Atto secondo

 

Scena prima

Giardino con fontana.
Floro in abito occulto.

 Q 

Floro

 

Arditi pensieri  

vi voglio giganti.

Nel cielo di Roma

su monti d'orgoglio

togliete dal soglio

i Giovi regnanti.

Arditi pensieri

vi voglio giganti.

 

 

D'Ausonia il regal soglio  

Germanico ricusa? E fian deluse

le speranze di Floro? Occulte moli

volge l'idea guerriera:

piegherò i lini sparsi;

ignoto entro la reggia

torcerò 'l piè: nasconderò Agrippina,

che non soffre gli scherni alma latina.

Ma qui del latin duce

giunge mesta la sposa!

 

Scena seconda

Agrippina, Floro.

<- Agrippina

 

AGRIPPINA

Non ti credo più no speranza infida.  

Con riso lusinghier

lieto rendesti il sen,

ma d'ogni bel seren fosti omicida.

Non ti credo più no speranza infida.

 

FLORO

E sarà ver, che d'Agrippina in petto  

fiero cordoglio alberghi?

AGRIPPINA

Se lungi dal mio sole

mirar deggio altro ciel giust'è il mio duolo.

FLORO

Tergi i languidi lumi. I tuoi singulti

mutan le leggi al fato.

Non partirai.

AGRIPPINA

Pavento

di Germanico l'ira.

FLORO

Sin che in virtù di mie preghiere, e voti

egli a sé ti richiama:

agli occhi del tuo sposo

saprò celarti ancora.

AGRIPPINA

Ah lasciar non si può cor che s'adora.

 

Son troppo tenaci  

d'amor le catene.

Pupilla

che brilla

il core m'ha tolto,

e un crine disciolto

fra ceppi mi tiene.

Son troppo tenaci

d'amor le catene.

 

 

Ma qui d'intorno oh dio l'orme non veggio  

della smarrita prole

 

Scena terza

Lesbo, e suddetti.

<- Lesbo

 

LESBO

Agrippina, Agrippina.  

AGRIPPINA

Lesbo, del figlio...

LESBO

Qui Germanico.

AGRIPPINA

E dove

porto confusa il piede?

FLORO

Vieni: scorta a' tuoi passi è la mia fede.

(fuggono)

Agrippina, Floro ->

 

Scena quarta

Germanico, Lesbo, e poi Caligola.

<- Germanico

 

GERMANICO

(nel venir vede Agrippina fuggirsene con Floro non conosciuto)  

Olà Lesbo.

LESBO

(Son colto.)

GERMANICO

Partì pur Agrippina?

LESBO

(Che dirò!)

GERMANICO

Non rispondi?

LESBO

Al primo sole

sciorrà all'aure le vele.

GERMANICO

Caligola dov'è?

LESBO

Tra verdi lauri

vedi, ch'ei spunta?

 

<- Caligola

CALIGOLA

O stelle! E chi m'addita  

la genitrice? Padre.

(va per baciargli la destra, e lui si ritira)

GERMANICO

(Fugge Agrippina? E seco

fugge un guerriero! Il servo

e al mio venir confuso! E qui solinga

trovo la prole!

Pensieri che mi dite?

Gelosia, che rispondi?)

Lesbo?

LESBO

Signor.

GERMANICO

Alle materne braccia

Caligola conduci.

Floro non più dal lido

sciolga il legno volante, e tu fedele

occulta ad Agrippina

ciò, che ti chiesi: dille

ch'a l'usato soggiorno

fida m'attenda al tramontar del giorno.

LESBO

Caderà Lesbo estinto

pria, che 'l tuo cenno i' sveli.

CALIGOLA

Nemmen mi guarda il genitor? O cieli.

(partono)

Lesbo, Caligola ->

 

Scena quinta

Germanico.

 

Gelosia ti sento al core:  

l'empio strale

tuo fatale

già ferì quest'alma in seno,

e mi dai col tuo veleno

un inferno di dolore.

Gelosia ti sento al core.

