Atto quarto

 

Scena prima

Idonia.

Idonia

 
Argomento.
Racconta Idonia, come la maga Falsirena si è preparata allo 'ncanto, e descrive l'abito, e spiega il rito, che in tal apparecchio ha osservato; e, mentre ciò narra, sentendo scuotersi la terra, e, comprendendo già la maga avvicinarsi, per ivi costringer Plutone a darle risposta del suo bramato amore, sbigottita si fugge.
 

IDONIA

O con dubbio stupore  

memorabili prove

non so, se de l'amor, o del furore.

Poi che da questo campo

la maga il passo sciolse,

e, su nel ciel felici

osservando gli auspici,

a la grand'opra il pronto cor rivolse,

rapida mosse il piede

tra 'l giardin più confuso,

ove un altare siede

di pini cinto, e di cipressi chiuso.

Ivi di negre spoglie il seno cinse,

e d'orride ceraste

pendente crine a le sue tempie avvinse;

e variossi in volto

qual su l'eterna mole,

se da la terra lo splendor l'è tolto,

l'istessa luna variar si suole.

Poi tra vampe d'incenso

colma d'interno ardore

meschiò fumante, e denso

di mille accese frondi ampio vapore.

Ne la destra prendendo

verga d'ebano altera

scosse con suono orrendo

l'aria torbida, e nera,

e con moto tremante

crollò la terra, e vacillar le piante;

ed intanto a lo sdegno

del sembiante turbato

cangiossi l'aura, e impallidissi il prato.

In tal guisa la maga

fieri carmi prepara,

per invocar con più solenne rito

l'ombroso re del pallido Cocito.

Ma che qui tardo? ahi stolta.

Già, già 'l suolo si scuote,

già, già sento gli accenti,

ed odo a le sue note

lagnarsi l'aria, e querelarsi i venti.

 

Idonia ->

 

Scena seconda

Falsirena, Plutone

<- Falsirena

 
Argomento.
La maga Falsirena vien tutta accesa di furore, e dopo formidabili parole, e varii turbamenti d'aria, e di terra, invoca Plutone a darle risposta de' suoi amori. S'apre la prospettiva, e mostra la caverna dell'inferno; ma Plutone ricusa di sorgere alla luce. Falsirena aggiunge potentissime minacce, onde costretto il re dell'ombre esce finalmente all'aria, e scoprendo alla maga il successo del tutto, le dice esser la dèa Venere la sua rivale, e subito rientra, e si chiude la caverna dell'inferno. Falsirena a tal risposta si duole; poi riprendendo animo, determina di voler pigliare aspetto di Venere, e con tal'imagine mentita ingannare Adone, e superarlo con la fraude, poi che non può con l'amore.
 

FALSIRENA

Dubbiosa, e vacillante    

senta la terra il moto,

e di sangue stillante

spiri l'aria vermiglia orrido noto.

Ecco, o rettor superbo

de la notte profonda,

tre volte intenta miro,

ove 'l sol, che tramonta, in mare affonda,

e segno il campo d'incantato giro.

Scorrano i tuoni, e i lampi,

e s'oda a le mie scosse

risonar l'aria, ed ondeggiare i campi.

Ch'a te, fiero signor de l'ombre ardenti,

esplorator de' fati,

volgo in un co 'l terrore anco gli accenti.

S

 
[Canto solo, recitativa per ottave]

 N 

 

O de' campi d'orror funesto dio,  

del folto regno tenebroso Giove,

al cui gran cenno, al cui divin desio

l'oscuro fato l'ombre sue rimove.

Su, su da gli antri de l'eterno oblio

altero sorgi a memorabil prove;

e del mio crudo peregrino errante

dispiegami l'amor, scopri l'amante.

 
 

 Q 

PLUTONE

Per così lieve brama  

temerario è 'l tuo suono

alma folle, e dolente,

se da l'ombroso trono

de le tenebre il dio

chiami al puro splendor del sol lucente;

ch'inutile è 'l tuo amor, vano il desio.

FALSIRENA

Dunque nel cieco regno

sprezzi d'amor le voci,

uso a nemico ardor d'invido sdegno?

E che pensi, e che tardi?

A l'altere mie note

movrò l'eterne rote,

e farò, che 'l gran dio del sommo impero

m'apra gli arcani, e mi palesi il vero.

Che sì, che sì?

 

<- Plutone

PLUTONE

Da l'orrido soggiorno  

sorgo re de la notte a i rai del giorno;

e nel rigido petto

tra spirti di furore

anch'io serbo d'amor cocente affetto;

che per la dèa de l'ombre

tutto fiamma è 'l mio core,

e, s'apro altrui l'averno,

io per lei nel mio sen chiudo l'inferno.

