Atto quarto

 

Scena prima

Giardino illuminato.
Schiavi in atto di terminar l'illuminazione.
Biscroma, poi Axur.

 Q 

schiavi

schiavi ->

<- Biscroma

<- Axur

 

BISCROMA

(non vedendo Axur)

Cosa veggio! I giardini  

sono già illuminati: e chi al serraglio

osa senza di me dar ordini...

AXUR

Io.

BISCROMA

Sire... si può saper?...

AXUR

(battendogli seriamente co' la mano sopra la spalla)

Alla mia bella

tosto un divertimento.

BISCROMA

Io l'ho, signore,

fissato per doman: voi l'ordinaste.

AXUR

Ed ora lo disordino,

e l'ordino per oggi,

anzi per questo istante.

BISCROMA

(Oh contrattempo orrendo: non c'è mezzo

di prevenire Atar!)

AXUR

Cosa borbotti?

 

BISCROMA

Non borbotto, parlo schietto,  

e rifletto fra me stesso:

che in un tempo sì ristretto,

poco onor mi posso far.

Si potrebbe!...

AXUR

Via fa' presto.

BISCROMA

(Giusto cielo il caso è strano.)

Verbigrazia... sì... ma piano.

AXUR

Cosa occorre di studiar?

BISCROMA

(L'onor mio! Il tempo è questo

che qui dée venire Atar.)

AXUR

Mi fai perdere la pazienza.

BISCROMA

Un tantin di sofferenza

nel serraglio... (Ah, in tal cimento

per lui sento il cor gelar!)

AXUR

Dunque...

BISCROMA

Quattro... cinque... sei...

AXUR

Cosa conti?

BISCROMA

(Il modo oh dèi,

di salvarlo ancor non trovo!)

AXUR

Bene! Quattro... cinque... sei...

BISCROMA

Lo spettacol non è nuovo.

AXUR

Non importa.

BISCROMA

No?

AXUR

No, no.

BISCROMA

(Dèi consiglio!) L'ho trovata

vi farò una mascherata,

con del canto, con del suono.

AXUR

Tutto buono, tutto buono.

BISCROMA

Una truppa di serventi

una banda di stromenti,

dei gran deschi di rinfreschi,

un terzetto d'Arlecchino,

ed al suon del chitarrino

un'arietta da incantar.

(Con quest'aria e la sua festa

farò presto terminar)

AXUR

Vanne, vola, e torna presto,

ch'io qui resto ad aspettar.

 
(Biscroma parte)

Biscroma ->

 

Scena seconda

Axur solo, poi Urson.

 

AXUR

Se il computo non falla in questo istante  

d'Altamor, e d'Atar segue il duello.

Altamor vincer debbe: ei sa

ch'io voglio

che colui più non viva,

dunque l'ucciderà,

a mia felicità

manca sol questo bene,

e presago il cor mio già me 'l previene.

 

<- Urson

URSON

Sire, d'infausta nuova  

portator a te vengo, Atar...

AXUR

È morto?

URSON

Anzi uccise Altamor.

AXUR

Ah, il traditore

ha sempre la fortuna in suo favore?

Narrami come fu.

 

URSON

Come leon feroce  

gira per la foresta,

e con l'altera testa

la selva fa tremar.

Così appariro in campo

i combattenti arditi

e delle spade al lampo.

AXUR

Mi sento già seccar.

 

URSON

E agl'orridi ruggiti...  

AXUR

Ho capito che basta:

il serraglio s'avanza.

Allontanati Urson, ora si lasci

coi morti il morto, e noi pensiamo ai vivi;

questo è tempo di gioia: i miei riposi

ombra d'affanno funestar non osi.

(Urson parte)

Urson ->

 
Axur, Aspasia che si terrà sempre sulla faccia il fazzoletto, Schiavi e Schiave vestiti in diversi bizzarri modi che cantano e portano seco una tavola illuminata e rinfreschi; poi piccola festa, etc.

<- Aspasia, Fiammetta, schiavi, schiave

 

ASPASIA

Atar, misero Atar, se tu sapessi  

dov'è la sposa tua.