Gelosia ti sento in petto:

l'empia face

tua vorace

m'arde, e strugge in un momento

e già provo ch'il tormento

è peggior di quel d'Aletto.

Gelosia ti sento in petto.

Germanico ->

 
 

Scena sesta

Anfiteatro.
Segeste, Lucio con Saettatori.

 Q 

Segeste, Lucio, saettatori

 

SEGESTE

Son tutto rigore.  

Si sveni

s'uccida

quell'anima infida,

ch'in petto

d'Aletto

mi sveglia il furore.

Son tutto rigore.

 

SEGESTE

Tosto dell'arsa torre  

vengane il reo fra ceppi.

LUCIO

Questo Sinon rubello

trattò gl'incendi, e l'incensor difese,

ma vinto dal mio ferro alfin si rese.

 

SEGESTE

Della reggia i traditori  

il fellon discoprirà.

O bersaglio a cento strali

lacerato

fulminato

caderà.

 

LUCIO

Da folte guardie cinto  

ecco il superbo, e folle,

che nell'elmo rinchiuso il capo estolle.

 

Scena settima

Claudia condotta da Soldati. Segeste, e Lucio.

<- Claudia, soldati

 

SEGESTE

O tu, ch'indegno al traditor fugace,  

che l'alta mole accese

desti lo scampo, dimmi

chi sei? Parla?

LUCIO

Superbo

neppur rispondo.

SEGESTE

Toglietegli quell'elmo. E geli, e tremi

del giudice all'aspetto.

(i soldati tolgono la visiera a Claudia)

CLAUDIA

(Ahi son scoperta.)

 

Scena ottava

Arminio finto moro. Segeste, Lucio, e Claudia.

<- Arminio

 

ARMINIO

Che veggio, o dèi?  

LUCIO

Che scorgo!

SEGESTE

Claudia il guerriero! O stelle!

Tu sotto acciar squamoso

nemica al genitore?

LUCIO

Ed io legai la bella dèa d'amore.

SEGESTE

Non parli? Il reo fellon, cui fuga ardita

apristi infra le spade

tosto palesa, e le mie voglie appago.

CLAUDIA

Aprimi il sen, che scorgerai l'imago.

SEGESTE

Perfida indegna figlia

avrai pena al fallir. Quest'empia mora

regga il belgico impero

giudice giusto, e genitor severo.

ARMINIO

(Armino che farai...)

LUCIO

Deh frena in petto

il folgore tremendo: abbia sua vita

Lucio, ch'umil ti prega.

(si prostra a Segeste)

SEGESTE

A tanto eroe nulla si vieta, o niega.

Viva, ma di tue nozze

secondi il fatal nodo.

ARMINIO

(Cieli che fia?)

CLAUDIA

(Simulerò.) Consacro

l'alma al tuo invitto piede.

LUCIO

O me beato.

ARMINIO

(O mia tradita fede.)

SEGESTE

Voi faretrati arcieri

deponete quell'armi: e delle spade

perché di lieto foco il cielo avvampi

con giulivo splendor ridano i lampi.

 

CLAUDIA

Son pur contenta amor.  

Il dardo

d'un bel guardo

ferisce, e sana il cor.

Son pur contenta amor.

Il riso

d'un bel viso

discaccia ogni dolor.

Son pur contenta amor.

Sfondo schermo () ()

 
I Soldati depongono gli archi, e prendendo picche, e spade formano a suono di trombe un gioco di gladiatori alla vista di Segeste, Claudia, Lucio, e Cavalieri posti sopra dei pergolati in segno d'allegrezza; ma terminando con la morte d'alcuni di loro vengono arrestati da Segeste.

<- cavalieri

 

SEGESTE

In trionfo di morte  

termina il gioco? Olà, schiere abbastanza

van di sangue innocente

lastricate le soglie. Or de' sponsali

porgasi voti al nume,

e di lampade sacre offrasi il lume.

 

soldati, cavalieri, saettatori ->

LUCIO

Vieni bellissima.  

CLAUDIA

Fiamma dolcissima.

LUCIO E CLAUDIA

Volami in sen.

LUCIO

Dal petto...

