Argomento

Di quello che si ha dall'istoria.

Elio Seiano posto alla corte di Tiberio imperatore di Roma incontrò sì felice fortuna, che prima fatto capitano de' pretoriani, fu poi arricchito dall'imperatore d'innumerevoli favori. Concorsero tra gli altri due casi felici per Seiano ad accrescergli la grazia di Tiberio: l'uno, che salvò la di lui statua nell'incendio del monte Celio, avendola intatta fatta ritirar dalle fiamme; l'altro che sedendo Tiberio sotto certo volto di grotta, o loggia, rovinando questo sopra Tiberio, vi si sottopose Seiano, e lo sostenne fin che fuggì senza offesa. Finalmente fatto vecchio Tiberio volendo partirsi di Roma lasciò in suo luogo nell'imperio Seiano. Questi però aveva sempre nutriti pessimi costumi sotto speciosa apparenza. Nel suo cuore avevano di continuo tenuto gran posto i pensieri d'arrivare all'impero: quindi fece morir d'occulto veleno Druso, ch'era marito di Livia, per facilitarsi e la strada al dominio, e la consecuzione degli amori di essa. Perseguitò Agrippina figlia di Vipsanio Agrippa, e Germanico di lei marito, a segno che questi morì di veleno, e se bene operato da Pisone, forse però non innocente di quella morte Seiano: Ita Cornelius Tacitus.

Di quello che si finge.

Sopra quest'istoria, abbandonando i funesti successi del veleno di Druso seguìto molt'anni prima, e allontanandosi da quello di Germanico, nel colmo della felicità di Seiano, non lasciando la proprietà istorica, nella qualità de' sentimenti di ciascun personaggio, per intreccio del dramma si fingono li seguenti verisimili.

Che da Tiberio fosse stata destinata a Seiano per sposa Agrippina: e che, trovandosi questa nell'Armenia dove Vipsanio suo genitore comandava alle romane milizie, fosse stato mandato Germanico per levarla. Che poi arrivando vicino a Roma egli precorra con gl'avvisi, perché sia comandato l'incontro; ma che, lodandola molto Germanico, se ne ingelosisca Seiano, e ricusi d'accettarla, mosso anco a ciò dall'amore ch'a Livia fatta vedova di Druso egli portava: e indi ne divenga persecutore.

Che Livia non sapesse, che il marito Druso fosse caduto per opera di Seiano: piacendo all'autore occultar alla memoria ch'ella fosse conscia, anzi per indegna causa, compartecipe del delitto.

Che G. Cesare fratello d'Agrippina vivesse in Roma tenendo occulti i suoi natali per comando paterno, che fin da le fasce l'aveva finto smarrito per tenerlo celato a motivo d'auguri e oracoli d'Apollo. E che questo sia invaghito di Livia, la quale inclinando a Seiano, ricusi di corrispondere a Cesare.

In questo stato di cose si forma il dramma, nominato La prosperità di Seiano.

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