Atto terzo

 

Scena prima

Sala in casa di Don Pasquale come nell'atto I e II.
Sparsi sui tavoli, sulle sedie, per terra, articoli di abbigliamento femminile, abiti, cappelli, pellicce, sciarpe, merletti, cartoni, ecc.

 Q 

 
Don Pasquale, seduto nella massima costernazione davanti una tavola piena zeppa di liste e fatture; vari Servi in attenzione.

Don Pasquale, cameriere, servi

<- parrucchiere

parrucchiere ->

Dall'appartamento di donna Norina esce un Parrucchiere con pettini, pomate, cipria, ferri da arricciare, ecc., attraversa la scena, e via per la porta di mezzo.
 
[N. 8 - Coro d'introduzione]

 N 

 
Introduzione
(facendosi sulla porta dell'appartamento di donna Norina ai servi)

1A CAMERIERA

I diamanti, presto, presto.    

S

UN SERVO

La scuffiara.

2A CAMERIERA

Venga avanti.

La Scuffiara portante un monte di cartoni viene introdotta nell'appartamento di donna Norina.

<- scuffiara

scuffiara ->

3A CAMERIERA

(con pelliccia, grande mazzo di fiori, boccette d'odore che consegna a un servo)

In carrozza tutto questo.

4A CAMERIERA

Il ventaglio, il velo, i guanti.

5A CAMERIERA

I cavalli sul momento

ordinate d'attaccar.

DON PASQUALE

Che marea, che stordimento!

È una casa da impazzar!

 
A misura che le Cameriere danno gli ordini, i Servi eseguiscono in fretta. Ne nasce trambusto e confusione.

cameriere, servi ->

 
[N. 9 - Recitativo e duetto]

 N 

 
Recitativo

DON PASQUALE

(esaminando le note)

Vediamo: alla modista  

cento scudi. Obbligato! Al carrozziere

seicento. Poca roba!

Novecento e cinquanta al gioielliere.

Per cavalli...

(getta la nota con stizza e si alza)

Al demonio

i cavalli, i mercanti e il matrimonio!

(pensa)

Per poco che la duri in questo modo,

mio caro Don Pasquale,

a rivederci presto all'ospedale!

Che cosa vorrà dir questa gran gala!

Escir sola a quest'ora,

un primo dì di nozze

è un atto così fuor d'ogni ragione

ch'io marito e padrone

debbo oppormi a ogni modo ed impedirlo.

Ma... si fa presto a dirlo.

Colei ha certi occhiacci,

certo far da regina

che mi viene la pelle di gallina

solamente a pensarvi. Ah! Don Pasquale

chi te l'ha fatta far! Ad ogni modo

vo' provarmi. Se poi

fallisce il tentativo... Eccola; a noi.

Brano musicale ()

 

Scena seconda

Norina entra correndo e, senza badare a Don Pasquale, fa per escire. È vestita in grandissima gala, ventaglio in mano.
Norina e detto.

<- Norina

 
Duetto

DON PASQUALE

Signorina, in tanta fretta,  

dove va, vorrebbe dirmi?

Brano musicale ()

NORINA

È una cosa presto detta,

vo a teatro a divertirmi.

DON PASQUALE

Ma il marito, con sua pace,

non voler potria talvolta.

NORINA

Il marito vede e tace:

quando parla non s'ascolta.

 

DON PASQUALE
(con bile crescente)

A non mettermi al cimento,

signorina, la consiglio.

Vada in camera al momento.

Ella in casa resterà.

NORINA
(con aria di motteggio)

A star cheto e non far scene

per mia parte la scongiuro.

Vada a letto, dorma bene,

poi doman si parlerà.

(va per uscire)

DON PASQUALE

(interponendosi fra lei e la porta)

Non si sorte.

NORINA
(ironica)

Veramente!

DON PASQUALE

Sono stanco.

NORINA

Sono stufa.

DON PASQUALE

Non si sorte.

NORINA

Non v'ascolto.

DON PASQUALE

Sono stanco.

NORINA

Sono stufa.

DON PASQUALE

Civettella!

NORINA
(con gran calore)

Impertinente,

(gli dà uno schiaffo)

prendi su che ben ti sta!

