Atto primo

 

Scena prima

Sala terrena nel castello del conte Stankar; nel fondo una porta nel centro, con finestra a sinistra dello spettatore, un caminetto ardente a diritta. Davanti la finestra, verso la metà della scena, una gran tavola con vari libri, tra i quali uno piuttosto grande legato in tutto lusso con fermaglio chiuso a chiave. L'occorrente per scrivere.
Jorg seduto presso la tavola, leggendo.

 Q 

Jorg

 

JORG

Oh santo libro, oh dell'eterno vero    

ispirate profetiche parole!...

(chiude e s'alza)

Segui, Stiffelio, e tua parola sia

tempesta che distrugge, onda che ingoia,

o folgore che atterra

per nemici di dio su questa terra.

Ei vien... la sposa è seco... Ah voglia il cielo

che l'amore non sia d'inciampo al zelo!

S

Sfondo schermo () ()

 

Scena seconda

Detto, Stiffelio al cui braccio è Lina: Stankar, Raffaele, Federico, Dorotea.

<- Stiffelio, Lina, Stankar, Raffaele, Federico, Dorotea

 

STIFFELIO

Tra voi son io... mia sposa, amici!...  

JORG

Stiffelio...

STANKAR

Figlio...

TUTTI

Come felici

tutti godiamo per tal ritorno!

In ogni core vivrà tal giorno.

Ognun qui v'ama.

DOROTEA

Un battelliere

qui fu più volte...

STIFFELIO

E m'ha cercato?

DOROTEA

Sì.

STIFFELIO

Desso è Valter, il buon nocchiere.

Su strano caso m'ha consigliato.

TUTTI

Saper possiamo che vi narrò?

STIFFELIO

Oh sì, ripeterlo ei non vietò.

Di qua varcando sul primo albore

una finestra ei vide aprire,

e come colto da gran terrore

a quella un giovane poi comparire.

STANKAR

(Oh mio sospetto!)

LINA E RAFFAELE

(Cielo, che sento!)

TUTTI

Su, proseguite, strano è l'evento.

STIFFELIO

Era una donna a lui da presso

che fuor di senno quasi parea...

Egli esitava, ma poi l'eccesso

dello spavento vincer dovea;

sulla finestra ratto montò,

e giù nell'onda precipitò.

STANKAR

Son molti giorni?

STIFFELIO

Otto.

LINA

(Gran dio!)

RAFFAELE

(Fu testimone del caso mio!)

TUTTI

Venne il fuggente riconosciuto?

STIFFELIO

No, questi fogli solo ha perduto.

(traendogli di tasca un portafogli)

TUTTI

Vediamo?

LINA E RAFFAELE

(Cielo!)

STANKAR

Che ne farete?

STIFFELIO

Per consegnargli, legger dovrei,

rea tresca allora discoprirei...

JORG

Ebben?

LINA E RAFFAELE

(Che fia?)

TUTTI

Che risolvete?

STIFFELIO

Ardan col nome del seduttor.

(getta alle fiamme il portafogli)

LINA E RAFFAELE

(Cielo, respiro!)

TUTTI

(Sublime cor!)

STIFFELIO

Co' la cenere disperso

sia quel nome e quel delitto;

dio lo disse, dio l'ha scritto,

che al fratel s'indulgerà.

RAFFAELE
(a Lina)

Simular, mentir è d'uopo...

un colloquio da voi voglio...

in quel libro porrò un foglio,

ch'ora e loco vi dirà.

DOROTEA, JORG E FEDERICO

(Ah perfino la memoria

egli sperde dell'errore!

La purezza dell'amore,

la bontade in cor gli sta!)

Insieme

LINA

(Ah mercé, mercé, gran dio,

ti commosse il mio dolore!

S'or fui salva, in altro errore

l'alma più non ricadrà.)

STANKAR

(O Leuthold, all'onor mio

nella figlia tu attentavi!

Ma, se è ver che lo macchiavi,

il tuo sangue il tergerà.)

 

Scena terza

Detti e molti Amici e Partigiani di Stiffelio.

 

CORO
(di dentro)

Viva Stiffelio! Viva!  

STIFFELIO

Che fia?

JORG

(guardando dalla finestra)

Festosa arriva

schiera d'amici a te.