CLAUDIA

Nel core...

LUCIO

Discaccia il dolore.

CLAUDIA

Ritorna il seren.

LUCIO

Vieni bellissima.

CLAUDIA

Fiamma dolcissima.

Lucio, Claudia, Segeste ->

 

Scena nona

Arminio.

 

 

Ciel che vidi? Ch'intesi?  

Per celarmi a' nemici a l'or che tingo

di finti orrori il volto,

qui del rivale in braccio

Claudia rende sé stessa? Or questa mente

volge ruine, e morti:

farò, ch'in empio letto

sia d'ingiusti imenei pronuba Aletto.

 

La costanza in cor di femmina  

è qual onda in mezzo al mar.

Le procelle ha sotto il riso,

nel seren d'un vago viso

sta 'l naufragio dell'amar...

La costanza in cor di femmina

è qual onda in mezzo al mar.

Arminio ->

 
 

Scena decima

Stanze notturne di Germanico contigue a quelle di Segeste.
Agrippina, Caligola, Lesbo.

 Q 

Agrippina, Caligola, Lesbo

 

AGRIPPINA

Dimmi speranza tu  

dimmi se gioirò?

Non tormentarmi più

cara non dir di no.

Dimmi speranza tu

dimmi se gioirò?

 

LESBO

Qui fra l'ombre notturne  

l'amato sposo attendi.

CALIGOLA

O quanto i' bramo

del genitor l'aspetto.

AGRIPPINA

Mio fido Lesbo, vola;

stimola l'amor mio; digli, ch'in seno

l'alma sospira il suo divin sembiante.

CALIGOLA

Lesbo, son teco.

LESBO

Or condurrò l'amante.

Lesbo ->

 

CALIGOLA

Gran tormento è la tardanza  

che per far maggior la pena

t'incatena

con i lacci di speranza.

Gran tormento è la tardanza.

Caligola ->

 

Scena undicesima

Agrippina.

 

 

Mentre il mio sol qui giunge  

siederò in braccio all'ombre:

ma i stanchi rai più vigilar non ponno:

tardanza è men noiosa in grembo al sonno.

(s'adagia sopra una sedia)

 

Occhi sì sì posate  

in un soave oblio

sinché dell'idol mio

i vaghi rai mirate.

Occhi sì sì posate.

 

Scena dodicesima

Floro armato di pugnale, e Agrippina, che dorme.

<- Floro

 

FLORO

Nel cupo sen d'oscura notte orrenda  

furie dell'atra Dite

guidate questo piè: ne' regii alberghi

già celata è Agrippina:

qui Germanico mora, indi sul Tebro

contra Tiberio io volgerò le schiere:

animo, o destra forte:

dal fil di quest'acciar penda mia sorte.

AGRIPPINA

(sognando)

Vieni sposo.

FLORO

Che sento!

AGRIPPINA

Mio cor volami in seno.

FLORO

Certo alla voce.

AGRIPPINA

Abbracciami.

FLORO

Quest'è Agrippina.

AGRIPPINA

Stringimi.

FLORO

E Germanico è seco.

Nelle tue braccia ancora

lo svenerò.

AGRIPPINA

Senza te quest'alma langue,

FLORO

Germanico qui mora, e resti esangue.

 
Floro s'accosta ad Agrippina per uccidere Germanico, e in quell'atto viene abbracciato dalla medesima credendolo lo sposo.
 

Scena tredicesima

Germanico, Paggi con torce. Soldati, e li suddetti.

<- Germanico, paggi con torce, soldati

 

FLORO

Germanico qui mora!  

GERMANICO

Olà.

FLORO

D'uopo è fuggir.

(fugge)

Floro ->

 

AGRIPPINA

(si risveglia)  

Dove mi trovo!

(vuol abbracciarlo, e vien da lui rimproverata)

GERMANICO

Allontanati indegna.

AGRIPPINA

Signor, qui per tuoi cenni

portai veloce il passo.

GERMANICO

(Agrippina impudica! Ah sì quest'empia

congiura alla mia morte.)

AGRIPPINA

La tua fida consorte.

