Atto secondo

 

Scena prima

Folta boscaglia; grotta da un lato.
Uberto da pastore, indi Elena e Serano dalla grotta.

 Q 

Uberto

 
[N. 8 - Cavatina]

 N 

UBERTO

Oh fiamma soave,    

che l'alma mi accendi!

Pietosa ti rendi

a un fido amator.

Per te forsennato

affronto il periglio:

non curo il mio stato,

non ho più consiglio;

vederti un momento,

bearmi in quel ciglio

è il dolce contento,

che anela il mio cor!

S

Sfondo schermo () ()

 

 

Sì, per te mio tesoro, in rozze spoglie,  

che al guardo altrui celar mi sanno, e in questa

inospita foresta

mi guida un cieco amor. Da che ti vidi

perdei la pace, e porti in salvo io bramo

dagli eventi di guerra, or che di sangue...

Di patrio sangue... ahi lasso!

rosseggerà la Scozia. Ah! Fu mendace

forse colui, che, da me compro, il tuo

solingo asilo a me svelò? Qual fato

crudele a me ti asconde?

Solo a' gemiti miei l'eco risponde.

(si aggira per la scena)

 

<- Elena, Serano

ELENA
(a Serano)

Va'... non temer... è meco Albina... Ah vola  

del padre in traccia. Egli tornar promise

pria della pugna, e il termine già scorre,

che al ritorno prefisse. Oh quanti in seno

nuovi palpiti desta

tanta tardanza, al mio timor funesta!

SERANO

Calma l'affanno: ad appagarti or vado;

abbi cura di te.

(parte)

Serano ->

 

ELENA

Da quanti affanni  

è straziato il mio cor!

UBERTO

(ravvisandola)

Nume possente!

Tu arridi a' voti miei!

ELENA

Un uom! Si fugga...

UBERTO

Ah ferma!

ELENA

E tu chi sei?

UBERTO

Non mi ravvisi?

ELENA

E chi?

UBERTO

Cure ospitali

mi prodigò la tua bell'alma.

ELENA

Ah! È vero!

Or ti conosco. Ebben? Da me che chiedi?

Chi spinge i passi tuoi? Qual nutri ardire?

UBERTO

Dirti ch'io t'amo, e di tua man morire.

ELENA

Intempestivo ardor!

UBERTO

De' tuoi bei lumi

chi resiste al poter? E chi vederti

può senza amarti? Ah! Se il tuo cor risponde

all'aspetto gentile;

se qualche lusinghier, soave accento,

che ti sfuggì dal labbro allor che teco

io fui, non m'ingannò, non puoi, non déi

esser crudele a chi t'adora.

ELENA

Oh quanto

mi fai pietà!

UBERTO

Pietà tu senti? Ah dunque

spera mercede il mio cocente ardore?

ELENA

Ah! no 'l poss'io! Non è più meco il core!

UBERTO

Come?

ELENA

Giova a te dirlo, onde fia spenta

la tua fiamma nascente. Amor mi strugge

pe 'l mio Malcom. Inviolabil fede,

o morte io gli giurai del padre ad onta,

che all'odiato Rodrigo

la mia destra promise. Ah! Tu ben vedi,

che spergiura io sarei,

mostro d'infedeltade

detestevole, orrendo,

se i tuoi voti accogliessi.

UBERTO

Oh me dolente!

Oh sventurato amore!

ELENA

Mi fai pietà... ma non ho meco il core!

 
[N. 9 - Terzetto]

 N 

 

Alla ragion deh rieda    

l'alma agitata, oppressa,

ed all'amor succeda

la tenera amistà.

S

UBERTO

Arcani sì funesti

perché tacermi, ingrata!

Allor che mi rendesti

preda di tua beltà?

ELENA

Che amavi io non sapea...

UBERTO

Non te 'l diss'io?

ELENA

Credea

che gentilezza...

UBERTO

Amore...

