Atto primo

 
[N. 1 - Ouverture]

 N 

 

Scena prima

Gran tempio dedicato al sole con ara e simulacro del medesimo.
Cosroe, Siroe e Medarse.

 Q 

Cosroe, Siroe, Medarse

 
[N. 2 - Sinfonia]

 N 

 
Recitativo

COSROE

Figli, di voi non meno  

che del regno io son padre; io deggio a voi

la tenerezza mia ma deggio al regno

un successore in cui

riconosca la Persia un degno erede.

La mia scelta fra voi gli animi accenda.

Ecco l'ara, ecco il nume,

giuri ciascun di tolerarla in pace.

SIROE

(Che giuri il labro mio!

Ah no.)

MEDARSE

Pronto ubbidisco. (Il re son io.)

 
[N. 3 - Arioso]

 N 

«A te nume fecondo  

cui tutti deve i pregi suoi natura

s'offre Medarse e giura

porgere al nuovo rege il primo omaggio.»

 
Recitativo

COSROE

Amato figlio. Al nume  

Siroe t'accosta e dal minor germano

ubbidienza impara.

SIROE

E vuoi ch'io giuri?

Questa ingiusta dubbiezza

abbastanza m'offende.

Tu sai di quante spoglie

Siroe finora i tuoi trionfi accrebbe.

COSROE

So ancor di più. Fin del nemico Asbite

so ch'Emira la figlia

amasti a mio dispetto e mi rammento

che sospirar ti vidi

nel dì ch'io tolsi a lui la vita e 'l regno.

SIROE

Appaga pure appaga

quel cieco amor che a me ti rende ingiusto.

Chi sa? Vegliano i numi

in aiuto agli oppressi. Egli è secondo

d'anni e di merti e ci conosce il mondo.

COSROE

Infino a le minacce

temerario t'inoltri? Io voglio...

MEDARSE

Ah padre

non ti sdegnare.

COSROE

No, per sua pena

voglio che in questo dì suo re t'adori,

voglio oppresso il suo fasto e veder voglio

qual mondo s'armi a sollevarlo al soglio.

 
[N. 4 - Aria]

 N 

Se il mio paterno amore  

sdegna il tuo cuore altero,

più giudice severo

che padre a te sarò.

E l'empia fellonia

che forse volgi in mente

prima che adulta sia

nascente opprimerò.

(parte)

Cosroe ->

 

Scena seconda

Siroe e Medarse.

 
[N. 5 - Recitativo accompagnato]

 N 

SIROE

E puoi senza arrossirti  

fissar Medarse in sul mio volto i lumi?

MEDARSE

Olà così favella

Siroe al suo re? Ben sai...

SIROE

Troppo presto t'avanzi

a parlar da monarca. In su la fronte

la corona paterna ancor non hai.

 

Scena terza

Emira in abito da uomo col nome d'Idaspe e detti.

<- Emira

 
Recitativo

EMIRA

Perché di tanto sdegno  

principi vi accendete?

MEDARSE
(ad Emira)

Quant'odio in seno accolga

vedilo al volto acceso, al guardo bieco.

EMIRA
(a Medarse)

Parti, non l'irritar, lasciami seco.

MEDARSE

Deh tu lo placa Idaspe:

digli che adoro in lui il mio sovrano.

EMIRA

Vanne.

MEDARSE

(Il trionfo mio non è lontano.)

(parte)

Medarse ->

 

Scena quarta

Emira e Siroe.

 

SIROE

Bella Emira adorata.  

EMIRA

Taci, non mi scoprir, chiamami Idaspe.

SIROE

Nessun ci ascolta e solo

a me nota qui sei.

EMIRA

Siroe che fa? Riposa

stupido e lento in un letargo indegno

e allor che perde un regno

quasi inerme fanciullo armi non trova.

SIROE

Che posso far?

EMIRA

Che puoi?

Tutto potresti. A tuo favor di sdegno

arde il popol fedele; un colpo solo...

SIROE

Che mi chiedi mia vita?

