Atto secondo

 
[N. 12a - Sinfonia]

 N 

 

Scena prima

Orti palatini, corrispondenti agli appartamenti imperiali, con viali, spalliere di fiori, e fontane continuate. Nel fondo caduta d'acque, ed innanzi grottesche, e statue.
Massimo, poi Fulvia.

Bozzetti

 Q 

Massimo

 
[N. 12b - Recitativo accompagnato]

 N 

MASSIMO

Qual silenzio è mai questo?  

È tutto in pace l'imperiale albergo.

In oriente rosseggia il nuovo giorno

eppur ancor d'intorno

suon di voci non odo,

alcun non miro.

Dovrebbe pure Emilio aver compito il colpo.

Ei mi promise nel tiranno

punir tutti i miei torti.

 
Recitativo

<- Fulvia

 

È pigro...  

FULVIA

Ah, genitor!

MASSIMO

Figlia, che porti?

FULVIA

Che mai facesti?

MASSIMO

Io nulla feci...

FULVIA

Oh, dèi!

Fu cesare l'assalito!

E tu la mano che l'assalì

spingesti a vendicarti.

MASSIMO

Ma cesare morì?

FULVIA

Pensa a salvarti!

 

Scena seconda

Valentiniano senza manto, e senza lauro con spada nuda, seguito da Pretoriani, e detti.

<- Valentiniano, pretoriani, alcuni pretoriani

 

VALENTINIANO

(parlando ad alcuni d'essi, che partono)  

Ogni via custodite ed ogni ingresso.

alcuni pretoriani ->

MASSIMO

(Egli vive. Oh, destin!)

VALENTINIANO

Massimo, Fulvia, che creduto l'avria?

MASSIMO

Signor, che avvenne?

VALENTINIANO

M'insidiano la vita i miei più cari.

MASSIMO

(Ardir!) Come potrebbe un'anima

sì rea trovarsi mai?

VALENTINIANO

Massimo, eppur si trova;

or lo saprai.

FULVIA

(Misero padre!)

MASSIMO

(Ah, tremo!)

VALENTINIANO

Emilio invano trafiggermi sperò!

Nel sonno immerso credea trovarmi,

e s'ingannò.

Previdi un tradimento,

ed impugnando il brando

tra l'ombre lo notai:

accorse al grido stuol di custodi,

e allor mi veggo al lume,

inaspettato e nuovo sanguigno il ferro,

e il traditor non trovo.

MASSIMO

Forse Emilio non fu?

VALENTINIANO

La nota voce nel piagarlo conobbi.

MASSIMO

Ed a qual fine un tuo servo

arrischiarsi colpo indegno?

VALENTINIANO

Il servo lo tentò,

d'altri è il disegno!

MASSIMO

Ma chi del tradimento tu credi autor?

VALENTINIANO

Puoi dubitarne?

In esso Ezio non riconosci!

MASSIMO

(Io torno in vita!)

FULVIA

(Ecco al mesto mio cor nuova ferita!)

MASSIMO

Io non so figurarmi in Ezio un traditor,

ma pur l'amore... l'ambizion,

la lode e l'assoluto comando delle schiere...

Chi sa? Potria scordarsi il suo dovere.

FULVIA

Tu lo conosci, ed in tal guisa, oh, padre,

parli di lui?

MASSIMO

Son d'Ezio amico, è vero,

ma suddito d'augusto.

VALENTINIANO

(Oh, gelosia!)

(a Fulvia)

Ma tu così difendi un traditor?

MASSIMO

Le fa pietà! Sol per te sente amore.

 

Scena terza

Varo e detti.

<- Varo

 

VARO

Cesare, invano il traditore cercai.  

VALENTINIANO

Massimo, fido amico,

sia la tua cura...

MASSIMO

Io cercherò d'Emilio,

io veglierò per te.

Per tua salvezza d'alcuno

intanto assicurarti puoi.

VALENTINIANO

Deh! M'assistete.

Io mi riposi in voi!

 
[N. 13 - Aria]

 N 

Vi fida lo sposo  

vi fida il regnante

dubbioso ed amante

la vita e l'amor.

(a Massimo)

Tu, amico, prepara

soccorso ed aita,

(a Fulvia)

tu serbami, oh, cara,

gli affetti del cor.

