Atto primo

 

Scena prima

Bosco con capanna.
Damira in abito di pastorella.

 Q 

Damira

 

 

Che mi giova esser reina,  

se nemiche ho in ciel le stelle?

Se a soffrir forti rubelle

crudo fato mi destina.

Che mi giova esser reina?

Sotto rustiche spoglie,

nome, ed esser real convien, ch'io celi.

Dispietato Creonte, empio, lascivo,

sposo crudel, a suo dispetto i' vivo.

 

Scena seconda

Lerinda, ch'esce dalla capanna. Damira.

<- Lerinda

 

LERINDA

Fidalba, olà, Fidalba.  

DAMIRA

Che vuoi da me? Che chiedi?

LERINDA

A pena sorto è il sole

de' monti ad indorar l'eccelse moli,

che l'albergo abbandoni, e a me t'involi.

DAMIRA

(Finger convien.) Tra queste

solitudini amiche

passeggiar godo, e di mie sorti acerbe,

vo sanando le piaghe in seno a l'erbe.

LERINDA

Figlia, dal nostro albergo

non gir troppo lontana.

Sei gentil pastorella,

sei vezzosa, sei bella,

queste tre qualità

bastano a mover guerra

a la tua castità.

DAMIRA

Onor, e continenza,

contro tali nemiche,

sapran far resistenza.

LERINDA

Se sei casta, e continente,

mira ben dove tu vai;

perché Amor nume inclemente.

Quando men ci penserai,

di saette armato, e arco,

ti starà attendendo al varco;

e se un dì ti coglie amore,

non avrai più pace al core.

DAMIRA

Ohimè! Di regal caccia,

odo il suon, che rimbomba.

LERINDA

A la capanna

rivolgi il piè. Se i cacciatori di corte,

ti ritrovano o bella in queste selve,

di te preda faranno, e non di belve.

DAMIRA

Vanne pur, ch'io ti seguo.

 

Lerinda ->

Di Cupido,  

me ne rido,

questo sen non ferirà.

Porti pur e strali, e face,

che la pace

del mio cor non turberà.

Damira ->

 

Scena terza

Silo con una scure, e con una zucca piena d'acqua.

<- Silo

 

SILO

Misera povertà, vita infelice!  

Ogni dì tra fatiche io sudo, e stento,

né fuor d'affanni posso

viver un giorno sol lieto, e contento.

 

(canta tagliando legna nel bosco)

L'esser povero è un gran male,  

e non vale

l'astinenza per sanarlo,

ma a scacciarlo,

e a guarir dal lungo tedio,

l'oro solo è buon rimedio.

 

Scena quarta

Creonte sceso dal destriero. Coro di Cacciatori. Silo in disparte.

<- Creonte, cacciatori

 

CREONTE

De la belva fugace in van più tento  

l'orme seguir se il corridor mi manca.

Io tra quest'erbe in tanto,

darò breve riposo a l'alma stanca.

SILO

(Cacciatori nel bosco? E chi fian questi?)

CREONTE

Amici, oh dio, mi sento

sitibondo languir; ma qui d'intorno

scorger fiume non so, ruscel, né fonte,

ch'a le labbra mi porga un sorso d'onda,

sol di piante infeconde il bosco abbonda.

 

SILO

S'entro rustico vaso  

d'assaggiar non isdegni

di corrente ruscel limpido argento,

(porge la zucca al re)

prendi, e bevi signor a tuo talento.

CREONTE

Sì grata ad Alessandro

l'acqua non fu, che porse

rustica man.

SILO

Se d'Alessandro al pari

premiar mi vuoi più che contento io sono.

CREONTE

Non dubitar. Vedrai,

qual premio sa donar chi calca un trono.

SILO

Chi calca un trono? E chi sei tu?

CREONTE

Creonte

il re d'Egitto.

SILO

O me felice a pieno.

A la regal tua fronte

m'inchino umil.

CREONTE

Qual è il tuo nome?

SILO

Silo.

CREONTE

Hai moglie?

SILO

Ho moglie, ed una sola figlia.