EMIRA

Un colpo io chiedo

necessario per noi. Sai quale io sia.

SIROE

Lo so. L'idolo mio,

l'indica principessa Emira sei.

EMIRA

Ma quella io sono a cui da Cosroe istesso

Asbite il genitor fu già svenato.

Ma son quella infelice

che sotto ignoto ciel priva del regno

erro lontan da le paterne soglie

per desio di vendetta in queste spoglie.

SIROE

Oh dio per opra mia

nella regia t'avanzi e giungi a tanto

che di Cosroe il favor tutto possiedi.

EMIRA

Ama Idaspe il tiranno e non Emira.

Pensa, se tua mi brami,

ch'io voglio la sua morte.

SIROE

Ed io potrei

da Emira esser accolto

immondo di quel sangue

e coll'orror d'un parricidio in volto?

EMIRA

Senti, se il tuo mi nieghi

è già pronto altro braccio. In questo giorno

compir l'opra si deve; e sono io stessa

premio de la vendetta.

SIROE

E sì gran pena

merta l'ardir d'averti amata?

EMIRA

Assai

m'è palese il tuo cor, no che non m'ami.

SIROE

Non t'amo!

EMIRA

Ecco Laodice, ella che gode

l'amor tuo lo dirà.

SIROE

Soffro costei

sol per Cosroe che l'ama, in lei lusingo

un possente nemico.

 

Scena quinta

Laodice e detti.

<- Laodice

 

EMIRA

Alfin giungesti  

a consolar Laodice un fido amante.

LAODICE

L'afferma Idaspe,

il crederò.

EMIRA

Ti dirà Siroe il resto.

SIROE

(Che nuovo stil di tormentarmi è questo!)

LAODICE
(a Siroe)

E potrei lusingarmi

che s'abbassi ad amarmi

prence illustre il tuo cor?

EMIRA

Per te sicuro

è l'amor suo.

SIROE
(piano ad Emira)

Per lei?

EMIRA
(piano a Siroe)

Taci spergiuro.

LAODICE

E rende amor sì poco

il suo labro loquace?

EMIRA

Sai che un fido amatore avvampa e tace.

LAODICE

Idaspe e pur mi resta

un gran timor ch'ei non m'inganni.

EMIRA

Affatto

condannar non ardisco il tuo sospetto.

Mai nel fidarsi altrui

non si teme abbastanza, il so per prova.

Rara in amor la fedeltà si trova.

 
[N. 6 - Aria]

 N 

D'ogni amator la fede  

è sempre mal sicura.

Piange, promette e giura,

chiede, poi cangia amore,

facile a dir che muore,

facile ad ingannar.

E pur non ha rossore

chi un dolce affetto oblia,

come il tradir non sia

gran colpa nell'amar.

(parte)

Emira ->

 

Scena sesta

Siroe e Laodice.

 
Recitativo

LAODICE

Siroe non parli? Or di che temi? Idaspe  

più presente non è, spiega il tuo foco.

SIROE

Scorda un amor ch'è tuo periglio e mio.

Se Cosroe che t'adora

giunge a scoprir...

LAODICE

Non paventar di lui,

nulla saprà.

SIROE

Ma Idaspe...

LAODICE

Idaspe è fido

e approva il nostro amore.

SIROE

Non è sempre d'accordo il labro e il core.

LAODICE

No no.

SIROE

Dunque m'ascolta.

Ardo per altra fiamma, io son fedele

a più vezzosi rai,

non t'amerò, non t'amo e non t'amai.

 
[N. 7 - Aria]

 N 

Se il labro amor ti giura,  

se mostra il ciglio amor,

il labro è mentitor,

t'inganna il ciglio.

Un altro cor procura,

scordati pur di me

e sia la tua mercé

questo consiglio.

(parte)

Siroe ->

 

Scena settima

Arasse e detta.

<- Arasse

 
Recitativo

ARASSE

Di te germana in traccia  

sollecito ne vengo.

LAODICE

Ed opportuno

giungi a me. Bramai di favellarti.

