Atto secondo

 

Scena prima

Logge corrispondenti al giardino.
Il Marchese, e Valerio.

 Q 

Marchese, Valerio

 

MARCHESE

Quel camerier novello  

m'avea quasi, quasi impaurito

con quella inaspettata sua pazzia.

Ora che fa colui?

VALERIO

Si è rimesso in cervello.

MARCHESE

Io scacciarlo voleva,

ma poiché l'adorata baronessa

mi prega di lasciarlo al suo servizio,

contraddirla non oso.

Che dici tu Valerio

di questa dama insigne?

VALERIO

Io veramente

dico che ha molto merito.

MARCHESE

Tu molto? Io dico tutto. Orlando ancora

Ruggero, Rodomonte, e infin Gradasso

resterebbe per lei conquiso, e lasso.

Credi tu che l'antiche dame erranti

fossero come lei? Oh!... Va' a vedere

nella mia galleria tutti i ritratti,

niuna in beltà s'appressa

alla cara, e gentil mia baronessa.

VALERIO

Questo lo credo anch'io.

MARCHESE

Ma tu che dici

al presente di me?

VALERIO

(Non so che dire.)

MARCHESE

Che ti pare?

VALERIO

Di che?

MARCHESE

Del tuo barone.

Via parla: in me che vedi?

VALERIO

Il mio padrone.

MARCHESE

E non vedi, ignorante,

che or più non son quel cavalier sì fiero,

che avea tra i paladin l'onor primiero?

E non vedi che amore

mansueto mi rende, e sa scordarmi

l'usato suo valor, le scienze, e l'armi?

VALERIO

È vero: sì signore.

MARCHESE

E cosa credi

che ne succederà?

VALERIO

(Sian maledette

queste interrogazioni!)

MARCHESE

E non rispondi?

VALERIO

Io credo... signor mio...

MARCHESE

Tu ti confondi.

 

VALERIO

Seguirà se amor v'accende  

quel che segue a ogn'altro amante.

Sospirare, mangiar poco,

star inquieto, e delirante,

e all'oggetto del suo foco

star pensando notte, e dì.

Perdonate mio signore,

perché anch'io, che provo amore

mi conviene far così.

(parte)

Valerio ->

 

Scena seconda

Il Marchese, poi Camilla, e Lauretta.

 

MARCHESE

Che gente senza spirito! Eh, vogl'io  

rinnovar la mia corte,

e voglio che chi viene al mio servizio

per capo principale

abbia avuta la laurea dottorale.

 

<- Camilla, Lauretta

CAMILLA

Signor zio, qua vi trovo?  

MARCHESE

Voi pure al fresco? E chi vuol dir nipote,

che il vostro fido Conte

non è con voi? Ma invece

avete in compagnia la cameriera?

CAMILLA

Perché alla forestiera

sta a far conversazione.

MARCHESE

Come? Alla baronessa?

CAMILLA

Sì signore.

MARCHESE

Oh signor Conte mio, voi la sbagliate.

E voi giacché l'amate,

sposatelo una volta, e sia finita.

Ma vado io; ma corro...

Ma no: se sta con lei farò avvisarlo

coi dovuti riguardi,

ch'io la cerco, che venga, e che non tardi.

(parte)

Marchese ->

 

Scena terza

Camilla, e Lauretta, poi il Conte.

 

CAMILLA

Tu stessa mi assicuri,  

che lo vedesti andar?

LAURETTA

Dopo la tavola

entrar certo lo vidi

nelle stanze di lei; né fin ad ora

si è veduto tornar... Eccolo appunto,

ecco signora mia, da quella parte

qui se ne vien.

CAMILLA

Sì, venga:

voglio farmi sentir.

 

<- Conte Lelio

CONTE LELIO

Per ritrovarvi  

su, o giù tutto il palazzo

finora ho ricercato.

CAMILLA

Bravo! Ritorni ove sin ora è stato.

CONTE LELIO

Spiegatevi.

CAMILLA

Oh innocente!

CONTE LELIO
(a Lauretta)

Dove crede ch'io fossi?