CREONTE

Oggi in corte verrai con la famiglia.

SILO

Ubbidirò al tuo impero. O cara sorte!

Selve a dio v'abbandono: io vado in corte.

CREONTE

O là, da voi nel bosco

sian raccolte le prede, entro la reggia

di Fillide nel sen tornar desio:

star lontano non so da l'idol mio.

 

Che non può donna, ch'è bella?  

Nel crin porta le catene

per legar i nostri cori;

da le luci sue serene

vibra in sen cocenti ardori:

i suoi guardi,

sono dardi,

ogni vezzo è una fiammella,

che non può donna, ch'è bella?

 

Creonte, cacciatori, Silo ->

 

Scena quinta

Stanza di Fillide in corte con letto.
Fillide, Nigrane.

 Q 

Fillide, Nigrane

 

FILLIDE

Luci belle, se bramate  

di saper quant'io vi adori,

osservatelo a gli ardori,

che nel cor voi mi vibrate;

e direte, che in amarvi,

posso struggermi ben, ma non lasciarvi.

 

NIGRANE

Soave è il tormento,  

ch'io provo in amarti.

Per viver contento,

mi basta mirarti.

 

FILLIDE

De' nostri occulti affetti,  

il silenzio commetto a la tua fede.

Vivi cauto Nigrane,

guarda, ch'il re non sappia, e non discopra

l'amor nostro ad un cenno, a un detto, a un'opra.

NIGRANE

Sarà tomba il mio seno

per seppellir la mia gran fiamma o bella,

saran caute le luci e la favella.

FILLIDE

Pria, che in corte il re torni,

vanne dunque mio ben, parti mio amore.

NIGRANE

Vado, ma qui con te resta il mio core.

Nigrane ->

 

Scena sesta

Fillide.

 

 

Di costui le bellezze  

m'infiammarono l'alma: il suo crin biondo,

io stimo più, che quanti regni ha il mondo.

 

In quel volto,  

sta raccolto

il piacer di questo cor.

Quel bel labbro

di cinabro

serve d'anco al dio d'amor.

 

Scena settima

Nerillo, Fillide.

<- Nerillo

 

NERILLO

Signora, il tuo Nigrane  

lungi da queste stanze

a tempo il passo affretta:

Breno è di fuor, che di parlarti aspetta.

FILLIDE

Fa', ch'ei venga.

NERILLO

Ubbidisco.

 

Nerillo ->

FILLIDE

M'è costui poco grato;  

ma per essere stato

il mio primo amatore,

con simulato ardore

fingere mi convien anco d'amarlo

con affetti mentiti, e lusingarlo.

 

Scena ottava

Breno, Fillide.

<- Breno

 

BRENO

Care sembianze, e belle,  

dell'acceso mio cor dolce ristoro,

voi mi struggete, e fido pur v'adoro:

deh non siate al mio amor giammai rubelle?

 

FILLIDE

Tanto o crudo ritardi  

nel condurti al mio aspetto?

BRENO

A pena in corte

da la caccia regal risolto ho il passo,

che precorrendo o bella

di Creonte l'arrivo,

a te volai, per cui penando io vivo.

FILLIDE

Posso crederti o caro?

BRENO

Ah tu m'offendi,

se fé non presti a' miei penosi incendi.

 

Scena nona

Nerillo, Fillide, Breno.

<- Nerillo

 

NERILLO

Su troncate i discorsi,  

che vien Creonte.

FILLIDE

Ahimè! Parti mio core.

BRENO

Qui mi trattien con sue catene amore.

FILLIDE

Tornerai.

BRENO

Quando?

FILLIDE

In breve.

Nerillo a te il dirà.

NERILLO

Finitela una volta,

che il re vi coglierà.

BRENO

Per ubbidirti, altrove il passo invio.

Insiem

FILLIDE

Parti, mia vita addio.

BRENO

Parto, mia vita addio.

 

Breno ->

NERILLO

Semplicetto amator. Ei non s'avvede  

che lo schernisci: a tue lusinghe ei crede.