GERMANICO

Sopprimi quelle voci:

da un'elevata rupe

mora precipitata.

 
Vien cinta dalle Guardie.
 

AGRIPPINA

Odi? Pietà.  

GERMANICO

Non più:

chi sacrilega, e fiera

svenò il nume d'onor giust'è che pera.

 
Agrippina afferra nel manto Germanico, che da lei fugge.
 

AGRIPPINA

Il passo fermate  

bellezze severe

deh siate men fiere

con chi v'adorò.

Nemmeno risponde,

o dèi che farò.

Il guardo volgete

pupille gradite

almeno sentite

se l'alma peccò.

Nemmeno m'ascolta,

o dèi che farò.

Agrippina, soldati ->

 

Scena quattordicesima

Germanico.

 

 

Ma il traditor fugace ancor fastoso  

va de' miei scorni?

Da Floro il fido amico

riceverò i consigli. Ei che feroce

è del mio campo il Marte

oggi sarà di mie vendette a parte.

 

Non conosco mio core pietà.  

Tradita

schernita

s'in petto è la fede

fu sola mercede

d'un'empia beltà.

Non conosco mio core pietà.

Germanico, paggi con torce ->

 

Scena quindicesima

Arminio fuggendo da Claudia.

<- Arminio, Claudia

 

ARMINIO

Sì, ch'Arminio son io  

perfida traditrice.

CLAUDIA

Deh fugace mio sol, qual atra nube

di fallace sospetto il cor t'ingombra?

ARMINIO

Sol più non è chi nel fuggirti è un'ombra.

CLAUDIA

Odimi, ascolta...

ARMINIO

Io fuggo

di mendace sirena i tradimenti.

CLAUDIA

Quai tradimenti? Ah ferma.

ARMINIO

Perfido negherai ciò che poc'anzi

tra simulati orrori

vidi con queste luci?

CLAUDIA

Sol per serbarmi viva alla mia fede.

D'aborrito imeneo

finsi arrider al laccio

ma sol morrò di te mia vita in braccio.

ARMINIO

(E crederò all'infida.)

CLAUDIA

Del giusto ciel, che m'ode

se mendace son io l'ira m'incenda.

ARMINIO

Claudia.

CLAUDIA

Arminio.

ARMINIO

Sei mia.

CLAUDIA

Pria che d'altri l'alma sia

Cloto orrenda mi svenerà.

ARMINIO

E tua quest'anima sempre sarà.

Qui Lucio, e che farai?

CLAUDIA

M'involerò dagli aborriti rai.

(nel partir Claudia viene arrestata da Segeste)
 

Scena sedicesima

Segeste, Lucio, Claudia, Arminio in disparte.

<- Segeste, Lucio

 

SEGESTE

Claudia, Claudia.  

CLAUDIA

Signor.

SEGESTE

Le piante arresta.

De' numi coniugali all'are inante

pegno d'eterna fede

porgi Lucio la destra.

CLAUDIA

(Stelle che far dovrò?)

Pur nel paterno affetto

mi rendesti signor.

SEGESTE

Cara t'abbraccio.

CLAUDIA

(E Arminio, o dio, qui m'ode!)

LUCIO

Io corro al laccio.

SEGESTE

Offri la destra.

CLAUDIA

(O ciel soccorso!) Estinto

pur cade Arminio?

SEGESTE

La memoria dell'empio

anco è sepolta in Lete.

CLAUDIA

(Sì, sì mentir conviene.)

Prence poiché l'impone il genitore

la destra è tua. (Ma sol d'Arminio il core.)

LUCIO

Mano di neve ora m'aumenta ardore.

ARMINIO

Io son tradito, o faretrato amore.

SEGESTE

Parto dell'alte nozze

ad apprestar le pompe: e d'ogn'intorno

diffonda i rai di lieta luce il giorno.

Segeste ->

 

LUCIO

Fortunato quel sen,  

ch'in braccio del suo ben

consuma i giorni e l'ore

paradiso dell'alme è quel d'amore.

