Azione prima

 
La scena è lo scoglio de' Ciclopi nell'arcipelago.
 
Personaggi della prima azione:
Coro di Dèi, Amore, Mercurio, Discordia
nella prima scena in vece di prologo.
Compagni di Ulisse, Polifemo, Ciclope, Oracolo, Galatea, coro di Ninfe ballatrici.
 

Scena prima in luogo di prologo

Boschereccia nello scoglio de' Ciclopi.
Coro primo di Deità amiche de' Troiani. Coro secondo di Deità favorabili à Greci.
Discordia, Mercurio, Amore.

 Q 

dei amici dei Troiani, dei favorevoli ai greci, Discordia, Mercurio, Amore

 

CORO

Ulisse in patria no non anderà.  

 
IIº

Ulisse in patria sì ritornerà.

 

DISCORDIA

Giù nel mondo, e che sarà?

Se contendono anco in ciel

le discordi deità?

Fra mortali, e chi potrà

fuggir l'ire, s'anco Amor

disdegnoso irato va?

 

MERCURIO

Accinto a grande impresa  

oggi Cupido sei,

meco non hai contesa,

ma col re degli dèi.

AMORE

La contesa non schivo, e non disprezzo

alle vittorie avvezzo.

MERCURIO

Vuoi dunque Ulisse morto?

AMORE

O morto, o vivo,

ben di sua patria privo.

MERCURIO

Ed io, che torni al desiato regno,

l'infallibil destin ti do per pegno.

AMORE

Stringerò novi lacci

d'inganni, d'incanti

d'amori, di pianti, ch'alfin

vinceranno il destin.

MERCURIO

L'amoroso desio

è un affetto che vola,

presto vien, poco sta, ratto s'invola.

AMORE

Col fuggitivo greco

farò Nettun sdegnato.

MERCURIO

Ed io renderò seco

sempre Giove placato.

AMORE

Contro il decreto eterno

conciterò l'inferno.

MERCURIO

Io svelerò tue frodi,

io scioglierò tuoi nodi.

AMORE

Al cominciar.

MERCURIO

Alla frode.

AMORE

All'inganno.

MERCURIO

Al macchinar.

AMORE

Voli voli chi sa volar.

DISCORDIA

Mortali è mia quest'opra,

dagli dèi disprezzata

feci col pono d'or fiera vendetta,

dal cielo discacciata

so nov'ira destar novo furore,

e far ministro de' miei sdegni Amore.

 

Per me per me vedrete,  

e del tempo, e del loco

lo spazio e la misura

non obbedir natura;

dalle guerre divine

sia l'ordine distrutto,

negl'errori d'Ulisse

sia disordine tutto.

dei amici dei Troiani, dei favorevoli ai greci, Discordia, Mercurio, Amore ->

 

Scena seconda

Ulisse, e Compagni.

<- Ulisse, compagni di Ulisse

 

ULISSE

Troia disfatta in cenere, e caverne  

non riderà d'un'Elena rapita;

noi sì ch'abbiam la vita

salva da tanti rischi,

penosa chiamerem l'alta vittoria,

ma ne' perigli sol stassi la gloria.

Abbiam finor fuggito

le guerre degl'orribili Ciconi,

l'oblivion de' Lotofagi tristi,

o memorie gioconde, o lieti acquisti.

COMPAGNI

Gran virtù contenti aduna

gran virtù ria sorte opprime

di virtù serva è fortuna.

ULISSE

Ma non convien tanta baldanza ancora,

vediamo pria ciò che destina il fato

questo silvestre loco inabitato

vuo' penetrar, che la miglior fortuna

palliata ben spesso all'uom si mostra,

altri mi segua, altri alle navi vada

io vi farò co' rischi miei la strada.

Ulisse, compagni di Ulisse ->

 
 

Scena terza

Antro de' Ciclopi con valle per dove passa il fiume Aci.
Polifemo, Oracolo.

 Q 

Polifemo, Oracolo

 

POLIFEMO

Udite queste voci  

ingiustissimi numi,

de miei grandi natali

offensori immortali:

io figlio di Nettuno,

del monarca del liquido elemento,

io, che porto terribile spavento

solingo abitator d'un antro oscuro,

sembro in scorza natia chiuso animal.