FILLIDE

Taci giunge Creonte.

NERILLO

A te signora. Abbi l'astuzie pronte.

FILLIDE

Vo sul letto appoggiata

mesta fingermi.

NERILLO

O bene.

FILLIDE

E addolorata.

 

Scena decima

Creonte, Fillide, Nerillo.

<- Creonte

 

CREONTE

Che miro! E da qual nube  

d'atro duolo offuscato è il mio bel sole?

Fillide.

FILLIDE

Sire.

CREONTE

Oh dio!

Che t'affligge cor mio?

FILLIDE

Sin che da me lontano

amato re vivrai,

sempre in un mar di pianto,

seppellirò di queste luci i rai.

CREONTE

Se da te mi disgiunse

de la caccia il diletto,

teco a unirmi ritorna

catena indissolubile d'affetto.

FILLIDE

Tutto è ver: ma...

CREONTE

Che brami?

FILLIDE

Dubito, che non m'ami.

CREONTE

Chiedilo al mio tormento.

FILLIDE

Temo, che siano queste

voci di complimento.

NERILLO

(Che melate parole!

Che dolcissimi detti!

Date fede alle donne o semplicetti.)

CREONTE

Se del mio affetto, o cara,

accertarti desii, cerca, dimanda;

vuoi prova del mio amor? Chiedi, comanda.

FILLIDE

Vorrei con doppio nodo

d'amor, e d'imeneo

stringerti al sen mio re; così potrei

da cruda gelosia l'alma sanarmi,

e dir Creonte è mio, non può lasciarmi.

CREONTE

Eccomi pronto a compiacerti, o bella.

Porgi la destra.

FILLIDE

O me felice!

CREONTE

Ahimè!

(qui cade a terra il ritratto di Damira, ch'era appeso in quella stanza)

FILLIDE

Che ti turba mio re?

CREONTE

Stravagante caduta,

portentosi accidenti,

prodigiosi portenti!

Benché estinta Damira, anco in pittura

le mie dolcezze amareggiar procura.

Sotto più lieti auspici

riserbo consolarti o mia diletta,

non tra auguri sì mesti, ed infelici.

(parte)

Creonte ->

 

FILLIDE

Fa' quanto sai  

fortuna perfida,

la vincerò.

A dispetto d'empio fato

del diadema sospirato,

questo crin cinto vedrò.

Fillide ->

 

Scena undicesima

Nerillo.

 

 

Maledetto ritratto.  

Sol per breve momento,

potevi pur, potevi...

far di men di cadere,

e non turbar di Fillide il piacere.

 

Donne mi rassembrate  

simili ad un ritratto in ogni parte.

Colorite, e strisciate

siete sul volto, e tutte fatte ad arte.

Sol una differenza

tra voi belle ritrovo, e la pittura:

questa solo è tutt'arte, e voi natura.

Sfondo schermo () ()

Nerillo ->

 
 

Scena dodicesima

Cortile reale.
Nigrane, ch'esce da una parte. Breno dall'altra.

 Q 

<- Nigrane, Breno

 

NIGRANE

Dio bendato.  

BRENO

Arciero alato.

NIGRANE E BRENO

Il tuo stral mi fa penar.

NIGRANE

Son ferito.

BRENO

Son amante.

NIGRANE

Un bel ciglio.

BRENO

Un bel sembiante.

NIGRANE E BRENO

Mi costringe a sospirar.

 

NIGRANE

Amico, par che insieme  

i vessilli d'amor ambo seguiamo,

e che trafitti unitamente amiamo.

BRENO

Amo, Nigrane, è vero; e s'a te fosse

della bella, ch'adoro

noto il nome, l'aspetto, e la costanza,

tu diresti, ch'in pregio ogn'altra avanza.

NIGRANE

Eh, se tu conoscessi

il bell'idol mio -scusami Breno-

vedresti ciò, ch'il pensier tuo non crede,

confesseresti, che la tua gli cede.

BRENO

Tralasciamo le gare:

già ben tu sai, ch'ogni amator, ch'è scaltro

stima il suo bene assai più bel d'ogn'altro.

