Atto secondo

 

Scena prima

Parco reale.
Siroe e poi Laodice.

 Q 

Siroe

 
[N. 13 - Arioso]

 N 

SIROE

Deh, voi mi dite, o numi,  

se quale il mio fu mai

core da tanti guai

e affanni oppresso.

Recitativo

 

Dite...

 

<- Laodice

 

Ma qui Laodice!  

LAODICE

Amato prence

così confusa io sono

che non ho cor di favellarti.

SIROE

Avesti

però cor d'accusarmi.

LAODICE

Un cieco sdegno,

figlio del tuo disprezzo,

persuase l'accusa. Ah tu perdona,

perdona o Siroe un violento amore.

Io scoprirò l'inganno.

Saprà Cosroe ch'io fui...

SIROE

La tua ruina

non fa la mia salvezza.

LAODICE

E quale ammenda

può farmi meritare il tuo perdono?

SIROE

Più non amarmi.

LAODICE

Oh dio, come potrei

lasciar sì dolci affetti in abbandono?

SIROE

Questo da te domando unico dono.

 
[N. 14 - Aria]

 N 

LAODICE

Mi lagnerò tacendo    

del mio destino avaro

ma ch'io non t'ami, o caro,

non lo sperar da me.

Crudele in che t'offendo

se resta a questo petto

il misero diletto

di sospirar per te?

(parte)

S

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Laodice ->

 

Scena seconda

Siroe, poi Emira sotto nome d'Idaspe.

 
Recitativo

SIROE

Come quel di Laodice  

potessi almen lo sdegno

placar de l'idol mio.

 

<- Emira

EMIRA

Fermati indegno!  

Vai forse al genitore

a palesar quel che taceva il foglio?

SIROE

Quel foglio in che t'offese? Io son creduto

reo del delitto e me 'l sopporto e taccio.

EMIRA

Ed io crudel, che faccio

qualor t'insulto? Assicurar procuro

Cosroe della mia fé, più per tuo scampo

che per la mia vendetta.

SIROE

Ah dunque o cara

fa' più per me. Perdona al padre o almeno

se brami una vendetta apri il mio seno.

EMIRA

Io confonder non so Cosroe col figlio.

Odio quello, amo te, vendico estinto

il proprio genitore.

SIROE

E il mio, che vive,

per legge di natura anch'io difendo.

EMIRA

A noi, a noi che siamo

figli di due nemici,

è delitto l'amor, dobbiamo odiarci.

Cominci in questo punto il nostro sdegno.

(in atto di partire)

SIROE

Mio ben t'arresta.

EMIRA

Ardisci

di chiamarmi tuo bene?

SIROE

A torto l'amor mio...

EMIRA

Taci, l'amore

è ne l'odio sepolto.

SIROE

Dunque così degg'io?...

EMIRA

Sì, scordati di me.

SIROE

Emira addio.

(in atto di partire)

EMIRA

Sentimi, non partir.

SIROE

Che vuoi ch'io senta?

Il mio sangue si chiede,

barbara il verserò. L'animo acerbo

pasci nel mio morir.

(cava la spada)

 

Scena terza

Cosroe senza Guardie e detti.

<- Cosroe

 

COSROE

Che fai superbo!  

EMIRA

(O dèi.)

COSROE

Contro un mio fido

stringi il brando o fellon? Niega se puoi.

SIROE

Tutto è vero, io son reo, tradisco il padre,

son nemico al germano, insulto Idaspe,

mi si deve la morte. Ingiusto sei

se la ritardi adesso.

Non curo uomini e dèi,

odio il giorno, odio tutti, odio me stesso.

EMIRA

(Difendetelo o numi.)

COSROE

Olà costui s'arresti.

Escono alcune Guardie.

<- guardie

SIROE

Il mio tormento  

termini col morir.

COSROE

Sarai contento.

EMIRA

Mio re, che dici!

Necessaria a' tuoi giorni

è la vita di Siroe, ei non ancora

i complici scoprì.

COSROE

È vero. Oh quanto

deggio al tuo amor! Vegliami sempre a lato.

SIROE

Forse incontro al tuo fato

corri così. Non può tradirti Idaspe?

EMIRA

Io tradirlo!

SIROE

In ciascuno

può celarsi il nemico, ah non fidarti.

Chi sa l'empio qual è.

COSROE

Chetati e parti.

 
[N. 15 - Aria]

 N 

SIROE

Mi credi infedele!  

Sol questo m'affanna.

Chi sa chi t'inganna.

(Che pena è tacer!)

Sei padre, son figlio,

mi scaccia, mi sgrida.

Ma pensa al periglio,

ma poco ti fida,

ma impara a temer.

