza)

MALATESTA

Cara sorella, or via,

si tratta di segnar.

NOTARO

Non vedo i testimoni,

un solo non può star.

 
Mentre Norina sta in atto di sottoscrivere, si sente la voce di Ernesto dalla porta d'ingresso. Norina lascia cader la penna.
 

ERNESTO
(di dentro)

Indietro, mascalzoni,

indietro; io voglio entrar.

NORINA

Ernesto! Or veramente

mi viene da tremar!

MALATESTA

Ernesto! E non sa niente;

può tutto rovinar!

 
Ernesto senza badare agli altri va dritto a Don Pasquale.
 

Scena quinta

Ernesto e detti.

<- Ernesto

 

ERNESTO
(a Don Pasquale con vivacità)

Pria di partir, signore,  

vengo per dirvi, addio,

e come un malfattore

mi vien conteso entrar!

DON PASQUALE
(ad Ernesto)

S'era in faccende: giunto

però voi siete in punto.

A fare il matrimonio

mancava un testimonio.

(volgendosi a Norina)

Or venga la sposina!

ERNESTO
(vedendo Norina, nel massimo stupore)

(Che vedo? Oh ciel! Norina!

Mi sembra di sognar!)

(esplodendo)

Ma questo non può star,

costei...

(il dottore che in questo frattempo si sarà interposto fra Don Pasquale e Ernesto, interrompe quest'ultimo)

MALATESTA

La sposa è quella.

(con intenzione marcata)

Sofronia, mia sorella.

(di soppiatto a Ernesto)

Per carità, sta' zitto,

ci vuoi precipitar.

ERNESTO

(con sorpresa crescente)

Sofronia! Sua sorella!

Comincio ad impazzar!

MALATESTA

(piano ad Ernesto)

Per carità sta zitto,

ci vuoi precipitar.

(piano a don Pasquale)

Gli cuoce: compatitelo,

lo vò capacitar.

(prende Ernesto in disparte)

Figliuol, non farmi scene,

è tutto per tuo bene.

Se vuoi Norina perdere

non hai che a seguitar...

(Ernesto vorrebbe parlare)

 

...seconda la commedia,

sta cheto e lascia far.

(volgendosi alla comitiva)

Questo contratto adunque

si vada ad ultimar.

 
Il Dottore conduce a sottoscrivere prima Norina poi Ernesto; quest'ultimo metà per amore, metà per forza.
 
(riunendo le mani degli sposi)

NOTARO

Siete marito e moglie.

DON PASQUALE

(Mi sento a liquefar.)

NORINA E MALATESTA

(Va il bello a incominciar.)

(appena segnato il contratto, Norina prende un contegno naturale, ardito senza impudenza e pieno di disinvoltura)
 
(facendo l'atto di volerla abbracciare)

DON PASQUALE

Carina!

NORINA

(respingendo con dolcezza)

Adagio un poco.

Calmate quel gran foco.

Si chiede pria licenza.

DON PASQUALE

Me l'accordate?

NORINA

No.

(qui il notaro si ritira inosservato; Don Pasquale rimane mortificatissimo)

Notaro ->

ERNESTO
(ridendo)

Ah! Ah!

DON PASQUALE
(con collera)

Che c'è da ridere,

signor impertinente?

Partite subito, immantinente,

via, fuor di casa...

NORINA
(con disprezzo)

Ohibò!

Modi villani e rustici

che tollerar non so.

(ad Ernesto)

Restate.

(a Don Pasquale)

Altre maniere

apprender vi farò.

DON PASQUALE
(costernato al dottore)

Le maniere!

MALATESTA
(come sopra)

Don Pasquale!

DON PASQUALE

È un'altra!

MALATESTA

Son di sale!

DON PASQUALE

Che vorrà dir?

MALATESTA

Calmatevi,

sentire mi farò.

ERNESTO E NORINA

(In fede mia dal ridere

frenarmi più non so.)

NORINA
(a Don Pasquale)

Un uom qual voi decrepito,

qual voi pesante e grasso,

condur non può una giovane

decentemente a spasso.

Bisogno ho d'un bracciere.

(accennando Ernesto)

Sarà mio cavaliere.

DON PASQUALE
(con vivacità)

Oh! questo poi, scusatemi,

oh, questo esser non può.

NORINA
(freddamente)

Perché?

DON PASQUALE
(risoluto)

Perché no 'l voglio.

NORINA
(con ischerno)

Non lo volete?

DON PASQUALE
(come sopra)

No.

NORINA

(facendosi presso a Don Pasquale, con dolcezza affettata)

Idolo mio, vi supplico

scordar questa parola.