STIFFELIO

Che von?

STANKAR

Vedervi.

CORO

(entrando)

Ov'è?

 

<- amici e partigiani di Stiffelio

CORO

A te Stiffelio un canto  

s'innalza da ogni core;

sei di Lamagna il vanto,

del vizio fugatore.

Giustizia, amor fraterno

diffondi sulla terra,

pe 'l santo vero eterno

combatti l'aspra guerra.

DOROTEA, JORG, FEDERICO E CORO

Pei campi, dal convito,

dall'aula, dall'altare,

tuo nome all'infinito

tra noi risuonerà.

LINA

(Da qual rimorso atroce

mi sento lacerare!

Di sua virtù la voce

più rea mi griderà.)

RAFFAELE

(Dovrebbe in me un rimorso

cotal virtù destare;

ma poco è un primo sorso

libar di voluttà!)

Insieme

STIFFELIO

Fratelli, a dio soltanto

dovete laudi alzare;

un'eco allor quel canto

nell'universo avrà.

STANKAR

(Cotal virtù un rimorso

se potrà in lei destare,

d'un padre avrà il soccorso,

che sempre veglierà.)

 
(Lina si abbandona sulla sedia presso la tavola, gli altri tutti seguono Stankar nelle stanze a destra)

Stankar, Raffaele, Federico, Dorotea, Jorg, amici e partigiani di Stiffelio ->

 

Scena quarta

Stiffelio e Lina.

 

STIFFELIO

(Non ha per me un accento!... Non un guardo!)  

Soli noi siamo alfine...

LINA

Rodolfo!... Oh perdonate! Mal s'avvezza

a chiamarvi Stiffelio il labbro mio...

(s'alza)

Rodolfo Müller: egli è il dolce nome

col quale vi chiamai la prima volta,

che qui, fuggente la nemica rabbia,

v'accoglieva mio padre.

STIFFELIO

Quanto infelice fui da te lontano!

LINA

Pur di trionfi il mondo

t'era splendido tanto e di piaceri...

STIFFELIO

Piacer!... T'inganni, tu con me non eri.

 

 

Vidi ovunque gemere  

oppressa la virtude,

vegliardi vidi e giovani

del vizio in schiavitude;

vinto dall'oro il merito,

delusa la giustizia,

e in mare di nequizia

vagar l'umanità.

LINA

Cielo, che orror!

STIFFELIO

Le ingenue

custodi del pudore,

le donne, sotto il vincolo

del coniugale amore...

LINA

Ah!...

STIFFELIO

Ben lo so, perdonami;

il quadro è troppo orrendo...

ma ti riveggo, e apprendo

che ancor v'è fedeltà.

LINA

Che dite mai, Stiffelio!

STIFFELIO

Il ver... Guai se ingannato!...

LINA

È grande la vostr'anima,

avrebbe perdonato.

(si confonde)

STIFFELIO

Ah no, il perdono è facile

al core non ferito;

ma occulto sta nell'anime

tesoro indefinito,

che nulla mano infrangere

impunemente può.

Ma... lacrime ti grondano!...

Tu tremi!... Non m'inganno;

ti cruccia ascoso affanno.

Parla al tuo sposo.

LINA

No.

STIFFELIO

No?... Dunque allor sorridimi;

oggi del nostro imene

ricorre la memoria...

LINA

Lo so... (Che orrende pene!)

STIFFELIO

Dal cielo benedivane

oggi la madre mia...

(le prende la mano)

oggi il suo anel!... Che fia!

Non l'hai!... L'anel dov'è?

LINA

Ah!...

STIFFELIO

Non c'è più... Rispondere

v'è d'uopo... che ne feste?

LINA

L'anello?...

STIFFELIO

Sì... parlatemi...

l'anello a chi lo deste?

(Lina piange e si copre il volto con ambo le mani)

 

Ah v'appare in fronte scritto

che un rimorso vi fa guerra!

Figlio è solo d'un delitto

quel silenzio accusator!

Ah ch'io cada fulminato,

m'inabissi pur la terra!

Su me scaglisi il creato...

se mi colse il disonor!

LINA

Mi dilacera, m'atterra

quell'accento e quel furor.

 

Scena quinta

Detti, e Stankar dalla destra.

