Atto terzo

 

Scena prima

Piazza con Spettatori.
Segeste, Claudia, Lucio, Arminio in disparte.

 Q 

spettatori, Segeste, Claudia, Lucio, Arminio

 

SEGESTE

Già delle sacre tede  

fiammeggia l'Etra! E già di Tespo il nume

dell'Aurora sorgente accende il lume.

(va sopra un seggio)

 

LUCIO

Sì lieto dì  

con pietra candida

io segnerò.

CLAUDIA

Che già sparì

quel denso turbine

che l'oscurò.

 

ARMINIO

(Io la face di morte agiterò.)  

SEGESTE

Venga la coppia illustre: a noi produca

germe che chiaro splenda

dal brun'occaso all'aureo Gange in riva.

POPOLO

Viva Lucio, evviva, evviva.

Insieme

POPOLO
IIº

Viva Claudia, evviva, evviva.

 

SEGESTE

Su dunque, o lieti sposi

tolga la benda agli occhi

pudico amor, e le vostr'alme annodi.

 
Sorge un Fantasma, che sparendo con terremoto fa cadere gran parte della piazza, sotto le ruine della quale resta con molti altri Arminio.

<- Fantasma

 

FANTASMA

Ferma Claudia, che fai?

 

Fantasma, spettatori ->

CLAUDIA

Insoliti prodigi.  

LUCIO

O dèi che scorgo!

SEGESTE

Sparve l'orrendo spettro, e sotto il peso

delle cadute moli

trovò più d'un la tomba

Lucio dalle ruine

togli chi è oppresso, e mesta Claudia or venga

meco alla reggia.

(parte)

Segeste ->

 

LUCIO

O portenti del ciel.  

CLAUDIA

(Alma festeggia

la speranza, che l'alma consola.)

 

Sempre lieta m'esorta ad amar.  

E mi dice che dopo il penar

ogni doglia dal petto s'invola.

Sempre lieta m'esorta ad amar.

La speranza, che in petto risiede

sempre lieta mi invita a gioir

e mi dice, che dopo il martir

dolce raggio di pace succede.

Claudia ->

 

Scena seconda

Arminio e Lucio.

 

ARMINIO

Cielo porgimi aita.  

LUCIO

Sotto monti di sassi un uom che geme!

S'accorra all'infelice.

(Lucio leva Arminio dalle ruine)

ARMINIO

L'aure di vita

pur anco i' spiro.

LUCIO

Che scorgo! Egizio ignoto

sotto il belgico clima! O tu, che sorgi

dal sepolcro di morte

dammi dell'esser tuo fama sincera.

ARMINIO

Son del campo latino ombra guerriera.

LUCIO

Oggi per te sereno

fu questo ciel, ch'ai precipizi orrendi

ei ti sottrasse.

Alta fortuna attendi. Avrai gran sorte.

Servir di Claudia al riverito impero.

ARMINIO

Porto bianca la fede in volto nero.

 

LUCIO

Amore  

nel core

non darmi più pene.

Fra lacci vezzosi

deh lascia ch'io posi

in braccio al mio bene.

Amore

nel core

non darmi più pene.

Alato

bendato

non darmi martoro.

Tra nodi tenaci

deh lascia, ch'io baci

quel labbro, ch'adoro.

Alato

bendato

non darmi martoro.

Lucio ->

 

Scena terza

Arminio.

 

 

O di sorte crudel strane vicende  

allor che stigia forza

turbi le nozze; al perfido rivale

che traditor m'invola

la propria vita oggi i' deggio.

O tiranna fortuna?

O mia speme tradita. Ah troppo è folle

chi presta fede al faretrato infante

nume dell'incostanza è 'l dio volante.

 

Credere al dio bendato  

no no

che non si può.

È nume ingrato

d'ognun scherzo si prende

al cor promette assai, ma nulla attende.

Dar fede al nume arciero

no no

che non si può.

È menzognero

d'ognun scherzo si prende

al cor promette assai, ma nulla attende.

Arminio ->

 
 

Scena quarta

Arsenale.
Agrippina, e Floro.

