Atto terzo

 

Scena prima

Sfera di Marte.
Niobe in apparenza di dèa, Creonte, e corteggio di Deità apparenti.

 Q 

Niobe, Creonte

<- deità

 

CREONTE

Delle celesti soglie  

già calpesti i zaffiri; a te s'inchina

del quinto giro il coro,

ove io divoto i tuoi bei lumi adoro.

NIOBE

In sen d'eterna gioia

vivon miei sensi, e immortalmente unita

al tuo fianco divin gode mia vita.

CREONTE

In dolci nodi avvinti

posiam mia dea, e del tuo amor mi rendi

segni più lieti:

NIOBE

Ahi ch'ognor più m'accendi.

 

Amami, e vederai,  

ch'amor non ha più stral,

vibrolli tutti al seno mio per te.

In quei tuoi vaghi rai

è l'ardor mio mio fatal

né v'è fede, che sia pari a mia fé.

 

 

Ma da qual nube interna  

sento opprimermi 'l cor? Lassa, già langue

in sen lo spirto esangue.

(sviene)

CREONTE

Che fia mio ben? Idolo mio? Mio nume?  

 

Scena seconda

Poliferno, e i suddetti.

<- Poliferno

 

POLIFERNO

Fuggi Creonte, fuggi; armasi il cielo  

contro di noi, già freme

di Tiresia alle preci

adirata Latona; e a nostri danni

per possanza maggiore

volgonsi i nostri inganni.

CREONTE

Misero me che ascolto: e semiviva

lascerò la mia vita?

POLIFERNO

Uop'è che ceda

il tuo amor al destino; il campo tutto

teme, se più vai lungi, esser distrutto.

CREONTE

Ahi ciel.

POLIFERNO

Più non s'indugi.

CREONTE

Oh stelle infide:

il dolore m'uccide.

 

Luci belle, che languite,  

io vi lascio, e vado a morte.

Così voglion mie ferite,

vuol così l'iniqua sorte.

(parte con Poliferno)

Creonte, Poliferno, deità ->

 
 

Scena terza

Sparisce l'apparenza della sfera di Marte, e si vedono solitudini con grotte.
Anfione, e Niobe svenuta sovra un pezzo di rupe.

 Q 

Anfione, Niobe

 

ANFIONE

Qui, dove muto, e solo  

il silenzio passeggia,

dall'aborrita reggia

vengo re sfortunato

in compagnia del duolo,

a esacerbar mio fato:

accogliete i miei pianti, i miei martori

solitudini care, amici orrori.

Ma su guancial di sasso

ninfa qui appar, che dorme.

NIOBE

Ahi respiro.

ANFIONE

Si desta.

NIOBE

Ai dolci amplessi

torna l'alma smarrita.

ANFIONE

È di Niobe la voce.

Ahi, se non erran gl'occhi,

Niobe è costei.

NIOBE

Ma dove son, che veggio?

ANFIONE

Benché in diverse spoglie,

è dessa: io non traveggio.

NIOBE

Dov'è il ciel, dov'è Marte?

ANFIONE

I suoi vaneggiamenti

ascoltar vuò in disparte.

NIOBE

Dive ancelle ove siete?

Mio nume ove sparisti? E chi dal soglio

de' canori adamanti,

in queste mute arene

ha Niobe condannata?

ANFIONE

Mente contaminata.

NIOBE

(vede Anfione)  

Dimmi: ahi che miro? Sposo.

ANFIONE

Ahi schernita regina,

tradita fé, tiranneggiato Amore,

costanza offesa, ed ingannato core.

NIOBE

E che dirò?

ANFIONE

Quanto a me fe' palese

Tiresia l'indovino,

ascolta alma confusa

di regnante delusa:

per gran forza d'incanto,

sotto velo di nume al sen stringesti

il mio Creonte,

ch'ora Tebe assalisce:

così permette il ciel, quando punisce.

NIOBE

Niobe che ascolti? E di cotanto oltraggio

vilipesa, e negletta,

tardi ancor la vendetta?

 

Contro il ciel, che m'ha schernita,  

corro, volo a guerreggiar.

E dal soglio inferocita

voglio i numi fulminar.

Niobe ->

 

Scena quarta

Anfione.

 

 

Nell'Egeo tempestoso  

nave non scosser mai

con impeto più insan gl'austri frementi,

qualor nel mar turbato

di tante passioni

abbattuta è al mio sen l'anima mia,

colpa di stelle, e di fortuna ria.

 

Ho perduta la speranza  

alma mia di più gioir.

