Atto secondo

 

Scena prima

Gran sala ove si raduna il tribunale degli Ospitalieri, alla cui giurisdizione è soggetta la provincia: porta in prospetto.
All'alzarsi del sipario, i Giudici sono tutti assisi sui loro scanni, e in mezzo a loro, in seggio più elevato, è il Priore che presiede al tribunale: da un lato, dinanzi ai Giudici, è Osburgo accompagnato dai Terrazzani, che, da lui sedotti, deposero contro Alaide. La sala è circondata di Guardie.

Bozzetti

 Q 

giudici, Il priore, Osburgo, terrazzani, guardie

 

IL PRIORE

Udimmo. Il tuo racconto  

avvalora i sospetti. A lei dinante

sosterrai tu quanto hai riferto a noi?

Rifletti ancora.

OSBURGO

E dubitar ne puoi?

Quel che vid'io soltanto, e vider meco

tutti costor, narrai. Piacesse al cielo

ch'ella sgombrar potesse ogni sospetto.

IL PRIORE

L'accusata si guidi al mio cospetto.

OSBURGO

(Ardir. Non puote Arturo

custodito smentirmi, e compro ha l'oro

chi lo trasse dall'onde e a lui soccorse.)

CORO

Eccola.

 

Scena seconda

Alaide in mezzo alle Guardie: essa è coperta da un gran velo: nobile n'è il contegno, e nel tempo istesso modesto. Il Priore l'osserva alcuni momenti, quasi colpito di qualche rimembranza.

<- Alaide, altre guardie

 

IL PRIORE

(E a tanto error costei trascorse?  

Ti appressa... e il ver rispondi.

Chi sei tu?

ALAIDE

La Straniera. A me tal nome

diè la sventura, e cancellò per sempre

il nome ch'io portava ai dì ridenti.

Io l'obliai.

IL PRIORE

(Qual voce! E quali accenti!...)

Ieri fu morto, e spinto

Valdeburgo nel lago, e tu sul lido,

di sangue intrisa, e rinvenuta fosti

sbigottita, tremante. Il tuo terrore,

il tuo stesso parlar, ed il mistero

in cui ti avvolgi, son bastanti a farti

comparir delinquente.

Discolparti puoi tu?

ALAIDE

Sono innocente.

IL PRIORE

Fosti di tanto eccesso

tu spettatrice?

ALAIDE

No.

IL PRIORE

Vedesti almeno

la vittima?

ALAIDE

Neppur.

IL PRIORE

Perché dicesti

ch'era all'ucciso l'amor tuo funesto?

ALAIDE

(tace vivamente commossa)

IL PRIORE

Perché? Favella.

ALAIDE

Mio segreto è questo.

IL PRIORE

Sciagurata! Lo svela.

Il segreto ti perde.

CORO

In tua difesa

nulla produr puoi tu?

ALAIDE

Nulla.

IL PRIORE

E non sai

qual t'aspetta destin?

CORO

Morte è sospesa

sul capo mio.

 

Scena terza

Arturo si precipita nella sala affannoso ed anelante.

<- Arturo

 

ARTURO

Morte cadrà sul mio.  

TUTTI

Arturo!

ARTURO

Ella è innocente: il reo son io.

OSBURGO

Giudici, no 'l credete...

Egro ei giacea... Vaneggia ancor... delira.

ARTURO

Ribaldo! E chi t'inspira

sì ria menzogna? Io Valdeburgo uccisi,

lo giuro, o cavalier, io che furente,

e ben lo sa costui,

un mio rival credea punire in lui.

ALAIDE

(Misero!)

OSBURGO

(Ei si è perduto.)

CORO

(E il ver parlò?)

IL PRIORE

Straniera, udisti il Conte

è desso l'uccisor? ~ Tu taci? ~ Assolta

non sei perciò; complice sua creduta

esser tu puoi.

ARTURO

Complice mia!

CORO

La scure

ambidue può colpir nel punto istesso.

 

Scena quarta

Si apre la porta in fondo, e si presenta Valdeburgo pallido, e avvolto in bianco manto.

<- Valdeburgo

 
(sorpresa generale)
 

VALDEBURGO

Ambi sian sciolti.  

