Lettore

Eccomi a supplicarti ancora del tuo benigno compatimento alle mie debolezze. Già col Xerse, con l'Artemisia, l'Antioco, lo Scipione, il Muzio, il Seleuco, e il Pompeo, credo, che ti sii reso avvezzo a tollerarmi, mentre vedo la cortesissima continuazione delle tue grazie; le quali mi fanno sempre più bramare di servirti, professando io di farlo per ossequio, e per tributo di riverenza a' tuoi favori. A questo dramma, nominato La prosperità di Seiano, doveva la sera immediatamente seguente vedersi l'altro intitolato La caduta di Seiano, ma per non ritardarti il godimento de gl'insigni virtuosi che v'intervengono, e il diletto della musica del signor Antonio Sartorio maestro di cappella del serenissimo di Bransvich, il quale ti farà stupire con l'armonia delle sue note, s'è voluto prevenire con questa, per farti poi in brevi giorni sentire anco l'altra composizione. So che le voci fato, destino, dèi, e simili saranno da te ricevute nel solito sentimento della favolosa antichità: essendoti noto, che per la cattolica fede sono pronto a spargere il sangue, come per servire al tuo diletto spargo gl'inchiostri. Compatisci: e vivi felice.

Serenissima altezza Lettore Argomento
Atto primo Atto secondo Atto terzo

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