 Q 

Agrippina, Floro

 

AGRIPPINA

Io non l'intendo amor.  

Giammai goder mi lice,

son lieta, ed infelice

ho pene, e gioie al cor.

Io non l'intendo amor.

 

AGRIPPINA

Floro, dunque tuo dono  

d'Agrippina è la vita?

FLORO

In onta al latin duce

io ti spezzai le funi.

AGRIPPINA

Ma che! Senza lo sposo

viver dovrò? Deh tu mi scorta, o fido

al consorte, ch'adoro?

FLORO

Entro gli artigli

di quel mostro omicida

voli incontro alle stragi, ah che non merta

fé chi la fé tradisce:

àrmati o donna illustre

chi t'accusa impudica

oggi t'abbia nemica:

mora chi ti vol morta: alla tua destra

assisterà il mio braccio.

AGRIPPINA

Io dar morte allo sposo?

Pria cento spade ignude

mi sveneran. Ma tu crudel ingrato

del tuo sovran signore

sei nemico? Rubello? E traditore?

 

Scena quinta

Germanico sente Agrippina a sgridar Floro, Caligola, e li suddetti.

<- Germanico, Caligola

 

GERMANICO

Contro Floro il mio fido  

vibri indegna tue furie? E chi fellone

dalle fauci di morte

rapì costei.

AGRIPPINA

Sappi, che Floro...

FLORO

Io svelerò o superba

tue macchinate frodi.

Signor, d'empia congiura

primo capo è costei. Le turbe infide

le spezzar le catene.

AGRIPPINA

Menti!

GERMANICO

Ammutisci!

AGRIPPINA

Ahi pene.

CALIGOLA

Deh padre padre.

GERMANICO

Caligola se figlio

a Germanico vivi: aborri, fuggi

donna, che disonesta

la fé disposa e l'onor mio calpesta.

CALIGOLA

Che sento?

AGRIPPINA

Ascolta... Ferma.

GERMANICO

Floro, nel campo infido

vanne a placar le schiere. Aspide sordo

son d'un'empia alla voce

farò di te più crudo scempio atroce.

 

Barbara  

perfida

senza pietà.

Il nume d'amore

ti sveni quel core

che fede non ha.

Barbara

perfida

senza pietà.

Floro, Germanico ->

 

Scena sesta

Agrippina, Caligola.

 

AGRIPPINA

O Caligola, o figlio.  

CALIGOLA

Fuggo dalle tue braccia:

io figlio a chi lasciva

macchia con sozzi affetti

dell'onestà 'l candor no, non è vero:

resta o madre aborruta,

perché da te già nacqui odio la vita.

Caligola ->

 

Scena settima

Agrippina.

 

 

O Floro, indegno Floro!  

O tradita Agrippina, ed a qual cielo

porgi i tuoi voti?

Giusti numi dell'Etra a voi ricorro,

pur che mora innocente, a morte io corro.

 

Benché rubelle  

o stelle

costante il cor sarà.

Non temo alcun rigore,

ma si protesta il core

d'amar la crudeltà.

Benché rubelle

o stelle

costante il cor sarà.

Benché spietato

ho 'l fato

costanza in petto avrò.

Non fuggo alcun veleno

ma si protesta il seno

d'amar chi l'oltraggiò.

Benché spietato

ho 'l fato

costanza in petto avrò.

Agrippina ->

 

Scena ottava

Claudia, e Arminio fuggendo.

<- Claudia, Arminio

 

ARMINIO

Alla fuga mia vita.  

CLAUDIA

Alla fuga mio core.

CLAUDIA E ARMINIO

Per fuggir da rei tiranni

i suoi vanni

or ci presti alato amore.

ARMINIO

Alla fuga mia vita.

CLAUDIA

Alla fuga mio core.

 

ARMINIO

Fra l'ombre del mio volto  

vidi 'l candor de la tua fede, e torno

qui con la notte in fronte

ne' tuoi begl'occhi ad adorar il giorno.

CLAUDIA

Pria, ch'altr'amor m'impiaghi

mi svenerà la parca.