TUTTI

(grido generale)

Ah! Valdeburgo!

ALAIDE

(arretrandosi sbigottita)

È desso.

 
(silenzio e terrore generale)
 

VALDEBURGO

Sì, li sciogliete, o giudici,  

non avvi in lor delitto:

in singolar conflitto

caddi d'Arturo al piè.

CORO

Oh! Qual prodigio!

IL PRIORE

E sorgere

te dalla tomba io miro!

VALDEBURGO

Bando al terror: miratemi:

l'aura vital respiro:

del lago in mezzo ai vortici

un dio soccorse a me.

(Alaide si getta nelle sue braccia)

TUTTI

Tu vivi?

ARTURO

(per correre a lui)

Ah! Gioia!

VALDEBURGO

Scostati:

morto io son per te.

Meco tu vieni, o misera,

lunge da queste porte,

ove celar le lagrime

ti scorgerà la sorte:

tomba ove ignota scendere

la terra a te darà.

(per trarla seco)

ARTURO

Oh! Valdeburgo!

VALDEBURGO

Arrestati:

a me straniero or sei.

CORO

Odi: partirsi incognita

non può da noi costei.

La legge il vieta: scoprasi.

VALDEBURGO

(tornando indietro, prendendo a parte il Priore)

A te si scoprirà.

ALAIDE

(ritira il velo in modo che sia veduta dal solo Priore)

IL PRIORE

(meravigliato)

Ah!

ALAIDE

Taci.

IL PRIORE

(al Coro)

Uscir può libera...

(ad Alaide)

A noi perdona e va'.

(il coro che aveva circondato Alaide e Valdeburgo rispettosamente si scioglie, e lascia libero il passo a Valdeburgo)

CORO

(Tanto confuso il preside!

Così per lei commosso!)

ARTURO

(Me la rapisce il barbaro,

e oppormi a lui non posso!)

CORO

(Mistero inesplicabile:

costei chi mai sarà?)

VALDEBURGO

Ella perdona; ed ultimo,

eterno addio vi dà.

 
(Valdeburgo conduce seco Alaide: la porta del fondo si chiude. Il coro rimane meravigliato. Arturo si allontana in atto di estrema desolazione)

Valdeburgo, Alaide, Arturo ->

 

Scena quinta

Il Priore, Osburgo, Cavalieri e Popolo.

 

IL PRIORE

Tu che osasti mentir a questo in faccia  

augusto tribunal, trema. ~ Se astretto

da possente cagion, lascio per ora

impunito il misfatto, io no 'l perdono.

OSBURGO

Se reo son io, no 'l sono

che di soverchio zel...

IL PRIORE

Alla tua colpa

scuse non ricercar, se investigarne

le cagioni io non cerco. ~ Esci, e presente

abbi al pensiero ognor che i passi tuoi

sono esplorati, e a me fuggir non puoi.

 
(Osburgo parte col popolo)

Osburgo, terrazzani ->

 

Scena sesta

Il Priore e i Cavalieri.

 

IL PRIORE

Voi che presenti foste  

a sì mirabil caso, e interrogarmi

non vi attentate, forse un dì potrete

di tanto arcano sollevare il velo.

Per or vi basti, e il cielo

ne chiamo testimon, che la Straniera

giustificata è appien; che donna in terra

non avvi al par di lei scevra di colpa;

che non è cavalier chi ancor l'incolpa.

(parte)

Il priore, giudici, guardie, altre guardie ->

 
 

Scena settima

Foresta come alla scena VIII dell'Atto Primo.
Arturo, indi Valdeburgo.

 Q 

(nessuno)

<- Arturo

 

ARTURO

A tempo io giungo... Ei non partì... Qui trasse  

la soffrente Alaide. ~ Udirmi, udirmi

dovranno entrambi, o di mia man trafitto

vedermi qui... sulle vietate soglie.

Vadasi tosto. ~ Ahi! Qual timor mi coglie!

Con qual cor, con qual fronte

di Valdeburgo sosterrò l'aspetto,

io sciagurato, io tinto

del sangue dell'amico?... Ebben, vendetta

prenda di me qual vuol, purch'ei m'ascolti,

pur che un istante sol vegga il mio pianto!