ARASSE

Cosroe di sdegno acceso

vuol Medarse sul trono:

svolgi se puoi lo sdegno

ed in Siroe un eroe conserva al regno.

LAODICE

Siroe un eroe! T'inganni; ha un'alma in seno

stoltamente feroce, un cor superbo

che solo è di sé stesso

insano ammirator, ch'altri non cura

e che tutto in tributo

il mondo al suo valor crede dovuto.

ARASSE

Che insolita favella! E credi...

LAODICE

E credo

necessaria per noi la sua rovina.

ARASSE

Condannerà ciascuno

il tuo genio volubile e leggiero.

LAODICE

Costanza è spesso il variar pensiero.

 
[N. 8 - Aria]

 N 

O placido il mare  

lusinghi la sponda

o porti con l'onda

terrore e spavento

è colpa del vento,

sua colpa non è.

S'io vo con la sorte

cangiando sembianza,

virtù l'incostanza

diventa per me.

 
(partono)

Laodice, Arasse ->

 
 

Scena ottava

Camera interna di Cosroe con tavolino e sedia.
Siroe con foglio.

 Q 

Siroe

 
Recitativo

SIROE

Da l'insidie d'Emira  

si tolga il genitor. Con questo foglio

di mentiti caratteri vergato

si palesi il periglio,

ma si celi l'autor. Se il primo io taccio

tradisco il padre. E se il secondo io svelo

sacrifico il mio ben. Così...

(posa il foglio)

Ma parmi

che il re s'inoltri a questa volta. Oh numi

da voi difesa sia

Emira, il padre e l'innocenza mia.

 

Scena nona

Cosroe, Siroe in disparte e poi Laodice.

<- Cosroe

 

COSROE

Che da un superbo figlio  

prenda leggi il mio cor!

 

<- Laodice

 

(vedendo Laodice)

E quale o cara  

insolita ventura a me ti guida?

LAODICE

Un tuo figlio procura

di sedurre il mio amor, perch'io ricuso

di renderlo contento

minaccia il viver mio.

SIROE

(Numi, che sento!)

COSROE

De l'amato Medarse

esser colpa non può. Siroe è l'audace.

LAODICE

Purtroppo è ver. Ma sola

contro un figlio real che far poss'io?

SIROE

(Tutto il mondo congiura a danno mio.)

COSROE

Anche in amor costui

rivale ho da soffrir! Indegno figlio!

(siede; e s'avvede del foglio, lo prende e legge da sé)

LAODICE

(Stupido ei legge e impallidisce!)

COSROE

Oh numi.

(s'alza)

LAODICE

Che ti affligge o signor?

 

Scena decima

Medarse e detti.

<- Medarse

 

MEDARSE

Padre io ti miro  

cangiato in volto.

COSROE

Ah senti

caro Medarse e inorridisci.

MEDARSE

(Un foglio!)

LAODICE

(Che mai sarà!)

Recitativo secco

COSROE
(legge)

«Cosroe, chi credi amico

insidia la tua vita. In questo giorno

il colpo ha da cader. Temi in ciascuno

il traditor. Morrai, se i tuoi più cari

de la presenza tua tutti non privi.

Chi ti avvisa è fedel, credilo e vivi.»

Recitativo

LAODICE

Gelo d'orrore!

COSROE

E qual pietà crudele

è il salvarmi così? Da mano ignota

mi vien l'avviso e mi si tace il reo.

MEDARSE

Quando giunge all'estremo il tuo cordoglio

non ho cor di tacerlo. È mio quel foglio.

SIROE

(Ah mentitor.)

COSROE

L'empio conosci e ancora

l'ascondi a l'ira mia?

MEDARSE

(s'inginocchia)

Padre adorato, ah non voler nel sangue

di questo reo contaminar la mano.

Chi t'insidia è tuo figlio, è mio germano.

SIROE

(Che tormento è tacer.)

COSROE

Sorgi.

(lo leva da terra)

A Medarse

chi l'arcano scoprì?

MEDARSE

Fu Siroe istesso.