Il destin cangiò sembianza,

sol per farmi ognor languir.

Anfione ->

 
 

Scena quinta

Tempio di Latona.
Tiresia, Manto, Tiberino, e Popolo.

 Q 

Tiresia, Manto, Tiberino, popolo

 

TIRESIA

Con eterni legami  

stringendovi le destre,

l'alme, e i cori annodate: oggi divise

non vuol più vostre salme

il ciel, che a me commise

farvi goder di casto amor le calme.

(si dan le destre)

TIBERINO

Son felice.

MANTO

Io contenta.

TIBERINO

Sparì mia doglia.

MANTO

Ogni mia pena è spenta,

TIRESIA

Or meco o Tiberino

le piante affretta; e tu mia figlia intanto

nel culto della dèa

il popolo accompagna; e richiamandolo

le disviate menti

ai voti riverenti,

con suppliche divote, e preci umili,

di Tebe nei perigli

dal ciel prendi i consigli.

(parte)

Tiresia ->

 

TIBERINO

Or ch'è mio quel vago labbro,  

saprai tosto amor cos'è.

Proverai, ch'egli è sol fabbro

di dolcissima mercé.

Tiberino ->

 

Scena sesta

Manto, e Popolo, poi Niobe con numeroso Corteggio, Clearte, e Nerea.

 

MANTO

Foste alfine pietosi  

numi del mio cordoglio: a nostri dèi

offriam amici in sacrificio i cori,

e la gran madre eterna,

con la prole divina ogn'uno adori.

 

<- Niobe, corteggio, Clearte, Nerea

NIOBE

Che si fa? Che si tenta? Empi Tebani  

da quai furori insani

follemente agitati, i falsi dogmi

d'una stolta eseguite?

Così anteporre ardite

immagin vane, e insussistenti oggetti,

ch'han sol di numi il nome,

di Tantalo alla prole? Io quella sono,

che da numi non finti

vanto la discendenza, Atlante, e Giove

sono di Niobe gli avi; olà miei fidi

tosto in più schegge infrante

cadan gl'idoli indegni alle mie piante.

 
I Seguaci di Niobe atterrano gl'idoli di Latona, di Apollo, e di Diana.
 

MANTO

Chiudetevi miei lumi,  

e non v'aprite più;

se pria non fanno i numi

vendetta di lassù.

 

NIOBE

Mi si toglia dagli occhi.  

MANTO

E ancora o cielo i fulmini non scocchi.

(parte)

Manto ->

 

Scena settima

Niobe, Clearte, Nerea, e Corteggio.

 

NIOBE

Senza indugio Clearte  

vanne, e di tanta impresa

godan tosto il trionfo i miei gran figli;

e fra pubblici applausi

de' popoli adoranti

abbian di numi comun voti e i vanti.

CLEARTE

Giuste son le tue glorie

o dell'ismenia gente,

e fra i numi del ciel diva possente

(parte)

Clearte ->

 

Scena ottava

Niobe, Nerea, Corteggio.

 

NIOBE

Vinti sono i celesti; or del mio petto  

precipiti lo sdegno

contro il tessalo infido, e dal profondo

m'inchini Averno, e con Averno il mondo.

 

In mezzo all'armi  

vuò vendicarmi

d'un infedel.

Cangiossi in face

d'odio vorace

d'amor il tel.

Niobe, corteggio, popolo ->

 

Scena nona

Nerea.

 

 

Affé ch'è un brutto intrico, ed è delitto  

farne motto, o parola: il ciel mi guardi

da sì arrabbiati amanti,

che goder vonno a forza ancor d'incanti.

Povere giovinette

a quanti inganni ognor siete soggette.

Ma poi, che nella rete

v'hanno fatto cader, v'è speme alcuna

di trovarne in amore alcun costante?

Ohibò; questa speranza

non è più dell'usanza.

 

Che alla fé di donne amanti  

siano gl'uomini costanti

io giammai no 'l crederò.

Sempre a prova e vedo e sento,

che ciascun ne brama cento

se ben giura ognun di no.

Nerea ->

 
 

Scena decima

Gran piazza di Tebe, concorso di Popolo, Clearte, che sovra gran macchina conduce in trionfo i Figli di Niobe.

 Q 

popolo

<- Clearte, figli di Niobe

 

CLEARTE

Tutta gioia, e tutta riso  

Tebe esulti in questo dì.

Se di numi or fatta reggia,

con il ciel lieta gareggia,

poiché i pregi al ciel rapì.