(va per entrare: si presenta Valdeburgo)

<- Valdeburgo

VALDEBURGO

Tu qui!...

ARTURO

Deh! Valdeburgo...

VALDEBURGO

E osar puoi tanto?

Chi ti conduce a me?

ARTURO

Dolor, rimorso,

vergogna, amor tutti gli affetti insieme

che più straziano un cor. Oh! Tu che amico

mi hai stretto al sen, del mio soffrire estremo

tu non avrai pietade? A me per sempre

chiuder vorrai le braccia?

VALDEBURGO

Il sangue sparso

fra noi s'innalza, e ci divide, e tronca

ogni legame che nostr'alme unia.

Lasciami.

ARTURO

Non andrai... mi uccidi in pria.

(arrestandolo)

VALDEBURGO

Che vuoi da me? Che ardisci

sperare ancor?

ARTURO

Il tuo perdono e quello

dell'offesa Alaide.

VALDEBURGO

Il mio... s'ei puote

consolarti un istante... io no 'l ricuso;

quel d'Alaide... sol in ciel l'avrai.

ARTURO

Ch'io l'implori da lei...

VALDEBURGO

Da lei! Giammai.

ARTURO

E chi potria vietarmi

ch'io mi prostri al suo piè?

VALDEBURGO

Tu il chiedi? Il vieta

d'Alaide la vita, e la sua pace.

Egra, languendo giace,

priva di sensi quasi...

ARTURO

Ella! Gran dio!

Sgombrami il passo... Io son furente, insano...

VALDEBURGO

Fermati, e un'altra volta arma la mano.

 

 

Sulla salma del fratello  

t'apri il passo, a lei t'invia:

del mio sen tu sai la via,

non ti resta che ferir.

ARTURO

Ah! Pietà... Non io favello;

è un amore disperato...

è il dolor d'un cor piagato,

è l'angoscia del morir.

VALDEBURGO

Infelice!

ARTURO
(supplichevole)

A te mi prostro...

ch'io la vegga un solo istante!

VALDEBURGO

Vanne dunque, e reca, o mostro,

morte a lei col tuo sembiante...

Leggi in volto alla giacente

il terror di te presente;

da quel labbro scolorito

odi un muto maledir...

ARTURO

Ah! Non più... Così aborrito?...

VALDEBURGO

Tu lo merti...

ARTURO

Oh! Rio martir!

 

VALDEBURGO

Tu togliesti alla dolente

ogni speme di riposo...

tu tradisti un'innocente

che ti amò, ti elesse a sposo...

Un amico hai tu trafitto...

violato onore e fé...

Qual ti resta a far delitto?

Chi più reo sarà di te?

 

ARTURO

Ah! non sai d'un core ardente

il delirio tormentoso...

Offuscata è la mia mente,

per me il cielo è tenebroso...

Altra luce non vegg'io

che Alaide innanzi a me.

Ah! Morir, morir desio

se più guida a me non è.

 

VALDEBURGO

Forsennato! E insisti ancora?

ARTURO

Che far debbo? Chi mi regge?

VALDEBURGO

Alaide all'ultim'ora

ti favella e a te dà legge...

ARTURO

Parla... Parla.

VALDEBURGO

Estingui in petto

un dannato e cieco affetto...

d'Isoletta alfin pietoso,

porgi a lei la man di sposo,

e tranquilla e consolata

Alaide ancor vivrà.

ARTURO

Viva, ah! viva, e sia placata...

il mio cor s'immolerà.

Ma in mercede almen di questo

sacrificio a cui m'appresto...

sia presente in quel momento...

mi sostenga nel cimento...

La virtù ch'io non avrei,

un suo sguardo a me darà.

VALDEBURGO

E obbedir prometti a lei?

ARTURO

Lo prometto.

VALDEBURGO

Ebben verrà.

Tergi il pianto, e vanne omai

a mertar perdono e pace:

del coraggio che non hai

all'altar sarai capace...

Il tuo cor rigenerato,

nuovi sensi acquisterà...

La memoria del passato

come sogno sparirà.