«Voglio», per vostra regola,

(con enfasi crescente)

«voglio», lo dico io sola;

tutti obbedir qui devono,

io sola ho a comandar.

MALATESTA

(Ecco il momento critico.)

ERNESTO

(Vediamo che sa far.)

DON PASQUALE

Ma... se...

NORINA

Non voglio repliche.

DON PASQUALE

(accennando Ernesto)

Costui...

NORINA
(instizzita)

Taci, buffone.

DON PASQUALE

Io? voi!

MALATESTA E ERNESTO

(Vediamo che sa far.)

(Don Pasquale fa per parlare)

NORINA

Zitto: provato a prenderti

finora ho colle buone.

(facendoglisi presso con minaccia espressiva)

Saprò, se tu mi stuzzichi,

le mani adoperar.

(Don Pasquale dà indietro atterrito)

DON PASQUALE

(Sogno?... veglio?... Cos'è stato?

Calci?... schiaffi?... brava! bene!

Buon per me che m'ha avvisato.

Or vedrem che cosa viene!

Bada bene, don Pasquale,

è una donna a far tremar!)

MALATESTA

(È rimasto là impietrato

sembra un uom cui manca il fiato.)

NORINA E ERNESTO

(Vegli, o sogni, non sa bene

non ha sangue nelle vene.)

MALATESTA
(a Don Pasquale)

Fate core, don Pasquale,

non vi state a sgomentar.

NORINA

(Or l'amico, manco male,

si potrà capacitar.)

ERNESTO

(Or l'intrico, manco male,

incomincio a decifrar.)

 
(Norina va al tavolo, prende il campanello, e suona con violenza. Entra un servo)

<- servo

 

NORINA
(al servo)

Riunita immantinente

la servitù qui voglio.

(il servo esce)

servo ->

DON PASQUALE

(Che vuol dalla mia gente?)

MALATESTA E ERNESTO

(Or nasce un altro imbroglio.)

(entrano due servi e un maggiordomo)

<- due servi, maggiordomo

NORINA
(ridendo)

Tre in tutto! Va benissimo,

c'è poco da contar.

(al maggiordomo)

A voi. Da quanto sembrami

voi siete il maggiordomo.

(il maggiordomo s'inchina)

 

Esperto nel servizio,

attivo, galantuomo,

s'intende. Vi comincio

la paga a raddoppiar.

(il maggiordomo si confonde in inchini)

DON PASQUALE

Addio quei quattro ruspi,

son bello e rovinato!

MALATESTA E ERNESTO

Quel divalo incarnato

tutte le va a cercar.

NORINA
(al maggiordomo)

Ora attendete agli ordini,

che mi dispongo a dar.

Di servitù novella

pensate a provvedermi;

sia gente fresca e bella,

tale da farci onor.

Parmi che due dozzine

potran bastar per or.

DON PASQUALE
(a Norina con rabbia)

Poi quando avrà finito...

NORINA

Non ho finito ancor.

(al maggiordomo)

Di legni un paio sia

stassera in scuderia;

uno leggero e basso,

in quello andremo a spasso,

l'altro più greve e solido

da viaggio servirà.

Quanto ai cavalli poi,

lascio la scelta a voi.

DON PASQUALE

Poi, quando avrà finito...

NORINA

Non ho finito ancor.

La casa è mal disposta.

La vo' rifar di posta;

sono anticaglie i mobili,

si denno rinnovar.

Vi son mill'altre cose

urgenti, imperiose,

un parrucchier da scegliere,

un sarto, un gioielliere,

ma questo con più comodo

domani si può far.

DON PASQUALE
(con rabbia concentrata)

Avete ancor finito?

NORINA

No.

(al maggiordomo)

Mi scordavo il meglio.

Farete che servito

sia per le quattro un pranzo

nel gran salon terreno.

Sarem cinquanta almeno.

Fate le cose in regola,

non ci facciam burlar.

(d'un cenno congeda il maggiordomo che parte coi servi)

due servi, maggiordomo ->

MALATESTA E ERNESTO

(Il cielo si rannuvola.)

ERNESTO

(Comincia a lampeggiar.)

NORINA

(volgendosi con calma a Don Pasquale)

Ecco finito.

DON PASQUALE

Grazie.

Chi paga?

NORINA

Oh bella! voi.

DON PASQUALE

A dirla qui fra noi

non pago mica.

NORINA

No?

DON PASQUALE
(riscaldato)

Sono o non son padrone?

NORINA
(con disprezzo)

Mi fate compassione.

(con forza)

Padrone ov'io comando?

MALATESTA

(interponendosi a Norina)

Sorella...

