Atto terzo

 

Scena prima

Cortile del serraglio in cui sono custoditi Baiazete, ed Asteria.

 Q 

Baiazete, Asteria

 
Recitativo

BAIAZETE

Figlia, siam rei, io di schernito sdegno,  

tu d'amore sprezzato;

vorrà il nostro nemico

vendicarsi dell'uno, e placar l'altro.

ASTERIA

Tutta la colpa mia

è una vendetta che ha fallito il segno.

BAIAZETE

Se il Tartaro irritato

pensasse a nuovi oltraggi?

A me nulla più resta oltre la vita,

ma a te...

ASTERIA

Lo scampo, o genitor, m'addita!

BAIAZETE

Odi dunque, ma tutta

a incontrarlo vi vuol la tua virtude.

ASTERIA

S'è morte, sia la mia, ma non la vostra.

BAIAZETE

La tua e la mia; vedi, quest'è veleno,

dei miei vasti tesori unico avanzo;

al primo insulto,

che tenta il Tamerlan, lo bevi, e mori;

e me vedrai al primo infausto avviso

preceder o seguir il tuo destino.

ASTERIA

Padre, al tuo gran voler la fronte inchino.

BAIAZETE

Invano; invan si crede

tenerci un fier destin i lacci al piede.

 
[N. 27a - Aria]

 N 

Su la sponda del pigro Lete là m'aspetta  

se vi giungi pria di me.

Che svanita la vendetta

ti promette di seguirti la mia fé.

(parte)

Baiazete ->

 
[N. 27b - Aria]

 N 

ASTERIA

Cor di padre e cor d'amante,  

salda fede, odio costante,

pur al fin vi placherò.

Ma non è pago il mio core,

perché dice il mio timore,

ch'ambidue vi perderà.

 

Scena seconda

Tamerlano, Andronico, e Asteria in disparte.

<- Tamerlano, Andronico

 
Recitativo

TAMERLANO

Andronico, il mio amore  

dallo sdegno d'Asteria acquista lena;

irritato ed offeso

odiarla, il so, dovrei, quanto m'oltraggia

dovrei punirla. Ma quel volto ch'ebbe

forza fin di placarmi

a pro' di Baiazete, frena i miei sdegni.

ANDRONICO

(Principio infausto!)

TAMERLANO

Io stesso

scendo fra queste mura, acciò da voi

intenda, me presente, i suoi trionfi;

diteli, che il mio trono è ancora vuoto.

ANDRONICO

Signor, co' suoi nemici non si placa

l'odio degl'Ottomani. Io poi non sono

ugual al grand'impiego,

e chi seppe tradirmi

su le prime domande

potrà poi rifiutar anco i miei voti.

ASTERIA

(Bella prova di fede!

Perché no 'l può sperar non me lo chiede.)

TAMERLANO

Voi dunque al maggior segno

da me beneficato, e fatto grande,

vorrete essermi ingrato?

Parlate, o che vi credo

della colpa d'Asteria autore e reo.

ANDRONICO

Asteria...

ASTERIA

Iniquo, taci.

ANDRONICO

Non mi dannate almeno

prima d'udirmi; è tempo

ch' Andronico con voi parli da amante.

TAMERLANO

(Qual voce?)

ASTERIA

(Ahi, che dirà?)

ANDRONICO

Chiesi e pregai

a pro' del Tamerlan nozze ed affetti;

ma questa mia richiesta è il mio rimorso.

Voi la puniste con fatal consenso,

né del gran colpo mi voleste a parte;

ora lo son dell'odio vostro, e dico

che son rival del Tamerlano, e v'amo.

TAMERLANO

Che ascolto mai?

ANDRONICO

Si, Tamerlano, udite:

un amante, un rival.

ASTERIA

Prence, tacete!

ANDRONICO

No, che pria vo' compir la mia protesta.

Tenga il Tartaro pure

tutti i vasti suoi doni, e ancor maggiori,

che per placar Asteria io gli rifiuto.

TAMERLANO

Se non dovessi al braccio tuo gran prove,

ardito prence, no 'l diresti impune.

Ma che risponde Asteria?

ASTERIA

S'uniforma al suo amor, benché infelice,

che t'odio, il sai; che l'amo, egli lo dice.