ARTURO

Ah! Se me non vuoi spergiuro,

se a soffrir mi vuoi capace,

non parlarmi del futuro,

non offrirmi un ben fallace...

Quanto io son sventurato,

il tuo core appien lo sa...

la memoria del passato

sol con me morir potrà.

 
(partono)

Valdeburgo, Arturo ->

 
 

Scena ottava

Gabinetto d'Isoletta nel castello di Montolino.
Isoletta sola: essa è in abito dimesso, e profondamente addolorata.

Bozzetti

 Q 

Isoletta

 

ISOLETTA

Né alcun ritorna?... Oh! Cruda,  

dolorosa incertezza! ~ Ognun mi lascia

quel che avvenne ignorar ~ Tutto è mistero,

è tristezza, è squallor quanto qui vedo.

Artur m'abbandonò... Che più richiedo?...

(s'abbandona sopra una sedia)

E di mie nozze il giorno

era pur questo!... E sul mio petto ancora

stassi il pegno d'amor, che di sua mano

vi appese l'infedel.

(si stacca dal seno un ritratto)

Eccolo... Ei sembra

di un suo tenero sguardo ancor bearmi...

Sembra, ah! Sembra che ancor giuri d'amarmi!

 

(sorge e contempla il ritratto, e con esso favella)  

Ah! Se non m'ami più,

perché sì dolce amor

sembra parlar d'amor

il tuo sorriso?

Ah! Se non m'ami più,

mi rendi il core almen,

il core che dal sen

tu m'hai diviso.

 

 

Ma che parlo? A chi favello?

Lunge è Artur...

 

Scena nona

Coro di Damigelle, e detta.

<- damigelle

 

CORO

(accorrendo lietamente)  

Esulta; ei riede.

ISOLETTA

Che mai dite?...

CORO

È nel castello.

ISOLETTA

A che vien?

CORO

Perdono ei chiede;

te fin d'oggi all'ara ei brama,

e il consente il genitor.

ISOLETTA

E fin ver?

CORO

Ei t'ama, ei t'ama,

è pentito dell'error.

 

ISOLETTA

Io sua sposa!... Oh! Lieto giorno!

Mi ama ancora!... Oh sommo bene!

Se il dolor tal premio ottiene,

fortunato il mio dolor.

Al mio sguardo un roseo velo

veste il cielo e il suol s'infiora;

ogni oggetto amor colora

della gioia del mio cor.

 

CORO

Sì, vincesti, esulta alfine;

orna il seno, ingemma il crine,

vagheggiata ~ invidiata

all'altar ti attende amor.

 
(partono)

Isoletta, damigelle ->

 
 

Scena decima

Atrio che mette al tempio degli Spedalieri.
Il luogo è occupato dal corteggio nuziale.
Dame e Cavalieri.

Bozzetti

 Q 

dame, cavalieri

 

CORO

È dolce la vergine  

qual luna modesta

che i teneri desta

pensieri del cor.

CAVALIERI

È fervido il giovine

qual sole di maggio

che avviva d'un raggio

la prole dei fior.

DAME

Oh! Quanti costarono

sospiri agli amanti

quegli occhi brillanti

di onesto pudor!

CAVALIERI

Oh! Quante destarono

d'amorose scintille

le ardenti pupille

spiranti valor!

 

TUTTI

Ma fu di mill'anime

la fiamma negletta:

d'Arturo è Isoletta:

è scelta d'amor.

Tal gode all'anemone

superbo fiorente

viola innocente

unire il cultor.

dame, cavalieri ->

 

Scena undicesima

Il Conte di Montolino, Isoletta e Arturo; indi Valdeburgo e Alaide.

<- Montolino, Isoletta, Arturo

 
(Isoletta ha in capo una corona di rose)
 

MONTOLINO

Dolce di un padre al cor suona la voce  

che plaude al lieto evento, onde son paghi

dell'Armorica i voti, e il desir mio.

ISOLETTA

(Impallidisce Artur.)

ARTURO

(Dove son io!)

MONTOLINO

Siate presenti al rito,

ed ai paterni auguri unisca i suoi

la sincera amistà, l'amor, la fede.