 

Mia forza orribile,  

guardo terribile

niente mi val.

Numi sprezzatemi,

ingiuriatemi,

sono immortal.

 

POLIFEMO

Con ragion m'arrabbio, e fremo  

per voi il cielo preparaste

fieri numi, e qui cacciaste

in un antro Polifemo.

ORACOLO

Ulisse il greco duce

ben tosto fia, ch'a questo scoglio arrivi,

e sia, che ardito privi

quell'occhio tuo di temeraria luce.

POLIFEMO

Ah, ah, ch'io non pavento

oracolo di vento,

quell'Ulisse, quell'uom forte, e robusto

che può toglier la luce a questa mole

torrà più facilmente

dalla fronte del ciel l'occhio del sole.

Oracolo ->

 

Scena quarta

Galatea. Polifemo.

<- Galatea

 

GALATEA

Non so se liete, o meste,  

se innamorate, o pie,

Aci mio trasformato

sian le memorie mie;

dileguato mio bene,

ecco, che per goderti,

per riposarti accanto

teco mi unisco, e mi dileguo in pianto;

già fummo un tempo stretti, or fatto sei

sei fiume vagabondo e fuggitivo,

i languidi occhi miei

sol per unirmi a te, formano un rivo.

Amorosa ragion lacrime chiede,

dritto è ben che si stilli

in pianto, chi sospira un'onda errante,

s'acqua è il suo ben, sia d'acqua anco l'amante.

Ma che spargi lamenti

Galatea, né rammenti,

che cangiando il mortal corporeo velo

questo liquido cielo

accoglie immortal nume

l'adorato tuo fiume;

festeggia pur in questa riva amena

sarai dell'acque sue dolce sirena.

 

Augelletti    

sussurrate,

bei fioretti,

ricamate il vago suol;

lieta aurora

qui s'indora,

qui si specchia il novo sol.

Dalle sponde

colorite

veggio l'onde

più fiorite aprir il sen;

bei cristalli

nei lor balli

fan riflessi al ciel seren.

S

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Scena quinta

Polifemo. Galatea.

 

POLIFEMO

Leggiadra Galatea,  

eppur segui ostinata

un fuggitivo fiume,

e sprezzi ancora ingrata

innamorato nume;

son vani i pianti tuoi, vuota la spene,

insanabile il duol, stolte le pene;

Aci gentil morì,

più da tue braccia stretto ei non sarà,

piangi l'estinto sì;

ma pungati del vivo anco pietà.

GALATEA

È vana tua fatica

hai perduto il rival, non la nemica,

non v'è pietade, non v'è mercé,

Aci tanto amo, quanto odio te.

POLIFEMO

Partite dal mio core

speranze disperate,

né più nutrite amore.

Dal rigor di quel petto,

dal gelo di quel core

il foco estinto cada;

e nel mio fiero ingegno

ceda amor disperato a giusto sdegno.

Galatea ->

 

Scena sesta

Ulisse. Compagni.

<- Ulisse, compagni di Ulisse

 

COMPAGNI

S'è ver, che saggia, e provvida natura  

non opra indarno mai,

come dir tu potrai,

che questo loco inabitato sia?

Qui di smeraldo i prati,

fiorite l'erbe, e coloriti i fiori,

del dipartito April serban gl'onori.

Vedesti le campagne

ne le di latte, e non canute spiche,

non lontane mostrar le biade amiche.

 

Scena settima

Polifemo. Ulisse. Compagni.

 

POLIFEMO

Affé, che siete nella ragna colti  

o semplicetti, o stolti.

Ma chi voi siate, e quale

destin, fortuna, o voglia

qui vi conduca io di saper intendo.

ULISSE

Noi greci siamo, e la superba Troia

a piè del grande Atride

vedemmo incenerita; or siam condotti

non pirati, e corsari

da combattuti venti,

da perigliosi mari.

COMPAGNI

Giove supremo dio, ch'a tutti giova

a dolcezza, a pietade

il tuo gran genio mova.

POLIFEMO

Giove a sua voglia regge

il mal diviso impero,

ma l'immortal ciclope

non cura d'altro dio comando, o legge.

