Atto secondo

 

Scena prima

In casa di Menico. Spaziosa stanza al primo piano ove suole abitualmente trattenersi la famiglia dignanese.
Nel fondo due porte. Quella di sinistra, avente sul sopraporta un piccolo altare con una Madonna di gesso dipinto, mette alla stanza di Marussa; l'altra a destra mette alla scala per la quale si scende alle stanze inferiori.
Fra le due porte un camino a larga cappa ornata di una cortina di mussola bianca; sulla cornice vi sono diverse stoviglie di terracotta.
Alla catena che pende dal camino sta appesa una caldaia. In mezzo alla stanza una tavola, e sedie rustiche; alla parete sinistra un canapè di paglia; a destra due finestre che guardano sulla strada.
Fra le due finestre una panca di legno con due secchi di rame.
La parete sopra la panca è addobbata di piatti e utensili di rame. Alla parete di sinistra due quadri. Dal soffitto pendono in gran numero pannocchie di granoturco legate a mazzi.
La porta della cameretta di Marussa è aperta - e si vede dentro Menico che fruga nel canterano della figlia aprendo e chiudendo cassetti. - Biagio è in scena presso la porta di destra guardando alla scala.

 Q 

Menico, Biagio

 

MENICO

(di dentro, indispettito)  

E nulla!

BIAGIO

Ancora nulla?...

Possibile non è! Cercate ancora!

MENICO

(apre e rinchiude altri cassetti)

No ~ nulla trovo, affé!

BIAGIO

Benedetta fanciulla!...

Certo è un oggetto d'or!...

Cercate nello stipo, fra i gioielli

della fu vostra moglie!

MENICO

(esce dalla camera di Marussa con uno stipo che depone sulla tavola)

Varcare quelle soglie

lo posso, ma guardare

in questo stipo, no! ~

Cercate voi, però

se vi piace cercare!

(superstizioso)

Mia moglie è morta, ed era assai bisbetica;

io del mondo di là nulla ne so,

ma più con lei non voglio avere a fare!

BIAGIO

Io l'aprirò! ~ E sarà stato Biagio

che avrà dato marito a vostra figlia!

Giudizio e adagio!

(chiude a chiave la porta che dà sulla scala; apre lo stipo)

Ora guardar potete!

(Menico fa un gesto di paura e si allontana superstizioso dallo stipo)

 

Bene, sedete là sul canapè

gli occhi rivolti a me!

Se per caso vedete

oggetti ignoti, tosto m'avvertite;

che se un ne passerà

allor tossite;

il dono di Lorenzo quel sarà.

(Menico siede e Biagio estrae ad uno ad uno dallo stipo diversi oggetti d'argento e d'oro - ma Menico crolla sempre il capo)

 

Ancora nulla?

MENICO

Nulla ancor!

(Biagio alla fine fa vedere che lo stipo è vuoto)

MENICO

Però vi manca un cuoricino d'or.

BIAGIO

Sì? ~ Quello è il dono di Marussa! È certo!

(rimette gli oggetti nello stipo che Menico riporta in camera di Marussa)

MENICO

(torna, e rinchiusa la porta della camera di Marussa:)

Siete sicuro voi

dei doni e giuramenti?

BIAGIO

Vi dissi: «L'altro dì

trovai Lorenzo ed era lieto assai;

ond'io sorpreso allor lo stuzzicai...

ed egli prese a dir così:

- Quel vecchio infame e avaro»...

MENICO

Avanti!

BIAGIO

(continuando impassibile)

...«senza cuore»...

MENICO

Avanti, dico!

BIAGIO

...«superbo, prepotente e inganna-prossimo».

Così di voi diceva.

MENICO

Avanti! Avanti

BIAGIO

...«ci vuole far morir di crepacuore

come morì sua moglie? Ah, no! Lo sfido

e me ne rido!