TAMERLANO

Perfida! L'amor tuo fa' ciò che invano

sino ad ora tentò tutto il mio sdegno.

Ben ti farò pentir d'esser sì ardita.

ASTERIA

Ho il mio amante in difesa.

TAMERLANO

Or lo vedremo.

Tronchisi il capo a Baiazete, e Asteria

allo schiavo più vil sia fatta sposa.

ANDRONICO

Dunque real donzella...

TAMERLANO

Non favellar, o la sentenza affretto.

ASTERIA

(si getta in ginocchio innanzi al Tamerlano)

Deh, signor, sul mio capo

cada il vostro furor, ma al mio gran padre

perdonate una colpa...

 

Scena terza

Baiazete, e detti.

<- Baiazete

 

BAIAZETE

Come? Asteria, tu a piè del Tamerlano?  

Sorgi, non s'ha da rimirar prostrata

innanzi al suo nemico una mia figlia.

TAMERLANO

Costui m'incanta, e a tollerar mi sforza

ciò che mal soffrirei da un vincitore.

BAIAZETE

Dimmi: qual arte usasti

per avvilir degli Ottomani il sangue?

ANDRONICO

(Non l'irritate!)

BAIAZETE

Eh! Che quell'empio è un vile!

TAMERLANO

Baiazete, l'ira mia non ha più freno.

Sappi, che non più solo

sei mio nemico: altri due rei son teco.

Ora con un sol colpo

voglio veder puniti

un rival, un'ingrata, e un superbo.

Baiazete ed Asteria

sian trascinati alle mie mense. Seco

venga Andronico, e miri

in Asteria i suoi scorni;

se poi tal piace, all'amor suo ritorni.

 
[N. 28 - Aria]

 N 

A dispetto  

d'un volto ingrato

più sdegnato già s'agita il cor.

E nel petto

ai tumulti dell'alma

può dar calma

il mio solo furor.

(parte)

Tamerlano ->

 

Scena quarta

Baiazete, Asteria, ed Andronico.

 
Recitativo

BAIAZETE

Figlia, con atto vil tutta perdesti  

del passato vigor la lode e il merto.

ASTERIA

Si minacciò la vostra testa.

BAIAZETE

Ancora

se vedessi a troncarla,

scuoter mai non ti devi.

ASTERIA

D'un servo vil mi fu prescritto il nodo.

BAIAZETE

Non hai come sottrarti?

E tu Andronico, avesti

cor da soffrir tanta viltade in lei?

ANDRONICO

Non badai che a placarla, e mi compiacqui

del suo stesso delitto esser a parte.

BAIAZETE

Vili! Ha cor Baiazete anco per voi.

Che preghiere? Che pianti?

La costanza e i disprezzi

sono l'armi da usar contro il tiranno.

Seguitemi e vedrete

se ne' cimenti suoi

il cor di Baiazete basta anche a voi.

(parte)

Baiazete ->

 

Scena quinta

Andronico, Asteria, e Leone.

<- Leone

 

ANDRONICO

Asteria, allor che andaste  

regina al soglio, vi provai sdegnata;

ora che andate rea, siete placata?

ASTERIA

Così no 'l fossi, ma dell'amor mio

questo, prence, è il destin che mi tormenta:

regina o rea, non andar mai contenta.

LEONE

L'empietà de' ministri,

principessa, a partir ormai vi affretta.

ANDRONICO

Anche ciò contro di me? Povero amante!

Cedi due regni, e ti vien tolto il prezzo.

ASTERIA

Andronico, costanza, il mio gran padre

fu a me d'esempio, ed io lo sono a voi.

LEONE

Grave duolo per voi m'opprime i sensi.

 

Leone ->

ANDRONICO

Voglio dunque morir con te, mia vita!

ASTERIA

No, no, questo vi basti,

prence, saper che nell'estremo istante

saranno il mio dolor padre e amante.

 
[N. 29 - Duetto]

 N 

ASTERIA

Vivo in te, mio caro bene!  

E se morte a te è gradita,

son contenta di morir.

Ah, ti perdo, e quando mai,

o mio ben, mi rivedrai;

troppo è crudo il mio martir.