 

Sempre, o mio nume t'adorerò:  

te baciando

stringendo

ed abbracciando

nel tuo seno contenta morrò.

 

ARMINIO

Ma qui Segeste.  

CLAUDIA

Entro le schiere in campo

nasconditi idol mio.

ARMINIO

Volo sull'ale al faretrato dio.

(s'invola con Segeste)

Arminio ->

 

Scena nona

Segeste, Claudia.

<- Segeste

 

SEGESTE

Fugge il fellon? Dalla mia destra ardita  

non troverà lo scampo. E tu lasciva

d'un barbaro africano

or t'abbandoni in seno

qual ei sia mi palesa, o qui ti sveno.

CLAUDIA

Pria, che svelar ciò, che tacer mi giova

cadrò nel suol trafitta,

svenami

uccidimi,

lieta sarò.

Dolce sia la doglia amara

e a chi brama il morir la morte è cara.

SEGESTE

Vivrai per maggior pena: olà sia cinta

da folte guardie...

 
Claudia vien circondata.

<- guardie

 

 

Contro i rubelli in campo  

io del belgico Marte

volo ad armar la destra. In faccia agl'empi

vo' che cinto d'allor ne' suoi trionfi

Germanico s'adori.

Ivi costei traete, e in breve d'ora

scopra l'egizio amante

o cadrà fulminata alle mie piante.

 

Trafitta, e lacera  

cada chi perfida

svenò l'onor.

Con ferro barbaro

lo stame troncasi

d'un empio cor.

Trafitta, e lacera

cada chi perfida

svenò l'onor.

Segeste ->

 

Scena decima

Claudia.

 

 

De' falari tiranni  

gli inventati flagelli

s'armino pur contro il mio petto ignudo.

Costanza invitta a un fido sen fa scudo.

 

Il timor non mi dà pene  

le catene

soffrirò d'ogni rigor.

Basta sol per consolarmi

l'esser fida al dio d'amor.

Non pavento un cor tiranno

ogn'affanno

soffrirò d'empio destin.

Basta sol per darmi gioia

l'esser fida al dio bambin.

Claudia, guardie ->

 
 

Scena undicesima

Tempio con catasta.
Agrippina condotta da Soldati.

 Q 

Sacerdote, ministri del tempio

<- Agrippina, soldati

 

AGRIPPINA

Sempre invitta mia costanza  

non fuggir da questo cor.

L'alma mia, che già non tene

dal morir l'angosce estreme

sia fenice entro l'ardor.

Sempre invitta mia costanza

non fuggir da questo cor.

 
Ministri del tempio accendono la catasta.
 

Scena dodicesima

Sacerdote, Germanico, Caligola, Agrippina, Oracolo.

<- Germanico, Caligola, Oracolo

 

SACERDOTE

Già dell'impuro sangue  

sitibonda è la fiamma, e già di fumo

alza gran nube.

GERMANICO

Su nella pira accesa

l'adultera si chiuda.

CALIGOLA

Ah, che non posso

frenar il pianto. Padre,

padre condona.

GERMANICO

La vittima s'incenda.

AGRIPPINA

Figlio innocente io moro

CALIGOLA
(verso Giunone)

O tu che spandi

rai di pietà sull'innocenza oppressa

sacra diva deh svela.

GERMANICO

Entro gli ardori

tosto la rea scagliate.

(mentre i soldati vogliono scagliar nel foco Agrippina, parla l'Oracolo)

ORACOLO

L'innocenza uccidete, olà fermate.

SACERDOTE

Voce dell'alta dèa non è mendace.

GERMANICO

Strani prodigi! Al vasto rogo ardente

Agrippina si tolga.

SACERDOTE

Ella è innocente.

 

CALIGOLA

Consòlati o cor,  

il fato

spietato

cangiato ha tenor.

Consòlati o cor.

 

Sacerdote, ministri del tempio, soldati, Oracolo ->

(discende Germanico, e viene per abbracciar Agrippina)

GERMANICO

Le pupille piangenti  

tergi, o bella Agrippina,

ad annodarti il seno

Germanico ritorna.