 

CLAUDIA

Lieta quella beltà

ch'ognor baciando va

di fresca guancia il fiore

paradiso dell'alme è quel d'amore.

Lucio, Claudia ->

 

Scena diciassettesima

Arminio.

 

 

E taci Arminio? E soffrirò, che d'altri  

sia l'infedel, ch'adoro?

Amor se pur dell'alme

giusto reggi l'impero,

Claudia punisci: e dal mio sen tradito

togli l'imago indegna

più che l'aborro; ah che nel cor più regna.

 

Chi s'avvezza ad amar s'avvezza a piangere.  

Fatale

è lo strale

del nume bugiardo

la forza d'un guardo

giammai si può frangere.

Chi s'avvezza ad amar s'avvezza a piangere.

Chi si accende in amor non sa più ridere.

Vorace

è la face

del nume d'amore

né giova dal core

la fiamma dividere.

Chi si accende in amor non sa più ridere.

Arminio ->

 
 

Scena diciottesima

Dirupi con balza isolata, sopra la quale si vedrà Agrippina per esser precipitata. Da un lato antro d'Aristeo mago.
Floro, che sopraggiunge.

 Q 

Agrippina, littori

 

AGRIPPINA

Voi, ch'eterni in ciel sedete  

sordi numi a' miei lamenti,

giusti dèi quaggiù non siete

s'opprimete gl'innocenti.

 

<- Floro

FLORO

Olà littori,  

slegate il piè dall'alta rupe orrenda!

Di Germanico ai cenni

Agrippina discenda...

AGRIPPINA

Grazie vi rendo o numi.

(discende dalla montagna)

 

FLORO

Alle frodi pensieri alle frodi  

s'armi 'l core di fiera empietà.

Trucidato con barbari modi

petto esanime alfin caderà.

Alle frodi pensieri alle frodi

s'armi 'l core di fiera empietà.

 

AGRIPPINA

Floro, tu de' miei giorni  

portasti l'alba.

FLORO

Rieda sul labbro il riso. Il tuo consorte

stringerti al sen desia.

AGRIPPINA

Risorgi anima mia

dunque dell'ira ingiusta

placò sue furie.

FLORO

Vieni al bramato aspetto,

di pentimento ha sol le furie in petto.

 

AGRIPPINA

Sì sì venite sì  

d'amor dolci catene

in braccio del mio bene

sarò più lieta un dì.

D'amor dolci catene.

No no Cupido no

che più non geme il core

lungi dal tuo rigore

pur lieta un dì sarò.

Che più non geme il core.

Floro, Agrippina, littori ->

 

Scena diciannovesima

Claudia, poi Segeste.

<- Claudia

 

CLAUDIA

Se dissi di legarmi  

scherzai amor con te.

Non posso incatenarmi,

serva son d'altra fé!

Se dissi di legarmi

scherzai amor con te

 

<- Segeste

SEGESTE

Fermati Claudia, e dove  

fra l'inospite balze

cerchi lo scampo?

CLAUDIA

(Fuggo dal padre, e pur nel padre inciampo.)

SEGESTE

Ingratissima figlia

tosto riedi alla reggia. Il passo arresta.

CLAUDIA

Io sposa?

SEGESTE

Anco resisti?

CLAUDIA

Ah genitor.

SEGESTE

Non più?

CLAUDIA

Misera che farò?

SEGESTE

Di Lucio al seno

rinnovar le catene.

CLAUDIA

Non v'acconsente il cor.

SEGESTE

L'impone il cielo.

CLAUDIA

Il ciel non regge

l'uman voler.

SEGESTE

Del genitor la legge

devi eseguir.

CLAUDIA

Legge che sforza è vana.

SEGESTE

Prole indegna e negletta,

e dal padre, e dal ciel fulmini aspetta.

(nel partir vien trattenuto da Claudia)

CLAUDIA

Odimi, o padre.

SEGESTE

Claudia risolvi.

CLAUDIA

(Anima mia che pensi?)

SEGESTE

E tardi ancor?

CLAUDIA

Di Lucio...

SEGESTE

Oggi sposa sarai.