LAURETTA

Io non so niente.

CAMILLA

Ve lo spiegherò io.

Voi dalla baronessa

foste, amico, sin ora. E perché appunto

celarmelo tentate,

sospettar con ragion di voi mi fate.

Signorin, signorino...

se solo d'un tantino

me ne accorgessi ancora...

basta: non so quel che facessi allora.

 

Una donna, che si sdegna  

sempre, sempre è da temer,

fa tremar quando s'impegna

di volerla far veder.

È colomba quand'è amante

mansueta, e tenerina,

ma sdegnata in un istante

si fa uccello di rapina,

che si avventa, che spaventa

chi s'oppone al suo voler.

(parte)

Camilla ->

 

Scena quarta

Lauretta, e il Conte.

 

LAURETTA

Signor, avete inteso?  

Lei stessa vi ha veduto

cogli occhi propri andar.

CONTE LELIO

Oppur tu fosti,

che gliel'hai raccontato?

Con lei, te 'l giuro, io non ho ancor parlato.

Va', Lauretta, a Camilla,

fa' tu le scuse mie,

chiedi per me perdono,

e dille pur, che a lei fedele io sono.

LAURETTA

Io lo farò... ma poi...

CONTE LELIO

Se tu fai bene

puoi sperare un regalo.

LAURETTA

Soltanto ch'io lo, speri?

Vado, ma lo farò mal volentieri.

(parte)

Lauretta ->

 

CONTE LELIO

Purtroppo amor m'invoglia  

di parlar con la vaga baronessa,

ma dorme, o sta occupata

in camera serrata.

Non so come per lei

io mi senta infiammar. Cara Camilla,

questa volta perdona,

non incolpar il povero mio core.

Così spesso di noi fa gioco amore.

 

La costanza è bella, e buona  

se in amore pur si dà,

ma è destin d'ogni persona

il bramar quel che non ha.

Amo anch'io la mia Camilla,

son sicuro del suo affetto,

ma se trovo un bel visetto

sospirare amor mi fa.

Conte Lelio ->

 
 

Scena quinta

Camera di Rosinella.
Rosinella, e Pasqualino.

 Q 

Rosinella, Pasqualino

 

ROSINELLA

No, no, credimi pure,  

che tu sei pazzo, ed io con pazzi alfine

impazzir non vorrei.

PASQUALINO

Pazzo mi dici,

ma non puoi dirmi cieco.

ROSINELLA

E cosa vedi?

PASQUALINO

Vedo quello che basta.

Accarezzarci, stringerci la mano,

favellarti all'orecchio, e sospirare.

E pretendi che in pace io stia a guardare?

ROSINELLA

E perché stai presente?

Quando viene il Marchese

vattene in altra stanza.

PASQUALINO

Ecco ti piace

dunque lasciarlo far? Trista! Assassina!

Farò per tua cagion qualche rovina.

ROSINELLA

Finiamola una volta. Io sono stanca

delle tue gelosie. Siamo promessi.

Ma sposati non siamo. Indegno sei,

ch'io seguiti ad amarti.

Finiamola tra noi: lasciami, e parti.

PASQUALINO

Ti sdegni?... Non sdegnarti... Alfin tu vedi

che l'amor troppo grande...

ROSINELLA

Eh, non è amore,

ma piuttosto pazzia.

PASQUALINO

Il mio temperamento...

ROSINELLA

Orsù, va' via.

PASQUALINO

Mi discacci davvero? Ah no: perdona...

Io morirò se più non m'ami.

ROSINELLA

E pensi

colle tue gelosie ch'io possa amarti?

PASQUALINO

Più non sarò geloso.

ROSINELLA

Non ti credo.

PASQUALINO

Te 'l prometto.

ROSINELLA

Mai più?

PASQUALINO

No: t'assicuro.

ROSINELLA

Giura se vuoi ch'io creda.

PASQUALINO

Ecco lo giuro.

 

PASQUALINO

Se mai più sarò geloso  

mi punisca il sacro nume.