Sì... in me possente amore

fiamma destò vorace...

e la sua cruda face

struggermi appien saprà!

ELENA

(Nume! se a' miei sospiri

pace donar non sai,

almen de' suoi martiri

deh! calma la crudeltà!)

UBERTO

(Io del suo cor tiranno?

Farla infelice io stesso?

Ah no... di amore a danno

virtù trionferà.)

Vincesti... addio!... Rispetto

gli affetti tuoi...

ELENA

Te n' vai?

UBERTO

A che mirar quei rai

severi ognor per me?

ELENA

Se de' tuoi giusti lai

la rea cagion son io,

squarciami un cor che mai

darti saprà mercé!

UBERTO

No, cara: anzi desio

pegno di mia costanza

lasciarti in rimembranza,

che sacro io sono a te.

ELENA

E qual?

UBERTO

Da rio periglio

salvai di Scozia il re.

Il suo gemmato anello

egli mi diè: te 'l dono.

(le mette al dito il suo anello)

Se mai destin rubello

te, il genitor, l'amante

sa minacciar, dinante

ti rendi al re: la gemma

appena mostrerai,

grazia per tutti avrai;

e ad appagarti intento

sempre il suo cor sarà.

ELENA

E il mio rigor contento

renderti... oh dio! non sa?

UBERTO

Ah! Basta al mio tormento

destar la tua pietà.

 

Scena seconda

Rodrigo in osservazione e detti.

<- Rodrigo

 

RODRIGO

(Misere mie pupille!  

Che più a mirar vi resta?

Oh gelosia funesta!

Oh ria fatalità!)

(scoprendosi e dirigendosi ad Uberto)

Parla... Chi sei?

ELENA

(Rodrigo!)

UBERTO

(Egli! Oh furor!)

ELENA

(Destino

crudel!)

RODRIGO

Non sembri alpino!

Sei tu del clan?

UBERTO

Ne aborro

l'infausto nome.

RODRIGO

Amico

forse del re?

UBERTO

Lo sono...

RODRIGO

Che ascolto?

ELENA

Incauto!

UBERTO

E tale,

che te non teme, e quanti

perversi ha il re nemici.

RODRIGO

Perversi?

ELENA

Oh ciel! Che dici!

Frenati!... Ah qual martire!

UBERTO

Tu mi vedrai morire...

non so che sia viltà.

ELENA

(Mi sento... oh dio! morire

mancando il cor mi va!)

RODRIGO

(Qual temerario ardire!

Frenarmi e chi potrà?)

Né ancor ti arrendi audace?

UBERTO

Ov'è il tuo stuol seguace,

che i suoi doveri oblia?

Alla presenza mia

impallidir saprà.

RODRIGO

Da' vostri agguati uscite,

figli di guerra!

(al suo grido vedesi tutta la scena ingombra in un istante di guerrieri del Clan, che erano nascosti ne' folti cespugli del bosco)

<- guerrieri

GUERRIERI

A' tuoi

cenni siam pronti.

RODRIGO

Ostenta

orgoglio, or più, se il puoi...

ELENA

Che miro! Oh dio!

RODRIGO

Paventa

di quegli acciari al lampo...

Per te non vi è più scampo...

Ferite un traditor.

(a' guerrieri, che nello slanciarsi si fermano alle grida di Elena)

ELENA

Fermate!

UBERTO

E tu guerriero...

ELENA

Cedete a' pianti miei...

UBERTO

No... Di vil gregge sei

malvagio conduttor!

RODRIGO

Cessate! Io basto... Io solo

domar vo' tant'orgoglio...

UBERTO

Un ferro... un'arme io voglio...

(Rodrigo gli dà la spada di un guerriero)

ELENA

Scenda in voi la pace...

UBERTO E RODRIGO

All'armi!

No... più non so frenarmi!

Mi guida il mio furor!

ELENA

Io son la misera,

che morte attendo!...

Su... su... scagliatevi...

non mi difendo...