CLAUDIA

Sì sposa a Lucio: ah no 'l sarò giammai.

SEGESTE

Pur dell'alma ostinata

franse l'aspro rigore:

in sen di donna ah dura eterno amore.

 

Un veleno  

del seno

è Cupido,

che struggendo in eterno ti va.

Il suo dente sì fiero divora,

ch'ogn'ora

più cruda la doglia si fa.

Un veleno

del seno

è Cupido,

che struggendo in eterno ti va.

È fatale

lo strale

d'amore

ch'in eterno la morte ti dà.

Ha sì dure spietate le tempre,

che sempre

maggiore la piaga si fa.

Un veleno

del seno

è Cupido,

che struggendo in eterno ti va.

Segeste ->

 

Scena ventesima

Claudia.

 

 

Del genitor severo  

pur seguirò le piante,

or son felice, or sfortunata amante.

 

Piangere  

e ridere

amor mi fa.

Piangendo,

ridendo

fra gioie, e fra pene

dubbiosa mi tiene

né so che farà.

Piangere

e ridere

amor mi fa.

Ridere,

e piangere

amor mi fa.

Sperando

penando

fra gioia, e tormento

confusa mi sento

né so che farà.

Ridere,

e piangere

amor mi fa.

Claudia ->

 

Scena ventunesima

Arminio.

<- Arminio

 

 

Qui sotto rupe annosa  

squamoso albergo all'ampia terra in seno

chiude Aristeo

costui, che sugli abissi

magica forza estende alle mie stelle

fermerà il corso alterno.

Ahi che doglia d'amor doglia è d'inferno.

 

Chi non sa cos'è l'amar  

non sa dir che cosa è pena.

Ogni cor che s'incatena

si condanna a lacrimar.

Non sa dir che cosa è pena

chi non sa cos'è l'amar.

 

 

Ma, se non erra il guardo,  

dall'antro cupo or viene.

 

Scena ventiduesima

Aristeo, Arminio.

<- Aristeo

 

ARISTEO

Olà, qual uom tra queste balze ombrose  

con accenti importuni

mi toglie all'atra Dite?

ARMINIO

D'Arminio al nome infausto

ferma Aristeo le piante.

ARISTEO

Arminio!

ARMINIO

Arminio io sono:

già gran prence, e signor

or schiavo di fortuna, il regno, e l'armi

Germanico mi tolse

ma per maggior mio duol a Lucio indegno

con secondo imeneo

e Claudia l'idol mio spoglia, e trofeo.

ARISTEO

Sempre all'altezze estreme

compagna è la caduta!

ARMINIO

Ah sol mi duole

perder la dolce sposa.

ARISTEO

Quanto magica forza oprar ha in uso

offro, e prometto; io parto: e venga intanto

Orfeo di Stige a dar la fuga al pianto.

 
Partendo Aristeo esce dalla caverna un Fantasma, sopra d'un mostro, che rappresenta Orfeo sonando, dopo di che appariscono molti Spiriti distruggendo con fiamme il monte.

Aristeo ->

<- fantasma

<- spiriti

 

Scena ventitreesima

Ritorna Aristeo: corteggiato da Fantasmi e Arminio.

<- Aristeo

 

ARISTEO

Arminio ecco a' miei cenni  

le falangi d'Averno

al nume de' sponsali

farà guerra crudel nume d'inferno.

ARMINIO

Quai di Cocito orrendi spettri io miro.

ARISTEO

Colà dove Imeneo

di fastoso splendor dispiega i rai,

parti veloce, e 'l mio poter vedrai.

 

De' regni d'Ecate  

fantasmi orribili

numi terribili

snodate

slegate

le serpi del crine,

m'appresti ruine

dell'Erebo il fondo

e d'atra luce ottenebrate il mondo.

 

Aristeo, Arminio ->

Segue il ballo dei Fantasmi.
 

Fine (Atto secondo)

Introduzione Atto primo Atto secondo Atto terzo

Giardino con fontana.