Un allocco con le piume

possa farmi diventar.

ROSINELLA

Se costante a te non sono,

se infedele io mai divento,

una rana in quel momento

ancor io mi possa far.

PASQUALINO

Non avrò più gelosia.

(Ma però vo ' star attento.)

ROSINELLA

Sarò sempre a te fedele.

(Poco credo al giuramento.)

ROSINELLA E PASQUALINO

Oh mio core! Oh gioia mia!

Non più risse, né querele,

sempre lieti, sempre in pace

tra di noi s'abbiam d'amar.

 

PASQUALINO

Adesso sei placata?  

ROSINELLA

Attendi bene

di non farti spergiuro. In avvenire

mai più non tormentarmi.

PASQUALINO

Sempre, sempre di te voglio fidarmi.

 

Scena sesta

Il Marchese con libro in mano, e detti.

<- Marchese

 

MARCHESE

Ecco, benché occupato alla lettura  

il cor guida il mio piede a quell'oggetto,

da cui non può staccarsi.

PASQUALINO

(Lo avesse almen guidato ad accopparsi!)

ROSINELLA

Qual bel libro, Marchese,

avete per le mani?

MARCHESE

Un libro di galanti poesie,

che mi diletta assai.

ROSINELLA

Piacere ho anch'io

di leggerne sovente.

MARCHESE

Un madrigale

voglio farvi sentir. Ma s'io lo leggo,

perdo il piacer soave

di vagheggiar frattanto i vostri rai.

Cameriere?

PASQUALINO

Signor.

MARCHESE

Porta due sedie.

Presto.

PASQUALINO

(Sia maledetto

il mio temperamento!

Sono queste due sedie il mio tormento.)

MARCHESE

Sedete, Baronessa. E tu frattanto

prendi, e leggi.

(dà il libro a Pasqualino)

(siedono)

PASQUALINO

Ch'io legga?

MARCHESE

E non sai leggere?

PASQUALINO

Sì signor, da piccino

a legger m'insegnava un ciabattino.

MARCHESE

Comincia dov'è il segno.

PASQUALINO

(Mi dispiace trovarmi in questo impegno.)

(leggendo)

«Fra due si sta Nigella;»

(mentre legge si ferma ad osservare i gesti del Marchese con Rosinella, ed a poco, a poco s'infuria)

«l'adora questo, e quello:

l'un d'oro abbonda, e l'altro è un meschinello.»

(Par questo il caso mio.)

ROSINELLA

Segui.

PASQUALINO

«Presso alla bella

sta il ricco, che sospira, e la man stende

alle candide guance...»

MARCHESE

Seguita pur.

PASQUALINO

Con il gestir con lei

gli occhi girar mi fate.

Se deggio seguitar, voi tralasciate...

«...se ne offende

l'altro misero amante,

che per necessità star deve in pace;

e Nigella frattanto, e gode, e tace.»

Ah, vatti a far squartar!

(getta il libro a terra)

MARCHESE

Che fu?

ROSINELLA

Cos'hai?

(si alzano)

PASQUALINO

Ho che finora ho tollerato assai:

che non posso più star: Che Rosinella

con i capricci suoi

mi vuol far crepar dinnanzi a voi.

ROSINELLA
(con rabbia)

Pasqualino sta' cheto.

MARCHESE

Via, scordati una volta

d'una che già morì.

PASQUALINO

La sposa mia

non è morta: ella è qui.

MARCHESE

La baronessa?

Oh che pazzo!

ROSINELLA

Vacilla.

PASQUALINO

Io vacillo? Ma come...

ROSINELLA

La paura

gli ha il cervello sconvolto.

PASQUALINO

Io pazzo!

MARCHESE

Sì, di molto.

PASQUALINO

Oh me meschino! Adunque

non son io Pasqualino?

Tu non sei Rosinella?

Anzi, di più, crudel, pazzo mi chiamo?

Ora conosco alfin, che più non m'ami...

Che fo? Che mai risolvo? Ah sì, si mora...

Ma che sarà di me se poi m'uccido?