Se i giorni miei

troncar vi piace,

di orror la face

si spegnerà.

UBERTO E RODRIGO

Vendetta! Accendimi

di rabbia il seno!

Nel petto ah versami

il tuo veleno!

(al rivale)

Vieni al cimento...

io non ti temo...

L'istante estremo

ti giungerà.

CORO

Ah! Tanto ardire

ne' nostri petti

lo sdegno e l'ire

destando va!

 
(Rodrigo ed Uberto partono per un lato. Elena li segue co' guerrieri)

Rodrigo, Uberto, Elena, guerrieri ->

 
 

Scena terza

Grotta.
Albina, indi Malcom, poi Serano, infine coro di Alpini.

 Q 

Albina

 

ALBINA

Quante sciagure in un sol giorno aduna  

l'avverso ciel per tormentare un core!

Elena sventurata!

Per quanti cari oggetti

palpitar ti vegg'io? Né splende in cielo

raggio di luce a dissipar quel velo,

che covre il tuo destin...

 

<- Malcom

MALCOM

Elena... ah dimmi...  

Dov'è?

ALBINA

Di questo speco

all'ingresso non era?

MALCOM

Ah! No...

ALBINA

Del padre

serve al cenno così? Qui preservarla

credea dall'ira ostil.

MALCOM

Ah! ferve intanto

terribil pugna... Han le reali schiere

penetrato nel clan: Rodrigo istesso

con ignoto campione

è a singolar certame. Un cor pietoso

mi fe' sperar che qui trovata avrei

Elena mia. Salvarla, o in sua difesa

perir volea.

ALBINA

Mosse le piante al fianco

del fedele Serano, e poi...

(a Serano che giunge)

<- Serano

 

Ma... vieni!  

Dimmi, e teco non riede

la figlia di Douglas?

SERANO

Del padre in traccia

un suo cenno mi trasse: il vidi... oh dio!

smarrito in volto... «Ah vanne...

vanne», disse, «alla figlia, e la difendi».

Dille che al re m'invio: se la mia morte

può placar l'ira sua, se in questa guisa

pace alla patria mia donar mi è dato,

dille che il mio morir troppo è a me grato!

MALCOM

Come!

ALBINA

E ad Elena tu?

SERANO

Tutto narrai,

e già fuor di sé stessa

corre alla reggia.

ALBINA

Oh sciagurata! Oh pena!

MALCOM

Ah tu il sentier mi addita,

che segnò l'infelice...

SERANO

Al par del lampo

dal guardo mio sparì.

MALCOM

Stelle spietate!

E a tante pene i giorni miei serbate?

 
[N. 10 - Aria]

 N 

Ah si pera: ormai la morte  

fia sollievo a' mali miei,

se s'invola me colei

che mi resse in vita ognor.

Mio tesoro! Io ti perdei!

Dolce speme del mio cor!

 

GUERRIERI
(di dentro)

Douglas! Douglas! Ti salva!

ALBINA E SERANO

Quai voci!

MALCOM

E chi si avanza?

 

<- guerrieri

GUERRIERI

Douglas, dov'è?

MALCOM

Che avvenne?

GUERRIERI

Ah! Più non v'è speranza...

Cadde Rodrigo estinto...

ALBINA E SERANO

Avverso ciel!

GUERRIERI

Ha vinto

di Scozia il re...

MALCOM

Che sento!

GUERRIERI

Ne insegue, e dà spavento

già l'oste vincitrice...

MALCOM

Che tento! Oh me infelice!

Elena! Amici! Oh dio!

Fato crudele e rio!

Fia pago il tuo furor!

Ah! Chi provò del mio

più barbaro dolor?

ALBINA, SERANO E GUERRIERI

Fato crudele e rio!

Fia pago il tuo furor!

(Malcom parte co' guerrieri)

Malcom, guerrieri ->

 

ALBINA

E dove avrem noi scampo?  

SERANO

Il mio destino

io qui tranquillo attendo.