Io tengo un talismano

e un altro ne ha Marussa

che eterna il nostro amore. ~

Sebben non ci vediamo

pur d'amarci sentiamo...

e noi ci amiamo!» ~

E rise e sogghignando se n'andò. ~

Ed io ho pensato al talismano!... Sento

che il talisman è un don con giuramento

perché giurar sovra un dono a Dignano

si chiama "talismano". ~

Or subito opinai che, se troviamo

il dono di Lorenzo e il rimandiamo,

questi il suo don tosto rimanderà!...

Voi mi capite?

È cosa scaltra assai

né déesi saper mai.

E il don trovato, la vostra figliuola

si sposerà Nicola! ~

Ora vediamo dove può celare

una fanciulla un don d'amore!...

(riflette)

MENICO

Temo che noi...

BIAGIO

(seccato, interrompendolo)

Lasciatemi pensare!

(riflettendo)

Ha picciolo volume

cosa che vuolsi ascosa.

E s'è cosa d'amore

sovente sta sul cuore.

Era ai miei dì più pratico costume!

Erano sguardi, e si donavan baci!

Eran senza volume

i bei doni d'allor!

(sospira)

Anello? Lo si vede! Tremoli? Fazzoletto?

Collana? Spilla? No!

Ah, davvero non so

e invano abbiam frugato ogni cassetto!

Figlie, che da natura

ogni astuzia imparate,

dove, dove celate

i doni dell'amor?

Ah, certo li tenete

là dove a un solo amante

vien dato di cercar!

(si guarda intorno, ma ad un tratto la Madonna che sta sopra la porta attira la sua attenzione.)

MENICO

(seduto, riflette a sua volta)

Ecco un povero padre a che è ridotto!

Essere vilipeso in casa e fuori!

Disobbedito! Offeso! E non c'è motto

che gli sia risparmiato, né dolor! ~

Questo perché? Perché ho un po' di denaro.

Per questo avvien che il primo scioperato,

che derubarmi vuol, mi chiami avaro,

e la mia figlia m'abbia innamorato!

(animandosi)

Difendo la mia roba? ~ Vecchio infame!

Domando controdote? ~ Prepotente,

inganna-prossimo!... Perché un faniente

cavarsi vuole in casa mia la fame!

O figlie, o figlie, o sesso benedetto,

sesso bizzarro che a scopo d'amore

al maschio porteresti insieme al cuore

tutta la casa... e la cantina e il letto!

BIAGIO

To', una Madonna!

(afferra una sedia e la avvicina alla porta dove sta l'altare)

MENICO

Che fate, Biagio?

BIAGIO

Ecco un'idea!... Penso!...

Fanciulla innamorata

è fanciulla che crede!

L'amor come la fede

è una cosa del cuore.

E se ella è sventurata

doppiamente essa crede.

Sol spera nella fede

un infelice amore!

Se ugual ancora e ognor così

fu il mondo ~ il dono è qui!

(sale sopra la sedia e fruga fra i candelieri e i fiori)

MENICO

Biagio, è un peccato!

BIAGIO

Mi confesserò!

(Biagio prima di toccar la statuetta, si fa il segno di croce - poi, presala, la volta e la rivolta. Un oggetto cade a terra)

MENICO

(raccogliendolo)

Un orecchino d'uomo!

BIAGIO

(trionfante, ricolloca a suo posto la statuetta)

È il dono di Lorenzo!

MENICO

E or?

BIAGIO

Ritornarlo a nome di...

MENICO

Marussa?...

BIAGIO

E con Lorenzo poi io faccio il resto!

Ora convien trovar chi porti e parli!

(nel passar avanti alla finestra guarda fuori a caso e vedendo fuori passare la Luze a un tratto grida:)

Eccola!

MENICO

Chi?

BIAGIO

Quella fanciulla slava!

Quella che vende asparagi del Prostimo!...

Qui state, e mentre sto

parlando, a caso se a voi mi rivolgo,

voi dite, sì! Che due piccioni colgo!

Intanto voi cortesia fingete...

la figlia accarezzate...

e il burbero non fate!...