L'empio Marchese infido

si godrà Rosinella... Al sol pensiero,

al solo immaginarlo par che sia

nella mia fantasia torva, e meschina

di Vulcano i Ciclopi, e la fucina...

Che sento? Ah, parmi udir, giunto là abbasso

de' pesanti martelli il gran fracasso.

Che veggo? Ohimè!... Quel soffia nei carboni,

quel ravviva i tizzoni, e quel si move

a preparar le gran saette a Giove...

Lasciatemi fuggir, genti arrabbiate,

se più resto fra voi m'assassinate.

Diavolo, con chi parlo? E dove sono?

Delirante così, stolto ragiono...

Coraggio: alfin si mora con onore.

Voi aurette soavi,

voi verdi piante, e voi lascivi fiori

dite in vostra favella

alla mia Rosinella, all'idol mio,

che costante, e fedel morto son io.

 

Già divento freddo, freddo,  

già son pallido, e tremante.

Guarda bene il mio sembiante

se lo puoi più ravvisar.

(al Marchese)

Resti a voi la sposa infida:

voi quel pianto rasciugate...

che dal pianger d'una donna

non mi lascio lusingar.

Ma se il pianto fosse amore,

che per me sentisse al core?

Qua mi perdo, e mi confondo

fra il morire, e star al mondo;

e il pensarci un altro poco

sarà meglio in verità.

(parte)

Pasqualino ->

 

Scena settima

Rosinella, ed il Marchese.

 

ROSINELLA

(Ah, di doppio tormento  

colui mi fa morir!)

MARCHESE

Non vi agitate,

cara mia baronessa

per cagion di quel pazzo,

ch'io lo farò legar. Olà...

ROSINELLA

Signore,

no, tralasciate.

MARCHESE

E come?

Baronessa, piangete?

Son di colui le smanie

che fan di pianto inumidirvi il ciglio?

Dite: tanto per lui

siete di cor pietoso?

ROSINELLA

Penso, Marchese, al mio perduto sposo.

L'amor di Pasqualino

per la sua Rosinella

immaginar mi fa d'esser io quella.

Pari al suo il mio barone

per me sentiva amore:

di Rosinella al pari

io l'amava di cor... Ah, non stupite

s'io dunque piango adesso,

perché siamo ambedue nel caso istesso.

MARCHESE

Ecco per consolarvi

quel che sa fare un cavalier par mio.

Vostro sposo son io

se voi non mi sdegnate;

di venti mille feudi

di contradote un istromento io scrivo,

lasciate il morto, ed or pensate al vivo.

ROSINELLA

Io vostra sposa!... Piano:

saria la vostra mano

al merto mio, signor, troppo alto dono.

Io di sì grande onor degna non sono.

Se perciò in sul momento io non l'accetto

lo vuole il mio rispetto,

grata però mi chiamo a un tal favore

e tempo chieggo a discoprirvi il core.

MARCHESE

Capisco, sì, capisco

baronessa adorata,

che vedova restata,

che non sono due giorni

volete per modestia, e per rispetto

aspettar qualche tempo. Io son contento.

Lascio la scelta a voi di quel momento!

 

Cara, pensate almeno,  

che son per voi nel foco.

Vorrei che quel labbretto

dicesse, che il mio affetto

premiato un dì sarà.

Ma se tardate un poco,

sento che vengo meno,

e questo cor che ho in seno

in cenere se ne va.

(parte)

Marchese ->

 

Scena ottava

Rosinella, e poi Pasqualino.

 

ROSINELLA

E dirai, Pasqualino,  

ch'io non t'amo così? Ma chi sa mai

quel che risolto avrà quel furibondo?

Sta il mio core in tormenti...

Voglio cercar di lui: vo' che conosca

quanto s'offende a torto...

Ah che saria di me se fosse morto!

 

<- Pasqualino

PASQUALINO

Possibil, che mi trovi  

una morte a mio modo!

ROSINELLA

Pasqualino?

PASQUALINO

Ah, sei qui? Vieni a tempo

per vedermi a morir.