ALBINA

Oh qual sorse per noi giorno tremendo!

 
 

Scena quarta

Stanza nella reggia di Stirling.
Giacomo, Douglas da guerriero, ma senza elmo e spada, Guardie, infine Bertram.

 Q 

Uberto, Douglas, guardie

 

UBERTO
(Giacomo)

E tanto osasti?  

DOUGLAS

Io mi presento, o sire

volontario al tuo piè. Grazia non chieggo

pe' giorni miei. Di sanguinosa guerra

arde la face, e la mia morte

basta a spegnerla appieno. Ah! Sulla figlia,

e su quanti, pietosi al mio destino,

mi difesero in campo,

scenda la tua clemenza!

UBERTO
(Giacomo)

E quale oggetto

sotto ignote divise

te condusse al torneo che celebrava

la mia vittoria? Audace! A che ostentarmi

tanto valor, tutti atterrando i prodi,

che venner teco al paragon dell'armi,

e in aperta tenzon?

DOUGLAS

Sperai destarti

delle antiche mie gesta

rimembranza così: Giacomo solo,

del precettor che l'educò alla gloria,

riconoscer potea gli usati modi

nel battagliar.

UBERTO
(Giacomo)

Ma a cancellar non basta

i miei falli un tal passo.

(alle guardie, che circondano Douglas)

Olà! serbate

al mio sdegno costui.

DOUGLAS

Lo merito: attendo

in pace i cenni tuoi. Figlia infelice!

Sol mi è grave il morir, perché lasciarti

deggio misera e sola!

UBERTO
(Giacomo)

E ancor non parti?

(Douglas è condotto via)

Douglas, guardie ->

 

 

Quanto all'alma tu costi,  

simulato rigor! Son ne' miei lacci

i più forti nemici... Ah! Se Malcom...

Se quel rival...

 

<- Bertram

BERTRAM

Signor, parlarti brama  

donna, molle di pianto, e quella gemma,

che ornò tua destra, a me mostrando...

UBERTO
(Giacomo)

(È dessa!)

Venga, ed a lei si taccia

ch'io sono il re. Ti attendo alle mie stanze:

quanto voglio, saprai.

BERTRAM

Vado.

(parte)

Bertram ->

 

UBERTO
(Giacomo)

Quale distanza  

v'ha dal mio core al tuo, donna! Vedrai.

(entra)

Uberto ->

 

Scena quinta

Bertram introduce Elena.

<- Bertram, Elena

 

BERTRAM

Attendi: il re fra poco  

ti ascolterà.

(entra nelle regie stanze)

Bertram ->

 

ELENA

Reggia, ove nacqui, oh quanto  

fremo in vederti! Alle sventure mie

tu fosti culla! Assai di te più caro

mi era l'albergo umil, dove or nel padre,

or nell'oggetto amato

pascea lo sguardo, e lor posava allato.

Ma qui sola! Ov'è il re? Chi al regio aspetto

mi guiderà? Se il generoso amico

non m'ingannò, del genitor la vita,

di Malcom, di Rodrigo

spero salvar... Che sento?

Qual dolce suon! Che amabile concento!

 
[N. 11 - Canzoncina sul palco]

 N 

UBERTO
(Giacomo)

(canta dalle sue stanze)  

Aurora! Ah sorgerai

avversa ognor per me?

D'Elena i vaghi rai

mostrarmi... oh dio! Perché?

E poi rapirmi, o barbara!

quel don ch'ebb'io da te?

 

ELENA

Stelle! Sembra! Egli stesso! Ah! Qual sorpresa!  

Né mi pose in oblio?

Di me si duole! E che sperar poss'io?

 

Scena sesta

Comparisce Giacomo: Elena va frettolosa ad incontrarlo.

<- Uberto

 

ELENA

Eccolo! Amica sorte  

ti presenta a' miei voti,

o generoso cor!

UBERTO
(Giacomo)

Da me che chiedi?