 

CORO

Il cielo rintuoni  

di gridi di gioia;

si canti, si suoni,

si scacci la noia,

e ogni alma di giubilo

si senta brillar.

E cinti le piume

di insolito lume

aligeri cori

di grazie, e d'amori

per l'aria odorifera

si veggian scherzar.

Ma zitto ch'altre maschere

si vedono avanzar.

 

Scena terza

I suddetti: due Schiavi e una Schiava vestiti co' le note maschere di Arlecchino, Brighella e Smeraldina, cantano il terzetto che segue.

<- Biscroma, Arlecchino (schiavo), Brighella (schiavo), Smeraldina (schiava)

 

BRIGHELLA

De sposarme ti ha promesso  

esser devo to marìo.

ARLECCHINO

Ti ha promesso a mi lo stesso

e non voglio star in drio.

SMERALDINA

Ho fallato lo confesso,

di memoria è il fallo mio.

BRIGHELLA

Mi me metto al collo un lazzo

se ti sposi quel briccon.

ARLECCHINO

Smeraldina mi te masso

se ti prendi quel cappon.

BRIGHELLA

Senti birbo!

ARLECCHINO

Senti barbo!

SMERALDINA

State cheti, e che con buon garbo

io finisco la question.

Tutti due, la san gli dèi,

se potessi io sposerei,

ma perché sol un mi lice

rimettiamoci al destin.

BRIGHELLA E ARLECCHINO

Al destin! Cossa s'intende?

SMERALDINA

Tutti tre bendiamoci gli occhi,

io sarò di chi mi prende,

sia Brighella od Arlecchin.

BRIGHELLA

Bella!

ARLECCHINO

Bona!

BRIGHELLA E ARLECCHINO

Son contento.

SMERALDINA

Giuramento.

BRIGHELLA E ARLECCHINO

Zuramento.

SMERALDINA

Sull'onor.

BRIGHELLA E ARLECCHINO

Sull'onor mio.

ARLECCHINO

Presto fora el fazzoletto.

BRIGHELLA

Me lo metto stretto stretto.

SMERALDINA

E vediamoci la fin.

Insieme

BRIGHELLA E ARLECCHINO

E vedemoghe la fin.

(si mette ciascuno un fazzoletto sugli occhi)

 

SMERALDINA

Siete all'ordine?

BRIGHELLA

Ho finìo.

ARLECCHINO

Son più orbo d'un marìo.

SMERALDINA

Perché tutto vada in regola

separiamoci.

Insieme

BRIGHELLA E ARLECCHINO

Perché tutto vada in regola

slontanemose.

 

ARLECCHINO

Mi col cor pian pian te pesco.

BRIGHELLA

Mi all'odor smeraldinesco.

SMERALDINA

Divertir mi voglio un poco

alle spalle di que' sciocchi

gliela voglio far sugli occhi,

poi mandarli a far squartar.

 

Smeraldina (schiava) ->

ARLECCHINO

Smeraldina vienme appresso.  

BRIGHELLA

Vienme in brasso zoja bella.

SMERALDINA

(torna mascherata da vecchia)

Or da entrambi a un tempo stesso

io mi voglio far pigliar.

<- Smeraldina (schiava)

BRIGHELLA E ARLECCHINO

Mi te go cospettonazzo!

ARLECCHINO

Mi son primo.

BRIGHELLA

No, son mi.

BRIGHELLA E ARLECCHINO

(si cavano il fazzoletto dagli occhi)

Oh che muso! Che figura!

BRIGHELLA

Ti ze primo.

ARLECCHINO

No, ti è ti.

BRIGHELLA

Te la cedo.

ARLECCHINO

Te la lasso.

BRIGHELLA E ARLECCHINO

Son più stupido d'un sasso;

come è nato el cambiamento?

Zella fora! Zella dentro?

Mi no so cossa pensar.

(qui la Smeraldina prega or l'uno, or l'altro)

BRIGHELLA

Va' in malora arpia bruttissima!

ARLECCHINO

Va' all'inferno vecchia strega!

SMERALDINA

Oh vi son obbligatissima!

Mille grazie per mia fé.

(si smaschera)

ARLECCHINO

(Cossa zella sta burletta?)

BRIGHELLA

(Che demonio qua ghe ze?)