ROSINELLA

Se tu sei pazzo,

mori alla fine, e lascia

di tormentarmi più.

PASQUALINO

Trista che sei

morirò.

ROSINELLA

Ma non sai,

o saperlo non vuoi quant'io t'adoro?

PASQUALINO

Non m'ami, no: per tua cagione io moro.

ROSINELLA

Via, mori dunque. Addio.

PASQUALINO

Ecco un coltello

ammazzami tu stessa.

Fallo per carità,

non tardare un momento,

che morendo così, moro contento.

ROSINELLA

Pasqualino, ti prego...

Per carità, t'accheta... Ascolta un poco...

(ricusando di pigliar il coltello)

PASQUALINO

No, prendilo: finisci

con una morte sola

di darmi mille morti.

ROSINELLA

Ah, che stanca son io de' tuoi trasporti.

Dammi qua quel coltello.

PASQUALINO

Lo vuoi.

ROSINELLA

Sì.

PASQUALINO

Per far che?

ROSINELLA

Per terminare

tanti tormenti. Ingrato,

tristo, spergiuro! Ancora

non ti basta vedermi.

Per amor tuo di casa mia fuggita,

esposta la mia vita

ai perigli del mar, e quasi morta?

Dimmi: non ti ricordi i giuramenti?

E li osservi così? Così tu menti?

Per amor tuo ricuso

del Marchese la mano;

e quel che ho fatto, e quel che faccio è invano?

Ah, che dell'amor mio, della mia fede

troppo, ingrato, mi rendi empia mercede.

 

Rosinella sventurata,  

troppo fida, troppo amante

dell'affetto più costante

bell'esempio ognor sarà.

Ma tu pensi Pasqualino?

Volgi gli occhi un poco in qua.

Ah, crudel, non vedi, oh dio,

come sgorga il pianto mio...

sventurata, singhiozzando...

disperata... andrò cercando

chi di me avrà pietà.

(parte)

Rosinella ->

 

Scena nona

Pasqualino, poi Valerio.

 

PASQUALINO

Rosinella... vien qua... fermati ti dico...  

Ecco siamo da capo...

Io non vo' più morir. Che dolce incanto

è a questo cor di Rosinella il pianto!

 

<- Valerio

VALERIO

Amico, cosa fate?  

Che cosa qui aspettate?

Sappiate che la sera è qui l'usanza,

che cena ciaschedun nella sua stanza.

PASQUALINO

Cenino pur. Buon pro.

VALERIO

La baronessa

va però col Marchese

che la fece invitar per polizia

a mangiar la zuppa in compagnia.

PASQUALINO

Corro, quand'è così, corro da lei.

VALERIO

Ohibò: l'ordine è dato,

ch'entrar voi non dobbiate.

PASQUALINO

Come? Cosa? Perché? Non devo entrare?

VALERIO

Perché non vuol con pazzi aver che fare.

PASQUALINO

Ohimè! L'ultimo colpo

è questo all'alma mia. Non c'è più caso,

più rimedio non c'è. Morir conviene;

e così finiran tante mie pene.

(parte)

Pasqualino ->

 

VALERIO

È pazzo certamente. Ecco costui  

fa al contrario di tutti.

Perdono gli altri il loro buon giudizio

quando prendono moglie;

ed a costui frulla il cervello in testa

quando per buon destin vedovo resta.

(parte)

Valerio ->

 
 

Scena decima

Sala con quattro porte praticabili.
Camilla, Lauretta con lume in mano; poi il Conte sulla sua porta; indi Rosinella, ed il Marchese preceduti da un servitore con lume.

 Q 

Camilla, Lauretta

 

CAMILLA

Ah sì, Lauretta, quella forestiera  

è venuta a turbar il mio riposo.

Non basta, che amoroso

ne sia il zio divenuto in poche ore,

ché al Conte ancora arde per lei d'amore.

LAURETTA

Signora, ve l'ho detto tante volte:

fate presto, sposatevi.

Il tirar troppo avanti

fa gli uomini incostanti.