MENICO

Ho inteso!...

BIAGIO

E me ne vo!

(corre via)

Biagio ->

 

Scena seconda

 

MENICO

Diavolo d'uom!... Scaltro e... pericoloso.  

Sì, con Marussa, è vero,

io fui sempre impetuoso!

Or se essa perde l'affezione

e se disobbedisce ha un po' ragione! ~

Sarò cortese e lusinghiero!...

È strano! In questo matrimonio

d'assai s'ingentilisce il mio carattere!

(si mette alla finestra e guarda)

Eccolo!... Biagio parla e quella ascolta!...

Ecco or risponde!... Ah! Biagio, ecco, si volta!

(accenna reiteratamente col capo di sì e grida)

Sì! Sì! ~ Essa prende il dono e poi s'avvia!

 

Scena terza

Entra Marussa con una cesta di filo dipanato sulla testa, ma, appena posatala, si accorge di suo padre.

<- Marussa

 

MARUSSA

Voi padre?  

MENICO

(grida con affetto caricato)

Amata figlia! Anima mia!

(Non so che dir.) Figliola...

MARUSSA

Parlate, padre! Dite! Che volete?

MENICO

Tu sei la mia consolazione sola!...

Sei buona ed io m'accoro

per quel che sai!...

Pur, credi a me!... E vedrai!...

Vorrei dire una cosa!...

Che se sicuro fossi...

MARUSSA

Ebbene?

MENICO

Di darti in sposa

ad un che ti vuol bene,

foss'egli non so chi... sa dio

che...

MARUSSA

(commossa, corre a suo padre e lo abbraccia)

O padre mio!

 

Scena quarta

<- Biagio

 

BIAGIO

Si può? Si può?  

MENICO

(simulando sorpresa)

To', è Biagio!

BIAGIO

(rapidamente gli mostra un involtino)

Ho il cuoricin! Lasciateci! Ho portato...

(Tutto andò ben!) ...campioni di semente

e giù c'è bara Toni ad aspettare!

MENICO

Ah, finalmente!...

(e corre via)

Menico ->

 

BIAGIO
(con mistero)

V'ho da parlare.  

MARUSSA

Con me?

BIAGIO

Con voi!

MARUSSA

Parlate!

BIAGIO

Incominciare

come... non so!

MARUSSA

Perché?

BIAGIO

Perché quando s'è buoni,

ah! certe commissioni

al cuore fanno male!

MARUSSA

Suvvia, parlate!

Così voi m'impaurite!

Così non mi tenete!

Che c'è? Che c'é? ~ Deh, dite!

BIAGIO

Ma pria, Marussa, andate

e quell'uscio chiudete!

(Marussa va e chiude l'uscio)

BIAGIO

Io son mandato!

MARUSSA

(con gran grido di gioia)

È Lorenzo! È Lorenzo! Che vi invia!

Dite, è Lorenzo?...

BIAGIO

(fingendo imbarazzo)

Sì!

MARUSSA

Perché dite quel «sì» ~ così?...

BIAGIO

Marussa, figlia mia,

l'uom è un insiem di carne senza cuor!

MARUSSA

(colpita)

Voi mi portate dunque una sventura?

BIAGIO

Vi reco... un dono.

(le dà l'involto)

MARUSSA

(con un grido di dolore e stupore)

Il cuoricino d'or!

BIAGIO

Povera creatura!...

Amor d'uomo non dura!...

MARUSSA

(sempre gli occhi fissi sul suo cuoricino d'oro)

Non m'ama più!

BIAGIO

(continuando)

...siffatta è la natura

falsa dell'uom che ancor se dice il vero...

MARUSSA

Non m'ama più!

BIAGIO

(come sopra)

...è sempre menzognero!

Saperne io non volea...

MARUSSA

Non m'ama più!

BIAGIO

(come sopra)

...ed egli mi dicea:

«Vi dico è buona azione,

ché suo padre non vuole!... Or sfidar dio?»