SMERALDINA

La burletta è schietta schietta;

la gentil Smeraldinetta

non è fatta per quei musi,

la mi onori, la mi scusi,

due buffon non fan per me.

BRIGHELLA E ARLECCHINO

Ti me burli?

SMERALDINA

Non ti burlo.

BRIGHELLA E ARLECCHINO

Mi vorria saper perché.

 

SMERALDINA

Il libro del perché  

stampato ancor non è.

Stampare lo farò,

e allor ve lo dirò.

Sfondo schermo () ()

BRIGHELLA, ARLECCHINO, SMERALDINA E CORO

Ah! Ah! Ah! Che bella scena!

Son burlati per mia fé:

all'erta zovenotti,

vardè quello che fè;

pensè co se ben cotti,

al libro del perché.

 

AXUR

Bravissimo Biscroma!  

Il tuo pensier mi piace. Io ti dichiaro

re di tutti eunuchi della terra.

C'è altro?

BISCROMA

Si signore.

C'è l'aria che promisi;

datemi una chitarra:

vi voglio dir la storia mia bizzarra.

(portano una chitarra, Biscroma canta)
 

Nato io son nello stato romano  

e mio padre che fe' il ciarlatano

per tutor don Rasoio mi diè.

Oh poveretto me!

Sul teatro d'andare decisi,

e a cantar ben o male mi misi

da soprano la sol fa mi re

bravo Biscroma affé.

Una bella gentil virtuosa

per coprirsi col manto di sposa

per marito passare mi fe':

oh poveretto me!

Per spogliarmi d'un peso discaro

destramente la vendo a un corsaro

che per sorte venia da Calè!

Bravo Biscroma affé!

Giunto il dì che doveva pagarmi,

questo perfido fece legarmi

e per schiavo menommi con sé.

Oh poveretto me!

Di marito divento custode,

la briccona ne giubila e gode:

sposi cari, sapete perché.

Oh poveretto me!

Navigammo per storto per dritto,

a traverso la Libia, l'Egitto

con catene alle mani ed ai piè.

Oh poveretto me!

Ah siam presi quel barbaro grida,

chi ci prese? Fu il celebre Atar...

 

ASPASIA

Atar?  

CORO

Atar?

AXUR

Atar!

FIAMMETTA

Oh numi!... Come

l'irritò questo nome!

 
Axur getta a terra la tavola e i lumi; impugna l'arme e va per uccider Biscroma, gli Schiavi, etc. che fuggono e gettano tutti i lumi a terra.

schiavi, schiave, Arlecchino (schiavo), Brighella (schiavo), Smeraldina (schiava) ->

 

AXUR

Ah si sbrani, si scanni il traditore  

ch'osò di pronunziarlo!

FIAMMETTA

Ah ch'Irza more!

 

Fiammetta, Aspasia ->

(Axur ritorna chiamato dalle grida di Aspasia e di Fiammetta lascia i borzacchini e il manto alla porta ed entra dove entrò Aspasia)

Axur ->

 

Scena quarta

Atar, Biscroma.

<- Atar

 

BISCROMA

(ad Atar trovandolo senza conoscerlo, e in atto di ucciderlo)

Atar! Atar!  

ATAR

Numi! Biscroma! Amico!

Che eccesso involontario

commettea questa man, se non parlavi!

BISCROMA

Necessario era il colpo, e ancor saria

se qualche schiavo curioso...

ATAR

Io sento

da mille bocche e mille il nome mio

suonar in questi lochi!

Discoperto mi credo; e chi sa forse

che il geloso tiranno!... ah,

ch'io qui debba

morir senza vederla...

BISCROMA

Oh cielo! in quale

stato orribili ti veggio! Qual periglio,

o generoso eroe,

minacciò la tua vita...

ATAR

Il mio coraggio...

L'amor mio per Aspasia e più la sorte

a salvarmi concorse: in mezzo al mare

solo in fragil barchetta io fendo l'onde

placide e taciturne: il picciol moto

che fa remo nell'acque

vien da lungi distinto;

si suona all'armi: in un momento cinto

da ogni parte mi veggio

da grosso stuol di remiganti: meco

io non avea che questo ferro: premo

col piè lo schifo, mi sprofondo, m'apro

un sentiero sicuro

sotto i vascelli lor, e a terra giungo

col favor della notte.