<- Stankar

 

STANKAR

Müller?  

STIFFELIO

Che?

STANKAR

Gli amici attendono...

STIFFELIO

Mai per me un istante avrò!

STANKAR

Ma qual ira!

STIFFELIO

Perdonatemi...

(a Lina)

Andiam... tosto qui verrò.

 
(partono)

Stiffelio, Stankar ->

 

Scena sesta

Lina sola.

 

Tosto ei disse!... Ah! Son perduta!  

Quai discolpe usar potrei?

Il rimorso mi fa muta,

un accento non avrei.

Questa misera tradita

nulla in terra può salvar.

A te ascenda, o dio clemente,

il sospiro, il pianto mio...

tu perdona alla dolente,

ed ei pur perdoni, o dio!

Perdonata, o colla vita

possa l'onta cancellar!

 

 

Verrà... dovrò risponder!... Che risponder? ~  

Confessar forse?... Ah no!... Scriver fia meglio.

(eseguisce)

Rodolfo!... Ciel, non posso!...

 

Scena settima

Detta, e Stankar dal mezzo.

<- Stankar

 

STANKAR

(Io tutto vo' saper... Ah!)  

(vedendola)

LINA

(Non è questo

che dir gli vo'.)

STANKAR

(che le si sarà avvicinato, pone la mano sulla carta e dice)

Una lettera!

Al signore di Leuthold scrivevate!

(s'impadronisce del foglio)

LINA
(spaventata)

Io?

STANKAR

Silenzio!... Rodolfo!...

Di voi non son più degna!

Non m'ingannava dunque, o sciagurata!...

LINA

Più tacer non potea... troppo soffriva...

STANKAR

Ed ei?... Disperazione,

morte per lui qui stanno.

LINA

Ciel!

STANKAR

Sì, la morte...

LINA

Ah no, ch'ei viva, o dio!

Ingannarlo dovrò?... No, no 'l poss'io!

 

STANKAR

Dite che il fallo a tergere  

la forza non ha il core;

che de' rimorsi il demone

troppo vi fa terrore;

dite ch'è men difficile

all'anima spergiura

svelar la colpa impura

che la morte a lui darà.

Non basta a voi l'infamia,

essere vil volete!...

LINA

Padre!...

STANKAR

Sì, vil... ma uditemi:

Rodolfo salverete...

d'amore immeritevole,

dovrete amor subire!...

LINA

No.

STANKAR

È d'uopo l'obbedire...

LINA

Mai...

STANKAR

Mai?

LINA

No, non sarà.

STANKAR

Ed io pure innanzi agli uomini  

dovrò l'ira soffocare,

la vergogna dovrò vincere,

voi mia figlia ancor nomare;

voi, l'indegna che disprezzo,

voi, del padre disonor.

Insieme

LINA

Oh qual fate orrendo strazio

d'una misera pentita!

Non vi dicon queste lagrime

che già troppo son punita?

Non volente fui nel lezzo

trascinata dell'error.

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STANKAR

Basti adesso, quel pianto tergete.

LINA

Ah no 'l posso!...

STANKAR

Non più, lo dovete.

LINA

Io no 'l posso!...

STANKAR

Tal è il mio volere.

LINA

No, no 'l posso!...

STANKAR

È di sposa dovere;

di Rodolfo lo esige la vita...

LINA

Tacerò.

STANKAR

Tempo è ben.

LINA

Chi m'aita!

STANKAR

Or meco venite, il pianto non vale,

nessuno sospetti l'evento fatale:

stia come in sepolcro celato l'errore,

lo esige, lo impera del sangue l'onore.

A Müller del mondo l'amor fia salvato

se il vostro perdeva mutabile amor.

Insieme

LINA

Orrenda parola!... per sempre perduto!...

Il pianto si celi, il duolo sia muto;

sorrida serena nel volto la calma,

nasconda l'atroce procella dell'alma!...

Perduto!... Perduto!... Eppure adorato

qual cosa celeste fu sempre dal cor!...

(entrano alla sinistra)

Lina, Stankar ->

 

Scena ottava

Raffaele dalla opposta parte, Jorg fuori della finestra.

<- Raffaele, Jorg

 

RAFFAELE

M'evitan!... Ma il colloquio...  

avrò che qui le chiedo...