 
(esce dalla folla Valdeburgo. Una donna coperta d'un gran velo si presenta da lontano e si nasconde dietro i monumenti dell'atrio, non veduta da alcuno. Arturo si accorge di Valdeburgo e gli corre incontro)

<- Valdeburgo, Alaide

 

ARTURO

Valdeburgo!  

VALDEBURGO

(Coraggio: ella ti vede.)

ISOLETTA

Arturo!

ARTURO

(senza badare a Isoletta)

(a Valdeburgo)

Io tremo... Il piede

mi sostiene a fatica.

ISOLETTA

(avvicinandosi a lui)

Artur! Non m'odi?

Né un guardo sol, né un detto

a me rivolgi?...

ARTURO

(scuotendosi)

Io... sì... t'ascolto... Io debbo

a te sola pensar... ed in te sola

sono assorti i miei sensi.

 
(suona la squilla del tempio il quale s'illumina)
 

Scena dodicesima

Il Priore con alcuni Cavalieri si presenta alla gran porta.

<- Il priore, alcuni cavalieri

 

IL PRIORE

Già dell'altare al piè fuman gl'incensi.  

Voi soli attesi siete.

MONTOLINO

Andiam: la destra

porgi alla sposa tua.

ARTURO

(con sommo turbamento)

Va'... Mi precedi...

Tutto all'uopo disponi... Ultimo io chiedo

con lei venire.

MONTOLINO

Al tuo voler io cedo.

(parte)

Montolino, Il priore, alcuni cavalieri ->

 

Scena tredicesima

Arturo, Isoletta, Valdeburgo, e Alaide nascosta.

 

VALDEBURGO

(Che far vuoi tu? Rammenta  

i giuramenti tuoi.)

ARTURO

(Misero!)

ISOLETTA

(osservando Arturo con somma ansietà)

E quale

sul tuo volto pallor? Che volgi in mente?

ARTURO

Non so... Qual uom demente,

non conosco me stesso... Ah! Quel ch'io soffro

immaginar non può pensiero umano.

VALDEBURGO

(Infedel!)

ARTURO

Ma son tuo... Ecco la mano.

Stringila omai... Ti affretta

pria che tolta ti venga.

(Isoletta stende la mano tremando. Si mostra Alaide: le sfugge un sospiro, e piega il capo su un monumento)

ALAIDE

Ah!

ARTURO

(veggendo Alaide)

Cielo!

ISOLETTA

È fredda...

Fredda come il tuo cor... Oh! Arturo! Arturo!

Perché mi hai lusingata?

Non più imene per me... Non sono amata!

(si copre il volto lagrimando. Valdeburgo la sostiene)

 

VALDEBURGO

Sì! Tu il sei.  

(con fermezza prendendo per un braccio Isoletta, e dando un'occhiata di rimprovero ad Arturo)

ISOLETTA

No 'l fui giammai.

Dal mio ciglio è il vel caduto.

ARTURO

Oh! Isoletta!... Tu non sai...

ISOLETTA

Io so tutto.

ALAIDE

(Oh! cielo, aiuto!)

VALDEBURGO
(ad Arturo)

(Sei presente ad Alaide...

ella t'ode, o mancator.)

Insieme

ISOLETTA, ALAIDE E ARTURO

(Qual sarà dolor che uccide,

s'io resisto al mio dolor!)

 

ARTURO

Deh! Perdona...

ISOLETTA

Taci, Arturo...

Infelice io non vo' farti:

da' miei mali i tuoi misuro...

Sciolto sei... da me ti parti. ~

Lungi, o rose: a me si addice

trista benda di squallor.

(si strappa la ghirlanda nuziale. Alaide si scuote e si avanza risolutamente)

ALAIDE

Ferma.

VALDEBURGO

(È dessa.)

ARTURO

(Oh! Me infelice!)

ISOLETTA

A che vieni?

ALAIDE

A farti cor.

(raccoglie la ghirlanda)

ISOLETTA

Chi sei tu, che in tal momento

hai per me cotanto zelo?...

ALAIDE

La Straniera.

ISOLETTA
(attonita)

Oh mio spavento!