Insieme

ANDRONICO

Vivo in te, mia dolce vita!

E se morte a te è gradita,

son contento di morir.

Ah, ti lascio, e quando mai,

o mio ben, mi rivedrai;

troppo è crudo il mio martir.

 
(partono)

Asteria, Andronico ->

 
 

Scena sesta

Salone imperiale apparecchiato per le mense di Tamerlano.
Irene, e Leone.

 Q 

Irene, Leone

 
Recitativo

LEONE

Reina, è vuoto il trono,  

non tocca ad occuparlo ora che a voi;

parli Irene da Irene, e Irene regni.

IRENE

Ahi! che quell'empio ancora

segue la sua nemica,

o che l'ama o non l'odia; e se placato

tornasse a noi con la rivale a lato?

LEONE

Non si deve temer; troppo costante

in Asteria sarà l'odio al nemico;

ella Andronico adora,

e ogn'altro amor detesta;

l'ultima speme a vostri mali è questa.

IRENE

Ma torni poi qual brama. Irene al fine

non può dilungar più la sua ragione.

Si chieda, e non si preghi,

e chi ha un impero in dote,

se sposa non si vuol torni nemica.

LEONE

Non l'irritate, e voi sovvenga bene,

che se già spiace Asteria abbraccia Irene.

 
[N. 30 - Aria]

 N 

IRENE

Crudel più non son io,  

amarlo è dover mio

se m'accarezza.

Ma tanto l'odierò

quanto amarlo dovrò

se mi disprezza.

(si ritira in disparte)

 
Recitativo

LEONE

Se Irene al trono ascende,  

saran felici Andronico ed Asteria;

di sì costante affetto

bramo vedere un fortunato evento,

e del contento lor sarò contento.

 
[N. 31 - Aria]

 N 

Se ad un costante core,  

tu non dai pace, Amore,

l'odio trionferà.

Sia premio a un pure affetto

bandire ancor dal petto

l'ombra d'infedeltà.

(parte)

Leone ->

 

Scena settima

Tamerlano, Baiazete, Andronico ed Irene in disparte.

<- Tamerlano, Baiazete, Andronico

 
Recitativo

TAMERLANO

Eccoti, Baiazete, dall'angusto ritiro  

in cui t'avea già l'ira mia ristretto,

innanzi allo splendor delle mie mense:

cortese è il Tamerlan più che non pensi.

BAIAZETE

Mi si rende sospetto,

benché sembri cortese, il mio nemico.

TAMERLANO

L'indovinasti, ho già risolto il modo

che avvilir ti potrà.

BAIAZETE

No, non v'è colpo,

onde avvilir di Baiazete il core.

TAMERLANO

A questo non resisti.

BAIAZETE

Che fia? L'affretta! intrepido l'attendo.

TAMERLANO

Or lo saprai; ne venga Asteria, e intenda

dal vincitor offeso il suo destino.

E tu, Andronico, impara, e segui ancora

ad essermi rival, che ti perdono.

ANDRONICO

O la difendo, o Andronico non sono.

BAIAZETE

Fermatevi, che Asteria

è munita da me di sua difesa.

ANDRONICO

Atto da grande è vincere il nemico,

ma se l'opprimi poi, è un atto indegno.

TAMERLANO

Parla per te, non per altrui, t'è d'uopo.

ANDRONICO

Altro per me non dico,

che se mi togli Asteria,

sei un ingiusto, un ingrato, un empio core.

TAMERLANO

Chi ha la vendetta in man, sprezza il furore.

 
[N. 32 - Aria]

 N 

ANDRONICO

Se non mi rendi il mio tesoro,  

tu dir non sai qual sia pietà.

Io per lei peno, io per lei moro,

e il cor si strugge per sua beltà.

 

Scena ottava

Andronico mentre vuol partire, s'incontra con Asteria, e detti.

<- Asteria

 
Recitativo

ASTERIA

Eccomi, che si chiede?  

TAMERLANO

Accostati, superba, e fissa il guardo

nel posto luminoso, che perdesti.

ASTERIA

Lieve perdita è un ben, che si detesta.

TAMERLANO

Ma ciò non basta; venga

serva chi rifiutò d'esser regina.

