Argomento

Di quello che si ha dall'istoria.

Dopo lunga felicità, stanco il cielo di più soffrire l'iniquità di Seiano, permise che si scoprisse aver lui, molt'anni prima, fatto cader di veleno Druso, marito di Livia. Si cangiò la sua fortuna, cadé dalle grandezze, e rimesso da Tiberio al senato il giudizio delle sue colpe, restò condannato; e con volontario fine prevenne l'esecuzione della sentenza. Furono poi strascinate dal popolo per la città le sue statue, e rimanendo detestabile la sua memoria fu esempio famoso a chi per ingiuste vie s'innalza a i favori della fortuna. Ita Tacit.

Di quello che si finge.

Per far sortire dall'intreccio dell'opera precedente, nominata La prosperità di Seiano, il presente dramma in titolato La caduta, si fingono i seguenti verisimili.

Che Seiano vedendo felicitati Germanico, e Agrippina con la conclusione delle loro nozze, finga alcune lettere, le faccia porre nelle vesti d'Agrippina, e mostrandosi geloso della riputazione di Germanico, fingendo d'avvisarlo a suo vantaggio, gli faccia apparire impudica la sposa: onde Germanico dopo colti i baci sponsali ne professi il rifiuto, senza renderne altra ragione; così indotto dalla sagacità dell'ingannator Seiano. Che arrivi in Roma Vipsanio Agrippa padre d'Agrippina, e trovandola rifiutata da Germanico, senza ragione, voglia prenderne vendetta: e che a ciò mova G. Cesare suo figliuolo, che da lui era tenuto occulto, per oracolo ch'avesse avuto da Apollo che se non lo celava fino al terzo lustro, correva rischio di gran sventure. Che G. Cesare con Germanico passi amicizia, e riceva favori: indi succeda che egli assalito da Claudio fratello di Germanico a soggezione di Seiano, difendendosi lo ferisca non conoscendolo, sì che sia creduto morto. Onde Cesare sia offeso da Germanico col rifiuto d'Agrippina sua sorella, e Germanico da Cesare col creduto omicidio del fratello. E che per strani incontri nascano tra di essi vicendevoli obligazioni: e combattano nella nobiltà de' loro animi le offese con i favori, e le cortesie con gli sdegni fino allo scoprimento dell'innocenza d'Agrippina, e della vita di Claudio; vedendosi esser effetti del giusto destino le tepidezze, e sospensioni de' loro sdegni, e l'occulta forza delle loro cortesie.

Serenissima e clementissima maestà Lettore Argomento
Atto primo Atto secondo Atto terzo

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