ELENA

Il tuo don non rammenti? Ah sì, tu stesso

mi guida al re.

UBERTO
(Giacomo)

Tu lo vedrai.

ELENA

Perdona

all'impazienza mia: di un breve istante

non indugiar: sacro dover di figlia

al trono m'avvicina.

UBERTO
(Giacomo)

Ebben, tu il vuoi?

E chi sa opporsi a' desideri tuoi?

(si appressa ad una gran porta in fondo, che aprendosi lascia vedere quanto di magnificenza possa comprendere la sala del trono)
 

Scena ultima

Bertram, Grandi e Dame, che circondano il trono, indi gli attori che verranno enunciati.

<- Bertram, grandi, dame

 
[N. 12 - Coro]

 N 

CORO

Imponga il re:  

siam servi del suo voler;

il Grande in lui vantiamo,

il padre ed il guerrier.

 

ELENA

Ah! Che vedo! Qual fasto!  

Ma fra tanti ov'è il re? Proni e devoti

miro tutti, ma invano

cerco chi sia fra questi il lor sovrano.

UBERTO
(Giacomo)

Eppure è qui.

ELENA

Ma qual?... Stelle! Ogni sguardo

è a te rivolto? Il capo tuo coverto,

la piuma che dagli altri ti distingue...

saresti mai?... Gran dio!

Deh avvera i dubbi miei...

UBERTO
(Giacomo)

(indicando sé stesso)

Il re chiedesti? E al fianco suo tu sei.

ELENA

Tu stesso? Ah! Qual sorpresa! A' piedi tuoi...

UBERTO
(Giacomo)

Sorgi, l'amico io son: di mie promesse

il fido esecutor; parla, che brami?

ELENA

Ah! Non lo ignori... Il genitor...

UBERTO
(Giacomo)

Ebbene...

il padre è reo, ma alla sua figlia il dono...

(ad un suo cenno vien fuori Douglas)

Vieni Douglas... l'abbraccia... io ti perdono.

 

<- Douglas

DOUGLAS

Ah figlia!  

ELENA

Ah padre mio!

ELENA E DOUGLAS

Signor... deh, lascia...

UBERTO
(Giacomo)

Oblio

tutto per te: tu, lord Bothwel, riprendi

gli stati tuoi.

DOUGLAS

Tutto il mio sangue in segno

di grato cor...

UBERTO
(Giacomo)

Appien contenta, il veggo,

Elena ancor non è: favella.

ELENA

Ah, sire!

I giorni di Rodrigo...

UBERTO
(Giacomo)

Egli? Infelice!

Ah! Non è più!

ELENA

Che ascolto! Oh sventurato!

DOUGLAS

Oh amico sciagurato!

UBERTO
(Giacomo)

Alla clemenza

diedi abbastanza, e di giustizia or deggio

dar rigoroso esempio.

Venga Malcom.

ELENA

Ascolta...

UBERTO
(Giacomo)

Alcun non osi

chieder grazia per lui.

ELENA

(Come salvarlo?)

 

<- Malcom, guardie

MALCOM

(viene tra le guardie)  

(Elena! Oh rio destin!)

UBERTO
(Giacomo)

Giovane audace!

A me ti appressa: un mancator degg'io

punire in te...

MALCOM

Ah prence! Il fallo mio...

UBERTO
(Giacomo)

Pietà non merta, e dell'error ben degna

avrai tu pena.

(depone la sua ostentata fierezza, lo alza, lo abbraccia e gli appende al collo la sua gemmata collana)

Ah sorgi, e questo sia

pegno del mio favor. Porgi la destra...

(unisce le destre di Elena e di Malcom)

Siate felici, il ciel vi arrida.

ELENA, MALCOM E DOUGLAS

Oh stelle!

BERTRAM E CORO

Oh re clemente!

UBERTO
(Giacomo)

Altro a bramar ti resta?

ELENA

Io... sire... Qual piacer!... Qual gioia è questa!

