Atto terzo

 

Scena prima

La scena rappresenta una stanza da letto.
Emilia, Desdemona in semplicissime vesti abbandonata su di una sedia, ed immersa nel più fiero dolore.

Bozzetti

 Q 

Emilia, Desdemona

 
[N. 10a - Scena e Canzone del Gondoliere]

 N 

(Desdemona a quel canto si scuote)

DESDEMONA

Ah!  

EMILIA

Dagli affanni oppressa

parmi fuor di sé stessa.

Che mai farò?... chi mi consiglia? oh cielo!...

Perché tanto ti mostri a noi severo?

DESDEMONA

(Ah no; di rivederlo io più non spero!)

EMILIA

(facendosi coraggio, ed avvicinandosi a lei)

Rincorati, m'ascolta... in me tu versa

tutto il tuo duol. Nell'amistà soltanto

puoi ritrovare alcun conforto. Ah! parla...

DESDEMONA

Che mai dirti poss'io?...

Ti parli il mio dolore, il pianto mio.

EMILIA

Quanto mi fai pietà!... Ma almen procura,

da saggia che tu sei,

di dar tregua per poco alle tue pene.

DESDEMONA

Che dici?... che mai pensi?... In odio al cielo,

al mio padre, a me stessa... in duro esilio

condannato per sempre il caro sposo...

Come trovar poss'io tregua, o riposo?

 
Sentesi da lungi il Gondoliere, che scioglie all'aura un dolce canto.
Canzone del Gondoliere

Nessun maggior dolore  

che ricordarsi del tempo felice

nella miseria.

(Dante)

 

DESDEMONA

(a quel canto si scuote)

Oh come infino al cuore  

giungon quei dolci accenti!

(alzasi, e con trasporto si avvicina alla finestra)

Chi sei che così canti?... Ah tu rammenti

lo stato mio crudele!

EMILIA

È il Gondoliero, che cantando inganna

il cammin sulla placida laguna

pensando a' figli, mentre il ciel s'imbruna.

DESDEMONA

Oh lui felice! ah! se potessi anch'io

sperar... vana lusinga!... a inutil pianto

sol mi serbasti ingiusto amor!...

EMILIA

Che veggio!

S'accresce il suo dolor...

DESDEMONA

Isaura!... Isaura!

EMILIA

Essa l'amica appella,

che all'Africa involata, sé vicina

qui crebbe, e qui morio...

DESDEMONA

Infelice tu fosti

al par di me. Ma or tu riposi in pace.

EMILIA

O quanto è ver, che ratti a un core oppresso

si riuniscono gli affanni!

DESDEMONA

O tu del mio dolor dolce instrumento!

Caro pegno d'Amor, che sol m'avanzi,

io te riprendo ancora;

e unisco al mesto canto

i sospiri d'Isaura, ed il mio pianto.

 
[N. 10b - Canzone del salice e Preghiera]

 N 

Assisa a' piè d'un salice,    

immersa nel dolore

gemea trafitta Isaura

dal più crudele amore:

l'aura tra i rami flebile

ne ripeteva il suon.

I ruscelletti limpidi

a' caldi suoi sospiri,

il mormorio mesceano

de' lor diversi giri:

l'aura fra i rami flebile

ne ripeteva il suon.

Salce, d'amor delizia!

Ombra pietosa appresta,

(di mie sciagure immemore)

all'urna mia funesta;

né più ripeta l'aura

de' miei lamenti il suon.

S

Sfondo schermo () ()

 

 

Che dissi!... Ah m'ingannai!... Non è del canto  

questo il lugubre fine. M'ascolta... oh dio!

(un colpo di vento spezza alcuni vetri della finestra)

 

Qual mai strepito è questo!...

Qual presagio funesto!

EMILIA

Non paventar; rimira:

impetuoso vento è quel, che spira.

DESDEMONA

Io credeva che alcuno... oh come il cielo

s'unisce a' miei lamenti!...

Ascolta il fin de' dolorosi accenti.

 

 

Ma stanca alfin di spargere

mesti sospiri, e pianto,

morì l'afflitta vergine

ahi! di quel salce accanto.

 

 

Morì... che duol! l'ingrato...  

poté... ma il pianto oh dio!

proseguir non mi fa. Parti, ricevi

da' labbri dell'amica il bacio estremo.

EMILIA

Oh che dici!... Ubbidisco... oh come io tremo!

 

Emilia ->

 

Scena seconda

Desdemona nel massimo dolore dirige al cielo la seguente preghiera.

 
Preghiera

DESDEMONA

Deh calma, o ciel, nel sonno  

per poco le mie pene,

fa', che l'amato bene

mi venga a consolar.