(Agrippina adirata scaccia Germanico)

AGRIPPINA

Empio t'arresta.

Barbaro dispietato

mostro di crudeltà. Senza delitto

tu la moglie condanni

sposi questi non son, ma son tiranni.

GERMANICO

Agrippina mio sol perdon ti chieggio.

AGRIPPINA

Fuggo, e ti lascio.

GERMANICO

Ah no,

la tua pietade invoco,

o se m'odia la fiamma io corro al foco.

(va per gettarsi nelle fiamme, e vien fermato da Agrippina)

AGRIPPINA

Ferma.

CALIGOLA

Soccorso, o cieli!

AGRIPPINA

Ferma crudel, ch'io moro.

GERMANICO

Sei più rigida?

AGRIPPINA

No.

GERMANICO

T'amo.

AGRIPPINA

T'adoro.

(s'abbracciano)
 

Scena tredicesima

Lesbo, e li suddetti.

<- Lesbo

 

LESBO

Signor, signore  

a Segeste dal Tebro

nunzio volò, che del regnante Augusto

reca novelli cenni. Egli nel campo

la tua presenza attende.

GERMANICO

Del cesare imperante

inchinerò la legge.

Parto, Agrippina.

AGRIPPINA

Mi lasci?

CALIGOLA

Ah padre.

GERMANICO

Figlio, sposa, a momenti

vi rivedrò.

AGRIPPINA

Nova Clizia il mio sol io seguirò.

 

GERMANICO

Taci bella non sospirar più.  

Riedi in braccio del tuo ben:

le catene

rotte son di servitù.

Taci core non sospirar più.

Lesbo, Germanico ->

 

Scena quattordicesima

Agrippina, Caligola.

 

AGRIPPINA

Caligola pur vedi  

la mia costanza. Errasti

ma dell'etate ignara

scuso l'error.

CALIGOLA

Prostrato

chieggio perdon, piango la colpa.

AGRIPPINA

Sorgi

mi sei figlio t'abbraccio

che non chiude Agrippina

cor inumano, ed empio

ma il primo error, d'ogni altro error sia esempio.

 

O soavi tormenti dell'alma  

se la calma

toglieste dal sen

dopo lunghe, e rie tempeste

mi rendeste

un dì seren.

O del core gratissima noia

se la gioia

rapisti d'amor

dopo lunghi, e rei contrasti

mi tornasti

in pace il cor.

Sfondo schermo () ()

Agrippina, Caligola ->

 
 

Scena quindicesima

Campo schierato.
Spunta dall'orizzonte nobilissima macchina, che dilatandosi a poco a poco occupa tutta la scena, sopra la quale si vede la Fama corteggiata da gran numero di deità finte concorse all'incoronazione di Germanico.
Floro.

 Q 

Floro

<- Fama, deità

 

Fortuna arridimi  

non m'ingannar.

Ergi sul soglio

chi senz'orgoglio

saprà regnar.

Fortuna arridimi

non m'ingannar.

 

 

A Germanico altero  

sulla punta d'un dardo

or volerà la morte. E ne' trionfi

che di Tiberio a' cenni

gli innalza qui del fiero belga il Marte

con memorando eccesso

dove ei spera l'alloro abbia il cipresso.

A tempo arriva, attenderollo al varco.

 

Scena sedicesima

Segeste, Germanico, Floro in disparte. Arminio che sopravviene.

<- Segeste, Germanico

 

GERMANICO

L'Idra orrenda, che mi fa guerra  

piegherà le teste infide.

FLORO

Su, mio braccio che tardi?

SEGESTE

Perché piombi oggi sotterra

la tua man destra è d'Alcide.

FLORO

Già vibro il dardo amico, ciel m'arride.

 
Floro scocca un dardo contro Germanico, ma vien fermato da Arminio.

<- Arminio

 

ARMINIO

Barbaro ferma il colpo.  

GERMANICO

Strale al mio piede.

FLORO

Ah cruda sorte.

GERMANICO

Olà

s'incateni chi fugge.