 
[N. 13 - Rondò e finale IIº]

 N 

Tanti affetti in un momento    

mi si fanno al core intorno,

che l'immenso mio contento

io non posso a te spiegar.

Deh! Il silenzio sia loquace...

Tutto dica un tronco accento...

Ah signor! La bella pace

tu sapesti a me donar.

S

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TUTTI COL CORO

Ah sì... torni in te la pace,

puoi contenta respirar.

ELENA

Fra il padre e fra l'amante

oh qual beato istante!

Ah! Chi sperar potea

tanta felicità!

TUTTI

Cessi di stella rea

la fiera avversità.

 
 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo

Folta boscaglia; grotta da un lato.

Uberto
 

(Uberto da pastore)

[N. 8 - Cavatina]

Sì, per te mio tesoro, in rozze spoglie

Uberto
<- Elena, Serano

Va', non temer, è meco Albina. Ah vola

Uberto, Elena
Serano ->

Da quanti affanni

[N. 9 - Terzetto]

Elena e Uberto
Alla ragion deh rieda
Uberto, Elena
<- Rodrigo
Rodrigo, Elena e Uberto, poi Guerrieri
Misere mie pupille!
Uberto, Elena, Rodrigo
<- guerrieri
 
Rodrigo, Uberto, Elena, guerrieri ->

Grotta.

Albina
 

Quante sciagure in un sol giorno aduna

Albina
<- Malcom

Elena... ah dimmi...

Albina, Malcom
<- Serano

Ma... vieni!

[N. 10 - Aria]

Malcom, Coro interno, Alina e Serano
Ah si pera: ormai la morte
Albina, Malcom, Serano
<- guerrieri
 
Albina, Serano
Malcom, guerrieri ->

E dove avrem noi scampo? / Il mio destino

Stanza nella reggia di Stirling.

Uberto, Douglas, guardie
 

(Uberto è Giacomo, re di Scozia)

E tanto osasti? / Io mi presento, o sire

Uberto
Douglas, guardie ->

Quanto all'alma tu costi

Uberto
<- Bertram

Signor, parlarti brama

Uberto
Bertram ->

Quale distanza

Uberto ->
<- Bertram, Elena

Attendi: il re fra poco

Elena
Bertram ->

Reggia, ove nacqui, oh quanto

[N. 11 - Canzoncina sul palco]

Uberto (dalle sue stanze)
Aurora! Ah sorgerai

Stelle! Sembra! Egli stesso! Ah! Qual sorpresa!

Elena
<- Uberto

Eccolo! Amica sorte

(si apre una gran porta in fondo, che lascia vedere quanto di magnificenza possa comprendere la sala del trono)

Elena, Uberto
<- Bertram, grandi, dame

[N. 12 - Coro]

Ah! Che vedo! Qual fasto!

Elena, Uberto, Bertram, grandi, dame
<- Douglas

Ah figlia! / Ah padre mio! / Oblio

Elena, Uberto, Bertram, grandi, dame, Douglas
<- Malcom, guardie

Elena! Oh rio destin! / Giovane audace!

[N. 13 - Rondò e finale IIº]

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena ultima
Rocca di Benledi, che, coverta alla vetta da folta boscaglia, e quindi allargandosi al... Albergo di Douglas; veggonsi sospese alle pareti le sue armi e quelle degli antenati. Vasta pianura, circondata da alti monti: si vede da lungi altra parte del lago. Folta boscaglia; grotta da un lato. Grotta. Stanza nella reggia di Stirling.
[N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Coro e duetto] [N. 3 - Recitativo e cavatina] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Duettino] [N. 6 - Coro e cavatina] [N. 7 - Coro e finale Iº] [N. 8 - Cavatina] [N. 9 - Terzetto] [N. 10 - Aria] [N. 11 - Canzoncina sul palco] [N. 12 - Coro] [N. 13 - Rondò e finale IIº]
Atto primo

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