Prologo

 

Scena unica

Il consiglio improvviso.

Il consiglio improvviso

 

 

Io non ho benda, o face;    

non ho faretra, o dardi;

né segno altro volgar, che mi palesi;

mi chiamano il Consiglio,

ma non quel grave figlio

di molti e molti padri a cui son l'ore

dotte nutrici, e precettore il tempo

io nacqui in fretta, in fretta

di genitor mendico.

Su l'arene d'Olimpo in mezzo ai giochi

il bisogno è mio padre,

fecondo genitor di molti figli,

bisognevoli tutti: e io son ricco

d'oro non già, ma di partiti industri.

Voi, belle donne illustri,

ben lo sapete, a cui

ne' mendicati amori

dispenso i miei tesori,

e d'aver godo un degno

trono nel vostro ingegno:

che tra le sfere lucide, e beate

m'aggiro de' vostr'occhi, e invito ognora

voi tutte al godimento. A me, che sono

il suo figlio minor, diè la prudenza,

questo serpe volante,

ma l'altro mio fratello

tardo, lungo, increscioso,

tutto duol, tutto gel, tutto dubbioso,

ebbe da lei (come di me più dotto)

di piombo i piedi, e di lumaca il trotto.

Ov'io senza dimora

attivo, e pettoruto

venni, vidi, operai,

egli costuma ognora,

satrapo irrisoluto,

di pensar molto, e non conchiuder mai.

Mercé de' miei ricordi, oggi vedrete

in donna consigliata

la pazzia simulata.

Su, su, volgete gli occhi, e un bel furore

sia vostro insegnamento:

per saper agli amanti

spiegar varie dal core

e le voci, e i sembianti,

rivòlo intanto alla più bella in seno:

e chi sarà di voi,

che non mi voglia in grembo! Or ecco tutte

contender fra di lor della più bella:

io, che le gare femminili intendo,

nuovo consiglio prendo;

e vado a insegnar guardi furtivi

a donna poco esperta,

che non sa raggirar l'occhio spedito

all'amante, e al marito.

S

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Variante del prologo (1645)

Prologo della rappresentazione di Parigi.

 Q 

Aurora

 

AURORA

Zeffiretti innamorati  

che volate mattutini

precorrendo i raggi aurati;

aure molli, aure odorate.

Sospirate

con aneliti divini;

ch'oggi prescrive il fato

al ritrovo d'Achille

mille trionfi, e mille.

Ancellette luminose

che diurne trascorrete

le febee rote focose

ore chiare, ore serene

per l'amene

vie del ciel lume spargete

ch'oggi prescrive il fato,

al ritrovo d'Achille,

mille trionfi e mille.

 

 

Preceda il carro mio  

d'un giorno luminoso il sol più chiaro,

seminate di fiori

sien queste piagge amene,

e con note serene.

Veggan l'età future

sul zaffiro del ciel l'alte venture.

 

<- Flora

FLORA

Sciolta da un molle sonno erami desta  

sul consueto stile

a coronar de' miei tributi il die

ed or, ch'il fato appresta

materia d'onorare l'opere mie

lucidissima scorta al sol, ch'adoro

de' colorati odori

spargerò a voglia tua corone, e fiori;

ma poi, che deve Achille

sparger d'intorno il Simoenta, e 'l Xanto

dalle sparse faville

vedrem ver l'occidente

con fortuna migliore

sorger città potente

di quante n'ebbe mai l'Asia, maggiore

onde sia con tua pace;

altro serto altro monile,

che pe 'l monte di Paride gentile

non tesserà più Flora

sia con tua pace Aurora.

AURORA

Poich'in grembo al futuro

la tua mente penetra,

sento ch'al petto mio

ispira il biondo dio

gl'arcani più reconditi dell'Etra;

se la città famosa

sorger dée per la man del pellegrino

franco; onde in rimembranza

di Paride troiano il gran Parigi

si nomerà nel secolo futuro,

vuole il fato divino,

ch'un principe feroce, e generoso

de' guerrieri Franconi

esca re formidabile, e famoso

e con serie di figli, e di nipoti

regni là fra le palme, e fra gl'allori,

alle cui felici ombre

crescano poi fra i mirti

l'amenità civili, e i lieti amori;

e perché il vel si sgombre

d'ogni occulto successo i sacri spirti

mostrino al mondo intorno

sotto quai forme nove

adorar dovrà il mondo il franco Giove.

FLORA

Felicissimo giorno

in cui non sol d'Achille i fatti egregi

ma di monarchi, e regi

svelarsi al mondo alti successi io veggio;

ma chi può con superni

gareggiar di stupori,

l'industrie de' miei fiori

son vili in paragone

de' tuoi fiori celesti a' bei splendori;

deh tu pria, che te n' passi

sul sentiero di luce al mondo ignoto

delle glorie future a me rivela

ciò, che ne' grandi abissi il fato cela.