NORINA
(a Don Pasquale con furia crescente)

Or or vi mando...

NORINA

Siete un villano, un tanghero.

DON PASQUALE
(con dispetto)

È vero, v'ho sposato.

NORINA
(come sopra)

Un pazzo temerario...

MALATESTA

(a Don Pasquale che sbuffa)

Per carità, cognato!

NORINA

(interrompendo)

Che presto alla ragione

rimettere saprò.

 
(Don Pasquale è fuori di sé, vorrebbe e non può parlare, la bile lo affoga)

DON PASQUALE

Io? Voi sola siete pazza!

Io sono qui il padrone...

Io... se... ma...

 

 

Son tradito, calpestato,

mille furie ho dentro al petto,

quest'inferno anticipato

non lo voglio sopportar.

Dalla rabbia e dal dispetto

son vicino a soffocar.

NORINA
(piano ad Ernesto)

Or t'avvedi, core ingrato,

che fu ingiusto il tuo sospetto.

Solo amor m'ha consigliato

(accennando Don Pasquale)

questa parte a recitar.

Don Pasquale, poveretto!

è vicino ad affogar.

ERNESTO
(a Norina)

Sono, o cara, sincerato,

momentaneo fu il sospetto.

Solo amor t'ha consigliato

(accennando Don Pasquale)

questa parte a recitar.

Don Pasquale, poveretto!

è vicino ad affogar.

MALATESTA
(a Don Pasquale)

Siete un poco riscaldato,

mio cognato, andate a letto.

Son stordito, son sdegnato,

l'ha costei con me da far.

(a Ernesto)

Attenzione, che il poveretto

non vi vegga amoreggiar.

DON PASQUALE
(a Norina, ironico)

La casa è mal disposta,

son anticaglie i mobili...

Un pranzo cinquanta,

un sarto, un gioielliere...

NORINA
(con dispetto)

Sì.

Ernesto e Malatesta ridono.

DON PASQUALE
(sbuffando)

Son tradito, beffeggiato,

mille furie ho dentro il petto,

dalla rabbia, dal dispetto,

son vicino a soffocar.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

[N. 5 - Preludio, scena ed aria]

Sala in casa di don Pasquale.

Ernesto
 

Povero Ernesto!

Ernesto ->
<- Don Pasquale, servo

[N. 6 - Scena e terzetto]

Quando avrete introdotto

Don Pasquale
servo ->

Don Pasquale
<- Norina, Malatesta
Malatesta, Norina e Don Pasquale
Via, da brava / Reggo appena...

[N. 7 - Scena e quartetto, finale II]

Non abbiate paura è Don Pasquale

Don Pasquale, Norina
Malatesta ->

Don Pasquale, Norina
<- Malatesta, Notaro

Don Pasquale, Norina, Malatesta, Notaro
<- servi

(i servi dispongono in mezzo alla scena un tavolo coll'occorrente da scrivere)

Don Pasquale, Norina, Malatesta, Notaro
servi ->
Malatesta, Notaro, Don Pasquale e Norina
Fra da una parte etcetera

(si sente la voce di Ernesto dalla porta d'ingresso)

 
Don Pasquale, Norina, Malatesta, Notaro
<- Ernesto
Ernesto, Malatesta, Don Pasquale e Norina
Pria di partir, signore
Don Pasquale, Norina, Malatesta, Ernesto
Notaro ->
 
Don Pasquale, Norina, Malatesta, Ernesto
<- servo
 
Don Pasquale, Norina, Malatesta, Ernesto
servo ->
 
Don Pasquale, Norina, Malatesta, Ernesto
<- due servi, maggiordomo
 
Don Pasquale, Norina, Malatesta, Ernesto
due servi, maggiordomo ->
 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta
Sala in casa di Don Pasquale. Stanza in casa di Norina. Sala in casa di don Pasquale. Sala in casa di Don Pasquale come nell'atto I e II. Boschetto nel giardino attiguo alla casa di Don Pasquale; a sinistra gradinata che dalla casa mette in...
[Sinfonia] [N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Recitativo e duetto] [N. 3 - Cavatina] [N. 4 - Recitativo e duetto, finale I] [N. 5 - Preludio, scena ed aria] [N. 6 - Scena e terzetto] [N. 7 - Scena e quartetto, finale II] [N. 8 - Coro d'introduzione] [N. 9 - Recitativo e duetto] [N. 10 - Recitativo e coro] [N. 11 - Recitativo e duetto] [N. 12 - Serenata e notturno] [N. 13 - Scena e rondò, finale III]
Atto primo Atto terzo

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