MARUSSA

O mio Lorenzo!

BIAGIO

(come sopra)

...«Questa relazione

non può durar, ond'io

mi sciolgo!» ~

(con intenzione)

Ma... altra cagione

sotto però ci vedo!...

Altra ragione, credo!...

MARUSSA
(colpita)

Un'altra egli ama? Dite!... Un altro amore?

BIAGIO

Ah, gli uomini son falsi e senza cuore!

(Marussa scoppia in pianto e si lascia cader sopra una seggiola)

BIAGIO

No, così non piangete!

MARUSSA

Piangere

deh, mi lasciate!

Che scorrano le lagrime!

Ch'io pianga sempre! Sempre! Sempre! Sempre!

BIAGIO

(È un brutto imbroglio questo!

Se la cosa si saprà,

dirò che è stato Menico,

e crederanno! È Menico, si sa,

un uomo avaro, duro e disonesto! ~

D'altra parte Nicola è un buon ragazzo...

e dall'altra quell'altro è pazzo

ed ha le mani pronte...

(fa il gesto di chi adopera il coltello)

e non vorrei!...

Ma a Luze un po' di colpa dar potrei!

Io mi commuovo intanto

che mi fa male il pianto!

Ah, questo è il guaio vil dell'esistenza,

l'avere a dialogar colla coscienza!) ~

 

MARUSSA
(pensierosa)

(ricorda colla voce piena di lagrime quella sera quando Lorenzo per chiamarla alla finestra passava sotto alla casa sua cantando, la sera che fu con lui sorpresa da suo padre)  

Se passo e non saluto,

lo faccio per la gente

e me ne vo discreto e muto

e fo l'amor secretamente.

...Il cuore m'hai rubato!

E cantava! E passava! ~ Ed io l'udivo!

Ed io correvo a aprir la gelosia!

Era il segnal! ~ Scendevo nella via!

Marussa bella mi vuoi far morire...

Un'ora d'ansia è tutta una stagione,

ché mi divora la passione

pe' tuoi begli occhi, e si sa! La prudenza

non può farla tener all'impazienza

del mio destino

che t'ha fatta venir sul mio cammino!

E poscia?... E poscia:

benedetta bocca!

Cara! Adorata!

Allor fu ch'io giurai... Ei m'ha baciata!...

Sì! Poscia m'ha baciata sulla bocca.

(Marussa prorompe in un lungo schianto affannoso di pianto)

 

BIAGIO

(si avvicina imbarazzato dalla piega che prende il colloquio suo con Marussa, alla porta e senza farsi scorgere vi bussa adagio)

(Sarebbe l'ora che venisse Menico!)

 

MARUSSA

(mostrando il cuoricino d'oro a Biagio)  

Vedete, Biagio?... Aveva

con questo dono l'anima

di Marussa e l'amor!

L'anima mia teneva

entro al sottile e fragile

guscio del dono d'or!

Qui v'era la mia vita,

la speme e, dico, l'anima!

Sì, mi sarei dannata,

anche, per lui! Finita

è l'esistenza or dunque!

L'amor m'ha abbandonata!

Lorenzo m'ha lasciata!

 

BIAGIO
(commosso)

Ah, voi mi fate piangere!  

MARUSSA

(con impeto)

Ma bada, Lorenzo, iddio

punire ti saprà!

Sì, per queste mie lagrime

iddio ti punirà!

 

Scena quinta

Menico entra improvvisamente.

<- Menico

 

MENICO

Marussa piange! Chi l'ha fatta piangere?  

BIAGIO

(Ero certo! Spiava! Padre amoroso!)

MARUSSA

O babbo, queste lagrime

le piango sol per colpa mia!... Ma, padre,

Marussa vostra ora non piange più!

(risoluta si asciuga gli occhi)

Son finite le lagrime!

Vi ricordate, babbo, quel disgusto?...

Quella tal sera?... Chiedo

perdono... e pronta ad obbedirvi sono!