DON PASQUALE

(Ah! è finita, Don Pasquale,

hai bel romperti la testa!

Altro affare non ti resta

che d'andarti ad annegar.)

NORINA

(È duretta la lezione,

ma ci vuole a far l'effetto.

Or bisogna del progetto

la riuscita assicurar.)

(a Don Pasquale)

Parto dunque...

DON PASQUALE

Parta pure.

Ma non faccia più ritorno.

NORINA

Ci vedremo al nuovo giorno.

DON PASQUALE

Porta chiusa troverà.

NORINA

Via, caro sposino,

non farmi il tiranno,

sii dolce e bonino,

rifletti all'età.

Va' a letto, bel nonno

sia cheto il tuo sonno.

Per tempo a svegliarti

la sposa verrà.

DON PASQUALE

Divorzio! Divorzio!

Che letto, che sposa!

Peggiore consorzio

di questo non v'ha.

Ah! povero sciocco!

Se duri in cervello

con questo martello

miracol sarà.

 
[N. 10 - Recitativo e coro]

 N 

Norina va via. Nell'atto di partire Norina lascia cadere una carta, Don Pasquale se ne avvede e la raccoglie.

Norina ->

 
Recitativo

DON PASQUALE

Qualche nota di cuffie e di merletti  

che la signora semina per casa.

(la spiega e legge)

«Adorata Sofronia.»

(nella massima ansietà)

Ehi! Ehi! Che affare è questo!

(legge)

«Fra le nove e le dieci della sera

sarò dietro al giardino,

dalla parte che guarda a settentrione.

Per maggior precauzione

fa', se puoi, d'introdurmi

pe 'l piccolo cancello. A noi ricetto

daran securo l'ombre del boschetto.

Mi scordavo di dirti

che annunzierò cantando il giunger mio.

Mi raccomando. Il tuo fedele. Addio.»

(fuori di sé)

Questo è troppo; costei

mi vuol morto arrabbiato!

Ah! non ne posso più, perdo la testa!

(scampanellando)

Si chiami Malatesta.

(ai servi che entrano)

<- servi, cameriere

 

Correte dal dottore,

ditegli che sto mal, che venga tosto.

(O crepare o finirla ad ogni costo.)

(esce)

Don Pasquale ->

 

Scena terza

Coro di Servi e Cameriere.

 
Coro

TUTTI

Che interminabile andirivieni!  

Non posso reggere rotte ho le reni.

Tin tin di qua, ton ton di là,

in pace un attimo mai non si sta.

Ma... casa buona, montata in grande,

si spende e spande, v'è da scialar.

DONNE

Finito il pranzo vi furon scene.

UOMINI

Comincian presto. Contate un po'.

DONNE

Dice il marito: «Restar conviene».

Dice la sposa: «Sortire io vo'».

Il vecchio sbuffa, segue baruffa.

UOMINI

Ma la sposina l'ha da spuntar.

V'è un nipotino guastamestieri...

DONNE

Che tiene il vecchio sopra pensieri.

UOMINI

La padroncina è tutto foco.

DONNE

Par che il marito lo conti poco.

TUTTI

Zitto, prudenza, alcun qui viene;

si starà bene, v'è da scialar.

(escono)

servi, cameriere ->

 

Scena quarta

Malalesta ed Ernesto sul limitare della porta.

<- Malatesta, Ernesto

 
[N. 11 - Recitativo e duetto]

 N 

 
Recitativo

MALATESTA

Siamo intesi.  

ERNESTO

Sta bene. Ora in giardino

scendo a far la mia parte.

MALATESTA

Mentr'io fo qui la mia.

Soprattutto che il vecchio

non ti conosca!

ERNESTO

Non temer.

MALATESTA

Appena

venir ci senti...

ERNESTO

Su il mantello e via.

MALATESTA

Ottimamente.

ERNESTO

A rivederci.

 
Ernesto esce.

Ernesto ->

 

MALATESTA

(avanzandosi)

Questa

repentina chiamata

mi prova che il biglietto

del convegno notturno ha fatto effetto.

(guarda fra le scene)

Eccolo! Com'è pallido e dimesso!

