Serenissima altezza

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L'ossequii del mio cuore, umiliato all'immensità del merito dell'a. v. ser., le grazie de' suoi virtuosi fatte per felicitare l'armonie di questo dramma, e il beato motivo d'una nascente speranza di veder glorificata la mia penna con qualche comando di a. v. ser. sono le riverenti lusinghe, che affidano il mio ardire di coronar questi fogli con lo splendore infinito del di lei augustissimo nome. Si degni, che mentre giungono queste carte alle sue mani, si prostri il mio ossequio più divoto a' suoi piedi, e conceda, che l'ombre delle debolezze del mio ingegno restino coperte sotto i fulgori, che il nome immortale dell'a. v. ser. imprimerà su la fronte di questo dramma.

Compatisca l'ardire con quella benignità ch'in essa ammirandosi, confonde le memorie de' secoli, e insegna nuove meraviglie allo stupore; e si degni donarmi per un raggio delle sue grazie il titolo di suo servo, che non meno a' suoi piedi, che su queste carte imprimo; sublimando la mia fortuna alla gloria di potermi pubblicare all'universo.

Di v. a. ser.

Umil. divot. e rev. serv.

Nicolò Minato

Di Venezia lì 15 gennaio 1667

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