Lo squillo della tromba

che per l'aria rimbomba; i fischi, i gridi

di varie sentinelle: arresta, arresta...

Mille addosso mi son; raddoppio il passo,

più incalzato mi veggo, il corso spingo,

e anelante, e affannato

quasi da un dio portato,

in aria son per la pieghevol scala

che opportuna mi tese

alla muraglia la tua man cortese.

 

ATAR

Salvo io son: tu il merto n'hai,  

e in mercé di tal favor,

quasi oddio! la destra armai

contra il mio benefattor.

Ah perdon, perdon amico!

Innocente è questo error.

BISCROMA

A uno schiavo, a un uom par mio

nulla devi, o mio signor,

se io son qui per te son io,

opra è tua s'io vivo ancor.

Ah, d'espor per te la vita,

lascia almeno a me l'onor.

 
(Biscroma va da un lato del giardino cava un fagottino, che par ad arte nascosto)
 

BISCROMA

Non perdiam, grand eroe,  

un salutare istante;

quest'abito da negro

presto a te metti, e fingiti

muto: ma guarda ben, che un solo accento

con tal maschera al volto, e in questo loco

è un delitto di morte... Oh numi... ferma...

Io veggio i borzacchini

e il manto del tiranno.

(va sulla porta, e trovando il manto e i calzari si ritira spaventato)

ATAR

Ahi con Aspasia Axur! Chi sia

ch'or possa

calmare il mio furor.

(grida, Biscroma gli chiude la bocca)

BISCROMA

Ah serra in petto

l'importuno dolore!

ATAR
(con più affanno)

Brama, Brama!

BISCROMA

Vien gente:

è il sultano... siam morti certamente.

(Biscroma getta a terra Atar)
 

Scena quinta

I suddetti, Axur.

<- Axur

 

AXUR
(fieramente)

Chi è qui?  

BISCROMA
(confuso)

Sire... son io...

AXUR

Biscroma! E donde viene

tal voce lamentevole?

BISCROMA
(confuso, poi rimettendosi in tranquillità)

Signore...

È questo un miserabile... credendo

di sentir qualche strepito... la ronda

faceva della notte: all'improvviso

da strana frenesia preso quel muto,

piange, s'agita, grida, parla, parla

parla sì presto che di quel ch'ei dice

nulla si può capir.

AXUR
(con fiera sorpresa)

Parla quel muto!

BISCROMA

Parla... vo' dir articola de' suoni

a modo suo... ba be bi bo bi bu...

AXUR

(prendendo Biscroma per mano con ferocia)

Tu che tra i tuoi deliri,

stanco delle sventure

talor giungesti a desiar la morte,

apprendi ormai del tuo signor la sorte.

Pien d'amoroso foco

io me ne gìa da lei

per onorarla, oh dèi!

di qualche mio favor.

Appena io me l'appresso,

la barbara mi fugge. La trattengo,

e le prendo le man, tu non vedesti

in oggetto mortal esempio ancora

di sì fiero dispetto:

(imita la voce donnesca)

«Axur feroce,

che pretendi da me? Pria che tu possa

tormi l'onor, mi toglierai la vita.»

Parevan gli occhi suoi

un Vesuvio di foco.

Oh femmina selvaggia! Axur feroce!

L'onor suo!... Ad alte grida

morte chiamando... alfine

riconobbi che avea

l'ardire di sprezzarmi: quante volte

fui sul punto d'ucciderla... Biscroma,

segui i miei passi.

BISCROMA

Sire, la zimarra...

AXUR

(mette i piedi sulla schiena di Atar)

Rimettimi i calzari

sul dorso di costui: sento che l'ira

m'invade i sensi: ah l'alma mia delira!

 

Misero, abbietto negro,  

perché Atar non sei,

cagion de' torti miei,

cagion del mio dolor.

Oh come lieto e allegro

sopra di te vorrei

sfogar il mio furor!