(parte con guardie)

Siroe, guardie ->

 

Scena quarta

Cosroe ed Emira, e poi Medarse.

 
Recitativo

EMIRA

(Pensoso è il re.)  

COSROE

(Per tante prove e tante

so che il figlio è infedel ma pur que' detti...)

EMIRA

(Siam soli. Il tempo è questo.

La vittima si sveni al genitore.)

(snuda la spada per ferir Cosroe)

 

<- Medarse

MEDARSE

Signore.  

EMIRA

(Oh dèi!)

MEDARSE

Perché quel ferro Idaspe?

EMIRA

Per deporlo al suo piè; v'è chi ha potuto

farlo temer di me. Troppo geloso

io son de l'onor mio.

Finché non scopri il vero

eccomi disarmato e prigioniero.

COSROE

(Che fedeltà!) Ritorni

per mia difesa al fianco tuo la spada.

Fra le reali guardie

le più fide tu scegli; a tuo talento

le cambia e le disponi e sia tuo peso

di scoprir chi m'insidia.

EMIRA

Al regio cenno

ubbidirò né dal mio sguardo accorto

potrà celarsi il reo. (Son quasi in porto.)

 
[N. 16 - Aria]

 N 

Sgombra da l'anima  

tutto il timor.

Più non ti palpiti

dubbioso il cor.

Riposa e credimi

ch'io son fedel.

Se al mio regnante,

se al dover mio

per un istante

mancar poss'io,

con me si vendichi

sdegnato il ciel.

(parte)

Emira ->

 

Scena quinta

Cosroe e Medarse.

 
Recitativo

MEDARSE

Signor, per tua salvezza  

meglio è che Siroe appaghi

e lui sollevi al trono.

Volontier gli abbandono

la contesa corona. Andrò lontano

per placar l'ira sua. Se questo è poco,

sazialo del mio sangue.

Sarò felice appieno

se può la mia ferita

render la pace a chi mi diè la vita.

COSROE

Sento per tenerezza

il ciglio inumidir. Caro Medarse

in questo dì sarai

tu mio compagno al soglio.

Così abbatter saprò d'un reo l'orgoglio.

(parte)

Cosroe ->

 

MEDARSE

Gran cose io tento, e l'intrapreso inganno  

mostra il premio vicino. In mezzo a tanti

perigliosi tumulti io non pavento:

non si commetta al mar chi teme il vento.

 
[N. 17 - Aria]

 N 

Fra l'orror della tempesta  

che alle stelle il volto imbruna,

qualche raggio di fortuna

già comincia a scintillar.

Dopo sorte sì funesta

sarà placida quest'alma,

e godrà, tornata in calma,

i perigli a rammentar.

(parte)

Medarse ->

 
 

Scena sesta

Appartamenti terreni corrispondenti a' giardini con sedie.
Siroe, e poi Cosroe ed Emira sotto nome d'Idaspe.

 Q 

Siroe

 
Recitativo

SIROE

Qui da Cosroe richiesto, a lui ne vengo,  

e meco ancor ne viene

la crudel compagnia di mie sventure.

 

<- Cosroe, Emira

COSROE

Veglia Idaspe a l'ingresso e il cenno mio  

ne le vicine stanze

Laodice attenda.

EMIRA

Ubbidirò.

(si ritira in disparte)

 

COSROE

Siedi Siroe e m'ascolta.  

Io vengo qual mi vuoi, giudice o padre.

SIROE

Il giudice non temo. Il padre adoro.

(siede)

COSROE

Posso sperar dal figlio

ubbidito un mio cenno? Infin ch'io parlo

taci e mostrami in questo il tuo rispetto.

SIROE

Finché vuoi tacerò, così prometto.

EMIRA

(Che dir vorrà!)

COSROE

Di mille colpe reo

Siroe tu sei. Un giuramento io chiedo

per riposo del regno e tu ricusi.

Ti perdono e t'abusi

di mia pietà. Mi fa palese un foglio

che v'è tra' miei più cari un traditore;

io veggo te ne le mie stanze ascoso.

Che più. Medarse istesso

scopre i tuoi falli...

SIROE

E creder puoi veraci...

COSROE

Serbami la promessa, ascolta e taci.

EMIRA

(Misero prence!)

COSROE

Ognun di te si lagna.

Tenti Laodice e la minacci, Idaspe

infin sugli occhi miei svenar procuri;

né ti basta. I tumulti a danno mio

ne' popoli risvegli.

SIROE

Ah son fallaci...

COSROE

Serbami la promessa, ascolta e taci.

Torniam figlio ad amarci, il reo mi svela

o i complici palesa. Un padre offeso

altr'ammenda non chiede

da l'offensor che pentimento e fede.