Basta: andate a dormir: cercate adesso

di lasciar i pensieri. Andate...

CAMILLA

E pensi

ch'io potrò riposar? No, no. Va' pure,

ti lascio in libertà.

LAURETTA

Ma non volete,

che io vi venga a spogliar?

CAMILLA

No, non mi occorre.

Addio. (Mi sento il core

in tanta agitazione,

che vo' star tutta notte in attenzione.)

(entra nella sua stanza)

Camilla ->

 

LAURETTA

Felice notte... Oh si spicciasse almeno

ancor la forestiera!

 

<- Conte Lelio

CONTE LELIO

Vorrei parlare con la baronessa,  

ma là veggo Lauretta, e non vorrei

farmi veder da lei

perché sicuramente

lo direbbe a Camilla.

LAURETTA

Parmi sentir, che movansi le sedie,

s'alzeranno, e verrà. Non veggo l'ora

di star in libertà col mio Valerio

come che star sogliamo.

Quando dormono gli altri, e noi vegliamo.

 

<- servitore, Rosinella, Marchese

ROSINELLA

(nel sortire dalla stanza del Marchese)  

Non più: basta, Marchese,

basta sin qui.

MARCHESE

Lasciate

che nella vostra stanza io v'accompagni.

ROSINELLA

Permettete, non voglio.

MARCHESE

Faccio il vostro piacer. La man vi bacio.

Notte felice...

ROSINELLA

Riposate bene.

MARCHESE

Riposar non potrò fra tante pene.

(entra col servitore nella sua camera)

Marchese, servitore ->

 

LAURETTA

Eccomi per servirvi.  

ROSINELLA

Io voglio, amica

lasciarti in libertà.

LAURETTA

No: permettete

ch'io vi venga a servir.

ROSINELLA

Va' pur, ti dico,

troppo staresti in piè. Ci vuol del tempo.

Pria ch'io vada a dormir. Dammi qua il lume,

e tu va' a riposar. (Potessi almeno

riveder Pasqualino.

Ma per non dar sospetto

aspetterò che sia ciascuno a letto.)

(piglia il lume di Lauretta e parte)

Rosinella ->

 

LAURETTA

Ed io resto all'oscuro...  

(va camminando tentoni per la sala)

CONTE LELIO

Meglio è aspettar che ognun vada al riposo

per non farmi osservare.

Ritornerò fra poco

per tentar di spiegarle il mio gran foco.

(si ritira)

Conte Lelio ->

 

LAURETTA

Lodato il cielo. Credo,  

che la scala sia qua. Sarà un prodigio

camminando all'oscuro

s'io non vo' dar la testa in qualche muro.

(parte)

Lauretta ->

 

Scena undicesima

Pasqualino, poi Camilla dalla sua porta.

<- Pasqualino

 

PASQUALINO

Infra l'ombre vado errando,  

vo la morte ricercando;

e ho pensato alla più corta

di morir sulla sua porta

perché s'abbia a spaventar.

Ma pian piano... Chetamente...

s'apre l'uscio... Sento gente

voglio stare ad osservar.

 

<- Camilla

CAMILLA

Oh che fiera gelosia!  

Chi sa il Conte dove sia?

Non vorrei che l'infedele

l'amorose sue querele

or andasse a conferir.

CAMILLA E PASQUALINO

Pian pianino vo' accostarmi.

Voglio un poco assicurarmi.

S'ora veglia, o sta a dormir

CAMILLA

Qui c'è gente...

PASQUALINO

Gente io sento...

CAMILLA

Gli ho toccate le sue vesti...

PASQUALINO

I suoi panni sono questi...

CAMILLA

Uomo...

PASQUALINO

Donna...

CAMILLA

È l'infedele,

che l'amica va a trovar.

Insieme

PASQUALINO

È l'infedele,

che l'amico va a trovar.

 

CAMILLA

Vo' provare...

PASQUALINO

Vo' far scena.

Ehm, ehm?

CAMILLA

Ehm, ehm...

