Prologo

 

Scena unica

Si figura nella tenda la porta, che introduce nella reggia del Diletto.

 Q 

 

DILETTO
(di dentro)

In qual sito, in qual parte  

di sì angusto teatro

il Diletto spiegare

può le pompe dell'arte?

Ov'è la scena? Omai

tempo è d'udir di varie voci il canto,

e attende ognun che si principi intanto.

Aprinsi queste porte,

e comparir si veggia

del Diletto la reggia.

 
(qui s'apre la tenda e si vede la reggia del Diletto)
 
Il Diletto, la Lascivia, che addormentano Imeneo. Giunone che sopravviene in macchina.

<- Diletto, Lascivia, Imeneo

<- Giunone

 

DILETTO

Lieto dio, gradita nume  

chiudi il lume.

Co suoi fiati Zeffiretto

qui tra fiori in verde letto

dolci adagi per te formi.

LASCIVIA E DILETTO

Dormi, dormi.

LASCIVIA

Vaghe stelle addormentate

riposate.

Occhi belli sonnacchiosi

non vi turbino i riposi

tetre larve, ombre deformi.

DILETTO E LASCIVIA

Dormi, dormi.

 

DILETTO

Ei chiuse ha le palpebre.  

LASCIVIA

Togliamoli la face.

DILETTO

Leviamli le catene.

LASCIVIA

Svegliato, che farà.

O da noi partirà

dell'armi sue spogliato, o vo' che giuri,

che questa sua facella

arder deggia in favore

del re Creonte, e Rodope la bella.

GIUNONE

Perfidissimi, indegni

di profanar con destra

sacrilega, e rapace

quel divin nume, e di toccar sua face.

Al suolo deponete

ciò, che rubato avete;

de nodi maritali

a me tocca la cura, e non a voi.

Febbre de sensi, e peste de mortali.

 

Sorta è l'alba, su, su, su  

Imeneo sorgi anche tu.

Apri gli occhi incauto dio,

se prigion restar non vuoi

tra i letargi dell'oblio,

il seren de lumi tuoi

abbastanza chiuso fu,

scuotiti

svegliati

non dormir più.

 

IMENEO

Chi da un sonno soave  

destarmi tenta, e a disturbar mi viene?

La mia face dov'è? Le mie catene?

GIUNONE

Il tutto avrai, se mi prometti o nume

far sì che l'innocente,

e infelice Damira in qualche modo

con Creonte ritorni

moglie gradita al marital suo nodo.

IMENEO

Farò quanto m'imponi

diva immortale ad ubbidirti pronto

da quest'ozio m'involo,

lascio i riposi, e al ciel dispiego il volo.

DILETTO

Povero sonnacchioso,

e dove il volo estendi?

Discendi al suol discendi,

se l'armi tue non hai

belle imprese farai.

IMENEO

Eccomi al suol disceso,

datemi ciò ch'è mio, ch'è di ragione.

LASCIVIA

L'avrai perché a Giunone

ubbidire doviamo:

ma pria da te vogliamo,

che ci prometti nell'egizia corte

dover oggi trovare

a Rodope un gradito, e bel consorte.

IMENEO

Farò ciò, che a voi piace.

DILETTO

Prendi le tue catene.

LASCIVIA

Ecco la face.

IMENEO

Soddisfatti sarete,

parto, e fra poco l'opre mie vedrete.

 

Imeneo ->

DILETTO E LASCIVIA

Del Diletto  

sol ricetto

questo albergo oggi sarà;

tra le coppie innamorate

sorti liete, e avventurate

Imeneo nascer farà.

Del Diletto

sol ricetto

questo albergo oggi sarà.

 

Fine (Prologo)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo

Porta che introduce nella reggia del Diletto.

In qual sito, in qual parte

(qui s'apre la tenda e si vede la reggia del Diletto)

<- Diletto, Lascivia, Imeneo

(Giunone che sopravviene in macchina)

Diletto, Lascivia, Imeneo
<- Giunone
Diletto e Lascivia
Lieto dio, gradita nume

Ei chiuse ha le palpebre

Chi da un sonno soave

Diletto, Lascivia, Giunone
Imeneo ->
Diletto e Lascivia
Del Diletto
 
Scena unica
Porta che introduce nella reggia del Diletto. Campagna di vendemmia. Galleria, che introduce ai gabinetti di Rodope. Piazza di Menfi con il corso delle maschere. Cortile del palazzo reale, sulla di cui prospettiva dipinto si vede l'accidente occorso a Damira nel Nilo. Tumulo eretto in memoria di Damira creduta affogata nel Nilo. Cortile di Erpago pittor di corte. Prigione orrida Cortile di Erpago.
Atto primo Atto secondo Atto terzo

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