ALAIDE

(li prende entrambi per mano)

All'altar vi chiama il cielo:

ubbidite ~ me seguite...

Là comincia il vostro amor.

 
(Alaide strascina seco nel tempio Arturo e Isoletta, senza dar loro il tempo di riaversi. Valdeburgo li segue)

Alaide, Arturo, Isoletta, Valdeburgo ->

 

Scena quattordicesima

Dopo alcuni momenti esce dal tempio Alaide: ella è tremante, agitata, e quasi fuori si sé.

<- Alaide

 

ALAIDE

Sono all'ara... Barriera tremenda  

fra noi sorge... Ed io stessa l'alzai!

Più non veggo... Ardo, agghiaccio a vicenda...

non l'amore, la speme lasciai.

(s'inginocchia, e stende le mani al cielo pregando)

Ciel pietoso, in sì crudo momento,  

al mio labbro perdona un lamento...

È l'estrema favilla d'un foco

che fra poco ~ più vita non ha.

Se i sospiri, se i pianti versati

i tuoi sdegni non hanno placati,

questo almeno ti renda propizio

sacrifizio ~ che il core ti fa.

Sfondo schermo () ()

 
(odesi musica religiosa nel tempio: un coro intona l'inno nuziale. Alaide sorge sbigottita, e porge l'orecchio)
 

CORO

Pari all'amor degli angioli,  

nume, è il lor casto affetto...

Ascenda al tuo cospetto

come d'incensi odor.

Insieme

ALAIDE

(durante il canto)

Ahimè! Comincia

il rito nuzial!... Fuggiam... Non posso...

vacilla il piè... Tutto vuotar, gran dio,

questo nappo crudel, tutto degg'io.

CORO

Stringi le due bell'anime

come i beati in cielo...

Come in un solo stelo

fiore si unisce al fior.

Insieme

ALAIDE

Ah! Sì... felici

vivano insiem... Mai più non oda Arturo

il mio nome suonar. Udiam...

(cessa la musica)

Silenzio

succede ai canti del devoto coro...

Il giuramento... è proferito... io moro.

(si abbandona ai piedi d'un monumento)

 

Scena quindicesima

Odesi tumulto dal tempio e gridare di molte voci.
Da lì a poco n'esce Arturo precipitosamente, e come fuori di sé. Alaide si scuote.

<- Arturo

 

CORO
(di dentro)

Vaneggia... Il passo sgombrisi...  

Sostengasi Isoletta.

ARTURO

(veggendo Alaide)

Ancor ti trovo.

ALAIDE

Ahi! Misera!

ARTURO

Seguimi... Il passo affretta.

Da me volean dividerti...

Giammai... tu sei con me.

(l'afferra per un braccio)

ALAIDE

Ah! che mai tenti?

ARTURO

O vivere,

o morir teco io tento.

ALAIDE

Lasciami.

ARTURO

Vieni...

ALAIDE

Ah! sentimi...

ARTURO

(strascinandola)

Sol le mie furie io sento.

ALAIDE

Aita! aita!

ARTURO

Invano...

non mi uscirai di mano;

chi primo s'avvicina,

morto cadrammi al piè.

(snuda la spada)

 

Scena ultima

Il Priore degli Spedalieri, Coro, e Popolo: tutti accorrendo.
Poi Valdeburgo.

<- Il priore, popolo

 

IL PRIORE

Chi veggio? La regina?  

TUTTI

Regina!

ARTURO

(vivamente percosso)

Quale? ov'è?

IL PRIORE

Tu l'hai presente... Mirala:

onora Agnese in lei.

Spenta è Isemberga, e riedere,

regina, al soglio déi.

Mi annunzia il lieto evento

con questo foglio il re.

 

<- Valdeburgo

ARTURO

(si scuote e si precipita innanzi ad Agnese)

Sovra il mio corpo spento

ritorna al soglio.

(si trafigge)

 

TUTTI
(inorriditi)

Ahimè.

ALAIDE

(per accorrere a lui)

Arturo! Arturo!

VALDEBURGO

(arrestandola)

Scostati.

Deh! si soccorra.

TUTTI

Ei muore.