 
Ad un subitaneo terremoto si vedono cader tutti gli edifici, ed ingombrata da improvvise nubi la scena fra lampi, tuoni, e saette, appariscono dall'alto Latona, Diana, ed Apolline, con loro Deità compagne, in atto di fulminar li Trionfanti, e poi spariscono.

<- Latona, Diana, Apolline, deità

popolo ->

Latona, Diana, Apolline, deità ->

 

CLEARTE

Ma lasso, infin dal centro  

par, che si scuota il mondo?

Scaglia fulmini il cielo,

fra il vivere, e il morire, io mi confondo.

Clearte ->

 

Scena undicesima

Anfione con spada alla mano, e i suddetti atterrati dai fulmini.

<- Anfione

 

ANFIONE

Fin dove m'inseguite  

furie fulminatrici? I dardi ardenti

sì sì crude avventate, io serbo ancora

contro delle vostr'ire il cor costante,

ma che scorgo? Ahi spavento.

E che miro? Ahi tormento.

Incenerita al suolo

l'amata prole? Ahi duolo.

Chi mi sostiene? Io perdo i sensi. Ahi figli,

figli miei spenti: o cieli

troppo ver me crudeli.

Ma s'ognor nuovi scempi

inventate a' miei danni,

non mai stanchi tiranni,

per saziarvi un dì numi spietati,

sgorghin dal proprio seno

vasti rivi di sangue; a un disperato

vita è l'ultimo fato.

(si uccide)

 

Scena dodicesima

Niobe, e i suddetti.

<- Niobe

 

NIOBE

Fermati.  

ANFIONE

Niobe.

NIOBE

Egli svenossi.

ANFIONE

Io moro.

 

Spira già nel proprio sangue    

l'alma pallida, e tremante.

Numi rei trofeo già esangue

di vostr'ire ecco un regnante.

S

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NIOBE

Crudo ciel.  

ANFIONE

Treman...

NIOBE

Empio fato.

ANFIONE

An...

NIOBE

Inopportuno arrivo  

egli muor, ed io vivo?

Oh dell'ismenio soglio

glorie precipitate; alteri figli

estinti è il nostro nume.

Ma che veggio? E non sono

questi i figli anco uccisi?

Non è questa la prole, e non son queste

d'atro pallor dipinte

delle viscere mie viscere estinte?

Vista crudel: accorri, accorri, vieni

teban regnante, e le regali salme

togli all'indegna parca: ahi che trafitto

privo d'alma, e di vita in terra stassi

chi diè vita alle pietre, anima ai sassi.

Sposo chi mi ti ruba?

Figli chi a me vi toglie. E a chi di voi

offrirò pria da inessicabil vena

lacrimoso tributo? Afflitti lumi,

se pur pianger potete,

solo il mio duol piangete:

giacciono al suo recise

tutte le mie speranze.

Ma negandomi i pianti immenso affanno,

cinta l'alma di nube orrida, e tetra,

già mi rende di pietra.

 

Funeste immagini  

già mi tormentano;

stigie voragini

già mi spaventano:

vinta alfin dall'empia sorte

figli, sposo, io son di morte.

 

Scena tredicesima

A lieto suono di trombe, e timpani, Creonte, Poliferno, Tiresia, Manto, Tiberino, Soldati, e Popolo.

<- Creonte, Poliferno, Tiresia, Manto, Tiberino, soldati, popolo

 

CREONTE

Doma è già Tebe, e le superbe mura,  

già fulminate dal celeste trono,

se col canto s'alzar, cadder col tuono.

POLIFERNO

Ecco Anfione estinto.

TIBERINO

Ecco i figli atterrati.

MANTO

Ecco Niobe impietrita.

CREONTE

Sventurato regnante.

Giovanetti infelici.

Miserabil regina.

TIRESIA

Così contro degli empi il ciel destina.

CREONTE

Mi si togliano al guardo; a violenza

rattengo il pianto, ahi Niobe.

TIRESIA

Or che gli dèi

del gran soglio tebano

ti concesser l'impero,

lasciar convien Creonte

gl'amorosi deliri.

CREONTE

Pur d'uopo è ch'io sospiri:

ma con più saggio core

vuò che de' miei delitti

porti tosto la pena

chi ne fu autor: in bando

vadane Poliferno.

POLIFERNO

Io?

CREONTE

Sì.

POLIFERNO

Fia dunque

questo alla fede mia premio dovuto?

CREONTE

Mercé con degna ad uom soggetto a Pluto.

POLIFERNO

Come?

CREONTE

Fuggi, sparisci, ancor persisti?

POLIFERNO

Empio ciel mi tradisti.