EMIRA

(Veggio Siroe commosso.

Ah mi scoprisse mai!)

SIROE

Parlar non posso.

COSROE

Odi Siroe. Se temi

per la vita del reo, paventi invano.

Se quel tu sei, nel confessarlo al padre

te stesso assolvi e ti fai strada al trono.

Se tu non sei, ti dono,

pur che noto mi sia, salvo l'indegno.

Ecco se vuoi la real destra in pegno.

EMIRA

(Ahimè.)

SIROE

Quando sicuri

siano dal tuo castigo i tradimenti,

dirò...

 

EMIRA

Non ti rammenti  

che il tuo cenno signor Laodice attende.

SIROE

(Oh dèi!)

COSROE

Lo so, parti.

EMIRA

Dirò fra tanto...

COSROE

Di' ciò che vuoi.

EMIRA

T'ubbidirò fedele.

(a Siroe)

Perfido non parlar.

SIROE

(Quanto è crudele.)

COSROE

Perché quel turbamento?

SIROE

Oh dio!

COSROE

T'intendo.

Al nome di Laodice

resister non sapesti. In questo ancora

t'appagherò; sol da la trama ascosa

assicurami o figlio e sia tua sposa.

SIROE

Sdegno Laodice e favellar non deggio.

COSROE

(s'alza)

Perfido alfin tu vuoi

morir da traditor come vivesti.

Solo e senza soccorso

già teco io son, via ti soddisfa appieno,

disarmami inumano e m'apri il seno.

EMIRA

E chi tant'ira accende?

In periglio lasciarti a me non lice.

COSROE

Venga Laodice.

 
(Emira parte)

Emira ->

 

SIROE

Signor, se amai Laodice  

punisca il ciel...

COSROE

Non irritar gli dèi

co' novelli spergiuri.

 

Scena settima

Laodice, Emira e detti.

<- Laodice, Emira

 

LAODICE

Eccomi a' cenni tuoi.  

COSROE

Siroe m'ascolta.

Abbi Laodice e il trono

se vuoi parlar ma se tacer pretendi

in carcere crudel la morte attendi.

Resti Idaspe in mia vece. A lui ti lascio.

E se il fulmine poi cader vedrai,

la colpa è tua, che trattener no 'l sai.

 
[N. 18 - Aria]

 N 

Tu di pietà mi spogli,  

tu desti il mio furor,

tu solo o traditor

mi fai tiranno.

Non dirmi, no, spietato.

È il tuo crudel desio

ingrato e non son io

che ti condanno.

(parte)

Cosroe ->

 

Scena ottava

Siroe, Emira e Laodice.

 
Recitativo

SIROE

(Che risolver degg'io!)  

EMIRA

Felici amanti

de le vostre fortune o quanto io godo.

SIROE

(E mi deride ancor.)

LAODICE

Secondi il cielo

il lieto augurio. Ei però tace e parmi

irresoluto ancora.

SIROE

Per me risolva Idaspe. Il suo volere

sarà legge del mio. Fra tanto io parto

e vo fra le ritorte

l'esito ad aspettar de la mia sorte.

EMIRA

Ma prence io non saprei...

SIROE

Sapesti assai

tormentarmi finora.

(Provi l'istessa pena Emira ancora.)

 
[N. 19 - Aria]

 N 

Fra' dubbi affetti miei  

risolvermi non so.

(ad Emira)

Tu pensaci, tu sei

l'arbitro del mio cor.

Vuoi che la morte attenda?

La morte attenderò.

Vuoi che per lei m'accenda?

Eccomi tutto amor.

(parte)

Siroe ->

 

Scena nona

Emira e Laodice.

 
Recitativo

EMIRA

(A costei che dirò?)  

LAODICE

Da' labri tuoi

ora dipende Idaspe

il riposo d'un regno, il mio contento.

EMIRA

Di Siroe, a quel ch'io sento,

senza noia Laodice

le nozze accettaria.

LAODICE

Sarei felice.

EMIRA

Dunque l'ami?

LAODICE

L'adoro.

EMIRA

E speri la sua mano...

LAODICE

Stringer per opra tua.

EMIRA

Lo speri invano.

LAODICE

Perché?

EMIRA

Posso svelarti un mio segreto?

LAODICE

Parla.

EMIRA

Del tuo sembiante,

perdonami l'ardire, io vivo amante.

LAODICE

Di me!

EMIRA

Sì; chi mai puote

mirar senza avvampar quell'aureo crine,

quelle vermiglie gote,

le labra coralline,

il bianco sen, le belle

due rilucenti stelle. Ah se non credi

qual fuoco ho in petto accolto

guarda e vedrai che mi rosseggia in volto.