ALAIDE

Muore! D'Agnese è vittima,

del mio funesto amore...

IL PRIORE

Regina!

VALDEBURGO

Agnese?

TUTTI

(confortandola)

Calmati,

riedi, deh! riedi in te.

 

ALAIDE

(nell'estrema disperazione)  

Or sei pago, o ciel tremendo...

or vibrato è il colpo estremo...

Più non piango ~ più non temo

tutto io sfido il tuo furor.

Morte io chiedo, morte attendo;

che più tarda, e in me non piomba?...

Solo il gelo della tomba

spegner puote un tanto amor!

Sfondo schermo () ()

 

TUTTI

Ah! lo spirito l'abbandona...

ciel perdona ~ un tanto error.

 
(Alaide si abbandona fra le braccia del coro)
 

Fine (Atto secondo)

Atto primo Atto secondo

Gran sala ove si raduna il tribunale; porta in prospetto.

giudici, Il priore, Osburgo, terrazzani, guardie
 

Udimmo. Il tuo racconto

giudici, Il priore, Osburgo, terrazzani, guardie
<- Alaide, altre guardie

E a tanto error costei trascorse?)

giudici, Il priore, Osburgo, terrazzani, guardie, Alaide, altre guardie
<- Arturo

Morte cadrà sul mio

giudici, Il priore, Osburgo, terrazzani, guardie, Alaide, altre guardie, Arturo
<- Valdeburgo

Ambi sian sciolti / Ah! Valdeburgo! / È desso

(silenzio e terrore generale)

giudici, Il priore, Osburgo, terrazzani, guardie, altre guardie
Valdeburgo, Alaide, Arturo ->

Tu che osasti mentir a questo in faccia

giudici, Il priore, guardie, altre guardie
Osburgo, terrazzani ->

Voi che presenti foste

Il priore, giudici, guardie, altre guardie ->

Foresta come alla scena VIII dell'atto primo.

 
<- Arturo

A tempo io giungo... Ei non partì... Qui trasse

Arturo
<- Valdeburgo

Valdeburgo e Arturo
Sulla salma del fratello
Valdeburgo, Arturo ->

Gabinetto d'Isoletta nel castello di Montolino.

Isoletta
 

Né alcun ritorna?... Oh! Cruda

 
Isoletta
<- damigelle
Coro e Isoletta
Esulta; ei riede
Isoletta, damigelle ->

Atrio che mette al tempio degli Spedalieri.

dame, cavalieri
 
dame, cavalieri ->
<- Montolino, Isoletta, Arturo

Dolce di un padre al cor suona la voce

Montolino, Isoletta, Arturo
<- Valdeburgo, Alaide

Valdeburgo! / Coraggio: ella ti vede

(suona la squilla del tempio il quale s'illumina)

Montolino, Isoletta, Arturo, Valdeburgo, Alaide
<- Il priore, alcuni cavalieri

Già dell'altare al piè fuman gl'incensi

Isoletta, Arturo, Valdeburgo, Alaide
Montolino, Il priore, alcuni cavalieri ->

Che far vuoi tu? Rammenta

Valdeburgo, Isoletta, Arturo e Alaide
Sì! Tu il sei / No 'l fui giammai
Alaide, Arturo, Isoletta, Valdeburgo ->
<- Alaide

(odesi musica religiosa)

(tumulto dal tempio e gridare di molte voci)

Alaide
<- Arturo
Alaide, Arturo
<- Il priore, popolo
Alaide, Arturo, Il priore, popolo
<- Valdeburgo
 

(Arturo si trafigge)

 
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena ultima
Atrio del castello di Montolino: di fronte il lago, e al di là del lago,... Interno della capanna ov'abita la Straniera. Foresta nelle vicinanze di Montolino; vedesi in distanza la capanna di Alaide. Luogo remoto ove è posta la capanna della Straniera, ombreggiata da piante silvestri; di prospetto... Gran sala ove si raduna il tribunale; porta in prospetto. Foresta come alla scena VIII dell'atto primo. Gabinetto d'Isoletta nel castello di Montolino. Atrio che mette al tempio degli Spedalieri.
Atto primo

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