Tosto ad Asteria un nappo! e al basso impiego

innanzi al suo signor pieghi il ginocchio.

ANDRONICO

Ingiusto...

BAIAZETE

Temerario...

ASTERIA

(li ritiene)

Olà, fermate.

Ho meco, onde schernirlo.

(Numi, che in cor voi m'ispirate il colpo,

voi lo guidate!) Eccomi pronta all'opra!

(va a prender la tazza)

BAIAZETE

Che pensa Asteria?

ANDRONICO

Che risolve?

TAMERLANO

Or ecco,

donde comincio ad avvilirti, o fiero,

e di te a vendicarmi, o prence ardito.

ASTERIA

(La sorte almeno a questo colpo arrida.)

 
(Asteria getta il veleno, che gli aveva dato Baiazete, nella tazza che deve apprestar al Tamerlano, ed è veduta da Irene, che s'accosta alla tavola)
 

IRENE

Ahi! che miro? or conviene

che Irene al Tamerlan parli da Irene.

ASTERIA

Bevi, superbo, bevi,

e in questo nappo, che ti porge Asteria,

d'ambizion l'immensa sete estingui!

TAMERLANO

Mira la figlia, Baiazete! Vagheggia,

Andronico, l'amata!

Questo è suo dono, e perché suo, consacro

questa tazza all'amante e al genitore.

IRENE

(trattiene il Tamerlan che stava per bere)

Tamerlan, ferma il sorso!

TAMERLANO

Ancora qui la temeraria? E come?

Chi ti concesse tanto ardire?

IRENE

Sappi, ch'entro quel nappo

nuota la morte tua, sappi, che Asteria

v'infuse, incauta, un dono

che, se vien da sua man, certo è veleno.

Sappi, che parla Irene, e Irene io sono.

TAMERLANO

Tu Irene?

(ad Asteria)

Tu sì audace?

BAIAZETE

Ah! Che mia figlia

perduta ha la vendetta, e la difesa!

TAMERLANO

Sieda Irene; e tu iniqua,

il cui pallor già fece rea, che dici?

ASTERIA

Bevi, ch'io stessa ti assicuro, bevi!

TAMERLANO

No, che sei disperata; o padre, o amante

me n'assicuri pria.

Fa' che l'assaggi o l'uno, o l'altro, e bevo.

ASTERIA

(si leva dalla mensa e con la tazza alla mano si avanza verso Baiazete ed Andronico)

Legge crudel! che si risolve, Asteria?

 
[N. 33 - Recitativo accompagnato]

 N 

 

Padre, amante, di voi chi vuole il merto

delle vendette mie? Chi primo beve?

Baiazete: ma son figlia

Andronico: è il mio amante.

Beva l'un, beva l'altro. Ahi pena! e poi?

 
[N. 34 - Arioso e recitativo]

 N 

Folle sei, se lo consenti!  

Il tiranno poi vivrà,

e morran questi innocenti

 

 

Beva dunque la rea, e da mia morte  

anziché dalla loro

di punire il tiranno avremo il frutto.

 
(mentre Asteria vuol bere il veleno, Andronico glielo getta di mano)
 

ANDRONICO

Sconsigliata, che tenti?

BAIAZETE

Incauto amante!

ASTERIA

Ah! stolto, che pretendi?

Mi togli a morte, e a tirannia mi rendi.

(parte furiosa ed Andronico la segue)

Asteria ->

 

ANDRONICO

Ad assisterti io vengo, alma costante!

(parte)

Andronico ->

 

TAMERLANO

Seguitela, soldati, e a cenni miei  

sia custodita! Empia, due volte rea

di enorme tradimento, onde incomincio

il suo castigo? Dalla morte è poco:

dall'infamia si cerchi. E Baiazete

ne sia lo spettator. Si guidi il fiero

al serraglio de' schiavi; ivi a momenti

condotta Asteria, lui presente, sia

alla turba servil concessa in preda.

 
[N. 35 - Recitativo accompagnato]

 N 

BAIAZETE

E il soffrirete, d'onestade, oh numi?

La raccomando a voi, poiché a me resta

onde togliermi a lui, la via funesta.

 
[N. 36 - Aria]

 N 

Empio, per farti guerra,    

regno di sotterra

l'ombra ritornerà.