 

AURORA

Vedrà dopo il girar di molti lustri  

il mondo ammirator de' fatti egregi

il retaggio immortal de' franchi regi

render le guerre, indi le paci illustri.

De' popoli soggetti il fren leggero

reggerà poi con maestà clemente

dell'esperido re figlia innocente

Anna di quell'età vanto primiero.

Eroe del suol latin gloria superna

al consiglio sarà per fede avvinto,

che sovra i fogli d'un gran duce estinto

volgerà a volia sua la rota eterna.

Nell'infanzia del tenero Luigi

saran le glorie, e le vittorie adulte;

ma in più robusta età forz'è chi esulte

l'oriente in mirar la fiordiligi.

 

AURORA E FLORA

Cresca dunque il regio pegno  

alla gloria immortale,

e fatale

della fede, e del regno.

 

Aurora, Flora ->

Finito il prologo sparve velocemente la scena con diletto universale, ed ugual lode d'artificiosa, e di vaga: ma ne apparve un'altra, che superò (così confessato da tutti) di gran lunga la prima: questa esprimeva il porto della città di Sciro, che a mano destra stendeva le sue lunghe, e fortissime mura lungo la riva d'un fiume, che camminando sotto diversi ponti venia a correre alla destra, dove stavano fra due torri, come in una darsena forti quantità di navigli sulla sboccatura del mare: in faccia per diletto de' signori parigini l'inventore avea così al vivo imitato il ponte novo con l'isola di Nostra Dama, che a ciascheduno parea essere a diporto sulla riva della Senna verso il Lovere, onde perciò fu molto lodato ancorché da qualche critico potesse essere tassato come cosa impropria (a lui però nota) ma per la meraviglia, e singolarità della macchina può concedersi, che volesse trasportarlo in quest'isola per nobilitar le sua scene. Le navi erano fabbricate all'antica con somma diligenza, e gl'edifizii, e torrioni della città alzati di diverse architetture mostravano piuttosto una vera, che finta città: da una parte fra le navi ne uscì una non meno aggiustata dell'altre la quale venne ad abbassare il suo ponte sul lido: portava questa due Ambasciatori greci con moltitudine di Seguaci, che volendo metter piede a terra vennero impediti da un coro d'Isolani armati, che stavano alla guardia del porto, ma interrogati de' nomi, paesi, e affari loro, e ritrovateli amici li concessero lo sbarco, ed al re Licomede li condussero, la nave fu rimessa da' Marinai al suo posto conforme lo stile de' porti: questa gente consisteva in otto Isolani con loro Capo, otto Soldati con gl'Ambasciatori, ed Sei paggi onde in numero di ventiquattro superbamente vestiti con grandissima pompa entrarono nella città: questa scena fu recitata senza musica; ma sì bene che quasi fece scordare la soavità della preceduta armonia.

 Q 

isolani armati, otto isolani, capo degli isolani, otto soldati

<- due ambasciatori greci, seguaci, marinai, sei paggi

otto isolani, capo degli isolani, otto soldati, due ambasciatori greci, sei paggi ->

 

Fine (Prologo)

Prologo Protesi Epitasi Catastrofè
Il consiglio improvviso
 
Il consiglio improvviso
Io non ho benda, o face

Scena di ugual lode d'artificiosa, e di vaga.

Aurora
 

Preceda il carro mio

Aurora
<- Flora

Sciolta da un molle sonno erami desta

Cresca dunque il regio pegno

Aurora, Flora ->

Porto della città di Sciro, che a mano destra stendeva le sue lunghe, e fortissime mura lungo la riva d'un fiume, che camminando sotto diversi ponti venia a correre alla destra, dove stavano fra due torri, come in una darsena forti quantità di navigli sulla sboccatura del mare: l'inventore avea così al vivo imitato il ponte novo con l'isola di Nostra Dama, che parea essere a diporto sulla riva della Senna verso il Lovere; le navi erano fabbricate all'antica con somma diligenza, e gl'edifizii, e torrioni della città alzati di diverse architetture mostravano piuttosto una vera, che finta città.

isolani armati, otto isolani, capo degli isolani, otto soldati
 

(fra le navi ne usce una la quale venne ad abbassare il suo ponte sul lido)

isolani armati, otto isolani, capo degli isolani, otto soldati
<- due ambasciatori greci, seguaci, marinai, sei paggi
isolani armati, seguaci, marinai
otto isolani, capo degli isolani, otto soldati, due ambasciatori greci, sei paggi ->

(questa scena fu recitata senza musica)

 
Scena unica Variante del prologo (1645)
Scena di ugual lode d'artificiosa, e di vaga. Porto della città di Sciro, che a mano destra stendeva le sue lunghe, e fortissime mura lungo la riva d'un...
Protesi Epitasi Catastrofè

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