Se poi son vani i prieghi,

di mia breve urna in seno

venga di pianto almeno

il cenere a bagnar.

(ella cala la tendina e si getta sul letto)

 

Scena terza

Otello s'introduce nella stanza di Desdemona per una segreta porta, tenendo in mano una accesa fiaccola, ed un pugnale.

<- Otello

 
[N. 10c - Sortita Otello]

 N 

OTELLO

Eccomi giunto inosservato, e solo  

nella stanza fatal... Jago involommi

al mio vicin periglio. Egli i miei passi

dirigere qui seppe.

(ei rimane per un momento attonito, indi attento guarda in giro)

Il silenzio m'addita,

ch'ella di mia partenza omai sicura

sogna il rivale, e più di me non cura.

(riguardando verso la tendina del letto)

Quanto t'inganni, egli or al suol trafitto...

Che dissi!... ah sol tu colpi al mio delitto!

(pian piano si avvicina al letto, ed apre le tendine nel massimo tumulto del cuore)

Che miro! ahimè!... quegli occhi abbenché chiusi,

pur mi parlano al cor! Quel volto, in cui

natura impresse i più bei pregi sui,

mi colpisce, m'arresta.

(confuso s'allontana dal letto)

Ma se mio più non è... perché serbarlo?

Struggasi... ~

(avvicinandosi di nuovo a lei)

E chi mai puote

riprodurne l'egual!

(indi si allontana da lei pieno di perplessità)

È sua la colpa,

se il mio temuto aspetto

l'allontana da me? Perché un sembiante,

barbaro ciel, non darmi in cui scolpito

si vedesse il mio cor?... Forse... ch'allora...

Che dico!... E il tradimento

non merta il mio rigor? Mora l'indegna!

(avvicinandosi di nuovo al letto)

Ahi! trema il braccio ancor! crudele indugio!

(rimirando la face)

Eccone la cagion... Tolgasi...

(Spegne la face gittandola a terra.)

Oh notte

che mi siedi sul ciglio, eternamente

colle tenebre tue copri l'orrore

di questo infausto giorno.

DESDEMONA

(in sonno)

Amato ben.

OTELLO

Che sento!... A chi quel nome?

Sogna, o è pur desta?

(un lampo che passa a traverso della finestra gli mostra ch'ella dorme)

Ah! che tra' lampi il cielo

a me più chiaro il suo delitto addita,

e a compir la vendetta il ciel m'invita.

 
(un forte tuono si ascolta. Desdemona si desta, e tra frequenti lampi riconosce Otello)
 

 

Iniqua!  

DESDEMONA

Ahimè!... che veggo!...

Come mai qui giungesti?...

Come tu puoi?... ma no... contenta io t'offro

inerme il petto mio,

se più quell'alma tua pietà non sente...

OTELLO

La tradisti, o crudel!

DESDEMONA

Sono innocente.

OTELLO

Ed osi ancor, spergiura!...

Più frenarmi non so. Rabbia, dispetto

mi trafiggono a gara!

DESDEMONA

Ah padre! ah che mai feci!

È sol colpa la mia di averti amato.

Uccidimi, se vuoi, perfido, ingrato!

 
[N. 10d - Duetto]

 N 

 

Non arrestare il colpo...    

Vibralo a questo core,

sfoga il tuo reo furore,

intrepida morrò.

S

Sfondo schermo () ()

OTELLO

Ma sappi pria che mori,

per tuo maggior tormento

che già il tuo bene è spento,

che Jago il trucidò.

DESDEMONA

Jago! che ascolto!... oh dio!

Barbaro! che facesti?

Fidarti a lui potesti?

A un vile traditor?

OTELLO

Vile!... ah sì, ben comprendo

perché così ti adiri;

ma inutili i sospiri

or partono dal cor.

(i lampi continuano)

DESDEMONA

Ah crudel!

OTELLO

Oh rabbia! io fremo!

DESDEMONA

Ah! qual giorno!

OTELLO

Il giorno estremo...

DESDEMONA

Che mai dici?

OTELLO

A te sarà.

OTELLO

(Ah! quel volto, a mio dispetto,

di furor disarma il petto,

in me desta la pietà.)

Insieme

DESDEMONA

(Per lui sento ancor nel petto,

benché ingiusto, un dolce affetto,

per lui sento ancor pietà.)

(comincia il temporale)

OTELLO

Notte per me funesta!

Fiera crudel tempesta!

Accresci co' tuoi fulmini,

col tuo fragore orribile

accresci il mio furor!