E l'ira degli dèi

al suon de' sdegni miei

forse si sveglierà.

(parte)

S

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Baiazete ->

 
Recitativo

IRENE

Signor, tra tante cure  

che fia d'Irene?

TAMERLANO

Irene sarà mia sposa. Il tradimento alfine

sia punito in Asteria,

e coronata sia la fé in Irene.

IRENE

Oblio l'andate offese;

e mi farà la bella sorte ardita

di dare al mio signor e trono e vita.

 
[N. 37 - Duetto]

 N 

Vedrò ch'un dì si cangerà  

del mio penar la crudeltà.

Mia fede allor il premio avrà

se saprai amar chi amarti sa.

Vedrò ch'un dì si cangerà

del mio penar la crudeltà.

 

TAMERLANO

Vedrai ch'un dì cangiar saprò

del tuo penar la crudeltà.

Tua fede allor il premio avrà

che saprò amar chi amarmi sa.

Vedrai ch'un dì cangiar saprò

del tuo penar la crudeltà.

 

Scena nona

Entra Andronico da una parte, e dall'altra Leone ed Asteria, e detti.

<- Andronico, Leone, Asteria

 
Recitativo

LEONE

Vieni, Asteria, e saprai  

quanto m'impose il tuo gran padre. Io reco

a te gran cose, alto signor: placato

è Baiazete, e di parlarti or chiede.

ANDRONICO

E ciò fia ver?

TAMERLANO

Placato? Parlarmi? E come?

LEONE

Appena

da quelle stanze uscito,

mirò, da folto stuol de' tuoi guerrieri

tratto il suo duce Orcamo. Allora, alzando

gli occhi e la voce al ciel: «Vanne» a me disse,

«di' a Tamerlan che alfin cedo al mio fato;

digli, che vuò parlargli, e fa', che sia

seco la figlia mia».

ASTERIA

Che sarà mai?

TAMERLANO

Che dir saprà? Già viene.

ANDRONICO

Quant'ha le luci placide e serene!

 

Scena decima

Baiazete, e detti.

<- Baiazete

 

BAIAZETE

Oh, per me lieto, avventuroso giorno!  

O figlia cara, o imperator, o amici!

Già son nel cor, qual son tranquillo in volto,

e sai perché, mia figlia?

E ‘l sai, tiran? Da' lacci tuoi son sciolto.

TAMERLANO

Ma chi di man può trarti al furor mio?

BAIAZETE

Chi lo può? Lo poss'io.

Fremi, minacci; io rido

del tuo furor, di tue minacce. Ho vinto

l'orgoglio tuo col mio velen; né puoi

farmi morire, o far sì, ch'io non mora:

e questa morte, in mio trionfo eletta,

già diventa tuo scorno, e mia vendetta.

ASTERIA

Ah! genitor, che parli?

 
[N. 38 - Recitativo accompagnato]

 N 

BAIAZETE

Si, figlia, io moro; addio!

Tu resta, ahimè, che dir non posso: in pace!

Tu resti, figlia, negli affanni, e questo

è il solo affanno mio...

 
Recitativo

ASTERIA

No; vuò seguirti anch'io;

io vuò morir. Prence, tiranno, un ferro!

Al tuo amor, al tuo sdegno il chiedo. Ah, padre!

Con questa man, che per l'estrema volta

ora ti bacio, e co' miei pianti inondo,

prendi un ferro, se puoi; passami il seno,

e guida teco la tua figlia!

BAIAZETE

Oh, sempre

avversi dèi! dov'è ferro, o veleno?

Sì, figlia, in questi estremi amplessi miei

per pietà del tuo duol t'ucciderei.

 
[N. 39 - Arioso]

 N 

Figlia mia, non pianger, no.  

Lascia allora uscire il pianto,

quando morto io no 'l vedrò.

 
[N. 40 - Recitativo accompagnato]

 N 

(a Tamerlano)

Tu, spietato, il vedrai (misera figlia!),  

ma non ne andrai lieto gran tempo. Io vado

le furie a scatenar per tuo tormento;

già miro il dì mancar. Morte, ti sento.