LAODICE

(Chi 'l crederebbe!)

MEDARSE

Ei mi volea compagno

al crudel parricidio; invan m'opposi,

la tua morte giurò, perciò Medarse

in quel foglio scoprì l'empio desio.

 

SIROE

(si scopre)

Medarse è un traditor. Quel foglio è mio!  

MEDARSE

(Oh ciel!)

LAODICE

(Che veggio mai.)

COSROE

Siroe nascoso

ne le mie stanze!

MEDARSE

Il suo delitto è certo.

SIROE

Ei mente, a te mi trasse

il desio di salvarti; un core ardito

ti desidera estinto e sei tradito.

 

Scena undicesima

Emira sotto nome d'Idaspe e detti.

<- Emira

 

EMIRA

Chi tradisce il mio re? Per sua difesa  

ecco il braccio, ecco l'armi.

SIROE

Solo Idaspe mancava a tormentarmi.

COSROE

(dà il foglio ad Emira, quale lo legge da sé)

Vedi amico a qual pena

mi serba il ciel.

LAODICE

(Che inaspettati eventi!)

EMIRA

(rende il foglio a Cosroe)

Donde l'avviso? È noto il reo?

MEDARSE

Medarse

tutto svelò.

SIROE

Il germano

t'inganna Idaspe, io palesai l'arcano.

COSROE

Dunque perché non scopri

l'insidiator?

SIROE

Dirti di più non deggio.

EMIRA

Perfido, e in questa guisa

di mentita virtù copri il tuo fallo?

COSROE

Così m'insidi il trono?

SIROE

Difendermi non posso e reo non sono.

MEDARSE

E non è reo chi niega

al padre un giuramento?

LAODICE

Non è reo l'ardimento

del tuo foco amoroso?

COSROE

Non è reo chi nascoso

io stesso ho qui veduto?

EMIRA

Non è reo chi ha potuto

recar quel foglio e si sgomenta e tace

quando seco io ragiono.

SIROE

Tutti reo mi volete e reo non sono.

 
[N. 9 - Aria]

 N 

La sorte mia tiranna  

farmi di più non può.

M'accusa e mi condanna

un'empia ed un germano,

l'amico e il genitor.

Ogni soccorso è vano,

che più sperar non so.

Perché fedel son io

questo è il delitto mio,

questo diventa error.

(parte)

Siroe ->

 

Scena dodicesima

Cosroe, Emira, Medarse e Laodice.

 
Recitativo

COSROE

Olà s'osservi il prence.  

EMIRA

A la tua cura io veglierò fedele.

COSROE

Scuopri l'indegna trama

ed in Cosroe difendi un re che t'ama.

(parte)

Cosroe ->

 

MEDARSE

Avresti mai creduto  

in Siroe un traditor?

LAODICE

Tanto infedele

lo prevedesti e temerario tanto?

EMIRA

E qual viltade è questa

d'insultar chi non v'ode?

MEDARSE

Che pietà!

LAODICE

Che difesa!

MEDARSE

E tu finora

non l'insultasti?

LAODICE

Or qual cagion ti muove

a sdegnarti con noi!

EMIRA

A me lice insultarlo e non a voi.

 
[N. 10 - Aria]

 N 

Vedeste mai sul prato  

cader la pioggia estiva?

Talor la rosa avviva

a la viola appresso;

figlio del prato istesso

è l'uno e l'altro fiore

ed è l'istesso umore

che germogliar gli fa.

Il cor non è cangiato

se accusa o se difende.

Una cagion m'accende

di sdegno e di pietà.

(parte)

Emira ->

 

Scena tredicesima

Laodice e Medarse.

 
Recitativo

LAODICE

Gran mistero in que' detti Idaspe asconde.  

MEDARSE

Semplice e tu lo credi? A te dovrebbe

esser nota la corte. È di chi gode

del principe il favor questo il costume:

di non esser altrui già mai sincero,

adombrando co' detti il suo pensiero.

 
[N. 11 - Aria]

 N 

Chi è più fedele  

ritrova pene,

perché la spene

ognor si turba,

né sa di che.