Non sembra più lo stesso...

Me ne fa male il core...

Ricomponiamoci un viso da dottore.

 

Scena quinta

Don Pasquale abbattutissimo s'inoltra lentamente.

<- Don Pasquale

 
(andandogli incontro)

MALATESTA

Don Pasquale...  

DON PASQUALE

(con tristezza solenne)

Cognato, in me vedete

un morto che cammina.

MALATESTA

Non mi fate

languir a questo modo.

DON PASQUALE

(senza badargli e come parlando a sé stesso)

Pensar che, per un misero puntiglio,

mi son ridotto a questo!

Mille Norine avessi dato a Ernesto!

MALATESTA

(Cosa buona a sapersi.)

Mi spiegherete alfin...

DON PASQUALE

Mezza l'entrata

d'un anno in cuffie e in nastri consumata!

Ma questo è nulla.

MALATESTA

E poi?

DON PASQUALE

La signorina

vuol uscire a teatro.

M'oppongo colle buone,

non intende ragione, e son deriso.

Comando... e della man mi dà sul viso.

MALATESTA

Uno schiaffo!

DON PASQUALE

Uno schiaffo, sì, signore!

MALATESTA

(Coraggio.) Voi mentite:

Sofronia è donna tale,

che non può, che non sa, né vuol far male:

pretesti per cacciarla via di casa,

fandonie che inventate. Mia sorella

capace a voi di perdere il rispetto!

DON PASQUALE

La guancia è testimonio: il tutto è detto.

MALATESTA

Non è vero.

DON PASQUALE
(gridando)

È verissimo.

MALATESTA

Signore,

gridar cotanto parmi inconvenienza.

DON PASQUALE

Ma se mi fate perder la pazienza!

MALATESTA

(calmandosi)

Parlate adunque. (Faccia mia, coraggio.)

DON PASQUALE

Lo schiaffo è nulla, v'è di peggio ancora.

Leggete.

(gli dà la lettera: il dottore fa segni di sorpresa fino all'orrore)

MALATESTA

Io son di sasso.

(Secondiamo.) Ma come! Mia sorella

sì saggia, buona e bella...

DON PASQUALE

Sarà buona per voi, per me non certo.

MALATESTA

Che sia colpevol sono ancora incerto.

DON PASQUALE

Io son così sicuro del delitto,

che v'ho fatto chiamare espressamente

qual testimonio della mia vendetta.

MALATESTA

Va ben... ma riflettete...

DON PASQUALE

Ho tutto preveduto... m'ascoltate.

Sediamo.

MALATESTA

Sediam pure:

(minaccioso)

ma parlate!

 
Duetto

DON PASQUALE

Cheti cheti immantinente    

nel giardino discendiamo;

prendo meco la mia gente,

il boschetto circondiamo;

e la coppia sciagurata,

a un mio cenno imprigionata,

senza perdere un momento

conduciam dal podestà.

S

Brano musicale ()

MALATESTA

Io direi... sentite un poco,

noi due soli andiam sul loco;

nel boschetto ci appostiamo,

ed a tempo ci mostriamo;

e tra preghi, tra minacce

d'avvertir l'autorità,

ci facciam dai due prometter

che la cosa resti là.

 

DON PASQUALE

(alzandosi)

È siffatto scioglimento  

poco pena al tradimento.

MALATESTA

Riflettete, è mia sorella.

DON PASQUALE

Vada fuor di casa mia.

Altri patti non vo' far.

MALATESTA

È un affare delicato,

vuol ben esser ponderato.

DON PASQUALE

Ponderate, esaminate,

ma in mia casa non la vo'.

MALATESTA

Uno scandalo farete,

e vergogna poi ne avrete.

DON PASQUALE

Non importa... non importa.

MALATESTA

Non conviene, non sta bene:

altro modo cercherò.

(riflette intanto)

DON PASQUALE

(imitandolo)

Non sta bene, non conviene...

Ma lo schiaffo qui restò.

(pensano tutti e due)

MALATESTA

(a un tratto)

L'ho trovata!

DON PASQUALE

Oh! benedetto!

Dite presto.