 

 

Oh se quel traditor saper potesse  

qual tormento mi costa... egli è la colpa

che colei mi disprezza... odi Biscroma:

(con un fiero diletto)

un pensiero eccellente

mi passa per la mente; a questo schiavo

tagliam la testa; e sfigurata e franta

portala da mia parte alla ribalda:

dille che in questo loco

sorprendendo il suo sposo...

(cava l'arma in atto di voler tagliar il capo ad Atar; Biscroma spaventato lo trattiene)

BISCROMA

Oh dèi, fermate,

dell'orribil impresa, e che sperate?

 

Sperate che allora  

che morto ella crede

l'oggetto che adora

men fiera sarà?

Con pegno di vita

a lei sì gradita

con preghi, con lagrime

piegar si potrà!

 

AXUR

Lagrime! Preghi Axur! Un'altra idea  

adotto in questo punto. Ella mi crede

innamorato morto

della bellezza sua: vegga costei

che conto fo di lei.

Mi giuri sul tuo onore

d'obbedir al mio cenno?

BISCROMA
(spaventato)

Sì signore.

AXUR

E d'obbedir sul fatto?

BISCROMA
(spaventato)

Anzi... sul fatto.

AXUR

(con un riso sardonico)

Prendi questo vil muto,

conducilo a colei: dille che a questo

delizioso amorino

per moglie io la destino, e ch'altro sposo

in sua vita non speri; io farò poi

che al mio serraglio domattina esposta

col Narciso alla costa,

oda cantar a coro generale...

 

Viva viva Irza ritrosa,  

che sdegnando un regio affetto,

diventò sultana e sposa

di più nobil amator.

Un vil muto, un vecchio nero

ha l'impero del suo cor.

 

AXUR

Adesso sì Biscroma,

son pago di me stesso: sia tua cura

l'istruirlo ben bene...

BISCROMA

Eh, non fa d'uopo

di dargli altro ricordo;

se è muto non è sordo.

AXUR

Or accompagnami

alla guardia vicina.

 

Axur ->

BISCROMA

(s'abbassa e dice ad Atar)

Che felice scioglimento!  

Fa' coraggio, o gran eroe.

ATAR

(s'alza un poco e si cava la maschera)

Ah, d'orrore e di tormento

troppo son ripieno ancor!

Respiriamo un sol momento.

 

AXUR

(ritorna)

Vo pensando a quel contento

che dovrò provare allor,

che udirò da cento e cento

erger grido derisor:

viva viva Irza ritrosa,

che sdegnando un regio affetto,

diventò sultana e sposa

di più nobil amator.

<- Axur

(Biscroma co' la zimarra di Axur spiegata cerca di frapporsi fra lui ed Atar)

 

Un vil muto, un vecchio nero

ha l'impero del suo cor.

Presto andiamo, non tardiamo

eseguiamo il cenno mio.

BISCROMA

Pronto pronto già son io;

che piacer pe 'l mio signor!

(partono)

Axur, Biscroma ->

 

Scena sesta

Atar solo, poi Biscroma.

 

ATAR
(sotto voce tutto)

(in ginocchio)

Dio difensor de' miseri,  

tu non defraudi mai

quelli che in te confidano,

che speran solo in te...

(Biscroma torna, Atar vedendolo gli corre incontro

<- Biscroma

 

Vieni amico a questo amplesso  

il mio cor riconoscente,

il mio cor confessa e sente

ch'ogni ben gli vien da te.

BISCROMA

Ah, di giubilo l'eccesso

più non cape nel mio seno!

Quasi son da gioia oppresso:

chi è felice al par di me!

ATAR

Per pietà non ritardiamo

un ristoro all'idol mio!

BISCROMA E ATAR

(entrando nell'appartamento di Aspasia)

Tutto tace: andiamo, andiamo

più pericolo non v'è.

 

Biscroma, Atar ->

 

Scena settima

Appartamento di Aspasia.
Fiammetta, Aspasia in gran disordine.

 Q 

Fiammetta, Aspasia

 

ASPASIA

Come fuggir, Fiammetta,  

come fuggir da questo orribil loco!

FIAMMETTA

Ah, calmate per poco

la disperazion che vi trasporta.

 

ASPASIA

Morte, pietosa morte,  

da' fine al mio dolor,

in braccio all'empia sorte

non mi lasciare ancor.