CAMILLA E PASQUALINO

Questo è il segno.

PASQUALINO

(Assassina!)

CAMILLA

(Tristo indegno!)

CAMILLA E PASQUALINO

(Io mi sento lacerar!)

CAMILLA

Siete voi mio caro Conte?

PASQUALINO

(Anche il Conte?) Sì son io.

(Maledetta!)... Idolo mio,

senza voi non posso star.

CAMILLA

Date pure a me la mano,

e seguitemi pian piano.

CAMILLA E PASQUALINO

(Quando siamo nella stanza,

pugni, e calci in abbondanza,

che ti voglio sconquassar!)

(entrano)

Camilla, Pasqualino ->

 

Scena dodicesima

Rosinella, poi il Conte.

<- Rosinella

 

ROSINELLA

Chi non vede questo core,  

ah, non sa che cosa è amore.

Se non trovo Pasqualino,

non ho pace, non ho ben.

 

<- Conte Lelio

CONTE LELIO

Questa è l'ora più opportuna

di tentar la mia fortuna,

di spiegar gli affetti miei

a colei, che m'arde il sen...

ROSINELLA

Sento alcun... Vo' in qua tirarmi...

CONTE LELIO

Sento gente andar di là...

ROSINELLA

Zitta voglio starmi:

non vo' movermi di qua.

Insieme

CONTE LELIO

Zitto voglio starmi:

non vo' movermi di qua.

 

CONTE LELIO

Se il Marchese fosse questo,

che all'oscuro andasse a lei?

ROSINELLA

Se mai fosse Pasqualino,

discoprirmi a lui vorrei.

CONTE LELIO

Alla porta ora m'accosto

per vedere come sta.

(va pian piano alla porta di Rosinella)

ROSINELLA

Ma se fallo a discoprirmi

farei troppo sospettar.

CONTE LELIO

L'uscio aperto?... V'è il concerto.

Anch'io franco voglio entrar.

(entra)

Conte Lelio ->

 

ROSINELLA

Ho pensato che sia meglio

di volermi ritirar.

(entra)

Rosinella ->

 

Scena tredicesima

Il Marchese, poi Pasqualino con Camilla, indi Rosinella col Conte.

<- Marchese

 

MARCHESE

Se mi metto sul cuscino  

sono proprio fra le spine,

se mi metto al tavolino,

peggio ancora, star non so.

Voglio andar dalla mia bella,

vo' tentar che mi permetta

di star seco un'altra oretta,

che a dormir poi tornerò.

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<- Pasqualino, Camilla

PASQUALINO

Ah, mia signora, aiuto! Aiuto!

Deh, non mi state più a rovinar.

CAMILLA

Briccone, indegno, tu sei venuto,

con intenzione di corbellar.

MARCHESE

(Che cosa sento? Che vuol dir questo?...)

 

<- Rosinella, Conte Lelio

ROSINELLA

Signor, partite, deh fate presto,

prima che alcuno possa osservar.

MARCHESE

(Oh cospettone! Adesso, adesso.)

(corre, e torna subito con lume)

Marchese ->

<- Marchese

 

CONTE LELIO

Fui temerario, ve lo confesso;

ma solo amore s'ha da incolpar.

MARCHESE

Oh questa è buona! Oh questa è bella!

La mia nipote con Pasqualino!

La baronessa con il contino!

Che cosa devesi di voi pensar?

CAMILLA, ROSINELLA, CONTE LELIO E PASQUALINO

Che sorpresa! Che accidente!

Come intenderla non so.

Mi ritiro chetamente,

e pian piano me ne vo.

MARCHESE

Alto, alto miei signori,

tutto, tutto vo' scoprir.

CAMILLA

Son venuta qua di fuori

io di più non so che dir.

Insieme

CONTE LELIO

Son venuto qua di fuori

io di più non so che dir.

 

PASQUALINO

Io Pasqualino ho ricercato,

e Marforio ho ritrovato.

ROSINELLA

Io dirò: sono innocente...

trovo questo, e veggo quello...