M'avete detto: «Sposerai Nicola!?»

Ebben sia: ...Nicola sposerò!

MENICO

O mia Marussa!

BIAGIO

Brava! Brava! Brava!

Voi siete veramente di Dignano!

MENICO

E ve' presentimento!... È giù Nicola!

BIAGIO

(subito si dà a chiamare urlando:)

O Nicola, Nicola, su salite!

MARUSSA

No, sentite...

MENICO

(alla scala)

Nicola!

NICOLA
(di dentro)

Salgo?

MENICO E BIAGIO

Sì!

MARUSSA

Vado a bagnarmi gli occhi.

Non voglio ch'egli vegga queste lagrime!

(corre e si chiude nella sua camera)

Marussa ->

 

MENICO
(a Biagio)

O come?...  

BIAGIO

Dirò poi!

Or presto! Andate a prendere due amiche

di vostra figlia.

MENICO

Vado!

(corre via mentre entra Nicola)

 

Menico ->

<- Nicola

NICOLA

Son qua!  

BIAGIO

E voi

andate presto a prendere i colleghi!

NICOLA

(appoggiandosi al tavolo per la grande commozione)

O ciel!... Dunque Marussa?...

BIAGIO

Sì!

NICOLA

M'accetta?

BIAGIO

Sì. ~ Or tosto la promessa!

NICOLA

(senza muoversi)

Vo!...

BIAGIO

E tacete!...

Movetevi!

NICOLA

E Marussa?

BIAGIO

È là! ~ Ma andate!

NICOLA

(invece di incamminarsi si rivolge alla porta della camera di Marussa e grida:)

Marussa, v'è un altar...

BIAGIO

(cercando di farlo tacere)

A che gridate?...

NICOLA

...de la vostra stanzetta al limitare,

io...

BIAGIO

Siete pazzo?

NICOLA

...giuro...

BIAGIO

Basta, andate!

NICOLA

...per la pietà che aveste del mio amore!

(a Menico che entra in quella aiuta Biagio a spingere fuori Nicola)

 

<- Menico

BIAGIO

Andate!

MENICO

Andate!

BIAGIO

Andate!

MENICO E BIAGIO

Andate, presto!

(Biagio e Menico spingono fuori Nicola)

Nicola ->

 

Scena sesta

 

MENICO
(sottovoce a Biagio)

Non c'è che dir; siete un grand'uomo!  

BIAGIO

Presto,

de le cantine vostre il vin migliore!

MENICO

Curioso son!...

BIAGIO
(rapidamente, ma sottovoce)

Seguii Luze e la vidi

dare a Lorenzo l'orecchin d'or;

allor io subentrai e tanto seppi

che come un pazzo... Son qua le colleghe!

(entrano due ragazze)

<- due ragazze

MENICO

(va loro incontro con buon viso e - cosa strana, incredibile, per le due ragazze - anche con buone maniere)  

Ah, grazie, e buona sera!...

(e le fa entrare in camera di Marussa)

due ragazze, Menico ->

 
(Biagio intanto accende i lumi sul camino, sulla tavola, e le candele di un piccolo lampadario ed anche una lucerna a petrolio, mentre Menico esce e torna con bottiglie di vino e piatti di crostoli e ciambelle)

<- Menico

MENICO

(disponendo le bottiglie)  

Vin di rosa!

Terrano! Qui il refosco... Poi vin bianco

e vin struccato!...

(Biagio va e viene con bicchieri e piatti)

BIAGIO

Tutto è preparato!

 
(Nicola entra seguìto da due suoi amici)

<- Nicola, due amici

NICOLA

(entrando)  

Che colpo pe 'l paese!

BIAGIO

(contrariato da quella notizia)

Avete detto!?...

NICOLA

No, l'hanno indovinato!

BIAGIO

Ah, innamorati

nemici del silenzio!... (Ed or Lorenzo?...)