Voi tutti, voi sarete

esca di Polifemo

cibo della mia fame,

sazierò le mie brame,

con voi satollerò la voglia mia,

e questo il primo fia.

COMPAGNI

Crudel ohimè crudel

anco in onta del ciel

l'umanità consumi?

O Giove, o cielo, o numi!

POLIFEMO

Tu ch'hai sembianti, al gesto

mi rassembri il più forte, e par ch'ardisci

tentar contro di me vendetta, o danno.

Dimmi dimmi il tuo nome,

ch'io ti prometto, e giuro

di farti dono tal, che ti fia grato.

ULISSE

Niuno mi chiam'io

Niuno mi nomaro

la madre, e 'l padre mio;

ma che don mi puoi far crudel spietato

se d'un compagno amato

m'hai già, m'hai già privato.

POLIFEMO

Niun l'ultimo fia, ch'io mangiar deggio

dopo i compagni suoi.

Questo è il don, ch'io promisi; e che più vuoi?

ULISSE

Crudel'è il don, più crudo il donatore,

non dona altro, che danno

disumanato core;

ma già che sì t'aggrada

la nostra carne in cibo

gustar non ti dispiaccia

questa greca bevanda.

Dal presente periglio

novi partiti imparo;

a' disperati ogni consiglio è caro.

 

POLIFEMO

O buon greco, o buono affé  

un bicchier non basta no.

COMPAGNI

Bacco può

consolar chi è mal sicur

bevi pur.

POLIFEMO

Suona tu, suona clò clò

una volta, due, e tre.

COMPAGNI

Bacco de'

consolar chi è mal sicur,

bevi pur.

POLIFEMO

Come gode, come ride allegro il cor

qual porta letizia il dolce licor:

nell'occhio m'abbonda

ne' sensi m'inonda

soave sapor.

COMPAGNI

Vieni sonno, sonno grato

al grand'occhio oscura il dì

dormi sì,

Polifemo dormi sì.

ALTRI COMPAGNI

Dorme affé.

ALTRI

Taci ohimè.

 

ULISSE

Fidi, e forti compagni  

or ch'ebro dorme il perfido, e spietato

è tempo di tentar vendetta, e fuga;

ne toglie il cielo, il fato

dar la morte al feroce.

COMPAGNI

Perché?

ULISSE

Perché? Perché immortal è nato;

ben fia sano consiglio

all'occhio del crudel toglier il sole,

ond'egli cieco in tenebrosa notte

non veggia più de' nostri passi l'orme.

Drizzate o dèi l'effetto

a miei desir conforme.

 

POLIFEMO

Ohimè chi mi tradisce?  

Voi vicini cielo

accorrete, accorrete

e 'l perfido uccidete.

 

Scena ottava

Ciclope. Polifemo.

<- Ciclope

 

CICLOPE

Amico Polifemo, e chi ti oltraggia,  

chi turba la tua quiete,

chi doglioso ti rende?

POLIFEMO

Niun, Niun m'offende:

CICLOPE

E se niun t'offende

or perché stolto gridi;

se ti castiga Giove,

e che potiamo noi contra niuno?

Invoca, e prega il padre tuo Nettuno.

 

Ciclope ->

POLIFEMO

Ohimè, che dalla doglia  

l'alma mi si diparte;

ma cercherò la parte

dell'uscita dell'antro, e s'io la trovo

non anderà impunito

il sagace, l'ardito.

 

ULISSE

Non cercar Polifemo  

non t'affannar più no;

io sono Ulisse il greco,

son quel che t'accecò.

 

POLIFEMO

Ah fu troppo verace  

l'oracolo da me schernito pria:

ma se la destra mia

dell'usato valore il ciel non priva,

attendi Ulisse, attendi

ch'all'altera tua fronte

mando per aria messaggero un monte.

 

ULISSE

Cieco saettator  

lunge colpir non sa.

COMPAGNI

Siam noi fuggiti già.

 

ULISSE

Chiama Nettuno pur, chiama in aiuto  

che l'occhio già perduto

ei non ti renderà.