(parte con Varo ed i pretoriani)

Valentiniano, Varo, pretoriani ->

 

Scena quarta

Massimo e Fulvia.

 
Recitativo

FULVIA

E puoi d'un tuo delitto Ezio incolpar?  

Chi ti consiglia, o padre?

MASSIMO

Folle! La sua ruina è riparo alla mia.

Lasciane il peso a chi

di te più visse,

e più saggio è di te.

FULVIA

Dunque ti renda la tua età,

il tuo saper l'alma più giusta.

Credi, ch'un traditor?

MASSIMO

Fulvia, raffrena i tuoi labbri loquaci,

ed in avvenir non irritarmi

e taci.

FULVIA

Ch'io taccia, e non t'irriti,

allor che veggio il monarca assalito,

te reo del gran misfatto,

Ezio tradito?

Lo tolleri chi può;

d'ogni rispetto o mi disciogli,

o quando rispettosa mi vuoi,

cangia il comando.

MASSIMO

Ah, perfida! Conosco

che vuoi sacrificarmi al tuo desio.

Va'! Dell'affetto mio, che nulla ti nascose,

empia, t'abusa,

e per salvar l'amante, il padre accusa.

 
[N. 14 - Aria]

 N 

Va'! Dal furor portata  

palesa il tradimento,

ma ti sovvenga, ingrata,

il traditor qual è!

Scopri la frode ordita,

ma pensa in qual momento,

ch'io ti donai la vita,

che tu la togli a me.

(parte)

Massimo ->

 

Scena quinta

Fulvia, e poi Ezio.

 
[N. 15 - Recitativo accompagnato]

 N 

FULVIA

Che fo? Dove mi volgo?  

Egual delitto è il parlar,

è il tacer!

Se parlo, oh, numi, son parricida,

e nel pensarlo io tremo.

Se taccio,

al giorno estremo giunge il mio bene.

Ah! Che all'idea funesta

s'agghiaccia il sangue,

e intorno al cor s'arresta!

 
Recitativo

<- Ezio

FULVIA

(vedendo Ezio)  

Ah, qual consiglio mai...

Ezio, dove t'inoltri? Ove te n' vai?

EZIO

In difesa d'augusto. Intesi...

FULVIA

Ah! fuggi:

in te del tradimento

cade il sospetto.

EZIO

In me? Fulvia, t'inganni.

FULVIA

Cesare il reo ti chiama;

io stessa udii.

EZIO

L'Italia, il mondo tutto,

il conservato impero gli dirai

se 'l credesse che non è vero.

Non teme un innocente.

Il sol tuo affetto si figura perigli.

Eh, ti consola.

FULVIA

Fuggi! Se m'ami:

al mio timor t'invola.

 

Scena sesta

Varo con pretoriani, e detti.

<- Varo, pretoriani

 

VARO

Cesare a te m'invia.  

EZIO

A lui dunque si vada.

VARO

Non vuol questo da te. Vuol la tua spada.

EZIO

Come?

FULVIA

Il previdi!

EZIO

E qual follia lo mosse?

VARO

È mia fatal sventura un uffizio

a compir contrario tanto

alla nostra amicizia, al genio antico.

EZIO

Prendi.

(gli dà la spada)

Augusto compiangi, e non l'amico.

 
[N. 16 - Aria]

 N 

Recagli quell'acciaro  

che gli difesi il trono.

Rammentagli chi sono,

e vedilo arrossir!

(a Fulvia)

E tu serena il ciglio

se l'amor mio t'è caro

l'unico mio periglio,

sarebbe il tuo martir.

(parte con guardie)

Ezio, pretoriani ->

 

Scena settima

Fulvia, e Varo.

 
Recitativo

FULVIA

Varo, se amasti mai,  

de' nostri affetti pietà dimostra,

e d'un oppresso amico

difendi l'innocenza.

VARO

Io vuò per lui impiegar l'opra mia,

ma voglia il ciel,

che inutile non sia.

Tu puoi salvarlo.

FULVIA

E come?

VARO

Egli è sicuro,

sol che tu voglia.

A cesare ti dona,

e consorte di lui tutto potrai.