 

 

Forse... oh dèi! non è lungi  

il momento fatal! Altro non manca

al mostro seduttor... d'Atar la sposa...

Aspasia! Inorridisce

quest'anima all'idea del gran delitto;

da quel colpo trafitto

il mio tenero Atar... quell'infelice

tra gli stessi contenti

presentire parea l'infante eccesso!

O stelle! Axur istesso!...

Nell'asilo di pace!... e sotto gli occhi

dell'intero universo... ah! chi potea

dell'enorme attentato

immaginarti autor, barbaro, ingrato!

 

 

Son queste le speranze    

che il misero mio sposo

di pace, di riposo,

di gioia aveva per me?

Dopo i sudor ch'ei sparse,

dopo i sofferti affanni,

crudel, tu lo condanni

a lagrimar per te?

Morte, pietosa morte,

dà fine al mio dolor;

in braccio all'empia sorte

non mi lasciare ancor.

S

Sfondo schermo () ()

 

FIAMMETTA

Un possente monarca alfin è quegli  

che vuol farvi felice; al vostro piede

il signor della terra amor richiede.

Che sventura è mai questa

per dover disperarsi?

ASPASIA

Ah, tu non hai

per amante un Atar!

FIAMMETTA

Senza conoscerlo

amo la fama sua, ma quanto io fossi

quello che siete voi, fingendo amore

per il barbaro Axur trovar saprei

modo d'assicurar di mia costanza.

ASPASIA

A ogni lieve speranza

s'apre un'alma affannata: assai mi piace

questo nobil tuo tratto: ebben, se il puoi,

fagli sapere...

FIAMMETTA

Ah nascondete il pianto!

Dei piacer del sultano

venir io veggio il mediatore insano.

 

Scena ottava

Le suddette, Biscroma.

<- Biscroma

 

BISCROMA

Irza bella, il re vostro  

vuole che in questo istante

riceviate la fé d'un nuovo sposo.

ASPASIA

Uno sposo! Che sento! A me uno sposo?

FIAMMETTA

Comandante d'un corpo

più ridicol del tuo, potriasi senza

un più grave preambolo sapere

questo sposo chi sia?

BISCROMA

Questo è il più vile

muto del suo serraglio.

ASPASIA

Un muto?

FIAMMETTA

Un muto?

ASPASIA

Io moro!

BISCROMA

È il suo volere

che ognuno si ritiri.

FIAMMETTA

Io?

BISCROMA

Tu!

FIAMMETTA

Io?

BISCROMA

Tu, Fiammetta;

c'è minaccia di morte

a chi turba i loro amori.

FIAMMETTA

Vattene al tuo signor,

digli che con stupor

il mondo sentirà;

ch'ove d'amar più femmine

il privilegio han gli uomini,

ora sposar molt'uomini

la femmina potrà.

BISCROMA

(in atto di partire)

Tanto meglio per te.

FIAMMETTA

Pur che tutti sien simili a te.

 
(parte Biscroma)

Biscroma ->

 

ASPASIA

Salva me da tanta infamia,  

o compagna e amica mia!

FIAMMETTA

Questo cor che non faria

per provarvi la sua fé!

ASPASIA

(si cava il casco e i diamanti)

Il mio casco e i miei diamanti

prendi, o cara, a te li dono:

e quell'Irza ch'io non sono

fingi d'esser tu per me.

FIAMMETTA

Se Biscroma il muto guida

vedrà ben che non son io.

ASPASIA

(si cava il manto)

È sì lungo il manto mio

che ti copre infino ai piè.

FIAMMETTA

Ah ch'io temo!

ASPASIA

(s'inginocchia davanti Fiammetta)

Oh dèi, fa' core:

o mi moro innanzi a te.

FIAMMETTA

Più non sono a tal dolore

di resistere capace:

io farò quel che vi piace,

e non vo' miglior mercé.

ASPASIA

Ah, tu rendi a me la pace!

Te ne renda il ciel mercé.

 
(qui Fiammetta si copre col manto di Aspasia. Aspasia parte)

Aspasia ->

 

Scena nona

Fiammetta sola.

 

FIAMMETTA

Animo Fiammettina!  