MALATESTA

Nel boschetto

quatti quatti ci appostiamo

di là tutto udir possiamo.

S'è costante il tradimento

la cacciate su due piedi.

DON PASQUALE

Bravo, bravo, va benone!

Son contento, bravo, bravo.

 

DON PASQUALE

(Aspetta, aspetta,  

cara sposina,

la mia vendetta

già s'avvicina;

già già ti preme,

già t'ha raggiunto,

tutte in un punto

l'hai da scontar.

Vedrai se giovino

raggiri e cabale,

sorrisi teneri,

sospiri e lagrime.

Or voglio prendere

la mia rivincita

sei nella trappola

v'hai da restar.)

Brano musicale ()

MALATESTA

(Il poverino

sogna vendetta.

Non sa il meschino

quel che l'aspetta;

invano freme,

invano arrabbia,

è chiuso in gabbia,

non può scappar.

Invano accumula

progetti e calcoli;

non sa che fabbrica

castelli in aria;

non vede il semplice

che nella trappola

da sé medesimo

si va a gettar.)

(escono insieme)

Don Pasquale, Malatesta ->

 
 

Scena sesta

Boschetto nel giardino attiguo alla casa di Don Pasquale; a sinistra dello spettatore gradinata che dalla casa mette in giardino, a dritta belvedere. Piccolo cancello in fondo.
Ernesto e Coro di dentro.

 Q 

 
[N. 12 - Serenata e notturno]

 N 

 
Serenata

Com'è gentil ~ la notte a mezzo april!    

È azzurro il ciel, ~ la luna è senza vel:

tutto è languor, ~ pace, mistero, amor.

Ben mio, perché ~ ancor non vieni a me?

Formano l'aure d'amore accenti,

del rio nel murmure sospiri senti;

il tuo fedel si strugge di desir;

Nina crudel, mi vuoi veder morir!

Poi quando sarò morto, piangerai,

ma ritornarmi in vita non potrai.

S

Sfondo schermo () ()

Brano musicale ()

 

CORO
(di dentro)

Poi quando sarà morto, piangerai,

ma ritornarlo in vita non potrai.

 
Norina esce con precauzione dalla parte del belvedere, e va ad aprire a Ernesto, che si mostra dietro il cancello. Ernesto è avvolto in un mantello che lascerà cadere.

<- Norina

<- Ernesto

 
Notturno

NORINA

Tornami a dir che m'ami,  

dimmi che mio tu sei;

quando tuo ben mi chiami

la vita addoppi in me.

La voce tua sì cara

rinfranca il core oppresso:

sicura a te dappresso,

tremo lontan da te.

Insieme

ERNESTO

Tornami a dir che m'ami,

dimmi che mia tu sei;

quando tuo ben mi chiami

la vita addoppi in me.

La voce tua sì cara

rinfranca il core oppresso:

sicuro a te dappresso,

tremo lontan da te.

Brano musicale ()

 
Si vedono Don Pasquale e Malatesta muniti di lanterne cieche entrar pian piano nel cancello, si perdono dietro agli alberi per ricomparire a suo tempo.

<- Don Pasquale, Malatesta

Mentre Don Pasquale e Malatesta ricompariscono, Ernesto riprende il mantello e si scosta alquanto nella direzione della casa di Don Pasquale.
 
[N. 13 - Scena e rondò, finale III]

 N 

 
Recitativo

DON PASQUALE

Eccoli; attenti ben...  

MALATESTA

Mi raccomando...

 

Scena settima

Don Pasquale, Malatesta e detti.

 
(sbarrando la lanterna in volto a Norina)

DON PASQUALE

Alto là!  

NORINA

Ladri, aiuto!

DON PASQUALE
(a Norina)

Zitta; ov'è il drudo?

NORINA

Chi?

DON PASQUALE

Colui che stava

con voi qui amoreggiando.

NORINA
(con risentimento)

Signor mio,

mi meraviglio, qui non v'era alcuno.

MALATESTA

(Che faccia tosta!)

DON PASQUALE

Che mentir sfacciato!

Saprò ben io trovarlo.

 
Don Pasquale e Malatesta fanno indagini nel boschetto. Ernesto entra pian piano in casa.
 

