Azione terza

 
Nell'inferno. La scena è la città di Dite co' campi elisi.
 
Personaggi della terza azione:
Amore, Plutone, Frode, la medesima in sembianza di Penelope, Tiresia, Ulisse.
Mostri infernali, che ballano.
 

Scena prima

Infernale co' campi elisi.
Plutone. Amore.

 Q 

Plutone, Amore

 

PLUTONE

Qual fiero caso, o qual desio novello  

amoroso Cupido

ti guida in questi orrori?

Son dissimili troppo

dalle furie gl'amori.

AMORE

Un temerario greco,

Ulisse l'itacense,

vivo e mortal se n' viene, e tentar vuole,

per riparar sue sorti,

di vaticinio i morti;

non lasciar, ch'egli porti

il passo in questi regni,

è troppo offesa all'infernal governo,

far all'uom praticabile l'inferno.

PLUTONE

Mortal quaggiù non viene

senza voler del fato,

né deve il dio d'abissi

opporsi al destinato.

AMORE

Se pur di sua venuta a te non cale,

a mia richiesta almeno

a lui vieta l'uscita

ai regni della vita.

PLUTONE

Non sol all'uom che vive (e tu lo sai)

anco al morto insepolto

star nell'inferno è tolto;

portalo in pace, o faretrato arciero,

nel grande affar che scerno

non può servirti Averno.

AMORE

Macchinator ingegno

lascia almen ch'io ne adopre,

permetti a tuoi vassalli

il colorir de' miei disegni l'opre.

PLUTONE

Pur che illesa ne resti

la regale corona,

ogni poter il mio poter ti dona.

AMORE

Vo' che la Frode sola

si mova a mio talento.

PLUTONE

Sorga dal più profondo

l'ingannevole Frode

aprasi ancor l'indivisibil centro.

 

Scena seconda

Esce la Frode.

<- Frode

 

PLUTONE

Amoroso Cupido,  

dalla scaltra ministra

ricerca ciò che vuoi,

obbedirà la Frode a' detti tuoi.

FRODE

Comanda pur,

gl'amorosi maneggi io so condur:

dall'imperio d'Amor non son bandita

al sagace amator so dar la vita.

AMORE

Maestra ingegnosa

d'ogni più industre cosa

cangia per stabilir l'opra novella

e sembianza, e favella.

Passerà vivo Ulisse

da questi chiostri oscuri,

colà ne' campi elisi

l'incognito viaggio ei cercherà.

Fia tua gloria, tuo vanto,

s'egli in patria per te non tornerà.

Di Penelope sua consorte amata

sembianze imita, e gesto,

spirito lamentevole, e funesto,

chiama la morte, e la fortuna ingrata.

 

Morta la crederà  

dolente innamorato,

morta la piangerà:

a ragion disperato

egli in patria per te non tornerà.

 

FRODE

Intendo il tuo volere,  

non durerò fatica

ad ingannar, son degl'inganni amica.

 

AMORE

Amanti mirate,  

amore lodate,

ch'è tutto bontà;

s'a vostro sol danno

ei tesse un inganno,

l'inferno gliel dà,

ei puro bambino d'inganni non sa.

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Plutone, Amore ->

 

Scena terza

Ulisse.

<- Ulisse

 

 

Ecco un vivo fra morti  

da Borea trasportato

ad obbedir il fato,

elisi campi a voi

porto l'ardito piede;

ivi d'udir m'appresto

dal tebano Tiresia

al sconsigliato mio lungo viaggio

il consiglio più saggio.

 

Scena quarta

Frode dentro. Ulisse.

 

FRODE
(Penelope)

Ulisse un tempo caro, un tempo dolce  

ora perduto amico,

viator degl'abissi,

peregrin degl'orrori, e perché porti

col seren di tua vita invidia ai morti?

ULISSE

Spirito amico, e qual offesa, o danno

t'arreca un sventurato,

che per trovar un giorno

e la patria, e la sposa

non si ferma, o riposa,

FRODE
(Penelope)

Allor tu mi perdesti.

Ch'alla troiana impresa

partir tosto volesti, or mi ritrovi

sfortunata consorte

perduta in vita, e ritrovata in morte.

ULISSE

Di Penelope questi

forse è lo spirto amato?

O destin omicida, o cielo ingrato!

Dunque morta tu sei?

Almeno mi consola

con una vista sola,

apparisci consorte agl'occhi miei.

FRODE
(Penelope)

Avvezzati a mirar feroci i mostri

se vuoi che mi ti mostri.

 
S'apre il mostro e si vede Penelope.
 

ULISSE

Penelope infelice,  

ferita dalla morte,

inghiottita da' mostri,

dall'ombre circondata,

ventura sfortunata

ritrovar fra perduti

quel ben, che si desia,

se vita più non hai non sei più mia,

gira pur, gira il mondo

Ulisse doloroso,

il tuo dolce riposo è nel profondo;

già le miserie tue

ad abissarti intente

t'han condotto qui dentro,

e vedi alle sventure,

alle scritte sciagure

spalancato l'abisso, aperto il centro,

voi numi oscuri, e neri aprite aprite

poche viscere sole

d'una pietà mendica,

e rendete al mio duol la dolce amica.

Ma pietà non si trova,

ove speme non giova, o disperati

siete a ragion spietati.

Giusti numi del cielo

ascoltatemi voi,

udite i pianti miei,

consolatemi o dèi,

ma posto negl'abissi

dalla vostra pietà son troppo lunge,

ch'una voce d'inferno al ciel non giunge.