(si mette a sedere)

I scrupoli da parte. Il re tra poco

obbligato a te sia: tu salvi, alfine,

una donna ch'egli ama

da un eterno rossore;

e servi insiem Aspasia e il suo signor.

 

Scena decima

Fiammetta, Biscroma, Atar.

<- Biscroma, Atar

 

BISCROMA
(a parte)

(caccia il muto nella camera)

Di questa donna, o muto,  

sei padrone assoluto.

FIAMMETTA

Come è nero!  

Ha però buona taglia: s'inginocchia.

Non ha l'aria feroce, come gli altri

mostri di questo loco: al tuo rispetto

son sensibile, o muto; e intendo assai

l'amor tuo dai tuo rai.

Biscroma ->

ATAR
(parla piano da lungi)

Numi!

Costei la mia Aspasia non è!

FIAMMETTA

Sembra ch'ei parli!

Hanno tutte le bestie il loro linguaggio!

(si scopre)

 

Guardami da lontano:  

osserva i pregi miei;

per te, sebben vorrei,

di più non posso far.

Un prence, un re, un sultano

nulla su me potria;

tutta è l'anima mia,

e tutta sia d'Atar.

 

ATAR

(inavvedutamente parlando)

D'Atar!  

FIAMMETTA

Ei parla!

ATAR

(Oh errore!

Oh, trasporto indiscreto!)

FIAMMETTA

Tradì solo un accento il tuo segreto.

 

FIAMMETTA

Dunque un muto tu non sei,  

temerario, mentitor!

ATAR

Ah signora, ai preghi miei

deh, calmate quel furor.

FIAMMETTA

Qual speranza, qual ardire

t'ha mai fatto qui venire?

ATAR

Son straniero in questi lidi,

e son reo, né chiedo scusa.

L'ora e il loco assai m'accusa,

sol vi chiedo carità.

FIAMMETTA

Quel parlar e quell'aspetto

in me sveglia un certo affetto,

che sdegnarmi appien non posso,

e mi par sentir pietà.

ATAR

Quale oddio mi sento in petto

strano sorgere sospetto!

Un inganno del tiranno

forse questo ancor sarà!

(si sente battere e dar di fuori forti colpi nella porta)
 

Scena undicesima

I suddetti, Biscroma e coro di Schiavi, Urson e coro di Soldati, tutti di fuori.

 

URSON

Compagni miei,  

per qua, per qua.

FIAMMETTA

Vien gente oh dèi!

Che mai sarà?

(fugge)

Fiammetta ->

 

BISCROMA

Che veggio mai!  

Fermate là!

URSON

L'ordin seguite,

la porta giù!

BISCROMA

Ah non ardite

d'avanzar più!

CORO
di soldati

L'ordin quest'è!

CORO
di schiavi e schiave

No no non dée

toccar quel loco

profano piè!

CORO
di soldati

La porta giù;

l'ordin quest'è!

 
Gettano giù la porta, entrano Urson e Soldati, Biscroma e Schiavi.

<- Urson, soldati, Biscroma, schiavi

 

Scena dodicesima

I suddetti, Atar.

 

BISCROMA

Pria che nulla tu eseguisca,  

meco parla, Urson, che vuoi?

URSON

Il sultan che già si pente

del furor, de' sdegni suoi,

vuol che il muto immantinente

qui si uccida, e in mare poi

vuol che debbasi gettar.

BISCROMA

(si frappone tra i soldati e Atar)

Ecco il muto: di sua morte

dispor lascia il zelo mio.

URSON

Testimon esser degg'io,

non è lecito indugiar.

Uccidete!

(i soldati alzan le mazze)

BISCROMA

Ah no fermate!

URSON

Eseguite!

BISCROMA

(li trattiene)

Ei non è muto.

URSON

Sia chiunque, trucidate!

BISCROMA
(spaventato)

Egli è Atar!

URSON

Atar!

(tutti si ritirano)

BISCROMA

A colpevol di tal sorte  

non puoi dare, Urson, la morte

se non parli con il re.

URSON

Crudo Axur, chi può placarti?

(ad Atar)

Non c'è mezzo di salvarti.

Infelice! il nostro pianto

più funesto sia per te.