Per tuo supplizio è quest'orror, su, via,

furie, e ministre, del gran Re dell'ira,

io vi conosco: eccovi la; quel crudo

percuotete, sbranate, lacerate,

sì, lanciategli al core

i serpi, e le ceraste.

Degni di voi que' colpi son. Sì, presto,

ma non cessate! ahimè, se stanche siete,

la rabbia mia prendete,

o meco lo portate

laggiù nel regno del furor eterno.

(va mancando nel ritirarsi dentro la scena, sostenuto sempre da Asteria ed Andronico)

Per tormentar, per lacerar quel mostro

io sarò la maggior furia d'Averno.

 

Baiazete, Asteria, Andronico ->

<- Asteria, Andronico

[N. 41 - Recitativo accompagnato]

 N 

ANDRONICO

Barbaro! alfin sei sazio ancor?  

Lo vedi già steso a terra.

ASTERIA

Or manca solo il mio morire al trionfo.

Mirami, io quella son

che già due volte tentò darti la morte,

e son rea, perché non l'ho eseguita;

se non sono le mie colpe bastanti per una

nuova morte,

almeno quella rendimi, che getto la mia vendetta;

dammi la morte il genitor m'aspetta.

 
[N. 42 - Aria]

 N 

Padre amato, in me riposa,  

io quell'ombra generosa

a momenti seguirò.

E tu, crudo empio tiranno,

ogni tuo tormento e affanno,

sempre in vita incontrerò.

(parte)

Asteria ->

 

Scena ultima

Detti, salvo Asteria.

 
Recitativo

ANDRONICO

A me convien seguir l'idol mio.  

TAMERLANO

No, prence, attendete.

ANDRONICO

Almeno lasciate...

TAMERLANO

Basta; Zaida, voi la seguite, e l'assistete.

IRENE

Signor, d'un infelice abbia un gran cor pietade!

ANDRONICO

E capace ei sarà d'aver pietade?

TAMERLANO

Andronico ed Irene

meglio a conoscer Tamerlano impari;

spinto da' suoi furori, è morto Baiazete,

entro a quell'urna io chiudo gli odi antichi

e i nuovi amori.

Prence, Asteria vi rendo;

il vostro puro affetto

conforti il suo dolor,

e asciughi il pianto,

e allor che dia natura

alle lacrime tregua, al dì riposo,

di Bisanzio alla reggia con voi ne vada

a terminar sua sorte, compagna al trono

e fida a voi consorte.

ANDRONICO

Per così grande e inaspettato dono,

signor, molto ti devo.

TAMERLANO

L'odio adesso placato, e resi amici,

cominceremo oggi a regnar felici.

 
[N. 43 - Duetto]

 N 

TAMERLANO E ANDRONICO

Coronata di gigli e di rose  

con gli amori ritorni la pace.

E fra mille facelle amorose,

perda i lampi dell'odio la face.

 
Recitativo

TAMERLANO

Ora, invitta regina, il mio delitto  

so che perdon non merta;

ma pur sperar mi giovi,

che la vostra bontà m'assolva,

e ascolti d'un monarca pentito

i caldi prieghi.

IRENE

Signor, questo mio seno

è già contento appieno;

se cortese un gran re così m'accoglie,

sarò qual più gli aggrada, o serva, o moglie.

 
[N. 44 - Coro finale]

 N 

TUTTI

D'atra notte già mirasi a scorno  

d'un bel giorno

brillar lo splendor.

Fra le lede, che Lachesi accende

chiara splende

la face d'amor.

 

Fine (Atto terzo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Cortile del serraglio in cui sono custoditi Baiazete, ed Asteria.

Baiazete, Asteria
 

Figlia, siam rei, io di schernito sdegno

[N. 27a - Aria]

Asteria
Baiazete ->

[N. 27b - Aria]

Asteria
<- Tamerlano, Andronico

Andronico, il mio amore

Asteria, Tamerlano, Andronico
<- Baiazete

Come? Asteria, tu a piè del Tamerlano?

[N. 28 - Aria]

Asteria, Andronico, Baiazete
Tamerlano ->

Figlia, con atto vil tutta perdesti

Asteria, Andronico
Baiazete ->
Asteria, Andronico
<- Leone

Asteria, allor che andaste

Asteria, Andronico
Leone ->

[N. 29 - Duetto]

Asteria e Andronico
Vivo in te, mio caro bene!
Asteria, Andronico ->

Salone imperiale apparecchiato per le mense di Tamerlano.