Si confonde il mio cervello,

e di più capir non sa.

MARCHESE

Oh che imbroglio maledetto!

Oh che notte è qua!

Ma tu parla...

PASQUALINO

Già l'ho detto.

MARCHESE

Ma voi dite...

CAMILLA

Non so niente.

MARCHESE

Dite voi...

ROSINELLA

Sono innocente.

CONTE LELIO

Io non so che raccontar.

MARCHESE

Tutti, tutti adesso, adesso

io vi mando a far squartar.

TUTTI

Che scena è mai questa!

Che fiero sospetto!

Cospetto! Cospetto!

Non posso più star.

MARCHESE

Finiamo una volta

silenzio, silenzio...

CAMILLA, ROSINELLA, CONTE LELIO E PASQUALINO

Ascolti chi ascolta,

io voglio gridare,

e quanto mi pare

sussurro vo' far.

 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Logge corrispondenti al giardino.

Marchese, Valerio
 

Quel camerier novello

Marchese
Valerio ->

Che gente senza spirito! Eh, vogl'io

Marchese
<- Camilla, Lauretta

Signor zio, qua vi trovo?

Camilla, Lauretta
Marchese ->

Tu stessa mi assicuri

Camilla, Lauretta
<- Conte Lelio

Per ritrovarvi

Lauretta, Conte Lelio
Camilla ->

Signor, avete inteso?

Conte Lelio
Lauretta ->

Purtroppo amor m'invoglia

Conte Lelio ->

Camera di Rosinella.

Rosinella, Pasqualino
 

No, no, credimi pure

Pasqualino e Rosinella
Se mai più sarò geloso

Adesso sei placata? / Attendi bene

Rosinella, Pasqualino
<- Marchese

Ecco, benché occupato alla lettura

Rosinella, Marchese
Pasqualino ->

Ah, di doppio tormento

Rosinella
Marchese ->

E dirai, Pasqualino

Rosinella
<- Pasqualino

Possibil, che mi trovi

Pasqualino
Rosinella ->

Rosinella... vien qua... fermati ti dico

Pasqualino
<- Valerio

Amico, cosa fate?

Valerio
Pasqualino ->

È pazzo certamente. Ecco costui

Valerio ->

Sala con quattro porte praticabili.

Camilla, Lauretta
 

Ah sì, Lauretta, quella forestiera

Lauretta
Camilla ->

Lauretta
<- Conte Lelio

(Conte Lelio e Lauretta non si vedono)

Vorrei parlare con la baronessa

Lauretta, Conte Lelio
<- servitore, Rosinella, Marchese

Non più: basta, Marchese

Lauretta, Conte Lelio, Rosinella
Marchese, servitore ->

Eccomi per servirvi / Io voglio, amica

Lauretta, Conte Lelio
Rosinella ->

Ed io resto all'oscuro

Lauretta
Conte Lelio ->

Lodato il cielo. Credo

Lauretta ->
<- Pasqualino
Pasqualino
<- Camilla
Camilla e Pasqualino
Oh che fiera gelosia!
Camilla, Pasqualino ->
<- Rosinella
Rosinella e Conte Lelio
Chi non vede questo core
Rosinella
<- Conte Lelio
 
Rosinella
Conte Lelio ->
 
Rosinella ->
<- Marchese
Marchese, Pasqualino, Camilla, Rosinella e Conte Lelio
Se mi metto sul cuscino
Marchese
<- Pasqualino, Camilla
 
Marchese, Pasqualino, Camilla
<- Rosinella, Conte Lelio
 
Pasqualino, Camilla, Rosinella, Conte Lelio
Marchese ->
Pasqualino, Camilla, Rosinella, Conte Lelio
<- Marchese
 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima
Appartamenti del Marchese con tavolini sopra de' quali vi stanno alcuni abbigliamenti di suo servizio. Bosco. Appartamento del Marchese. Logge corrispondenti al giardino. Camera di Rosinella. Sala con quattro porte praticabili. Camera, ovvero sala. Appartamento del Marchese.
Atto primo Atto terzo

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