FALSIRENA

Goda il mio cor superbo,

che nel regno profondo

tema di me, chi fa temere il mondo.

PLUTONE

Ecco pronto a te cedo,

ecco amico a te vegno,

e del gran nome altero

paleso i pregi, e manifesto il vero.

FALSIRENA

Al suon de le tue voci intenta pendo,

e dal nume de l'ombre

chiarissimo del vero il lume attendo.

 
[Solo]

 N 

PLUTONE

Da re, ch'ebbe di Cipro il nobil freno,  

nacque il vago garzon, che t'arse il core;

né fia, che l'amor tuo gli accenda il seno,

che son gli amori suoi la dèa d'amore.

Da lei lontano in questo campo ameno

il sospinge di Marte aspro terrore;

ma, tornando per lui la diva a volo,

te priverà d'amore, e lui di duolo.

 

Plutone ->

FALSIRENA

O note di tormenti,  

o voci di rigore,

o d'acerba novella amari accenti:

ma cari, onde il mio core

tanti prova famosa, opre possenti.

Or, che l'amor di Citerea m'è noto,

con imagin furtiva,

con magico sembiante

fingerò 'l volto de la bella diva,

de la rivale imiterò l'aspetto,

ed usa a l'arti ingannerò l'amante.

Molto pon, molto fanno

nel gran regno d'amor arte, ed inganno.

 

Falsirena ->

 

Scena terza

Coro di Ninfe, e di Pastori.

<- ninfe, pastori

 
Argomento.
Il coro delle Ninfe, e de' Pastori spaventato dalli turbamenti dell'aria, dalle scosse della terra, e da simili prodigi, che successero per lo 'ncanto, dopo averli ad uno, ad uno tutti spiegati, fuggono da que' campi, miserabili alberghi di furie, e di terrori.
 
[Aria 6 di cinque pari]

 N 

CORO

De la maga il grande accento    

scosso ha 'l piano, mosso il monte,

e con orrido spavento

secca ha l'erba, ed arso il fonte.

Di terror facelle erranti

hanno accesa l'aria intorno,

e baleni scintillanti

han turbato 'l volto al giorno.

Lieti in grembo a quest'erbette

non più scherzano gli amori,

né più al suono de l'aurette

movon danze i vaghi fiori,

qui 'l terror dal centro interno

mosso a l'aure folgoreggia,

ed il re del crudo averno

desta a l'ire la sua reggia.

Deh fuggiam tra' foschi lampi

del giardin le pompe spente,

ed in sen de' più be' campi

attendiam seren ridente.

De la maga il grave accento

scosso ha 'l piano, mosso il monte,

e con orrido spavento

secca ha l'erba, ed arso il fonte.

S

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ninfe, pastori ->

Fine (Atto quarto)

Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quarto Atto quinto
Idonia
 

O con dubbio stupore

Idonia ->
<- Falsirena

Dubbiosa, e vacillante

[Canto solo, recitativa per ottave]

O de' campi d'orror funesto dio

S'apre la prospettiva, e mostra la caverna dell'inferno.

Per così lieve brama

Falsirena
<- Plutone

Da l'orrido soggiorno

[Solo]

Falsirena
Plutone ->

O note di tormenti

Falsirena ->
<- ninfe, pastori

[Aria 6 di cinque pari]

ninfe, pastori ->
 
Scena prima Scena seconda Scena terza
Ombroso bosco. Grotta di Vulcano. Aspetto boschereccio. Nell'estremo della prospettiva si vede una fonte bellissima con spalliere d'alberi. Giardino. Giardino. Palazzo d'oro di Falsirena. Giardino. S'apre la prospettiva, e mostra la caverna dell'inferno.
[Aria recitativa di sei parti] [Aria a 3] [Aria di tre parti] [Aria] [Coro a 6] [Aria di 3, e a solo] [Aria] [Aria a 3] [A solo, per terzetti] [Aria a 3] [Canto, coro a 6] [Aria a 6] [Coro a 6] [Coro a 3] [Coro a 3] [Aria a 3] [Coro a 6] [Canto solo, recitativa per ottave] [Solo] [Aria 6 di cinque pari] [Canto solo, aria] [Aria a 2] [Aria a 3] [Aria a 3] [Canto solo, aria] [Aria a 3] [Coro a 8]
Prologo Atto primo Atto secondo Atto terzo Atto quinto

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