SEGESTE

Quai fellonie.

GERMANICO

Vengami innante

l'egizio ignoto.

SEGESTE

Numi che scorgo!

Il traditor ch'indegno

Claudia abbracciò

Germanico difende!

GERMANICO

E che sei tu, che dall'adusto polo

venisti a darmi vita.

 

Scena diciassettesima

Claudia, Lucio, e suddetti.

<- Claudia, Lucio

 

CLAUDIA

Io che più taccio?  

Ad Arminio il mio sposo

prence devi te stesso.

SEGESTE

Come?

GERMANICO

Che sento?

LUCIO

O numi.

ARMINIO

Che sarà.

GERMANICO

Ma non spirò nel Reno.

ARMINIO

Quel Arminio son io, che per sottrarti

al fulmine di morte

pur anco vive.

LUCIO

Insoliti stupori.

GERMANICO

Segeste onda di Lete

spenga de' nostri cor l'incendio antico;

t'abbraccio, o prence, e ti dichiaro amico.

CLAUDIA

Appo Tiberio impetra

sommo duce il perdono.

GERMANICO

Sorgi, e verrai dell'alta Ausonia al trono.

ARMINIO

Per te mia diva oggi beato sono.

Insieme

CLAUDIA

Per te mio nume oggi beata sono.

 

LUCIO

Ad amor non do più fede,  

né più credo alla speranza

che mi giova la costanza

se l'inganno è sol mercede.

Ad amor non do più fede.

 

Scena diciottesima

Floro incatenato. Agrippina, e suddetti.

<- Agrippina

 

AGRIPPINA

Germanico, tra ceppi  

eccoti il reo.

GERMANICO

Floro! Che veggio!

SEGESTE

Ei traditor che scorgo!

AGRIPPINA

Questi ch'empio rubello

te ingannò, me tradì perfido indegno

del tuo braccio guerrier, merta lo sdegno.

SEGESTE

Scopo di cento dardi

giust'è, ch'ei pera.

GERMANICO

Vo' che tra ferrei ceppi

vada a Tiberio. E di quel Giove augusto

provi il folgor tremendo

toglietelo al mio guardo.

FLORO

Per me lanciò l'empio fortuna il dardo.

SEGESTE

Germanico ricevi

l'allor della tua fama

che te gran dio delle vittorie acclama.

 
Esce un Paggio con un bacile, sopra del quale vi è una corona d'alloro, che presa da Segeste vien posta sul capo a Germanico.

<- paggio

 

Scena diciannovesima

Fama in macchina, e suddetti.

<- Caligola

 

FAMA

O gran folgore dell'armi  

nume invitto di Bellona

di mia tromba agl'alti carmi

il tuo merto in ciel risuona.

 

GERMANICO

Quell'alloro, ch'io cingo al re del Tebro  

schiavo eterno mi rende.

CALIGOLA

Permetti o genitore

ch'io ti baci la destra.

GERMANICO

Come adoro Agrippina

Caligola è mia luce.

SEGESTE

Viva immortal dell'alta Roma il duce.

 

CLAUDIA

In amor chi sa tacer  

può goder.

La beltà, che l'invaghì;

piange sol senza diletto

chi l'affetto

del suo bene ogn'or tradì.

In amor chi sa tacer

può goder.

 

AGRIPPINA

In amor chi sa penar

può sperar.

Di goder ciò, che bramò

piange sol senza mercede

chi la fede

nel suo cor ogn'or serbò.

In amor chi sa penar

può sperar.

 

CLAUDIA

Chi brama gioire...

AGRIPPINA

...chi spera godere...

CLAUDIA E AGRIPPINA

...confidi in amore.

CLAUDIA

La fiamma del petto...

AGRIPPINA

...del sen la catena...

CLAUDIA E AGRIPPINA

...ha nome di pena,

ma gioia è del core.

Chi brama gioire

chi spera godere

confidi in amore.