FULVIA

D'altri che d'Ezio

io non sarò giammai

VARO

Cedi sol per salvarlo;

in qualche parte placa

l'ira d'augusto,

e nel suo seno,

se amor non hai per lui,

fingilo almeno.

FULVIA

Seguirò il tuo consiglio; e...

VARO

In simil caso il fingere è permesso:

e poi non è gran pena al vostro sesso.

 
[N. 17 - Aria]

 N 

FULVIA

Quel finger affetto  

allor che non s'ama,

per molti è diletto,

ma pena la chiama,

quest'alma non usa

a finger amor.

Mi scopre, m'accusa,

se parla, se tace

il labbro seguace

dei moti del cor.

(parte)

Fulvia ->

 

Scena ottava

Varo solo.

 
[N. 18 - Recitativo accompagnato]

 N 

 

Folle è colui che al tuo favor si fida,  

instabile fortuna.

Purtroppo, oh, sorte infida,

folle è colui che al tuo favor si fida.

 
[N. 19 - Aria]

 N 

Nasce al bosco in rozza cuna  

un felice pastorello,

e con l'aure di fortuna

giunge i regni a dominar.

Presso al trono in regie fasce,

sventurato un altro nasce,

e fra l'ire della sorte

va gli armenti a pascolar.

(parte)

Varo ->

 
 

Scena nona

Galleria di statue e specchi, con sedili intorno, fra quali uno innanzi dalla mano destra capace di due persone. Gran balcone aperto, in prospetto dei quale vista di Roma.
Onoria, e Massimo.

 Q 

Onoria, Massimo

 
Recitativo

ONORIA

Massimo, anch'io lo veggo:  

ogni ragione Ezio condanna.

Eppure incredulo il mio core

reo non sa figurarlo, e traditore.

MASSIMO

Oh, virtù senza pari!

E chi dovria più di te condannarlo?

ONORIA

È ver; ma il giusto...

(in atto di partire)

(Ah, che vorrei salvarlo!)

 

Scena decima

Valentiniano, e detti.

<- Valentiniano, una guardia

 

VALENTINIANO

Onoria, non partir.  

Per mio riposo tu devi

ad uno sposo, forse

poco a te caro offrir la mano.

ONORIA

(Ezio è pentito.) Il nome?

VALENTINIANO

Ho pena in proferirlo.

I nostri oltraggi sono recenti,

ma il comun periglio vuol che

cauto a tal nodo io ti consiglio.

ONORIA

(Rifiutarlo or dovrei, ma...) Senti al fine,

se giova alla tua pace,

disponi del mio cor come a te piace.

MASSIMO

Signor, il tuo disegno io non intendo.

Ezio t'insidia, e pensi solamente

a premiarlo?

VALENTINIANO

Ad Ezio non pensai:

d'Attila io parlo.

ONORIA

(Oh, inganno!)

Attila!

VALENTINIANO

Sì, ti chiede in sposa.

ONORIA

Germano, io voglio pria vederti salvo.

Il traditor si cerchi. Ezio favelli,

e poi Onoria spiegherà gli affetti suoi.

 
[N. 20 - Aria]

 N 

Finché per temi palpita  

timido in petto il cor

accendersi d'amor

non sa quest'alma.

Nell'amorosa face

qual pace ho da sperar,

se comincio ad amar

priva di calma?

(parte)

Onoria ->

 

Scena undicesima

Valentiniano, Massimo, poi Fulvia.

 
Recitativo

VALENTINIANO

Olà! Qui si conduca il prigionier!  

(una guardia parte)

una guardia ->

 

<- Fulvia

FULVIA

(entrando)

Augusto, ah! Rassicura i miei timori:

è il traditor palese?

VALENTINIANO

Tanta cura hai di me?

FULVIA

Puoi dubitarne,

s'hai del mio cor l'impero? (Ezio perdona!)

MASSIMO

(Io non comprendo il vero.)

(vedendo venir Ezio)

Ezio qui vien.

FULVIA

(Che mai farò?)

VALENTINIANO

(a Fulvia)

Ti siedi al fianco mio.

FULVIA

Suddita sono, e vuoi?...

VALENTINIANO

Non più: comincia ad avvezzarti al trono.

Siedi!

FULVIA

Ubbidisco.

(In qual cimento io sono!)

 

Scena dodicesima

Ezio disarmato, e detti.