(traendo di tasca una lettera)

Ecco il libro... io n'ho la doppia chiave.

(apre il libro, vi pone la lettera, lo torna a chiudere e lo ripone sulla tavola, tenendo sempre le spalle volte alla finestra)

JORG

(Che vedo!...)

 

Scena nona

Detti e Federico dalla sinistra.

<- Federico

 

FEDERICO

Leuthold!...  

RAFFAELE

Mi si chiedeva?

FEDERICO

La Messiade di Klopstok voleva.

(prende il libro che porta seco partendo con Raffaele dalla sinistra)

Federico, Raffaele ->

 
(Jorg si ritira)

Jorg ->

 
 

Scena decima

Sala di ricevimento nel castello, illuminata e parata per una festa.
Amici di Stiffelio e del Conte vi giungono co' le loro Spose introdotti dai Servi.

 Q 

servi

<- amici e amiche di Stiffelio

 

CORO DI UOMINI

Plaudiam! Di Stiffelio ~ s'allegri il soggiorno,  

si plauda al ritorno ~ del grande orator!

CORO DI DONNE

Concordi qui regnino ~ la gioia, la pace,

costante verace ~ sorrida l'amor!

TUTTI

L'amor che diffondere ~ ei vuol tra' mortali,

l'amor che fa eguali ~ lo schiavo e il signor!

Plaudiamo, ed al cantico ~ qual eco gioconda

l'affetto risponda ~ che muove dal cor!

(si confondono, tra lor favellando)
 

Scena undicesima

Detti, Stiffelio e Jorg dalla destra; poi Lina al braccio di Stankar; quindi dalla sinistra Raffaele con Dorotea, e Federico che subito parlerà con Lina, ed avrà il Klopstok sotto il braccio.

<- Stiffelio, Jorg

 
(tra loro)

STIFFELIO

Tardasti?  

JORG

Rifuggo da' gaudi mondani.

 

<- Lina, Stankar

STIFFELIO

Adunque tai feste?...  

JORG

Le lascio ai profani,

ché arrecan perigli e insidie all'onore.

STIFFELIO

Che parli?

JORG

Ti dico che or ora un signore

un libro con chiave guardingo schiudea,

e in esso un biglietto...

STIFFELIO

Un biglietto!

JORG

Ascondea.

E aspetta risposta... Quel libro è strumento

di tresca colpevole...

STIFFELIO

Oh cielo! Che sento!

Chi è desso?

JORG

È con Lina, e ha il libro...

STIFFELIO

Fia vero!

È Frengel!... Ma come svelare il mistero!

 

<- Raffaele, Dorotea, Federico

JORG

Più tardi...  

(Stiffelio resta concentrato)

DOROTEA

Cugino, pensate al sermone?

FEDERICO

Al tempio stassera saravvi unione...

Verremo.

CORO

Sì, tutti.

FEDERICO

Qual fia l'argomento?

STIFFELIO

Antico. ~ Dell'empio sarà il tradimento.

LINA E RAFFAELE

(Oh cielo!)

FEDERICO

Pensiero sublime, stupendo.

CORO

A tutti i malvagi d'esempio tremendo.

STIFFELIO

Non solo all'iniquo ch'ha il maestro venduto,

ma a quanti tradiscon m'udrete imprecare...

A lui che s'insinua, che simula astuto,

che insidia, che macchia il domestico lare;

che stringe la mano all'uomo ingannato,

e infame poi vanta l'onore involato!...

A lui per anàtema fin sol ch'io ripeta

il carme ispirato del grande poeta...

(prende il libro dalle mani di Federico)

LINA

Ah!

STIFFELIO

Chiuso!

DOROTEA

Ne ha Lina la chiave.

LINA

(Gran dio!)

STIFFELIO

Apritelo dunque...

LINA

Che dite?

STIFFELIO

Il voglio...

LINA

Io!

 

STIFFELIO

Aprite voi, lo replico,  

è inutile il terrore.

D'un empio traditore

qui la condanna sta.

 

TUTTI

Oh qual m'invade ed agita

terribile pensiero!

Fatal, fatal mistero

tal libro svelerà!

 

STIFFELIO

No 'l volete?... Farollo io stesso...  

(ne rompe il fermaglio e cade una lettera)

Una lettera!