Ulisse, compagni di Ulisse ->

 

POLIFEMO

Pietà Nettun pietà,  

sommergi tu l'iniquo,

vendica padre amato

queste lagrime amare

con l'onda del tuo mare.

La natura empia matrigna

solo un occhio mi donò,

sorte rea, sorte maligna

del sol occhio mi acciecò.

Qual dei torti or piangerò?

Scarsa natura il tuo favor avaro

or tua perdita sarà

se mi desti un occhio sol

nel mio fiero atroce duol

un sol occhio piangerà.

Per te sorte mi fe' cieco

finto, e perfido Niun,

che vorrebbe cieco ognun,

una cieca deità.

 

 

Cielo vincesti or non siam più rivali  

già che fra queste grotte

in tenebrosa notte

del mio sole perduto io mi querelo,

non si dirà più Polifemo il cielo.

Polifemo ->

 

Scena nona

Galatea.

<- Galatea

 

GALATEA

Aci diletto  

mio vezzosetto,

dolce vendetta or mira:

con duolo estremo,

qui Polifemo

cieco s'aggira:

la sua miseria la tua doglia eccede,

se tu non godi il bello, egli no 'l vede.

Ninfe sorgete

da bei cristalli,

a lieti balli

il piè movete,

uscite a schiera

gite ballando

le vie calcando di primavera.

Festose e belle

danzate ogn'ora,

ch'in cielo ancora

danzan le stelle,

più non vedremo no l'empio gigante,

se non ama alla cieca esser'amante.

Ballate, danzate

col tremulo piè,

saltate, girate

ch'il cieco non v'è.

 

<- ninfe del fiume

Galatea ->

Ballo delle Ninfe del fiume Aci.
 

Fine (Azione prima)

Azione prima Azione seconda Azione terza Azione quarta Azione quinta

Boschereccia nello scoglio de' Ciclopi.

dei amici dei Troiani, dei favorevoli ai greci, Discordia, Mercurio, Amore
 

Accinto a grande impresa

dei amici dei Troiani, dei favorevoli ai greci, Discordia, Mercurio, Amore ->
<- Ulisse, compagni di Ulisse

Troia disfatta in cenere, e caverne

Ulisse, compagni di Ulisse ->

Antro de' Ciclopi con valle per dove passa il fiume Aci.

Polifemo, Oracolo
 

Udite queste voci

Con ragion m'arrabbio, e fremo

Polifemo
Oracolo ->
Polifemo
<- Galatea

Non so se liete, o meste

Leggiadra Galatea

Polifemo
Galatea ->

(Polifemo si nasconde)

Polifemo
<- Ulisse, compagni di Ulisse

S'è ver, che saggia, e provvida natura

(Polifemo si rivela)

Affé, che siete nella ragna colti

Polifemo e Compagni di Ulisse
O buon greco, o buono affé

(Polifemo si addormenta)

Fidi, e forti compagni

(Polifemo viene accecato)

Ohimè chi mi tradisce?

(Ulisse e i suoi compagni accecano Polifemo, che grida; poi si nascondono)

Polifemo, Ulisse, compagni di Ulisse
<- Ciclope

Amico Polifemo, e chi ti oltraggia

Polifemo, Ulisse, compagni di Ulisse
Ciclope ->

Ohimè, che dalla doglia

Ah fu troppo verace

Ulisse e Compagni
Cieco saettator

Chiama Nettuno pur, chiama in aiuto

Polifemo
Ulisse, compagni di Ulisse ->

Cielo vincesti or non siam più rivali

Polifemo ->
<- Galatea
Galatea
<- ninfe del fiume
ninfe del fiume
Galatea ->

(ballo delle Ninfe del fiume Aci)

 
Scena prima in luogo di prologo Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona
Boschereccia nello scoglio de' Ciclopi. Antro de' Ciclopi con valle per dove passa il fiume Aci. Boschereccia nell'isola di Circe. Cortile di Circe con statue. Scena orrida. Paesaggio infernale coi campi elisi. Giardini di Calipso nell'isola Ogigia. La scena è Feacia ora detta Corfù; reggia de' Feaci. Grotte del Sonno. Anfiteatro per la barriera. La scena è tutta cielo.
Azione seconda Azione terza Azione quarta Azione quinta

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