Insieme

DESDEMONA

Notte per me funesta!

Fiera crudel tempesta!

Tu accresci in me co' fulmini,

col tuo fragore orribile

i palpiti, e l'orror.

(il temporale cresce, i tuoni si succedono con gran fragore)

DESDEMONA

Oh ciel! se me punisci

è giusto il tuo rigor.

(i tuoni cessano, ma i lampi continuano)

OTELLO

Tu d'insultarmi ardisci!

Ed io m'arresto ancor?

DESDEMONA

Uccidimi... ti affretta,

saziati alfin crudel!

OTELLO

Si compia la vendetta.

(la prende, la spinge sul letto, e nell'impugnare il ferro Desdemona sviene. Egli vibra il colpo)

DESDEMONA

Ahimè...

OTELLO

Mori infedel!

(si allontana dal letto nel massimo disordine, e spavento, cerca di occultare il suo delitto, e l'oggetto del suo dolore con tirare le tendine del letto)

 
[N. 10e - Finale III]

 N 

(dopo un breve silenzio)

 

Che sento!... Chi batte?...  

LUCIO
(da fuori)

Otello!

OTELLO

Qual voce!...

Occultati, atroce

rimorso nel cor!

 

Scena quarta

Lucio e detto.

<- Lucio

 

OTELLO

Rodrigo?  

LUCIO

Egli è salvo.

OTELLO

E Jago?

LUCIO

Perisce.

OTELLO

Ah chi lo punisce?

LUCIO

Il cielo, l'amor.

OTELLO

Che dici?... e tu credi?...

LUCIO

Ei stesso le trame,

le perfide brame

sorpreso svelò.

OTELLO

Che ascolto!...

LUCIO

Ah, già tutti

deh mira contenti...

OTELLO

A tanti tormenti

resister non so!

 

Scena ultima

Doge, Elmiro e Rodrigo con Séguito, e detti.

<- Doge, Elmiro, Rodrigo, seguito

 

DOGE

Per me la tua colpa  

perdona il senato.

ELMIRO

Già riedo placato

qual padre al tuo sen.

RODRIGO

Il perfido Jago

cangiò nel mio petto

lo sdegno in affetto...

ti cedo il tuo ben.

OTELLO

Che pena!...

CORO

Che gioia!

DOGE E RODRIGO

Accogli nel core

il pubblico amore,

la nostra amistà.

ELMIRO

La man di figlia...

OTELLO

La man di tua figlia!...

(con sorpresa)

Sì... unirmi a lei deggio...

Rimira...

(scopre la tendina)

ELMIRO

Che veggio!...

OTELLO

Punito m'avrà...

(si uccide)

TUTTI

Ah!...

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Stanza da letto.

Emilia, Desdemona
 

[N. 10a - Scena e Canzone del Gondoliere]

Ah! / Dagli affanni oppressa

Oh come infino al cuore

[N. 10b - Canzone del salice e Preghiera]

Che dissi! Ah m'ingannai!

(un colpo di vento spezza alcuni vetri della finestra)

 

Morì... che duol! l'ingrato

Desdemona
Emilia ->

(Desdemona si addormenta)

Desdemona
<- Otello

[N. 10c - Sortita Otello]

Eccomi giunto inosservato

(un forte tuono si ascolta; Desdemona si desta; frequenti lampi)

Iniqua! / Ahimè! che veggo!

[N. 10d - Duetto]

Desdemona e Otello
Non arrestare il colpo

(comincia il temporale)

 

(Desdemona sviene; Otello vibra il colpo mortale con un pugnale)

 

[N. 10e - Finale III]

(breve silenzio)

Otello e Lucio (da fuori)
Che sento! Chi batte?
Desdemona, Otello
<- Lucio
Desdemona, Otello, Lucio
<- Doge, Elmiro, Rodrigo, seguito

(Otello si uccide)

 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena ultima
Sala del senato, in fondo della quale fra alcuni archi vedesi il lido; navi in distanza. Stanza nel palazzo di Elmiro. Pubblica sala magnificamente adorna. Stanza di Elmiro. Giardino nella casa di Otello. Stanza da letto.
[Ouverture] [N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Cavatina] [N. 3 - Duetto] [N. 4 - Scena e Duettino] [N. 5 - Coro e Finale I] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Scena e Duetto] [N. 8 - Terzetto] [N. 9 - Aria e Finale II] [N. 10a - Scena e Canzone del Gondoliere] [N. 10b - Canzone del salice e Preghiera] [N. 10c - Sortita Otello] [N. 10d - Duetto] [N. 10e - Finale III]
Atto primo Atto secondo

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