Tale il nocchiero

che ben non vede,

vela che riede

teme che venga

contro di sé.

(parte)

Medarse ->

 

Scena quattordicesima

Laodice.

 
Recitativo

 

Non credo che sian finti  

d'Idaspe i sensi. È ver ch'io non gli intendo,

ma vo, quando l'ascolto,

cangiando al par di lui voglia e pensiero

né so più quel che temo o quel che spero.

 
[N. 12 - Aria]

 N 

Or mi perdo di speranza,  

or la speme torna in vita:

spera, o core, avrai pietà.

Sì mi dice la costanza,

ch'al mio petto è sì gradita,

ma non so se cangerà.

(parte)

Laodice ->

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

[N. 1 - Ouverture]

Gran tempio dedicato al sole con ara e simulacro del medesimo.

Cosroe, Siroe, Medarse
 

[N. 2 - Sinfonia]

Figli, di voi non meno

[N. 3 - Arioso]

Amato figlio. Al nume

[N. 4 - Aria]

Siroe, Medarse
Cosroe ->

[N. 5 - Recitativo accompagnato]

E puoi senza arrossirti

Siroe, Medarse
<- Emira

(Emira in abito da uomo col nome d'Idaspe)

Perché di tanto sdegno

Siroe, Emira
Medarse ->

Bella Emira adorata

Siroe, Emira
<- Laodice

Alfin giungesti a consolar

[N. 6 - Aria]

Siroe, Laodice
Emira ->

Siroe non parli? Or di che temi?

[N. 7 - Aria]

Laodice
Siroe ->
Laodice
<- Arasse

Di te germana in traccia

[N. 8 - Aria]

Laodice, Arasse ->

Camera interna di Cosroe con tavolino e sedia.

Siroe
 

Da l'insidie d'Emira

(Siroe in disparte)

Siroe
<- Cosroe

Che da un superbo figlio

Siroe, Cosroe
<- Laodice

E quale o cara

Siroe, Cosroe, Laodice
<- Medarse

Padre io ti miro cangiato in volto

(Siroe si rivela)

Medarse è un traditor. Quel foglio è mio!

Siroe, Cosroe, Laodice, Medarse
<- Emira

(Emira sotto nome d'Idaspe)

Chi tradisce il mio re?

[N. 9 - Aria]

Cosroe, Laodice, Medarse, Emira
Siroe ->

Olà s'osservi il prence

Laodice, Medarse, Emira
Cosroe ->

Avresti mai creduto

[N. 10 - Aria]

Laodice, Medarse
Emira ->

Gran mistero in que' detti Idaspe asconde

[N. 11 - Aria]

Laodice
Medarse ->

Non credo che sian finti

[N. 12 - Aria]

Laodice ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima
Gran tempio dedicato al sole con ara e simulacro del medesimo. Camera interna di Cosroe con tavolino e sedia. Parco reale. Appartamenti terreni corrispondenti a' giardini con sedie. Cortile. Luogo angusto e racchiuso nel castello destinato per carcere a Siroe. Gran piazza di Seleucia.
[N. 1 - Ouverture] [N. 2 - Sinfonia] [N. 3 - Arioso] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Recitativo accompagnato] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Aria] [N. 8 - Aria] [N. 9 - Aria] [N. 10 - Aria] [N. 11 - Aria] [N. 12 - Aria] [N. 13 - Arioso] [N. 14 - Aria] [N. 15 - Aria] [N. 16 - Aria] [N. 17 - Aria] [N. 18 - Aria] [N. 19 - Aria] [N. 20 - Aria] [N. 21 - Aria] [N. 22 - Sinfonia impetuosa] [N. 23 - Aria] [N. 24 - Aria] [N. 25 - Aria] [N. 26 - Arioso] [N. 27 - Aria] [N. 28 - Aria] [N. 29 - Aria] [N. 30 - Aria] [N. 31 - Aria] [N. 32 - Coro]
Atto secondo Atto terzo

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