Come hai sorte in amor?

NIGRANE

Felice io vivo

oggi appunto al mio sole,

questa lettera scrivo.

BRENO

Vedi, se andiam del pari. Anch'io vergai

questa carta già poco,

dove al mio ben invio chiuso il mio foco.

NIGRANE

Amici così cari,

non si mostrino avari

di palesar la soprascritta sola.

BRENO

So, che tacer saprai: ciò mi consola.

Leggi.

NIGRANE
(legge)

«A Fillide bella.»

Che leggo!

BRENO

Ti conturbi?

Ma tu mostra a chi scrivi.

NIGRANE

Leggi.

BRENO
(legge)

«A Fillide bella.»

Fillide è la tua fiamma?

NIGRANE

Fillide è il tuo tesoro?

BRENO

Ardo a' suoi rai.

NIGRANE

Per quel sembiante io moro.

 

Scena tredicesima

Creonte, Nigrane, Breno.

<- Creonte

 

CREONTE

Temerari, arroganti,  

voi di Fillide amanti?

Non so ciò, che mi freni,

ch'al mio giusto furore.

Or or sacrificati,

non vi faccia cader ambo svenati.

BRENO

Sire.

CREONTE

Sdegno ascoltarti.

NIGRANE

Mio re.

CREONTE

Chiudi quel labbro.

NIGRANE

Odi.

CREONTE

Non più.

BRENO E NIGRANE

Signor...

CREONTE

Tacete. Rei

di lesa maestà ambo voi siete,

troppo offeso m'avete.

Voi pretender chi adoro?

Lungi da questa reggia

esuli andate, avrete ambo la morte,

se al novo sol voi vi fermate in corte.

Creonte ->

 

Scena quattordicesima

Nigrane, Breno.

 

NIGRANE

Breno, bench'io scoperto  

t'abbia rival ne l'amor mio, non voglio

teco punto adirarmi.

BRENO

Eh caro amico,

del tuo avverso destin teco mi doglio.

Aspiri invano a la beltà, che adoro.

NIGRANE

E tu invano pretendi il mio tesoro.

BRENO

Odi facciam, che amore

questa gara decida.

NIGRANE

E come?

BRENO

Ascolta.

Pria di partir si trovi

Fillide nel giardino, e ogn'un di noi

seco parlando veda,

chi ha più sorte in amar, e a l'altro ceda.

NIGRANE

Son contento.

BRENO

Anch'io pur così prometto.

NIGRANE

Sarà mia la sua fede.

BRENO

Io avrò 'l suo affetto.

 

 

So ad amar come si fa.  

Sia il mio aspetto, o mia fortuna

io m'acquisto il cor d'ogn'una,

quando servo a la beltà.

So ad amar, come si fa.

NIGRANE

So servir meglio di te.

Non m'inganna il cieco dio,

l'adorato idolo mio

non sa viver senza me.

So servir meglio di te.

Breno, Nigrane ->

 

Scena quindicesima

Damira.

<- Damira

 

 

Mura adorate, e care,  

che foste già di mia grandezza il seggio.

Di mie sventure amare,

tragica scena fatte or vi riveggio.

Pazienza, così va, sempre vicina

a l'altezza d'un trono è la ruina.

 

Scena sedicesima

Silo, Damira, Lerinda.

<- Silo, Lerinda

 

SILO

Fidalba, aspetta, aspetta.  

Pur ti giungo a la fine:

d'arrivar a la corte hai la gran fretta.

DAMIRA

Scusami, s'io m'avanzo.

Tu sei di passo tardo,

movo il mio più veloce, e più gagliardo.

LERINDA

Non t'arrischiar o figlia

di gir sola, apri gli occhi; or più non siamo

fra solitaria selve.

Giunte siamo a la reggia, e ne la corte

convien esser accorte.

SILO

Taci. Gente qua giunge.

DAMIRA

Sento insolito duol, ch'il cor mi punge.

 

Scena diciassettesima

Nerillo seguìto da alquanti Armeni carichi di varie merci.
Damira, Silo, Lerinda.