LINA

(Oh cielo!)

STANKAR
(a Stiffelio)

Fermate.

(raccogliendola)

Non v'è legger tal foglio concesso...

Chi lo scrisse, cui spetti ignorate...

STIFFELIO

Io no 'l curo... rendetelo... il vo'.

STANKAR

Vecchio sono...

STIFFELIO

Rendetelo...

STANKAR

No.

(lo riduce in brani)

STIFFELIO
(a Stankar irato)

Chi ti salva, o sciagurato,

dallo sdegno che m'accende?

Cieco l'ira già mi rende,

più non freno il mio furor!

STANKAR
(a Raffaele)

Nel recinto dei sepolcri

da me atteso or or sarai;

armi a scelta troverai...

ti precedo, o traditor.

TUTTI
(tra loro)

A turbar la bella calma

che spirava in ogni petto,

perché un demone il sospetto

a Stiffelio gittò in cor!

Insieme

LINA
(a Stiffelio frapponendosi)

È mio padre... l'ira vostra

su me tutta or cada alfine;

ma le nevi di quel crine

rispettatele, signor.

RAFFAELE
(a Stankar)

Freno all'ira... io non la temo

se ch'io sia voi conoscete,

sconsigliato invero siete

nel gridarmi traditor.

 
Stiffelio e Jorg partono dalla destra; Lina e Stankar dalla sinistra; gli altri dal mezzo.

Stiffelio, Jorg, Lina, Stankar, Raffaele, Dorotea, Federico, amici e amiche di Stiffelio ->

 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Sala terrena nel castello del conte Stankar; nel fondo una porta nel centro, con finestra a sinistra dello spettatore, un caminetto ardente a diritta; davanti la finestra, verso la metà della scena, una gran tavola con vari libri.

Jorg
 

Oh santo libro, oh dell'eterno vero

Jorg
<- Stiffelio, Lina, Stankar, Raffaele, Federico, Dorotea
Jorg, Stiffelio, Lina, Stankar, Raffaele, Federico, Dorotea
<- amici e partigiani di Stiffelio
Stiffelio, Lina
Stankar, Raffaele, Federico, Dorotea, Jorg, amici e partigiani di Stiffelio ->

Non ha per me un accento! Non un guardo!

Stiffelio, Lina
Vidi ovunque gemere
Stiffelio, Lina
<- Stankar
Lina
Stiffelio, Stankar ->

Verrà... dovrò risponder! Che risponder?

Lina
<- Stankar

Io tutto vo' saper... Ah! / Non è questo

Lina, Stankar ->
<- Raffaele, Jorg

(Jorg non visto alla finestra)

M'evitan! Ma il colloquio

Raffaele, Jorg
<- Federico

Leuthold! / Mi si chiedeva?

Jorg
Federico, Raffaele ->
Jorg ->

Sala di ricevimento nel castello, illuminata e parata per una festa.

servi
 
servi
<- amici e amiche di Stiffelio
servi, amici e amiche di Stiffelio
<- Stiffelio, Jorg

Tardasti? / Rifuggo da' gaudi mondani

servi, amici e amiche di Stiffelio, Stiffelio, Jorg
<- Lina, Stankar

Adunque tai feste? / Le lascio ai profani

servi, amici e amiche di Stiffelio, Stiffelio, Jorg, Lina, Stankar
<- Raffaele, Dorotea, Federico

Più tardi / Cugino, pensate al sermone?

Stiffelio, poi Tutti
Aprite voi, lo replico
Stiffelio, Lina, Stankar
No 'l volete?... Farollo io stesso
servi
Stiffelio, Jorg, Lina, Stankar, Raffaele, Dorotea, Federico, amici e amiche di Stiffelio ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima
Sala terrena nel castello del conte Stankar; nel fondo una porta nel centro, con finestra a sinistra dello... Sala di ricevimento nel castello, illuminata e parata per una festa. Antico cimitero; nel centro è una croce con gradini; a sinistra la porta d'un tempio... Anticamera che mette a vari appartamenti. Sopra una tavola, due pistole, e l'occorrente per scrivere. Interno d'un tempio gotico sostenuto da grandi arcate; non si vedrà alcun altare; solamente appoggiata...
Atto secondo Atto terzo

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