NORINA

Vi ripeto

che qui non v'era alcun, che voi sognate.

MALATESTA

A quest'ora in giardin che facevate?

NORINA

Stavo prendendo il fresco.

DON PASQUALE

Il fresco! Ah, donna indegna,

(con esplosione)

fuor di mia casa, o ch'io...

NORINA

Ehi, ehi, signor marito,

su che tuon la prendete?

DON PASQUALE

Escite, e presto.

NORINA

Nemmen per sogno. È casa mia, vi resto.

DON PASQUALE

Corpo di mille bombe!

MALATESTA

(Don Pasquale,

lasciate fare a me; solo badate

a non smentirmi; ho carta bianca...)

DON PASQUALE

(È inteso.)

NORINA

(Il bello adesso viene!)

MALATESTA
(piano a Norina)

(Stupor misto di sdegno, attenta bene.)

Sorella, udite, io parlo

per vostro ben; vorrei

risparmiarvi uno sfregio.

NORINA

A me uno sfregio!

MALATESTA

(Benissimo.) Domani in questa casa

entra la nuova sposa...

NORINA

Un'altra donna!

A me simile ingiuria?

MALATESTA

(Ecco il momento di montare in furia.)

(Don Pasquale tien dietro al dialogo con grande interesse)

NORINA

Sposa di chi?

MALATESTA

D'Ernesto, la Norina.

NORINA
(con disprezzo)

Quella vedova scaltra e civettina!

DON PASQUALE
(a Malatesta)

Bravo, dottore!

MALATESTA

Siamo

a cavallo.

NORINA

Colei qui a mio dispetto!

Norina ed io sotto l'istesso tetto!

(con forza)

Giammai! Piuttosto parto.

DON PASQUALE

(Ah! lo volesse il ciel!)

NORINA

Ma... piano un poco.

(cambiando modo)

Se queste nozze poi fossero un gioco!

Vo' sincerarmi pria.

MALATESTA

È giusto.

(a Don Pasquale)

(Don Pasquale non c'è via;

qui bisogna sposar quei due davvero,

se no costei non va.)

DON PASQUALE

(Non mi par vero.)

MALATESTA

Ehi! di casa, qualcuno,

(chiamando)

Ernesto...

 

Scena ottava

Ernesto e Servi.

<- servi

 

ERNESTO

Eccomi.  

MALATESTA

A voi

accorda Don Pasquale

la mano di Norina, e un annuo assegno

di quattromila scudi.

ERNESTO

Ah! caro zio!

E fia ver?

MALATESTA
(a Don Pasquale)

(D'esitar non è più tempo,

dite di sì.)

NORINA

M'oppongo.

DON PASQUALE

Ed io consento.

(ad Ernesto)

Corri a prender Norina,

e d'unirvi io m'impegno in sul momento.

MALATESTA

Senz'andar lungi la sposa è presta.

DON PASQUALE

Come? Spiegatevi...

MALATESTA

Norina è questa.

DON PASQUALE

Quella?... Norina?... Che tradimento!

Dunque Sofronia?...

MALATESTA

Dura in convento.

DON PASQUALE

E il matrimonio?...

MALATESTA

Fu un mio pensiero

stringervi in nodi di nullo effetto,

il modo a torvi di farne un vero.

È chiaro il resto del romanzetto.

DON PASQUALE

Ah bricconissimi... (Vero non parmi!

Ciel ti ringrazio!) Così ingannarmi!

Meritereste...

NORINA

Via siate buono.

ERNESTO

Deh! zio, movetevi!

(inginocchiandosi)

NORINA

Grazia, perdono!

DON PASQUALE

Tutto dimentico, siate felici;

com'io v'unisco, v'unisca il ciel!

 
Finale

NORINA

La moral di tutto questo  

è assai facile trovar.

Ve la dico presto presto

se vi piace d'ascoltar.

Ben è scemo di cervello

chi s'ammoglia in vecchia età;

va a cercar col campanello

noie e doglie in quantità.

DON PASQUALE

La morale è molto bella

applicarla a me si sta.

Sei pur fina, o bricconcella,

m'hai servito come va.