<- Nerillo, alquanti armeni

 

NERILLO

Amici, mi seguir,  

che in corte mi guidar.

Quante merci tener,

se Fillide veder.

Tutte, tutte comprar,

amici mi seguir,

che in corte mi guidar.

 

 

Ma tu chi sei?  

SILO

Silo son io.

NERILLO

Che ascolto?

Sei tu forse il bifolco,

che con l'acqua nel bosco

diè ristoro al mio re.

SILO

Son desso.

NERILLO

E questa?

SILO

È Lerinda mia moglie.

NERILLO

E quell'altra?

SILO

Mia figlia,

che Fidalba s'appella.

NERILLO

È assai vezzosa, e bella.

LERINDA

Per mia fé, che l'ho detto, a pena abbiamo

dentro le reggie mura il piede mosso,

che subito troviamo

un cortigian, che ci fa i conti addosso.

NERILLO

Seguitemi, a la reggia

vi servirò di scorta, ove Creonte,

che benigno a ciascun sempre si rende,

godrà in vedervi, il vostro arrivo attende.

(si rivolge agli Armeni)

Amici qui aspettar,

che presto mi tornar:

in tanto star in allegrezza, in balli,

ch'al ritorno comprar musco, e coralli.

 

DAMIRA

Mi par, che respiri  

l'afflitto mio cor.

Ma dire non so,

s'io posso, sì, o no,

sperar, ch'il mio fato

men crudo, e placato

deponga il rigor.

Mi par, che respiri

l'afflitto mio cor.

 

Lerinda, Silo, Damira, Nerillo ->

Segue il ballo de' Armeni.
 

Fine (Atto primo)

Atto primo Atto secondo Atto terzo

Bosco con capanna.

Damira
 

(Damira in abito di pastorella sotto nome di Fidalba)

Che mi giova esser reina

Damira
<- Lerinda

Fidalba, olà, Fidalba

Damira
Lerinda ->
Damira ->
<- Silo

Misera povertà, vita infelice!

Silo
<- Creonte, cacciatori

(Creonte sceso dal destriero; Silo in disparte)

De la belva fugace in van più tento

(Silo si rivela)

S'entro rustico vaso

Creonte, cacciatori, Silo ->

Stanza di Fillide in corte con letto.

Fillide, Nigrane
 

Luci belle, se bramate

De' nostri occulti affetti

Fillide
Nigrane ->

Di costui le bellezze

Fillide
<- Nerillo

Signora, il tuo Nigrane

Fillide
Nerillo ->

M'è costui poco grato

Fillide
<- Breno

Tanto o crudo ritardi

Fillide, Breno
<- Nerillo

Su troncate i discorsi

Fillide, Nerillo
Breno ->

Semplicetto amator

Fillide, Nerillo
<- Creonte

Che miro! E da qual nube

Fillide, Nerillo
Creonte ->
Nerillo
Fillide ->

Maledetto ritratto

Nerillo ->

Cortile reale.

<- Nigrane, Breno
Nigrane e Breno
Dio bendato

Amico, par che insieme

Nigrane, Breno
<- Creonte

Temerari, arroganti

Nigrane, Breno
Creonte ->

Breno, bench'io scoperto

Breno, Nigrane
So ad amar come si fa
Breno, Nigrane ->
<- Damira

Mura adorate, e care

Damira
<- Silo, Lerinda

Fidalba, aspetta, aspetta

Damira, Silo, Lerinda
<- Nerillo, alquanti armeni

(gli armeni sono carichi di varie merci)

Ma tu chi sei? / Silo son io

alquanti armeni
Lerinda, Silo, Damira, Nerillo ->

(ballo de' armeni)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima
Bosco con capanna. Stanza di Fillide in corte con letto. Cortile reale. Giardino reale. Sala regia, dove dipinto si vede il naufragio di Damira nel Nilo. Logge reali. Loco delizioso ne la reggia, che corrisponde sul Nilo. Prigione orrida. Appartamenti di Fillide in corte.
Atto secondo Atto terzo

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