Floro
 

(Floro in abito occulto)

D'Ausonia il regal soglio

Floro
<- Agrippina

E sarà ver, che d'Agrippina in petto

Ma qui d'intorno oh dio l'orme non veggio

Floro, Agrippina
<- Lesbo

Agrippina, Agrippina

Lesbo
Agrippina, Floro ->
Lesbo
<- Germanico

Olà Lesbo / Son colto

Lesbo, Germanico
<- Caligola

O stelle! E chi m'addita

Germanico
Lesbo, Caligola ->
Germanico ->

Anfiteatro.

Segeste, Lucio, saettatori
 

Tosto dell'arsa torre

Da folte guardie cinto

Segeste, Lucio, saettatori
<- Claudia, soldati

O tu, ch'indegno al traditor fugace

Segeste, Lucio, saettatori, Claudia, soldati
<- Arminio

Che veggio, o dèi? / Che scorgo!

Segeste, Lucio, saettatori, Claudia, soldati, Arminio
<- cavalieri

(i soldati prendendo picche, e spade formano a suono di trombe un gioco di gladiatori; ma terminando con la morte d'alcuni di loro vengono arrestati da Segeste)

In trionfo di morte

Segeste, Lucio, Claudia, Arminio
soldati, cavalieri, saettatori ->
Lucio e Claudia
Vieni bellissima
Arminio
Lucio, Claudia, Segeste ->

Ciel che vidi? Ch'intesi?

Arminio ->

Stanze notturne di Germanico.

Agrippina, Caligola, Lesbo
 

Qui fra l'ombre notturne

Agrippina, Caligola
Lesbo ->
Agrippina
Caligola ->

Mentre il mio sol qui giunge

(Agrippina si addormenta)

Agrippina
<- Floro

Nel cupo sen d'oscura notte orrenda

Agrippina, Floro
<- Germanico, paggi con torce, soldati

Germanico qui mora!

Agrippina, Germanico, paggi con torce, soldati
Floro ->

(Agrippina si risveglia)

Dove mi trovo!

(Agrippina vien cinta dalle guardie)

Odi? Pietà / Non più

Germanico, paggi con torce
Agrippina, soldati ->

Ma il traditor fugace ancor fastoso

Germanico, paggi con torce ->
<- Arminio, Claudia

Sì, ch'Arminio son'io

(Arminio in disparte)

Arminio, Claudia
<- Segeste, Lucio

Claudia, Claudia / Signor

Arminio, Claudia, Lucio
Segeste ->
Lucio e Claudia
Fortunato quel sen
Arminio
Lucio, Claudia ->

E taci Arminio? E soffrirò, che d'altri

Arminio ->

Dirupi con balza isolata; da un lato antro.

Agrippina, littori
 
Agrippina, littori
<- Floro

Olà littori, slegate il piè

Floro, tu de' miei giorni

Floro, Agrippina, littori ->
<- Claudia
Claudia
<- Segeste

Fermati Claudia, e dove

Claudia
Segeste ->

Del genitor severo

Claudia ->
<- Arminio

Qui sotto rupe annosa

Ma se non erra il guardo

Arminio
<- Aristeo

Olà, qual uom tra queste balze ombrose

Arminio
Aristeo ->
Arminio
<- fantasma

(fantasma, sopra d'un mostro, che rappresenta Orfeo sonando)

Arminio, fantasma
<- spiriti

(gli spiriti distruggono con fiamme il monte)

Arminio, fantasma, spiriti
<- Aristeo

Arminio ecco a' miei cenni

fantasma, spiriti
Aristeo, Arminio ->

(ballo dei fantasmi)

 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Scena diciannovesima Scena ventesima Scena ventunesima Scena ventiduesima Scena ventitreesima
Reggia del Tempo; globo della terra. Città di Colonia. Selva seminata di stragi sul fiume Reno. Cortile con statue; in prospettiva, arco trionfale. Loco distrutto con torre. Giardino con fontana. Anfiteatro. Stanze notturne di Germanico. Dirupi con balza isolata; da un lato antro. Piazza. Arsenale. Tempio con catasta Campo schierato.
Introduzione Atto primo Atto terzo

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