LAODICE

E tacesti...

EMIRA

Il rispetto

muto finor mi rese.

LAODICE

Ascolta Idaspe.

Amarti non poss'io.

EMIRA

Così crudele! Oh dio.

LAODICE

S'è ver che m'ami,

servi agli affetti miei. L'amato prence

con virtù di te degna a me concedi.

EMIRA

Oh questo no, troppa virtù mi chiedi.

LAODICE

Siroe si perde.

EMIRA

Il cielo

gl'innocenti difende.

LAODICE

E se la speme

me pietosa ti finge ella t'inganna.

EMIRA

Tanto meco potresti esser tiranna?

LAODICE

La tua crudel sentenza

insegna a me la tirannia.

EMIRA

Pazienza.

LAODICE

T'odierò finch'io viva e non potrai

riderti de' miei danni.

EMIRA

Saranno almen comuni i nostri affanni.

 
[N. 20 - Aria]

 N 

LAODICE

L'aura non sempre  

spira a favore

di nave ardita

che scorre il mar.

Così ad un core

non sempre amore

dà forza e vita

per bene amar.

(parte)

Laodice ->

 

Scena decima

Emira sola.

 
Recitativo

 

Sì diversi sembianti  

per odio e per amore or lascio, or prendo

ch'io me stessa talor né meno intendo.

 
[N. 21 - Aria]

 N 

Non vi piacque ingiusti dèi    

ch'io nascessi pastorella.

Altra pena or non avrei

che la cura d'un'agnella,

che l'affetto d'un pastor.

Ma chi nasce in regia cuna

più nemica ha la fortuna,

che nel trono ascosi stanno

e l'inganno ed il timor.

S

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Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Parco reale.

Siroe
 

[N. 13 - Arioso]

Siroe
<- Laodice

Ma qui Laodice! / Amato prence

[N. 14 - Aria]

Siroe
Laodice ->

Come quel di Laodice

Siroe
<- Emira

(Emira sotto nome d'Idaspe)

Fermati indegno!

Siroe, Emira
<- Cosroe

Che fai superbo!

Siroe, Emira, Cosroe
<- guardie

Il mio tormento termini col morir

[N. 15 - Aria]

Emira, Cosroe
Siroe, guardie ->

Pensoso è il re

Emira, Cosroe
<- Medarse

Signore / Oh dèi!

[N. 16 - Aria]

Cosroe, Medarse
Emira ->

Signor, per tua salvezza

Medarse
Cosroe ->

Gran cose io tento, e l'intrapreso inganno

[N. 17 - Aria]

Medarse ->

Appartamenti terreni corrispondenti a' giardini con sedie.

Siroe
 

Qui da Cosroe richiesto, a lui ne vengo

Siroe
<- Cosroe, Emira

(Emira col nome d'Idaspe)

Veglia Idaspe a l'ingresso

(Emira in disparte)

Siedi Siroe e m'ascolta

(Emira si rivela)

Non ti rammenti che il tuo cenno

Siroe, Cosroe
Emira ->

Signor, se amai Laodice

Siroe, Cosroe
<- Laodice, Emira

(Emira come Idaspe)

Eccomi a' cenni tuoi

[N. 18 - Aria]

Siroe, Laodice, Emira
Cosroe ->

Che risolver degg'io!

[N. 19 - Aria]

Laodice, Emira
Siroe ->

A costei che dirà?

[N. 20 - Aria]

Emira
Laodice ->

Sì diversi sembianti

[N. 21 - Aria]

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima
Gran tempio dedicato al sole con ara e simulacro del medesimo. Camera interna di Cosroe con tavolino e sedia. Parco reale. Appartamenti terreni corrispondenti a' giardini con sedie. Cortile. Luogo angusto e racchiuso nel castello destinato per carcere a Siroe. Gran piazza di Seleucia.
[N. 1 - Ouverture] [N. 2 - Sinfonia] [N. 3 - Arioso] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Recitativo accompagnato] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Aria] [N. 8 - Aria] [N. 9 - Aria] [N. 10 - Aria] [N. 11 - Aria] [N. 12 - Aria] [N. 13 - Arioso] [N. 14 - Aria] [N. 15 - Aria] [N. 16 - Aria] [N. 17 - Aria] [N. 18 - Aria] [N. 19 - Aria] [N. 20 - Aria] [N. 21 - Aria] [N. 22 - Sinfonia impetuosa] [N. 23 - Aria] [N. 24 - Aria] [N. 25 - Aria] [N. 26 - Arioso] [N. 27 - Aria] [N. 28 - Aria] [N. 29 - Aria] [N. 30 - Aria] [N. 31 - Aria] [N. 32 - Coro]
Atto primo Atto terzo

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