 

Fine (Atto terzo)

Introduzione Atto primo Atto secondo Atto terzo

Piazza.

spettatori, Segeste, Claudia, Lucio, Arminio
 

(Arminio in disparte)

Già delle sacre tede

Lucio e Claudia
Sì lieto dì

Io la face di morte agiterò

spettatori, Segeste, Claudia, Lucio, Arminio
<- Fantasma

(un terremoto fa cadere gran parte della piazza)

Segeste, Claudia, Lucio, Arminio
Fantasma, spettatori ->

Insoliti prodigi

Claudia, Lucio, Arminio
Segeste ->

O portenti del ciel

Lucio, Arminio
Claudia ->

Cielo porgimi aita

Arminio
Lucio ->

O di sorte crudel strane vicende

Arminio ->

Arsenale.

Agrippina, Floro
 

Floro, dunque tuo dono

Agrippina, Floro
<- Germanico, Caligola

Contro Floro il mio fido

Agrippina, Caligola
Floro, Germanico ->

O Caligola, o figlio

Agrippina
Caligola ->

O Floro, indegno Floro!

Agrippina ->
<- Claudia, Arminio
Arminio e Claudia
Alla fuga mia vita

Fra l'ombre del mio volto

Ma qui Segeste / Entro le schiere in campo

Claudia
Arminio ->
Claudia
<- Segeste

Fugge il fellon? Dalla mia destra ardita

Claudia, Segeste
<- guardie

(Claudia vien circondata)

Contro i rubelli in campo

Claudia, guardie
Segeste ->

De' falari tiranni

Claudia, guardie ->

Tempio con catasta

Sacerdote, ministri del tempio
 
Sacerdote, ministri del tempio
<- Agrippina, soldati

(ministri del tempio accendono la catasta)

Sacerdote, ministri del tempio, Agrippina, soldati
<- Germanico, Caligola, Oracolo

Già dell'impuro sangue

Agrippina, Germanico, Caligola
Sacerdote, ministri del tempio, soldati, Oracolo ->

Le pupille piangenti

Agrippina, Germanico, Caligola
<- Lesbo

Signor, signore

Agrippina, Caligola
Lesbo, Germanico ->

Caligola pur vedi

Agrippina, Caligola ->

Campo schierato.

Floro
 

(spunta dall'orizzonte nobilissima macchina, che dilatandosi a poco a poco occupa tutta la scena)

Floro
<- Fama, deità

A Germanico altero

(Floro in disparte)

Floro, Fama, deità
<- Segeste, Germanico

L'Idra orrenda, che mi fa guerra

Floro, Fama, deità, Segeste, Germanico
<- Arminio

(Floro scocca un dardo contro Germanico, ma vien fermato da Arminio)

Barbaro ferma il colpo

Floro, Fama, deità, Segeste, Germanico, Arminio
<- Claudia, Lucio

Io che più taccio?

Floro, Fama, deità, Segeste, Germanico, Arminio, Claudia, Lucio
<- Agrippina

(Floro incatenato)

Germanico, tra ceppi

Floro, Fama, deità, Segeste, Germanico, Arminio, Claudia, Lucio, Agrippina
<- paggio

(Segeste pone una corona d'alloro sul capo a Germanico)

Floro, Fama, deità, Segeste, Germanico, Arminio, Claudia, Lucio, Agrippina, paggio
<- Caligola

Quell'alloro, ch'io cingo al re del Tebro

Claudia e Agrippina
In amor chi sa tacer
 
Scena prima Scena seconda Scena terza Scena quarta Scena quinta Scena sesta Scena settima Scena ottava Scena nona Scena decima Scena undicesima Scena dodicesima Scena tredicesima Scena quattordicesima Scena quindicesima Scena sedicesima Scena diciassettesima Scena diciottesima Scena diciannovesima
Reggia del Tempo; globo della terra. Città di Colonia. Selva seminata di stragi sul fiume Reno. Cortile con statue; in prospettiva, arco trionfale. Loco distrutto con torre. Giardino con fontana. Anfiteatro. Stanze notturne di Germanico. Dirupi con balza isolata; da un lato antro. Piazza. Arsenale. Tempio con catasta Campo schierato.
Introduzione Atto primo Atto secondo

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