Irene, Leone
 

Reina, è vuoto il trono

[N. 30 - Aria]

Se Irene al trono ascende

[N. 31 - Aria]

Irene
Leone ->
Irene
<- Tamerlano, Baiazete, Andronico

Eccoti, Baiazete, dall'angusto ritiro

[N. 32 - Aria]

Irene, Tamerlano, Baiazete, Andronico
<- Asteria

Eccomi, che si chiede?

[N. 33 - Recitativo accompagnato]

[N. 34 - Arioso e recitativo]

Beva dunque la rea, e da mia morte

Irene, Tamerlano, Baiazete, Andronico
Asteria ->

Irene, Tamerlano, Baiazete
Andronico ->

Seguitela, soldati, e a cenni miei

[N. 35 - Recitativo accompagnato]

[N. 36 - Aria]

Irene, Tamerlano
Baiazete ->

Signor, tra tante cure

[N. 37 - Duetto]

Irene, Tamerlano
<- Andronico, Leone, Asteria

Vieni, Asteria, e saprai

Irene, Tamerlano, Andronico, Leone, Asteria
<- Baiazete

Oh, per me lieto, avventuroso giorno!

[N. 38 - Recitativo accompagnato]

[N. 39 - Arioso]

[N. 40 - Recitativo accompagnato]

Tu, spietato, il vedrai (misera figlia!)

Irene, Tamerlano, Leone
Baiazete, Asteria, Andronico ->
Irene, Tamerlano, Leone
<- Asteria, Andronico

[N. 41 - Recitativo accompagnato]

Barbaro! alfin sei sazio ancor?

[N. 42 - Aria]

Irene, Tamerlano, Leone, Andronico
Asteria ->

A me convien seguir l'idol mio

[N. 43 - Duetto]

Tamerlano e Andronico
Coronata di gigli e di rose

Ora, invitta regina, il mio delitto

[N. 44 - Coro finale]

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena ultima
Cortile nel palazzo di Tamerlano, luogo dove sta imprigionato Baiazete. Appartamenti destinati a Baiazete ed Asteria nel palazzo del Tamerlano. Atrio nel palazzo di Tamerlano. Galleria corrispondente al gabinetto del Tamerlano. S'alza la tenda del gabinetto, e si vede a sedere nel mezzo il Tamerlano, ed Asteria... Sala con trono. Cortile del serraglio in cui sono custoditi Baiazete, ed Asteria. Salone imperiale apparecchiato per le mense di Tamerlano.
[Ouverture] [N. 1 - Introduzione] [N. 2 - Recitativo] [N. 3 - Aria] [N. 4 - Aria] [N. 5 - Aria] [N. 6 - Aria] [N. 7 - Aria] [N. 8 - Aria] [N. 9 - Aria] [N. 10 - Aria] [N. 11 - Recitativo accompagnato] [N. 12 - Aria] [N. 13 - Aria] [N. 14 - Aria] [N. 15 - Recitativo accompagnato] [N. 16 - Aria] [N. 17 - Aria] [N. 18 - Aria] [N. 19 - Aria] [N. 20 - Aria] [N. 21 - Recitativo accompagnato] [N. 22 - Terzetto] [N. 23 - Arietta] [N. 24 - Arietta] [N. 25 - Arietta] [N. 26 - Aria] [N. 27a - Aria] [N. 27b - Aria] [N. 28 - Aria] [N. 29 - Duetto] [N. 30 - Aria] [N. 31 - Aria] [N. 32 - Aria] [N. 33 - Recitativo accompagnato] [N. 34 - Arioso e recitativo] [N. 35 - Recitativo accompagnato] [N. 36 - Aria] [N. 37 - Duetto] [N. 38 - Recitativo accompagnato] [N. 39 - Arioso] [N. 40 - Recitativo accompagnato] [N. 41 - Recitativo accompagnato] [N. 42 - Aria] [N. 43 - Duetto] [N. 44 - Coro finale]
Atto primo Atto secondo

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