(crolla le spalle)

MENICO

(picchia alla porta di Marussa)

Marussa, è qui Nicola!

 

Scena settima

Esce Marussa colle Colleghe.

<- Marussa, due ragazze

 

I DUE COLLEGHI
(a Marussa)

Marussa, buona sera.  

LE DUE COLLEGHE
(a Nicola)

Nicola, buona sera.

MENICO

Sedete!

BIAGIO

Giù, alla buona!

MENICO
(a Biagio)

E voi pure sedete!

Qui gli sposi! ~ Ed or bevete!

(Biagio stappa le bottiglie e Menico versa)
 
(bevuto il primo bicchiere Biagio lo riempie un'altra volta e sollevandolo si alza)

BIAGIO

(sta un po' pensieroso cercando la rima, poi:)

Alla salute bevo dell'amore

e ne bevo un bicchier di tutto cuore!

(gran cozzo di bicchieri ed: evviva Marussa)

NICOLA

(si leva alla sua volta col bicchiere)

Dico bevendo questa poesia:

agli occhi belli di Marussa mia!

MENICO

(sottovoce a Marussa porgendole il bicchiere)

A te Marussa, via!

MARUSSA

Non so che dire!...

BIAGIO

(si leva da sedere, e in punta di piedi va a collocarsi dietro a Marussa)

Voi ditegli così: (io suggerisco).

Hai camminato Roma, Franza e Spagna

non hai trovato spada che te taia;

ora al coltel che ti feriva il core

bevi, Nicola bel, bevi al mio amore!...

MARUSSA

(alzandosi, con un fil di voce)

Non so che dir!... Manca la fantasia!...

Bevo e ringrazio! ~ Ecco la poesia!

(grandi evviva e gran cozzo di bicchieri ancora)
 

BIAGIO

Ed ora alle dimande!  

I QUATTRO COLLEGHI

Alle dimande!

NICOLA

(in piedi a Menico)

Qui son venuto colla compagnia

per chiedere Marussa bella a sposa.

Volete farla mia?

E se la fate mia

Marussa bella diverrà mia sposa

presente la galante compagnia.

BIAGIO
(entusiasmato)

Benissimo! Ben detto! Detto bene!

(e beve un gran bicchiere)

MENICO

(si leva)

(cerca schioccando le dita le rime - beve e ribeve - tossisce - Hum! Hum!... e finalmente balbetta stiracchiando le parole:)

Difficoltà non ho

e, stipulati i patti,

io non dico di no!

(poi impaperandosi)

Anzi questa è davvero un'allegria!

Non fate complimenti e ancor bevete!

Si fa ben altro per la compagnia!...

MARUSSA

(si leva e guardando il coricino poi dice risoluta)

Presente qui la compagnia

dico a Nicola che mi chiede a sposa:

sì, quel che vuole, sia!

Marussa qui diviene la sua sposa

presente qui la compagnia.

(ma appena essa ha detto l'ultima parola e la sua mano si è stretta con quella di Nicola, dalla strada, sotto le finestre, si ode:)

LORENZO

(cantare, come usano i dignanesi, delle bottonate contro Marussa)  

Il cor ferito m'hai con cento spade

e i sassi ho tutto intorno insanguinato;

io porto la mia croce per le strade,

tutti sanno che m'hai assassinato.

 

NICOLA

Che è questo?  

MARUSSA

(Ohimè, è Lorenzo!)

MENICO E BIAGIO
(a Nicola)

(cercando di distrarlo)

Via, beviamo!...

LORENZO

Ah, maledetta la stagione e il giorno

e il punto che mi sono innamorato! ~

NICOLA

(si alza)

Risponder voglio a queste bottonate!...

BIAGIO

(L'affare si fa brutto, brutto assai!)

MENICO

(costringe Nicola a sedere)

Lasciatelo gridare

quante vuol bottonate!...

Quando udite ragliare

un somaro, che fate?

LORENZO

Ah, maledetto quando andavo intorno

a tue mura modesto e consolato!