Poliferno ->

 

Scena quattordicesima

Creonte, Tiresia, Manto, Tiberino, e poi Nerea.

 

CREONTE

Or voi felici amanti  

lieti godete.

TIBERINO

Alle latine sponde

meco verrai mia speme.

 

<- Nerea

MANTO

Ti seguirò dove tu vuoi mio bene.

Pietà signor pietade

di Nerea l'infelice.

CREONTE

Chi sei tu?

NEREA

Son di Niobe io la nutrice.

CREONTE

Vivrai lieta, e sicura.

NEREA

Affé son mezza morta di paura.

 

CREONTE

Di palme, e d'allori  

si cinga 'l mio crin.

E applausi canori

si dian al destin.

 

Creonte, Tiresia, Manto, Tiberino, figli di Niobe, popolo ->

Segue ballo di Soldati festeggianti
 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Sfera di Marte.

Niobe, Creonte
 

(Niobe in apparenza di dèa)

Niobe, Creonte
<- deità

Delle celesti soglie

Ma da qual nube interna

(Niobe sviene)

Che fia mio ben? Idolo mio? Mio nume?

Niobe, Creonte, deità
<- Poliferno

Fuggi Creonte, fuggi; armasi il cielo

Niobe
Creonte, Poliferno, deità ->

Solitudini con grotte.

Anfione, Niobe
 

(Niobe svenuta)

Qui, dove muto, e solo

(Niobe si desta)

Dimmi: ahi che miro? Sposo

Anfione
Niobe ->

Nell'Egeo tempestoso

Anfione ->

Tempio di Latona.

Tiresia, Manto, Tiberino, popolo
 

Con eterni legami

Manto, Tiberino, popolo
Tiresia ->
Manto, popolo
Tiberino ->

Foste alfine pietosi

Manto, popolo
<- Niobe, corteggio, Clearte, Nerea

Che si fa? Che si tenta? Empi Tebani

(i seguaci di Niobe atterrano gl'idoli di Latona, di Apollo, e di Diana)

Mi si toglia dagli occhi

popolo, Niobe, corteggio, Clearte, Nerea
Manto ->

Senza indugio Clearte

popolo, Niobe, corteggio, Nerea
Clearte ->

Vinti sono i celesti; or del mio petto

Nerea
Niobe, corteggio, popolo ->

Affé ch'è un brutto intrico, ed è delitto

Nerea ->

Gran piazza di Tebe.

popolo
 

(Clearte che sovra gran macchina conduce in trionfo i figli di Niobe)

popolo
<- Clearte, figli di Niobe

(Ad un subitaneo terremoto si vedono cader tutti gli edifici, ed ingombrata da improvvise nubi la scena fra lampi, tuoni, e saette)

popolo, Clearte, figli di Niobe
<- Latona, Diana, Apolline, deità
Clearte, figli di Niobe, Latona, Diana, Apolline, deità
popolo ->
Clearte, figli di Niobe
Latona, Diana, Apolline, deità ->

Ma lasso, infin dal centro

figli di Niobe
Clearte ->
figli di Niobe
<- Anfione

Fin dove m'inseguite

(Anfione si svena)

figli di Niobe, Anfione
<- Niobe

Fermati / Niobe

Crudo ciel / Treman

(Anfione muore)

Inopportuno arrivo

(Niobe impietrita)

(lieto suono di trombe, e timpani)

figli di Niobe, Anfione, Niobe
<- Creonte, Poliferno, Tiresia, Manto, Tiberino, soldati, popolo

Doma è già Tebe, e le superbe mura

figli di Niobe, Anfione, Niobe, Creonte, Tiresia, Manto, Tiberino, soldati, popolo
Poliferno ->

Or voi felici amanti

figli di Niobe, Anfione, Niobe, Creonte, Tiresia, Manto, Tiberino, soldati, popolo
<- Nerea

Anfione, Niobe, soldati, Nerea
Creonte, Tiresia, Manto, Tiberino, figli di Niobe, popolo ->

(ballo di soldati festeggianti)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima
Regale con trono. Boscaglia. Regio museo, che ostenta la reggia dell'Armonia. Campagna spaziosa con vista di Tebe sfornita di muraglie. Anfiteatro con grande globo nel mezzo, e picciol seggio regale da parte. Comparisce la prima scena oscurata. Colline con fonte. Camere regie. Pianura ingombrata da capanne di pastori. Sfera di Marte. Solitudini con grotte. Tempio di Latona. Gran piazza di Tebe.
Atto primo Atto secondo

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