<- Ezio, guardie

 

EZIO

(entrando e vedendo Fulvia)  

(Stelle! Che miro?

In Fulvia come tanta incostanza?)

FULVIA

(Resisti, anima mia!)

VALENTINIANO

Ezio, t'avanza.

EZIO

Il giudice, qual è?

VALENTINIANO

È Fulvia, ed io. Siamo un giudice solo:

ella è sovrana or ch'in lacci

di sposo a lei mi stringo.

EZIO

(Donna infedel!)

FULVIA

(Potessi dir, ch'io fingo!)

VALENTINIANO

Ezio, qui si cospira contro di me.

Del tradimento autore ti crede ognun.

D'un temerario amore,

di tue minacce io testimonio sono:

pensa a scolparti o a meritar perdono.

MASSIMO

(Sorte, non mi tradir!)

EZIO

Cesare, invero ingegnoso è il pretesto.

E chi m'accusa?

Tu, che sei dell'eccelso giudice, e testimonio

a un tempo istesso?

FULVIA

(Oh, dèi! Si perde!)

VALENTINIANO

(E soffrirò l'altero?)

Non hai miglior difesa?

EZIO

Eh! Vuoi ch'io dica, che a te dispiace,

ingrato, d'essermi debitor;

che tu paventi in me quei tradimenti,

che sai di meritar quando mi privi

d'un cor, ch'e mio?

VALENTINIANO

A questo eccesso arrivi?

FULVIA

(Ahimè!)

VALENTINIANO

Punir saprò...

FULVIA

(si leva per partire, ma Valentiniano la trattiene)

Soffri ch'io parta.

VALENTINIANO

Dunque Fulvia t'amo?

FULVIA

(Che pena!)

VALENTINIANO

Oh cara!

Digli s'io fui per te 'l foco primiero,

se l'ultimo sarò, spiegalo.

FULVIA
(a Valentiniano freddamente)

È vero.

EZIO

Ah, perfida! Ah, spergiura!

A questo colpo manca la mia costanza!

In faccia a lei mi si divide il cor!

(Fulvia si cava il fazzoletto)

EZIO

Mai non provai...

FULVIA

(s'alza piangendo, e vuol andarsene)

Io mi sento morir.

VALENTINIANO

Fulvia, che fai?

FULVIA

Voglio partir a tanti ingiusti oltraggi!

VALENTINIANO

Digli, che m'ami, e godi alle sue pene.

FULVIA

Ma se vero non è, s'egli è il mio bene?

VALENTINIANO

Che dici!

MASSIMO

(Ahimè!)

EZIO

(Respiro, oh, fido core!)

FULVIA

Cesare, per placarti finsi sinora.

Ezio è il mio caro amore;

e sappi, fuor di questo, di tutto il mondo

ogn' altro amor detesto.

EZIO

(Oh, cari accenti!)

VALENTINIANO

Iniqua!

MASSIMO

Il sangue tuo...

FULVIA

Potrai, se vuoi, svenarmi,

ma per farmi temer, debole or sei.

Han vinto ogni timore i mali miei.

 
[N. 21 - Aria]

 N 

La mia costanza  

non si sgomenta,

non ha speranza,

timor non ha.

Son giunta a segno,

che mi tormenta

più del tuo sdegno,

la tua pietà!

(parte)

Fulvia ->

 

Scena tredicesima

Valentiniano, e detti.

 
Recitativo

VALENTINIANO

Ah, ingrata! Ah, temerario! Olà, custodi  

toglietemi d'innanzi quel traditor.

Nel carcere più orrendo

serbatelo al mio sdegno.

EZIO

Il tuo furor del mio trionfo è segno.

VALENTINIANO

Rabbiosa gelosia sol mi consiglia.

MASSIMO

L'offese tue mi pagherà la figlia.

Valentiniano, Massimo ->

 

Scena quattordicesima

Ezio solo.

 

 

Chi di me più felice?  

Io cederei per questa ogni vittoria.

Non gl'invidio l'impero,

non ho cura del resto.

È trionfo leggiero Attila vinto

al paragon di questo.

 
[N. 22 - Aria]

 N 

Ecco alle mie catene,    

ecco a morir m'invio,

sì, ma quel core è mio,

sì, augusto, cede a me.