E di' a suo padre vile che ti vende

che già su lui l'ira del ciel discende!

MENICO

(fuori di sé dall'ira)

A me!

MARUSSA

(Sei tu che m'hai assassinato!)

MENICO

O vagabondo, ozioso!... Ora t'aggiusto!

(leva di tasca una manata di soldi, e barcollando pe 'l vino bevuto, va alla finestra e la getta a Lorenzo e chiude con tanta forza la finestra che i vetri si spezzano)

LORENZO

Sii maledetto, uomo senza fede,

anima vil che a Cristo più non crede...

MENICO

A me del senza fede? Ah, scellerato!

(prende un bastone e si precipita fuori - con lui escono confusamente e rabbiosamente Nicola e i due colleghi)

Menico, Nicola, due amici ->

 

MARUSSA

Ah, padre, per pietà! Deh, lo fermate!  

(e si affaccia come pazza alla finestra urlando fra le grida tumultuose della via)

Ah, fuggi, ti scongiuro, o mio Lorenzo!

Ah, fuggi, la tua vita cara salva!

No!... No, crudeli! Fuggi! Fuggi! Fuggi!

 
(fuori alte suonano le voci di tutti e Marussa cade senza sentimento fra le braccia delle amiche)
 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Spaziosa stanza al primo piano; nel fondo due porte; quella di sinistra, avente sul sopraporta un piccolo altare con una Madonna di gesso dipinto; l'altra a destra mette alla scala per la quale si scende alle stanze inferiori; fra le due porte un camino a larga cappa ornata di una cortina di mussola bianca; sulla cornice vi sono diverse stoviglie di terracotta; alla catena che pende dal camino sta appesa una caldaia; in mezzo alla stanza una tavola, e sedie rustiche; alla parete sinistra un canapè di paglia; a destra due finestre che guardano sulla strada; fra le due finestre una panca di legno con due secchi di rame; la parete sopra la panca è addobbata di piatti e utensili di rame; alla parete di sinistra due quadri; dal soffitto pendono in gran numero pannocchie di granoturco legate a mazzi.

Menico, Biagio
 

E nulla! / Ancora nulla?

Menico
Biagio ->

Diavolo d'uom! Scaltro e pericoloso

Menico
<- Marussa

Voi padre? / Amata figlia! Anima mia!

Menico, Marussa
<- Biagio

Si può? Si può?

Marussa, Biagio
Menico ->

V'ho da parlare

Ah, voi mi fate piangere!

Marussa, Biagio
<- Menico

Marussa piange! Chi l'ha fatta piangere?

Biagio, Menico
Marussa ->

O come? / Dirò poi!

Biagio
Menico ->
Biagio
<- Nicola

Son qua! / E voi andate presto

Biagio, Nicola
<- Menico

Biagio, Menico
Nicola ->

Non c'è che dir; siete un grand'uomo!

Biagio, Menico
<- due ragazze

Ah, grazie, e buona sera!

Biagio
due ragazze, Menico ->
Biagio
<- Menico

Vin di rosa!

Biagio, Menico
<- Nicola, due amici

Che colpo pe 'l paese!

Biagio, Menico, Nicola, due amici
<- Marussa, due ragazze

(gran cozzo di bicchieri ed evviva)

 

(gran cozzo di bicchieri ed evviva)

Ed ora alle dimande!

Che è questo?

 
 

 

Biagio, Marussa, due ragazze
Menico, Nicola, due amici ->

Ah, padre, per pietà! Deh, lo fermate!

(fuori alte suonano le voci di tutti e Marussa cade senza sentimento)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima
A Dignano: un crocicchio di viuzze entro a case di modesta apparenza, alcune con... Spaziosa stanza al primo piano; nel fondo due porte; quella di sinistra, avente sul sopraporta... La camera di Marussa; due entrate, una al fondo e si suppone metta alla stanza nella quale si è svolto...
Atto primo Atto terzo

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