MALATESTA E ERNESTO

La morale è molto bella,

Don Pasqual l'applicherà.

Quella cara bricconcella

lunga più di noi la sa.

 
 

Versione originale della serenata

Testo originale della serenata di Ernesto (scena sesta).

 
 

ERNESTO

Com'è gentil ~ la notte a mezzo april!

È azzurro il ciel, ~ la luna è senza vel:

tutto è languor, ~ pace, mistero, amor.

Ben mio, perché ~ ancor non vieni a me?

Sembra che l'aura

formi sospiri e accenti,

del rio nel mormore

carezze e baci senti;

Il tuo fedel ~ si strugge di desir;

Nina crudel ~ mi vuoi veder morir!

Poi quando sarò morto, piangerai,

ma ritornarmi in vita non potrai.

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Sala in casa di Don Pasquale come nell'atto I e II.

Don Pasquale, cameriere, servi
 
Don Pasquale, cameriere, servi
<- parrucchiere
Don Pasquale, cameriere, servi
parrucchiere ->

[N. 8 - Coro d'introduzione]

Cameriere, Servi e Don Pasquale
I diamanti, presto, presto
Don Pasquale, cameriere, servi
<- scuffiara
Don Pasquale, cameriere, servi
scuffiara ->
 

(trambusto e confusione)

Don Pasquale
cameriere, servi ->

[N. 9 - Recitativo e duetto]

Vediamo: alla modista

Don Pasquale
<- Norina
Don Pasquale e Norina
Signorina, in tanta fretta

[N. 10 - Recitativo e coro]

Don Pasquale
Norina ->

Qualche nota di cuffie e di merletti

Don Pasquale
<- servi, cameriere

servi, cameriere
Don Pasquale ->
Coro di Cameriere e Servi
Che interminabile andirivieni!
servi, cameriere ->
<- Malatesta, Ernesto

[N. 11 - Recitativo e duetto]

Siamo intesi / Sta bene

Malatesta
Ernesto ->

Malatesta
<- Don Pasquale

Don Pasquale... / Cognato, in me vedete

Don Pasquale e Malatesta
Cheti cheti immantinente
Don Pasquale e Malatesta
È siffatto scioglimento
Don Pasquale e Malatesta
Aspetta, aspetta, cara sposina
Don Pasquale, Malatesta ->

Boschetto nel giardino attiguo alla casa di Don Pasquale; a sinistra gradinata che dalla casa mette in giardino, a dritta belvedere; cancello in fondo.

[N. 12 - Serenata e notturno]

Ernesto e Coro, di dentro
Com'è gentil la notte a mezzo april!
<- Norina
Norina
<- Ernesto
Norina e Ernesto
Tornami a dir che m'ami
Norina, Ernesto
<- Don Pasquale, Malatesta

[N. 13 - Scena e rondò, finale III]

(Don Pasquale e Malatesta scompaiono e ricompaiono fra gli alberi, Ernesto si nasconde)

Eccoli; attenti ben

Alto là! / Ladri, aiuto!

(Ernesto entra pian piano in casa)

(Ernesto esce di casa)

Norina, Ernesto, Don Pasquale, Malatesta
<- servi

Eccomi / A voi accorda Don Pasquale

Norina, Don Pasquale, Malatesta e Ernesto
La moral di tutto questo
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Versione originale della serenata
Sala in casa di Don Pasquale. Stanza in casa di Norina. Sala in casa di don Pasquale. Sala in casa di Don Pasquale come nell'atto I e II. Boschetto nel giardino attiguo alla casa di Don Pasquale; a sinistra gradinata che dalla casa mette in...
[Sinfonia] [N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Recitativo e duetto] [N. 3 - Cavatina] [N. 4 - Recitativo e duetto, finale I] [N. 5 - Preludio, scena ed aria] [N. 6 - Scena e terzetto] [N. 7 - Scena e quartetto, finale II] [N. 8 - Coro d'introduzione] [N. 9 - Recitativo e duetto] [N. 10 - Recitativo e coro] [N. 11 - Recitativo e duetto] [N. 12 - Serenata e notturno] [N. 13 - Scena e rondò, finale III]
Atto primo Atto secondo

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