FRODE
(Penelope)

Acqueta Ulisse acqueta

gl'affetti, e le parole,

l'umanità così comanda e vuole;

morte già mi t'ha tolta, i Proci ingiusti

t'hanno occupato il regno

e 'l nobil figlio tuo cedendo al fato

incognito, e lontan mena i suoi giorni,

tardo Ulisse ritorni.

 
Qui si chiude il mostro.

Frode ->

 

ULISSE

Così dunque mi lasci?  

Una morta pietade anco mi togli?

Con il tuo dir mi spogli

e di regno, e di figlio, e di consorte?

Addio figlio, addio regno,

addio compagna amica,

addio mondo de' vivi,

così tutti vi lascio,

e trarrò miei conforti

fra disperati e morti.

Sommergi onda di Lethe

ciò che di vivo ha la memoria mia,

e fa' ch'almeno io sia

nel gran decreto eterno

un smemorato suddito d'Averno;

era meglio per me fra belve, e incanti

viver con Circe in un penoso stato,

che per cercar l'oscurità del fato

visitar vivo il popolo dei pianti.

Indovino tebano, e che dirai?

È tratto il dado alla mia sorte amara

qual contento l'esilio or mi prepara,

non val consiglio a disperati guai.

 

Scena quinta

Tiresia, Ulisse.

<- Tiresia

 

TIRESIA

Ascolta Ulisse, e in questi  

di Tiresia indovin veraci accenti

accogli di tua sorte

i venturi accidenti.

Da queste rive uscito

prima vedrai delle sirene i lidi,

chiudi le orecchie tu, chiudi le porte

alla canora morte;

di poi trovar convienti

i sassi cianei, gli scogli erranti,

ove d'augei lo stuolo

non ha sicuro il volo, ed ivi appena

fra l'uno e l'altro sasso

la nave d'Argo ebbe sicuro il passo;

indi fra mostri orrendi

di Cariddi, e di Scilla

t'aprirà seno il mare;

spaventevoli questi

sogliono in varie sorti

mangiar i vivi, e vomitar i morti;

all'isola Trinacria alfin verrai,

ove del sol gli armenti

pascono l'erbe verdi;

se per fame, o per scherno

sarà da voi la nobil greggia offesa

vedrai sdruciti i legni,

affogati i compagni

e tu se schiverai l'irato giorno,

tardo infelice alfine

a Penelope tua farai ritorno.

ULISSE

A Penepole mia morte può trarmi,

che morta è l'infelice, io già la vidi

ne' tenebrosi chiostri

fatta preda de' mostri;

ohimè son vani i vaticini vostri.

TIRESIA

È vano il tuo sospetto

è mentita la fé dell'ombre nere;

quei fieri quei crudeli

all'altrui danno avvezzi

son ministri di duol, ridon de' mali:

non mancan frodi a' spiriti infernali;

è Penelope viva

dolorosa ti aspetta,

che se crudel morte l'avesse,

la saggia accostumata

saria ne' campi elisi, e non dannata.

ULISSE

Così lieto sperar dunque degg'io?

TIRESIA

Ti manda il Fato a penetrar miei detti,

non a creder sospetti,

d'una ingannevol'ombra

ravviva in me le fede, e 'l dubbio sgombra.

 
Qui s'odono strepiti nell'inferno.
 

TIRESIA

Ma già tu senti d'ululati, e strepiti  

pieno l'inferno, e spiriti, e mostri, e furie

escono armati di furore, e d'impeto

che da quel dì, che fu rapito Cerbero

de' vivi passegger temon l'insidie.

Fuggi quest'aria Ulisse,

segui chi ti conduce

per la porta d'avorio esci alla luce.

Ulisse, Tiresia ->

 
Escono i Mostri dell'inferno, e in atto di guardare, ove sia gito il mortale fanno il ballo.

<- mostri dell'inferno

 

Fine (Azione terza)

Azione prima Azione seconda Azione terza Azione quarta Azione quinta

Paesaggio infernale coi campi elisi.

Plutone, Amore
 

Qual fiero caso, o qual desio novello

Plutone, Amore
<- Frode

Amoroso Cupido

Intendo il tuo volere

Frode
Plutone, Amore ->

(Frode si pone in modo da non essere vista)

Frode
<- Ulisse

Ecco un vivo fra morti

(Frode si fa passare per Penelope)

Ulisse un tempo caro, un tempo dolce

(s'apre il mostro e si vede Penelope)

Penelope infelice

(si chiude il mostro)

Ulisse
Frode ->

Così dunque mi lasci?

Ulisse
<- Tiresia

Ascolta Ulisse, e in questi

(s'odono strepiti dall'inferno)

Ma già tu senti d'ululati, e strepiti

Ulisse, Tiresia ->
<- mostri dell'inferno

(i mostri dell'inferno e in atto di guardare ove sia gito il mortale, fanno il ballo)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta
Boschereccia nello scoglio de' Ciclopi. Antro de' Ciclopi con valle per dove passa il fiume Aci. Boschereccia nell'isola di Circe. Cortile di Circe con statue. Scena orrida. Paesaggio infernale coi campi elisi. Giardini di Calipso nell'isola Ogigia. La scena è Feacia ora detta Corfù; reggia de' Feaci. Grotte del Sonno. Anfiteatro per la barriera. La scena è tutta cielo.
Azione prima Azione seconda Azione quarta Azione quinta

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