Caro bell'idol mio,

perdona a chi t'adora,

so che t'offesi allora

ch'io dubitai di te.

(parte)

S

Sfondo schermo () ()

Ezio, guardie ->

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

[N. 12a - Sinfonia]

Orti palatini, corrispondenti agli appartamenti imperiali, con viali, spalliere di fiori, e fontane continuate; nel fondo caduta d'acque, ed innanzi grottesche, e statue.

Massimo
 

[N. 12b - Recitativo accompagnato]

Qual silenzio è mai questo?

Massimo
<- Fulvia

È pigro / Ah, genitor! / Figlia, che porti?

Massimo, Fulvia
<- Valentiniano, pretoriani, alcuni pretoriani

Ogni via custodite ed ogni ingresso

Massimo, Fulvia, Valentiniano, pretoriani
alcuni pretoriani ->

Massimo, Fulvia, Valentiniano, pretoriani
<- Varo

Cesare, invano il traditore cercai

[N. 13 - Aria]

Valentiniano
Vi fida lo sposo
Massimo, Fulvia
Valentiniano, Varo, pretoriani ->

E puoi d'un tuo delitto Ezio incolpar?

[N. 14 - Aria]

Fulvia
Massimo ->

[N. 15 - Recitativo accompagnato]

Che fo? Dove mi volgo?

Fulvia
<- Ezio

Ah, qual consiglio mai

Fulvia, Ezio
<- Varo, pretoriani

Cesare a te m'invia

[N. 16 - Aria]

Fulvia, Varo
Ezio, pretoriani ->

Varo, se amasti mai

[N. 17 - Aria]

Varo
Fulvia ->

[N. 18 - Recitativo accompagnato]

Folle è colui che al tuo favor si fida

[N. 19 - Aria]

Varo ->

Galleria di statue e specchi, con sedili intorno, fra quali uno innanzi dalla mano destra capace di due persone; gran balcone aperto, in prospetto dei quale vista di Roma.

Onoria, Massimo
 

Massimo, anch'io lo veggo

Onoria, Massimo
<- Valentiniano, una guardia

Onoria, non partir

[N. 20 - Aria]

Massimo, Valentiniano, una guardia
Onoria ->

Olà! Qui si conduca il prigionier?

Massimo, Valentiniano
una guardia ->
Massimo, Valentiniano
<- Fulvia

Massimo, Valentiniano, Fulvia
<- Ezio, guardie

Stelle! Che miro?

[N. 21 - Aria]

Massimo, Valentiniano, Ezio, guardie
Fulvia ->

Ah, ingrata! Ah, temerario! Olà, custodi

Ezio, guardie
Valentiniano, Massimo ->

Chi di me più felice?

[N. 22 - Aria]

Ezio, guardie ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima
Parte del foro romano, con trono imperiale da un lato; vista di Roma illuminata in tempo... Camere imperiali istoriate di pitture. Orti palatini, corrispondenti agli appartamenti imperiali, con viali, spalliere di... Galleria di statue e specchi, con sedili intorno, fra quali uno innanzi dalla mano destra capace... Atrio delle carceri con cancelli di ferro in prospetto, che conducono a diverse prigioni. Campidoglio antico.
[Ouverture] [N. 1 - Marcia] [N. 2 - Aria] [N. 3 - Aria] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Aria] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Aria] [N. 8 - Aria] [N. 9 - Aria] [N. 10 - Aria] [N. 11 - Aria] [N. 12a - Sinfonia] [N. 12b - Recitativo accompagnato] [N. 13 - Aria] [N. 14 - Aria] [N. 15 - Recitativo accompagnato] [N. 16 - Aria] [N. 17 - Aria] [N. 18 - Recitativo accompagnato] [N. 19 - Aria] [N. 20 - Aria] [N. 21 - Aria] [N. 22 - Aria] [N. 23 - Sinfonia] [N. 24 - Aria] [N. 25 - Aria] [N. 26 - Aria] [N. 27 - Aria] [N. 28 - Aria] [N. 29 - Recitativo accompagnato] [N. 30 - Aria] [N. 31 - Aria] [N. 32 - Aria] [N. 33 - Aria] [N. 34 - Aria] [N. 35 - Aria] [N. 36 - Coro]
Atto primo Atto terzo

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