CORO

Crudo Axur, chi può placarti?

Non c'è mezzo di salvarti.

Infelice! il nostro pianto

più funesto sia per te.

ATAR

Ubbidite o cari amici

al signor che il ciel vi diè:

siate voi men infelici,

non piangete più per me.

URSON E I DUE CORI

Mi si gela il core in petto

nel pensare al suo destino;

ma convien celar l'affetto,

perché Axur si sa cos'è.

BISCROMA

Sol per renderlo felice

l'ho ridotto al passo estremo;

ah per lui palpito e tremo,

perché Axur si sa cos'è,

ah! che tutto per salvarlo

tutto ancor tentar si dé'.

 

Fine (Atto quarto)

Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto Atto quinto

Giardino illuminato.

schiavi
 
schiavi ->
<- Biscroma
Biscroma
<- Axur

Cosa veggio!

Axur
Biscroma ->

Se il computo non falla in questo istante

Axur
<- Urson

Sire, d'infausta nuova

Urson e Axur
Come leon feroce

E agl'orridi ruggiti

Axur
Urson ->
Axur
<- Aspasia, Fiammetta, schiavi, schiave

Atar, misero Atar

Axur, Aspasia, Fiammetta, schiavi, schiave
<- Biscroma, Arlecchino (schiavo), Brighella (schiavo), Smeraldina (schiava)

(arlecchinata)

De sposarme ti ha promesso

Axur, Aspasia, Fiammetta, schiavi, schiave, Biscroma, Arlecchino (schiavo), Brighella (schiavo)
Smeraldina (schiava) ->

Smeraldina vienme appresso

Axur, Aspasia, Fiammetta, schiavi, schiave, Biscroma, Arlecchino (schiavo), Brighella (schiavo)
<- Smeraldina (schiava)

Or da entrambi a un tempo stesso

Smeraldina, Brighella, Arlecchino e Coro
Il libro del perché

(fine arlecchinata)

Bravissimo Biscroma!

Atar? / Oh numi!

(Axur gitta a terra la tavola e i lumi; impugna l'arme e va per uccider Biscroma, gli schiavi, etc)

Axur, Aspasia, Fiammetta, Biscroma
schiavi, schiave, Arlecchino (schiavo), Brighella (schiavo), Smeraldina (schiava) ->

Ah si sbrani, si scanni il traditore

Axur, Biscroma
Fiammetta, Aspasia ->
Biscroma
Axur ->
Biscroma
<- Atar

Atar! Atar! / Numi! Biscroma!

Non perdiam, grand eroe

Biscroma, Atar
<- Axur

Chi è qui? / Sire... son io

Oh se quel traditor saper potesse

Lagrime! Preghi Axur!

Biscroma, Atar
Axur ->
Biscroma, Atar
<- Axur
Atar
Axur, Biscroma ->
Atar
<- Biscroma
Biscroma, Atar ->

Appartamento di Aspasia.

Fiammetta, Aspasia
 

Come fuggir, Fiammetta

Forse... oh dèi!

Un possente monarca

Fiammetta, Aspasia
<- Biscroma

Irza bella, il re vostro

Fiammetta, Aspasia
Biscroma ->
Aspasia e Fiammetta
Salva me da tanta infamia

(Fiammetta si copre col manto di Aspasia)

Fiammetta
Aspasia ->

Animo Fiammettina!

Fiammetta
<- Biscroma, Atar

Di questa donna, o muto

Fiammetta, Atar
Biscroma ->

Come è nero!

(Fiammetta si scopre)

D'Atar! / Ei parla!

Urson, Biscroma e Coro di fuori, Fiammetta
Compagni miei, per qua, per qua.
Atar
Fiammetta ->
Biscroma e Urson e Soldati di fuori
Che veggio mai!
Atar
<- Urson, soldati, Biscroma, schiavi
Biscroma, Urson, Coro generale e Atar
A colpevol di tal sorte
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima
Boschetto sulla spiaggia del mare. Galleria. Piazza con veduta del tempio di Brama. Giardino illuminato. Appartamento di Aspasia. Reggia. In fondo vista della città.
Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quinto

• • •

Testo PDF Ridotto